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Autore: Pinkproudhead    29/04/2018    1 recensioni
Passi gran parte delle superiori a desiderare di uscirne ed un giorno, senza alcun preavviso, le superiori ti si riversano addosso senza che tu l'avessi chiesto. Così succede a Bonnie che, spinta dall'amico di sempre Peter M.Butler (vi ricorda qualcuno?) si ritrova nell'occhio del ciclone, tra gare di matematica e balli della scuola, corsi di biologia avanzati e elezioni a presidentessa di istituto. E allora arrivano i drammi, nuovi amici, nuove esperienze e arriva anche il primo amore, però arriva male a bordo di una moto truccata. Sullo sfondo si muovono, leggere, le vite degli altri personaggi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dovresti venire, sarà divertente.-
-Sarà-assolutamente- divertente, i sondaggi di instangram lo indicano come uno degli eventi più attesi di quest'anno. Non andare sarebbe un suicidio alla tua vita sociale.-
-Pìù divertente e figa di qualsiasi altra festa ogni fine settimana?- Bonnie continua a mangiucchiare il suo panino poco convinta dagli argomenti delle sue amiche. Davanti a lei Lady e Lola non sembrano volersi dare per vinte.
-Tu non capisci!- continua Lola esasperata -Ho programmato attentamente tutti i miei movimenti delle scorse due settimane per riuscire ad essere nel luogo giusto al momento giusto ed ottenere un invito, ho dovuto persino conversare amichevolemente con quella sfigata di Tracy, anche perchè era l'unica che si siede nella parte ovest della mensa dove in genere passa Tom però solo di mercoledì e solo tra mezzogiorno e mezza e l'una e un quarto per accaparrarsi una doppia porzione di nachos, che sono buoni,per carità, ma un po' troppo unti e calorici per i miei gusti...-
-Dev'essere stato terribile- commenta Bonnie con ironia per tagliare corto il monologo dell'amica, che, se lasciata a se stessa, potrebbe andare avanti indisturbata per ore e ore -E poi scusa, se ci tenevi così tanto, non potevi chiedere a Lady che sta con Jake, che è inguaiato con questa roba, e andare comunque?-
Le due la guardano con quello che sembra sbigottimento e anche un po' di sincera perplessità.
-Ma da dove vieni? Queste cose non funzionano così!- Lola è ormai fuori di sé dalla frustrazione
-Ah no?-
-No.- continua in modo più pacato Lady -Deve essere uno di ruolo nella squadra di football ad invitarti alla festa annuale della squadra di football, semmai non vale nulla, non puoi entrare, tutti si prodigano per avere un invito, se fosse così facile non ci sarebbe tutto questo hype.- E lo spiega come si spiega una formula matematica, con logica e precisione.
-E' valsa anche per te questa cosa ?- risponde Bonnie piuttosto sorpresa dalla stramba regola sociale della quale era all'oscuro fino a pochi secondi prima, e nel mentre il panino è finito, si pulisce la bocca con fazzoletto di carta.
-Anche per me.-
-Bella cazzata- esclama
-Non importa a nessuno se la cosa ti piaccia o meno, non è importante, l'importante è: se la vita ti da i limoni, o erano arance, o forse pompelmi? Ma no dai, impossibile fossero pompelmi, vabbè, insomma quello che è, volevo dire, non farti scappare la chance, carpe diem!- E nel dirlo il tono di Lola è incredibilmente teatrale.
Bonnie alza le spalle, quasi indifferente, ma anche un po' persuasa da questo goffo tentativo di retorica -Ci penserò, dai-
L'altra non riesce a trattenere l'entusiasmo, lanciando un gridolino di gioia fuori luogo -Domani tutte da Nordstrom per decidere cosa mettere! Sarà bellissimo! Saremo bellissime!-
-Calmati, non ho detto che vengo di sicuro, ho solo detto che potrei considerare l'idea.-
-Oh ma smettila di fare queste storie!- Le dà una pacca talmente forte da farla quasi cadere dalla sedia -So che ci sarai!-
-Lola ha ragione- aggiunge Lady tranquillamente -Sarà una bella esperienza, non precludertela.-
-Una bella esperienza? Cazzo, puoi dirlo! Ci saranno tutti, ci sarà di tutto, e in più ho sentito dire che la casa di Anderson, il capitano, è una villa pazzesca con piscina e, ma non ne sarei sicura, addirittura, un cinema!- Con lo sguardo sognante fissa un punto per qualche secondo poi rinsavisce dai suoi pensieri, un po' mogia dice -Io dovrei andare, comunque.-
-Di già? Abbiamo ancora mezz'ora di tempo- commenta Lady aggrottando le sopracciglia.
-Sono in punizione. Devo lavare i piatti in mensa.-
-Di nuovo? Come mai?- ma Bonnie non è per niente sorpresa da questa cosa in verità
-A quanto pare dire alla signorina Thompson che la sua camicia sembra uno straccio uscito da un negozio dell'usato per, non solo senzatetto, ma anche senza buon gusto, e che dovrebbe fare un favore se stessa e gli altri riportandola dal buco dell'inferno dalla quale l'ha presa è considerata una mancanza di rispetto- scuote la testa contrariata - Io volevo solo darle un parere sincero, non è possibile uscire di casa vestita in quel modo; dovrebbe essere un crimine. L'umanità non capisce l'importanza della mia missione.- E senza aspettare risposta, né salutare, si avvia con passo deciso verso la scuola, attraversando il giardino nel quale si trovano per trascorrere la pausa pranzo.
Lola è proprio una tipa strana, pensa Bonnie mentre la vede pian piano diventare sempre più piccola in lontananza e sempre più confusa nella folla di persone che, come loro, hanno deciso di uscire per pranzo incuranti del freddo. Lola Lumpy è bassa, e piuttosto in carne, con un "grande culo e grandi tette", le piace descriversi come la versione più giovane e-soprattutto-non rifatta di Kim K. Si muove sempre come se fosse diretta e decisa, con un portamento che vorrebbe essere molto sicuro ma che a tratti risulta fin troppo sicuro fino a diventare quasi caricaturale e ridicolo. Ha grandi occhi scuri e la carnagione olivastra, un'espressione costantemente tra l'annoiato e lo sfacciato, una testa d'incontenibili indomabili ricci nerissimi che aggiungono volume alla sua figura altrimenti piuttosto ridotta. Ha la capacità di non riuscire mai a tenere la bocca chiusa abbinata al discutibile talento di riuscire a tirare fuori dal sacchetto delle informazioni sempre quella meno opportuna, una passione vivace per l'altro sesso e conta innumerevoli follower sui vari social media, che non manca mai di tenere aggiornati passo passo su tutti gli step della sua vita. Le è simpatica, nonostante riconosca che la sua spumeggiante personalità, come se fosse un medicinale, abbia bisogno di essere assunta in piccoli dosi per non rivelarsi tossica.
Adesso che sono rimaste solo lei e Lady al tavolo l'atmosfera è decisamente più tranquilla e rilassata.
-Comunque non sapevo che conoscessi Finn, ogni volta che ti invito a fare qualcosa con i miei amici declini-
-Non lo conosco infatti, o meglio, l'altra sera mi ha dato un passaggio a casa, tutto qua. Credo volesse sdebitarsi per essermi accorta di Jake collassato sul sedile posteriore, cosa che, tra l'altro, dovresti fare anche tu.-
Lady alza gli occhi al cielo e poi aggrotta le sopracciglia -Non mi avevi raccontato di questa storia.-
-Nulla di importante in realtà.-
-Adesso capisco perchè non è tornato l'altra sera, e comunque grazie.- risponde con poca convinzione
- E' tutto quello che sai fare? - ridacchia Bonnie -Saresti potuta rimanere vedova a soli diciotto anni, e tutto quello che sai dirmi è "grazie"?-
Lady ride a sua volta, consapevole del fatto che tutti trovino strano che sia già sposata, ma, se i primi tempi sembrava assurdo a lei in primis, adesso nemmeno ci fa più a meno che qualcuno tiri la cosa in ballo, come ora.
Tutto è partito qualche anno fa, quando è arrivata in America per uno scambio culturale della durata di un anno. Lady viene dalla Corea, il suo vero nome non è Lady. Il suo nome di battesimo è un vero mistero, dal momento che nessuno sa pronunciarlo nè tanto meno scriverlo, e quindi ha adottato uno pseudonimo sin da subito; la parola "Lady" l'ha letta su un cartellone pubblicitario appena uscita dall'aeroporto, non ricorda cosa si stesse pubblicizzando, ma il suono della parola le è piaciuto talmente tanto che le è venuto quasi naturale adottarla come nome proprio, o almeno così racconta. Il nome Lady, in più, le si addice in modo quasi inquietante; un viso dolce e allungato, altissima e delicata, capelli neri, lunghi e lisci sempre perfettamente ordinati, una voce morbida e flebile, che doppia frasi spesso in un inglese un po' tentennante, con un forte accento, ma mai in modo fastidioso.
In ogni caso, a Lady l'America era piaciuta sin dal primo momento e sin dal primo momento all'America era piaciuta Lady. In pochi mesi, nonostante il suo carattere introverso, si era ritrovata circondata da amici, lei e Bonnie si erano conosciute durante l'allenamento per la squadra di matematica: erano le uniche due partecipanti della scuola. In breve tempo, vedendosi due volte a settimana, erano diventate buone amiche ed erano riuscite persino a qualificarsi per le nazionali,che non erano però riuscite a superare, perchè per quanto brillanti, due menti sono sempre più lente di sei menti, il numero richiesto per essere una squadra regolare. Alla fine dell'anno non aveva trovato solo amici, ottimi voti, e un ambiente piacevole, ma, inaspettatamente, anche l'amore; nessuno riusciva a comprendere cosa esattamente lei e Jake avessero in comune di preciso, ma da quando si erano incontrati nel corridoio davanti all'ufficio del preside in attesa di entrare, lui per sistemare qualche casino, lei per sistemare qualche documento, erano inseparabili. Un amore talmente forte che alla fine del tempo consentito tornare in Corea sembrava impensabile, e per addirittura un anno era riuscita a rimandare e rimandare e rimandare il rimpatrio, prima prolungando di poco il soggiorno, poi perdendo il passaporto più e più volte, perdendo l'aereo ed altri stratagemmi simili; la situazione era arrivata al limite e la legge sarebbe presto intervenuta quando, d'un tratto, l'illuminazione.
Jake aveva vent'anni ed era al terzo anno, Lady diciotto e aveva appena iniziato il quinto quando le aveva detto "sposami", così sarebbe stata una cittadina americana e non si sarebbe dovuta più preoccupare di tornare in Corea. Era senz'ombra di dubbio un'idea idiota. Nessuno dei due aveva un soldo, Jake viveva nella mansarda del cugino e Lady in una specie di dormitorio, e nel mezzo c'era un sacco di burocrazia. Lady ne aveva parlato con Bonnie quando si trattava ancora solo di un'idea e il pensiero di Bonnie, così come quello di tutti quelli interpellati a riguardo, era stato chiaro e trasparente: un'idiozia.
Una settimana dopo comunque erano legalmente sposati; alla notizia i genitori di lei erano venuti a trovarla e per settimane avevano pianto e gridato cose che nessuno aveva capito cercando di farle cambiare idea, ma la sua decisione era stata definitiva e irrevocabile. Alla fine se ne erano tornati in patria senza di lei e Lady si era trovata un lavoro piuttosto buono come insegnate di coreano in una scuola pomeridiana di lingue, che le aveva permesso di affittare un monolocale e nello stesso tempo di poter completare le superiori. Adesso viveva in questa casa malridotta con Jake e di tanto in tanto un impiegato dell'ufficio immigrazione faceva capolino per controllare che tutto andasse bene, e l'avrebbe fatto per i successivi tre anni prima di avere l'approvazione totale dallo stato americano, me nessuno dei due ne era minimamente preoccupato. Nonostante questa situazione fosse un sacco di roba da affrontare, entrambi avevano mantenuto una calma invidiabile per tutto il tempo, e anche adesso mentre Bonnie guarda l'espressione serena dell'amica le sembra impossibile che un viso così sereno e tranquillo possa aver stravolto completamente la sua esistenza nemmeno un anno prima. Lady però si alza e interrompe il suo pensiero -Farò meglio ad andarmene anche io, ho un paio di compiti da correggere e riconsegnare oggi pomeriggio, me ne ero completamente dimenticata, farò meglio ad inziare, scusa.-
-Come ci sente a correggere compiti?-
-Piuttosto bene.- Quindi Lady se ne va, e rimasta sola Bonnie si accorge che intorno a lei le persone sono sempre di meno, guarda il telefono, solo dieci minuti al suono della campanella . Oggi pomeriggio l'aspetta inglese 4 e un'ora obbligatoria di economia domestica, non proprio la sua cosa preferita.
-Ehy cosa!- dietro di lei la voce le trapana le orecchie e le fa venire un crepacuore, si gira.
Marceline è dalla parte opposta del tavolo da picnic nel quale è seduta, nella penombra, sta fumando una sigaretta. -Sei pazza? Non si può fumare a scuola.-
-Oh no, grazie per avermelo detto- ribatte l'altra sarcastica proseguendo tranquillamente la sua azione.
-Se ti beccano ti faranno rapporto.-
-E' una stronzata, non è vero, come il mostro di Lochness, lo dicono per fare paura, non frega niente a nessuno.- Fa una pausa - Tu fumi?-
Bonnie esita un attimo-Sì-
Marceline sembra sorpresa -Non me l'aspettavo da te.-
-Non ne vado fiera in ogni caso, e smettila con queste frecciatine.- L'altra ignora la lamentela -Vuoi una?- dice calma allungando verso di lei il pacchetto.
-No grazie, io ho un po' di paura nel mostro di Lochness la nutro comunque.-
-Una ragazza così metodica spaventata da sciocche dicerie, una sorpresa dopo l'altra questa giornata-
Bonnie scuote la testa snervata - Per quanto sia stata interessante questa lezione di mitologia, mancano pochi minuti, devo andare, arriverò in ritardo.-
-Dai.-
-Cosa?-
-"Arriverò in ritardo"- recita facendole il verso -Le lezioni del pomeriggio sono facoltative, lo sanno tutti.- aggiunge.
-Non lo sono.-
-Lo sono se vuoi che tu lo siano.- Marcy ha finito la sigaretta e la getta a terra, poi la fissa -Sto scappando da questo postaccio, vieni con me?-
-Non ci penso neanche.- risponde Bonnie decisa mentre comincia a raccogliere le cose sparse sul tavolo -Io non ho questo impellente desiderio di lezioni facoltative, credo che le lezioni vadano bene così come sono-
-Tu non sei umana. Insisterei , ma mi sembri piuttosto decisa.-
-Esattamente.-
-Peccato, evadere da soli non ha lo stesso gusto. E poi avresti potuto fumare quella sigaretta...-
-Mi dispiace.- Bonnie, che ha finito di mettere le cose nello zaino, si ferma, sorride -In realtà non mi importa nulla, divertiti, comunque.-
-Come puoi ferirmi così?- risponde Marceline, e si porta una mano sul petto a come a mimare un infarto con un espressione eccessivamente drammatica -Almeno ci sarai sabato?-
-Sabato?- ripete Bonnie confusa
-La festa. Spero che tu abbia un invito, altrimenti la domanda sarebbe fuori luogo e si creerebbe una situazione imbarazzante e dovrei trovare un modo veloce per dissolvermi nel buio.-
Bonnie la guarda seria e in silenzio, divertita dal clima che si è creato, cercando di trattenere una risata, l'altra sta un po' al gioco guardandola seria a dua volta finchè stufa esclama -Quindi?-
-Ho un invito, ho un invito.- ammette.
E fa per andarsene, ma la voce di Marceline la insegue -Non hai risposto alla domanda! Ci sarai quindi?-
Bonnie è ormai a qualche metro di distanza, si gira, l'altra sta continuando a guardarla in attesa -Ci sarò!- risponde urlando alzando il pollice in su in segno di affermazione.
Marceline capisce e fa cenno a sua volta, per indicare di aver capito.
Dopo questo, una si avvia allegramente e a passo svelto verso una lezione su Shakespeare, l'altra più lentamente e pensierosa si dirige verso il parcheggio.
  
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