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Autore: LDstories    30/04/2018    0 recensioni
Prologo: E' pomeriggio, un ragazzo ed una ragazza passeggiano per la città, mano per la mano. Lei 14 anni, lui 16.
E' sera e lei sta piangendo, davanti al computer. Lui le ha scritto che si è fidanzato, ma che non vuole perderla...
Così inizia "Miss Simpatia". Una ragazza, Sofia, che rivive metà della sua storia attraverso Elisa, una ragazza che incontra e in cui, probabilmente, si rivede.
Elisa vivrà, quindi, da ragazza timida nei primi tempi, ma poi avrà le sue esperienze, anche quelle sopra le righe. Non si preoccuperà delle sue bravate, ma queste comporteranno un cambiamento nella sua reputazione. Sia al nord, sia al sud, dove va per una o due settimane, una volta all'anno.
Lì, a un certo punto vedremo Sofia incontrare Mario, con cui avrà una storia passionale e coinvolgente, ma poi? Quando tornerà a casa?
A seguito degli avvenimenti, il suo carattere ridiventerà chiuso, tanto da farle valere un soprannome: Miss Simpatia.
E questo Mario, continuerà, più di Matteo, in assenza e in presenza, a condizionarle la vita, fino a momenti forti e decisioni drastiche.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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[Prologo.
E' pomeriggio, un ragazzo ed una ragazza passeggiano per la città, mano per la mano. Lei 14 anni, lui 16.
E' sera e lei sta piangendo, davanti al computer. Lui le ha scritto che si è fidanzato, ma che non vuole perderla...]
Piacere, Miss Simpatia – Capitolo 0

L’ autobus arrivò nel cortile esterno della scuola.
Elisa, che era al suo interno, sentì le gambe tremare dall’ ansia e dall’ eccitazione “Prenotare la fermata? Non prenotarla? E se non si fermasse?”

Ma, in mezzo al barlume di studenti, qualcuno la anticipo’. Il rumore della fermata prenotata iniziò e finì in pochi secondi, che per lei parvero durare un’attesa dal medico.
Elisa si alzò in piedi, si era appositamente appostata nei posti più vicini all’ uscita, per essere sicura di riuscire a scendere, il suo panico era tale da avere comunque l’ingiustificata paura di rimanere bloccata dentro.

Una ragazza impigliò il suo zaino al corrimano che si trovava accanto alle scalette che precedevano la porta d’uscita, Elisa riuscì ad aiutarla in fretta e ricevette un sorriso e un “grazie” di ricambio.
Sorrise anche lei, il suo primo giorno di superiori stava procedendo bene, quel buon giorno implicito pareva di buon auspicio.

Scese anche lei e iniziò ad aggirarsi in mezzo al cortile, con aria spaesata, rimanendo a bocca aperta davanti alla vastità di persone che stava guardando. Le scuole medie, nel suo paesino sperduto, non erano certo state così.
Iniziò a vagare alla ricerca di qualcuno, che possibilmente fosse solo come lei, per non rimanere… sola.

Vide una ragazza appoggiata alla ringhiera, sola, che le ricambiò lo sguardo. Elisa le si avvicinò e con aria speranzosa disse:
“Ciao,scusami, tu sei di prima?”
“No.” Le rispose quest’ultima scocciata, dopo di che si allontanò velocemente dalla sua postazione.

No, forse allora non tutto indicava una possibile buona giornata.

Procedette avanti, catturata e due cose, successive l’una all’altra: La prima, erano due ragazze con il crestino, che le ispirarono simpatia. L’altra era un ragazzo che trovò particolarmente carino. Erano le 8.20, dieci minuti e il preside avrebbe accolto i nuovi studenti, che successivamente sarebbero stati indirizzati nelle loro classi.
Del discorso del preside l’unica cosa che rimase impressa a Elisa fu: “Per poter frequentare questa scuola ricordatevi che avrete a che fare con un minimo di carico di studio di due o tre ore pomeridiane.”

Perché:“Ma va a quel paese”, aveva pensato. Le pareva un esagerazione bella e buona. “Due o tre ore di studio?! Al giorno? sese”, non l’aveva mai fatto, non avrebbe cominciato a farlo ora e le era sempre andato tutto bene.

Il preside iniziò a smistare le classi enunciando nome della classe e nomi degli studenti, che venivano accompagnati via via dai vari professori nelle loro nuove classi.
A Elisa di quel tram tram generale, non interessava nulla, non conosceva comunque nessuno, potevano parlargli di tutte le “Letizia o Bartolomea del mondo”, non le avrebbe fatto nè caldo nè freddo. Sapeva però di essere capitata nella classe col maggior numero di uomini, ma questo non le faceva piacere. Erano 7 per la precisione, sperava solo che quel ragazzo carino fosse con lei.
Le sue speranze si affievolirono dopo poco, quando ormai mancavano pochissime classi. Lo stava fissando e lo vide muoversi verso un’ altra sezione, chiamata prima della sua e a quel punto si disse che proprio no, non era la sua giornata. Chissà che classe del cavolo le sarebbe capitata.
Poi, la chiamarono.
Aveva poggiato tutta la sua roba a terra e parve ci vollero ore per recuperarla.

Cercò di rimediare correndo, ma non riusciva più a vedere la sua futura, o a questo punto, non più futura classe.
Si scontrò con una ragazza. Quest’ ultima si voltò.
Elisa la guardò da testa a piedi.
Lei non poteva saperlo, ma era la ragazza del prologo, solo 5, quasi 6, anni dopo. Era vestita finemente, i suoi abiti parevano ricercati. I suoi capelli erano lisci e occhi di un azzurro intenso, tali da metterla in soggezione.
Non le stava riservando uno sguardo benevolo pareva e nella sua bocca non appariva nemmeno l’ombra di un sorriso.
Ma, a un certo punto le loro voci, dopo un silenzio comune, si sovrapposero:
“Scusa…”
“Scusami se…”
E si bloccarono. Forse, in quel momento, sulle labbra della sconosciuta si formò una curva.

“Ciao, scusa, io sono nuova e abbastanza stupida. Infatti, sono appena arrivata e già mi sono persa. Tu non è che sai dov’è la prima n, vero?”
“Certo, primo piano, dopo le macchinette… vuoi che ti accompagno?”
Elisa rimase stupita di aver ricevuto una risposta così gentile da colei che aveva avuto un aria così fredda poco prima.
“No ma figurati. Anzi, grazie mille davvero”
Stava quasi per andarsene quando si rivoltò dicendo:
“A proposito, che sbadata, piacere Elisa”.
E fu quasi meccanica la risposta che ricevette:

“Piacere, Miss Simpatia”.
Fu un attimo e in una delle due, guardando l’altra, i flash back presero il sopravvento.

 

Note dell'autrice: Il capitolo 0 l'ho scritto moltissimi anni fa. Spero, sinceramente, di continuare a scrivere questa storia.
   
 
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