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Autore: merty_chan11    30/04/2018    0 recensioni
[Sheith] [Post-Voltron]
La guerra contro i Galra è ormai conclusa, e l'universo sta finalmente instaurando una pace che spera possa rivelarsi duratura.
Voltron appartiene al passato, e i Paladini sono riusciti a cominciare una nuova vita.
Per Shiro e Keith, inoltre, sta per giungere un momento tanto atteso.
Ma due giorni prima delle loro nozze, Shiro decide di spezzare una tradizione improvvisata e va a trovare Keith senza alcun preavviso, lasciandolo sulla porta di casa con un vecchio diario in mano e un solo messaggio.
"Se ti va, leggilo."
Dal testo:
[...]
All’inizio, volevo mandare qualcun altro. Tua madre, per esempio, perché è stata lei a riportarmi questo indietro. Non so quali strani preparativi per il matrimonio stessi facendo in quel momento, ma lei è venuta da me con un pacco in mano, e me l’ha consegnato dicendomi che fosse arrivato il momento di restituirmelo. Sai, mi ha confidato di averlo trovato tanti anni fa, durante una missione nell’universo infinito. Non so per quale motivo l’abbia preso, ma ho una mezza idea.
E immagino che perfino tu abbia già una mezza idea su dove l’avesse portata questa vecchia missione.
[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, Takashi Shirogane
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N.d.A.
Ecco anche il secondo capitolo!
Una piccola precisazione: ci vorrebbe in realtà molto più tempo per raggiungere Plutone e le sue lune, ma ho voluto approfittare del fatto che Pidge abbia esplicitamente detto che nella serie, con le tecnologie terrestri, occorrono circa sei mesi. Ho cercato più o meno di "aggiustare" le distanze e le varie tappe del viaggio, spero di non aver fatto un danno :')
Volevo cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che si sono fermati a leggere e che hanno messo la storia tra i preferiti.
Grazie mille, davvero <3
Spero che anche questo possa piacervi, e scusatemi in anticipo per possibili contenuti troppo nerd :')
Buona lettura,
Merty
 

Capitolo 2


15 Novembre anno 29XX
Il lancio è stato spettacolare.
Va bene, forse non so esattamente come documentare al meglio questa nuova avventura. Matt mi ha suggerito di tenere un diario, ma non sono sempre stato un campione nel tenere i diari. Non mi sono mai piaciuti. Sono cose troppo personali che vengono scritte per questioni più personali, e io voglio che questo viaggio venga condiviso con qualcuno. 
Con te.
Perciò, cominciamo di nuovo.
Caro Keith,
il lancio è stato spettacolare. Niente a che vedere con il simulatore di volo giù alla Garrison. Iverson potrà pure pensare che sia così accurato da sembrare perfettamente reale, ma no, ti assicuro che non lo è. 
Avevi ragione. Quell’uomo non ha la più pallida idea di cosa voglia dire mettere piede in una stazione spaziale. A malapena avrà lasciato casa sua per andare in Nevada.
È strano pensare che la Garrison si trovi “giù.” Sarà effettivamente così? Non sto proprio salendo. In fondo, mi sto solo spostando di lato, no? 
Sono ancora nell’orbita terrestre, ma piano piano mi allontano e continuo a vedere le meraviglie dello spazio.
I disegni sui libri dell’Accademia non rendono per niente con lo spettacolo che c’è qui. Se potessi, ti farei vedere ogni cosa con i tuoi stessi occhi. Chissà se brillerebbero più delle stelle per queste meraviglie.
Mi manchi già.


4 Dicembre anno 29XX
Caro Keith,
siamo ormai prossimi all’orbita di Marte. 
È trascorso poco meno di un mese dalla nostra partenza e abbiamo ancora tanta, troppa strada da fare.
Sono impaziente. 
Sembra ieri il giorno in cui, da bambino, mi sono appassionato alle avventure nello spazio e ora sono qui, in una navicella di una delle Accademie più prestigiose della Terra, in rotta verso i confini del Sistema Solare.
Perdonami, non era mia intenzione ricordarti in questo modo che me ne sono andato. Non voglio che tu possa fraintendere e pensare che non vedevo l’ora di lasciarti indietro.
Me ne sono accorto, sai? Del modo in cui cercavi di evitare il discorso. Lo vedevo dai tuoi occhi. Erano sempre tristi quando le nostre chiacchiere cadevano sulla missione di Kerberos.
Eppure tu facevi finta di nulla.
Vorrei tornare indietro soltanto per farti parlare.
Soltanto per non farti tenere tutto dentro.


25 Dicembre anno 29XX
Buona Natale, Keith.
Gli Holt hanno voluto addobbare la stazione spaziale per la festa, giusto per sentirsi un po’ più vicini alla Terra. E io ho rimediato un cappellino di Babbo Natale da Matt. È imbarazzante.
Probabilmente avresti alzato gli occhi al cielo alla sua vista e avresti nascosto il tuo sorriso.
Abbiamo lasciato Marte ormai alle nostre spalle. Era meraviglioso. 
Non il mio pianeta del Sistema Solare preferito, e lo sai. Troppo brullo e arido. Però a te sarebbe piaciuto, perché ti ricorda il deserto. Continuo a non capire come faccia a piacerti, il deserto. Anche se, forse, è uguale allo spazio.
Non penso di aver mai visto niente di simile in vita mia. Preparati, perché questa frase potresti ritrovarla costantemente nelle lettere. 
Sono una persona monotona, purtroppo. Ma cosa si può fare di fronte a tali meraviglie della natura? È già un qualcosa se riesco a scriverti delle frasi di senso compiuto.
È da un paio di ore che Matt continua a cantare Jingle Bells a squarciagola. Ha persino messo il suo cd di canzoni natalizie nello stereo che abbiamo portato qui con noi. Hai presente quando ti dicevo che Matt cantava sotto la doccia e rischiava di spaccare la finestra della nostra camera? Ecco. Non è assolutamente migliorato.
Fortunatamente il professor Sam lo rimbecca per le sue scadenti doti canore, ma a quello non importa.
Sai, la stazione è tappezzata di foto della famiglia Holt o di altre immagini della Terra. 
Tranne il mio angolo. Non so, non riesco ancora a considerarlo come una casa. Vorrei tanto appendere sul muro la nostra foto, ma non ci riesco.
Penso spesso di averti fatto un torto, andandomene. E non riesco a guardare il tuo viso che mi sorride nello scatto. Fa male. E non voglio pensare quanto faccia male a te.
Ancora tanti auguri, Keith.
Mi sarebbe tanto piaciuto passare il Natale insieme.


31 Dicembre anno 29XX
Esiste il fuso orario nello spazio? Da voi è già primo gennaio?
Non so se il nostro orologio si sia guastato. Non si capisce. Sembra fermo, ma un istante dopo vedo le lancette spostate di tre ore. O forse sono solo io che penso sia rotto. Non mi sono ancora abituato a come trascorre il tempo, qui.
Come stai, Keith? Sta andando tutto bene? So che probabilmente non mi risponderai. Usi sempre i monosillabi quando ti porgo domande che ti riguardano. Scusami se ti danno fastidio, a volte. Scusami se per colpa della mia curiosità non penso a come potresti sentirti. Ma vorrei soltanto che capissi che io ci tengo. Che voglio conoscerti, che non mi annoierei mai a sentirti parlare di te. E che non è tempo sprecato. 
È un po’ strano trascorrere le vacanze qui. Sai, gli Holt sono molto gentili, ma non mi sento parte della loro famiglia. Molto spesso stanno nelle loro camere insieme, e altrettante volte li sento ridacchiare su chissà quali stramberie informatiche. Mi manca avere una famiglia.
Scusami, non avrei dovuto scriverlo. 
Non a te. 
Non in queste lettere.
Ma io sono da solo Keith, e non so quanto possa resistere ancora. Kerberos sembra più lontano di prima, e invece ci stiamo avvicinando.
Buon anno, Keith.
È già mezzanotte lì da te?


13 Gennaio anno 29XX
Siamo davanti a Giove. Ci credi? Io no, ho ancora la pelle d’oca. È semplicemente magnifico, e non riesco a staccare gli occhi dal vetro. Probabilmente la mia calligrafia sarà traballante, e ti chiedo scusa in anticipo se sbufferai leggendo questa lettera. Sono poche le cose che riescono a scuotermi in questo modo. La vista del gigante gassoso, sicuramente. O la sua Grande Macchia Rossa. Per un momento mi sono allontanato dalla finestra perché avevo paura. Lo so, probabilmente ora starai sorridendo o scuotendo la testa. O entrambe le cose. Sì, ho avuto paura che la tempesta di Giove mi risucchiasse sino al suo interno. È ipnotica, sai? È bella e magnetica, come i tuoi occhi.
Mi mancano tanto.
Il professor Holt mi ha mostrato la sua collezione di pietre preziose. 
Sì, lui adora collezionare pietre. Matt me ne aveva parlato tempo prima, ma pensavo fosse uno scherzo. Non chiedermi poi perché abbia portato la sua collezione fino a qui. Magari gli ricorda casa. Come la nostra foto.
Comunque, come stavo scrivendo prima di divagare, mi ha mostrato la sua collezione di pietre e tra queste vi era una splendida ametista. Sembrava brillare di luce propria. Come i tuoi occhi.
Oh Keith, non chiedermi perché oggi stia solamente scrivendo dei tuoi occhi. Anzi, ti prego, chiedimelo. Chiedimelo perché così potrò dirtelo apertamente, potrò dirti davvero quanto mi piacciono.
Sono da togliere il fiato, come lo spettacolo di Giove che sto vedendo qui dietro il vetro.
Ho riguardato la nostra foto dopo aver visto la collezione del professore, e posso assolutamente confermare che né lo scatto e né tantomeno l’ametista rendono giustizia al tuo sguardo.
Io so che quella sfumatura è più bella e irriproducibile in natura.
O forse è solo il ricordo di te che mi sta facendo impazzire.


20 Febbraio anno 29XX
Caro Keith,
da qui ormai vediamo gli anelli di Saturno, e Matt ha iniziato a ripetere la filastrocca di Tolkien all’infinito.
Esatto, hai capito bene. 
JRR Tolkien. 
Il Signore degli Anelli. 
Dimmi, tu pensi che uno di quelli sia il gioiello di Sauron? 
Perdonami, non so quanto tu possa cogliere questa citazione. Ma sai che sono un’inguaribile nerd e che ogni tanto Matt riesce a trascinarmi in queste sciocchezze.
E perdonami, anche, per non averti più scritto. Sono stato parecchio impegnato ultimamente, sai? Abbiamo dedicato più tempo alle nostre ricerche e spesso cadevo addormentato ancor prima di toccare il cuscino con la mia testa. 
La missione iniziale prevedeva l’estrazione di campioni di ghiaccio da Kerberos, ma dobbiamo ancora perfezionare qualcosina. E sai quanto possa essere snervante perfezionare qualcosa, sopratutto se il professor Holt è nei paraggi. Nemmeno una virgola dev’essere fuori posto. Niente approssimazioni, solo precisione.
Scusami ti prego.
Non avrei dovuto scriverlo.
Non voglio che tu capisca che non abbia voluto ritagliare cinque minuti da dedicare a te.
Scusami, scusami, scusami.
Forse queste lettere sono state una pessima idea.


22 Febbraio anno 29XX
Un anello per trovarli, un anello per domarli.
Un anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
Sì, io e Matt abbiamo guardato di nuovo Il Signore degli Anelli. 
Per la terza volta in una settimana.
Scusami, ma pensavo fosse un buon modo per iniziare. Vedrai che appena tornerò sulla Terra lo guarderemo insieme. Solo, non so se sia proprio il tuo genere.
Ti piacciono i fantasy, Keith?


28 Febbraio anno 29XX
Puoi stare tranquillo ora.
Abbiamo superato Saturno, quindi niente più citazioni su Il Signore degli Anelli. Anzi, dovresti essere rimasto sorpreso dal fatto che non ce ne siano ancora state di Star Wars, invece. Ma tranquillo, vedremo anche quei film (solo, non diventare un fanatico come Matt okay?) 
Penso che questi potrebbero piacerti. Forse più de Il Signore degli Anelli (sarebbe un colpo al cuore e una scommessa persa per me, Matt è convinto che ti possa piacere di più Star Wars. Ripeto, lo credo anch’io, ma non voglio perdere il mio buono per un pranzo gratis da Crown Crust Carnival.)
Vuoi sapere com’era Saturno?
Lo sai che ho degli aggettivi limitati per descrivere queste meraviglie. È solo che, non penso che ci sia un modo per esprimere la loro bellezza su carta. O perlomeno, io non ne sarei capace. 
Hai mai pensato a come si possa imprimere un qualcosa di mozzafiato su poche e semplici righe? Io sì. 
Ogni volta che la mia mente ripercorre tutto questo viaggio. 
E ogni volta che poi arriva a te.
Vorrei imparare a scrivere poesie soltanto per renderti un po’ di giustizia. Troppo smielato?
Forse.
Però è ciò che sento.


1 Marzo anno 29XX
Eh già, quest’anno niente Febbraio da 29 giorni. Fa schifo essere nati il 29 Febbraio. Ti sottopongono a domande stupide e a vari scherzi che probabilmente ti porterai dietro per tutta la vita.
Buon compleanno a me quindi! Le torte sullo spazio però non sono buonissime.
Non vedo l’ora di tornare sulla Terra per mangiarne una. Che ne dici se un giorno andiamo insieme in quella caffetteria in città a prenderci una bella cheesecake alle fragole? So che l’adori. La stavi mangiando letteralmente con gli occhi l’ultima volta che siamo andati lì in un pomeriggio.
Mi manchi tanto Keith.
Non è un buon compleanno senza di te.


15 Marzo anno 29XX
Caro Keith,
non è successo nulla di eclatante ultimamente. E no, non ho la minima intenzione di scrivere dei tanti asteroidi che ho visto sulla strada e dei meteoriti e delle stelle lontane e tutto il resto. Lo appunto qui per l’ennesima volta: non sono bravo a parlare di queste cose.
Oggi voglio solo chiedere di te.
Come stai? Sta andando tutto bene in Accademia? Quanti altri record nei simulatori hai infranto in questi mesi?
L’Accademia non si rende minimamente conto dello sbaglio che fa a tenerti ingabbiato sulla Terra. D’altronde, non posso proprio biasimarla. Nemmeno io sono stato in grado di rendermi conto dei miei sentimenti prima di tutto questo.
Forse sarebbe andato tutto diversamente, se solo mi ci fossi soffermato un po’.


30 Marzo anno 29XX
Non so per quale motivo stia accadendo tutto questo, ma abbiamo deciso di rallentare un po’. 
Io però sono impaziente. 
Kerberos è qui dietro l’angolo, e voglio avvicinarmi il prima possibile. Non riesco a resistere qui dentro ancora a lungo. 
E poi, voglio tornare. Mi manca casa. Mi manca l’Accademia e il pessimo caffè dei distributori. Mi mancano le nostre uscite nel deserto. Fa ancora freddo la notte, vero? Ti ricordi quando avevamo deciso di sederci sul tetto del cottage con solamente una coperta dietro le nostre spalle? Era bellissimo. 
La notte, le stelle. 
Tu.
Era tutto stupendo.
Il punto è che voglio atterrare su Kerberos ma non voglio atterrare. Voglio tornare a casa ma non voglio tornare. Capisci cosa intendo?
Voglio tornare soltanto per portarti via da lì e trascinarti qui, nello spazio. Perché so quanto ti piacerebbe. E so quanto potresti sentirti bene qui.
Perché, in fondo, penso di starci bene anch’io.


2 Aprile anno 29XX
Ieri è stata una giornataccia.
Non importa se siamo nello spazio o sulla Terra, Matt riesce a rendere il primo di Aprile il giorno più odioso di sempre. Detesto gli scherzi. Non mi sono mai piaciuti, ma Matt li adora.
Non sto nemmeno a raccontarti cos’abbia architetto quel piccolo scienziato pazzo maligno, ma ti dico soltanto che abbiamo dovuto pulire. Per 4 ore.
Comunque, sai che abbiamo da poco sorpassato Urano? Era bello da togliere il fiato.
Secondo te è possibile riprodurre un colore simile? C’è sulla Terra? Ci sarà mai? Non lo so. 
È un po’ come il colore dei tuoi occhi, Keith. Sei sicuro di averlo già visto, ma poi ti rendi conto che no, il tuo sguardo tempo prima ti aveva ingannato e quello che avevi scambiato per una specifica sfumatura si rivela invece tutt’altra cosa.
E avresti dovuto vedere quegli anelli poi! Se quelli di Saturno sono uno spettacolo mozzafiato, quelli di Urano ti lasciano direttamente senza vita. Può la natura creare davvero simili meraviglie?
Non mi sembrava nemmeno di essere qui. Polveri, ghiaccio, e chissà quant’altro hanno portato a questo risultato, eppure non riesco a capacitarmene.
Sembra tutto troppo bello per essere reale.


4 Aprile anno 29XX
Ho messo la nostra foto nella prima pagina di questo diario. È bellissimo aprirlo per scrivere qualcosa e vedere ogni volta il tuo sorriso.
Mi manchi tanto.


20 Aprile anno 29XX
Nettuno è quasi in vista, e non so che pensare.
Questo viaggio sta per volgere al termine, quando in realtà non è nemmeno iniziato. Insomma, ci sono ancora tutte le fasi di esplorazione su Kerberos. E le ricerche. E il viaggio di ritorno.
Eppure perché sento casa così vicina?
Non odiarmi Keith, ti prego. Però non voglio tornare indietro.
Non odiarmi, sono umano anch’io.
Ed è proprio per questo che, prima di continuare, tornerei sicuramente a prenderti.


24 Aprile anno 29XX
Caro Keith,
abbiamo superato anche Nettuno. Siamo a quota otto pianeti, e Plutone ormai è dietro l’angolo. Quasi lo vedo, così grande eppure così piccolo da essere inserito in una categoria totalmente differente rispetto agli altri, farsi sempre più vicino a noi e alla nostra navicella. Non sto nella pelle all’emozione di poter assistere alla sua comparsa insieme alle sue piccole lune. 
Ci pensi? Tutte quelle belle foto che guardavamo nei libri di testo adesso saranno qui, davanti ai miei occhi, senza i filtri delle fotocamere o quant’altro. Vedrò Caronte, e Stige, e poi lei sarà lì, pronta ad aspettarci per l’atterraggio.
Chissà com’è vedere la luna Kerberos da vicino, saltarci sopra.
Chissà come sarebbe stato se tu fossi qui.


10 Maggio anno 29XX
Caro Keith,
non puoi nemmeno immaginare tutte le serie tv che dovrò farti vedere non appena tornerò sulla Terra. Preparati, perché non riusciresti nemmeno a contarle. Lo ammetto, la grafica non è una delle migliori, ma le vecchie serie televisive sono un qualcosa di obbligatorio da vedere. E sappi che Matt ha una certa cultura riguardo a queste cose. Quindi ti prego di non fargli nemmeno una domanda o dovremo sentire una risposta di circa 3 giorni con tanto di sequel, di prequel, delle sue fantasticherie e altro. E poi, non vorrai mica anticiparti la serie ancor prima di vederla, vero? Matt non si fa scrupoli a fare spoiler, perciò non devi nemmeno lasciarlo cominciare a parlare. E se, malauguratamente, dovesse iniziare, fallo tacere con ogni mezzo.
Comunque, abbiamo passato questi giorni davanti al computer come dei veri studenti in crisi prima degli esami, a mangiare gelato spaziale e a urlare contro uno schermo (era più Matt quello che urlava e s’indignava, ma mi ha pregato di scriverti che fossimo entrambi. Si sa che tra amici perfino queste cose vanno condivise ed estese all’altro.)
L’unico particolare è che noi non siamo né studenti e né tantomeno in crisi per qualche esame, ma era giusto per rendere l’idea. Comunque, come stanno andando gli esami alla Garrison? Scommetto che li hai passati tutti con il massimo dei voti. Sopratutto quello della simulazione di volo.
Si può sapere perché l’Accademia è così ottusa dal non riconoscere di avere un genio del tuo calibro?
Che poi, era proprio qui che volevo arrivare. A parlare del genio.
Perché sai, io e Matt abbiamo appena concluso Sherlock, e penso di non essere mai stato così attaccato allo schermo in vita mia. Mi è piaciuto tutto di quella serie, e l’attore di Sherlock è fenomenale. Matt dice che un giorno mi costringerà a fare il cosplay, e lui farà quello di Watson. Ti prego di non venire con la macchina fotografica perché sarebbe imbarazzante.
Secondo me, comunque, questa storia potrebbe piacerti.
O forse preferiresti guardare il Trono di Spade?


30 Maggio anno 29XX
Caro Keith, 
Plutone si avvicina. Il professor Holt è ormai certo che manca poco. Lo dice tutto, attorno a noi. Lo spazio, i dati raccolti dalle macchine.
E l’adrenalina. Quella sicuramente non può sbagliare.
Mi sento come quando sono entrato nel simulatore per la prima volta e tutto sembrava magnifico, per poi accorgermi solo ora di quanto mi sbagliassi all’epoca. Eppure, l’adrenalina c’era sempre nonostante la finzione.
Sento che il mio cuore sta per scoppiare. Non so se reggerò oltre. Voglio arrivare lì. Su Kerberos. Voglio arrivare lì per sentire una pace che probabilmente non arriverà mai perché vorrò conoscere altro, di più. Fino a quando tutto l’Universo sarà tale da saperne ogni segreto, ogni minimo particolare.
Ti è mai capitato di sentirti in questo modo?
Non so perchè, ma anche tu, molto spesso, sei responsabile di questa reazione.
Lo spazio e te, Keith.
Ciò che amo di più.
Se tu fossi qui, probabilmente, il mio cuore sarebbe già collassato da tempo.


3 Giugno anno 29XX
Caro Keith,
siamo arrivati.
Non so davvero come esprimermi. Sto tremando. Tutto il mio corpo è completamente scosso. Ricordi i fulmini che vedevamo dal cottage durante le tempeste nel deserto? Ecco. Sono così ora. Sono la terra che viene squassata dal lampo.
E non so che fare, che dire. Come reagire.
È tutto troppo bello per essere vero.


7 Giugno anno 29XX
Caro Keith, 
questa probabilmente sarà l’ultima lettera che ti scriverò fino al nostro ritorno. Non volermene male, non è come credi. È solo che non penso tu sia interessato a dati e numeri e simili riguardo all’estrazione del ghiaccio della luna Kerberos.
Potrei continuare a parlarti dello spazio, questo è vero. Ma lo sai che non sono bravo. Te ne sarai accorto dalle altre lettere, no? Della mia scarsa capacità di esprimere ciò che provo, ciò che sento. Sai, a volte penso di essere stato programmato in maniera stramba. Non chiedermi il perché di questo termine, penso che l’influenza prolungata di Matt mi stia facendo male. Però sì, so di essere strambo.
Non so esprimermi come vorrei. Sono troppo controllato. Come farò il giorno che dovrò raccontarti di tutte queste meraviglie (perché la mia intenzione è quella di dirti ogni cosa faccia a faccia), e a farti brillare gli occhi come brillavano a me quando il mio sguardo si posava su tutto ciò che incontrava? Come farò a raccontarti di Marte, e del suo deserto così simile eppure così diverso dal nostro, o degli anelli di Urano? O della Grande Macchia Rossa, che pareva una pennellata di acquarello su una grande tela allo stesso modo dipinta? Lo so, sicuramente adesso roteerai gli occhi alla lettura di queste parole.
“Perché dici che non sai esprimerti quando invece ci riesci benissimo?
Perché non è come vorrei, Keith. Non è così che vorrei parlare di queste cose, non è così che vorrei portarle in vita nella tua mente.
Caro Keith, 
questa è forse l’ultima lettera che ti scriverò, ma ho ancora così tanto da dirti e non so se questa pagina basterà a contenere tutto. Anzi, so già che non basterà.
Ora voglio tornare a casa. Voglio portarti qui con me. Voglio dirti tutto quello che ti ho scritto in queste lettere e voglio vedere i tuoi occhi, il tuo viso, mentre le mie parole prendono forma in chissà quale strana maniera.
Voglio portarti qui per dirti che ti amo, perché forse sulla Terra non ci riuscirei. In fondo, prima non ce l’ho fatta, no? Ho avuto tempo e l’ho lasciato scorrere via, e ora che se n’è andato è inutile rincorrerlo. Perché non riesco ad afferrarlo, a farlo mio, e a chiedergli di tornare indietro a quando eravamo insieme e avevo tutte le occasioni possibili per confessarti questo.
Non so se leggerai mai queste lettere, Keith.
Non so se avrò, un giorno, il coraggio di metterle tra le tue mani. Chissà quanti anni passeranno prima che io ti consegni questo diario, prima che ogni cosa cambi per l’ennesima volta. Chissà che effetto ti farà leggere tutto ciò che qui c’è scritto.
Ma non importa se non lo farai, perché a me basta che questo si solidifichi. Che rimanga.
Scusa se te lo scrivo solamente ora.
Ti amo. 
Tanto. 
Tanto, tanto, tanto. 
Come lo posso dire? Aiutami, ti prego. 
Per me è impossibile. Sono un disastro in queste cose. Ho avuto altre relazioni prima di affezionarmi a te, e perdonami se te lo sto scrivendo in questo modo. Nessuna è finita bene. Ero troppo distante, troppo controllato, e non riuscivo mai a compiere quanto dovevo.
Voglio che con te sia diverso. Ti prego, concedimi un’occasione. E abbi tanta, tanta pazienza.
Ho bisogno di te, Keith. Della tua presenza, del tuo sorriso e dei tuoi occhi. Della tua voce piatta e della tua risata, e di tutte le belle cose che mi hai donato prima di partire e che solo tu avresti potuto darmi.
Un giorno ti porterò qui con me, Keith, e se tutto andrà per il meglio ti chiederò di sposarmi.
Sì, lo so, sto esagerando. Una proposta di matrimonio nello spazio? Quando mai potrebbe avvenire? Ma voglio che siamo i primi a farlo, Keith. Lo voglio perché tu meriti una cosa del genere.
Ti amo tanto.
Non riesco a smettere di scriverlo, e forse ora è meglio che concluda qui.
Mi manchi, e non so se riuscirò a resistere durante il viaggio di ritorno, perché ogni minuto, ogni ora sembrerà ancora più lenta e letale mentre ripercorrerò la strada a ritroso per tornare da te.
Ma sono fiducioso, da un lato.
A dicembre sarò di nuovo da te.
Perdona quest’ultima lettera confusionaria, ma non sapevo nemmeno da che parte iniziare. Sono troppo felice.
E totalmente innamorato.
Grazie per essere arrivato a leggere fino a qui, e per la compagnia che mi hai dato, anche se sei stato solo un pensiero in questo emozionante viaggio. 
Il pensiero più bello, aggiungerei.
Tuo per sempre,
Takashi S.
  
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