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Autore: Sari32    01/05/2018    1 recensioni
Hogwarts.
La più famosa e rinomata scuola di magia del mondo.
Siamo nel 1971, anno nel quale i quattro noti Malandrini faranno il loro primo ingresso all'interno di essa, immergendoci nei loro guai e avventure dei loro sette anni ad Hogwarts tra piccoli amori, scope volanti e tanta, tanta amicizia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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James si svegliò nella sua stanza, ricoperta di striscioni sul Quidditch e della sua casata preferita: Grifondoro.

Infatti sperava con tutto il cuore di finire lì una volta arrivato ad Hogwarts, la più rinomata scuola di magia e stregoneria di tutta l'Inghilterra.

L'undicenne si sporse a guardare fuori dalla finestrella della sua camera con un sorriso sulle labbra mentre di sotto sentiva i suoi genitori parlare delle notizie del giorno.

Adorava la domenica e adorava ancora di più il fatto che una settimana dopo sarebbe finita  per sempre la scuola babbana.

Un sospiro impaziente uscì dalle sue labbra: non vedeva l'ora che arrivasse il suo gufo con la sua lettera di ammissione.

Detestava dover aspettare che quel benedetto gufo facesse i propri comodi.

Sperava di essere uno tra i primi a riceverla.

《James! Sei sveglio?》 Gli gridò sua madre dal piano di sotto, Euphemia Potter, la quale era stata un'importante Auror anche se ormai in pensione da un anno.

《Arrivo》 urlò di rimando il ragazzino, soffermandosi un altro minuto ad osservare il cielo limpido prima di correre di sotto, l'odore del suo piatto preferito, le crepes, nelle narici.

《Quando arriverà la mia lettera?》chiese subito, appena seduto a tavola.

I suoi due genitori si guardarono con un sorriso. Nell'ultimo periodo James aveva fatto quella domanda almeno una volta al giorno e la risposta ormai era sempre la solita:

《Presto, tesoro, presto》

Fatta colazione, i due mandarono il ragazzino a studiare per l'ultima verifica di quell'anno scolastico.

《Ma tanto tra qualche mese non mi servirà più tutto questo》sbuffò scocciato James, fingendo di andare a studiare nella propria camera, ma, arrivato lì, passò le ore successive a giocare con la piccola scopa giocattolo che suo padre gli aveva comprato per il suo undicesimo compleanno.

Gridolini eccitati dall'ebbrezza che gli procurava alzarsi da terra e volare anche se di poco, uscirono dalle sue labbra senza che lui riuscisse a trattenersi.

Adorava volare.

《Come al solito》 Sua madre comparve dietro di lui, facendolo cadere dalla scopa per lo spavento.

《Ero solo in pausa di cinque minuti》disse innocentemente il ragazzo.

《Sì, come no. Vedi di tornare a studiare però》

《Sì, sì mamma》

La donna se ne andò dalla stanza scuotendo la testa.

-Suo figlio era impossibile- pensò con un sorriso Euphemia.

La domenica passò e arrivò il tanto odiato lunedì, ma quel giorno James si trascinava a scuola con meno malumore del solito dato che fra poco quella tortura sarebbe finita.

《Ehi James》lo salutò Michael, un suo amico babbano.

Per precisare il suo unico amico. O almeno l'unica persona con cui lui aveva stretto un minimo di rapporto.

Con gli altri parlava, certo, ma non gli interessava conoscerli.

Sapeva già infatti che gli avrebbe persi di vista tutti quanti , ma soprattutto gli sembravano così noiosi nelle loro vite monotone,  senza un minimo tocco di magia.

Tante volte avrebbe voluto usare la poca magia che per ora sapeva produrre per fare casini in classe, ma gli avvertimenti dei genitori sulle conseguenze, gli unici a cui lui aveva dato ascolto nella sua intera esistenza, lo fermavano ogni volta.

Le lezioni si susseguirono noiose come al solito mentre James e Michael con le gambe appoggiate sulle sedie libere davanti dormivano profondamente.

《James e Michael! Svegliatevi subito》 Strillò infuriata la loro maestra di scienze.

James non la sopportava, si arrabbiava per ogni minima cosa e sembrava che ce l'avesse con lui in particolare.

Ma chi mai avrebbe potuto avercela con lui? Non ne avevano il minimo motivo.

L'ultima settimana di scuola passò in fretta tra uscite in bicicletta con Michael e giri segreti con la vecchia scopa del padre e finalmente arrivò l'ultimo giorno.

James si diresse a scuola felice come se fossero già iniziate le vacanze.

Non vedeva l'ora che suonasse l'ultima campanella.

Le ore si susseguirono in fretta senza grossi intoppi e finalmente potè dire addio a quella scuola.

Quel giorno non aspettò neppure Michael per tornare a casa insieme, ma semplicemente si fece due isolati di corsa, pur di ritornare presto.

Sperava che quella lettera tanto aspettata fosse finalmente arrivata.

《Papà, mamma è arrivata?》 domandò il bambino, entrando in casa in fretta e furia.

《Ehm, ancora no, James ma sono sicura arriverà presto》

《Uffa》 mormorò, andando con tristezza al piano di sopra.

Tutta l'allegria che gli aveva messo quella giornata era sparita in un soffio.

È solo che aveva sperato che la sua lettera arrivasse proprio l'ultimo giorno di scuola.

E se lui non l'avesse ricevuta?

Questo immenso dubbio si insinuò nella sua mente, facendolo preoccupare.

Ma, ma lui doveva riceverla.

Ne aveva tutte le qualità, no? Sì, vero?

Una strana insicurezza mai provata prima di allora si fece strada dentro di lui, facendolo tremare.

Era sempre stato sicuro su tutto, perché ora doveva essere incerto su una delle sue assolute sicurezze che lo tenevano in piedi?

《Mamma...》 la sua voce, improvvisamente fragile e spaventata, risuonò per la casa.

La madre dal piano di sotto, sentendolo, subito si recò da lui preoccupata.

《Che succede?》

《Ma, ma io riceverò quella lettera? Se non fossi abbastanza bravo? Se neppure mi ammettesserò ad Hogwarts? Mamma》La paura del ragazzino risuonava in ogni sua parola come se fosse un filo di vetro pronto a spezzarsi.

《Ehi, ehi, ehi》La donna lo tirò a se, abbracciandolo. 《Su questo stai tranquillo. Sei iscritto a quella scuola da quando sei nato e ti assicuro che hai tutte le capacità necessarie. Sei o non sei James Il Grande Potter?》lo rincuorò  lei ricordando anche come si era definito il figlio mesi prima.

Il ragazzino sorrise con le lacrime agli occhi.《Certo》

《E James Il Grande non si arrende così facilmente, no?》

《No》 mormorò James.

《Bene, allora alzati da qui e credi a ciò che ti ho detto e se un giorno sarai insicuro su qualcosa ricordati di affrontare tutto a testa alta, perché puoi essere ciò che vuoi, figlio mio》

I due si abbracciarono stretti e in quel momento si sentì un grido dalla cucina:

《Ragazzi, che ne dite di venire a vedere?》

Madre e figlio si guardarono un attimo, prima che James corresse veloce per le scale curioso fino ad arrivare alla cucina.

Lì, appollaiato sul tavolo da pranzo, stava un gufo bianco come la neve, con, nel becco, la sua tanto agognata lettera.

E per James quello fu semplicemente il giorno più bello della sua vita.

   
 
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