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Autore: Rota    03/07/2009    7 recensioni
Una piccola storiella su di un futuro ipotetico riguardante la coppia ShinoTemari.
Piccoli spaccati di vita quotidiana di una coppia decisamente particolare, inconsueta, per nulla scontata.
Spero possa allietarvi ^^
[a Roro]
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Nuovo Personaggio, Shino Aburame
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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clan aburame 2 Si, forse la sorte non gli era così avversa come aveva sempre, sempre pensato.
Forse, per una volta, sarebbe stata dalla sua parte, regalandogli per caso ciò che lui tanto desiderava. Così, più o meno come se gli fosse dovuto dopo tutti i tiri mancini che era stato costretto a subire.
Forse, appunto. Perché Shino, da bravo uomo strettamente razionale quale, suo malgrado, si ritrovava ad essere, non s’affidava assolutamente ad atti scaramantici né a stupidi riti che ingraziavano natura, santi e dei.
No, decisamente le riteneva cose ridicole e assolutamente imbarazzanti.
Ma se un uomo che basa la sua vita su di un calcolo matematico si ritrova con una serie d’errori, tutti umanamente accettabili, umanamente appunto, scatta quel singolare meccanismo che porta alla pazzia, in maniera non così veloce e nemmeno così indolore.
E questo succede ad un uomo razionale, pragmatico, severo e rigoroso.
Se queste qualità mancano arriva normalmente l’anarchia o la pazzia più totale che dir si voglia.

Miyako Aburame senior, cinquantun’anni di donna, madre di Shino Aburame, moglie del padre di questo, nonna di Miyako Aburame junior, alla notizia che la nuora era di nuovo incinta, si era fiondata in casa della giovane coppia e lì aveva messo radici, non mostrando la benché minima intenzione di andarsene fino a quando non avesse visto il sesso del nascituro.
-E’ un evento importante, molto importante… presto si avrà l’erede del clan, dopo che la sorte ingrata si è fatta beffe di tutti noi…-
Pazzia, ineluttabile, evidente pazzia.
Solo calcando su questo pensiero la povera Temari riusciva a sopportare la suocera, vederla lambiccarsi in cucina a preparare chissà che cosa che favorisse la buona salute ed un corretto sviluppo del feto. Mette quasi ansia il modo in cui la scrutava ogni qual volta riceveva una cura, come aspettandosi chissà quale compenso per il lavoro svolto.
Era a dir poco imbarazzante.
-Grazie, signora Aburame…-
-Chiamami Miyako, Temari cara…-
-Miyako…-
Una volta nella vita Miyako senior l’aveva trattata con tanto riguardo, quando era incinta della sua primogenita. La vezzeggiava e la trattava all’incirca come una sorta di principessa, facendo al posto suo ogni mestiere in casa, preparando la cena e il pranzo, occupandosi di soddisfare le sue strane voglie. E tenendo lontano e occupato il figlio, che non disturbasse lei e la creatura che portava in grembo.
Ovviamente, quando era uscita una femmina il pallone era scoppiato, e Miyako senior era rimasta zitta, in assoluto sciopero della voce, per quasi una settimana, così delusa della cosa che non riusciva neppure a capacitarsene.
Ma era giunto il momento di rimediare.
La bionda straniera le avrebbe dato il nipotino tanto desiderato e atteso.

-E se nasce un’altra femmina?-
Seduti in casa, sopra i morbidi divani del salotto, i due coniugi più la suocera di turno, l’unica in realtà che potesse essere fisicamente presente, sorseggiavano tranquillamente il loro thé, con quella pigrizia e quella tranquillità tipiche di chi non ha assolutamente nulla da fare.
Le bambine giocavano in cortile, nel caso fosse successo qualcosa avrebbero strillato e sicuramente Shino, essere assolutamente inutile in questo momento, sarebbe intervenuto prontamente.
Ma alla domanda di Temari sembrò quasi che il tempo si fermasse.
Miyako senior, gli occhi nascosti dietro i suoi occhialetti scuri, kimono impeccabile e color celeste addosso, posò con studiata, quasi irritata lentezza la tazza sul tavolino di fronte a lei.
Tentò un sorriso, che si dipinse sul volto in una smorfia poco riuscita e con quanta più diplomazia era capace parlò alla nuora, evidentemente alterata per tutti quei ormoni in circolo.
-Mia cara, non può essere femmina…-
Temari la fissò a lungo, prima di rispondere un secco, molto irritato.
-Perché mai, di grazia?-
Le sopracciglia di Miyako senior vacillarono un poco. Intrecciò le dita tra di loro, guardando la nuora dritta in volto.
-Temari, cara ragazza… che nome mai dareste a questa povera creatura? La piccola Miyako ha eredita il mio nome, Karura il nome di tua madre… un terzo nome sarebbe assolutamente impossibile, da dare a una bambina…-
Ovvio, matematico, addirittura logico.
Temari rimase spiazzata, tanto che non seppe che cosa dire di rimando.
La donna sorrise, riprendendo la sua tazza.
-Su, mia cara… il thé si raffredda…-

Gaara e Kankuro erano rimasti davvero stupiti riguardo la decisione della sorella.
Diventare un’ Aburame, o meglio, sposare Shino Aburame, diventarne la moglie e madre dei suoi figli. O dell’eventuale unico maschio, molto probabilmente.
Stupiti si, perché non avevano mai capito cosa accidenti attrasse Temari in Shino. In più, lei odiava gli insetti, e molto difficilmente riusciva a pensare con raziocinio quello che zampettava all’interno del corpo del suo uomo.
Disgusto a dir poco.
Ma in fin dei conti Gaara aveva convissuto con un demone che, per quanto avesse un aspetto relativamente più gradevole di un insetto, ne era diventato parassita esattamente come gli esapodi che abitavano il corpo di Shino.
Bastava semplicemente non aprire ferite sul suo corpo, sulla sua pelle, e oltre che non vedere il sangue zampillare dai tagli non avrebbe assistito ad una di quelle scene che tanto la rivoltava.
Naturalmente, quando Gaara le fece notare che molto probabilmente anche il suo probabile unico figlio maschio avrebbe assunto la simbiosi con quei piccoli, simpatici animaletti, lei andò letteralmente fuori di matto.

 -Vuoi che sia un maschio, papi?-
Si, Karura Aburame si rivelò incredibilmente l’unico essere vivente capace di alterare il padre assolutamente impassibile.
Per i suoi quattro anni la bimba era piuttosto sveglia e molto intelligente, tanto che aveva notato il fervore della nonna per questo nuovo “fratellino” che doveva ancora arrivato, e specie aveva notato quanto ella ripetesse la parola “maschio” ogni due parole.
Aveva semplicemente fatto due più due, con il suo cervellino da bimba.
Gli occhietti azzurri erano fissi sul padre, catturato nel momento tanto delicato del bagno. L’uno di fronte all’altro, immersi nell’acqua bollente in piena estate, occhi blu contro occhiali di vetro scuro, i due si fissarono a lungo e in silenzio.
Poi Shino prese la boccetta dello shampoo e versò un poco del suo contenuto nell’ampia mano.
-No, mi piace che tu sia una femminuccia…-
Si avvicinò appena alla figlia, andando a far colare la pasta gelatinosa sopra la testa rossa della bimba, cominciando a massaggiarla con dolcezza. Gli piacevano i capelli di sua figlia, la genetica aveva deciso che fossero lisci e rossi, superando le barriere dell’inverosimile ancora una volta.
Erano davvero dei bei capelli.
Ma la piccola Karura non demorse, convinta che suo padre le stesse mentendo, per qualche oscura ragione che lei avrebbe scoperto sicuramente al più presto.
-La nonna vuole un fratellino…-
Subito, la risposta del padre le venne incontro.
-La nonna vuole un fratellino perché ha già due bambine stupende…-
Ma la bimba non demorse, più cocciuta che mai.
-La nonna vuole un fratellino perché preferisce i maschietti…-
Shino si fermò di botto, comprendendo la gravità della situazione. E benché i suoi occhiali fossero scuri e dalle spesse pareti, Karura vide benissimo i due occhi nocciola dietro di essi.
Sconvolti.

Karura Aburame, quattro anni, nata il primo settembre, segno della Vergina secondo il calendario greco, segno del Cinghiale secondo quello cinese.
Capelli lunghi e rossi, lisci come la seta e morbidissimi, occhi piccoli, lunghi e di color del cielo, pelle chiara e delicata.
Una bimba allegra, vivace e a tratti socievole, che diventava una piccola macchina assassina se provocata con le dosi giuste, che sapeva lanciare sguardi assassini se adeguatamente offesa, che piangeva con quanta forza aveva in corpo se qualcosa non le andava, testarda oltre l’inverosimile, vendicativa e anche molto, molto ambiziosa.
In assoluto la bimba più Aburame che avesse mai toccato terra.

Dopo solo qualche attimo di confusione, Shino assunse il ruolo di padre che aveva assunto nel momento stesso in cui gli era balenato in testa il concetto di figlio.
Se questa cosa preoccupava tanto sua madre se ne poteva anche fare una ragione, Temari non era così sciocca né così debole da dar retta a una vecchia isterica. Ma se la cosa dava fastidio alle sue figlie, non andava bene, per nulla.
-Che sia maschio o femmina per tuo padre non ha assolutamente importanza. Ai miei occhi non siete maschietti o femminuccia, non siete divisi in categorie così stupide… i motivi per cui io vi voglio bene sono altri…-
-Per esempio?-
Oh, Karura non si sarebbe accontentata di semplici parole buttate al vento. Voleva prove concrete, precisi e inespugnabili.
Si chiama metodo scientifico, questo.
L’uomo si fece serio, quasi solenne.
-Perché mi chiamate papà…-
Karura sgranò appena gli occhi, poi un sorriso si fece largo sulle sue labbra, bellissimo.
-Papi!-
E dopo il primo, ne seguirono molti altri.
-Papi, papi, papi, papi, papi, PAPI!-
Shino sorrise appena, tornando ad insaponare la massa capelluta della figlia.

Dopo nove mesi circa nacque una bellissima bambina dai folti capelli scuri, e le fu dato il nome di Midori.



Signore *_* Vi amo *_*
Sei recensioni? ** ma io vi amo sul serio, vi sposo ** tutte quante ** troverò il modo di mantenervi…
Detto questo, sono davvero molto felice che il capitolo sia piaciuto così tanto ** insomma, non capita spesso di leggere una ShinoTemari, avevo il bruttissimo timore che fosse un altro dei miei flop… e invece ** è stato apprezzato ** non posso che esserne davvero felice ^^
Bene, sperando che anche il secondo capitolo vi aggradi, io vi lascio ^^
Alla prossima ^^
   
 
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