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Autore: PancakenFrenchToast    01/05/2018    1 recensioni
"Pidge e Hunk sono sempre stati compagni di corso, ma non si sono mai parlati prima d'ora."
Questa è una storia a capitoli scritta a quattro mani, incentrata sulla coppia Hidge/Punk.
E' un Modern/School AU, basato su vari nostri headcanon.
Utilizzeremo solo il nome "Pidge".
I capitoli saranno divisi in base ai vari giorni della settimana, quelli di Pidge sono scritti da Acilegna, mentre quelli di Hunk da Foglio.
Speriamo vi piacerà, buona lettura!
Edit: Scusate per il disguido con il codice html di EFP, abbiamo sistemato tutto
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Holt Matt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 1 -Hunk-

 

Hunk non sa da quanto tempo si trova in quel negozio quasi vuoto, ma sa di esserci stato troppo per dover scegliere solo una semplice ventola.
Però sa anche di dover scegliere bene, vuole far durare il computer di sua madre il più possibile. Hanno speso un sacco di soldi per quel portatile e non possono comprarne un altro così potente ora come ora.
Vuole fare un buon lavoro.
Nemmeno si rende conto che sta passando in rassegna ad alta voce i pro e i contro di entrambe le marche. E’ troppo abituato a farlo quando è da solo a casa, che non si pone il problema di essere ascoltato.
Chissà da quanto tempo sta parlando. Starà facendo un monologo.
Si rigira tra le mani quelle che gli sembrano più giuste e sospira. Odia essere una persona così indecisa, ma essendo l’unico in famiglia che ne capisce di tecnologia e meccanica non può chiedere a nessun altro.
Sbuffa, per poi riporle entrambe nel cestino che ha appoggiato al braccio. Ne prende in mano una terza, controllando anche il prezzo, che è l’unica cosa della quale non ha tenuto conto in tutto questo tempo.
Guarda il soffitto, non vorrebbe doversi preoccupare di tutte queste cose.
Poi però si ricorda di essersi appena fatto un regalo. Ha preso l’ultimo gioco di Monster Hunter. Era da tempo che lo voleva, e ora, con quel piccolo gruzzolo che si guadagna coi lavoretti del fine settimana si può permettere qualcosina per sé.
Sua mamma glielo ricorda sempre di coccolarsi ogni tanto. Che non fa bene tirare sempre la corda. Che comunque lui si impegna, e può premiarsi.
Prima o poi tutte queste frasi gli entreranno in testa, spera.
Beh insomma, ricordarsi di aver comprato quel videogioco lo fa tornare di buonumore come suo solito.
E’ come una medicina istantanea. Se c’è una cosa che ama di più che costruire e modificare cose, è rilassarsi coi videogiochi.
Ci passerebbe le giornate se non dovesse studiare. E lui deve studiare.
Non che ne abbia voglia, anzi, è piuttosto pigro, ma vuole arrivare da qualche parte e fare qualcosa di grande. Ha così tanti sogni per il suo futuro, oltre che poter dormire fino a tardi la mattina.
Hunk è sicuramente una persona notturna.
Gli pesa che la vita si attivi di giorno, di notte non può andare da nessuna parte, se non al supermarket aperto ventiquattro ore.
Però è anche una persona socievole, e passare tutta la notte da solo è un po’ pesante. Non poter parlare con nessuno, né tenere troppe luci accese perché se no gli altri si svegliano e poi sono nervosi. Non poter uscire con gli amici.
Tutto troppo pesante.
E’ talmente preso dal parlare da solo che nemmeno si rende conto di essere osservato da qualche secondo.
Appoggia l’ultima ventola al suo posto e alza le spalle. Dopo tutto può sempre venire a cambiare quelle che ha scelto con qualcosa di meno forte o meno costoso, e farsi fare un buono.
Tanto lì sicuramente spenderà altri soldi prima o poi.
Si passa una mano fra i capelli e si sistema meglio la bandana che li tiene appena alzati. Ha passato tanti anni con i ciuffi davanti agli occhi che a un certo punto ha deciso di dover fare qualcosa per non rischiare di perdere la vista.
Non sa come ha fatto ad arrivare a ragionare sui colori che preferisce per le fasce e le bandane, ma sa che qualcuno deve avergli rivolto la parola mentre era ancora lì a farfugliare da solo.
Sarà sembrato un matto a parlare da solo. Probabilmente lo sta facendo da prima.
Si sente un po’ stupido.
Ha sentito un “Hei!” chiamarlo dal basso, così si è voltato sorridendo per risultare gentile come suo solito.
Poi collega che la persona che ha davanti, una ragazzina che dovrebbe avere circa la sua età, è una dei suoi compagni ai corsi di informatica della scuola.
Si chiama Pidge, se non ricorda male. Ed è una delle ragazze più brillanti della sua classe. E’ una delle persone più brillanti della sua classe, se non della scuola.
Sa che non dovrebbe essere in un corso con lui perché deve avere due anni in meno.
E’ tipo un genio. A Hunk piace molto sentirla parlare quando interviene o viene interrogata dal professore.
<< Hei - sta ancora sorridendo, e anche lei gli sorride. Ha un sorriso piccolo e carino, molto amichevole - Pidge, giusto? >> Hunk sa che lei si chiama così, ne è quasi certo al cento per cento, ma la sua insicurezza lo frega sempre e lo obbliga a chiedere cose scontate.
<< Si. >> e a lui sembra un po’ in imbarazzo, spera sia solo timidezza. Non vuole metterla a disagio, così cerca di essere il più amichevole possibile. Gli piacerebbe davvero chiacchierare un po’ con lei.
Forse quello timido è lui se non l’ha mai fatto.
Però poi lei continua con un “Come va?” e Hunk può tirare un sospiro di sollievo mentale per non aver appena fatto una figuraccia.
Annuisce << Bene, stavo cercando solo una ventola per il computer di mia madre. >> e lancia uno sguardo allo scaffale, sorridendo. Gli viene da ridere perché non sa come continuare la conversazione, ma non vuole finirla lì. Così cerca di essere il più dolce possibile.
<< Non mi sorprende vederti qui. >> che è vero, perché Pidge se ne intende davvero tanto di queste cose, e probabilmente i negozi come questo sono tra le sue mete più frequenti.
O almeno è quello che Hunk ha sempre ipotizzato.
Anche lei ora sta sorridendo, e si stringe appena nelle spalle piegando un po’ il collo della sua camicia.
Ha proprio un bello stile.
<< Anche io sono qui per dei componenti. Sto lavorando a un computer. >>
Gli occhi di Hunk si sono illuminati. Anche solo sentire una cosa del genere lo rende felice e curioso.
Lui adora vedere e costruire computer, ovviamente, e finalmente ha trovato qualcuno con gli stessi interessi.
O almeno simili.
<< Davvero? A che punto sei? >> si sente un po’ invadente, ma è troppo curioso di sapere che pezzi ha scelto e a cosa le serve.
Probabilmente non ha smesso di sorridere nemmeno per un secondo, e sapere di poter essere utile a una ragazza così brillante lo fa sentire bene.
Pidge si è sistemata gli occhiali sul naso, è un gesto davvero carino << Ho qualche dubbio sulla CPU. Ne ho studiate un po’ ed ero abbastanza decisa per quella da 8 core e 16 thread e un GPS da 16 watt. >> .
E’ troppo concentrato a seguire quello che lei gli sta spiegando, che quasi non si rende conto di aver commentato con un “potente” interrompendola.
Lei però non sembra scocciata, si morde solo le labbra in modo pensieroso << Si… ed è qui che ho cominciato a preoccuparmi. - Hunk deve trattenere un’altra domanda. Non gli piace interrompere - Voglio un computer di un certo tipo per le mie esigenze. Voglio poterci fare i compiti e giocarci ma anche programmare… Ma ho paura che sia troppo. >>.
Hunk nota che lei sta arrossendo, e non capisce bene come mai. Tutto quello che lui ha percepito è una ragazza intelligente che studia ogni minimo particolare. Però Pidge è talmente carina con le guance tutte rosse, che lui continua a sorridere e cerca di non commentare.
Decide di ragionare bene sulla domanda. Non vuole consigliarle qualcosa di sbagliato che possa rovinarle il progetto. Guarda come sempre il soffitto e si concentra.
Poi fa mente locale su cosa le ha spiegato lei, su cosa vuole e di cosa ha bisogno. Così le sorride più tranquillo.
<< Sai, non dovresti preoccuparti di questo. Se tutto il resto dei pezzi sono equilibrati fra di loro non avrai problemi con quella. - tra sé e sé spera di non essere sembrato troppo saccente rispondendo così - Immagino sarà davvero una bomba di computer >>.
Lei è rimasta un po’ in silenzio, come a ragionare su qualcosa.
Ma Hunk è troppo curioso << Come lo alimenterai? >> e anche se non è un suo progetto vorrebbe sapere tutto. Sa di essere un po’ invasivo a volte, ma lo fa solo quando è davvero interessato.
<< Ho fatto una piccola batteria a pannelli solari. >> dice tutta soddisfatta, dondola un po’ sul posto.
E lui deve ammettere di essere un po’ invidioso per non aver mai avuto un’idea simile. E’ confuso e piuttosto sbalordito.
<< Pannelli solari? >>
<< Si, mio padre lavora alla nasa, quindi posso permettermeli. >> poi abbassa un po’ la voce. E Hunk non può che sgranare gli occhi.
“Alla Nasa? WOW!” vorrebbe urlare, ma cerca di rimanere composto per non sembrare proprio sfigatissimo.
Non conosce nessuno che lavora alla Nasa. O che progetta cose coi pannelli solari.
Piacerebbe un sacco anche a lui.
Gli piace l’energia pulita.
Prende fiato per rimanere composto << Non è quello che mi ha sorpreso quanto ti sia costruita una batteria ad energia pulita da sola. Sei sicura che l’informatica di quarta ti basti? >>, perché davvero trova Pidge così intelligente che è sicuro potrebbe tranquillamente seguire qualche corso universitario. Forse lì sarebbe alla pari.
La vede un po’ gongolare, e lui è felice di averle fatto dei complimenti, perché li crede davvero.
<< No - dice - Cominciavo a pensarlo anche io. >> e la vede quasi iniziare un’altra frase prima di osservarlo incuriosita. Hunk si sente un po’ sotto il microscopio, ma non gli da fastidio. Pidge è tutto tranne che invasiva.
Dopo qualche secondo nota che le stanno brillando gli occhi, e che chinata così in avanti è davvero adorabile, sembra ancora più piccina. 
Finalmente collega. Deve aver visto la confezione del gioco che ha comprato.
<< Ti piace? >> lo raccoglie dal cesto e glielo porge. Non lo fa quasi mai, ma crede che Pidge sia una persona molto rispettosa delle cose degli altri. Così non se ne preoccupa.
<< Ho amato i primi capitoli! Li ho giocati talmente tanto da averli rovinati! >> ha alzato un po’ la voce, sembra così entusiasta.
La conversazione sta andando avanti così tranquillamente, Hunk ha la sensazione che si conoscano da sempre. Sente di essere sulla sua stessa lunghezza d’onda. Poi lei ammette di voler aspettare l’edizione speciale per la Playstation 4. Gli racconta di avere una collezione di videogiochi vintage e anche dei vecchi computer che usa ancora. E Hunk non riesce a distogliere lo sguardo da lei, ascoltando interessato ogni cosa che lei gli racconta. Pidge è così interessante e particolare.
Hunk è una persona amichevole e disponibile, ma non aveva mai incontrato qualcuno con il quale si sentisse così in sintonia prima di lei.
Certo, il suo migliore amico è Lance, e non può lamentarsi del loro rapporto. Ma ora come ora vorrebbe solamente fare buona impressione con lei e sperare in una futura amicizia.
Non sa come, ma a un tratto sono arrivati a parlare di musica. Forse dopo aver parlato di come si trovano a scuola e di cosa vorrebbero che cambiasse.
<< Non prendermi in giro, eh, ma io adoro la musica vaporwave - sorride lei, arrossendo. E Hunk non capisce come potrebbe prenderla in giro per una cosa del genere. - è che mi rilassa tanto e mi fa concentrare su cosa sto facendo. >>
<< Prenderti in giro per cosa? I gusti sono gusti. - e sta per toccarle una spalla, ma poi si sente troppo invadente - Non ascolto molta vaporwave, magari mi farai scoprire qualcosa tu. >>
Ecco, ora si è sentito un po’ invadente. Così si morde il labbro e tossicchia.
Spera di non essere sembrato fastidioso.
Lei annuisce e gli domanda cosa piace a lui.
Okey, forse non ha fatto niente di male. O forse si. Cerca di non pensarci.
Continuano a parlare. Sempre di musica, film, e anche di nuove tecnologie.
Spaziano così tanto che l’ansia di Hunk scompare quasi del tutto. Solo se ci pensa si blocca un po’.
Ogni volta però che inizia ad arrovellarsi, riescono a collegare un nuovo argomento, e tornano a ridere e divertirsi. A svagarsi.
Il tempo passa veloce. Le domande iniziano a diventare più personali, ma a Hunk sembra così normale. Non si pone il problema di raccontare qualcosa di suo.
Pidge lo sta mettendo a suo agio.
Poi a un tratto la vede fermarsi di colpo. Prende il cellulare e si scusa << Devo guardare l’ora. >>, e lui ovviamente non ha problemi con questo. Anzi, forse è anche meglio. Lui non ha per nulla idea di quanto sia passato.
Poi la vede tornare a osservarlo con sguardo… colpevole? Triste? Non lo sa decifrare, ma lei si scusa di nuovo, e lui non capisce.
<< Devo muovermi a pagare questi componenti e uscire, mio fratello è fuori che mi aspetta. >>
“Oh, deve andare.” Beh, ovviamente prima o poi sarebbe dovuta andare. Sono in un negozio per comprare delle cose e poi tornare ai loro lavori. 
Hunk cerca di rimanere tranquillo e non sembrare dispiaciuto. Lance gli ripete sempre di sembrare sicuro di sé.
“Così piacerai sicuramente.” gli ricorda ogni giorno. Come se non sapesse già di essere insicuro.
<< Oh, sisi, Okey - fa un gesto con la mano, che poi gli sembra un gesto così stupido - è stato un piacere! >> ed è vero, lo è stato.
Lei si stringe nelle spalle e aspetta un po’ prima di allontanarsi << Anche per me. Grazie per l’aiuto. >>
Hunk la guarda andare via, camminando decisa e piuttosto veloce. Poi sospira e prende il cesto che aveva appoggiato a terra. 
Cerca di fare mente locale su ciò che è successo e spera di non aver fatto una figuraccia, e di averle consigliato bene. 
Prende una delle ventole e la rimette a posto, un po’ confuso.
Pidge è stata così carina e gentile. E interessata. Raramente si trova così bene con qualcuno, e sa che è stupido arrovellarsi su una cosa simile, ma spera davvero di aver fatto buona impressione.
Domani ha informatica e sa che la rivedrà. Non sa proprio cosa succederà quando dovrà salutarla. “Vorrà salutarla”, perché vuole.
Ma sa che è davvero incapace con queste cose. Non per niente solo Lance riesce a stare a dietro alla sua sfigataggine cronica.
Si stringe nelle spalle e si alza il cappuccio sulla testa. Quasi senza pensarci va alla cassa e paga, non sa nemmeno quale ventola ha comprato, ma sa di per certo che ognni non la monterà.
Oggi penserà solo a cosa dire domani.

   
 
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