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Autore: PancakenFrenchToast    01/05/2018    1 recensioni
"Pidge e Hunk sono sempre stati compagni di corso, ma non si sono mai parlati prima d'ora."
Questa è una storia a capitoli scritta a quattro mani, incentrata sulla coppia Hidge/Punk.
E' un Modern/School AU, basato su vari nostri headcanon.
Utilizzeremo solo il nome "Pidge".
I capitoli saranno divisi in base ai vari giorni della settimana, quelli di Pidge sono scritti da Acilegna, mentre quelli di Hunk da Foglio.
Speriamo vi piacerà, buona lettura!
Edit: Scusate per il disguido con il codice html di EFP, abbiamo sistemato tutto
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Holt Matt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pidge è lì da qualche minuto ormai, si rigira quella scatolina nelle mani mentre osserva l’immagine e legge le informazioni sul retro.

È un grande progetto quello che ha in mente, è la prima volta che costruisce un computer dal nulla. Ha anche intenzione di programmare un suo sistema operativo: “Sistema Pidge” o semplicemente “Leaf”. Ci deve ancora pensare bene ma è già elettrizzata all’idea. Ormai sono mesi che ci fantastica sopra e scrive appunti, formule e idee in un quaderno dedicato solo a quello.

Manca così poco ad iniziare il progetto che quel piccolo dubbio la sta facendo innervosire più di quello che avrebbe fatto normalmente. Ha studiato, letto e riletto informazioni e opinioni su ogni singolo pezzo, cavo e ingranaggio ma ora si trova persa su quello stupido componente. Ne aveva ricercati di diversi e ancora non era sicura di quale fosse il più adatto a lei. Troppo potente, troppo pesante, troppo debole? Stupida CPU.

Sbaglia quello e rischia di mandare in fumo Il progetto perfetto, il suo progetto. Non può rischiare, è in gioco il suo orgoglio.

Sbuffa alzando lo sguardo, gli occhiali sono scesi sul naso. Ha provato anche a chiedere consiglio ad un commesso ma non ne capiva nulla. Le ha fatto mordere le labbra nervosamente parecchie volte prima che lei gli dicesse gentilmente che il suo parere era inutile. E ovviamente ora non sa più cosa fare.

Si sistema gli occhiali, butta la scatolina nel cesto che ha preso all’entrata e decide di farsi un giro tra gli altri scaffali per calmarsi e schiarirsi le idee. Magari dare un’occhiata a quella console che tanto bramava l’avrebbe aiutata.. come? Bhe non è importante fino a che poteva ammirarla.

Cammina velocemente, quasi fa un saltino pensando a quella bellissima ps4 in edizione limitata “Monster hunter". Sarà sicuramente il suo prossimo acquisto, un’altra cosa per cui è elettrizzata.

Sta quasi per premere il viso contro la vetrina del suo tesoro quando sente una voce familiare. Volta il viso facendo dondolare i ricci castani chiaro e dischiude le labbra un po’ sorpresa.

Come.. come è che si chiama? È il suo compagno di corso, quello di informatica. Ah, Hunk!

È da solo a guardare dei pezzi di ricambio, sta parlucchiando fra sè e sè mentre valuta il migliore. A volte anche Pidge lo fa, sorride.

Le mani di lui stanno tendendo più di una confezione di quelle che sembrano ventole. Pensa che lei non sarebbe mai riuscita a tenerne più di una, ha le mani troppo piccole.

Arriccia le labbra, Hunk è uno dei più bravi del corso. Ha un paio di anni più di lei, non perché fosse stato bocciato, ma perché Pidge è riuscita ad iscriversi al corso avanzato. Quello del suo anno era troppo noioso e semplice per lei.

Forse un suo consiglio sarà utile, pensa. Non ci aveva mai parlato direttamente anche se il suo amico, quello magro, aveva provato ad attaccare discorso ma lei era sempre troppo concentrata. Alza le spalle, sapeva comunque che di lui poteva fidarsi molto di più che del commesso.

Lo raggiunge camminando piano, si morde le labbra senza pensarci. Non sa come iniziare la conversazione. Non è timida ma non vuole fare figuracce. Stringe la mano intorno al manico del cesto << Ehi! >> lo chiama quando ancora è a due metri da lui. Hunk alza lo sguardo dai pezzi che stava confrontando << Ehi >> sorride << Pidge, giusto? >>

<< Sì >> sorride imbarazzata << Mh.. come va? >> Non si è preparata il discorso da fare.

<< Bene, stavo.. cercando una ventola per sostituire quella del computer di mia madre >> ride mettendo il pezzo scelto nel cesto << Non mi sorprende vederti qui. >>

Pidge sorride, le piace avere ragione, di lui poteva fidarsi per un consiglio informatico << Anche io sono qui per dei componenti, sto montando un computer >> si stringe nella spalle, dirlo ad alta voce è proprio soddisfacente. Anche l’espressione di Hunk lo è molto << Davvero? E a che punto sei? >> il suo tono è di sincero interesse.

Pidge si tira un lembo della camicia che sta tenendo aperta sopra una t-shirt << Sto cominciando a montare i pezzi nella case ma non li ho ancora tutti >> si sistema gli occhiali tondi sul naso << A proposito, posso chiederti un parere? >>

Hunk alza le sopracciglia << Oh, si, certo >> sposta il cesto all’altra mano << Se posso esserti utile >> e fa un’altro sorriso. È davvero un bel sorriso, grande e dolce.

Pidge scrolla le spalle e si schiarisce la voce mandando via quel pensiero << Si, ecco >> alza il suo cesto << Ho qualche dubbio sulla CPU, ne ho studiate un po’ ed ero abbastanza decisa per quella da 8 core e 16 thread e un GPS da 16 watt. >>

<< Potente >> commenta Hunk mentre si porta la mano libera in tasca.

<< Sì ed è questo che ha cominciato a preoccuparmi >> lo guarda mordendosi le labbra << Voglio un computer di un certo tipo per le mie esigenze, voglio poterci fare i compiti e giocarci ma anche programmare.. >> fa una pausa notando come lui la osservi attento, annuisce mentre lei parla << Ma ho anche paura che sia troppo >> arrossisce, non ama essere insicura.

Hunk china la testa di lato e alza gli occhi mentre pensa. Pidge nota quanto sia espressivo, nei movimenti e nel viso. Subito dopo torna a guardarla << Sai, non dovresti preoccuparti di questo. Se tutti gli altri pezzi sono equilibrati fra di loro non avrai problemi con quella >>.

Pidge non si aspettava che la risposta fosse così semplice. Come mai si era persa in un bicchier d’acqua? Non riesce a rispondere per qualche secondo a causa dei suoi pensieri << Immagino sarà davvero una bomba di computer >> Sorride Hunk per rompere quel silenzio << Come lo alimenterai? Ci vorrà molta corrente. >>

Lei deve riflettere un attimo per ricollegare il discorso << Pannelli solari >> risponde tranquilla. Sta volta è Hunk a fare silenzio per qualche secondo, con le labbra dischiuse << Pannelli solari..? >>

<< Sì, ho fatto una piccola batteria a pannelli solari solo per il computer >> poi nota il suo stupore e ridacchia << Mio padre lavora per la Nasa, me li posso permettere >>

<< Non è quello che mi ha sorpreso quanto ti sia costruita una batteria ad energia pulita da sola >> si passa una mano fra i capelli, ha gli occhi aperti nella sorpresa più totale << Sei sicura che l’informatica di quarta basti per te? >>

<< No >> lei ride più rilassata << Cominciavo a pensarlo >> lo guarda divertita, l’espressione di Hunk è così sorpresa. Si sente molto fiera di sé e allo stesso tempo lo trova carino.

<< Comunque >> continua lei, vuole domandargli se anche lui ha bisogno di aiuto, per ricambiare il favore << Tu hai trovato quello che- >> si blocca quando vede quello che è insieme alla ventola nel cesto. Ancora confezionato, perfetto, bellissimo: “Monster hunter world” rimane bloccata con le labbra dischiuse. Hunk lo nota, inizialmente confuso poi divertito << Ti piace? >> lo prende dal cesto per farglielo vedere meglio come se lei non conoscesse la copertina a memoria. Pidge sorride entusiasta << Ho amato i primi capitoli! Li ho giocati talmente tanto da averli rovinati. >>

<< Non lo hai ancora comprato? È uscito da un pezzo nello Playstation store >>  poggia a terra il cesto.

<< Oh no, voglio comprarlo con l’edizione limitata della ps4 >> sorride mentre poggia anche il suo, non ha intenzione di andarsene presto << E tu? >>

<< Bhe io.. >> Hunk si porta una mano alla nuca passandola fra i capelli << Sono uno vecchio stile, mi piace avere i cd e le confezioni fisicamente >> sorride più imbarazzato.

<< Capisco, vorrei farlo sempre anche io ma non ho spazio in camera >> arrossisce, di solito non si apre tranquillamente con chi non conosce ma, insomma, si parla di videogiochi, tecnologia e informatica non può che continuare.

<< Troppi libri? >> scherza lui.

<< Anche! Ma anche vecchi videogiochi, qualche progetto che ho finito o devo finire >> ride piano << e qualche computer >>. È così bello parlare di quello che piace con una persona senza vederla annoiata e la cosa che piace ancora di più a Pidge sono le risposte che le dà: all’altezza delle sue aspettative. Quando parla gli occhi le si illuminano di un’altra luce e Hunk probabilmente l’ha notato. Continua a sorridere dolcemente e le chiede di raccontargli qualcosa sui suoi progetti e lei gesticolando gli parla di come stia sperimentando con la robotica, come non possa tenere tutte le cose nel suo studio perché è troppo disordinato e a volte non ha voglia di andarci perché “Ci sono le scale da fare” quindi tiene i suoi progetti più cari insieme a sé in camera.

Inizia anche Hunk ad aprirsi di quanto ami la tecnologia ma anche come gli diverta la meccanica e Pidge sorride interessata chiedendogli di dirle di più.

Parlano e si avvicinano l’uno all’altra, sembrano nel loro mondo. Pidge non si accorge nemmeno delle persone che le passano accanto, non si accorge del tempo che sta passando mentre lui le parla e la stupisce, mentre la ascolta incuriosito. Mentre la fa sentire più sicura di sé.

I discorsi slittano e cominciano a parlare della musica che ascoltano, cosa ne pensano della scuola, cosa ne pensano su come l’essere umano sta usando la tecnologia e le nuove scoperte. I discorsi cambiano da più profondi a più frivoli ma Pidge si sta divertendo davvero tanto. Si è quasi dimenticata il perché è lì e il perché era così tanto preoccupata per il suo computer.

 

Quanto sarà passato? Mezz’ora, un’ora? Se lo chiede Pidge mentre si risveglia da quel turbinio di informazioni e pensieri. Forse stava cominciando ad annoiare Hunk, anche se l’espressione di lui diceva il contrario. << Scusami >> lo deve interrompere << devo controllare l’ora >> prende il cellulare dalla tasca dei jeans a cavallo basso.

<< Certo, non preoccuparti >> lo sente appena quando la sua attenzione viene catturata da un messaggio del fratello, c’è scritto che è venuto a prenderla. “Oh cavolo..” è di dieci minuti fa, alza lo sguardo che deve essere parecchio in colpa e preoccupato perché Hunk la sta guardando confuso << Va tutto bene? >>

<< Si, scusami >> mette di nuovo il telefono in tasca e prende il cesto da terra << devo muovermi a pagare questi componenti e uscire, mio fratello è fuori che mi aspetta >>

<< Oh! Si, si okay >> sorride << è stato un piacere >> la saluta ma nonostante abbia preso quello che doveva non sembra voler andarsene.

<< Anche per me >> sorride stringendosi alle spalle più timida << Grazie per l’aiuto >> esita per un attimo, con un piede davanti all’altro ma poi è costretta ad andare verso la cassa quando il pensiero del fratello che la sta aspettando da minuti le passa nuovamente in testa.

Paga velocemente, quasi non conta il resto. Non vuole che Matt si preoccupi ulteriormente. Una volta che tutto è stato messo dentro il sacchetto esce dal negozio e cerca la macchina con lo sguardo.

Quando la trova sussurra un “eccolo” e la raggiunge velocemente. Sale e il fratello la saluta con un “Finalmente!” tra lo spazientito e il divertito. Pidge si scusa ma fortunatamente Matt non è un tipo permaloso. << Allora com’è  andata? Trovato tutto? >> le chiede mettendo in moto

<< Si, si >> risponde sovrappensiero mentre controlla che dentro il sacchetto ci sia tutto, ha fatto le cose talmente di fretta che ha paura di aver dimenticato qualcosa

<< Come mai ci hai messo così tanto? >>

<< Ho avuto qualche problema con la CPU >> guarda fuori ricordandosi di Hunk, sorride piano. Quando mezz’ora prima aveva pensato di chiedergli un aiuto non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così; parlando ininterrottamente per minuti senza accorgersi del tempo scorrere o il cellulare vibrare nella tasca.

Si sistema gli occhiali sul naso, è un tic come il mordersi le labbra. Vorrebbe parlare così con qualcuno sempre. Abbassa le spalle, magari a scuola può salutarlo e parlarci ancora. Certo, ovviamente può farlo, perché ci sta ragionando così? È logico, può farlo.

<< Pidge! >> Matt che la chiama la fa saltare sul sedile

<< Cosa? >> volta di scatto lo sguardo mentre si riprende dallo spavento

<< Allora mi rispondi? >> sta ridendo, probabilmente per la reazione che le ha fatto avere << Vuoi andare da qualche altra parte prima di tornare a casa? >>

<< No, andiamo a casa >> sbadiglia << Sono un po’ stanca e domani c’è scuola..che giorno è oggi? >> poggia il viso sul palmo della mano

<< Giovedì, buongiorno >>

<< Haha, simpaticone, non farmi ridere troppo sai >> sorride comunque divertita. Alza lo sguardo verso il finestrino.

Domani c’è informatica.

 
   
 
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