Nessuno ti avverte quando il cuore si spezza. Nessuno ti avverte che l’amore fa male. Nessuno ti sconsiglia di innamorarti. Tutti sono sopraffatti dall’amore. Tutti amano. E fa dannatamente male. 

La prima volta che lo vidi non avrei mai immaginato che mi avrebbe strappato l’anima. Né potevo immaginare che mi avrebbe fatto sentire così, sia in negativo che in positivo. Mai avrei immaginato che mi avrebbe rivoltato dentro, che avrebbe sconvolto la mia vita così, mettendo in dubbio tutto ciò in cui credevo, le mie convinzioni, i miei pensieri. Mi ha ricreata e distrutta, mi ha ferita e curata, mi ha fatto ridere e piangere. Il tutto con un solo sguardo. 

«Arya, andiamo. Siamo in ritardo! Tra poco esce tuo fratello dagli allenamenti!» 

Pomeriggio di settembre, classico pomeriggio di settembre. La scuola è iniziata e con lei tutte le ansie e la vita frenetica torna a bussare alla tua porta dopo mesi di tranquillità e spensieratezza. L’unica traccia rimasta dell’estate è il tepore del sole che continua a scaldarmi la pelle mentre controvoglia mi alzo dal divano per accompagnare mia madre al campo di calcio dove mio fratello Luke si sta allenando. 

«Ricordami ancora perché devo venire con te?» dico, guardandola male. 

«Perché vuoi bene a tua madre e vuoi farle compagnia. E poi perché così ci fermiamo in libreria a comprare quel libro che tanto volevi» risponde, facendomi la linguaccia. Mia madre, Sarah, commercialista di lavoro, sopportatrice di tre figli nel tempo libero, nonostante i 50 anni si comporta e pensa come una trentenne, la adoro, è la mia migliore amica, senza di lei non saprei come fare.

«Corruttrice di giovani donzelle» lo scappellotto che mi arriva me lo merito. 

Come promesso mia madre mi porta in libreria, ci passerei ore a osservare tutti i libri messi in ordine sugli scaffali, ad annusare l’aroma di carta e d’inchiostro emanato dalle pagine. Dopo la breve sosta, ho provato a convincerla a rimanere ma niente, è più testona di un mulo!, ce ne andiamo verso il campo sportivo chiacchierando del più e del meno e fermandoci a salutare tutte le persone del paese. 

«Arya mi sono scordata di dirti una cosa! Quest’anno Luke ha due nuovi allenatori, entrambi giovani e uno è veramente figo» se ne esce mia madre una volta arrivate al campo.

«Mamma ti ricordo che hai 50 anni, sei sposata e hai 3 figli» 

«Che c’entra, gli occhi mi funzionano ancora abbastanza bene, so riconoscere un bel ragazzo quando lo vedo» 

La nostra conversazione viene interrotta da un uragano dai capelli castani che si fionda ad abbracciarmi le gambe.

«Mamma! Arya! Sabato giochiamo in casa, dopo la partita Simon può venire a casa nostra?»

Mio fratello inizia subito a parlare a raffica, ma io non lo ascolto, non ci riesco. Tutto il mio corpo e la mia attenzione sono catturati da un ragazzo che è appena uscito dalla porta degli spogliati. I riccioli gli ricadono ribelli sulla fronte, dalla maglietta a mezze maniche si intravedono i muscoli accennati delle braccia. Ma non è stato tutto quello a catturarmi per sempre. D’improvviso tira su la testa e i miei occhi incontrano i suoi. Verde nel celeste. Bosco nel mare. Nessuna parola può rendere giustizia a quegli occhi. Nel momento in cui i nostri occhi si sono incontrati ho capito. Sono fottuta. 

Never’s corner

Ciao a tutte/i, prima di tutto ringrazio tutti quelli che spenderanno un po’ del loro tempo per leggere questo sfogo, perché di uno sfogo si tratta. È una storia che prende spunto dall’esperienza di una mia amica e avevo bisogno di metterla a parole per l’intensità che ha. Spero di esserne capace e spero di rendere giustizia al tutto perché è una storia che ancora dura, quindi non so se avrà un lieto fine o meno. Spero di sì e spero anche che vogliate scoprirlo con me. 

Cercherò di pubblicare almeno una volta a settimana, quindi non mi resta che dire alla prossima.

Grazie a tutti