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Autore: lisi_beth99    02/05/2018    1 recensioni
Dopo essere usciti dal Labirinto, Lane e i suoi compagni d'avventure dovranno affrontare le sfide della Zona Bruciata. Avranno a che fare con gli Spaccati e con la W.C.K.D.
Ma questa è solo una parte della storia! Lane e Newt affronteranno alcune difficoltà, la fiducia potrebbe scarseggiare... l'Eruzione potrebbe mettersi fra loro... Come affronteranno le sfide? Rimarranno uniti?
Scopritelo leggendo!
// SEQUEL DI: LOVE LIVE REMEMBER \\
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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-Ascolta! Non mi piace farti male… - la voce di Jorge mi fece uscire dal bozzo accogliente del mondo dei sogni. Aprii lentamente gli occhi rimanendo accecata per qualche secondo dalla luce che filtrava da finestroni immensi. Mi stiracchiai, scoprendo di essere adagiata su un divano di tessuto, morbido ma un po’ polveroso e coperta da un pezzo di stoffa rosso scuro.
-Ciao – sbiascicai vedendo il viso di Newt che si mordicchiava l’interno della guancia mentre fissava qualcosa di fronte a sé. Appena sentì la mia voce si volò illuminandosi. – Tesoro – disse accarezzandomi la guancia. Mi misi seduta scoprendo di essere in un’ampia stanza piena di mobili impolverati e mezzi rotti. Al centro, legato ad una sedia, c’era un uomo con un rivolo di sangue che colava lungo il lato destro della faccia. Jorge lo fissava con cattiveria tenendogli un braccio appoggiato sulla spalla.
-Come stai? – mi domandò il biondo, sempre apprensivo e preoccupato. Solo allora mi resi conto che non avevo più nemmeno un sintomo del contagio. Schizzai in piedi piena di speranze. – Benissimo grazie! Scusami un momento… - dissi mentre mi dirigevo verso la stanza adiacente che avevo notato durante la rapida perlustrazione.
Mi nascosi in un angolo e abbassai il colletto della maglia per permettermi di vedere i segni delle unghie di Winston. Al posto di quei brutti graffi rossi da cui si diramavano vene ingrossate, trovai la pelle che cominciava a cicatrizzare e ogni segno dell’Eruzione era svanito. Potevo tirare un sospiro di sollievo perché ero riuscita a combattere quel virus!
-Sei stata infettata anche tu vero? – una voce ancora poco nota mi fece sobbalzare. Mi voltai trovando Brenda in piedi che mi fissava. Se lei era lì, questo significava che anche Thomas era nella stanza, vivo… Un peso mi si sollevò dal petto. Brenda si avvicinò per non farsi sentire dagli altri – Mi hanno presa ad una caviglia… - disse amaramente, alzando il pantalone quel tanto per rendermi visibile la ferita. Aveva le stesse caratteristiche di quella che avevo io.
Scossi mestamente la testa – Io sono guarita. Non so come, né perché ma non ho più nulla. – per quanto cercai di nascondere la mia gioia per quella notizia, lasciai comunque trapelare l’emozione.
Il viso della ragazza si abbassò sconsolato – Non avrò tutta questa fortuna io… - una stretta al cuore mi intenerì più di quanto mi fosse mai successo. Le misi una mano sulla spalla per rincuorarla – Vedrai che dal Braccio Destro ci sarà qualcuno che può aiutarti. Ci sarò io se ne avrai bisogno. Non ti abbandono… E troverò il modo di aiutarti Brenda – essere stata in quella situazione solo poche ore prima mi aveva dato la possibilità di capire come stesse veramente. Lei mi ricambiò un sorriso mesto e, insieme, tornammo nella sala accanto.
Lì trovammo i nostri amici ad aspettarci. – Si parte! – disse entusiasta Jorge mentre io mi rifugiavo fra le braccia di Newt. – Tutto bene? – mi domandò lasciandomi un bacetto sulla testa – Sì. Tutto apposto. Andiamo a trovare il Braccio Destro! – finalmente avevo riacquistato la mia energia. In tutti quei giorni, oltre a sentirmi un peso per tutti, mi ero sentita uno schifo per non avere le forze per fare qualunque cosa.
Mentre scendevamo in strada fui affiancata da Minho che mi strinse amichevolmente una spalla e Frypan che mi serrò in un mezzo abbraccio. Thomas, per quanto avesse altri pensieri, fu sollevato nel vedermi camminare sulle mie gambe.
Quei ragazzi erano la mia famiglia! Nulla mi avrebbe convinta a preoccuparli con quel problema ed ero ancora convinta di aver fatto la cosa giusta non dicendogli nulla.
In quel momento mi venne un brivido lungo la schiena: se Brenda avesse detto qualcosa convinta che gli altri lo sapessero?
Cercando di non destare sospetti, mi avvicinai alla brunetta – Brenda, quello che ti ho detto prima… Nessuno lo deve sapere. Chiaro? – sussurrai con voce ferma. Questa annuì mestamente, facendomi capire che lo steso valeva per me. Ci scambiammo uno sguardo d’intesa prima di salire su una vecchia auto giallognola.
   
 
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