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Autore: alessandroago_94    03/05/2018    8 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dipendente

DIPENDENTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lavoro come dipendente;

dipendo dalle mie capacità.

Non c’è nulla di sorprendente,

che vada al di là della realtà

dei fatti,

tutti matti,

ho una gran paura

dei salti nel vuoto,

dell’estiva calura,

dei sogni

che superano ogni

possibile misura.

Perché non ho vere capacità;

tutti mi guardano, torvi,

sotto giudizio di una società

formata da corvi

del malaugurio.

Stanco di essere giudicato;

mi dicono: se ti accontenti…

e certo che mi accontento,

non ho divini portenti,

non sono nato per scalare l’Olimpo

ed andare oltre i confini del tempo;

perché io non sono una divinità come i figli degli altri,

i cui genitori se la tirano perché

non conoscono neppure cosa sono gli aratri,

poiché non sono come me,

poiché puntano a scalare la società,

la scalano con finte capacità

e tante belle parole, concentrato di falsità.

Alla mattina si alzano e leccano i didietro,

per i superiori fanno avanti e indietro

a portare regali e offrire caffè,

e lo fanno perché

un giorno vorrebbero mirare al loro posto;

io invece ho piantato un bosco,

nei miei anni più verdi

mi preparo da solo il pasto

con quello che da solo raccolgo;

non mi credi?

Alla mattina mi alzo alle sette

mi sporco le mani

non mi asciugo poi con gli asciugamani

morbidi, di finissime sete,

sudo e poi

mi prende sete,

ho anche fame, ma poi

mi dimentico di tutto,

di tutti,

non mi fermerete,

giacché tanti vogliono fermarmi,

demoralizzarmi,

distruggermi;

anche in casa è una guerra senza scampo,

non una guerra lampo,

e non c’è tregua né pace

che regga ai quotidiani problemi,

così la mia anima giace

sempre in mille frammenti…

i finimenti

della mia esistenza

erano fili irrisori,

delusori

di chi da me pretendeva qualcosa

che io non posso,

non posso,

non posso offrire.

Sai che se lo offro

poi soffro;

preferirei finire la mia onesta carriera

da senzatetto,

senza neppure un letto,

ma voglio inseguire la mia felicità foriera,

annunciatrice di mille fatiche,

ma senza fatiche si sa,

che poi sono solo ortiche.

Se è questo che vogliono sapere,

confermo che non diverrò mai ricco;

vivrò in povertà,

in castità,

e forse anche di elemosina e carità.

Cosa me ne faccio delle cose

materiali,

se sono così false?

Una sera ti addormenti

e al mattino dopo non ci sono più,

e fai i creditori contenti.

Non voglio soldi,

no,

no,

non ne voglio vedere più,

voglio solo inseguire la mia vita,

toccarla con la punta

delle dita,

accarezzarla,

stanarla,

costringerla

ad essere per sempre mia,

sulla scia

del credere in qualcosa

che non mi darà una casa,

bensì un attimo di pace

con me stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Qualche giorno fa, una signora mi ha detto; se ti accontenti di tutto questo…

Tutto quello che ho fatto finora, l’ho fatto con il cuore in mano. Questa è la mia vita, non è la corsa ai soldi o alla carriera, non m’importa, non concluderò mai nulla durante il misero corso della mia esistenza. Ma ho piantato nuova vita; sarà vita che sopravvivrà ad ogni banconota, ad ogni presidente, ad ogni dirigente…

Grazie per aver letto la mia stramba poesia ^^ e per il vostro supporto. Grazie di cuore ^^

 

 

   
 
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