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Autore: JosephineStories    04/05/2018    1 recensioni
La vita di Amy Davies scorre tranquilla: tra studio, amici e lavoro sembra non avere problemi.
Eppure le sue notti sono tormentate da un incubo, che col passare del tempo diventa sempre più reale.
Un incubo dagli occhi di ghiaccio.
Quegli occhi saranno la sua rovina o la sua salvezza?
Presto si renderà conto che non si può fuggire da ciò che la perseguita...
Copyright © 2015, Josephine-C
Questa opera letteraria è coperta da diritto d'autore e, in rif. alla Legge 22 Aprile 1941, n. 633 ogni tentativo di plagio,
in questo e altri luoghi, è punibile a norma di legge e pertanto verrà segnalato alle autorità competenti.
La parziale o totale copia del contenuto è punibile penalmente.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
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Incredibile! Quella donna ha una vera dote nello scomparire.
Sospiro frustrata e chiudo la porta della camera alle mie spalle. Per oggi basta prove di resistenza, non rientrerò tanto presto qui dentro; qualsiasi cosa sia successa ad Anita non deve essere stato bello, né qualcosa che ci tengo a vedere con i miei occhi, la sua morte mi basta e avanza...
Mi dirigo verso Jess e Aiden, che soddisfatti commentano la camera che hanno scelto: è sulle tonalità dell'azzurro e del blu, credo che dovesse essere la camera di Cristopher e Corinne.
Mentre percorriamo i giardini per tornare alla pensione, racconto loro proprio di Corinne e di ciò che mi ha detto.

-Quella donna sa troppe cose!- esclama Aiden sospettoso.

-Sa troppo e dice poco, perché non raccontare tutto e lasciare giudicare a te?- aggrotta le sopracciglia Jess.

-Me lo chiedo anche io. Si comporta come se la mia vita dipendesse dalla verità che non conosco- il mio tono è ironico ma lo sguardo serio di Jess e Aiden mi fa perdere il sorriso.

Arrivati alla pensione noto Sue che si sta dirigendo verso la sala da pranzo, stranamente ci dedica solo un cenno di saluto senza fermarsi a chiacchierare come al solito. Devo chiarire con quella ragazza.

Corro verso di lei e la blocco giusto in tempo. -Sue aspetta! Se hai cinque minuti devo parlarti...- mi mordo nervosamente il labbro.

Il suo viso è altrettanto teso. -Amy, veramente adesso avrei da fare...-

-Per favore, Sue- la guardo implorante e dopo un minuto buono sembra convincersi.

Raggiungiamo le poltrone all'ingresso e Jess e Aiden ci lasciano sole.

-Dimmi- sospira come se sapesse già dove voglio andare a parare.

Mi torturo le dita ma preso coraggio inizio a parlare. -Volevo dirti che mi dispiace, insomma, avrai notato che il rapporto tra me e David è cambiato... Non condivido affatto il modo in cui si è comportato con te e questo ci tengo a ribadirtelo. Mi dispiace doverti imporre la sua presenza qui... non vorrei però che il nostro rapporto cambi, per me è importante che la nostra amicizia continui a crescere. Sono felice di averti conosciuta e non vorrei perderti...- stringo le sue mani nella mia e la guardo speranzosa.

La vedo abbassare lo sguardo contrita.

-Scusami tu, non dovrei prendermela con te. So che non c'entri nulla con David, è solo che ho paura, Amy. Io non provo nulla per lui adesso e finalmente la mia vita ha ripreso ad avere un senso... sono felice con Matt e voglio continuare a esserlo. Non voglio avvicinarmi a David per nessuna ragione, lui rovina tutto ciò che lo circonda e io devo proteggermi...-

-Ma non ti chiedo questo, non lo farei mai. Vorrei soltanto che mi trattassi come sempre. Insomma... che continuassimo a essere amiche...-

A quel punto mi sorride dolcemente.

-Sei una brava ragazza, e per quanto mi riguarda il nostro rapporto resterà lo stesso. Anche se mai mi avvicinerò a te quando c'è lui, spero tu capisca.-

-Lo capisco, sta' tranquilla, volevo soltanto chiarire.-

-Ah quasi dimenticavo! Nora ti aspetta nella sala da pranzo!- mi informa, prima di alzarsi e andare via.

La raggiungo subito: è ad un tavolo a sorseggiare del tè. Quella donna beve sempre e solo tè?

-Ciao, Nora!- la saluto gentilmente.

Lei alza subito lo sguardo e mi fissa sorridendo.
-Come stai, bambina?-

Mi siedo di fronte a lei, ricambiando il sorriso.
-Adesso molto meglio. Sai ho deciso di restare qui ad Albanuova, domani mi trasferirò alla tenuta Deveraux.-

Le si illuminano gli occhi -Oh, ma è una notizia bellissima! Ne sono estremamente felice.-

-C'è ancora molto da fare in realtà... Matt ha detto che serviranno delle cameriere, una governante, cose assolutamente impensabili per me- le confesso preoccupata.

-Per le cameriere posso aiutarti, posso richiamare quelle che erano al servizio dei tuoi genitori vent'anni fa. Erano delle ragazzine e adesso sono donne adulte, ma sono certa vorranno tornare al loro posto. Le chiamerò domani.-

-Grazie! Avevo paura di assumere delle sconosciute...- sono molto sollevata.

-Inoltre, per quanto riguarda la governante, ci sono io- sorride.

La guardo sorpresa. -Tu?! Ma eri la migliore amica di mia madre, io non so se... E il negozio?-

-Tranquilla, sarebbe un modo per starti vicino. Inoltre ho esperienza visto che ero la governante dei Gardiner. Ho abbandonato da qualche anno quella casa, immaginerai il perché...- ridacchia, evidentemente riferendosi a Valerie -con il negozio non ci sono problemi, di solito lo tenevo aperto al mattino ma le persone vengono soltanto se c'è un evento importante, come il ballo estivo...- spiega.

Beh... ammetto che avere Nora vicino sarebbe fantastico.

-Se per te va bene, io ne sarei solo felice- lei fa un cenno d'assenso per confermarlo.

-Allora, ho saputo della novità, tu e David...- più che una domanda è un'affermazione.

-Wow, le notizie corrono veloci!- arrossisco.

-Hai baciato un Van Dalen nella piazza centrale! Cosa ti aspettavi? Questo è un paese piccolo e pieno di pettegoli, lo imparerai presto.-

Sospiro demoralizzata: mi preparo alla ramanzina sullo stare lontana dai Van Dalen, invece mi sorprende.

-Sono felice che il vostro rapporto stia cambiando. Fate bene ad assecondare i vostri sentimenti.-

Dopo aver chiacchierato ancora per qualche minuto e averla messa al corrente dell'incontro con Corinne, ci salutiamo. Mi assicura che da domani inizierà a occuparsi della tenuta e organizzare il lavoro delle cameriere; sono molto più tranquilla, questo non è decisamente il genere di cose di cui sono in grado di occuparmi.

Mi avvio in camera per fare i bagagli e devo ammettere che un po' di malinconia mi assale. Questa camera è stata il mio rifugio e mi dispiace abbandonarla...
Sono arrivata qui per una semplice vacanza e mi sono ritrovata catapultata nel mio passato: ho scoperto che il mondo è un luogo misterioso, dove le coincidenze non esistono e nulla è ciò che sembra.
Incredibile come si possa crescere così tanto in un mese: non avevo sogni, vivevo cercando di rendere felici coloro che mi stavano intorno, dimenticando spesso la mia di felicità. Credevo di avere una famiglia perfetta, invece ho scoperto che più che perfetta è molto complessa; ho scoperto dei sentimenti che non credevo di porter provare e che ancora adesso mi spaventano a morte... La cosa peggiore di tutta questa storia, è che ho perso la persona più importante della mia vita e non mi darò pace finché non sarà di nuovo accanto a me.

Il pomeriggio passa in un baleno, mentre ripongo le mie cose nei grandi borsoni immersa nei miei pensieri.
Quando scendiamo per la cena, riceviamo una piacevole sorpresa: una cena d'addio preparata dalla signora Miller e da Sue; ovviamente non poteva mancare la torta d'addio che io e Jess non esitiamo a divorare.

-Sapete, ragazzi, anche se so che vi trasferirete qui vicino, la pensione non sarà la stessa senza di voi- ci confessa la signora Miller demoralizzata, asciugandosi una lacrima.

-Ma noi non stiamo andando veramente via! Come faremmo senza questi squisiti manicaretti? credo che passeremo qui almeno una volta al giorno- la consola Jess, poi con la sua solita esuberanza la abbraccia affettuosamente.

La mia attenzione però si sposta improvvisamente all'entrata della sala da pranzo, dove vedo David avvicinarsi.
Scatto in piedi come una molla. Sei patetica, lo sai vero? mi deride la fastidiosa e acida vocina dentro di me.
Sì, sono una stupida ragazzina con una grande cotta, ribatto mentalmente e lo sbuffare di Aiden non fa che confermarlo.
La signora Miller si allontana immediatamente, non prima di avermi dedicato uno sguardo di avvertimento e aver incenerito David.

Mi avvicino a lui che mi sorride. Si è cambiato in vista della serata: indossa una maglia scura a maniche corte e un paio di jeans stretti, aveva il cellulare tra le mani ma quando mi avvicino lo rimette in tasca.

-Allora, com'è andata la giornata?- chiede, lasciandomi un leggero bacio sulla guancia che mi fa sussultare.

-Beh, tutto sommato bene. Anche se pare che io non possa vivere un giorno del tutto normale... Ho incontrato Corinne alla tenuta.-

Lui mi fissa visibilmente sorpreso mentre saliamo le scale, diretti alla mia camera.

-Cosa voleva?-

Scrollo le spalle -le solite. Nascondermi la verità, terrorizzarmi con avvertimenti su possibili pericoli e mi ha detto che sta indagando sul rapimento di mia madre.-

-Anche io sto indagando sul rapimento, ma non riesco a venirne a capo. Non vedo come potrebbe riuscirci lei...- si passa una mano tra i capelli, lasciandosi cadere stancamente sul mio letto.

-Come al solito, fa come se fossi a casa tua- alzo un sopracciglio ironicamente e ricevo un sorrisetto in cambio.

-Cosa indosserai?- domanda poco dopo, divertito dal mio imprecare di fronte all'armadio.

Gli dedico uno sguardo omicida, si sta prendendo gioco di me... Credo sia il dubbio esistenziale di qualsiasi donna, dai quattordici ai sessant'anni: l'armadio che ti fissa minaccioso prima di uscire, come se avesse fatto scomparire tutti  i tuoi abiti.

-Sai, l'abito blu... quello che indossavi la prima volta che ci siamo visti, fa risaltare molto i tuoi occhi e non solo quelli- sorride maliziosamente, mentre io mi volto guardandolo a bocca aperta.

-Tu ricordi il modo in cui ero vestita la prima volta che ci siamo incontrati?!- inarco le sopracciglia, sinceramente meravigliata.

Fa spallucce -non farti strane idee, formaggino, ho una buona memoria. Tutto qui- glissa, stendendosi di nuovo con le mani dietro la nuca.

Mi sfugge un sorriso compiaciuto e tiro via l'abito dall'armadio.

Dopo una doccia veloce e innumerevoli tentativi per aggiustare i miei capelli, cosa difficile senza l'aiuto di Jess, sono pronta.

Quando esco dal bagno mi ritrovo lo sguardo penetrante di David stampato addosso: ripercorre tutto il mio corpo con l'argento liquido dei suoi occhi, facendomi arrossire finché non raggiungo lo specchio. Il mio cuore accelera vertiginosamente, non appena comincia ad avvicinarsi.

Lo vedo dal riflesso nello specchio dove mi sto guardando, per controllare che tutto sia a posto: si ferma, ponendosi alle mie spalle e spostandomi i capelli di lato; il suo tocco è delicatissimo, mi sta allacciando una catenina d'argento al collo.
Alla base c'è una piccola pietra blu, è semplicissima e deliziosa; resto sorpresa, profondamente sorpresa da questo gesto...

David si abbassa, avvicinandosi al mio orecchio. -Ora sei perfetta- sussurra a bassa voce, facendomi andare il cuore in gola.

Poi si allontana di nuovo, lasciandomi lì imbambolata.

-G...grazie- balbetto.

Mi ha fatto un regalo, incredibile. Dov'è il ragazzo presuntuoso che ho conosciuto?
Non sono riuscita a dire una parola dopo quel gesto, la verità è che non so come comportarmi con lui. Stiamo insieme? Ci frequentiamo? Con David chi può dirlo...

Dopo aver aspettato Jess e Aiden, ci dirigiamo alla terrazza con l'auto di David.

-Sei sicuro di non voler cambiare posto?- chiedo per la centesima volta.

-Hey, si può sapere cos'hai contro il mio locale? Guarda che potrei ritenermi offeso, l'ho progettato io e ne vado molto fiero- borbotta, un po' imbronciato.

-È un posto bellissimo, ma ogni volta che vado lì succede sempre qualcosa di spiacevole- la mia voce fa trapelare l'ansia che provo.
-So che è da paranoici ma quel posto mi porta sfortuna, credo.-

-E indovina per colpa di chi...- si intromette Aiden ironicamente e vedo Jess alzare gli occhi al cielo.

-Ok, ammetto che è sempre stato per colpa mia. Stavolta però ci vieni direttamente con me, quindi sta' tranquilla. Cosa mai potrebbe accadere?-

Annuisco, ma non sono proprio convinta...

David parcheggia l'auto ed entriamo: è sempre affollatissimo... l'atmosfera, nonostante questo, resta intima e accogliente.

Un cameriere ci conduce a un tavolo accanto al bar e alla pista da ballo; David ordina i cocktail speciali del locale che ci vengono serviti poco dopo con dei bicchieri alti e coloratissimi.

Guardo il contenuto con occhio clinico.

-Ecco, lo sapevo, stai pensando di imitarli al Sun. Non è così?- domanda Jess ridendo.

-Ok, sono stata scoperta- sorrido colpevole.

-Questa è concorrenza sleale! Non sapevo facessi anche da barman- il tono di David è sorpreso.

-Amy fa di tutto. Barman, pasticciera, cameriera, buttafuori all'occorrenza, le sue qualità sono davvero troppe per elencarle- aggiunge Aiden orgoglioso e stizzito. Ogni cosa che gli dice è una frecciatina. Si capisce che nella sua frase c'era un sottinteso "e tu non la meriti".

-So bene che ha molte doti e spero di scoprirle tutte- mi fissa e il suo tono non è ironico, lo dice con una serietà che mi lascia alquanto spiazzata e che mi procura uno strano rimescolamento allo stomaco.

-Bene, noi ragazze vi abbandoniamo per un momento. Voi fate amicizia nel frattempo- li prende in giro Jess, prima di trascinarmi verso il bagno.

-Carina la collana- mi fissa con uno sguardo insinuante, aggiustandosi il rossetto.

-Me l'ha regalata prima di uscire. Non so il perché...- rispondo pensierosa.

-Perché gli piaci, Amy!- il suo tono non ammette repliche.

-Con lui non si può mai dire. Prima sembra essere interessato a me, poi mi allontana... chi mi assicura che stavolta sarà diverso, Jess? Non mi va di soffrire, credo di aver già dato abbastanza in questi giorni- ribatto sconsolata.

-Vivitela! Nessuno te l'assicura, ma d'altronde nessuno può vere queste sicurezze in una relazione.Tuttavia, dal momento che non riesci a stargli lontano, devi almeno fidarti di lui. Dagli una possibilità, mal che vada ci hai sempre provato.-

Annuisco senza rispondere, non sono sicura...

Ci avviamo all'esterno per raggiungere il tavolo, ma vengo bloccata da qualcuno che mi rovescia addosso tutto il suo bicchiere.

-Sta' attenta!- esclamo, ma ormai già sono ricoperta da quel liquido appiccicoso.

Quando alzo il viso, capisco immediatamente.

-Oh, scusami, sei così insignificante che non ti avevo vista- sorride Valerie perfidamente.

Le gemelle accanto a lei tengono le braccia incrociate a mo' di sfida e come al solito ridacchiano seguendo la strega.

-Non ti stanchi mai di essere così infantile?- sibila Jess, alzando un sopracciglio eloquentemente.

-Credi che rovinandomi un vestito avrai l'attenzione che cerchi?!- le chiedo infuriata.

Lei mi guarda trionfante, con il suo aspetto fastidiosamente perfetto: i lunghi capelli rossi sono legati in un semiraccolto e indossa un abito nero aderente, dall'aria decisamente costosa e all'ultima moda.

-Non ho bisogno di rovinarti i vestiti per avere l'attenzione che cerco. Quello è più un divertimento e poi detto tra noi, il vestito non era un granché! Ora che sei una Deveraux, porteresti almeno rendere decente il tuo guardaroba e smetterla di vestirti come una poveraccia- sghignazza, facendo  sogghignare anche le gemelle.

-Ci sono persone che hanno altre priorità oltre ai vestiti!-

-Beh, forse dovresti rivedere le tue. Sei addirittura venuta con lui qui? Quando la smetterai di renderti ridicola?- continua con quel tono sprezzante che mi manda in bestia.

-La tua è solo invidia, smettila di sputare veleno e rassegnati- incrocio le braccia al petto.

-Invidia...- aggrotta teatralmente le sopracciglia -e di cosa? Io e David abbiamo passato il pomeriggio insieme. Non si è fatto problemi a baciarmi, quindi dimmi, precisamente, per cosa dovrei invidiarti?-

Sgrano gli occhi per un istante ma mi ricompongo subito.
-Non è vero, David doveva lavorare. Non era con te- cerco di mostrarmi il più sicura possibile.

Una delle gemelle si avvicina, non so se Darla o Clare, ed estrae un cellulare dalla borsetta.

-Credi che Valerie stia mentendo? Allora guarda questa. L'ho scattata io stessa, non volevo perdermi la tua faccia mostrandotela- dice soddisfatta.

Davanti a me c'è la foto inequivocabile di David e Valere che si baciano e riconosco i vestiti che indossava questa mattina.
Resto in silenzio, cos'altro dovrei dire?
Sposto la ragazza con violenza e mi allontano subito da loro, ritornando al tavolo con Jess accanto a me.

Arrivo di fronte a David e Aiden che mi guardano sconcertati.

-Che diavolo è successo al tuo vestito?- domanda subito Aiden.

Sento solo la rabbia ribollirmi dentro.

-Vieni, Aiden, andiamo a ballare- Jess lo porta via, lasciandoci soli.

-Che è successo?- David mi fissa incuriosito.

-Dov'eri oggi?- chiedo piccata, senza rispondere alla sua domanda.

-A lavoro, te l'ho detto...- pare alquanto sorpreso dalla mia domanda.

-Ma non ti vergogni?! Oggi eri con Valerie!- ringhio.

Il mio tono rabbioso fa subito indurire il suo sguardo.

-Non che siano affari tuoi ma sì, ci siamo incontrati e non vedo dove sia il problema. Non devo certo rendere conto a te delle persone che vedo, non stiamo insieme!- alza la voce innervosito e il suo tono è estremamente arrogante.

-Ma ti senti?! Non mi interessa chi vedi. Abbi almeno la decenza di non baciare me, poche ore prima di baciare le altre! Ma sai cosa ti dico? In fondo non è colpa tua, la colpa è mia. Solo mia e della mia stupidità! va all'inferno David!!- mi volto fuggendo via e facendomi spazio tra la gente sulla pista da ballo.

Nella foga di allontanarmi da lui, mi scontro con qualcuno: quando alzo lo sguardo riconosco subito Mark.

-Amy! Che ti è successo?- chiede, notando la mia espressione sconvolta.

-Niente, Mark, lascia stare- mi divincolo per allontanarmi.

-Ho capito... Vieni, avviciniamoci al parapetto.
Non ti chiederò nulla, ti terrò solo compagnia.-

Mi appoggio al parapetto della terrazza, godendomi il panorama di montagna. Mark mi sta accanto, senza fare domande mentre io cerco di tranquillizzarmi.

Non posso crederci. Per lui è normale baciare due ragazze nel giro di ventiquattro ore, ovvio. Continuo a stupirmi della mia ingenuità, mentre quella foto mi rimbalza ancora davanti agli occhi e fa male, fa davvero male illudersi.

-Finalmente ti ho trovata- esclama David alle mie spalle.

Alzo gli occhi al cielo, voltandomi. -Quante volte dovrò mandarti all'inferno, prima che tu ci vada sul serio?!- gli urlo contro, mettendomi le mani sui fianchi e guardandolo con aria minacciosa.

Lui nel frattempo si accorge di Mark al mio fianco.

-Ma tu sei sempre al posto giusto al momento giusto?- domanda sprezzante. 

-Questi disastri sei tu a combinarli, come al solito, Van Dalen- risponde Mark.

David irrigidisce la mascella, infuriandosi ancora di più.

-Fuori dalle palle riccioli d'oro. Devo parlare con Amy- risponde con sdegno.

-Non mi sembra che lei voglia parlare con te!- osserva lui piccato.

A quel punto David si avvicina a Mark minacciosamente, prendendolo per il colletto della maglia.

-Ho detto. Fuori. Dalle. Palle!- La sua voce è bassa e minacciosa, subito tiro via Mark impaurita.
Quel ragazzo è sempre gentile con me e non merita di essere coinvolto in una rissa a causa mia.

-Mark, ti prego lascia stare. Non voglio che litighi con lui per me, vai... lascia stare- lo imploro con lo sguardo.

-Per qualsiasi cosa, sono vicino al bar- poi si allontana, dedicando a David un'occhiataccia.

-Ci siamo già detti tutto- lo guardo e non riesco a nascondere la delusione.

Sospira e ha lo sguardo frustrato e combattuto. -Non avrei dovuto dire che non sono affari tuoi perché non stiamo insieme, e mi dispiace per il tono, ok? Ma tu mi fai imbestialire! Non mi lasci spiegare, parti in quarta, dando per scontato che ho fatto qualcosa di male- si passa una mano tra i capelli.

-Hai detto solo la verità e non pretendo di dirti chi frequentare! Solo non voglio che ti spingi oltre con me, non mi sembra di chiederti tanto.-

-Non ho baciato Valerie!- alza la voce frustrato.

-Ho visto quella dannata foto! perché continui a prendermi in giro?!- il fatto che neghi l'evidenza mi irrita ancora di più -non ti interessa nulla di me, smettila di recitare...-

-Non mi interessa nulla di te?! Credi davvero che poco tempo fa, mi sarei fatto problemi ad ammettere di averla baciata?! Sono qui davanti a te, a giustificarmi come un deficente, ci sarà un motivo!- urla di nuovo lui.

-E quale?!- rispondo, alzando anche io la voce ancora di più.

Finiamo sempre a urlarci in faccia.

-Non sai qual è il motivo?! Davvero, Amy?- sorride amaramente e io scuoto soltanto la testa.

Lui a quel punto sospira incredulo -io tengo a te, maledizione!!- si passa in mano tra i capelli frustrato, come se gli costasse un grande sforzo ammettere ciò che prova così apertamente.

-L'ho incontrata per caso, mi ha fatto troppe domande su di noi e mi stavo innervosendo. Quando stavo per allontanarmi, mi ha tirato e mi ha baciato ma io l'ho spinta subito via- mi stringe le braccia, avvicinandomi al suo viso per richiamare il mio sguardo nel suo.

-E immagino quanto ti sia dispiaciuto!- ribatto  sprezzante.

-Sì, mi è dispiaciuto! E lo sai perché?! Perché volevo le tue labbra non le sue! Volevo te e questo l'ha fatta imbestialire e fa imbestialire me!- Le sue lame d'argento sono puntate nei miei occhi: vedo la frustrazione, la rabbia e il desiderio.

"Volevo te" a quelle parole il mio cuore accelera. Dai suoi occhi si percepisce che sta dicendo la verità...

Devo credere a quello che dice? Ripenso al discorso fatto poco fa con Jess "vivitela Amy".

Siamo passione, siamo ardore, rabbia e litigi, ma non posso fare a meno di lui. È questa la verità... Probabilmente me ne pentirò, ma non mi interessa.

Prendo tra le mani il colletto della sua maglia e lo spingo verso di me con forza, baciandolo: le nostre bocche aderiscono alla perfezione.

Lui sgrana gli occhi per la sorpresa, poi si lascia andare, stringendomi e avvolgendomi col suo calore e profumo: le nostre lingue si scontrano, le nostre bocche si cercano con forza e smania; non so come si faccia la pace in una coppia o quello che siamo, il nostro modo però mi piace... Il cuore mi martella nel petto e mi stringo ulteriormente al suo solido corpo, dimenticando tutte le mie paure e quella stupida foto di Valerie. Sono caduta nel suo tranello, come una stupida.

-Oh!  Avete fatto la pace e io che vi cercavo da per tutto- ci interrompe Jess.

Ci allontaniamo imbarazzati. Jess ci coglie sempre in situazioni equivoche o imbarazzanti.

-Noi stiamo andando via, voi che fate?- chiede David e io lo guardo con aria interrogativa.

-Noi restiamo un altro po'... a domani allora- dice Jess, facendomi uno sguardo allusivo.

-Dove vuoi andare?- chiedo, una volta rimasti soli.

-Lontano da questa stupida terrazza, per inciso, sto iniziando a pensare che tu abbia ragione su questo posto. E soprattutto lontano da Valerie, prima che possa fare qualcosa che comprometta i miei rapporti col rappresentante Gardiner.-

Annuisco, pienamente d'accordo con lui. Così prende la mia mano nella sua e mi trascina via.

Ci avviamo verso l'uscita, ritornando in macchina e, una volta partiti, riconosco subito la strada che ha imboccato...

Attraversiamo il boschetto a piedi, fino ad arrivare al lago che di notte ha una vena di mistero e pace ancora più marcata.
Entriamo nella piccola casetta, tuttavia David non si ferma nel salone: in fondo c'è una piccola scala e mi invita a salire.
Mi ritrovo sul tetto della casa, ammiro ciò che mi circonda e non posso fare a meno di restare a bocca aperta: la notte è limpida, il cielo pieno di stelle e la luna splende, specchiandosi nelle acque del lago che la riflettono perfettamente.

David mi abbraccia da dietro, e mi godo quella stretta accompagnata dallo spettacolo mozzafiato di fronte a me.

-Non smetterò mai di ammirare quella luce nei tuoi occhi quando osservi la natura che ti circonda- sussurra al mio orecchio con la sua voce profonda.

Dopo un po' noto delle coperte e dei cuscini al centro del tetto. -Avevi programmato tutto allora!-

-Sempre previdente, una delle mie numerose qualità!- fa spallucce.

-Ma davvero? Io avrei detto che la modestia è una delle tue numerose qualità. Anzi, forse quella principale- rispondo ironicamente.

-Non sei l'unica a essere piena di risorse- fa un sorrisetto.

-Ecco, appunto!- ridacchio.

Decidiamo  di metterci comodi ad ammirare le stelle. David mi stringe tra le sue braccia e fissa il cielo assorto.

-Vedi quella stella così luminosa? È Vega, la più luminosa del cielo, forma un il triangolo con Altair, il triangolo estivo- lo indica.

-Oh, suppongo che un'altra delle tue numerose qualità sia la conoscenza delle stelle? Dì la verità, la usi per fare colpo sulle ragazze!- insinuo ridendo.

-Solo con quelle che mi interessano davvero- sorride anche lui, facendomi l'occhiolino - c'è una leggenda su quelle due stelle, una leggenda che ha origini nel vecchio Giappone. È molto triste, un po' mi fa pensare a te... a noi...
e a tutta quella storia degli amori maledetti.-

Aggrotto le sopracciglia incuriosita -raccontamela- ci copro con una delle coperte, per difenderci dall'aria umida della notte.

Lui mi stringe ancora di più a se', lasciandomi un bacio sulla tempia.

-Il mito narra di Orihime, figlia del sovrano di tutti gli dei e imperatore del cielo; viveva sulle sponde del fiume celeste, la via lattea, e trascorreva le sue giornate tessendo abiti per gli dei. Lavorava talmente tanto da non aver tempo per se stessa, nemmeno per innamorarsi. Così il padre dispiaciuto per lei e mosso da compassione, le fece conoscere un ragazzo, Hikoboshi, anche lui gran lavoratore che faceva pascolare le sue mucche al di là del fiume celeste. Fra i due fu amore a prima vista; si innamorarono follemente l'uno dell'altra e presi dalla passione, trascorsero tantissimo tempo insieme. Così tanto da trascurare il loro lavoro e le loro responsabilità. Hikoboshi non accudì il suo bestiame e Orihime smise di tessere preziose vesti per gli dei. Allora, il padre di Orihime si adirò e li punì; i due giovani amanti sarebbero stati per sempre separati dal fiume celeste, la via lattea. La separazione li spinse nella più profonda tristezza. La principessa non riusciva più a vivere senza il suo amato e piangeva ininterrottamente.
La loro disperazione fece commuovere l'imperatore e lo spinse ad alleviare la loro pena. Decise che i due potevano incontrarsi solamente una volta l'anno, il settimo giorno del settimo mese, il 7 luglio. Da allora Hikoboshi e Orihime ogni 7 luglio si riabbracciano, piangendo di gioia nel mezzo della Via Lattea e facendo commuovere tutte le altre stelle. Ancora oggi, quando il cielo è sereno nelle notti d'estate, si può ammirare la Via Lattea e ai suoi lati, le due stelle più grandi e luminose, Hikoboshi e Orihime, quelle che noi chiamiamo Altair e Vega.-

Durante tutto il racconto, stretta tra le sue braccia, osservavo il cielo stellato colta da un profondo senso di tristezza.
-Tu credi che i grandi amori siano sempre destinati a finire in tragedia?- chiedo, dando voce alle mie paure, e ripensando a Frederick e Anita... ai nostri sogni....

Lui sospira.

-Io credo che il futuro è frutto delle scelte che vengono compiute, Amy, anche se nell'ultimo periodo mi sono lasciato influenzare da paure infondate. Non credo alle maledizioni, i grandi amori possono durare per sempre o interrompersi tragicamente, ma la colpa non è del fato. È solo delle scelte sbagliate, sta a noi evitare di compierle- sembra sicuro delle sue parole.

-Mi stai dicendo che sei disposto a rischiare?- domando speranzosa.

-Sì... Stasera ho capito che per nessuno motivo voglio perderti. Voglio provarci... voglio stare con te.-

A quelle parole riesco a sentire il mio cuore accelerare e l'emozione pervadermi.

-Mi stai chiedendo di diventare la tua ragazza, David Van Dalen?!- lo prendo in giro, fissandolo divertita.

-Diamine, tu vuoi proprio che le cose ti vengano dette!- ride e direi che è quasi imbarazzato.

Non posso credere di essere riuscita a metterlo in imbarazzo! -Sono una persona concisa- scrollo le spalle.

-Beh in tal caso, signorina Deveraux... sì, le sto chiedendo se vuole diventare la mia ragazza. Non sono molto bravo in queste cose e probabilmente combinerò continui disastri, ma se accetti e vuoi rischiare, io ci sto- il suo viso, inizialmente ironico, diventa serio e mi inchioda con lo sguardo.

Avvicino una mano alla sua guancia, accarezzandola dolcemente.

-Voglio rischiare, David- e dal suo sguardo sollevato, capisco che non era sicuro della mia risposta.

Mi stringe forte, avvicinando il suo viso al mio e baciandomi con estrema dolcezza. Rispondo al bacio ed è diverso: perché adesso mi sento davvero sua e sento che lui mi appartiene.
Mi fa stendere con dolcezza sulle coperte, continuando a baciarmi, provocandomi brividi lungo la schiena e ponendosi su di me. I nostri corpi aderiscono alla perfezione e il bacio diventa più profondo. Sento però una strana ansia farsi strada in me...

-Sta' tranquilla, voglio solo baciarti. Faremo le cose con calma. Non ho intenzione di correre con te- dice, interrompendo il bacio e accarezzandomi il viso. Mi tranquillizzo immediatamente.

Prima che possa tornare a baciarmi, veniamo interrotti dallo squillo del mio cellulare. Lo recupero dalla borsetta, rispondendo senza controllare il numero.

-Pronto?-

-Signorina Deveraux, sono l'agente della Sicurezza. Deve raggiungermi immediatamente al palazzo pubblico.-

-Adesso? Ma perché è successo qualcosa?- mi preoccupo subito.

-Abbiamo novità su sua madre.-

Sento il cuore in gola e sgrano gli occhi dalla sorpresa, mentre David mi fissa serio. Dio, fa che non le sia successo nulla di male.

   
 
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