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Autore: Hoshi_Hime    05/05/2018    0 recensioni
[Hamilton: An American Musical]
[Hamilton: An American Musical][Hamilton: An American Musical]
Il sole di quella mattina del primo settembre filtrava dalla finestra della camera del ragazzo, fungendo da unica fonte di luce al momento, oltre lo schermo del computer sulla scrivania lasciato per sbaglio acceso.
Questo era sdraiato sul letto ancora addormentato, ma le occhiaie che aveva erano prova che non fosse andato a dormire da tanto.
I capelli castani erano spettinati e gli coprivano buona parte del viso.
Ad interrompere quella quiete mattutina fu lo spalancarsi della porta e l'arrivò di un secondo ragazzo, che prese il primo per i piedi e lo trascinò letteralmente giù dal materasso.
-Sveglia sveglia Alex! Pronto per il tuo primo giorno di scuola da Newyorkese?- Esclamò una voce dall'accento francese.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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-...E allora, ero arrivata all'ultimo stage e sapete che è successo?-
Peggy stava seguendo nel corridoio della scuola le due sorelle maggiori. Queste però non sembravano troppo interessate su cosa stesse dicendo, erano qualche passò più avanti di lei mentre chieccheravano tra di loro.
-Cosa Peggy?- domandò distrattamente Eliza con la testa abbassata verso il cellulare.
-Questo tipo mi ha fottuto la kill!- 
-Peggy!-
 La ragazzina sospirò -Mi ha -rubato- la kill, meglio?-  poi si affacciò dietro le due.
-Comunque mi state ascoltando?-
-Mh? sìsì, stavi parlando di uhhh, aspetta come hai detto che si chiama...Ah! Danger Roomba, giusto?- Borbottò Angelica, per poi tornare ad osservare Eliza che chattava. -No, niente cuoricino con i brillantini, metti quello normale. Devi far vedere che lo vuoi, ma non che lo *vuoi*-
Eliza roteò gli occhi, non capendo cosa intendesse l'altra
. -Cosa significa l'emoji della melanzana?-
Angelica le rubò il cellulare dalle mani. 
-Cosa?! Quando te l'ha mandata?! Io lo meno quel- 
-Angie Angie scherzavo!- Rise la mezzana recuperando il telefoninio. 
Angelica assottigliò gli occhi. 
-Dopo noi due facciamo un discorsetto sulle protezioni e- 
-Angelicaa!- 
-Cosa? E' importante!-
 -H-Ho diciasette anni so cosa sia un preservativo!-
 Rispose l'altra imbarazzata, abbassando la voce all'ultima parola.
Peggy sbuffò rumorosamente per poi fermarsi davanti al proprio armadietto.
 -Io vado in classe- 
Borbottò prendendo la cartella e allontandosi, sbattendo abbastanza forte l'anta di metallo per chiuderlo.
-Oh? ah sì! ci si vede a mensa Peg!- Esclamò Eliza per poi tornare a scrivere al telefono.
-Dovresti andare in classe pure tu...E pure io- Fece notare Angelica osservando l'orologio appeso alla parete.
Eliza annuì  -Vado a prendere le mie cose allora. A dopo!-
E anche lei si avviò al proprio armadietto per prendere i quaderni continuando a scrivere con il telefono, quasi sbattendo contro un paio di studenti.
Mentre era lì si ritrovò John davanti, facendola sobbalzare.
-Non ti avevo notato!-
Il ragazzo sorrise. -Wopsie! Allora Liza, com'è andata con Alex?- domandò prendendola sotto braccio.
La ragazza si passò una mano tra i capelli. -Bene suppongo? Cioè Alexander è stato così gentile con me e cielo, non era mai stato a Time Square! Ho dovuto assolutamente rimediare! Immagino passeremo i nostri prossimi appuntamenti a visitare la città, dovevi vedere com'era emozionato!-
-Immagino...- Mormorò l'altro, cambiando un po il tono della voce. 
-Comunque, scusa se non è il momento ma dobbiamo parlare-
-Uh?-
-Beh, se ora siete una cosa ufficiale immagino che noi due dobbiamo "rompere"- 
E fece le virgolette con le dita. 
-E devo trovare un modo per spiegarlo ai miei, puoi immaginare non sarà facile.-
Eliza scosse la testa. -Eh? John tranquillo possiamo continuare a dire ai tuoi che stiamo assieme!-
L'altro sbuffò -Liza, cosa devo fare, dire al tuo ragazzo se posso averti in prestito ogni tanto?-
-Gli possiamo semplicemente dire la verità, no?-
John impallidì -No! C-Cioè, e se non gli andasse bene? Non voglio che litighi con lui a causa mia!-
Eliza lo guardò per poi staccarsi da lui e prendergli le mani, stringendole leggeremente. -Johnny, sei il mio migliore amico da quando avevamo undici anni, se Alexander cosidera la nostra amicizia un ostacolo nella nostra relazione vuol dire che non è il ragazzo giusto per me-
-Liza...- Mormorò l'altro ritirando le mani e poi grattandosi la guancia, spostando lo sguardo verso il basso.
-Quindi, vuoi che glielo dico io o preferisci fare tu?-
John sospirò -Io immagino, però non me la sento di farlo subito-
Eliza sorrise -Ehy, va benissimo! Senti, ora devo correre in classe, ci si becca dopo!-
E gli diede una botticina con il fianco per poi correre via.

John sospirò di nuovo, non aveva tanta voglia di andare a lezione, sopratutto ora che si era ricordato che c'era anche Alexander nella classe della prima ora, ma sapeva che era un argomento che avrebbe dovuto affrontare prima o poi.
Prese un respiro profondo e si avviò a sua volta verso la propria aula. Sorrise quando vide il ragazzo in fondo alla classe accerchiato da Gilbert e Hercules, che sembravano cimentarlo sull'appuntamento con Eliza.
-Allora, Casanova com'è andata?- Domandò avvicinandosi al terzetto, cercando di sembrare il più interessato possibile.
-Ew! John anche tu adesso? E' da ieri che questi due  mi scassano!-
Hercules si mise a ridere. -Ehy Alex, perchè non parli pure a John di quanto siano belli gli occhi di Eliza?-
-Smettetela!- Alexander anche se cercava di non farlo vedere coprendosi con la mano, era già leggermente arrossato sulle gote
Gilbert gli mise il braccio attorno alla spalla. -Se questo nanetto si è fidanzato con una Schuyler c'è speranza per tutti!-
-M-Molto maturo Gil!-
-Dai ragazzi lasciatelo in pace poverino- 
John si mise in mezzo staccando i tre.
-Grazie John. Visto, almeno lui è parte!- Esclamò in modo quasi melodrammatico, nascondendosi dietro di lui, facendo ridere i due ragazzi più alti.
-Sono ore che vanno avanti così!-

Burr, seduto già al suo banco si girò infastidito. -Vi volete sedere voi tre? Sapete com'è il prof Franklin, non voglio un altra nota a causa vostra!-
Si sentì un -Guasta feste!- urlato da uno dei ragazzi, mentre tornavano al proprio posto.
-Ah, Alex!- John lo prese un attimo per il braccio per fermarlo.
-Mh?-
-Ti va di venire agli allenamenti? A-Avevi detto che ti avrebbe fatto piacere imparare il baseball, giusto?-
Alex sorrise. -Oh, certo, se sono libero verrò subito!-
-Ci conoto!-
John si morse il labbro notando che la frase gli era uscita dalla bocca con fin troppo entusiasmo, per poi tagliare il discorso con un gesto della mano verso il prof dalla porta che entrava e sedersi al suo posto.

Il professor Franklin era un uomo sulla sessantina, capelli stempiati e grigi e qualche chilo di troppo, oltre il fatto che a quanto pare il suo modo di vestire non aveva lasciato il 1930, con tanto di bastone da passeggio.
Però era anche uno dei migliori insegnanti della scuola. Insegnava scienze di solito, ma aveva anche una laurea in letteratura e storia.
Era bravo a spiegare e le sue lezioni prendevano bene quasi tutti gli alunni, certo, a volte faceva battute un po' troppo spinte, lasciando i ragazzini del primo anno scandalizzati, o la lezione si bloccava perché scoppiavano a ridere per minimo venti minuti.
Ma per quanto le lezioni del Professor Franklin fossero interessanti e per quanto scienze fosse una delle sue materie preferite, John non riusciva ad essere concentrato quel giorno.
Forse era stata la discussione con Eliza fatta prima o-
Scosse la testa, sapeva benissimo il perché.
Spostò lo sguardo dal libro al ragazzo con i capelli castani, Alexander stava scrivendo di continuo e il suo banco era strapieno di foglio, probabilmente metà della roba non era neppure collegata alla materia che stavano facendo ora.
John sorrise nel vederlo concentrato così su chissà cosa, ma nello stesso tempo poteva sentire una stretta allo stomaco.
Si chiedeva se Eliza avesse notato che anche lui provasse interesse per Alexander. Probabilmente no, le aveva detto un sacco di volte che non si sarebbe trovato un ragazzo prima dell'università, che non era interessato nell'uscire con qualcuno prima di allora e anche se fosse, Liza era una brava ragazza e lo aveva aiutato fin ora, se lo meritava un ragazzo, vero questa volta.
Non sapeva come sentirsi, era una cattiva persona se si era preso una cotta per il ragazzo della sua migliore amica? Magari non era neppure una cotta, sarebbe andata via con il tempo, non poteva mettersi in mezzo e rovinare tutto.
Al diavolo, non si sentiva bene, avrebbe saltato le prossime lezioni, doveva stare un po solo.

- - -

Le altre lezioni erano passate normalmente fino alla tanto attesa ora del club di dibattito, si sentiva una certa tensione nella stanza, tutti ormai avevano capito che tra Hamilton e Jefferson vi era solo odio, quindi vederli faccia a faccia mentre cercavano un compromesso per la causa comune aveva creato subbuglio.
C'era chi era letteralmente terrorizzato, Seabury aveva preso un rosario in mano quando li aveva visti entrare in classe, chi si voleva godere lo spettacolo e quasi sperava in una rissa (Dolley).

-...In breve vuoi rubarmi i crediti della mia idea.- Iniziò Alexander, poggiato contro la cattedra a braccia incrociate.
-Ho detto che voglio gestire io la cosa, è differente.- Rispose l'altro ragazzo con aria seccata, seduto sopra al banco più vicino, con accanto James. 
-Io e James gestiamo la cosa e tu te ne stai tranquillo. Ti metteremo i tuoi crediti, da qualche parte, se lo ricordo.-
Alex lo guardò male -Col cazzo che do in mano tutto a te! E poi c'è la fai a fare qualcosa senza James che ti faccia da segretaria?-
-Ehy, non coinvolgere James. Ti ricordo che a me se sta tua 'rivoluzione' funziona o meno non fa ne caldo ne freddo. Tu al contrario, hai bisogno del mio aiuto, quindi stai alle mie regole.-
-Sei tu che l'hai tirato in ballo! Dovrebbe essere una cosa cinquanta cinquanta tra noi due e basta, non serve che il tuo moroso si mette in mezzo con la gestione delle cose, non è che potrebbe fare comunque molto da un letto d'ospedale.-
Thomas cambiò espressione all'ultima frase di Hamilton scendendo dal banco avvicinandosi a passo svelto, ma Angelica per fortuna si mise in mezzo prima che succedesse qualcosa.
-Fermi fermi tutti e due! Siamo all'asilo?!- Sbottò separandoli, la ragazza era già porta a menare le mani se necessario.
Poi sbuffò -Siete due deficienti, già il fatto di volere gestire in due tutta questa cosa è da idioti. Facciamo così: Thomas, tu puoi farti aiutare da James, però mi unisco pure io ad Alexander così non c'è troppa pendenza. Se l'idea principale è che la gente da più retta a te che ad Alex perchè sei 'popolare', lo stesso vale per me, quindi non è un problema. Aelxander, tu cerca di tenere un po' a freno la lingua. Vi sta bene?.-

Ci furono qualche secondo di silenzio e poi si sentirono entrambi sospirare. 
-Va bene, va bene, basta che ognuno resti nella sua linea-
Angelica sorrise. 
-Bene! Ora, tornate a sedervi e pensiamo a cosa scrivere per convincere chi abbiamo perso a battersi per la causa!- la ragazza battè le mani, contenda di ave ristabilito la pace, anche se probabilmente momentanea, nella classe.




L'ora passò, così come quella del pranzo, e ora Alex era chiuso in  biblioteca, mentre continuava il suo progetto. 
Visto che vi erano ancora lezioni la stanza era quasi vuota, ma Alexander notò con la coda degli occhi qualcuno di famigliare. Prese i suoi fogli e si mise a sedere accanto al ragazzo.
-Ehy Aaron!- Salutò, cercando di attirare la sua attenzione.
Il ragazzo con i capelli rasati era seduto davanti uno dei pochi computer della biblioteca, che oltre a non essere più di sei, erano abbastanza vecchi. Questo sollevò appena il viso per poi fare un cenno all'altro per salutarlo. 
-Ehy-
Poi tornò concentrato su cosa stesse facendo.
Alexander poggiò la sua penna per sporgersi verso di lui.
-Che fai?- Domandò curioso.
Aaron sospirò, sapendo che il ragazzo non lo avrebbe lasciato in pace a meno che non gli avesse spiegato.
-Prima a mensa Th- La signorina Theodosia mi ha chiesto di aggiungerla su Facebook, così mi sto facendo un account.-
Alexander lo guardò -Ah, ecco perché non ti ho trovato, non hai neppure un account.-
-Non ho un pc a casa.- Spiegò il secondo
-P...Puoi connetterti anche da telefono eh.-
Aaron non disse nulla, per poi tirare fuori dalla tasca un telefono a conchiglia, che se veniva fuori dal 2007 era già tanto, con un espressione non molto contenta.
-Ah...Porca puttana, Aaron, benvenuto nel ventunesimo secolo eh!-
L'altro sbuffò. -Hai idea di come sia vivere con un prete di quasi ottantanni?-
-Guarda, sinceramente non voglio saperlo, immagino non hai neppure il Wifi in casa.-
Burr ridacchiò - "L'unica connessione che ti serve è quella con Dio, giovanotto" -
-Ewwh-
Alex poi sospirò. -Senti fatti dare una mano, prima che fai esplodere il computer, col cazzo che ne mettono uno nuovo poi.-
-Va bene, va bene- Burr sospirò spostandosi per lasciarlo fare.
-Allora, mi serve la tua E-Mail.-
-Non ho un E-Mail...-
Alexander sbuffò -Allora facciamo prima un E-Mail.-
Burr lo guardava mentre scriveva, era quasi ipnotico vederlo scrivere così velocemente senza che guardasse neppure i tasti.
-Comunque, non avevi lezione ora?-
- Lo stesso vale per te.-
-Sto...Sto saltando ginnastica, la odio- Sbuffò Burr
-Avrei ginnastica pure io, ma sto aspettando che John vada ad allenarsi, mi ha detto che mi insegnava a giocare a baseball.-
Aaron scosse la testa -Stai saltando attività fisica per fare altra attività fisica?-
-Ehy, non giudicarmi!-

I due stettero lì quasi un ora, sopratutto spesa con Alexander che doveva spiegare come funzionasse il social media ad Aaron e ad offendersi perché il ragazzo non accettava la sua amicizia, avrebbero fatto più in fretta se non si fossero messi a discutere ogni due minuti.

-Adesso mi lasci in pace e mi fai controllare la pagina di T-
-L'account.-
-...L'account di Miss Theodosia-
Burr cercò la ragazza per poi  e inviare l'amicizia.
Gli occhi del ragazzo brillarono quando questa fu accettata quasi subito e sentì Alex accanto a lui ridacchiare e dovette dagli una gomitata per farlo smettere.
-Scusami, ma ti ricordo che non te la darà eh-
-sta zitto!-
Sbuffò mentre controllava le foto della ragazza, fermandosi poco dopo.
Theodosia aveva fin troppe foto con un certo ragazzo, e i due parevano fin troppo intimi.
-Woops, come immaginavo. E' fidanzata.- Alexander alzò le mani come per dire un 'te l'avevo detto'. Burr cliccò un altra foto, iniziando ad alterarsi.
-E-Ehy magari non è il suo ragazzo sono solo amici o compagni di college o- 
Hamilton gli diede una pacca sulla spalla.
-Shhhh, shhh andiamo in caffetteria ti offro un gelato per tirarti su.-
-Non ho bisogno di essere tirato su!-
Alexander rise alzandosi dalla sedia e prendendo le sue cose.
-La rabbia è il secondo passaggio del lutto su cinque, sei già ad un buon punto-
L'altro fece un suono frustato mentre spengeva il computer per poi seguirlo.
-La pianti di prendermi per il culo?-
-Sto solo dicendo la verità...E comunque, anche se ha un ragazzo non vuol dire che puoi tastare le acque.-
-N-Non sarebbe giusto-
Hamilton sospirò poggiandogli una mano sulla spalla
-Senti, Miss Theodosia ci sta provando con te, mi pare che l'hanno capito pure i muri, fidati, non è una gentilezza da professoressa come si comporta con te, non lo fa con gli altri. 
Probabilmente però non vuole superare la linea, insomma, tu sei minorenne e lei è una professoressa. Magari con il suo attuale ragazzo va male, o magari ti trova solo carino, non lo so, ma ehy, che ti costa?-
Aaron si spostò, spingendolo via infastidito.
-Ci vediamo domani in classe Alexander-
-Oh, andiamo ora fai l'acido? Impara a prendere le occasioni in mano!-
-...Ci vediamo domani.-
Alexander lo guardò per poi salutarlo appena con un cenno, sospirando. 
-A domani Aaron.

Aaron roteò gli occhi, infilandosi le mani in tasca e camminando per la direzione opposta all'altro.
La faceva facile lui, certo, si era messo assieme con una Schuyler dopo due settimane che era lì, era figlio di uno dei professori, aveva il massimo dei voti e già era diventato popolare con tutti e aveva iniziato a gestire le cose a modo suo.
Non voleva ammetterlo, ma era palese che cominciasse ad essere invidioso.


----

-Alex, con tutto il permesso, ma fai pena.-
Ridacchiò John, guardando l'altro ragazzo mente questo provava a colpire la pallina con la mazza, ma in mezz'ora che erano lì non era riuscito neanche una volta. E John stava pure lanciando piano.
-Senti, io non ci ho mai giocato, ok?- Borbottò Alexander.
Il ragazzo con i capelli ricci scosse la testa per poi mettersi dietro di lui.
-La stai tenendo malissimo- Mormorò poggiando le mani sulle sue e sistemandogli la stretta.
-Mhh..-
-Ok, e poi devi muoverti così, devi usare anche le spalle e il torso.-
Alex annuì, anche se non era troppo concentrato in quel momento.
-...Me lo spieghi di nuovo?- Domandò poi, passandosi velocemente la lingua tra le labbra.
-Ok, allora, non è così difficile, devi piegare leggermente le ginocchia e-
-Pff, così sono ancora più basso e me la tiri sopra la testa.-
-Ehy! No che non lo faccio, sto cercando di insegnarti qui! Comunque, devi muovere tutto il torso, non solo le braccia. Dai riproviamo.-

John si staccò da Alex e tornò dall'altra parte, riprendendo in mano la pallina bianca con le cuciture rosse.
-Pronto?-
-Credo?-
Alexander annuì non troppo convinto, stringendo di nuovo la mazza e aspettando che John tirasse.
Come era successo fin ora però questa gli passò davanti al naso, colpendo la rete dietro.
-Strike!-
-O-Ok questa volta non è colpa mia, avevo il sole negli occhi!-
John rise avvicinandosi di nuovo. -Davvero?-
-Davvero!- 
Alexander sbuffò per poi vedere John togliersi il berretto e metterglielo sulla testa.
-Va meglio così?-
Alex spostò lo sguardo. -U-Uh, suppongo di sì-
Era felice di essere una schiappa negli sport, almeno John non poteva notare che fosse distratto da altro.
Insomma, John era un bel ragazzo, ed era normale che avesse ancora una cotticina per lui no?
Sì ora stava con Eliza, ma da un giorno, quindi non c'era nulla di male, giusto? Sarebbe andata via con il tempo probabilmente. Il fatto che John era bello, alto e atletico non era collegato, ne tanto mento il fatto che avesse le fossette quando sorrideva e il viso coperto di lentiggini e che era da quando lo aveva conosciuto che Alexander voleva provare a toccargli i capelli per vedere se erano davvero così morbidi come sembravano.
O il fatto che era sempre stato disponibile e gentile con lui in queste settimane e che nonostante fosse impegnato con il baseball lo avesse comunque aiutato con il club di dibattito. O che-

-Secondo Strike!-
La pallina questa volta lo colpì quasi in faccia e dovette sposarsi, facendosi quasi venire un infarto, visto che non stava dando attenzione per nulla.
John roteò gli occhi sbuffando, anche se sembrava non essere arrabbiato.
-Alex dai, impegnati un po di più!-
-Ah? Ah sì scusa!- Il ragazzo ridacchiò imbarazzato, grattandosi la punta del naso.
-Tranquillo, con calma, abbiamo ancora mezz'ora probabilmente.-

-Ehy Laurens! Hai intenzione di allenarti con noi o stai ancora lì a cazzeggiare con il tuo fidanzatino?!-
John roteò gli occhi di nuovo, innervosito questa volta, girandosi verso un terzo ragazzo, un tipetto moro e alto, ma visto che era magrolino dava più l'effetto di una marionetta che una persona atletica, che si avvicinava
. Alexander lo squadrò, che cazzo voleva il tipo?
-Fottiti Lee.- Borbottò John.
Il ragazzo con i capelli mori lo guardò male. 
-Io? Fottiti tu, solo perché sei il cocco del coach non vuol dire che puoi saltare gli allenamenti per pomiciare con il nuovo arrivato.-
-I-Io non sto pomic- Chi cazzo dice ancora pomiciando?! E senti, tu non comportarti come se hai un palo nel culo, se sei sempre in panchina è perché fai schifo, non è mica colpa mia.-
Il ragazzo moro lo spinse leggermente John. -Scusami se al posto tuo non mi sono messo a fare bocchini vari per farmi dare una posizione in squadra.-
-Senti, se sei invidioso perché fai cagare non posso farci nulla, cambia sport o cose del genere, coglione!- Rispose spingendo Lee più forte, palesemente irritato, facendolo sbattere contro il muretto. L'altro bofonchiò qualcosa mentre John si avvicinò ad Alex prendendolo per un braccio -Cerchiamo un altro posto...- Mormorò. Alexander si sentì un po' in imbarazzo nel non aver aiutato, ma era stato preso di sorpresa, ma John pareva veramente su di giri, probabilmente non era la prima volta che il ragazzo litigasse con quello lì.
-Chi è quello stronzo?- Domandò Alex seguendo John, cercando di fargli mollare la presa, visto che lo stava stringendo un po' troppo e gli stava facendo male l'avambraccio.
-Charles Lee, un coglione, lasciamo perdere, non ho voglia di litigare oggi.-

Cielo, era tutto il giorno che stava da schifo e ora Lee gli aveva rovinato pure l'unico momento bello della giornata.
John sospirò e gli lasciò il braccio. -Scusa non volevo tirare.- Borbottò sedendosi su una panchina. -Va bene se per oggi finiamo qui?-
Alex lo guardò poi annuì, sedendosi accanto a lui e passandogli il cappello.
-Oh, nono puoi tenerlo pure.-
O-Oh, non è quello ufficiale della squadra?-
-Ne ho altri.- Sorrise appena.
-Ah! Grazie allora.- mormorò l'altro, rimettendoselo in testa.
I due stettero in silenzio per un po'. Alex non sapeva bene come riprendere la discussione visto che l'altro sembrava turbato e John sapeva che doveva spiegargli di lui e Eliza, ma non se la sentiva.

-Umh, andiamo a prendere qualcosa da bere in caffetteria? Ho la gola secca.- 
Disse Alex dopo un un altro minuto di silenzio imbarazzante, sperando di recuperare il filo della discussione. John si limitò ad annuire, per poi accenargli un sorrisetto.
I due ragazzi si avviarono dentro la scuola, nella caffetteria per poi ordinare qualcosa da bere e sedersi ad uno dei tavolini. 
Fuori orario la mensa sembrava quasi spettrale, era enorme, semi vuota e rimbombava l'echo della poca gente che parlottava, assieme al rumore delle posate che venivano spostate e lavate dalle bidelle.

-Allora, come mai quel tipo c'è l'ha con te?- Domandò Alexander dopo un po, dando un sorso al caffè che teneva in mano.
-Non credo ce l'abbia specificamente con me, sarei incazzato pure io se in cinque anni che sono nel team il coach non mi avesse mai fatto giocare una volta. Immagino sia solo geloso della mia posizione.-
-Invidioso.-
-Mh?-
-Geloso si usa quando l'oggetto di interesse è qualcosa di tuo. L'invidia è per qualcosa che tu non puoi avere.-
John lo guardò sbattendo le ciglia per un attimo, per poi arricciare le labbra e scoppiare a ridere.
-C-Che ho detto?-
Il ragazzo con i capelli ricci scosse la testa, continuando a ridere per poi dagli una pacca sulla spalla.
-Nerd.-
-Ehy!- Alex arrossì leggermente. -Volevo solo correggerti.- 

Dopo quel momento la tensione che si era formata prima si era piano piano dissolta, e la discussione si era spostata su argomenti più leggeri, come film, serie tv, videogiochi e altre cose dei ragazzi della loro età.
-Come sarebbe a dire che non hai mai visto Star Wars?!- Sbottò John ad un certo punto.
-Dove vivevi, sotto una roccia?-
-Beh, quasi- ridacchiò Hamilton. - Comunque che senso ha vederli, bla bla il cattivo è il padre di Luke e la tipa è sua sorella, ormai sono così vecchi che so già tutto.-
-Al diavolo, uno di questi giorni io, te, Gil e Herc ci organizziamo e li vediamo tutti. A dicembre esce The Last Jedi, e col cazzo che vieni al cinema con noi impreparato.-
-Ok, ok- quanti sono?-
-Otto per ora.-
-Otto? Secondo te ho tempo di stare seduto sedici ore a vedere dei film?-
-Tu starai seduto sedici ore a vedere otto film e mangiare schifezze che ti piaccia o no, Hamilton.-
-Mi arrendo.- Sospirò l'altro, avrebbe dovuto sistemare tutta la sua agenda per quel giorno. Cielo parlava come qualche uomo d'affari adesso.

I due dopo un po dovettero alzarsi da l' visto che una bidella si era messa a gridargli contro, contando che erano un po' tanto fuori orario.
Si ritrovarono poco dopo davanti la scuola, continuando a parlottare tra di loro.

-Ehy Laurens, almeno potevi rimettere via le tue cose prima di andartene nel bel pieno degli allenamenti, uno è caduto sulla tua mazza e quasi si è ammazzato.-
Charles era tornato dai due, al contrario di John non indossava più la divisa da baseball, ma i suoi vestiti normali lo facevano sembrare ancora più mingerlino.
 O uscito fuori dal 2005, l'undercut dei capelli non aiutava certo.
Alexander cercò di mettersi in mezzo questa volta, ma John lo bloccò mettendogli una mano davanti. per poi guardare infastidito Lee, anche se doveva ammettere che questa volta aveva ragione.. -Scusa, scusa, ora vado a raccattarle.
-Ci ho già pensato io.- Rispose l'altro in modo secco.
-Starò attento la prossima volta, ok? Ora non rompere più-
-Nessuna prossima volta! Abbiamo una partita tra poco, magari a te non te ne frega un cazzo, ma io ci tengo, se perdiamo solo perché devi cazzeggiare e la volta buona che prendi botte Laurens. Ringrazia solo che oggi non c'era il coach-
-Pff, se ci tieni tanto magari smettila di far schifo e impegnati. Andiamo Alex-
Alexander annuì non tanto sicuro, allontanandosi.
Meglio finirla pacificamente o sarebbero finiti nei guai tutti e due.
-Ehy Hamilton, quanto tua madre per un bocchino?!-
O forse no.
-Come scusa?!- Alex si girò di nuovo verso Lee, avvicinandosi.
John impallidì il secondo che vide il ragazzo stringere il pugno, cercando di prenderlo per la maglietta prima che facesse qualcosa di stupido.
 -Alex, Alex aspetta!-
Ma ormai il più basso era partito in quarta, tirando predendo Lee per il colletto e tirandogli un pugno sul naso.
-Che cazzo hai detto?! Ripetilo se hai coraggio!-
Lee fu preso un po alla sprovissta, piccoletto com'era non si aspettava che alzasse le mani. 
-Tua madre, che prezzi ha? Vende pure il culo?- ridacchiò tirando su con il naso, che si era messo a sanguinare leggermente, per poi bloccare il polso dell'altro prima di poter essere colpito di nuovo.

-Ehy! Che succede qui?!-
Una voce fin troppo famigliare fece rizzare i peli del collo di Alex, che mollò subito Charles, allontanandosi.
-S-Signor Washington!- Esclamò alzando la voce quasi di un ottava.
-N-Nulla! Non sta succedendo nulla!-
L'uomo era appena uscito dalla scuola, quindi aveva avuto in piena vista la scena, e non sembrava troppo contento. 
Si strinse il ponte del naso con le dita e sospirò. 
-Siete fortunati che sono io e non un altro insegnate o peggio ancora Kingstone, o stareste stati tutti e tre espulsi su due piedi. Per questa volta avete solo una nota sul registro, ma che non veda più una scena simile, capito?!-
-G-Grazie Sir.- Mormorò John.
-Niente ringraziamenti. Lee, vai in infermeria a farti mettere del ghiaccio su quel naso, stai sporcando per terra. Laurens, vatti a cambiare e fila a casa, le lezioni sono finite da un ora. Alexander, tu vieni con me.-
Il ragazzo deugletì, e si girò un secondo verso John, questo serrò i denti e fece un gesto con la mano, che Alexander non capì se fosse un 'buona fortuna', un 'pregerò per te' o un 'verrò a fare visita alla tua bara domani'.
Fatto sta che Alexander dovette seguire Washington per il parcheggio della scuola, e cielo furono i due minuti più lunghi della sua vita. 
Il ragazzo arrivati all'auto fece per sedersi dietro, ma l'uomo lo guardò male. Sospirò e cambiò posto davanti, sedendosi accanto a lui.
Si sentiva lo stomaco in subbuglio e già il suo cervello era partito con le peggiori possibilità, sarebbe tornato a Nevis? Non era la prima volta che veniva rimandato lì. Ma non voleva tornare a Nevis, si era fatto degli amici, aveva una ragazza e  poi quel posto era orribile non c'era acqua o riscaldamento o elettricità ed era umido e si ammalava sempre e-
-Alex.-
La voce di George lo fece riprendere e solo ora si era accorto che si stava trattenendo il respiro da una manciata di secondi e dovette riprendere aria..
-Alex, mi spieghi che è successo? Non mi sembri il tipo che alza le mani così-
Alexander deugletì. -Lee ha insultato mia madre, c-cioè il lavoro di mia madre e-e sono andato nel panico. E-E-
Washington osservò il ragazzino e gli poggiò una mano sulla spalla. 
-Alexander- -
-Non toccarmi!- strillò l'altro indietreggiando nel poco spazio del sedile, prendendo di sorpresa l'uomo, che ritirò subito la mano.
-Tranquillo, tranquillo non ti tocco più. Cerca solo di respirare.-
Alex annuì, tirando su con il naso.
George aspettò un paio di minuti, mettendo in moto l'auto e uscendo dal parcheggio, iniziando a guidare.
-C'è la fai a parlare ora?- Domandò poi, Alex annuì.
-Mhmh-
-Bene...Ecco, io e Martha abbiamo parlato in questi giorni, stai facendo tanto a scuola, ma non vorremmo che tu ti spingesti troppo.-
-S...sto bene, mi piace fare lezioni extra e i club, davvero, non sto facendo troppo e-
-Fammi finire. Ecco, so che ti piace lavorare, ma io e Martha vorremo che tu almeno una volta alla settimana vada da un esperto.-
-U...Uno psicologo?- Domandò il ragazzino un po' incerto.
-Mhmh, potrebbe prescriverti dei calmanti, so che fai le notti in bianco, e magari dei permessi per uscire prima dalla classe in caso le cose a scuola diventino troppo pesanti, insomma, i professori potrebbero chiudere un occhio se cose come oggi ripretino.-
-N-Non voglio un pass speciale o cose simili- N-non ho problemi di quel genere.-
-Alex, so cosa intendi, ma devi metterti il cuore in pace, quello che hai passato non è uguale a quello dei tuoi compagni di classe, e quello che è appena successo ne è la prova. Senti, facciamo una prova, se non ti piace faremo a modo tuo, ok? E in ogni caso ne io, ne Martha ne Gilbert ti tratteremo in modo diverso. ne tanto meno i tuoi amici, anzi, se non te la senti non devi neppure dirglielo.- 
Alexander ci pensò un po, per poi sospirare. 
-Ok immagino...-
L'uomo sorrise e gli arruffò i capelli.
 -Perfetto...Ascolta, se non lo dici a tuo fratello e a Martha, andiamo a mangiarci una pizza e vedere un film adesso, ok?-
Il ragazzo ridacchiò.
 -Ok-
  
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