Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |      
Autore: angelo_nero    05/05/2018    2 recensioni
Cosa succede se in una sera di fine estate, Evelyn e famiglia (Personaggi contenuti all'interno della mia storia "Life-Vita") piombassero alla Capsule Corporation e coinvolgessero o sui abitanti in un gioco abbastanza idiota quale "Obbligo e verità"?
Da testo:
"- Con chi hai fatto il miglior sesso della tua vita: con il tuo ex Yamcha o con tuo marito Vegeta?- sparò senza filtri la castana.
Yamcha si strozzò con il proprio drink, Uryasil fece una faccia schifata, Tarble desiderò di scomparire, Marco rise sotto i baffi e Vegeta era indifferente. Come al solito.
La scienziata ci pensò per qualche secondo, scavando a fondo nei propri ricordi e comparando tutti i rapporti che aveva avuto con i due uomini. Non era una domanda facile.
- Scommetto quello che vuoi che dice Vegeta.- sussurrò Marco all’orecchio della consorte.
Evelyn lo scacciò come fosse una mosca, curiosa come una bambina attendeva con trepidazione la risposta dall’amica."
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sul divano della grande casa a cupola, si rilassava facendo zapping tra i programmi serali. Vegeta detestava la televisione terrestre, non c’era mai niente di interessante e si chiedeva continuamente come facessero i terrestri a passare le ore lì davanti. A parte la possibilità di giocare ai videogame, la trovava abbastanza inutile. Eppure, dopo un’abbondante cena, gli piaceva stravaccarsi sul comodo sofà e girare i canali, senza degnare particolare interesse a nessuno di essi. Ormai era un’abitudine, una delle tante perse da quando aveva messo piede per la prima volta in quella casa.
Bulma, seduta al suo fianco, non era molto interessata a ciò che stava facendo, piuttosto la sua attenzione era calamitata ora dal portatile che teneva sulle gambe incrociate, ora dal profilo sexy del compagno. Voleva terminare quella relazione prima di andare a letto per poterla consegnare il giorno dopo ma la sua attenzione si spostava troppo spesso sul viso di Vegeta, distogliendo i suoi pensieri dal lavoro. Lo sapeva che non doveva lavorare accanto a lui eppure si ostinava a farlo per godere della sua vicinanza e del suo profumo, che inspirò a pieni polmoni guadagnandosi un’occhiata di sottecchi dal diretto interessato.
Si stiracchiò massaggiandosi poi il collo indolenzito dalla scomoda posizione. Lanciò un’occhiata alle sue spalle per dare una controllata a Trunks e Bra che si intrattenevano chi con il Ds e chi con degli animali peluche. Per fortuna i suoi figli erano abbastanza autonomi da permetterle di non starli sempre a controllare.
- Trunks?-
Il bambino sollevò la testa dal videogame e rimase in ascolto di cosa la madre avesse da dirgli.
- Dai un’occhiata a tua sorella di tanto in tanto. Non vorrei distruggesse qualcosa.-
Trunks annuì e, quando la madre si voltò, tornò a concentrarsi sul suo gioco tenendo però un orecchio teso in direzione della sorella: sia mai che la bimba combinasse guai.
I robot domestici alle loro spalle mettevano in ordine l’enorme quantità di stoviglie provocate dall’insaziabile appetito dei Saiyan presenti. E in tutto questo Bra ancora non mangiava cibo completamente solido.
La routine di ritrovarsi tutti insieme nella stessa stanza, pur senza rivolgersi la parola, dopo cena si era instaurata ai tempi antecedenti ai fatti di Majin Bu, con Trunks di pochi anni che voleva ad ogni costo seguire come un’ombra il padre e Bulma che tentava di far passare loro del tempo assieme nonostante il principe fosse un po’ reticente ad occuparsi del figlioletto. Una sera Bulma gli si era semplicemente seduta accanto, mentre lui faceva zapping senza un reale interesse. Trunks si era seduto sul tappeto davanti al divano e si era messo a giocare con un trenino senza fiatare. Siccome nessuno gli diceva niente e non pretendeva nulla, lui non li aveva scacciati, dando il via a un piccolo spiraglio di normalità.
L’azzurra prese un sorso di tè mentre rileggeva con cura ciò che aveva scritto, correggendo errori di battitura e sintassi.
Il campanello suonò in quel momento, attirando l’attenzione di tutti, tranne di Vegeta che neanche si scomodò a voltare la testa.
Bulma si chiese chi potesse essere a quell’ora, non aspettava nessuno in particolare. Il campanello suonò ancora con insistenza, quasi chi vi fosse oltre la porta fosse impaziente di manifestare la propria presenza.
- Chi è?- chiese Uryasil spuntando dalla cima delle scale con Tarble al seguito.
- Non ne ho idea.- le disse l’azzurra alzandosi all’ennesimo scampanellio.
Poggiò i piedi nudi sul pavimento in marmo e corse verso la porta, infastidita dal continuo suonare di quel campanello. Si disse che lo avrebbe sostituito con qualcosa di meno squillante.
Aprì la porta e si ritrovò davanti la faccia contrariata di Evelyn, che reputava l’attesa fin troppo lunga.
Alle sue spalle Marco le sorrideva cordiale e Keiko attaccata alla sua gamba, che la salutò un po’ timida.
- Dove diavolo eri? Perchè ci hai messo tanto ad aprire?-
Bulma si fece da parte per far entrare l’allegra famigliola e lanciò uno sguardo perplesso all’amica che l’aveva rimproverata.
- Scusa se non ero qui davanti ad aspettare la tua venuta. Una chiamata no?-
Evelyn fece un gesto sbrigativo con la mano, come a dire che non ce n’era bisogno. Ovvio perché piombare a casa della gente era una cosa logica e naturale.
Bulma scosse la testa e richiuse la porta, seguendo Marco che era già arrivato in salotto.
- Vegeta.- lo salutò semplicemente il terrestre dagli occhi di smeraldo.
Il Saiyan gli rispose con un leggero movimento del capo, distogliendo l’attenzione dall’elettrodomestico.
Keiko si era già precipitata da Trunks, incuriosita dal gioco che teneva tra le mani. I due bambini si passavano quasi sei anni ma avevano gusti abbastanza simili, i videogiochi li accomunavano.
Evelyn salutò con la mano Uryasil e Tarble ancora affacciati sulla cima delle scale, poi si accomodò nella poltrona di fianco al divano.
La combriccola si mise a chiacchierare del più e del meno, nel frattempo anche i due fratelli Saiyan si unirono a loro facendo le dovute presentazioni.
- Wow, Vegeta ha anche un fratello. Vi assomigliate ben poco sapete?- commentò Evelyn osservando il timido Tarble seduto di fianco alla sorella sul tavolino di fronte al televisore.
Il Saiyan ridacchiò in imbarazzo confessando che non era la prima persona che gli diceva una cosa simile.
Poco tempo dopo, furtivo come il peggiore dei ladri -dato che aveva il passo di un elefante e urtava qualsiasi cosa incontrasse –, Yamcha cercò di raggiungere la cucina passando per il salotto senza farsi scoprire, e coinvolgere in una conversazione che sapeva sarebbe finita a suo sfavore, dai sei adulti seduti lì di fianco. Purtroppo l’essere furtivo non era una sua caratteristica e, tempo due minuti, in cui aveva già sbattuto contro una sedia e contro il muro, Evelyn lo richiamò facendolo sussultare.
-Perchè non vieni a sederti con noi? -
Yamcha provò a declinare l’invito con una scusa ma Evelyn, aiutata inaspettatamente da Uryasil, lo trascinò in mezzo a loro e il poverino si ritrovò seduto di fianco a Tarble che, in un certo senso, lo compativa.
- Che ne dici di offrirci qualcosa, padrona di casa?- la canzonò Evelyn.
Bulma sorrise all’amica. - Cosa vorresti? Alcolico? Analcolico?- disse smanettando con lo smartphone.
-Alcolico ovviamente. - le rispose senza pensarci mezzo secondo.
- Cinque drink alcolici e due bibite analcoliche. - comunicò Bulma al suo smartphone che passò il comando ai robot ancora impegnati a sistemare.
- Anche io voglio qualcuno che esegua ogni mio comando.- si lamentò la castana.
Siccome non aveva idea di quanto reggessero l’alcol Uryasil e Tarble, e l’idea di due Saiyan ubriachi non l’allettava, aveva preferito prendere loro qualcosa di meno forte.
Le due coppie parlottavano un po’ di tutto, o meglio, Bulma e Evelyn parlavano tra loro e gli altri ascoltavano annoiati.
Uryasil guardò il fondo del proprio bicchiere, ormai vuoto, annoiata. Avrebbe preferito allenarsi o giocare con Trunks ai videogame.
- Che ne dire di fare un gioco?- propose di punto in bianco Evelyn notando che l’atmosfera festosa si stava pian piano spegnendo.
La guardarono tutti incuriositi.
- Che tipo di gioco?- le chiese Bulma un po’ preoccupata da cosa potesse tirare fuori l’amica.
- Obbligo e verità. - annunciò la donna sorridendo in modo poco rassicurante.
Bulma e Marco alzarono gli occhi al cielo, erano forse tornati al liceo? Quel gioco era vecchio come il cucco e non credeva fosse adatto a una serata tra adulti, tra cui c’erano anche degli alieni.
- Dai, dai comincio io!- propose Evelyn saltellando impaziente sul posto.
Squadrò i presenti con attenzione posandosi un dito sul mento mentre nella sua mente si formavano le domande più disparate da porre al primo malcapitato che le fosse capitato a tiro.
- Uryasil!- urlò facendo sobbalzare la giovane Saiyan. - Obbligo o verità?-
La giovane donna battè le palpebre confusa, non conosceva quel gioco e non aveva idea di cosa dovesse rispondere.
- Uhm… Obbligo?- disse porgendo quasi una domanda alla sua interlocutrice.
Evelyn ci pensò su qualche secondo.
- Devi tirare un pugno a tuo fratello.- annunciò poi.
- Quale dei due?- chiese di rimando indicando i due maschi.
Evelyn scrollò le spalle. - Hai preferenze?-
Uryasil guardò prima Tarble poi Vegeta, di nuovo Tarble e ancora Vegeta. Alla fine il suo sguardo si posò sul minore dei due fratelli e tirò indietro il braccio per caricare il pugno. Ma il colpo non arrivò mai. La ragazza aveva ben pensato di distrarre il suo obbiettivo facendogli credere che avrebbe colpito l’altro, purtroppo Vegeta era molto più scaltro di lei e aveva bloccato il suo pugno a pochi centimetri dalla sua faccia. Uryasil si imbronciò.
- Non è giusto.- borbottò.
- Ha detto di tirare un pugno, non che avrei dovuto lasciarmi colpire.- disse il principe lasciando andare la mano della sorella.
Evelyn sorrise, pregustando la piega che avrebbe preso il gioco.
- Tocca a te, Uryasil. Scegli qualcuno!-
La Saiyan squadrò le sue prede concentrandosi per scegliere chi meno volesse essere coinvolto: Evelyn fremeva di gioia, Vegeta sembrava annoiato, Bulma la guardava sorridente, Marco e Tarble erano neutrali mentre Yamcha sembrava visibilmente spaventato dalla possibilità di essere scelto. Moriva dalla voglia di umiliare quell’umano che suo fratello sembrava odiare tanto ma la sua scelta ricadde su qualcosa di più interessante.
- Bulma.-
E Yamcha tirò un sospiro di sollievo, l’aveva scampata per quella volta.
- Obbligo o verità?-
- Verità.-
- Tu e mio fratello siete sposati anche nella maniera Saiyan o solo in quella terrestre?- chiese di getto.
L’attenzione fu immediatamente spostata sui due coniugi e Vegeta alzò gli occhi al cielo chiedendosi da quanto tempo sua sorella volesse chiedergli quella cosa.
Bulma spostò di poco il collo della t-shirt che indossava e le mostrò il segno del morso che Vegeta le aveva lasciato anni prima.
- Come puoi vedere, anche nella maniera Saiyan.- le rispose mostrandole anche la fede dorata che le brillava sul dito.
- Carina la cicatrice.- le disse Marco quasi prendendola in giro.
- Ehi.- lo ribeccò il Saiyan più grande al quale il terrestre rispose alzando le mani come a dire “sto scherzando”.
- Io lo trovo un gesto molto romantico invece. Un po’ primitivo ma romantico.- confessò Evelyn.
Bulma sorrise sistemandosi la maglietta, anche lei la pensava come Evelyn soprattutto perché sapeva cosa si celava dietro quel piccolo segno.
- Prima o poi devi spiegarmi questa cosa.- disse Marco al principe guerriero.
Vegeta accennò una smorfia ma annuì, di quel terrestre si fidava.
Bulma aveva già iniziato ad osservarsi intorno per scegliere la sua vittima.
- Marco, obbligo o verità?-
- Obbligo ovviamente.- disse sicuro di sé seduto scomposto di fianco a Vegeta sull’enorme sofà.
Bulma prese quella sicurezza come una sfida e il suo cervello iniziò ad elaborare vari metodi per fargli pagare la strafottenza che aveva stampata in faccia: essere amico di Vegeta lo stava trasformando in una sua copia umana.
Incrociò le braccia e si appoggiò allo schienale mentre continuava a vagliare tutte le possibilità che le si presentavano.
- Andiamo Bulma, non abbiamo tutto il giorno.- la incalzò il terrestre.
- Ce l’ho.- disse sporgendosi dallo schienale per guardarlo in faccia. - Ti obbligo a farti colpire da Trunks.-
Marco sussultò e si chiese se dovesse temere per la sua vita, non conosceva la reale forza del mezzosangue e non aveva idea di quanto potesse essere forte un suo colpo, anche leggero. Deglutì e si fece forza, quanto poteva fargli male un bambino di dodici anni?
Bulma richiamò il figlio che, riluttante, mollò il Ds nelle mani dell’amica più piccola pregando che non gli cancellasse accidentalmente qualche salvataggio.
- Cosa c’è?-
Bulma gli sorrise. - Devi colpire Marco. Senza fargli troppo male ovviamente.-
Trunks la guardò confuso e stupito da quella richiesta. Di solito era lei che gli diceva di non colpire gli esseri umani, neanche con il minimo della forza.
- Perchè?- chiese il ragazzino.
- Un gioco.-
A quel punto il ragazzino alzò le spalle e si spostò davanti al terrestre, lo guardò negli occhi smeraldo e vi lesse una punta di paura. Si chiese quanto poteva resistere a un suo colpo.
- In piedi. Se devo colpirti voglio che tu sia in piedi davanti a me.- ordinò categorico.
Evelyn alzò le sopracciglia stupita da quell’atteggiamento così duro, il sangue Saiyan che scorreva in quel bambino faceva capolino facendolo comportare come il padre.
Yamcha si disse di non voler trovarsi al posto di Marco per niente al mondo, conosceva la potenza di Trunks ed era sicuro che anche un suo piccolo spostamento d’aria avrebbe potuto scaraventarlo dall’altra parte del pianeta.
Bulma osservava la scena sorridente e Vegeta fissava il figlio senza cambiare espressione.
- Ti prego, evita di colpirmi in viso. Con la faccia ci lavoro.- gli disse l’uomo alzandosi.
- Manco fossi un modello.- lo canzonò la moglie.
- Guarda che questo bel faccino è il volto dell’azienda, non vorrei mai che venisse contaminato.-
Trunks non ascoltò molto ciò che disse ma rispettò la sua richiesta, evitando di mirare al volto.
- Pronto?- gli chiese con la stessa faccia con cui avrebbe chiesto se avesse fame.
- Eh? Sì.-
- Trunks non me lo uccidere, mi serve ancora.- disse ridacchiando la donna dai capelli castani.
Marco fece il verso alla moglie distraendosi dal suo “avversario” e si ricordò di lui solo quando un dolore lancinante gli pervase l’addome, punto in cui il pugno del ragazzino si era scontrato con il suo corpo. Gli tolse il fiato.
- Cazzo.- esclamò in un verso strozzato tenendosi il punto dolorante. - Avevamo concordato che avresti fatto piano.-
Trunks battè le palpebre. - Non ho usato neanche il 3% della mia forza.- confessò all’uomo piegato in due.
- Cosa? Piccola peste quanta forza hai?-
Il piccolo mezzosangue alzò le spalle e tornò al suo posto, constatando con sollievo che la piccola umana non aveva cancellato nulla e che la sorella continuava a giocare tranquilla con i suoi pupazzi.
Marco tornò a sedersi con fatica, tenendosi con entrambe le mani l’addome. Gli aveva fatto veramente male! E per fortuna che gli avevano detto di fare piano. Ogni respiro gli provocava fitte lancinanti.
- Questa me la paghi Bulma.- minacciò con un filo di voce.
Bulma gli sorrise e fece il segno di vittoria con le dita. Forse aveva esagerato un po’ ma l’amico non avrebbe portato rancore.
- Ora tocca a me.- disse guardando i presenti. - Tarble. Obbligo o verità?-
- Verità-
- Sei sposato o hai una compagna?-
Domanda innocente, Uryasil ed Evelyn ci rimasero male.
- Sono sposato.- rispose il Saiyan con un sorriso.
Marco gli fece un gesto con la mano che stava a significare che era il suo turno, prima di sprofondare dolorante nel divano.
Il Saiyan scelse la sorella e, quando lei gli rispose obbligo, le chiese semplicemente di fare una piroetta su se stessa provocando le risatine nei presenti.
Il giro continuò e arrivarono anche le bevande che scaldarono l’animo ai presenti, oltre a togliere qualche inibizione a chi ingerì l’alcol.
Toccò di nuovo ad Evelyn e la donna posò il proprio bicchiere di fianco a sé prima di scegliere la sua vittima.- Bulma. Obbligo o verità?-
- Verità.-
- Hai paura che ti faccia fare qualcosa di strano?- la provocò l’altra.
L’azzurra alzò le spalle invitandola a proseguire con il gioco.
- Con chi hai fatto il miglior sesso della tua vita: con il tuo ex Yamcha o con tuo marito Vegeta?- sparò senza filtri la castana.
Yamcha si strozzò con il proprio drink, Uryasil fece una faccia schifata, Tarble desiderò di scomparire, Marco rise sotto i baffi e Vegeta era indifferente. Come al solito.
La scienziata ci pensò per qualche secondo, scavando a fondo nei propri ricordi e comparando tutti i rapporti che aveva avuto con i due uomini. Non era una domanda facile.
- Scommetto quello che vuoi che dice Vegeta.- sussurrò Marco all’orecchio della consorte.
Evelyn lo scacciò come fosse una mosca, curiosa come una bambina attendeva con trepidazione la risposta dall’amica.
Passarono diversi secondi in cui scese il silenzio e gli occhi di tutti si puntarono sull’azzurra, ancora intenta a ricordare, o probabilmente a tenere la tensione di tutti alle stelle.
Yamcha era combattuto: da una parte sperava dicesse il suo nome, per avere una sorta di rivalsa nei confronti del Saiyan, ma dall’altra sperava che non lo facesse, sia per una questione di amor proprio -di sicuro Vegeta lo avrebbe ucciso nell’altro caso -, sia per una questione di realtà. Se la donna sarebbe veramente stata così bene con lui in quell’ambito, di certo non sarebbe caduta nelle braccia di Vegeta. Deglutì a fatica e rimase in attesa del verdetto.
- Credo… anzi, sono sicura al 100%, che sia Vegeta.- rivelò alla fine Bulma.
La faccia di Uryasil si fece ancora più schifata, Tarble rise imbarazzato, Yamcha riprese a respirare, Evelyn sorrise soddisfatta, Marco mormorò un “te lo avevo detto” e Vegeta fece di sottecchi un ghigno compiaciuto.
- D’accordo, uno a zero per Vegeta.- asserì la castana poggiandosi allo schienale della comoda poltrona. - Tocca a te.-
Bulma puntò i suoi fari azzurri sul marito che, sentendosi osservato, si voltò a guardarla.
- Che vuoi?- brontolò.
La donna al suo fianco sorrise a trentadue denti. - Obbligo o verità?-
Il Saiyna sbuffò. - Obbligo.-
- Ti obbligo a farti colpire da tua sorella.-
Il viso della Saiyan si illuminò e Vegeta sbuffò contrariato, quel gioco non gli piaceva per niente.
Uryasil si scrocchiò le dita, pregustandosi il momento e ridacchiò in una maniera che mise i brividi a Tarble. Vegeta la guardava sfidandola: non l’avrebbe mai colpito, ne era sicuro. Aveva troppo rispetto per lui per farlo.
- Sai, fratellone, era da tanto tempo che volevo farlo ma tu eri sempre troppo più forte di me.- confessò la ragazza con una luce sinistra negli occhi.
- Muoviti, Uryasil, altrimenti...-
Il pugno, stavolta privo di guanti, si scontrò con la mascella del Saiyan più grande prima che potesse finire la frase. Non era poi chissà quanto forte, la sorella aveva ben pensato di trattenersi un po’, quel po’ che bastava a non scaraventarlo fuori dalla stanza ma che gli avrebbe fatto male.
Vegeta rimase sorpreso dal coraggio della sorella e dalla forza che aveva usato per colpirlo. Gli aveva fatto male. Si voltò verso di lei lentamente, fissandola dritta negli occhi. Si massaggiò il punto colpito e catturò con il dito la goccia di sangue che gli era sfuggita dal labbro.
- Complimenti sorellina. Ma non la passerai liscia.-
Uryasil fu percorsa da un brivido e tornò al suo posto.
- Tocca te.- gli disse senza far trasparire la paura che l’aveva avvolta.
Il Saiyan puntò immediatamente le sue iridi d’ossidiana in quelle scure dell’ex predone del deserto.
- Yamcha. Obbligo o verità?-
Il guerriero terrestre, a cui tremavano le ginocchia, faticava a mantenere lo sguardo tagliente del principe e pregò che non dovesse rimetterci qualche osso. Forse era meglio scegliere la verità.
- V-verità.- rispose con un filo di voce.
Il Saiyan rimase deluso, non aveva idea di cosa chiedergli. Non gli interessava nulla di quel terrestre, avrebbe preferito affibbiargli un obbligo umiliante.
Evelyn andò in suo soccorso, entrando nella “danger area” come la chiamava Bulma, ossia nell’area attorno al Saiyan inferiore a due metri, sussurrandogli all’orecchio qualcosa che lo fece ghignare in un modo che spaventò Yamcha.
- Ehi non vale!- protestò senza che nessuno gli diede retta.
- Quanto reputi di essere idiota a uno a dieci?- chiese il principe.
Il terrestre abbassò la testa sconfitto e rispose – Dieci- con un filo di voce, guadagnandosi la compassione di Tarble che gli diede delle pacche sulle spalle per consolarlo.
Il tempo passò veloce mentre continuavano a giocare come liceali, ridendo di gusto per gli obblighi umilianti e le domande imbarazzanti. Uryasil ed Evelyn erano le peggiori: si divertivano ad umiliare il povero Yamcha e sparare domande imbarazzanti agli altri, pretendendo risposte dettagliate. Vegeta si limitava a passare il turno di continuo, annoiato da quel gioco che reputava stupido mentre Marco macchinava un modo per farla pagare alla sua “cara amica” dai capelli azzurri, che aveva avuto la bellissima idea di farlo picchiare dal figlio. Il dolore gli rimbombava nel cervello e il suo addome protestava ad ogni movimento, il giorno successivo avrebbe avuto un livido grosso come una casa. Avrebbe dovuto rinforzare gli addominali in palestra.
I bicchieri vuoti furono sostituiti da altri pieni, i drink pieni d’alcol facevano perdere pian piano le inibizioni di Evelyn, come se già non fosse disinibita, e a Bulma che iniziarono a farsi la guerra a suon di obblighi.
- Uryasil sta a te!- la incoraggiò Evelyn sorseggiando un angelo azzurro.
La Saiyan, che aveva già torturato Yamcha per tre volte, decise di cambiare vittima e scelse Marco. Così, tanto per rompere il ghiaccio e fare amicizia.
- Marco, obbligo o verità?-
- So già che me ne pentirò ma scelgo obbligo.-
- Ti obbligo… a farti colpire da mio fratello Vegeta.- buttò giù senza pensarci.
Il terrestre non la prese proprio a meraviglia: - Ehi, mi avete preso per un punchingball per Saiyan? Sono un umano anche io!-
- Dai, dai un gioco è un gioco! Tanto non ti ammazzerà, vero Vegeta?- lo rassicurò l’azzurra ridacchiando.
Il Saiyan alzò le spalle, si era praticamente stravaccato sul divano, posando i piedi sul tavolino davanti a lui e ficcando le mani nelle tasche. Era riluttante ad alzarsi, stava comodo.
Evelyn tirò in piedi il marito tirandolo da un braccio, ignorando le sue proteste e borbottii riguardanti il dolore che ancora percepiva. Lo trascinò fino al centro della stanza, lontano da mobili ed ostacoli vari. Vegeta li raggiunse qualche secondo dopo, senza togliere le mani dalle tasche.
Si piazzarono uno davanti all’altro ed Evelyn tornò al proprio posto.
- Ti prego non uccidermi.- disse tra lo scherzoso e il serio.
- Tranquillo.-
- Al massimo ci sono le sfere. - aggiunse Bulma facendo ridere Evelyn e guadagnandosi un’occhiataccia da Marco.
Vegeta attese che l’uomo tornò a prestargli attenzione. Quando accadde indugiò qualche secondo, meditando sul quantitativo di energia da usare per non fargli troppo male.
- Posso pararmi?- chiese speranzoso.
Le tre donne si guardarono ed annuirono. Potevano concederglielo.
Marco si mise in posizione di difesa, portando le braccia vicine al volto ed allargando leggermente le gambe per mantenere l’equilibrio.
Vegeta osservò i suoi movimenti rimanendo immobile, che l’uomo di fronte a lui praticasse qualche sport da combattimento era palese.
- Quando vuoi.-
Il Saiyan annuì e rimase ancora qualche secondo immobile. Poi, velocissimo, tirò un calcio all’altezza dell’avambraccio del suo amico colpendolo con forse troppa forza, dato che lo scaraventò addosso allo schienale del sofà, spostandolo di qualche centimetro in avanti.
- Che c’è? Mi sono trattenuto.- si difese quando lo sguardo contrariato della consorte lo trafisse.
Marco si rialzò, dolorante ma integro. Giurò di non aver visto il colpo arrivare, però lo aveva sentito forte e chiaro. Il Saiyan non aveva neanche tirato fuori le mani dalle tasche! Quando diavolo erano forti?
- Okay, per oggi basta prove di forza umani vs Saiyan.- asserì Marco tornando a sedersi e a sorseggiare il suo drink.
I bambini giocavano per conto loro, senza prestare alcuna attenzione agli adulti – che si stavano comportando peggio di loro -. Giusto Trunks lanciò un’occhiata alla combriccola per assicurarsi che nessuno si fosse fatto troppo male.
Vegeta tornò a sedersi, si disse che alla fin fine quel gioco non era poi male. Sotto sotto si stava divertendo, la compagnia era quantomeno sopportabile e i drink non erano malaccio. Forse poteva sopportare ancora per qualche ora. Sorseggiò il suo cuba libre godendosi il balletto improvvisato del fratello, obbligato da Marco.
Lanciò un’occhiata al figlio maggiore, controllando che fosse tutto apposto. Incrociò i suoi occhi blu e gli chiese silenziosamente se fosse tutto ok. Il ragazzino gli fece il pollice in su e lui tornò a prestare attenzione ai suoi coetanei, più o meno.
- Tocca a me!- urlò Evelyn saltando su dalla poltrona. Puntò il dito sul Saiyan dai capelli a fiamma e, con ancora la cannuccia in bocca, gli chiese: - Obbligo o verità?-
- Obbligo.- rispose senza troppa convinzione.
Evelyn ghignò in modo sinistro.
- Vegeta Prince, io ti obbligo… A baciare tua moglie davanti a noi, in questo momento, e non voglio un bacetto a stampo, nono, voglio che le dai un bel bacio come si deve.-
Il Saiyan rimase immobile, senza cambiare espressione. Anche se dentro il suo orgoglio stava urlando a pieni polmoni la sua indignazione, lui da fuori sembrava la persona più calma e disinteressata al mondo.
Bulma, non vedendolo reagire, prese la parola.
- Ehm Evelyn forse non è il caso di chiedere una cosa del genere...-
- Ma così non vale, solo perché si vergogna ed ha paura non significa che sia esonerato da fare certe cose. - protestò la castana con forse troppo alcol in corpo.
Paura? Lui non aveva affatto paura, solo che certe cose preferiva farle in privato e non davanti a tutti. Era un suo diritto scegliere cosa e dove farlo e non sarebbe stato quello stupido gioco a fargli cambiare idea.
- Eddai!! Bacio! Bacio! Bacio!- iniziò a dire Evelyn manco fossero in prima elementare e dovessero darsi un bacetto sulla guancia due bambini.
- Ev, davvero credo non sia il caso di...-
Vegeta la bloccò a metà frase, prendendo il suo volto con una mano e costringendolo a voltarsi verso di lui. Catturò le sue labbra all’improvviso, prima che l’imbarazzo prendesse il sopravvento e il suo coraggio svanisse nel nulla. La prese alla sprovvista, dato che le sue labbra rimasero immobili per qualche secondo prima di rispondere al suo bacio.
D’un tratto tutto svanì, la sua percezione del circondario, delle altre persone presenti, scomparve. Esistevano solo lui, lei e il loro bacio umido. Le lingue si intrecciavano giocando a rincorrersi, mentre le labbra accompagnavano il movimento aprendosi e chiudendosi ritmicamente.
La sua mano allentò la presa sul suo mento, pur rimanendo salda e ferma.
Si godettero quel contatto come se fossero soli, nella loro stanza. Tutto il resto non esisteva.
Quando dopo diversi minuti si staccarono, si guardarono negli occhi per diversi secondi finché il peso di cinque paia di occhi puntati addosso non iniziò a farsi sentire.
- Che schifo! Adulti bleah!- esclamò Trunks dal suo angolino dal quale aveva assistito all’intera scena.
I due coniugi si allontanarono repentinamente l’uno dall’altra, cercando di mascherare l’imbarazzo voltando la faccia dalla parte opposta.
E mentre Marco rideva sotto i baffi, sua moglie e Uryasil erano rimaste a guardarli come se non avessero mai visto un bacio in vita loro. Ci mancava solo che si mettessero a urlare come due fangirl alla vista della loro coppia preferita.
O forse quelle due erano fangirl e i Prince la loro coppia preferita. Bah donne.
- Vegeta sta a te.- lo spronò Marco, che ancora se la rideva.
Il Saiyna squadrò i presenti, senza soffermarsi su nessuno in particolare. Alla fine scelse la sorella.
- Obbligo.-
- Devi fare il solletico a Trunks, fino a farlo chiedere pietà.- disse senza alcuna emozione nella voce.
Uryasil si sarebbe aspettata qualche sorta di vendetta strana da parte del fratello, invece la mandava a fare il solletico al figlio. Vabbè meglio così.
- Perchè Trunks soffre il solletico?-
Vegeta annuì. - Lungo i fianchi.- rivelò.
La Saiyan si alzò dal suo posto e si avvicinò al nipote da dietro.
Il piccolo mezzosangue avvertì un brivido lungo la schiena che lo spinse a voltarsi.
- Trunks…- lo chiamò con voce spettrale e muovendo le dita.
Il bambino sbiancò non appena capite le intenzioni della zia e tentò di fuggire via. Fu trattenuto dalla maglietta e bloccato a terra. Era spacciato.
Uryasil iniziò a muovere velocemente le dita lungo i fianchi del ragazzino che si contorse e rise di gusto fin da subito. Trunks era forte e si dimenava come un’anguilla ma lei lo teneva bloccato con le gambe, infliggendogli quella tortura di risate.
Trunks resistette per svariati minuti prima di iniziare a dare segni di cedimento. Passò parecchio tempo prima che si decidesse a chiedere pietà, gli mancava il fiato a forza di ridere ed aveva le lacrime agli occhi.
- Onee-san per favore abbi pietà. Smettila.- disse il ragazzino tra le risate.
Uryasil a quel punto lo lasciò stare e tornò al proprio posto vittoriosa, lasciando il poveretto senza fiato steso a terra.
Il gioco continuò e tra una confessione idiota e l’altra, Bulma obbligò Marco a prendere Bra tenerla a testa in giù per un minuto.
“Che sarà mai!” pensò il terrestre afferrando la piccola mezzosangue che, colta alla sprovvista, rimase immobile. “Un gioco da ragazzi!” si disse mentalmente notando che la bambina non si muoveva.
Bulma e Vegeta risero sotto i baffi di fronte all’ingenuità dell’uomo. Si vedeva che non conosceva affatto la piccola.
Marco li guardò confuso: cosa avevano da ridere? Bra però iniziò lentamente a muoversi, sempre più veloce, sempre più forte, fino a costringerlo a tenerla ferma con entrambe le braccia, guadagnandosi pure qualche calcio ben assestato.
- Ouch! Piccolo demonio, stai ferma!-
Bulma scoppiò a ridere di gusto osservando l’amico in completa difficoltà con la figlia poco collaborativa. Bra detestava stare in quelle posizione, soprattutto se costretta da altri, e i genitori lo sapevano bene.
La bambina si dimenava a più non posso, lanciando un urlo di tanto in tanto. La coda marrone si dimenava con lei, costringendo Marco ad evitarla per non beccarsi una frustrata sul viso.
- Quanto diavolo manca!?-
- Cinque secondi.- gli rispose la moglie. - Quattro, tre, due, uno. Puoi lasciarla andare.-
L’uomo mollò la presa all’istante, per poi preoccuparsi subito dopo dell’impatto che la testa della bambina avrebbe fatto con il terreno. Ma la piccola atterrò morbidamente, sfruttando il dono innato del volo, facendo sospirare il terrestre di sollievo.
- Vi odio. Potevate dirmelo che si sarebbe dimenata.-
- E che gusto ci sarebbe stato? Te la sei cavata pure piuttosto egregiamente!- si complimentò la madre della bimba ridendo a crepapelle.
Marco tornò a sedere borbottando qualcosa riguardo una vendetta non troppo lontana nei confronti dell’azzurra.
- Tua moglie mi odia. - mormorò al Saiyan che alzò le spalle ridacchiando.
Vegeta adorava quella vena sadica che ogni tanto emergeva dal carattere della moglie, li rendeva simili.
Evelyn si stiracchiò abbandonando il bicchiere vuoto sul tavolino. Sembrava un gatto.
- Basta, mi sono stancata di questo gioco. Facciamo altro.-
- E cosa vorresti fare?- le chiese l’azzurra osservando i robot domestici che portavano via, ancora una volta, i bicchieri vuoti.
- Non lo so.- disse facendo ciondolare la testa dalla poltrona
Trunks stava spiegando i comandi di un gioco alla piccola Keiko, che ascoltava i consigli del più grande con attenzione. Bra invece sembrava piuttosto annoiata, si guardava attorno senza un vero motivo.
Evelyn si alzò e prese la piccola mezzosangue tra le braccia. Dapprima la tenne a debita distanza, studiandola e verificando che non avesse intenzione di piangere e scalciare. Poi la prese meglio e le fece una pernacchia sul pancino lasciato scoperto dalla maglietta un po’ corta. La bimba rise di gusto e la donna ripetè il gesto più e più volte, facendola ridere.
Vegeta amava quel suono, la voce di sua figlia era cristallina e dolcissima, gli riscaldava l’anima facendo tacere il suo irrequieto orgoglio che scalciava per farsi sentire. Un orgoglio ormai quasi del tutto sopito, che aveva il permesso di uscire allo scoperto solo di fronte a chi non faceva parte della sua famiglia.
Bra continuava a ridere di gioia sotto gli occhi affascinati degli adulti: come poteva un esserino così piccolo sprigionare tanta felicità?
Uryasil si sostituì ad Evelyn e lanciò in aria la piccola, riprendendola volo e rilanciandola. La fece volteggiare e poi la lanciò di nuovo, girò su se stessa e la piccola atterrò tra le sue braccia ridacchiando.
- Quanto ha Bra?- chiese Tarble incantato dalla piccola.
- Un anno e due mesi.- rispose Vegeta, battendo la moglie sul tempo.
Le due donne continuavano a passarsi la bambina e a farla ridere ora in un modo, ora in altro. Poi si fermarono di botto, Bra aveva smesso di ridere ed aveva assunto un’espressione concentrata contraendo il tenero visino in una smorfia.
- Ehm, credo che abbia bisogno di essere cambiata.- affermò Uryasil allontanando la piccola da sé piuttosto velocemente.
Senza che nessuno gli dicesse niente, il padre della piccola si alzò e la tolse dalle braccia della zia per poi dirigersi al piano superiore.
- Ma che bravo paparino.- lo canzonò Evelyn. - Sai anche cambiare i pannolini.-
- Fottiti, Evelyn.-
Perfetto, il Saiyan venuto dallo spazio con l’intento di distruggere la Terra -anche se almeno una decina di anni fa – era anche in grado di cambiare i pannolini. Yamcha si sentiva sempre più stupido e inutile.
- È proprio un bravo padre, si sta impegnando e fa del suo meglio.- disse Bulma fissando Trunks che continuava a parlare con Keiko.
- Deve tenere proprio tanto a voi per essere cambiato in questa maniera.- mormorò Evelyn quasi sovrappensiero.
Bulma annuì e si alzò dal divano per sgranchire un po’ le gambe. Si diresse in cucina e prese qualche snack che stava sul tavolo, ne mangiò uno e portò il resto ai suoi ospiti.
- Allora che mi raccontate dall’Italia?-
- Ma niente di speciale, le uscite crescono, le entrare triplicano, gli stipendi aumentano e tutti felici.- tagliò corto Marco mordendo una barretta energetica trovata in mezzo al mucchio di dolciumi.
- A parte Baiocco.- aggiunse Evelyn gustandosi un lecca lecca alla ciliegia.
- Chi è Baiocco?-
Vegeta si materializzò in quell’istante e si fiondò sul divano, afferrando poi una barretta di cioccolata in mezzo al resto.
- Bra?- chiese Bulma.
- Dorme. È crollata appena toccato letto.-
Bulma tornò a prestare attenzione all’amica.
- È solo vecchio logorroico invidioso, che si diverte a mettere bocca dove non deve e a fare casino tra gli impiegati. È stato licenziato mesi fa ma continua a tornare in ufficio.- spiegò la castana. - Ma non è un problema, nessuno lo ascolta più ormai. È solo un vecchio pazzo.-
Scese il silenzio per qualche istante tra i presenti, la voce di Trunks era l’unica che si sentiva.
- Ehi, perché non andiamo al mare domani?- buttò giù Evelyn.
- Al mare?- chiese Bulma.
- Domani?- continuò Vegeta.
- Tutti?- chiese Uryasil.
- Perchè no? Non vorrete tornare sui vostri pianeti senza aver fatto una capatina al mare sulla Terra!-
I due Saiyan si guardarono, poi alzarono le spalle lasciando intuire che la cosa andava bene per loro e non avevano preferenze.
Evelyn e Bulma iniziarono a programmare il tutto nei minimi dettagli: si sarebbero incontrati lì, davanti alla CC, la mattina dopo a un orario decente. Si sarebbero poi diretti verso la spiaggia tutti insieme, con due macchine diverse. Yamcha e i due fratelli Saiyan sarebbero stati rilegati a viaggiare con la famiglia Marcus, i quali erano dotati di super macchinone con sette posti nonostante fossero solo in tre.
L’idea di dover passare l’intera giornata con tutta quella gente non entusiasmava il principe chissà quanto, però avrebbe volentieri fatto una nuotata.
- Chissà se anche ai Son hanno voglia di venire.- borbottò tra sé e sé la scienziata, togliendo il telefono dalle tasche.
Fantastico, pure la famigliola felice avrebbe avuto tra i piedi. Vegeta sbuffò contrariato ma nessuno sembrò notarlo.
Dopo essersi dati un orario più specifico su a che ora avrebbero dovuto incontrarsi, Evelyn si alzò dalla poltrona sulla quale era comodamente sprofondata. Richiamò la figlioletta che, ancora intenta a giocare con il Ds di Trunks, sembrò non prestarle ascolto. La donna la chiamò di nuovo, ricevendo un mugolio contrariato come risposta. A quel punto le si avvicinò, le tolse l’aggeggio dalle mani, riconsegnandolo al legittimo proprietario, e la tirò su di peso ignorando le sue proteste.
-No, mamma! Stavo finendo la partita!- si lagnò la bambina dimenandosi e sporgendosi dalle braccia materne tra le quali era intrappolata.
-Vi vedrete domani e potrai giocare di nuovo con il gameboy. Vero Trunks?-
Il bambino annuì seppur concentrato nel completare la partita iniziata da Keiko.
-È un Nintendo Ds, non un gameboy.- la corresse la figlia.
Evelyn la ignorò proseguendo il tragitto verso la porta d’ingresso, seguita da Marco e Bulma che, come un’ottima padrona di casa, stava accompagnando i suoi ospiti verso l’uscita.
La famiglia ringraziò per l’ospitalità e li salutò con la promessa di rivedersi il giorno dopo, con Bulma che sottolineò di presentarsi puntuali.
L’azzurra richiuse la porta alle spalle degli amici e tornò in salotto. Lanciò uno sguardo all’orologio digitale sul televisore scoprendo che Evelyn era piombata a casa loro ben quattro ore prima, scroccando alcol e cibo.
Yamcha si era già dileguato, approfittando degli attimi in cui la donna era occupata ad accompagnare gli ospiti, andandosi a rifugiare nella propria stanza pregando che il giorno successivo non gli fossero toccate altre umiliazioni.
Anche Vegeta non era più presente nella stanza quando lei vi tornò, probabilmente la sua sopportazione verso famiglia e amici era giunta al limite. Sperò soltanto che non fosse troppo arrabbiato con lei o con Evelyn.
-Trunks, è tardi vai a letto.- lo richiamò la madre.
Il bambino, unico rimasto nel grande salone a parte lei, la ignorò.
-Trunks. Trunks ascoltami.-
-Un secondo mamma.-
Il ragazzino armeggiò ancora qualche secondo con il gioco, poi lo chiuse e si alzò dal pavimento dirigendosi in camera propria correndo su per le scale.
-Buonanotte mamma!- le urlò.
-Non correre!-
Ma ormai il ragazzino aveva già raggiunto la propria stanza e chiuso la porta alle proprie spalle. Bulma sospirò rendendosi conto che probabilmente non l’aveva neanche sentita.
Si sedette sul divano e riprese a lavorare, terminando il lavoro lasciato a metà dalla venuta della combriccola festosa.

La porta della camera da letto si aprì con un cigolio, destando dal leggero riposo l’unico occupante del grande letto azzurro al centro della stanza.
Bulma entrò in punta di piedi maledicendo la porta e la sua memoria corta che le faceva dimenticare ogni volta di farle riparare quei maledetti cardini rumorosi. Percorse la stanza con il passo più leggero possibile, pregando che le assi del pavimento non si mettessero a cigolare proprio in quel momento. Si fiondò nella bagno adiacente e chiuse la porta alle proprie spalle, più per attutire il suono dell’acqua che scorre che per privacy.
Vegeta aprì gli occhi, ormai desto, e fissò il soffitto bianco in attesa che la compagna riaffiorasse dal bagno. Spostò lo sguardo sulle pareti, soffermandosi per qualche istante sulla foto inquadrettata che li ritraeva tutti e quattro in primo piano. Quella era l’unica foto della famiglia completa in cui lui appariva in primo piano insieme agli altri e non aveva un’espressione contrariata. Non era un sorriso ma quantomeno non sembrava una smorfia esasperata o arrabbiata.
Bulma spuntò fuori dal bagno in silenzio, credendolo dormiente, dopo qualche minuto.
Vegeta spostò lo sguardo su di lei, studiando la sua tenuta da notte in silenzio: il solito pigiama dal taglio maschile invernale, in estate era sostituito da una delle sue t-shirt che la donna amava prendere dal suo cassetto o chiedere a lui stesso dopo che se la fosse tolta per coricarsi. Le lunghe gambe nude spuntavano da essa in tutta le loro bellezza, attirando lo sguardo del principe.
Bulma si accorse dei suoi occhi addosso soltanto quando ne sentì il peso.
-Oh, sei sveglio. Scusa non volevo, devo ricordarmi di sostituire quei maledetti cardini.- gli disse andando a sdraiarsi accanto a lui.
Il Saiyan continuò a squadrarla in silenzio, soffermandosi ora sui corti capelli azzurri rimasti umidi dalla doccia, ora sui grandi occhi azzurri che lo fissavano curiosi. Non distolse lo sguardo neanche quando lei gli chiese perchè la guardasse in quella maniera. Spostò lo sguardo solo dopo diversi istanti in cui aveva studiato il suo volto, come se non lo conoscesse, e lo posò sul limpido cielo notturno.
L’azzurra lo guardò perplessa, a volte si fermava a guardarla senza motivo per diversi minuti come se volesse imprimersi il suo volto nella memoria. Allungò una mano e percorse il profilo marcato del compagno, senza che lui protestasse.
-Mi dispiace per prima. Per il bacio intendo, Evelyn ha esagerato.-
Il Saiyan scrollò le spalle indifferente e Bulma lo abbracciò da dietro, poggiando la testa alla sua schiena nuda. Sospirò, in pace.
-Ti amo.- mormorò l’azzurra chiudendo gli occhi.
Vegeta si voltò tra le sue braccia, spingendola ad aprire gli occhi per guardarlo. Le passò una mano tra i capelli fini, accarezzandoli con cura senza smettere di fissarla, fino a scendere sulla sua guancia, che accarezzò sotto il suo sguardo attento. Le prese il mento tra le dita e l’avvicinò a sè, catturando poi le sue labbra in un bacio morbido, saggiando le sue labbra con gusto e lentezza. Adorava baciarla, adorava scambiare quel piccolo e innocente contatto, un gesto semplice e automatico eppure così intimo. Qualcosa che mai avrebbe sperimentato se non fosse approdato su quel pianeta azzurro.
Ma loro non erano fatti per limitarsi alla dolcezza e al romanticismo. Pian piano il contatto si approfondì scaldando l’atmosfera e spingendo Bulma a salire a cavalcioni sul corpo del suo uomo. In breve tempo i pochi vestiti indossati finirono sul pavimento e le loro anime si unirono nuovamente, come ogni notte.


 

AngoloAutrice:

Okay sì, mi sto sbizzarrendo ad analizzare i vari modi in cui Vegeta potrebbe relazionarsi con Evelyn e gli altri. Ho cercato di renderlo il più vicino possibile al Vegeta di Super, che io amo alla follia. Non so voi ma sto cominciando ad amare i personaggi che ho creato.
E Yamcha come al solito è preso di mira da tutti.

Presto arriverà anche il capitolo dedicato alla giornata al mare che ho citato in questo.
Aspetto un vostro parere :3

angelo_nero




 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: angelo_nero