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Autore: Shireith    05/05/2018    2 recensioni
{Marichat // raccolta mista di trentuno storie che partecipa alla challenge Marichat di maggio 2018 indetta dai fan su Tumblr}
#01 — Mentre fuori piove » Vestito d’una tuta nera che ricopre ogni centimetro del suo corpo, i capelli biondi e sbarazzini ora intrisi d’acqua piovana, la figura che vede distesa a terra sul balcone di casa sua non può essere altri che lui.
#13 — Il mio faro nella notte » Lo scenario che si presenta ora ai suoi occhi, tuttavia, gli sbatte in faccia la triste e crudele e realtà: che un individuo qualsiasi può, se quello è il suo volere, porre fine alla vita di tanti altri come lui.
#17 — Sul filo del rasoio » La pioggia, intanto, è fitta, malinconica: lo scenario ideale per una tragedia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#05. «Ti avverto…»

L’amore platonico di un gatto per i dolci: effetti collaterali


 «Organizzi una festa?»
  Marinette trasalì, irrigidendosi e lasciando cadere a terra lo scatolone che stringeva tra le mani. Poi si voltò per vedere chi fosse il possessore di quella voce. «Chat Noir, sei tu…» disse sospirando. «Mi hai fatto prendere un colpo.»
  «Ah, scusa.»
  Marinette s’inginocchio a terra nell’intento di recuperare ciò che poco prima le era scivolato via dalle mani, Chat Noir che subito l’aiutava. «Che cosa ci fai qui, comunque?»
  «Passavo da queste parti e ti ho visto maneggiare queste cose di fronte all’entrata del negozio dei tuoi. Organizzi una festa, ho ragione?» chiese, avendo adocchiato, tra la roba che Marinette aveva lasciato cadere a terra, una serie di indizi che suggerivano proprio quell’opzione.
  «Sì» confermò infatti Marinette. «È il compleanno di mia madre e io e mio padre vogliamo organizzarle una festa a sorpresa. Mio padre l’ha portata fuori per pranzo, perciò non se l’aspetta.»
  Chat Noir sorrise, aiutandola intanto a riporre nello scatolone le ultime cose che Marinette aveva fatto rovesciare. «È un bel pensiero.»
  Marinette, tuttavia, era in ritardo sulla linea di marcia: i suoi genitori e gli invitati sarebbero arrivati a breve, e c’erano ancora da sistemare le decorazioni e le cibarie. «Chat Noir, hai da fare?»

  Per una buona mezz’ora, Chat Noir s’improvvisò assistente personale di Marinette: l’aiutò a sistemare le decorazioni, ad aggiungere gli ultimi ritocchi alla torta che Tom Dupain aveva magistralmente preparato per sua moglie e infine a disporre al meglio sui tavoli i vari spuntini che erano nel menù della festa. Tuttavia, arrivato il turno di croissant di vari gusti – cioccolato, marmellata, crema e qualche altra tipologia che Adrien avrebbe rincontrato nei suoi sogni più beati –, Marinette realizzò di avere un problema. Un grande problema.
  «Che dici, posso prenderne uno?»
  La ragazza sospirò: non serviva che lo chiedesse, ma lo faceva per divertirsi, perché sapeva che non avrebbe potuto dire di no. Era stata lei, dopotutto, a volersi sdebitare per tutte le volte che l’eroe parigino l’aveva tratta in salvo da un akumizzato di Papillon, quindi come rifiutare, se aveva fatto una promessa? «Va bene» acconsentì con poco entusiasmo. «Ma ti avverto: ce ne sono in tutto trentacinque, non prenderne più di tre! Io devo andare un attimo di sopra, mi fido.»
  «Tranquilla, si può fare completo affidamento su Chat Noir!»

  Non si poteva fare il minimo affidamento su Chat Noir. Questo pensava Marinette mentre, dopo essere tornata al piano di sotto, era intenta a contare i croissant superstiti a seguito del passaggio di Chat Noir. Su trentacinque, il ragazzo ne aveva mangiati dodici. Che cos’aveva al posto dello stomaco, un aspirapolvere? Un buco nero? La borsa di Mary Poppins? Non lo sapeva, ma forse avrebbe dovuto indagare a fondo sulle vere origini di quel gatto dallo stomaco di un elefante.
  Sospirando, Marinette prese il biglietto che Chat Noir le aveva lasciato sul tavolo e ne lesse il contenuto.

Il dovere chiama, principessa! (Falso: non aveva niente da fare.)
Mi dispiace per i croissant. All’inizio ne ho mangiati solo due (sempre falso), ma poi ho continuato a mettere a punto i preparativi per la festa (ancora più falso) e mi è venuta fame.
Ma mi farò purrdonare presto, lo prometto!

  Marinette roteò gli occhi, non trattenendo però un sorriso al gioco di parole di Chat Noir. Un fatto curioso della sua doppia identità era che, sotto certi aspetti, aveva imparato a conoscere meglio quel giovane nei panni di Marinette di quanto avesse mai fatto nei panni di Ladybug. Certo le due cose erano strettamente collegate. Se non fosse stata Ladybug, infatti, Marinette non si sarebbe mai fidata di Chat Noir fin dal loro primo incontro, anzi, forse non l’avrebbe nemmeno mai fatto avvicinare. Se non fosse stata Marinette, invece, Ladybug non avrebbe ancora pienamente compreso tutte le sfaccettature della personalità di Chat Noir.
   
 
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