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Autore: Eleonora_Vasile    06/05/2018    4 recensioni
Castiel ancora non sa che Dean Winchester, l'affascinante peccatore che il giovane ha il compito di strappare dalla perdizione, stravolgerà la sua esistenza e tutto ciò in cui ha fermamente creduto da quando è venuto al mondo. Cercando un ultimo appiglio a cui aggrapparsi, un senso alla sua missione, troverà Dean.
Dean è perso : la sua famiglia gli è stata strappata via con la forza e si trova intrappolato in una comunità di psicopatici religiosi, o almeno così li ritiene lui. Eppure una luce nel buio c'è. E' un ragazzo dagli occhi blu, appartenente a un mondo completamente diverso dal suo.
Nonostante le loro idee siano così differenti, a tratti addirittura contrastanti, ognuno imparerà a conoscere se stesso attraverso gli occhi dell'altro.
Attenzione: i personaggi esprimono opinioni, sebbene opposte , particolarmente controverse sulla religione e ci tengo a precisare che non rispecchiano per forza le mie idee e che non intendo offendere in nessun modo la sensibilità dei lettori. Ovviamente nulla di blasfemo o, a mio avviso, poco rispettoso è contenuto nella storia e sicuramente nulla che non si potrebbe trovare tranquillamente anche nella serie originale. Ogni critica è più che ben accetta. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Quella sera Dean non riesce a dormire. Troppi pensieri affollano la sua mente, da Cas, a suo padre, al piccolo Sammy… sarebbe riuscito a riverderli dopo il traferimento? Ne dubita. La rabbia lo invade ancora, non lo lascia riposare. Scansa la coperta sudata, si tira su fino a sedersi sulla branda spartana. Non riesce a credere a ciò che sta per fare. Si rilassa, chiude gli occhi.
- Ehi, figlio di puttana… -borbotta. Le mani. Dove vanno le mani? Vanno congiunte. – E’ un po’ che non ci sentiamo, eh? So che probabilmente sei occupato a… trovare una soluzione alla fame nel mondo o vincere il premio Padre più assente dell’universo ma… senti, ogni tanto, se hai cinque minuti liberi farebbe piacere un po’ di aiuto anche qua. – sospira. La stanza rimane silenziosa.– Okay, forse non è così importante in confronto a guerre o pestilenze ma…- la voce gli si spezza. Inspira per tirarla di nuovo fuori, ma è troppo tardi. La vista gli si appanna di lacrime. Guarda verso l’alto. – Ho bisogno del tuo aiuto. Per favore.  Non so quanto a lungo potrebbero tenermi in quel luogo e io non voglio, non voglio perdere me stesso. Non voglio che mi portino ad odiare ciò che sono… non dopo che ci ho messo così tanto a capirlo e accettarlo. Sai che sono… instabile. Mi è già capitato e io… non voglio che mi incasinino il cervello e che mi tornino certi pensieri. – Deve dilungarsi? Spiegare di più? In fondo  è Dio, dovrebbe sapere tutto quello accade. Scuote ancora il capo, con rabbia, mentre le lacrime gli scendono copiose lungo le guance. Se veramente conosce tutto quello che succede, perché non interviene una cazzo di volta? Perché  non evita che la gente si faccia male? Che si suicidi? Abbassa le mani. Poi se le passa sul viso. Dio è buono, Dean Winchester, ma non può controllare le sue creature. Il male esiste. Castiel. Ancora. Sempre pronto a sussurrargli la risposta alle sue domande. Ma quello a cui è andato incontro in passato è il male? Odiare qualcuno dalle idee diverse? Anche se nel nome di Dio stesso? Metatron non sarebbe della stessa opinione. Ma Dio? Cosa ne pensa? Ricongiunge le mani, per poi riabbassarle immediatamente. Quella posizione lo mette a disagio. Si alza in piedi, senza distogliere lo sguardo dal soffitto. – Suppongo che chiederti di scendere dalle nuvole per avere una conversazione filosofica riguardo a questa questione sia un po’ troppo. Non l’hai fatto in momenti molto peggiori. – la sua voce è tinta di rabbia. - Non voglio essere quella persona, ma qualcuno deve dirtelo: se succede è in parte colpa tua. O magari semplicemente alcuni dei tuoi credenti sono un po’ coglioni, ma il risultato è lo stesso. Dovresti occupartene, prima o poi, sai? Evitare i problemi non serve a nulla. E non è tanto difficile dire “Ragazzi, datevi una calmata e smettete di torturare le persone”. Era successo anche qualcosa di simile nel Medioevo… potresti essertene accorto… sai, la Santa Inquisizione e via dicendo. Come ti ho detto, i problemi bisogna affrontarli subito. Bastava un Zac! e addio Chiesa Cattolica. Sono sicuro che come risoluzione, anche se drastica, col tempo avrebbe portato vantaggi ad entrambi e.... – si ferma. Ha un nodo alla gola. Si passa una mano sulle labbra, nervosamente, poi si risiede sul letto, su un lato. Batte un piede per terra.-  Il motivo per cui ti parlo, in realtà… è che mi sento… solo… papà mi odia. Non lo dice, ma la verità è che la persona che cerca di salvare… non esiste più. Non è mai esistita. Ci sono solo io. Sammy è lontano, mamma è morta, Charlie probabilmente sta ackerando tutti i computer degli Stati Uniti alla mia ricerca. Purtroppo non credo che i preti utilizzino molto internet. E poi c’è Cas. – Il nome riecheggia nello stanzino e Dean ne gode il suono sulla punta delle proprie labbra, perché Cas è suo e nessuno glielo avrebbero tolto. Mai. – La verità è che nonostante tutto… io… non so cosa fare, non so cosa lui prova per me e non riesco a dimenticarlo. Te lo immagini? Un futuro senza Cas. Mi ci vedi? Non era così che doveva andare. Ci meritavamo una storia da favola e un lieto fine anche noi. Cazzo, parlo come una fottuta principessa disney. Stupidi ormoni. - Si chiede se chiunque stia ascoltando non abbia già staccato. Probabilmente sì. -  Ma non posso controllarlo. Immagino che uno poi debba scegliere che sacrifici è disposto a fare per una persona e che per amore se ne debbano fare sempre. Solo perché ami qualcuno, non significa che hai il diritto di rovinargli la vita. Anche a costo di rovinarti la tua, non è vero? – riflette sulle ultime parole. Era stato così stupido. A prendersela. Si è comportato come suo padre, rifiutando l’esistenza di opinioni, situazioni diverse dalla sua. Ed è una cosa stupida. – E’ che è… così dannatamente difficile. Accettare di dire addio a tutto ciò che ti eri immaginato.- Non un buon motivo. Un altro sospiro. – Sai, è per lui… è lui quello con cui parli di più. Non so esattamente cosa gli passi per la testa in questo momento ma so che sta male e probabilmente la colpa è mia perché… sono crudele, lo siamo tutti quando ci arrabbiamo e diciamo cazzate per fare l’ultima cosa che in realtà vorremmo davvero, ferire le persone che amiamo. O forse c’è solo qualcosa di male in me, un’assenza di te, come direbbe Cas. Questo spiegherebbe perché continua a sembrarmi di parlare con il muro invece che con l’omino magico che sta nel cielo e avevo perfettamente ragione, è liberatorio, ma il punto è che… lui crede molto in te e io credo in lui, è già qualcosa, no?–dice le parole tutte d’un fiato. Fissa per qualche secondo le mattonelle, chiedendosi cosa sta sbagliando. O perché, nonostante sembri sbagliato, si senta meglio. -  Tante cose cambiano troppo velocemente, anche in questo momento, e penso sia normale avere paura di quello che succederà domani. Vorrei solo essere felice con le persone a cui voglio bene. Non mi sembra tanto. Se riuscissi a scampare al campo di conversione… potrei… finire il programma di questa comunità e tornare da Charlie, finalmente. Maggiorenne, potrei occuparmi di Sammy. E potrei… sforzarmi di rispettare la decisione di Cas. Continuare a frequentarci, venirlo a trovare alla comunità. Come amici. – sbuffa. - Tanto dipenderà da… altri, suppongo. Mi è parso di capire che anche se si tratta della mia vita sono l’ultimo ad avere la parola. E’… è ingiusto. E’ illogico. C’è… c’è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo.  Ma… ho fede. – Pensa a Charlie, che lo sta ancora cercando. Pensa a Sammy, che capisce tutto con uno sguardo e non esita a seguirlo in un inferno dopo l’altro, senza dire una parola. Pensa allo forza negli occhi di Cas, alle sue parole. – Forse non in te, ma nella mia famiglia sì.– sussurra. Dean si sente meglio. Tutto andrà per il meglio. In fondo, non è solo. Ha una casa a cui tornare, un fratello su cui contare e un angelo che veglia su di lui. Per amore o per affetto, c’è. E ci sarebbe sempre stato, l’aveva promesso.  In fin dei conti, poterlo avere accanto tutta la vita, poter continuare ad amarlo in segreto anche tutta la vita… non è l’opzione peggiore. Più di quanto molte persone possono sperare. Più di quanto forse lui può sperare. Ma non importa per il momento. Sperare è ciò che gli resta. Sente i muscoli intorpidirsi dalla dolcezza di quei pensieri, le ossa indolenzite e la stanchezza della giornata gli crolla addosso, rendendogli le palpebre troppo pesanti per continuare a tenerle aperte.
   
 
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