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Autore: Shireith    06/05/2018    2 recensioni
{Marichat // raccolta mista di trentuno storie che partecipa alla challenge Marichat di maggio 2018 indetta dai fan su Tumblr}
#01 — Mentre fuori piove » Vestito d’una tuta nera che ricopre ogni centimetro del suo corpo, i capelli biondi e sbarazzini ora intrisi d’acqua piovana, la figura che vede distesa a terra sul balcone di casa sua non può essere altri che lui.
#13 — Il mio faro nella notte » Lo scenario che si presenta ora ai suoi occhi, tuttavia, gli sbatte in faccia la triste e crudele e realtà: che un individuo qualsiasi può, se quello è il suo volere, porre fine alla vita di tanti altri come lui.
#17 — Sul filo del rasoio » La pioggia, intanto, è fitta, malinconica: lo scenario ideale per una tragedia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#06. «Mi hai tratto in salvo da un'akuma portandomi in braccio come se fossi tua sposa e adesso tutta Parigi ci shippa.»


Fraintendimenti


 Adrien viene da te tra un’ora. Non c’è di che.
  Nel leggere quel messaggio, Marinette s’illuminò in un sorriso radioso: se si trattava di lei e Adrien, era piuttosto certa che Alya fosse la loro fan numero uno – nonché, questo era certo, la sua più grande salvatrice.
  In un lavoro di gruppo a sorteggio organizzato dalla professoressa Bustier, Marinette era capitata assieme a Nino, e Adrien assieme a Kim. Alya, a cui era capitato Max, aveva proposto a Kim di fare cambio, poiché tra lei, Adrien e Max, l’intesa più forte era indubbiamente con quest’ultimo – il che era però solo una scusa. Una volta ottenuto Adrien, quindi, Alya gli aveva rivelato che le sarebbe piaciuto poter far coppia con Nino così che potessero passare un po’ più di tempo insieme – un’altra scusa. Adrien, di fronte a quella richiesta, aveva accettato senza il benché minimo problema, non disdegnando affatto l’idea di lavorare a un progetto scolastico in compagnia di Marinette.
  La giovane era contentissima. Sapeva che non sarebbe successo niente che potesse far evolvere il loro rapporto da una semplice amicizia a qualcosa di più, tuttavia ogni passo che compievano in quella direzione, per quanto piccolo potesse essere, era comunque un traguardo, per lei.
  C’era quindi qualcosa che poteva andare storto?
  Assolutamente sì.
  Poiché aveva ancora tempo prima dell’arrivo di Adrien, Marinette decise di concedersi un po’ di tempo per sé mentre giaceva comodamente a letto. Poi, all’improvviso, ricevette un messaggio che la fece rizzare in piedi come una molla, rischiando anche di sbattere con la testa contro il soffitto di camera sua: secondo le parole che le aveva appena scritto Alya, in giro per i social si era sparsa la notizia che lei e Chat Noir fossero una coppia.
  Marinette, allarmata, volle subito accertarsi se fosse vero o meno: a quanto pareva, si spettegolava che lei e Chat Noir si frequentassero da quando qualcuno aveva scattato loro alcune foto mentre Chat Noir la portava in salvo da un akumizzato. In braccio. Come fosse sua sposa, a detta di molti.
  In quel momento, Marinette desiderò poter sparire.
  A distrarla dai suoi pensieri fu l’improvviso bussare che sentì provenire dalla botola che da camera sua conduceva al balcone. Ipotizzando già chi potesse essere, Marinette l’aprì. Subito la figura nera di Chat Noir entrò trafelata all’interno della stanza, senza troppe remore, siccome, a onor del vero, non era la prima volta che ciò succedeva.
  «Dunque, domanda veloce» iniziò quello, Marinette che intanto scendeva le scalette e lo raggiungeva a terra.
  «Ho letto il pettegolezzo che gira su di noi?» lo intercettò.
  «Immagino che la risposta sia sì.»
  Marinette si lasciò cadere sulla sedia girevole con uno sbuffo, lanciando uno sguardo sconsolato allo schermo del cellulare.
  «Mi dispiace davvero tanto» disse Chat Noir, sinceramente mortificato per il malinteso. «Non volevo che accadesse niente di tutto ciò.»
  Adrien sapeva bene che cosa volesse dire essere protagonista dei pettegolezzi che i mass-media divulgavano sul suo conto, e ormai, nonostante continuassero a dargli fastidio, ci aveva fatto l’abitudine. Come Chat Noir, poi, neanche gli importava così tanto, perché la maschera che indossava proteggeva la sua vera identità. Qualsiasi falsità diffusasi in giro sulla sua vita amorosa, tutto ciò che gli importava era che cosa ne pensasse la sua collega: Ladybug era intelligente, anche lei era al centro di pettegolezzi assolutamente infondati, dunque non ci avrebbe mai dato peso – non che potesse darle troppo fastidio, comunque, perché Chat Noir sapeva di non essere ricambiato.
  Marinette, invece? Era una comune cittadina, che non amava far parlare di sé per il semplice vanto di essere al centro dell’attenzione; Chat Noir, poi, sapeva che la giovane aveva una cotta per un ragazzo, e quel pettegolezzo che ora girava su di loro non avrebbe di certo giovato alla sua causa.
  «Lo so che non è colpa tua» ribatté lei. «Anche se, effettivamente, avresti potuto evitare di trarmi in salvo come fossi tua sposa.»
  «Che cosa?» Marinette gli mostrò lo schermo del suo cellulare. «Oh.»
  «Già.»
  «È… è del tutto decontestualizzata!» esclamò, pur non stupendosi affatto che ciò non avesse dissuaso le persone dallo spettegolare.
  «È orribile che pur non conoscendomi, la gente possa pensare di saperne più di me sulla mia stessa vita sentimentale.»
  Adrien conosceva quella sensazione: essere trattato come un oggetto su cui spettegolare per proprio divertimento, senza tener conto di star procurando un torto alla persona in questione. Disdegnava l’idea che Marinette, un’amica a cui teneva tantissimo, dovesse vivere quell’esperienza. Che dovunque andasse corresse il rischio di essere additata come “la ragazza di Chat Noir”, quando tutto ciò che aveva fatto lui era averla tratta in salvo da un akumizzato di Papillon.
  «Marinette?»
  La ragazza si voltò nella sua direzione. «Cosa?»
  «Non ti preoccupare: sistemo tutto io.»
Come?, avrebbe voluto chiedergli, ma non fece nemmeno in tempo a schiudere le labbra che Chat Noir era già schizzato via.

***

 «Il tasso di criminalità è diminuito parecchio da quando ci siamo noi due a difendere la città.»
  «Con due supereroi in circolazione ci pensi due volte prima di sfidare la legge.»
  «Peccato che non tutti siano dello stesso parere.»
  Ladybug e Chat Noir, appostati sulla cima di un edificio, stavano osservando la polizia locale portare in custodia i ladri di cui avevano appena sventato un tentativo di rapina.
  «Non rischiamo di ritrasformarci da un momento all’altro come nostro solito, ma devo comunque andare» disse a un certo punto Ladybug.
  Poco dopo la visita di Chat Noir a casa sua era stato lanciata al telegiornale la notizia di una rapina in corso, e Marinette era subito ricorsa alla sua trasformazione per recarsi sul posto e sventare i piani dei criminali. Ora, però, erano i suoi impegni civili a chiamarla: Adrien sarebbe arrivato da lei da un momento all’altro.
  «Solo un attimo, Ladybug. Avrei da chiederti un favore.»
  La voce e l’espressione di Chat Noir erano gravi, e Ladybug si preoccupò. «Qualcosa non va?»
  «Ti ricordi di Marinette, quella ragazza che ho tratto in salvo un paio di volte dalle akuma di Papillon?»
  «Sì» confermò. «Perché me lo chiedi?»
  «L’ultima volta, quindi ieri, ci hanno scattato alcune foto che, senza contesto, sono equivoche. In poche parole, la gente ora pensa che stiamo insieme. A me non dà tanto fastidio, la gente neanche sa chi ci sia sotto la maschera… però detesto l’idea che Marinette sia al centro di pettegolezzi del tutto infondati.» Ladybug sorrise d’istinto, sinceramente intenerita dalla sua preoccupazione per lei nei panni di Marinette, che per Chat Noir non era che una conoscente. «Io vorrei davvero aiutarla,» continuò il collega, «ma l’unica idea che mi è venuta in mente potrebbe non piacerti. Anzi, mi correggo: non ti piacerà sicuramente.»
  Qualsiasi cosa fosse, Marinette avrebbe fatto di tutto pur di far sì che i pettegolezzi su di lei e Chat Noir si zittissero una volta per tutte. «Va’ avanti» lo esortò a proseguire.
  «Credo che l’unico modo per tagliare fuori Marinette da tutto ciò sia concentrare l’attenzione della gente su di me e un’altra ragazza, ma per farlo ci vorrebbe qualcosa di grosso.»
  Ladybug assottigliò gli occhi. «Non credo di seguirti…»
  «Prima di Marinette, c’era un’altra persona con cui mi… shippavano. Tu.»
  «Oh.»
  Chat Noir sospirò rumorosamente. «In altre circostanze, sarebbe l’ultima cosa che ti chiederei di fare, ma voglio davvero aiutare Marinette. Non è giusto che la gente diffonda dicerie sul suo conto per colpa mia.»
  Ladybug gli credeva: nonostante l’amasse – l’aveva scoperto da non molto tempo, e a volte la notizia ancora la spaesava –, sapeva che Chat Noir non avrebbe mai approfittato di tutta quella situazione per trarne un beneficio personale. Poteva vedere che era sinceramente dispiaciuto per ciò che stava accadendo – senza che dovesse esserlo fino a quel punto, per di più, perché la colpa di quel pettegolezzo non era da addossare a lui.
  «Ladybug…?» la richiamò all’attenzione Chat Noir, vedendola assente da una manciata di secondi. La giovane tornò ad alzare lo sguardo su di lui, puntando i suoi occhi azzurri dritti nei suoi. «Scusami» mormorò Chat Noir. «Stavo pensando solo a come aiutare Marinette, ma mi rendo conto solo ora che tutto ciò non piacerebbe neanche a te. Non avrei dovuto chiedertelo, mi dispiace.»
  «Facciamolo.»
  Chat Noir la guardò con occhi sgranati. «Dici sul serio?»
  «Sì. Se è per preservare la privacy di Marinette, allora così sia.»
  Le voci che sarebbero girate su di lei e Chat Noir dopo la diffusione della notizia sarebbero state certamente pesanti da digerire, soprattutto all’inizio, ma, come per il suo collega, sarebbe stato comunque più semplice che farlo nei panni di Marinette, poiché nessuno sapeva chi si nascondesse dietro la maschera di Ladybug. E poi non era come se già mezza Francia non credesse ai pettegolezzi che li vedeva coinvolti in una relazione amorosa.
  «O-Ook, grandioso!»
  «Possiamo fare più tardi, però? Devo incontrarmi con un amico e non vorrei dargli buca.»
  Chat Noir, improvvisamente, si ricordò di Marinette: non di Chat Noir e Marinette, bensì di Adrien e Marinette. «Più tardi va benissimo!»
  I due si volatizzarono in due direzioni differenti, senza sapere che si sarebbero rincontrati di lì a pochissimo.

***

  «Io ne ero certa! Cioè, tecnicamente no, non potevo saperlo con certezza, ma me lo sentivo!»
  Marinette rise mentre Alya, dall’altra parte del suo telefono – erano alle prese con una videochiamata –, continuava il suo sproloquio sul “segreto” di Ladybug e Chat Noir venuto alla luce quello stesso giorno dopo una foto che li ritraeva in situazioni piuttosto intime.
  A dirla tutta, Marinette aveva pensato che diffondere quella falsità per destare l’attenzione da lei e Chat Noir – il che aveva funzionato – le avrebbe dato fastidio, poiché, nonostante il mondo ne fosse all’oscuro, lei sapeva di essere Ladybug. Ma, al di là di ogni aspettativa, era finita per prendere l’intera faccenda sul ridere. La privacy di Marinette, la sua vera identità che doveva avere a che fare con il mondo ogni singolo giorno, era al sicuro da ogni pettegolezzo, se non da quelli più innocui, già rivisti, non interessanti abbastanza da attirare di nuovo l’attenzione su di lei. Che ad essere al centro di quegli stessi pettegolezzi fosse Ladybug le dava un pochino fastidio, sì, ma perché avrebbero dovuto preoccuparla? In ogni caso, già molto prima di tutto quello, molta gente aveva avanzato ipotesi su di loro. C’era di tutto: fanpage, fanart, addirittura fanfiction… perché preoccuparsi ora? La gente avrebbe comunque continuato a parlare anche se avessero smentito per anni interi.
  Marinette, ora, era più occupata a pensare che sarebbe stata eternamente grata a Chat Noir per tutto ciò che aveva fatto per lei. Sapeva bene che al suo collega non interessava essere riuscito a strapparle un bacio, no: tutto ciò che voleva era che Marinette non fosse più al centro di un pettegolezzo meschino e infondato, e ci era riuscito.
   
 
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