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Autore: Alicia_Hotaru    07/05/2018    2 recensioni
Aori è una ragazza normale. Almeno finchè non finisce invischiata nella grande guerra tra Servamp trovando e accudendo il pigro Kuro. Il suo destino, però, non è certo stare dalla parte del bene: perchè quando Tsubaki decide di prendersi qualcosa, nemmeno il più anziano dei Servamp riuscirà a togliergliela.
Avvertenze: per i primi 10 capitoli (circa) seguirò la versione del manga, mentre nei successivi mi baserò su quella dell'anime. Grazie per la pazienza ^-^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuro/Sleepy Ash, Nuovo personaggio, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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– Penso sia il caso di mostrarvi l'uscita.

Non appena Aori aveva smesso di piangere, calmandosi, Tsuyuki aveva deciso che quella faccenda era andata avanti anche troppo: non solo aveva fallito nel portare Mahiru dalla parte della C3, ma la sede aveva subito dei danni talmente importanti da necessitare attenzione immediata. In più, interrogare quella dannata sottoposta non aveva portato a nessun risultato. Trattenerla oltre sarebbe stata solo una perdita di tempo.

Quando fu il momento di uscire dalla stanza, però, Aori si accasciò contro Kuro, ricominciando a respirare affannosamente, gli occhi chiusi e il corpo tremante mentre il Servamp la prendeva tra le braccia.

– Penso proprio che le sue energie siano terminate – concluse Tsuyuki, precedendoli oltre la soglia distrutta. Guidandoli per i corridoi labirintici della struttura, ora più o meno tutta bucherellata dagli interventi della sottoposta, il membro della C3 li accompagnò ad una parete, che si rivelò essere un ascensore nascosto.

– Andate pure passando di qui – disse loro, indicando le porte scorrevoli con un cenno della testa – Ma sappiate che questa storia non è certo finita.

Kuro non lo stette ad ascoltare, e ignorò completamente le successive parole di Mahiru sull'aiutare qualsiasi fazione contro il nemico comune Tsubaki. L'unica cosa di cui gli importava, in quel momento, era portare Aori fuori di lì.

Quando finalmente il suo Eve si decise ad entrare nell'ascensore il mezzo cominciò a salire, facendo scorrere i numeri fino all'1.

– Quando saremo usciti da qui cosa faremo? - chiese Mahiru, rivolto alle porte dell'elevatore. Il Servamp capiva cosa intendeva: era ovvio che Aori avesse bisogno del sangue di Tsubaki, ma trovare il vampiro della malinconia non era certo una cosa da poco.

– Sono sicuro che verrà lui da noi – rispose quindi Kuro, in tono pragmatico, appoggiandosi con la schiena alla parete. L'Eve gli lanciò uno sguardo apprensivo, dandosi dello stupido immediatamente dopo: Kuro era un vampiro, non doveva preoccuparsi delle sue ferite.

– Quindi...dove andiamo? - sospirò Mahiru, grattandosi la nuca e gettando un'altra occhiata indietro, stavolta verso la ragazza: ora respirava debolmente ed era completamente abbandonata tra le braccia del Servamp. Dovevano fare in fretta.

Il suono dell'arrivo dell'ascensore distolse la loro attenzione dal problema: all'esterno, il corridoio della stazione si allungò davanti a loro, cogliendoli del tutto impreparati.

– Quindi è qui che hanno nascosto la loro base! - esclamò l'Eve, ripensando alla struttura enorme e labirintica della C3 – In ogni caso, penso sia meglio portarla a casa con noi, per il momento.

Annuendo, Kuro lo seguì fuori dalla stazione, percorrendo dietro di lui la strada trafficata e piena di persone. Non si sarebbe mai aspettato di vedere sottili gocce di pioggia scendere dal cielo limpido, il famigliare panorama sparire e l'orizzonte farsi infinito, sfumato di rosso e nero.

– Penso tu abbia qualcosa che mi appartiene – disse una voce, accompagnata dai passi ticchettati sempre più vicini di un paio di calzature tradizionali giapponesi. La figura alta di Tsubaki emerse dall'oscurità, facendo frusciare il kimono bianco che teneva sulle spalle e rilucere gli occhiali.

Vedendo le condizioni pietose in cui Aori versava, la sua espressione ebbe uno spasmo: Kuro avrebbe potuto giurare di vedere un'ombra di preoccupazione passare sul quel viso annoiato a cui in tanti davano la caccia.

– Ha finito la sua riserva di sangue – disse Accidia, fingendosi seccato e posando il corpo della ragazza a terra – Sapevo che saresti tornato a prenderla.

Con calma, a passi misurati, Tsubaki raggiunse Aori, chinandosi su di lei e sfiorandole la frangetta irregolare per spostargliela dagli occhi. Sembrava assorto, pensò Kuro, non capendo cosa ci facesse ancora in quel luogo. Il Servamp della malinconia aveva ottenuto ciò che voleva: perché non lo lasciava ancora andare?

– Ringrazia il tuo Eve impertinente da parte mia – disse improvvisamente Tsubaki, prendendo tra le braccia Aori e rivolgendo al fratello maggiore un sorriso enigmatico – Sappiate, però, che non cambierò i miei piani per questo piccolo favore.

Prima che Kuro potesse anche solo pensare di ribattere, la pioggia era terminata e la strada era tornata ad essere trafficata e affollata. Mahiru si voltò a guardarlo, sgranando gli occhi nel vedere che la ragazza non era più con lui.

– E' già passato? - chiese al Servamp, che annuì e lanciò un lungo sguardo al cielo: Tsubaki avrebbe avuto cura di lei, proprio come lui non era mai riuscito a fare.

 

La tensione tra i sottoposti di Tsubaki si stava facendo pesante.

Da quando il Servamp era uscito, sparendo senza una parola, Sakuya aveva sentito la preoccupazione attanagliare i presenti: Shamrock si tormentava le mani, seduto coi gomiti puntati sul tavolo; Otogiri mormorava di tanto in tanto i suoi “è un problema” mentre giocherellava distrattamente con i suoi fili; Belkia sembrava voler distruggere il pianeta consumandone la terra a forza di passarci sopra.

– Si può sapere perché non ha voluto dirci nulla?! - esclamò all'improvviso quest'ultimo, in tono esasperato, facendo sobbalzare Sakuya, seduto sulla finestra come suo solito – Sono sicuro che c'entra qualcosa quella piccola ingrata...

– Il giovane boss sembrava così triste, in questi giorni – sospirò Shamrock, appoggiando il mento sulle mani – Non vedere più il suo volto sorridente...metteva tristezza anche a me.

– E' un problema – si limitò a commentare Otogiri, senza smettere di fare quello che stava facendo.

Sakuya, dal canto suo, si limitò a tornare a guardare fuori dalla finestra, osservando i riflessi del sole sui palazzi senza vederli davvero: era sicuro che c'entrasse Aori, altrimenti Tsubaki non se ne sarebbe andato in quel modo.

Da quando era sparita, il Servamp sembrava essere stato prosciugato della sua voglia di vivere, più del solito almeno. Si era limitato a ritirarsi nella sua stanza, a rispondere distrattamente alle domande e a continuare a guardare altrove, come se pensasse di poter vedere la ragazza anche nella sua assenza.

Era stata una visione straziante, per tutti loro. Niente sembravano motivarlo, in quelle condizioni, neppure i risultati del suo recente intervento contro le sedi della C3.

Si limitava a starsene immobile, come fosse in attesa di qualcosa. In attesa di Aori.

– Se non torna nei prossimi due minuti esco a cercarlo – ringhiò Belkia, giocherellando nervosamente con una delle sue spade.

Proprio in quel momento, come richiamato da quell'ultimatum, Tsubaki riapparve in mezzo a loro.

Sakuya capì immediatamente che doveva essere successo qualcosa, dato che il Servamp teneva lo sguardo basso, indecifrabile, nascosto dai ciuffi di capelli scuri, e Aori era tra le sue braccia, avvolta nella sua sopraveste bianca e completamente incosciente. Il ragazzo sentì l'impulso di alzarsi e andare a ricoprirlo di domande, di chiedere perché fosse scomparso così all'improvviso, perché Aori si trovasse in quelle condizioni...se sarebbe stata bene.

Non fece niente di tutto ciò. Si limitò a guardare Tsubaki incedere, maestoso come al solito, tra loro, diretto alla sua stanza e, senza una parola, sparire dietro la porta, facendo cadere un silenzio preoccupato sui presenti.

– Sapevo che c'entrava quella stupida ragazzina – sbuffò Belkia, anche se appariva chiaramente più sollevato. Shamrock si limitò a sospirare di sollievo, tornando a mettere a punto le prossime fasi del piano del Servamp, mentre Otogiri non disse nulla, rimanendo semplicemente immobile dov'era, in attesa di ordini.

Dal canto suo, Sakuya si strinse le ginocchia al petto, raggomitolandosi contro la finestra: avrebbe voluto essere con Aori, in quel momento, giusto per capire cosa le fosse successo e cosa potesse fare per farla stare meglio. L'aveva aiutato così tanto nella sua permanenza tra i sottoposti, nonostante lei lo fosse diventata dopo di lui...

Eppure non trovava il coraggio di aprire quella porta, di raggiungerla e farle sapere che era lì per lei, che gli mancavano i suoi goffi tentativi di difenderlo, il suo infinito affetto per Tsubaki, la sua calma e la sua dolcezza nel trattare con tutti.

In quel momento, però, il Servamp aveva la precedenza su tutti.

 

Il sangue colava copioso dalle vene aperte, scivolando sulle dita abbandonate alla forza di gravità e cadendo verso il basso, verso la sua destinazione.

Tsubaki guardava quel movimento come ipnotizzato, vedendo ogni singola goccia che precipitava dalle sue unghie, ogni rivolo che si separava e si riuniva lungo il palmo della sua mano, osservando le labbra di Aori sporcarsi del liquido scuro senza reagire.

L'aveva cercata, con lo sguardo e con i suoi acutissimi sensi, quand'era scomparsa tra la folla, ma, allo stesso tempo, il fatto che se ne fosse andata con quell'espressione l'aveva frenato, come se nelle parole di Aori ci fosse in qualche modo stato un avvertimento: non seguirmi.

Il solo pensiero che le cose tra loro fossero cambiare, per di più così in fretta, l'aveva distrutto, straziandolo sul quel tetto sopra le festose bancarelle del festival, spegnendo il suo entusiasmo al suo ritorno alla base. Anche se vedeva la preoccupazione dei suoi sottoposti non riusciva a reagire.

Tutto per colpa di qualcosa di cui Tsubaki non era al corrente, che era accaduto in sua assenza, quando la ragazza si trovava con Accidia e il suo Eve. Eppure non doveva essere stata colpa loro: gliel'avevano restituita come se qualcosa gliel'avesse impedito fino a quel momento.

Da quando faceva pensieri così sensati? Cosa gli impediva di incolpare suo fratello e la sua chiara intenzione di portargli via Aori? Cosa gli impediva di eliminare sia lui che Mahiru proprio in quel momento, anche se avrebbe rovinato parte dei suoi piani?

Il sangue smise di colare dalla sua mano, la ferita che si era procurato al polso si rimarginò lentamente. Aori, però, non si mosse nemmeno allora.

Tsubaki le spostò distrattamente i capelli dal viso, soffermandosi a guardare quella nuova e inaspettata pettinatura e quel kimono corto di un nero assoluto: era successo tutto perché non aveva voluto servirsi degli umani come suo cibo, perché aveva resistito fino ad esaurire completamente le sue energie. Il Servamp sentì un terrore cieco assalirlo: se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Se se ne fosse andata per sempre non l'avrebbe sopportato.

Sentendo le forze venirgli meno, Tsubaki si sdraiò lentamente di fianco alla ragazza, prendendole una mano e stringendola nella sua, tenendola a pochi centimetri dal viso.

Abbassando le palpebre gli sembrò quasi di vederla di nuovo com'era stata, con quel magnifico kimono bianco e rosso e i capelli scuri sciolti sulla schiena, lo sguardo dolce e triste, gli occhi lucidi, le labbra piegate in un debole sorriso...

– Tsubaki...

Socchiudendo gli occhi, il Servamp credette di aver sentito semplicemente la voce della sua mente, il suo desiderio di ascoltare quel dolce suono ancora una volta.

Quando lo sguardo azzurrino di Aori lo fissò di rimando, con quella stessa espressione che il vampiro aveva visto nella sua immaginazione, Tsubaki spalancò gli occhi, stringendole più forte la mano.

– Aori... - mugolò il Servamp, portandosi le sue dita alle labbra e raggomitolandosi ancora di più sul fianco, le palpebre ora serrate nel tentativo di trattenere le lacrime.

– Sono qui, Tsubaki – lo rassicurò dolcemente la ragazza, girandosi di fianco e prendendogli entrambe le mani nelle sue – Sono tornata.

Il vampiro continuò a tenersi le sue dita sul viso, sentendo le lacrime pungergli gli occhi: non si era mai sentito così indifeso, così debole, così...sollevato. Per la prima volta, dopo secoli di solitudine, comprendeva come ci si sentisse a ritrovare una persona amata, a quanto fosse emozionante. A quanto fosse magnifico.

E anche se in lei qualcosa era cambiato non gli importava.

Aori, la sua Aori, era tornata da lui.






Angolino dei commenti:

E con ben tre settimane di ritardo rieccomi! (per favore non tiratemi niente di contundente..)
. Gli impegni hanno avuto la meglio, non ultima un'escursione mortale -_-
In ogni caso, bentornati e grazie a tutti per essere ancora in nostra compagnia! Aori ringrazia ^-^
Per chi avesse dubbi/domande/problemi scrivete pure, anzi, sapere se c'è qualcosa di non chiaro aiuta molto per la correzione dei capitoli seguenti.
Ricordo che al momento siamo ancora nella versione manga della storia.
Sempre per lo stesso motivo illustrato nello scorso angolino dei commenti, non ho idea di quando riuscirò a pubblicare di nuovo, potrebbe essere la settimana prossima come quella dopo (esami permettendo...), quindi portate pazienza -_-'
Finendo qui la mia autocommiserazione...

Al prossimo capitolo ~♫
   
 
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