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Autore: nattini1    08/05/2018    8 recensioni
Long in cui Dean è sprofondato in un sonno magico in seguito a una maledizione lanciata da una strega, che ha decretato si svegli solo alla morte di Sam. Il fratello minore si prende cura di lui, fino all'estremo sacrificio. Entrambi si ritrovano così nell'incapacità di esistere da soli, Sam in Paradiso, Dean sulla terra, e cercano un modo per ricongiungersi. Una volta insieme, affronteranno ogni sfida. Aiutati dall'angelo Castiel, dovranno salvare il Paradiso e il mondo intero.
Hurt/Comfort come se non ci fosse un domani.
Potete leggere tra le righe una leggera wincest e una più evidente destiel.
Partecipa alla challenge del gruppo: Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart. 26 prompts challenge
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni
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Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart. 26 prompts challenge

2/26: DIPENDENZA L'incapacità di fare a meno di una persona ( d. psicologica ) oppure il bisogno incoercibile di un farmaco o di una sostanza: d. farmacologica; part., la condizione del tossicomani.

 

 

 

 

 

 

Plic, plic, plic. Dalla bottiglia rovesciata sul bancone stillavano per terra le ultime gocce di whisky. Dean appoggiò la testa tra le braccia sperando di essere finalmente riuscito a mettere a tacere le grida che rimbombavano dentro la sua mente.

Nell'ampia sala del Roadhouse, all’alba, i rumori erano al confine tra la notte e il giorno: Jo faceva il giro dei tavoli per raccogliere i bicchieri lasciati dai clienti, Ash si rigirava sul tavola da biliardo cercando una posizione comoda per dormire ed Ellen, in un tintinnante acciottolio di stoviglie, sistemava le tazze per la colazione.

C’era un forte odore di alcool e l’aria pulita del mattino che cercava di aprirsi un varco nel fumo che aleggiava nella stanza non riusciva a farlo svanire del tutto.

Ormai tutto il tempo che non dedicava alla caccia (ed Ellen temeva anche molte ore durante quella) Dean lo passava così: con sospiri sopra il bicchiere che veniva vuotato sempre più in fretta, intervallati a ingiurie rivolte al cielo, come se ce l'avesse con Dio in persona. Dean aveva avuto molti brutti risvegli, ma il peggiore era stato quello nella grotta. Quando aveva visto il corpo di Sam, pallidissimo e abbandonato come una bambola al suo fianco, completamente svuotato dal sangue, dal suo era scivolato via ogni desiderio di vivere. Bobby l'aveva trovato a stingere convulsamente il fratello, a chiamarlo tra le lacrime. C'era voluto dl bello e del buono (e sì, un'opportuna dose di forza) per convincere Dean a staccarsi da Sam (viaggiare con un cadavere sul sedile del passeggero fino al Roadhouse non sarebbe stata una buona idea) e celebrare un funerale da cacciatore.

Stranamente, Dean non si era preoccupato degli anni persi che lo avevano raggiunto tutti in una volta: non sembrava turbato dal non avere più l'aspetto di un ragazzino e si era adattato in fretta ai cambiamenti, grazie anche alla guida di Ash. Bobby sospettava che questo atteggiamento dipendesse soprattutto dalla frequente mancanza di consapevolezza dovuta all'abuso sempre maggiore di alcool. Dean aveva sempre bevuto molto, ma il whisky era diventato l'unico di cui cercava sempre più spesso la compagnia.

Ellen di tanto in tanto sollevava lo sguardo per controllare che Dean non cadesse dallo sgabello. La terza volta che lo fece incontrò gli occhi del cacciatore che sollevò il bicchiere accennando che voleva che glielo riempisse. Lei si avvicinò con le braccia incrociate.

Per la prima volta dopo svariate ore, Dean le rivolse la parola, incespicando un po': «Ellen, tu lo sai perché… perché… uno parte per un viaggio on the road? Per ritrovare se stesso! Ah! Ho passato tutta la vita in macchina e sono completamente perso. Dicono che sia importante la cosa, come si chiama… la strada, non la meta. Cazzate. E' importante solo con chi viaggi.

Me ne sono andato in giro per tutta l'America con Sam, con i suoi occhi verdi che mi guardavano. Curiosi… no, incoscienti, era… era solo un bambino. Dio, che rompicoglioni riusciva a essere: “Come mai non abbiamo una mamma? Perché dobbiamo sempre cambiare città? Dov'è papà?”. Poi spudorati e pieni di sfida quando se ne è andato. Ma poi… Dio, non li ho mai visti più brillanti di quando sono tornato a prenderlo. Due storie d’amore in mezzo alla sua faccia, verdi come la speranza. E dove cazzo è adesso quella speranza?

Era difficile per due occhi come i suoi… che dovevano guardare un fallimento come me».

Accennò ancora a farsi riempire il bicchiere, ma Ellen non si mosse. Se non fosse stato tanto ubriaco, forse Dean sarebbe riuscito ad avere la meglio perché Ellen, anche se era una cacciatrice, non aveva la sua stessa forza fisica, ma non riuscì a impedirle di afferrargli con forza i capelli e sbattergli violentemente la testa contro il bancone.

«Piantala di distruggere te stesso! Credi che non sappia come ti senti? Che non ci sia un buco anche in mezzo al mio cuore che ingoia parti di me? Ho perso mio marito e adesso vivo nel costante terrore di perdere mia figlia e Bobby! Dean, so che stai male, che è un dolore per cui desideri spezzarti, ma non puoi continuare a rannicchiarti sullo sgabello del mio locale a succhiarti il dito! Parlare con te è come parlare a un sordo, senti solo i tuoi lamenti! Ma adesso basta, non permetterò che l'alcool ti corroda goccia a goccia, anzi, visto quello che bevi, pinta a pinta!».

Dall'alto della sua grande esperienza, Ellen sapeva che il miglior modo per trattare con un ubriaco era gettargli dell'acqua fredda addosso, ma non volendo allagare il locale disse a Jo di andare a riempirle la vasca da bagno. Approfittando della momentanea perdita di coscienza di Dean, con l'aiuto della figlia che prese il cacciatore per i piedi, tenendolo per le spalle riuscì a trasportarlo fino al bagno e a farlo cadere nella vasca.

Al contatto con l'acqua gelida, Dean si riebbe spaesato e fulminò Ellen e Jo con il suo miglior sguardo omicida, che di solito riservava solo ai mostri o a se stesso quando si guardava allo specchio la mattina.

L'ubriacatura prende in tanti modi: c'è chi piange raggomitolato in un angolo in posizione fetale, c'è chi abbraccia gli amici e dice loro che gli vuole bene, c'è chi si mette in giro a toccare le cose, c'è chi si arrabbia, grida e spacca tutto, ma Dean non rientrava in nessuno di questi casi: voleva annullare se stesso e questo terrorizzava Ellen. Con movimenti misurati, la donna sfilò le pistole e il coltello che sapeva che Dean portava addosso e li consegnò a Jo, che li prese si eclissò.

Ellen la seguì per ritornare subito dopo con un bicchiere d'acqua.

«Ti ho portato questo, Dean» disse con fare autoritario porgendoglielo.

«No grazie, sto bene» sputò fuori lui cercando di non battere i denti dal freddo. La gola gli bruciava e reclamava un sorso che la calmasse, ma voleva continuare a punirsi.

«Bevi qualcosa» continuò lei impaziente e si fece un appunto mentale di preparargli al mattino del caffè e un'aranciata.

«Ho detto che sto bene! Vuoi lasciarmi in pace? Non me ne frega niente! Vattene! Ti prego… vattene!» rispose Dean.

La testa del cacciatore stava scoppiando, pulsava al ritmo del battito del suo cuore, avrebbe voluto solo dormire, come aveva fatto per tanti lunghi anni, con la speranza che Sam fosse vivo e in giro da qualche parte e con la certezza che sarebbe sempre tornato per lui. Sam non lo avrebbe mai saputo, ma, anche mentre era sotto l'incantesimo della strega, Dean aveva conservato una vaga percezione di quanto accadeva introno a lui, come in sogno lucido: suoni, odori, sensazioni. E, seguendo quelle tracce leggere sul suo cuore, aveva sempre scoperto che portavano al suo fratello minore.

Ellen posò il bicchiere, prese un asciugamano da un armadio del bagno e glielo porse. Dean uscì a fatica dalla vasca e lei lo aiutò a stringerselo attorno, mentre lui scivolava a sedere sul pavimento. Non furono gli ordini secchi di Ellen o la botta in testa che lei gli aveva dato a spezzarlo, ma la dolcezza con cui cinse le sue spalle anche con le proprie braccia. Era l'abbraccio di una madre, di cui Dean conservava solo una tenue, ma preziosa memoria.

Lacrime e parole sgorgavano senza essere più arginate: «Ho sempre cercato di proteggerlo, di metterlo al sicuro, è sempre stata una mia responsabilità… invece ho fallito… io ho sbagliato… forse è questo il mio destino, deludere quelli che amo… come faccio a vivere con questo rimorso? Cosa devo fare? E' colpa mia… l'ha fatto per me…».

Ellen lo strinse più forte. Aveva odiato John per aver causato al morte del suo primo marito, ma provava per Dean un sincero affetto e cercò di consolarlo con quel suo modo un po' burbero tipico dei cacciatori, anche quando sono della madri: «Ed è così che tu lo ripaghi? Ti ha datola sua vita! Non sprecarla, non vorrebbe che tu lo facessi». Poi si alzò, prese un altro asciugamano e gli strofinò energicamente i capelli ignorando le proteste per quel gesto che acuiva il mal di testa.

Gli lasciò un po' di privacy per togliere i vestiti fradici e mettere qualcosa di asciutto e poi controllò che si infilasse sotto le coperte. Per precauzione, mise un secchio di fianco al letto, augurandosi che, in caso di necessità, Dean facesse centro. Lui sorrise, il primo timido ma vero sorriso che gli vedeva fare da un po': «Solo le ragazzine alle feste vomitano, Ellen».

Lei rispose al sorriso e lo guardò addormentarsi, indugiando a lungo in carezze sulla sua fronte prima di lasciarlo riposare solo sussurrandogli: «Andrà tutto bene, tesoro. Non ti permetterò ancora di farti del male».

Le ciglia di Dean ebbero un tremito e lei notò che i suoi occhi si muovevano sotto le palpebre. Ellen non aveva mai studiato granché, ma da quando aveva sposato Bobby non aveva potuto fare a meno di trovarsi per le mani un sacco di libri, apprendendo almeno un po' della straordinaria cultura di quello scorbutico del marito. Non solo antichi tomi polverosi in lingue astruse, ma anche classici della letteratura come i Sonetti di Shakespeare: «Quanto più chiudo gli occhi, allora meglio vedono, perché per tutto il giorno guardano cose indegne di nota; ma quando dormo, essi nei sogni vedono te». Qualunque cosa Dean stesse sognando, gli augurò che portasse consolazione alla sua anima.

 

 

 

 

 

 

NdA

Ciao a tutti! Come avrete notato, l'iniziale one shot è diventata una fanfiction più lunga. Le funzioni di EFP mi permettono di modificare le caratteristiche solo in “serie di one shot”, ma saranno in realtà tutti veri e propri capitoli di una long. Fino a questo momento, non avevo mai scritto navigando a vista senza sapere dove andare a parare, ma, anche se non ho idea di quali saranno i prossimi promt e di come si svilupperà la storia, la sto scrivendo e mi sto divertendo!

Grazie a tutti quelli che mi accompagneranno in questo viaggio e a chi mi lascerà un commento (le opinioni di chi legge per me sono molto importanti: confrontarsi con altri è di grande stimolo). Vi lascio il link del sito che ha organizzato la challenge: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/.

   
 
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