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Autore: Black_Sparkle    08/05/2018    0 recensioni
Tu adori la cannella, a me non piace per niente. Però se fossero le tue labbra ad avere quel sapore... potrei anche amarla, la cannella.
Un disegno, un treno, una cicatrice a forma di mezzaluna. Pochi indizi per ricostruire quello che, per la polizia, sembrerebbe un rapimento in piena regola. Che cosa si nasconde dietro l'uomo con la cicatrice? Ma soprattutto, riuscirà Bakugou a salvare la sua amata? Impegnato in una lotta contro il tempo insieme ai suoi compagni di classe, farà di tutto per salvarla. Tutto.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Se dovessi disegnare il volto dell'Amore, disegnerei il tuo.



Parte prima- L'inizio.




Disegnare era il suo passatempo preferito. Appena aveva a disposizione anche solo pochi minuti per dar vita a qualche sua ispirazione, ne approfittava. Sul suo stile c'era poco da dire, semplice ma d'impatto, tanto che spesso le veniva chiesto se avesse studiato presso qualche accademia artistica; tuttavia, dopo i primi complimenti sul suo talento che, a detta dei più, sarebbe stato molto più utile altrove piuttosto che tra le pagine di un quaderno sgualcito, seguivano frasi che la innervosivano parecchio.

All'ennesimo “ sei così giovane e bella”, che di per sé apprezzava e interiormente la faceva sorridere e pensare che dopotutto quei suoi lineamenti non erano così sgradevoli, comprese che le persone non riuscivano a guardare al di là di quello che lei rappresentava su quei fogli.

Si limitavano tutti a storcere il naso, qualcuno addirittura pensava fosse devota a qualche setta dell'occulto. Semplicemente ridicolo. Non si capacitava del fatto che le persone etichettassero quei suoi schizzi come disegni “brutti”. Certo, non disegnava unicorni, folletti, paesaggi incantati o coppiette sdolcinate – perché avrebbe dovuto farlo? - però trovava i suoi disegni affascinanti per quello che sapevano comunicare, anche se il significato lo capiva solo lei.

Al diavolo quello che pensano gli altri.

Non che avesse mai mostrato di sua volontà quello che disegnava, per lo più la gente la osservava e, incuriosita da quello sguardo così concentrato e quella mano che non si fermava un attimo e tracciava righe su righe, non poteva fare a meno di sbirciare e criticare, pensando che una ragazza così giovane e bella non potesse disegnare cose tanto tristi e inquietanti. Essere capiti, però, non doveva essere niente male.



Il giorno in cui tutto ebbe inizio, fu anche la prima volta in cui venne compresa. Un passeggero del Super Espresso sul quale lei stava viaggiando per raggiungere i suoi amici, riconobbe ciò che tanto le stava a cuore comunicare. L'uomo era alto, molto magro, dal viso buono e gentile, con una piccola cicatrice a forma di mezza luna sul mento. Eppure c'era qualcosa di fin troppo buono in quello sguardo, e la ragazza lo avrebbe percepito, probabilmente non gli avrebbe nemmeno rivolto la parola se non fosse stata troppo concentrata sui suoi disegni. Non lo sentì neppure quando le domandò se il posto accanto a lei fosse occupato. Non ricevendo risposta, l'uomo si sedette e la fissò.

Solo dopo tre, quattro minuti circa, lei si accorse di una presenza accanto a sé. Imbarazzata per la mancata educazione – sicuramente le aveva chiesto educatamente se potesse sedersi accanto a lei - accennò un sorrisino, le guance le si colorirono di rosso e, guardandolo negli occhi e provando una sensazione strana, quasi un nodo allo stomaco, distaccò lo sguardo, scusandosi.

Non si preoccupi, signorina.” I suoi occhi caddero sul quaderno. “Noto che è impegnata, mi spiace averle creato disturbo sedendomi qui accanto a lei.”

Sono io che mi devo scusare, ero talmente immersa nei miei disegni da non essermi nemmeno accorta della sua presenza!” Portò una mano dietro la testa, come era solita fare quando era imbarazzata. “Mi dia pure del tu, sono giovane.”

Guardandolo di nuovo negli occhi, provò ancora quella specie di stretta allo stomaco. Che significa?

Lasciatelo dire, disegni benissimo! Ho dato una sbirciatina al tuo lavoro, sì... Non avrei dovuto? Ah ah, scusa, non volevo essere invadente.” Sistemandosi il bavero della giacca aggiunse: “Oltre allo stile, riconosco qualcosa di molto intimo e profondo... tu vuoi comunicare qualcosa, non è vero? Sì, deve essere così! E fai benissimo! Non è facile esprimere i propri sentimenti, trovare un canale di comunicazione con il mondo fa bene all'anima. Carissima, ti spiace mostrarmi un disegno completo?”

Non sapeva cosa rispondere. Per la prima volta, uno sconosciuto aveva capito. Sì, un uomo mai visto prima, dando una sbirciata al suo lavoro, aveva capito. Era gratificante. Senza rendersene conto, sorrise. È solo un disegno, cosa c'è di male?

Sfogliando le pagine del suo quaderno, un semplice quaderno nero un po' sgualcito, cercò un disegno “innocente” da mostrargli.

Il cuore mancò un battito.

Ma questo cos'è?

Era sicura di aver lasciato quella pagina bianca. Sicurissima. Notò, a conferma dei suoi pensieri, un piccolo segno rosso a matita sull'angolo del foglio. Lo aveva lasciato volutamente bianco per un bel progetto e, per ricordarselo, aveva macchiato di rosso l'angolo del foglio. Solo che non era più bianco come lo aveva lasciato.

Non c'erano molti dubbi sui soggetti... Si trattavano indubbiamente di lei e l'uomo che poco prima le si era seduto accanto.

L'uomo non sorrideva più, un ghigno malvagio copriva il suo volto, piccole macchie rosse ornavano la sua bella ed elegante giacca di tweed. Accanto a lui, la ragazza, lei, era... Trattenne a stento un urlo.

Queste cose non succedono nella vita reale! Dandosi un piccolo schiaffo sulla guancia si ridestò, tornò a osservare il foglio e... Il disegno era lì, reale. Come se fosse stata lei a disegnarlo. Riconobbe i tratti della sua matita e il suo inconfondibile stile. Tuttavia, a differenza degli altri suoi lavori, mancava un elemento che mai e poi mai avrebbe tralasciato: la firma. Era come se il disegno non fosse completo... Questo ne avrebbe spiegato l'assenza. Eppure non era convinta di quello che i suoi occhi stavano osservando.

-Signorina, tutto bene?- domandò l'uomo con una voce fin troppo stucchevole.

Tutto ciò non è reale. Voltandomi verso di lui sarà tutto come prima, no?




Due enormi occhi iniettati di sangue la stavano fissando con ferocia. Si sentì invadere da un terrore puro, come non provava da anni ormai... Quello sguardo così penetrante e intimidatorio avrebbe potuto mandarla al manicomio. Sembrava leggerle dentro, nel suo io più profondo, dove nessuno ha il diritto di curiosare. Avrebbe potuto usare la sua unicità, le sue Fiamme del Drago,ma si sentì come violata, denudata, impotente.

Sentiva il suo fiato sul collo, emanava malvagità da tutti i pori. Come aveva potuto essere stata così ingenua? Fin dal primo momento in cui aveva incrociato il suo sguardo, si era sentita pervadere da una strana sensazione. Se solo non fosse stata concentrata sul suo maledetto disegno...

Vuole davvero me? Perché?

Tanti erano i pensieri che vagavano nella sua mente... Non aveva più il coraggio di guardarlo negli occhi.

Osservò il disegno. Poteva sembrare identico a quello visto poco prima, se non per un particolare.

Nel disegno, compariva la schermata a colori del treno a super velocità che annunciava l'ora e la fermata successiva. Ore 14.38. E in un rosso scarlatto -sangue?- sulla parete adiacente, campeggiava questa scritta: “ COUNTDOWN... YOU'RE FUCKED



Che cazzo significa? Quello è... Sangue? Il mio sangue?!

Appurò con ormai sempre meno crescente sorpresa, quasi rassegnazione, che quella scritta era reale... Reale come il terrore che provava e la ferocia che emanava l'uomo accanto a lei. Si agitò quando vide che il treno era vuoto.

I passeggeri... Dove sono? Non ero sola su questo treno... Ricordo una famiglia poco più avanti, un gruppo di ragazzi qualche fila dietro la mia... Tutti scomparsi? COSA CAZZO SIGNIFICA TUTTO QUESTO?E poi con tutti i posti liberi su questo treno, perché proprio accanto a me?

Molto semplice. Sei fottuta. Il Super Espresso ha una nuova fermata.” Lo guardò, inorridita. Schiumava dalla bocca, la quale era troppo grande per essere quella di un essere umano...

In un attimo di lucidità notò una piccola cicatrice sotto il mento, ricordava una mezza luna.

È un dettaglio da poco, però devo pur aggrapparmi a qualcosa...!

Dalla bocca dell'uomo uscì un grido rabbioso e profondo. Collerico. Malvagio. E un po' beffardo.

Una mano le si avvicinò al volto.


Katsuki...


Poi, il buio.



Angolo dell'autrice

Ciao a tutti! Sono nuova nel fandom, questa è la mia prima fanfiction.

Spero che il mio personaggio vi piaccia (e che possa piacervi anche la storia, of course!)e

che apprezziate questa ship. Ho in mente progetti futuri, sempre con protagonista

Bakugou, il mio personaggio preferito di My Hero Academia.

Sarei felice di sapere che cosa ne pensate! (: 

Buona lettura! 

xoxo

Black_Spark






   
 
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