Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Aiden94    09/05/2018    4 recensioni
Ho letto numerose storie, alcune mi hanno entusiasmato, altre sorpreso o colpito. fino a farmi venir voglia di scrivere le mie fantasie su carta. è la prima volta che pubblico qualcosa quindi consigli ben accetti e spero vivamente che vi piaccia.
Trama: febbraio, pioggerellina leggera, cielo lattiginoso e due persone ai poli opposti che si incontreranno in un piccolo caffè, ma nell'ombra qualcuno trama un'altra storia... o sarà tutta solo un'illusione?
è principalmente una Rin/Sesshomaru ma ci sarà un po di spazio anche per le altre.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Realtà svelate e curcuma

 


Inuyasha continuava a fissarlo ostinatamente ormai da mezz'ora, gli sembrava quasi di sentirlo ringhiare sottovoce. Sesshomaru non aveva ancora risposto alla sua ovvia domanda, ormai era chiaro che lui e Rin avessero una relazione.

- mi dici che diavolo ti è saltato in mente Sesshomaru – il diretto interessato non lo degnò di uno sguardo.
 
- insomma, con tutte le ragazze che ci sono a Tokyo proprio la sorellina di Kagome dovevi scegliere – Sesshomaru  non ce la faceva più, gli stava dando il tormento così ripose i documenti e si avviò verso l'uscita – e dai aspetta, almeno rispondimi, che cosa dovrei dire io a Kagome adesso -

A quel punto Sesshomaru si voltò – niente – Inuyasha lo guardò stupito – non spetta a te dirlo alle nostre famiglie, è una decisione soltanto nostra quindi non ti immischiare – detto ciò uscì senza aggiungere una parola lasciando un Inuyasha piuttosto perpleso sul da farsi solo in mezzo all'ufficio.

 

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Rin era di ottimo umore quella sera, si sentiva ancora un po' fiacca ed affaticata ma tutto sommato le cose procedevano per il meglio. Con Sesshomaru andava tutto bene anche se non sapeva come avrebbero preso la notizia i loro famigliari ma per quello c'era tempo, Kosuke invece sembrava sparito nel nulla.

Aveva un po' paura a scrivergli per sapere come stava, non voleva rischiare che ricominciasse ad assillarla però era strano tutto questo silenzio da parte sua. Gli aveva detto che stava lavorando ad un progetto ma non aveva approfondito.

Spense le luci e si avviò verso casa, non era certa di vedere Sesshomaru quella sera ma voleva affrontare, anche se solo vagamente, il discorso del malinteso di due giorni prima.

 

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Aveva quasi finito, mancavano solo gli ultimi ritocchi e il suo regalo sarebbe stato perfetto. Rin lo avrebbe adorato ne era certo. Aveva studiato tutto nei minimi dettagli mancavano solo alcune cose da rivedere e finalmente sarebbero potuti stare insieme.

Sentiva il cuore scoppiarli dalla gioia, quel progetto l'aveva entusiasmato ed assorbito completamente, così tanto da non rendersi conto delle ore e dei giorni che passavano. Rin non gli aveva scritto ma questo era il minore dei mali, si diceva che la lontananza rafforzi l'amore e la voglia che aveva di rivederla bastava a fargli sparire la stanchezza accumulata in quelle ultime settimane.

Era euforico. Ora doveva solo trovare il modo di portarla lì senza lasciare tracce o qualche stupido spasimante avrebbe rischiato di riprendersela e portargliela via per sempre e questa non era un opzione accettabile.

Tutto doveva essere premeditato nei minimi dettagli e niente lasciato al caso.

 

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Erano accoccolati dolcemente nel letto ascoltando il silenzio causato dalla neve che cadeva lenta fuori dalla finestra. Quella calma e quella pace sembravano irreali.
Inuyasha strinse più forte a sé Kagome, ancora non si capacitava che suo fratello avesse una relazione con la sorellina di Kagome, bè forse non tanto -ina in effetti, però non sapeva di che tipo di relazione si trattasse.
Non pensava fosse solo fisica conoscendo Rin ma faticava a pensare fosse sentimentale o platonica conoscendo Sesshomaru.

Continuava a rimuginarci sopra da ore senza un motivo particolare, Sesshomaru aveva ragione dopotutto, la scelta era loro e comprendeva bene perchè avessero preferito non parlarne subito.
Avrebbe aspettato e per ora non avrebbe detto niente a Kagome, sperava solo non ci volesse troppo tempo.

La guardò addormentata sul suo petto e si sentì immensamente fortunato ad aver trovato una donna come lei, non vedeva l'ora di sposarla fortuna mancavano solo pochi mesi ormai. Sperava solo che anche suo fratello un giorno potesse sentirsi felice come si sentiva lui, sapeva quanto si era sentito escluso e giudicato dalla famiglia di sua madre, forse avrebbe trovato la persona giusta proprio in Rin.

 

:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ casa di Rin

 


- presto sarà Natale e stranamente ho preso quasi tutti i regali in tempo quest'anno – erano seduti in cucina a parlare mentre mangiavano una zuppa con crostiti saltati in padella, ormai era diventata un'abitudine.

Sesshomaru passava a prenderla a fine turno, tornavano a casa e Rin preparava la cena mentre raccontavano la loro giornata poi stavano insieme fino al mattino dopo.

- ti manca qualcuno? - non era realmente incuriosito solo gli piaceva sentirla – solo tu a dire il vero, vado in panico da regali sotto le feste -

Sesshomaru inarcò un sopraciglio dubbioso, panico da regali? Non era sicuro neanche esistesse una cosa del genere.
Rin si accorse della sua faccia perplessa – quando non ho un'ispirazione per dei regali e vado in ansia per cercare qualcosa ma non lo trovo e poi mi vengono i dubbi che possa non piacere o altro, panico da regali insomma -

lui continuò a guardarla scettico, era proprio strana – non hai bisogno di farmi alcun regalo – lei lo guardò con un espressione un po' demoralizzata -

- lo so, tu sei ricco e hai tutto, è questo che è difficile – sbuffò alzando lo sguardo – questo è uno dei motivi per cui non mi piacciono le persone ricche, non sai mai cosa fargli come regalo -

lui la guardò vagamente divertito – sarebbe più facile se fossi povero?  - lei lo guardò senza sapere bene cosa dire – no, basterebbe nella media ma ovviamente tu non sei un tipo nella media – lo disse ridendo cercando di sdrammatizzare, sembrava averla presa proprio sul serio, fortunatamente così non fu perchè si limito ad annuire e a finire il suo piatto.

Si alzò per sbarazzare – approposito, mi sono dimenticata di dirti che Kosuke è tornato – Sesshomaru drizzò attento le orecchie a sentire quel nome – l'altra sera è venuto a trovarmi quando c'erano qui le gemelle e abbiamo parlato un po' -

- come ti è sembrato – si alzò e le andò vicino – normale all'inizio – abbassò lo sguardo come persa nel vuoto, le posò una mano sulla spalla e la voltò verso di lui – Rin – era più una domanda che un rimprovero e lei sospirò – beh si è un po' innervosito e ha cominciato ad accusarmi di avergli mentito, io gli ho detto che non l'avevo programmato e che era semplicemente capitato. Abbiamo discusso un po' – alzò lo sguardo verso di lui, non voleva pensasse male di Kosuke – ma poi si è calmato, era solo preoccupato per me visto quello che è successo a ottobre – spiegò.
 
Lui la guardò preoccupato e pensieroso – gli hai detto che ero io – lei lo guardò stupita – no, non l'ho detto a nessuno – lui annuì e poi riprese

- Inuyasha lo sa – lei sussultò – gliel'hai già detto? Pensavo volessi aspettare ancora un po' -

- ha visto il tuo messaggio – Rin sbiancò – ehhh...quello del test? - lui annui tranquillo – come puoi essere così tranquillo accidenti tra i tanti modi che c'erano per essere scoperti … accidentaccio che figura -

Sesshomaru si avvicinò e la prese tra le braccia stringendola a sé – a questo proposito, mi pare tu mi avessi fatto una proposta giusto? - Rin lo guardò, arrossì e stringendosi più forte a lui iniziò a baciarlo languidamente e poi sorrise furba – vado a farmi una doccia prima, detesto sentirmi sporca dal lavoro -

Lui la guardò avviarsi verso il bagno con quel suo fondoschiena così pieno e sodo da fargli venire l'acquolina in bocca.
Il ritorno di Kosuke lo preoccupava, era meglio essere prudenti ma non sapeva bene come dire a Rin che avrebbe fatto meglio a stare in guardia con lui.

Sentì l'acqua scendere e la musica partire, doveva essere stanca perchè aveva messo “divenire” di Einaudi, aprì piano la porta e la guardò mentre si passava il sapone tra i capelli lunghi e sul corpo, il modo in cui si abbassava per lavarsi le gambe rese toniche dal lavoro tutt'altro che sedentario, le braccia, la schiena elegante, i seni, la pancia.

Era come guardare un'opera d'arte, era davvero preso da lei e non si sarebbe mai stancato di guardarla. Gli sfuggì un sospiro leggero, entrò in bagno cercando di non fare rumore, si spogliò ed entrò con lei nella doccia all'italiana, era davvero perfetta per due persone.

Appena si accorse di lui sussultò e si appoggiò a lui sorridendo – vuoi risparmiare sul consumo dell'acqua per caso – lui prese a passarle il sapone sui fianchi e la schiena applicando una leggera pressione, la sentì rilassarsi contro di lui.

-era una delle mie idee – ammise sorridendo, Rin prese a far scorrere le mani sul corpo di lui, anche se superava il metro e settanta lui la superava di quasi venti centimetri, ed era assolutamente favoloso, si sentiva davvero presa da lui, più di quanto volesse ammettere, la sua pelle gli aveva creato dipendenza e non si sarebbe mai stancata di accarezzarlo e dormire sul suo petto.

- Rin, tutto bene – lei annuì facendo scorrere ancora le mani piene di shampo tra i suoi capelli immacolati, l'acqua calda che scorreva e la melodia dei violini e del piano in sottofondo con la condensa della doccia davano un tocco mistico al tutto facendoli sembrare soli in un altro pianeta.

Prese a massaggiarlo come lui aveva fatto con lei, premendo delicatamente sui muscoli della schiena fino alla base del collo per poi scendere ancora. Lo vide rilassarsi e alzare la testa indietro, scese ancora un po' fino ai glutei poi risalì seguendo la colonna vertebrale poi scese piano e si inginocchiò tra le sue gambe prendendolo in bocca, Sesshomaru si irrigidìe posò le mani sulle sue spalle – Rin – era un suono strozzato sfuggito alle sue labbra mentre lei inperterrita continuava il suo massaggio con le mani sull'asta e con la bocca.
Il ritmo era lento ma incalzante, Sesshomaru appoggiò la schiena alla parete fredda della doccia passando una mano fra i capelli di lei, era spettacolare ma non gli avrebbe permesso di fare tutto da sola così.

Le spostò la testa tirandola dai capelli poi la fece alzare e appoggiare contro la parete dove poco prima c'era lui, si abbassò e le fece poggiare una gamba sulla spalla, si guardarono negli occhi in silenzio, senza dire una parola poi lui prese a baciarla piano nell'interno coscia mentre con una mano le accarezzava il polpaccio e risaliva sempre più su.

A Rin sfuggì un sospiro che le morì in gola quando lui le lasciò un bacio proprio in mezzo alle gambe per poi passarci piano la lingua e iniziare a torturarla con le dita e la lingua sempre con più insistenza e passione, iniziavano a tremarle le gambe e il respiro a farsi più corto e nonostante l'acqua iniziava a sentire sempre più caldo – Sesshomaru – un sospiro, quasi una suplicca.

Sesshomaru si alzò e la baciò con una tenerezza che non credeva possedere, e lei si agrappò a lui come se fosse l'unico appiglio al mondo, la sollevò dalle natiche e la portò alla sua altezza senza smettere di baciarla come se fosse la sua stessa aria e vita.

Entrò dentro di lei in un sol gesto come se non avessero fatto altro nelle loro vite, come se fossero un solo incastro perfetto, si unirono lentamente senza dire una parola, solo qualche ansito impossibile da trattenere.
Finirono sotto il getto diretto dell'acqua e come risvegliato da quel torpore iniziò a muoversi con più foga e vennero entrambi in quella doccia.

La fece scendere. Si guardarono, stupiti, come se si vedessero per la prima volta.

Terminarono la doccia e uscirono, si asciugarono i capelli e si lavarono i denti guardandosi allo specchio, quella scena pareva particolarmente “intima” e Sesshomaru non riusciva a spiegarsi il senso di pace e turbamento che sembravano averlo colto.

Andarono in camera e si stesero nel letto, non gli chiese di restare, era ovvio che non servisse più un invito – Rin – si? - vorrei che per un po' venissi a stare da me, per le vacanze di Natale -

Rin alzò il viso e lo guardò seria poi un sorrise le illuminò il volto – mi sembra un ottima idea - lei si avvicinò e in pochi secondi si addormentò sul suo petto dopo avergli dato un bacio e la buonanotte.
Lui non riusciva a dormire, doveva dirle dei suoi sospetti sul ragazzo e se aveva ragione doveva tenerla al sicuro ma sopratutto voleva anzi pretendeva che sapesse, lui o chiunque altro che Rin stava con lui ora e che non l'avrebbe lasciata a nessuno.

Quello che avevano condiviso quella sera in doccia non era semplice sesso, era qualcosa di più profondo e viscerale, perfino lui che non si era mai realmente innamorato di nessuno, nemmeno di Kagura realmente capiva che con Rin era diverso, lei era diversa.

Il dubbio di averla messa incinta, scoprire poi che era infondato lo aveva spinto a rivedere la sua relazione con Rin sotto una luce diversa e ora ne era certo, si stava seriamente innamorando di lei e la cosa lo spaventava nella sua semplicità e complessità.
Non sapeva bene come comportarsi ma un modo l'avrebbe trovato per fargli capire come stavano realmente le cose. Sperava solo che riuscisse a capire.
Mentre pensava ad un piano e a come dirglielo sprofondò in un sonno profondo accanto alla donna che si era accorto di iniziare ad amare veramente.

 

0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o0o Quel weekend in un pub

 

- ma quanto ci mettono – Kagome sbuffò sonoramente per l'ennesima volta – vedrai che arriveranno – Inuyasha cercava di calmarla.

Stavano aspettando Rin e Sesshomaru fuori dal pub da circa dieci minuti, Sesshomaru non era solito tardare ma probabilmente si stava concedendo ancora un po' di svago con Rin. Rabbrividì.
Accidenti proprio non ce li vedeva quei due insieme a fare cose sconce, suo fratello poi non riusciva proprio ad immaginarlo tenero con qualcuno.

- hai freddo Inuyasha – lui si voltò a guardarla, era davvero bella la sua Kagome. Si avvicinò e l'abbraccio – ora va meglio – sorrise e le baciò il capo, i suoi capelli profumavano del suo shampo.

- spero non intendiate passare tutta la serata appiccicati così o faro un overdose di zucchero – si voltarono verso Rin che li guardava sorridente, si staccarono inbarazzati – è solo colpa tua Rin fai sempre tardi e sei riuscita a far tardare anche Sesshomaru -

Inuyasha sbuffò – dubito che a lui sia dispiaciuto – Sesshomaru per tutta risposta lo fulminò con lo sguardo facendo rabbrividire Inuyasha sul posto – niente niente come non detto -

- dai entriamo per colpa tua Rin ho i piedi congelati – le due sorelle si avviarono verso l'ingresso a braccetto, aveva iniziato a soffiare un vento freddo che scompigliava i capelli e si insinuava sotto le giacche.
Inuyasha guardò di sfuggita Sesshomaru, i suoi capelli gli stavano finendo in faccia e solo di sfuggita Inuyasha notò un piccolo segno rosso alla base del collo del fratello mentre si toglieva la sciarpa alzandosi i capelli.

- che hai da fissare Inuyasha – lui lo fissò ancora e gli spostò una ciocca dal collo sghignazzando – beh sarà meglio che tu ti copra un po' meglio stasera – e perchè mai – Inuyasha sgignazzò e si indicò il collo per poi raggiungere le ragazze ad un tavolo. Sesshomaru si guardò riflesso nel vetro della porta e rimase spiazzato nel vedere che appena sotto il colletto della camicia aveva un leggero segno rosso che non poteva essere altro che un succhiotto, ripensò al motivo del loro ritardo.

Vedere Rin con quel vestitino e le calze lo aveva stuzzicato parecchio e lei se ne era accorta, l'aveva trascinato sul divano tra le sue gambe, avrebbero tardato ma non interessava a nessuno dei due in quel momento. Ricordava ancora la sensazione e i brividi nel sentirla mordicchiargli il collo durante l'orgasmo. Maledizione avrebbe dovuto fare attenzione.

Li raggiunse al tavolo, non sapeva come prendere quel gesto, un brivido di eccitazione al ricordo, indignazione per quel segnetto sul collo che lo faceva sentire un ragazzino, felice di avere un segno di lei su di sé come lui era solito fare con lei. Inuyasha lo guardava divertito, bastardo ma si sarebbe vendicato su di lui per Rin invece aveva altri progetti.

Rin dovette sentirsi osservata perchè si voltò verso di lui – tutto bene Sesshomaru – lui annuì, ordinarono da bere e si misero a chiacchierare del più e del meno, Sesshomaru mise pigramente un braccio sullo schienale del divanetto e Rin si lasciò andare poggiando leggermente la testa sul suo braccio, solo quando Kagome e Inuyasha li fissarono straniti con tanto d'occhi si resero conto della loro vicinanza, ormai era diventata così un'abitudine tra di loro che non si erano nemmeno accorti.

- Rin andiamo a ballare? - trascinò la sorella in mezzo alla pista e cominciarono a ballare a ritmo di musica, dopo un po' si avvicinò al suo orecchio strillando – perchè non mi hai detto che era lui il tipo con cui stavi uscendo -

Rin arrossì – e come potevo, è il fratello di Inuyasha – lei la guardò comprensiva – si lo so ti capisco ma non nascondermi più niente, andiamo a prenderci un drink e torniamo al tavolo – Rin annuì e si avviarono verso il bancone – sai non lo conosco bene ma non credo di aver mai visto Sesshomaru comportarsi così con qualcuno, specialmente donne – Rin sorrise raggiante – davvero? Sono contenta che tu lo dica -

- dovresti ha l'aria di essere molto dolce nei tuoi confronti – si ed è fantastico, abbiamo un sacco di cose in  comune come attività all'aperto, leggere, teatro ecc.. altre invece completamente l'opposto e sono davvero felice Kagome sento davvero di avere un'affinità particolare con lui -

Kagome la guardò con uno sguardo complice – direi che qualcuno qui si è preso una bella cotta – Rin arrossì – ma no cosa -  inutile che insisti è chiaro come il sole – continuarono a ridere e scherzare per un po' poi  ripresero i quattro drink e tornarono al tavolo – se penso al discorso in caffetteria e che lui era presente, che figuraccia Rin – lei rise felice – si me lo ha detto, gli avete fatto prendere un colpo -

Rin posò il suo drink e quello di Kagome sul tavolo e lei portò quelli di Sesshomaru e Inuyasha che si erano scambiati di posto, stava andando a cercarle probabilmente.
Ricominciarono a chiacchierare e Kagome ovviamente non la smetteva di fare domande e proporre vacanze insieme o uscite a quattro – dai Kagome ti prego, questo è uno dei motivi per cui non te l'ho detto, evita di farlo sapere al mondo intero per favore, vorremmo fare con calma ok -

- guarda sorellina che è chiaro come il sole che siete cotti l'uno per l'altra – Sesshomaru la fulminò con lo sguardo – perchè quell'espressione Sesshomaru è vero – Kagome bevve un sorso del suo drink e si appoggiò ad Inuyasha tranquilla mentre Inuyasha liberava un sospiro sconsolato.

Poco dopo Kagome sembrava persa nel vuoto, non si muoveva quasi – ehi Kagome non te la sarai presa vero – Rin la guardava preoccupata posandole una mano sulla gamba, Inuyasha le voltò il viso, aveva lo sguardo appannato e perso e sembrava respirare male.

- Inuyasha portiamola fuori – Inuyasha la prese per le spalle e l'accompagnò fuori seguita a ruota da Rin e Sesshomaru che avevano recuperato i cappotti.
 
Kagome non rispondeva e faticava a stare in piedi da sola – ha bevuto solo un drink, l'altro non l'ha quasi toccato non è possibile sia ubriaca – Sesshomaru accese la torcia del cellulare e la passò davanti allo sguardo perso di Kagome – qualcosa non va, credo sia stata drogata -

Inuyasha sbiancò – cosa? - non da segni di reazione e la pupilla non si dilata – Rin era sconvolta, come era possibile – dobbiamo chiamare un'ambulanza – faremo prima a portarla in macchina –

Si avviarono verso le macchine, Rin salì con Inuyasha e Kagome per controllare la sorella mentre Sesshomaru li seguiva, la situazione era preoccupante.
Prima lo stalker di Rin poi Kagome drogata, o la sfortuna li perseguitava, e Sesshomaru non era tipo da affidarsi a certe stupide credenze, oppure qualcuno li stava seguendo.
Notò vagamente una piccola auto seguirli fino allo sbocco prima dell'ospedale per proseguire poi diritto verso la via principale, poteva sembrare un caso o paranoia ma era meglio essere sicuri. Doveva parlarne con Inuyasha appena si fossero accertati delle condizioni di Kagome.

 

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I medici del pronto soccorso la stavano visitando da un pezzo ormai facendole esami, prelievi di sangue e monitorando i battiti. Quella situazione era assurda, si sentiva completamente impotente e non sapeva come fare per aiutarla, era insieme a lei e aveva rischiato di perderla comunque
Una dottoressa uscì dalla stanza in cui stavano visitando Kagome

- i parenti di Higurashi Kagome? - Rin si alzò dalla sedia come una molla – sono io – sua sorella sta bene adesso, le abbiamo fatto una flebo di soluzione salina e la stiamo monitorando -

Inuyasha aveva lo stomaco contratto in una morsa – e cosa le hanno dato – dai test risulta che le abbiano somministrato una dose minima di scopolamina più volgarmente chiamata “erba del diavolo” - ebbero un sussulto, il nome non prometteva niente di buono, vedendo le loro espressioni si spiegò meglio

- l'erba del diavolo è una droga usata per calmare e sedare le vittime. La vittima in questione non ricorda ciò che succede, alcune vittime confessano qualunque cosa sotto l'effetto di questa droga. Una dose maggiore di quella somministrata a sua sorella causa innalzamento della temperatura ed eccittazione per questo è molto usata nei luoghi pubblici come pub o discoteche perchè le vittime sembrano assenti o ubriache. Un eccesso di questa droga però può provocare la morte.
Fortunatamente la dose assunta da sua sorella era minima, appena sufficente a stordirla -

La spiegazione lo aveva agghiacciato, non poteva credere di essere stato così vicino ad una strage – vi chiederei di compilare questo modulo e abbiamo già contattato la polizia che controllera il pub dove siete stati – Rin guardò la dottoressa – quando posso portare via mia sorella – per stasera preferiamo tenerla in osservazione, un familiare può stare con lei, potrebbe svegliarsi e sentirsi un po' confusa e avrà sete -

La guardarono andare verso altri pazienti, Rin rannicchiata con le braccia conserte era pallida – Rin perchè non stai con tua sorella mentre noi andiamo a prendere qualcosa da bere e compiliamo i moduli – lei lo guardò un po' persa e si avviò verso la stanza, Inuyasha stava per protestare ma lo sguardo serio e preoccupato del fratello lo fermarono.

Si avviarono verso le macchinette – allora me lo vuoi dire cosa c'è? Perchè non mi hai lasciato entrare in stanza con Rin – Sesshomaru sembrava concentrato nei suoi pensieri

- cosa hanno bevuto Kagome e Rin – Inuyasha lo guardò stupito – due purple martini perchè? - Sesshomaru lo guardò – non credo sia stato un caso -

Inuyasha tornò a guardarlo con tanto d'occhi e Sesshomaru proseguì – hanno preso lo stesso drink e sono quasi certo che un auto ci stesse seguendo prima – cioè mi stai dicendo che qualcuno avrebbe scelto apposta Kagome per tentare... di cosa? Rapirla? Ma è assurdo che – Kosuke è tornato, Rin me lo ha detto qualche sera fa ma io l'avevo già notato fuori dalla caffetteria, fermo. Osservava Rin attraverso il vetro – prese un respiro e continuò – ti avevo già detto i miei sospetti a riguardo quando quello stalker incappucciato si è introdotto in casa sua. Temo la stia pedinando -

Inuyasha lo guardava con un aria stranita, possibile che la sua Kagome fosse stata drogata per sbaglio nel tentativo di prendere Rin – cosa pensi di fare – lui lo guardò serio – ho già proposto a Rin di passare le vacanze da me quindi per il momento sarà più facile proteggerla e magari riuscire ad incastrarlo dalle telecamere di sicurezza ma tu dovrai fare molta attenzione Inuyasha, nel frattempo vedrò di parlarne con Rin -

- non sarà affatto facile, potrebbe non prendere bene la notizia – Sesshomaru annuì, era vero Rin cercava di vedere il buono in ogni cosa ed era sempre pronta ad aiutare il prossimo e non sarebbe stato facile farle capire che una persona che lei reputava un amico poteva essere il suo aggressore.

 

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Rin non si dava pace.
Guardava sua sorella addormentata con una flebo di soluzione salina nel braccio e non sapeva cosa fare, l'indomani l'avrebbero potuta portare a casa e avrebbero dovuto dare la notizia dello scampato pericolo ai suoi genitori e non sarebbe stato facile.
Prima il suo stalker e poi il drink drogato di Kagome, era davvero molto stress da gestire.

Le squillò il cellulare, un messaggio di Kosuke:

ciao come stai, ti ho intravista al pub ma sei sparita


Accidenti, non aveva proprio voglia di rispondergli al momento però non voleva rischiare di ricevere messaggi a raffica


R: non ti avevo proprio visto,
scusami ma mia sorella non è stata bene purtoppo
e siamo dovuti scappare


K: niente di grave spero


R: fortunatamente no ma ti spiegherò
ora vado sono stanca
notte a presto


In quel momento entrarono Sesshomaru e Inuyasha con le cose comprate alle macchinette e una bottiglia d'acqua per quando Kagome si fosse svegliata – grazie ragazzi – Inuyasha si sedette accanto a lei – come sta? -

- non si è mossa ma sembra che dorma tranquilla, è stata una vera fortuna che la dose fosse minima e domani possa tornare a casa – fece un sospiro – sarà una bella batosta per i miei -

- non preoccuparti vedrai che andrà bene, so che la polizia  sta già facendo controlli e perquisizioni fuori dal locale – lei lo guardò e annuì ma la vibrazione del telefono la distrasse – hai già avvisato i tuoi genitori? -
 
- no preferivo andare direttamente con Kagome domani mattina, ho pensato li avrebbe fatti preoccupare meno dargli la notizia e vederla incolume davanti a loro – Inuyasha annuì e lei guardò il messaggiò e con un sonoro sospiro bloccò il telefono, non aveva voglia di rispondergli oltre.

- è Kosuke, dice di avermi intravisto al pub ma poi di avermi persa – Inuyasha e Sesshomaru si guardarono preoccupati, evidentemente non avevano poi molto tempo per metterla in guardia dall'amico e più aspettavano più c'era il rischio che le capitasse qualcosa.

- Rin perchè tu e Sesshomaru non uscite a prendere un po' d'aria ci penso io a Kagome – Rin lo fissò un po' preoccupata ma evidentemente Inuyasha doveva sentirsi parecchio male e lasciarlo per un po' solo con Kagome non sarebbe stata una  brutta idea – va bene -

 


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Al pub non si era accorto che ci fossero anche il cognato e quell'odioso albino di Sesshomaru, aveva sperato di soccorrere Rin sotto gli occhi della sorella e aiutarla, soccorrerla e diventare il suo eroe così che si accorgesse di lui, invece quella stupida aveva cambiato all'ultimo il drink e così se li erano scambiati e alla fine non era stata Rin quella narcotizzata Maledizione.

Come se non bastasse aveva visto come quell'odioso latticino stesse troppo vicino alla Sua Rin, stava davvero impazzendo, doveva trovare il modo di portarla via.
L'aveva seguita fino all'ospedale e poi, più tardi, l'aveva vista uscire verso il giardinetto interno dell'ospedale sempre con Sesshomaru.

Bene bene sembrava che i due stessero litigando, Rin era davvero fuori di sé, lo guardava come se fosse impazzito e continuava a passarsi le mani tra i capelli e a guardarlo male.
Fantastico, evidentemente Mr.ghiacciolo doveva essersi mostrato insensibile nei confronti della sorella di Rin e lei lo stava rimproverando. Bene.

Lui si avvicina, le parla, le posa le mani sul viso. No no no, come si permette di abbindolare così la Mia Rin, bastardo. Lei sembra credergli, si calma e... No non può essere vero.
Lo vede chinarsi e baciarla, però lei sembra restia, brava amore Mio respingilo.

Purtroppo invece vide che dopo una lieve resistenza lei intensifica il bacio aggrapandosi a lui scambiandosi un bacio appassionato, il bacio che lui desiderava più di tutto gli era stato rubato da un idiota privo di empatia e sentimenti, alla fine i suoi sospetti erano fondati.
Furioso se ne andò con pensieri a dir poco rassicuranti.

 

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Erano fuori, l'aria fresca le pizzicava il naso e sentiva i brividi attraverso il cappotto, Sesshomaru era silenzio, come sempre certo ma questa volta c'era qualcosa di diverso – stai bene? - lui la guardò serio – questo dovrei chiederlo io a te -

sospirò sbuffando una leggera nuvoletta – non lo so, sono preoccupata e ho paura di come la prenderanno i miei – lui si avvicinò e la fece voltare, era teso, anche lui non sapeva come avrebbe preso la sua rivelazione e sperava davvero che lo capisse

- devo parlarti, riguardo a Kosuke – lo fissava con quei grandi occhioni così espressivi che lo mandavano in crisi – credo che non dovresti fidarti di lui – Rin rimase ferma un momento, come se stesse cercando di assimilare e trovare una motivazione valida alle sue parole, poi scoppiò un casino.

 

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Rin non credeva alle sue orecchie, con tutte le cose che aveva per la testa lui tirava fuori il discorso di Kosuke, l'ultima cosa che aveva in mente – che vorresti dire? - che dovresti fare attenzione, non dovresti fidarti – lei era tra l'incredulo e l'allibito – e perchè mai? E perchè me lo stai dicendo proprio ora?? -

lui la fissò impassibile, nemmeno la brezza leggera sembrava smuoverlo – ho buone ragioni di pensare che dietro alla tua aggressione ad ottobre e quella di stasera a Kagome ci sia dietro lui –

lei lo guardò a bocca aperta – Cosa??? ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Come puoi pensare che un mio vicino di casa, un mio Amico possa fare una cosa del genere a me e mia sorella, come??? - lui tentò di avvicinarsi ma lei indietreggiò, allora lui abbassò la mano e la guardò serio ed impassibile come la morte

- ho le mie buone ragioni – lei sbroccò, agitando le mani in aria come una pazza – a ma certo, posso immaginarle – fece un profondo respiro passandosi le mani tra i capelli nervosa ed esasperata, Kosuke non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere – Rin ascoltami -

non voleva starlo a sentire, non voleva ascoltarlo, le vennero le lacrime agli occhi quella era davvero una pessima serata. Lui le posò le mani sul viso in modo che lo guardasse, che vedesse quanto fosse serio – ho motivo di crederlo perchè ci sono troppe coincidenze al riguardo – lei lo fissò impietrita, il cuore un martello incessante nel petto – che vuoi dire? -

- non c'è stato segno di effrazione in casa tua e per lui sarebbe stato facile procurarsi un duplicato delle tue chiavi, quando poi l'hai sorpreso in casa i poliziotti non hanno trovato tracce ma fuori era tutto bagnato perchè quel pomeriggio aveva piovuto, se fosse stato qualcuno da fuori avrebbe lasciato almeno un segno, tu l'hai ferito al volto – non aveva segni – l'hai visto solo dopo un mese, secondo te perchè – lei parve pensarci su – è più insistente e possessivo tu stessa me lo hai detto e stasera era al pub anche se noi non l'abbiamo visto – le si inumidirono gli occhi, era una tortura vederla in quelle condizioni ma necessaria.

- quindi tu mi stai dicendo che se Kagome è qui ora è solo per colpa mia – lui si avvicinò a lei, il naso arrossato dal freddo e le lacrime imminenti, non sopportava di vederla in quelle condizioni – No. Sto dicendo che devi stare attenta, finchè non avremo prove voglio che tu stia attenta e non lasci che ti si avvicini troppo, me lo prometti? - lei annuì e lui scese a baciarla annullando la distanza e l'aria gelida che li separava, sembrava un po' titubante all'inizio ma poi approfondì il bacio e lo abbracciò e nel sentirla così vicina, piccola e calda non poteva fare a meno di sentire ancora quell'istinto di proteggerla e tenerla accanto.

 


_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_^_ sera di Natale casa Higurashi

 


La giornata era stata fantastica.
Avevano mangiato, chiacchierato, bevuto... c'erano proprio tutti, avevano invitato anche i NoTaisho e la signora Kaede quel giorno.

Dopo il primo sconcerto i suoi genitori avevano abbracciato Kagome e Rin e sembravano non volerle più lasciar andare, non gli avevano parlato dei sospetti di Sesshomaru su Kosuke per il momento però Rin si sentiva ancora un po' tesa al riguardo, l'idea che quel ragazzo così solare, gentile e disponibile in cui aveva trovato un vero amico potesse essere il suo stalker la destabilizzava, non riusciva a crederlo possibile.

Sesshomaru la raggiunse in terrazza con una cioccolata calda – volete farmi diventare una balena per caso – chiese ridendo accettando la tazza mentre lui la abbracciava sedendosi accanto a lei sui divanetti da giardino – grazie Sesshomaru, anche per quello che mi hai detto e mi dispiace aver dato di matto -

Lui la guardò di sfuggita ma non disse niente, stringendola solo più vicino a se. Rimasero così per un po', immersi nei loro pensieri – ti è piaciuto il mio regalo – lei si guardò il polso, era un orologio argento e oro con un disegno intricato nel quadrante e al posto della mezzanotte c'era una luna con incastonato un brillantino viola scuro, era molto fine e bello e a Rin piaceva da impazzire

- si moltissimo grazie, non credo di aver mai visto un orologio più bello e particolare di questo – gli scoccò un bacio sulla guancia e si accoccolò sotto il suo braccio osservando il bracciale.

- devo dirti una cosa però – lei lo fissò dal basso della sua posizione – ho fatto inserire un piccolo cip di localizzazione nell'orologio – lei lo fissò stupita, non sapeva come prendere quella notizia, cercava di scappare da un maniaco ma si ritrovava tra le braccia di un altro – puoi attivarlo e disattivarlo a tuo piacimento – aggiunse – i tasti sulla destra servono a regolarlo ma quello a sinistra attiva e disattiva il gps, basta premerlo e i giorni fanno un giro completo poi tornano a posto – glielo mostrò.

Lo guardò,forse aveva frainteso, doveva essere solo molto apprensivo, quella situazione stava snervando tutti. Quando erano andati a casa e avevano raccontato l'accaduto Inuyasha aveva preferito aspettare fuori e tornare più tardi, voleva lasciarci un po' di privacy ma si vedeva che si sentiva in colpa per l'accaduto.
Fortuna abbiamo dei genitori fantastici che hanno cercato di tranquillizarlo e tutto sembrava essersi risolto per il meglio, probabilmente aveva paura che Kagome o i nostri genitori volessero annullare le nozze, poverino.
In fondo essere prudenti non era un male.

- avrei ancora una sorpresa per te – lei si alzò e lo guardò sorpresa, lei gli aveva fatto una scatola del te che gli aveva preparato la prima volta che si erano visti in caffetteria che sapeva piacergli, un po di biscotti e due biglietti per l'Islanda, lui sembrava averlo apprezzato e lo sperava davvero, la stressava da morire cercare un regalo adatto per lui.

- non dovevi davvero – lui non l'ascoltò e tirò fuori dalla tasca del cappotto una scatoletta blu, all'interno c'era un anello fine d'oro con quattro pietrine viola intenso incastonate nella montatura con taglio tondo smussato, i colori erano meravigliosi e l'anello era originale e particolare proprio come lei, proprio come loro.


Lei lo fissò incredulo – non ti stò chiedendo in moglie – lei sorrise – ah no, per un momento mi hai fatto venire un colpo – voglio solo qualcosa che faccia capire al resto del mondo che non sei più disponibile – le bisbigliò all'orecchio mentre sfilava l'anello per porgerglielo, sperava di non aver esagerato e che lo accettasse, la tensione lo stava uccidendo e non sapeva cos'altro dire.
Lei lo prese e se lo rigirò tra le dita studinadolo e mettendolo in controluce verso la finestra – è stupendo Sesshomaru grazie, io non credo di – lui le sfilò l'anello di mano e glielo mise al dito della mano destra, non voleva forzarla, quando si fosse sentita pronta avrebbe deciso lei a che mano metterlo e la baciò zittendola sul nascere.

Si staccò e sorrise radiosa guardandolo un po' maliziosa e tornò a baciarlo posandogli una mano gelida sul viso, la vide aprire gli occhi e spalancarli in un punto indefinito dietro di lui, si voltò e vide suo padre con Izayoi e i genitori di Rin che li fissavano oltre il vetro del salotto con sguardo tenero e divertito, sopratutto da parte di suo padre che se la rideva incurante delle sue occhiatacce.
Rin si nascose con il viso rosso dietro la sua schiena – che imbarazzo, ma perchè ci fissano così – piagnucolò lei, a lui non importava minimamente, se non altro ora non dovevano più preoccuparsi.

Li vide allontanarsi dal vetro e tornò ad abbracciarla tranquillo passandole una mano tra i capelli e baciandole la nuca, il suo piccolo raggio di sole.

 


:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_:_ 31 dicembre

 

 

Era la fine dell'anno e Rin si sentiva felice come non mai, con Sesshomaru le cose procedevano per il meglio; dopo che le loro famiglie li avevano “colti in fallo” si vedevano tranquillamente anche fuori e non si preoccupavano di chiamarsi o scriversi durante il giorno con il rischio di essere visti, anche se l'ultima volta con Inuyasha non erano stati molto furbi.

Kagome sembrava essersi ripresa bene e anche Inuyasha sembrava più sereno anche se era diventato iper protettivo, era davvero buffo e stava portando Kagome all'esasperazione, Rin e Sesshomaru si facevano di quelle risate alle loro spalle.

Kosuke non si era più fatto sentire dopo i messaggi in ospedale, magari si era rassegnato oppure tramava qualcosa, sperava vivamente la prima.

Lei e Kagome si trovavano nell'appartamento di Sesshomaru intente a preparare stuzzichini e leccornie per la cena di Capodanno che avrebbero passato insieme lì anche con Sango e Miroku.
Da quelle ampie vetrate si sarebbero visti molti fuochi d'artificio in giro per la città, sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso e avrebbero festeggiato tutti insieme, non vedeva l'ora, poi così i loro uomini avrebbero tirato un sospiro di solievo sapendole al sicuro.

- abbiamo quasi finito – Rin era entusiasta del menu che avevano scelto - sei sicura? Perchè mi sembra che manchi qualcosa – Kagome aveva preso in mano la lista con i piatti e una matita e con aria concentrata le elencò il menu – allora vediamo un pò, stuzzichini misti, tramezzini farciti, vol au vent ripieni – ci sono dobbiamo solo farcirli domani prima della cena –

Kagome deppennò gli stuzzichini – bottiglie in fresco – fatto – Rin continuava a girare per la cucina controllando dove avevano messo le varie ciotole e teglie – tortino freddo di salmone, mousse al prosciutto – ci sono – crostini? - ci sono – lasagne di verdure e risotto di pesce –

Rin fece un giro su se stessa cercando la pentola con il pesce saltato da mettere nel riso la sera – presenti – magatello marinatto – presente – patate al forno rosolate con curcuma e prezzemolo – Aglio, patate, prezzemolo o mamma....

Kagome alzò lo sguardo dalla lista – cosa c'è? - Rin la guardò come se stesse preannunciando una catastrofe – non abbiamo preso la curcuma, accidenti ci siamo dimenticate controlliamo di non aver dimenticato altro e poi faccio un salto a prenderla nel negozietto qua vicino -

Kagome la guardò come se fosse impazzita – per un pizzico di curcuma, non esagerare Rin – lei le lanciò un'occhiataccia – non esagerare? È importante la curcuma nelle patate, gli da quel colorino giallo arancio perfetto e si sposa benissimo con il prezzemolo che abbiamo tritano e le cipolle rosse caramellate che accompagnano la carne marinata -

Sembrava posseduta quindi Kagome non volle aggiungere altro, sapeva bene quanto i postumi del suo lavoro in cucina l'avessero resa pignola fino all'inverosimile per menu di feste come queste, era precisa fino all'inverosimile ma anche lei non era da meno – dai continuiamo a controllare -

Rin emise uno sbuffò esasperato – va bene dai, cosa manca – un dolce lo porta Sango, io invece avevo portato il mio tronchetto al pistacchio e nocciole – Si guardarono in giro – frigo – lo dissero insieme ed aprirono caute l'anta facendo attenzione a non smuovere il dolce – bene c'è tutto, manca proprio solo la curcuma a quanto pare -

A quel punto entrarono Sesshomaru seguito a ruota da Inuyasha – ciao Kagome che buon profumino, cosa c'è per cena – lei lo guardò e brandì un cucchiaio di legno picchiandoglielo sulle mani – a cuccia tu, quelli sono gli antipasti per stasera e non devi toccarli –

Lui si massaggiò le dita indolenzite e fece una faccia da cane bastonato – ma io volevo solo provarlo, qualcuno dovrà pur assicurarsi che siano usciti bene – gli fece due occhioni teneri teneri che però non smossero di un centimetro Kagome dalla sua postazione di “difesa stuzzichini”.

Rin scoppiò a ridere – beh su questo puoi stare tranquillo, Kagome ha già testato tutto più volte – Kagome la fulminò con lo sguardo – non è vero, calugna e maldicenza volevo solo fare dei test qualitativi visto che avremo ospiti – Inuyasha approfitandone cercò di rubare uno stuzzichino ma finì ad ingaggiare una lotta con Kagome per una briochina salata.

Sesshomaru la prese per il polso, la portò fuori dal caos della cucina e si sedette con lei sul divano abbracciandola, Rin si lasciò andare ad un sospiro stanco tra le sue braccia e sentì che anche lui si stava rilassando.
Rimasero abbracciati in silenzio finchè i due casinisti non li raggiunsero sprofondando nel divano di fianco – allora Rin sei ancora decisa ad uscire o no – lei alzò la testa mentre Inuyasha protestava – cosa? E dove vorreste andare? -

- ci manca la curcuma per le patate, volevo fare un salto a prenderla nel minimarket qui vicino – Sesshomaru la guardò negli occhi, sembrava un po' stanco ma tutto sommato tranquillo – ti accompagno -

Lei lo guardò, intenerita dalle premure che le dimostrava nonostante la stanchezza – no, sei stanco riposati un po', ci metterò più tempo in ascensore che a fare la strada, torno subito promesso – gli diede un bacetto sul naso e si alzò mettendosi le scarpe, la giacca e prendendo la borsa – aspetta vengo con te – scoccò un bacio al suo fidanzato ed uscirono.


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L'aveva vista uscire dal palazzo con sua sorella e avviarsi a piedi verso il minimarket li vicino, quando fu sicuro tornò a prendere l'auto e posteggiò di fronte in attesa.
Chiamò Rin con un cellulare usa e getta che compri nei distributori automatici e la chiamò.

- Ciao Rin sono Kosuke, ho qui il tuo regalo di Natale e volevo dartelo anche se un po' in ritardo, prima di partire – Partire? Vai via di nuovo per lavoro? - il suo cuore ebbe un battito che lo fece sussultare, allora gli importava di lui.


- si più o meno e vorrei parlarti un attimo – attese un attimo, la vide parlare alla cassa con la sorella e uscire, stava pagando non avrebbe avuto molto tempo per agire.

La vide avvicinarsi, splendida nel suo cappotto invernale rosso e il berretto bianco, lo guardava sorridente e felice.
Lui era pronto, pronto a salvarla, ad attuare il suo piano, pronto a vivere la loro vita insieme. Felici. Solo loro due.

Fu un attimo, le soffiò addosso la polverina bianca e la vide chiudere gli occhi – ma che fai mi butti in faccia la neve? Cos'è? Zucchero a velo? -

la vide sbattere le palpebre e barcollare, l'afferrò prontamente, aprì la portiera e la fece sedere sul sedile. Salì con lei ingranò la marcia e partì, il tutto in un minuto scarso e sua sorella non aveva nemmeno messo piede fuori dal negozio che lui aveva già svoltato l'angolo per sparire verso la loro nuova meta.

 

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Qualcosa non andava, Kagome aveva visto Rin avviarsi verso un auto magenta un po' vecchiotta con accanto un ragazzo che la stava aspettando. Aveva pagato, preso la spezia ed era uscita ma di Rin e dell'auto non c'era traccia.

Il panico la invase, non sapeva cosa fare, se fosse solo paranoia e lei fosse lì nel parcheggio oppure se qualcuno l'avesse portata via. Chiamò Inuyasha con le mani che tremavano – Kagome – le rispose sorridente – non mi dirai che vi siete fermate a fare spese fol.. - Rin è sparita -

attimo di silenzio – cosa? Ne sei sicura? - lei annuì come un automa e poi rispose – si è uscita perchè l'aveva chiamata un suo amico per farle gli auguri, io sono uscita due secondi dopo ma di lei non c'era più traccia – parlava affannata, sudava freddo e sentiva le lacrime salirle agli occhi per il panico crescente – arriviamo tu intanto resta al telefono con me ok e non muoverti -

 


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Non poteva crederci, non poteva essere successo davvero e non sotto il suo naso, non con tutte le precauzioni che aveva preso, non dopo averle detto di stare attenta e lontana da quell'individuo miserabile.

Arrivarono sul posto e trovarono Kagome in piedi in mezzo al parcheggio con gli occhi sbarrati che si guardava freneticamente in giro, quando vide Inuyasha riattaccò e gli corse in contro mentre stringeva ancora convulsamente quello stupido sacchetto con dentro una spezia inutile che forse le era costata la libertà o peggio ancora la vita.

Andarono alla centrale di polizia per denunciare il “ presunto rapimento”. Presunto un corno, sapevano benissimo come erano andate le cose, chiamarono anche i genitori di Kagome che arrivarono meno di quaranta minuti dopo, in ansia per le loro bambine e con il fiato corto.

Li fecero sedere in una stanza più riservata e gli fecero mille domande mentre delle pattuglie andavano a casa di Kosuke sperando di trovarlo lì, ma ovviamente non c'e n'era traccia. Doveva aver lasciato l'appartamento da un pezzo, al suo posto trovarono vecchie foto scartate di Rin, prese di nascosto in vari momenti della giornata e qualche vestito di lei.

Cercarono di rintracciarlo sul cellulare su quello di Rin ma niente, trovarono quello di lei con la borsa a 500 metri dal supermercato abbandonato sul ciglio della strada e il dispositivo gps dell'orologio che le aveva regalato non era stato attivato, probabilmente l'aveva drogata come aveva tentato di fare già una volta con Kagome.

Diedero tutte le informazioni, i recapiti, la polizia cercò nelle videocamere di sorveglianza della zona dei vari negozi ma serviva un po' di tempo e loro non ne avevano, Rin non ne aveva. Tutta quell'attesa era sfibrante, lo logorava fin dentro l'anima.

I loro genitori erano in apprensione e cercavano di farsi forza l'un l'altro, Kagome si stringeva ad Inuyasha che le passava delicatamente la mano sulla schiena nel tentativo di darle conforto e lui, lui si sentiva solo, solo come non lo era mai stato e vuoto. Solo un basso ronzio nelle orecchie che lo faceva sentire sempre più impotente.

La notte passò, avvisarono le famiglie e i parenti stretti, il lavoro mentre in televisione facevano passare la sua fotografia e quella di Kosuke nel notiziario della mattina con la richiesta di informazioni in caso di avvistamento.

Niente, nessuna notizia dalla centrale o da chiunque, tutta la famiglia si era riunita nell'attico di Sesshomaru perchè il più vicino alla polizia in caso di bisogno. Il clima era teso e si respirava un'aria pesante e depressa, gli sembrava quasi di vederla lì ad un passo da lui che sorrideva e cercava di farlo sorridere con le sue solite frasi sciocche o facce buffe.

Ancora niente ed era già passato mezzogiorno. La polizia continuava a dargli aggiornamenti ma nessuna novità, ogni pista conduceva ad un vicolo cieco.
Avevano intravisto la targa dell'auto in una videocamera ma l'auto non era sua e la perdevano appena fuori città dove non c'erano più videocamere, ne stradali o altro; la direzione era nord-nord-est, avevano cercato movimenti bancari, carte di credito, posta o messaggi, e-mail, niente di niente ogni passo in una direzione gli dava speranze che poi andavano in fumo.

Uscì a prendere un po' d'aria, non riusciva a respirare o anche solo pensare con tutta quella gente intorno.
Guardò il cielo, un desiderio lasciato al vento, sperava in ogni segno ora, solo per poterla riavere con se.

 

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Sentiva la testa e gli arti pesanti, gli occhi le facevano male, li sentiva secchi e come incollati tra loro. Sentiva dei rumori e un po' di freddo. C'era un vago odore di umidità, come di cantina e la testa confusa e vaqua.

Cercò di muoversi ma era un'impresa ardua, aveva la bocca secca e impastata e si sentiva fiacca come quando si ha un principio di disidratazione o un post-sbornia ma non ricordava di aver bevuto. Che fosse già passato capodanno e non se lo ricordasse, improbabile, non era fisicamente in grado di ingerire una dose simile di alcol neanche provandoci.
Una voce familiare le si avvicinò e le posò alle labbra una bottiglietta d'acqua che bevve come se non ci fosse un domani

- ecco brava, sarai disidratata immagino, hai dormito per quasi quattordici ore amore mio – parlava con dolcezza e lo sentiva sorridere ma non poteva essere Sesshomaru, aprì piano e con fatica gli occhi e si ritrovò davanti Kosuke, che la guardava con uno sguardo stralunato e come pazzo d'amore, un brivido le percorse la schiena facendole cadere un po' d'acqua sul mento che lui raccolse con un dito e la guardò perso

- mi sei mancata, Mia dolce Rin sapessi quanto ho dovuto aspettare per averti qui con me, al sicuro da tutti quei diavoli che hanno cercato di plagiarti e portarti via da me, ma ora siamo finalmente insieme solo tu ed io e nessuno verrà a disturbarci qui – le posò un delicato bacio sulla fronte e si alzò – tornerò presto tu intanto riposati sarai stanca dopo il viaggio – lo vide avviarsi verso le scale di quella che doveva essere una cantina ma c'era un cancello in ferro che lui si premurò di chiudere a chiave prima di salire.

Era in trappola, ommioddioommioddioommioddio no, le lacrime le salirono agli occhi e le diedero un po' di solievo da quel bruciore che sentiva ma fu una magra consolazione in confronto alla realtà di cosa le era capitato.


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Era riuscita ad alzarsi dal letto solo dopo un po', aveva iniziato a guardarsi intorno in cerca di una via di fuga.
C'era una stretta finestrella in alto accanto al letto ma era sbarrata e decisamente troppo piccola per passarci, la scala di fronte al letto era vecchia e in legno ma era impossibile anche solo arrivarci sotto per un imboscata o farlo inciampare perchè era chiusa da un cancello in ferro molto resistente con tanto di chiave, come aveva fatto a portarlo li sotto?

C'era un mobiletto in legno con un frigo bar, una piastra da campeggio, un microonde e un piccolo lavandino, c'era anche una latrina coperta alla bell'e meglio in un angolo, il letto con un comodino e quello che la fece inquietare di più, un murales pieno di sue fotografie, da quelle più semplici e sincere che avevano scattato insieme fino ad arrivare a foto di lei che lavorava al bar scattate attraverso la vetrata, altre scattate mentre era in strada o a fare la spesa, una al parco un pomeriggio con le gemelle ma per fortuna loro non erano state immortalate e altre invece modificate da far sembrare che avessero passato insieme vacanze e viaggi intorno al mondo.

Si ricordava alcune di quelle giornate e la paura e l'ansia le attanagliarono le viscere al pensiero che fosse stata pedinata e ripresa senza che si accorgesse di niente, si sentiva in trappola e non sapeva come uscirne.
Alla fine Sesshomaru aveva ragione, Kosuke era impazzito, non c'era più traccia del suo amico buono e gentile, sempre allegro e pronto ad aiutarla.

Si rannicchiò ai piedi del letto, pensando al tempo che avevano passato insieme fino a quel momento, le risate, le foto, le chiacchierate sul terrazzo dopo il lavoro.
Poi pensò a Sesshomaru, al loro primo incontro, all'incidente per così dire alla fiera della tecnologia e poi lo scoprire che sarebbero diventati parenti fino a qualche sera fa durante la cena di Natale quando le aveva regalato l'anello come simbolo del loro legame.

Lo guardò e se lo rigirò tra le dita pregando disperatamente che la trovassero e che non perdessero la speranza; si ricordava il film “the room” la stanza, ispirato ad una storia vera dove una ragazza appena diciasettenne fu rapita e rinchiusa in una stanza per 7 anni e riuscì a liberarsi solo grazie al figlio avuto dal suo aggressore.
Aveva avuto l'angoscia solo a guardarlo, non riusciva ad immaginarsi in una situazione simile, il film era finito bene ma la paura di quello che le sarebbe potuto succedere con una persona così mentalmente instabile la spaventava a morte.

Continuava a stringere l'anello pregando di trovare al più presto una via d'uscita. Avvertì dei rumori al piano superiore e decise di nasconderselo in tasca, non voleva che glielo portasse via, in quel momento sentiva che era l'unico oggetto rimasto della sua vita ancora suo e ci si sarebbe aggrappata fino alla fine.


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Le stava preparando il pranzo, non poteva di certo farle patire la fame ora che l'aveva tutta per sé.
La Sua Rin. Finalmente. Aveva faticato duramente e lavorato a lungo per arrivare fin lì e non avrebbe permesso a nessuno di intralciare i suoi piani.

Aveva già visto che sui notiziari avevano dato la notizia del suo “rapimento” che idioti, pensavano davvero avesse fatto una cosa simile all'amore della sua vita, la sua metà? Senza ombra di dubbio quel manipolatore senza sentimenti aveva plagiato tutti facendogli credere di essere il buono che l'amava ma la verità era un'altra e lui la conosceva bene.

Rin era cambiata da quando c'era lui e questo non poteva tollerarlo, per questo l'aveva presa, per il suo bene, per farla tornare di nuovo la Sua Rin e presto l'avrebbe dimenticato e avrebbe fatto capire a lei e a tutti gli altri che lo stavano giudicando che lui era il solo a capirla e amarla veramente ed agiva solo per il suo bene.
Prese un vassoio con il pranzo e si avviò verso lo scantinato per assicurarsi che la sua adorata stesse bene.

Stava.Andando.Tutto.Bene.

 


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Lo vide scendere con un vassoio in mano e le chiavi del lucchetto.
Aprì piano la porta, era in difficoltà e poteva dargli una mano, se fosse stata abbastanza veloce magari avrebbe potuto spingerlo e farlo cadere così da riuscire a guadagnare un po' di tempo per la fuga. Il problema è che non aveva la più pallida idea di dove si trovasse o di che cosa avesse intorno, potevano anche essere distanti chilometri da un qualsiasi luogo abitato e se l'avesse ripresa magari non avrebbe avuto altre occasioni per darsi alla fuga.

Nel frattempo lui posò il vassoio su un piccolo tavolino lì vicino e la guardò sorridente come se non l'avesse rapita e imprigionata in una cantina – vieni a mangiare se no si fredda – lei un po' incerta si alzò e si sedette al tavolo, era meglio assecondarlo per il momento.

Si sedette e mangiò mentre lui la fissava con sguardo attento – Kosuke – lui si riscosse dai suoi pensieri – volevo sapere... per quanto tempo hai intenzione di tenermi rinchiusa qui – prese un leggero respiro, spaventata da una possibile reazione – i miei genitori saranno preoccupati -

Lui parve riscuotersi ma non perse il sorriso – non devi preoccuparti di questo Amore Mio, li avviserò appena possibile – lei lo fissò affranta, come poteva comportarsi in maniera normale, come se niente fosse.

- e il matrimonio? - lui si alzò serio in volto questa volta – non ci andrai – dovette accorgersi del suo sguardo cupo e sofferente perchè aggiunse – no no no non guardarmi così tesoro mio – si avvicinò alla sua altezza addolcedo il tono come con i bambini quando gli si spiega perchè li si mette in punizione.

- devo farlo Rin, non mi hai dato altra scelta, quel mostro ti ha plagiata e la tua famiglia anche – tentò di farle una carezza, lei cercò di scansarlo ma lui indurì la presa sul suo viso – non potrai uscire di qui finchè non ti sarai completamente ristabilita e non sarai tornata la Mia Rin, mi capisci vero? -

Parlava proprio come se fosse un pazzo in un mondo tutto suo, con una sua realtà. Che cosa doveva fare, cosa doveva rispondergli ora, lui si alzò – allora ti piace? - lei si guardò in giro, erano amici un tempo, non era uno sconosciuto quindi era meglio assecondarlo

– si, è davvero molto carina – si teneva stretta a sé, aveva paura anche solo a toccarlo per sbaglio – ti ci deve essere voluto molto per preparare tutto – lui la guardò felice come un bambino
 
- sono così contento che ti piaccia Tesoro Mio – i nomignoli con cui la chiamava e il tono che usava e con cui accentuava il “Mio” le facevano venire i brividi, possibile che non si fosse mai accorta di nulla, oppure era stata così stupida e ottusa da non volerlo notare? Si sentiva così sola e sconfitta nell'anima.

Si passò le mani sulle braccia, un leggero brivido le si insinuò sotto la maglia – hai freddo Tesoro? Aspetta ti accendo un po' la stufetta – si allontanò leggermente in un angolo della stanza vicino ad una stufetta elettrica e l'accese, lei si passò le mani sulle braccia distrattamente.

La sua attenzione era stata attirata dal suo polso, aveva completamente dimenticato l'orologio di Sesshomaru. Un nuovo alito di speranza sembrava soffiare nella sua direzione, come aveva potuto dimenticarselo così, forse per la droga che gli aveva dato o per lo stress ma ora ricordava bene il discorso avuto con Sesshomaru.

Le aveva rivelato che c'era un localizzatore gps che poteva attivare a suo piacimento, doveva solo far allontanare Kosuke così da poterlo attivare senza problemi e sperare che la rintracciassero, non sapeva nemmeno da quanto fosse sparita ormai.

- ecco fatto così dovrebbe andare, non voglio di certo che la mia principessa prenda freddo – le si avvicinò e le passò le mani sulle braccia, lei ebbe un brivido di paura nel sentire le sue mani – oh tesoro stai proprio gelando – disse stringendola a sé.

Doveva trovare il modo di allontanarlo da sé – Kosuke senti – lui la guardò negli occhi continuando a tenerla per le braccia – visto che qui è tutto così ben – prese un respiro, non sapeva che parole usare – preparato, mi chiedevo dove fossero gli assorbenti, sai ne avrò ancora per qualche giorno e la mia borsa non c'è -

Lui la fissò serio e poi sorrise accondiscendente – la tua borsa l'ho buttata in strada poco dopo, non potevo permettere che ci rintracciassero capisci – lei annuì – ma certo capisco – bene brava bimba -

la strinse a sé – comunque oggi è il primo dell'anno e i negozi sono chiusi, domani proverò in paese a vedere ma non ti assicuro niente – lei era immobilizzata, avrebbe dovuto passare ancora tutta la notte prima di riuscire a stare sola abbastanza da attivare il gps accidenti.

Era in pena per la sua famiglia, per Sesshomaru, alla cena di Capodanno ormai persa. Chissà come stavano ora e a che punto fossero le ricerche, sperava davvero che rintracciassero la macchina presto o il cellulare, la carta di credito. Tutti quegli acquisti non potevano di certo passare inosservati, se aveva comprato la casa a suo nome c'era una speranza.

- dimmi Kosuke, di chi è questa casa – lui la guardò scettico – di mia cognata, le ho chiesto il favore e lei me l'affitta, per il mio lavoro di fotografo sai – si allontanò di un passo e la guardò, poi fece un sorriso crudele che le fece accapponare la pelle e rizzare i peli delle braccia, un brutto presentimento la scosse fin nelle viscere.
 
- e visto che lo chiedi ti dirò anche che ho venduto l'altro appartamento e con i soldi ricavati li ho prelevati tutti, non c'è un movimento bancario che possano rintracciare, faccio tutto in contanti, invece l'auto presa con il carsharing è l'unica cosa presa con la carta di credito e l'ultima anche ma stà tranquilla l'ho lasciata in una città a più di due ore di auto da qui – e come siamo arrivati qui –
la guardò tranquillo e sereno come un predatore che ha tutto sotto controllo – con un quad comprato in contanti ma senza passaggio di proprietà riconducibile a me, non ho un cellulare a mio nome quindi come puoi ben vedere Amore Mio, nessuno può rintracciarmi e quindi nessuno può rintracciare te, sei solo Mia ora e sarà meglio che ti ci abbitui -

Prese il vassoio con i piatti e tornò su, era paralizzata dalla paura e dallo sgomento. Aveva premeditato ogni cosa, ogni più piccolo dettaglio e non c'era speranza che la trovassero. Si rannichiò sul letto, le lacrime che minacciavano di uscirle e lo voleva tanto, voleva trovare almeno uno sfogo ma non si sarebbe fatta vedere debole di fronte a lui, avrebbe pensato di avere già la vittoria in pugno.

Fino a quel momento aveva tenuto una piccola speranza per sé, immaginando che avesse lasciato qualche traccia, qualcosa, come nei film polizieschi che le piaceva tanto guardare dove anche i più calcolatori sbagliavano qualcosa.
Ma la sua premeditazione lasciava ben poca luce alla sua già fievole speranza, non osava immaginare cosa avrebbe potuto pretendere da lei e non voleva pensarci, soffermarsi troppo su certi pensieri avrebbe solo aumentato la sua paura e questo non poteva permetterlo, doveva restare calma e trovare il modo di uscire da quella situazione.

Lui scese di nuovo con in mano un pc e dei dvd – non c'è connessione wifi quindi non pensare di poter inviare messaggi – lei si rannicchiò infondo al letto con le spalle al muro e non lo guardò.

Lui si sedette vicino – oh Tesoro dai, non fare così, è colpa tua, sei tu che mi ci hai costretto. Vedrai che se farai la brava un giorno ti farò uscire, ma prima devi dimostrarmi che sei tornata di nuovo tu e per questo ci vorrà molto, molto tempo purtroppo.

Lei lo guardò con astio, poteva fingere di assecondarlo e sperare che se la bevesse ma dubitava di riuscire a resistere anni in quelle condizioni, poteva cercare di stordirlo e rubargli le chiavi ma avrebbe dovuto aspettare che si addormentasse prima. Il letto era una piazza e mezza, non era detto che dormisse anche lui lì.

Cosa doveva fare? Qual'era la mossa giusta per uscire prima da quella situazione?

 

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Capodanno era passato ma di notizie ancora niente.
La situazione era snervante, si sentiva impotente, sperava che Rin attivasse il gps ma allo stesso tempo si domandava per quale motivo non lo avesse ancora fatto... era ferita, drogata, legata o si era dimenticata. No non poteva credere che in un momento come quello, dopo tutte quelle ore di silenzio non si fosse ricordata di lui e del suo regalo.

Maledizione avrebbe dovuto lasciarlo sempre acceso quel maledetto coso. Magari quel bastardo glielo aveva tolto, sperava davvero che non fosse così o non l'avrebbero mai ritrovata e questo lui non poteva accettarlo.
Avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere per ritrovarla e riportarla a casa anche setacciare ogni centimetro di quella stramaledetta isola.

Era ancora alla stazione di polizia, Kagome e Inuyasha erano appena arrivati. Ormai facevano a turno alla centrale da quasi tre giorni sperando di avere notizie – siamo venuti a darti il cambio Sesshomaru – lui non disse niente si limitò a stare li seduto immobile, sospirando si sedettero accanto a lui.

Stava pensando come mettere in atto il suo piano di ricerca a tappeto quando un suono intermittente si accese sul monitor. Era Rin. Il suo segnale gps era attivato, non  aveva mai pregato ma in quel momento benedì i Kami per avergli dato un segno.

Entrarono dei poliziotti che guardando il monitor iniziarono a dare ordini al telefono di preparare una squadra armata di recupero, un negoziatore e un' ambulanza nelle vicinanze non sapendo come comportarsi ancora con un potenziale sociopatico con un ostaggio.

I tre li seguirono intenzionati ad andare sul posto con loro – va bene ma resterete a distanza di sicurezza vicino all'ambulanza e non potrete intervenire in alcun modo, non sappiamo come si comporterà sentendosi messo alle strette. Una pattuglia della zona è già stata allertata e lo sta seguendo a debita distanza -

Annuirono e lo seguirono in silenzio fuori dalla centrale, determinati e silenziosi.

 


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Vista la sua foto segnaletica che passava ai telegiornali si era preparato, si era fatto crescere la barba e ora si stava regolando il pizzetto e si era tinto barba, capelli e sopraciglia di biondo; il diavolo sta nei dettagli dopotutto.

Finì di radersi e si cambio i vestiti, Rin gli aveva detto che le servivano degli assorbenti e lui come uno stupido non ci aveva neanche pensato, sarebbe andato nel paesino lì vicino a circa mezz'oretta di distanza dalla casa. Era un'ottima notizia quella, voleva dire che il bastardo non l'aveva messa incinta e quindi che sarebbe stato lui il primo.

Si sentiva felice per la prima volta dopo tanto. Aveva già in mente un piano, aveva adibito a camera oscura per le foto una delle stanzette e si era procurato alcuni cataloghi di gossip dove parlavano di Sesshomaru e la sua fidanzata, poi foto di Kagome per le sue nozze dove avrebbe messo la fidanzata di Sesshomaru al posto di Rin come testimone.

Avrebbe falsificato e ritoccato foto e articoli così da farle credere che lui e la sua famiglia fossero andati avanti con le loro vite, questo l'avrebbe indotta a fidarsi solo di lui e di nessun altro e finalmente sentendosi sola, dimenticata, abbandonata si sarebbe rivolta a lui, l'unico che ancora le era vicino e non l'avrebbe mai abbandonata.

Felice e sicuro di sé uscì di casa salutando Rin oltre la porta di legno coprendo la botola con un tappeto.

 

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L'aveva sentito uscire e avviare un motore, subito si era tolta il bracciale e aveva cercato di far partire il gps arrampicandosi vicino alla finestrella, quando sentì un leggero click e vide la lancetta fare un giro completo cercò di nasconderlo vicino al piccolo lucernario in modo che non lo vedesse.

Ora doveva solo sperare che la trovassero il prima possibile.

 

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Era appena calata la sera quando arrivarono nei pressi di una montagna a Musashi-No.
Secondo la radio della polizia l'avevano avvistato mentre usciva da un minimarket della zona, guidava un quad, la polizia lo teneva d'occhio a distanza. Sapevano già dov'era diretto ma dovevano accertarsi che Rin stesse bene.
Purtroppo la polizia non era riuscita a fermarlo fuori dal minimarket perchè erano arrivati troppo tardi sul posto ma i due proprietari del negozio lo avevano riconosciuto nonostante il capellino e il pizzetto.

Bisognava guidare piano, c'era molta neve e le strade la sera rischiavano di ghiacciare. La polizia l'aveva individuato in un piccolo cottagè isolato a nome della cognata, sembrava esserci solo lui all'interno.

 

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Aveva fatto più in fretta che poteva, non voleva rischiare di essere riconosciuto la situazione era ancora calda.
Sistemò la spesa e scese nella cantina – sono tornato Tesoro, ti sono mancato? Spero che il broncio ti sia passato – la trovò rannicchiata in fondo al letto con le spalle al muro, come l'aveva lasciata.

- hai fame? Ti cucino qualcosa se vuoi? - lei alzò appena lo sguardo, ora privo di qualsiasi vitalità, questo lo intristi – cosa c'è Mia Stella, qualcosa non va? -

- mi tieni rinchiusa contro la mia volontà e mi chiedi cosa ho che non va? - lo sguardo ferito di lei e quello serio di lui si scontrarono – non mi hai lasciato molte alternative mi pare -

lei si alzò, non sarebbe rimasta a guardarlo dal basso un minuto di più – questo è quello che pensi tu, io ero felice – felice? Con quel “ghiacciolo” senza sentimenti, che non ti meritava, calcolatore, consumato dal lavoro -

Rin si mise di fronte a lui, pronta a fronteggiarlo – questo tu non lo puoi sapere, non puoi sapere com'era con me, come mi faceva sentire e come riusciva a capirmi o confortarmi senza bisogno di dire una parola -

Kosuke si voltò, tappandosi le orecchie e cominciando a gridare – NO NO NO smettila di dire così, io ti sto salvando da una vita consumista e infelice – tu mi hai rapita e rinchiusa in una stanza senza possibilità di parlare con la mia famiglia, facendoli preoccupare. Che cosa pensi che stiano facendo in questo momento, saranno preoccupati per me, per la loro figlia scomparsa, rapita da un uomo che credeva suo amico e che invece l'ha tradita tramando alle sue spalle – i singhiozzi le stavano tagliando il respiro, da quando l'aveva portata lì l'unico pensiero fisso tra i tanti che le affollavano la mente era che il ragazzo di cui si fidava e che considerava un amico prezioso l'aveva tradita.

Kosuke si rannicchio in mezzo alla stanza scosso dai tremiti e dal pianto con le mani premute sulle orecchie, Rin immobile cercò di capire cosa stava dicendo ma i singhiozzi erano troppo forti. Una pena incredibile la invase, gli si avvicinò cauta facendo ben attenzione ai suoi movimenti e gli posò delicatamente una mano sulla schiena.

Lui ebbe un sussulto ma lei non si mosse e lui ricominciò a piangere ma più calmo – mi dispiace, mi dispiace così tanto Rin – gli uscivano frasi sconnesse dai singhiozzi ma ora riusciva a capirlo.

- pensavo davvero di fare la cosa giusta, la cosa migliore io io – altri singhiozzi – io ci ho provato a resistere, ho provato a curarmi Rin devi credermi – appoggiò la testa ancora china sul suo ginocchio come in cerca di conforto e Rin a malincuore non si mosse, forse aveva una possibilità.
 
- che vuoi dire – chiese in un soffio – ho provato a starti lontana, a prendere farmaci ma è stato tutto inutile – sospirò e cerco di calmarlo passando una mano sulla schiena tremante - mi dispiace così tanto, non volevo farti soffrire credimi non era questo che volevo -
 
- possiamo rimettere le cose apposto Kosuke, io sarò con te te lo prometto, non ti lascerò solo – lui si alzò appena per guardarla in viso – davvero? -

Aveva il viso arrossato dal pianto e bagnato di lacrime – non mi lascerai solo – lei lo guardò fisso negli occhi e cercò di guardarlo infondendogli un po' della fiducia che aveva – no Kosuke te lo prometto, non ti lascerò solo -

lui parve riprendersi appena e raddrizzò la schiena accarezzandole il viso con una mano – sei splendida Rin, non ho mai conosciuto una ragazza come te – lei parve rilassarsi, forse ce la stava facendo davvero.

Kosuke proseguì – ed è per questo che so che non potrei più vivere senza di te – a quelle parole Rin ebbe un tuffo al cuore pesante come un macigno – non mi permetteranno mai di stare con te dopo quello che ti ho fatto – mise una mano in tasca – e questo io non lo posso proprio sopportare, perdonami se puoi, ma tutto questo l'ho fatto solo per noi, devi credermi -

Fu un secondo infinito, lo vide tirare fuori dalla tasca un taglierino e allungare la lama, un'espressione serena e rassegnata in volto e una agghiacciata in lei.
Lo vide alzare il coltellino e sporgersi, vide le sue mani poi un botto, fumo, grida, l'aria che mancava e ordini abbaiati nell'ombra.

Sentì solo sangue appiccicoso tra le dita e il fiato mancarle poi più niente.

 

 


Mi dispiace terribilmente per l'enorme ritardo, questo mese è stato davvero tosto sotto molti punti di vista.
Comunque tornando alla storia manca solo l'epilogo ormai, spero che non sia stato troppo brusco e di essere riuscita a spiegare bene le varie situazioni.
Come già vi avevo detto volevo cercare di capire cosa spingesse una persona a fare cose del genere, non volevo semplicemente dare un “cattivo” ma volevo dare una storia, per così dire. Spero di essere riuscita a non farvi odiare troppo Kosuke e di essere riuscita a descriverlo bene ma allo stesso tempo di non averlo giustificato perchè in ogni caso è sbagliato.
Consigli, suggerimenti, critiche sempre ben accetti e ringrazio elerim per il suggerimento spero di aver semplificato la lettura dei dialoghi, fammi sapere.

Vi ringrazio ancora infinitamente per tutto e a presto.


   

   
 
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