<< Am I the only one I know?
Waging my wars behind my face and above my throat
Shadows will scream that I'm alone
But I know, we've made it this far, kid >>
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Appoggiai la guancia al gelido vetro della finestra, pigramente osservando il mondo con gli occhi di chi non ne fa più parte. Provai un brivido, un tremore che ormai mi risultava familiare, quasi rassicurante - era lo stesso gelo che attanagliava la mia anima.
<< Demone, ho freddo. >> mentii.
Lui mi porse una candida coperta con un sorriso, come a beffarsi di me, avvolgendomi in quell'insostenibile biancore.
<< Ho ancora freddo. >>
Il demone sorrise di nuovo, imperturbabile, e ravvivò il camino.
Allora sorrisi anch'io.
<< Avvicinati. >> gli intimai in un sussurro strozzato. Quando mi fu di fronte, l'impatto della mia mano sul suo volto marmoreo risuonò violenta nella camera da letto.
<< Non fingere demone, non puoi permettertelo. Fino a quando sarai al mio fianco, ti è proibito mentire. Se sei irritato, rompi un vaso. Se sei scontento per i miei capricci, urlami contro, schiaffeggiami. Fa quel che desideri, ma non prenderti gioco di me. >>
Il demone non si scompose, ma ad una velocità sovrumana strinse il mio collo tra le sue lunghe dita, spingendomi delicatamente verso il muro. Ancora una volta sorrise, lasciando tuttavia trapelare un barlume di malizia e tenebrosi intenti.
<< Lo sapevo. Sapevo quando mi evocasti che saresti stata dilettevole - lo lessi nei tuoi occhi freddi, glaciali, così simili ai miei. Ma dimmi ora, sciocca umana, credi davvero che indulgere le contorte bramosie di una indomita creatura degli Inferi sia saggio? >>
Il suo volto si avvicinò al mio, lentamente, fino a che le mie parole si persero in un sospiro sulle sue labbra: << Io non ho paura di te. >>
Le sue dita rafforzarono la presa ed io iniziai ad affannare.
<< Sarebbe saggio averne. >> sogghignò e, l'istante successivo, la sua bocca affamata premeva contro la mia, cocente. Con la sua mano che rallentava il mio respiro, fui costretta a boccheggiare, garantendo un varco per la lingua di quel demone infame. Subito si adagiò tra le mie gambe, piegandosi come un'ombra su di me.
Un calore insopportabile iniziava a consumarmi lo stomaco, e la sua saliva si mischiava con la mia e i suoi occhi sprofondavano nei miei, sfacciati. La mia mano salì su, lungo la sua schiena, sino ad afferrare un pugno di ciocche dei suoi capelli corvini e li tirai con forza e rabbia - ma la sua bocca non lasciò mai la mia, così come quei due tizzoni ardenti che aveva per occhi non smisero mai di osservarmi divertiti.
Quando fu soddisfatto di aver asserito la mia piccolezza, la mano che stringeva il mio collo risalì sino a sfiorare il mio volto, posandosi lì come si poserebbe la tenera mano di un amante; le sue labbra scesero sino al mio petto, posandovi un pungente bacio.
<< Vi siete finalmente scaldata, padroncina? >>