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Autore: Angel TR    09/05/2018    3 recensioni
21 lettere per 21 storie.
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Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ultraviolence'
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Nome: Angel Texas Ranger
Fandom: Tekken
Personaggi: Christie Monteiro, Eddy Gordo
Rating: giallo
Ship: accenni di het


P - Partenza


Christie sfoggiava la sua vecchia camicetta hawaiana rossa e gialla – quella che esaltava tanto la sua pelle olivastra – e gli shorts bianchi di cotone: li indossava come gesto di addio.
L'aeroporto pullulava di vita: chi andava, chi veniva, chi piangeva, chi rideva, chi si abbracciava per salutarsi, chi per dare il bentornato, chi girava per i negozi in attesa della partenza.
Christie si guardò rapidamente attorno. Strinse più forte la tracolla della borsetta per il nervosismo e finalmente si decise ad alzare gli occhi sul tabellone che segnalava gli orari dei voli.
Quello di Eddy sarebbe partito a breve. Eppure lui non l'aveva aspettata, non l'aveva salutata; a dir il vero, non l'aveva neppure avvisata. Christie l'aveva scoperto grazie a un messaggio di un loro amico in comune.
Perché Eddy era così sfuggente?
Perché la trattava così?
Negli ultimi due anni, si era preso cura di lei mentre il nonno era in prigione, allenandola, cucinandole, facendole trovare sempre tutto ciò di cui aveva bisogno. Eddy era diventato un pezzo della sua anima ma, evidentemente, non valeva lo stesso per lui.
Andiamo, dove sei?, si chiese Christie, girozolando per il gate. La hostess dietro al bancond la squadrò da capo a piede e lei s'impressionò: la guardava perché le faceva pena? Perché era vestita come una scappata di casa? Perché era sospetta?
Dalle sue labbra carnose uscì uno sbuffo tremolante denso dell'ansia repressa.
Finalmente la sala iniziò a riempirsi. Christie sobbalzava a ogni ragazzo alto e imponente con i dread che scorgeva per poi scoraggiarsi quando vedeva il viso e scopriva che non era quello tanto familiare di Eddy.
Le persone iniziarono a mettersi in fila per il check-in.
Chissà cosa andavano a fare a Tokyo, si chiese Christie. Lei cos'avrebbe fatto lì? Avrebbe visitato i ciliegi in fiore a Kyoto, il famoso e colorato quartiere Harajuku, avrebbe mangiato il sushi. Sarebbe stata una bell'avventura ma non ci sarebbe stato un minuto in cui il sangue non le sarebbe ribollito di nostalgia per la sua terra. Bahia era casa sua e lei davvero non vedeva il motivo per cui avrebbe dovuto partire per sempre.
Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse della mano che si posò sulla sua spalla. «Christie?» la chiamò una voce.
Lei istintivamente sobbalzò e si girò di scatto. Le sue labbra si schiusero quando si rese conto di avere di fronte i lineamenti scolpiti di Eddy. Gli sollevò gli occhiali da sole per scoprire che espressione avevano i suoi occhi.
La sua bocca si piegò in una smorfia di delusione: Eddy non sembrava per nulla sorpreso o esultante.
«Come mai sei qui?» chiese lui, sistemandosi gli occhiali da sole.
Ma perché indossarli in un posto chiuso?, si domandò Christie perplessa. «E come mai tu non mi hai detto che partivi?» ribatté lei, piazzandosi le mani sui fianchi.
Eddy strinse le labbra in una linea severa. «Non rispondere alle mie domande con altre domande, Christie. Non dovevi saperlo, tutto qui. È una questione che devo risolvere per il maestro» la rimproverò.
Christie avrebbe potuto sputare fuoco tanto si stava innervosendo. «Non farmi la paternale! Si dà il caso che il maestro sia mio nonno quindi mi riguarda» sbottò, alzando la voce di un'ottava. Con la coda dell'occhio scorse l'hostess che nascondeva un risolino. Si rese conto di star dando spettacolo ma poco le importava: avrebbe affrontato le conseguenze di quella sfuriata dopo.
«Calmati. Ti stanno guardando tutti. Devi ancora lavorare su quest'aspetto della tua psicologia, Christie. Un avversario potrebbe...»
«Me ne sbatto della psicologia, Eddy! Questo non è un incontro di lotta!» lo interruppe lei, urlando e gesticolando. Sbatté un piede a terra per scaricare la tensione.
Ora tutti i passeggeri dell'aereo avevano palesemente girato la testa verso di lei per osservare la discussione, qualcuno si scambiava sguardi d'intesa; l'hostess ridacchiava sonoramente. Christie poteva quasi leggere i loro pensieri. Non sono una povera sciocca, ribatté mentalmente.
Eddy le posò le mani sulle spalle. «Ora devo andare» tagliò corto semplicemente.
Si diresse verso la fila e, sarà stata la falcata decisa, saranno stati gli occhiali da sole, sarà stato il suo fisico imponente, tutti ripresero a consegnare valigie e documenti e a farsi i fatti loro; l'hostess si diede un contegno.
Christie decise di non avere nessun'intenzione di essere lo zimbello di tutti e stare lì a guardare mentre Eddy saliva su un aereo per Tokyo. Lei aveva fatto tutto quello che era nelle sue possibilità.
«Vaffanculo, Eddy» mormorò tra i denti e gli voltò le spalle, convincendosi di essere stata lei ad aver chiuso la conversazione.


N/D: Prima mi piaceva la EddyxChristie ma ora mmmh mi sono resa conto che è quasi alla stregua di XiaoxJin. Mah. Namco, vogliamo più coppie come Lars e Alisa e meno coppie come questi qua! Su!

  
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