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Autore: Yurha    12/05/2018    0 recensioni
DAL TESTO:
" [...] Connie chiuse gli occhi, non voleva e non poteva pensare a quelle cose, ma non ci fu nulla da fare.
“Perchè mi sento così?! Perchè ho voglia di baciarlo, perchè vorrei che mi abbracciasse in quel modo, perchè diavolo ho l’impulso di dirgli che lo voglio?!.. Oh dannazione.. Io amo quest’uomo..” realizzò con stupore. [...] "
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
 

Mentre Mike era seduto alla sua scrivania e si stava dondolando sulla poltrona rivolto verso la grande finestra, sentì un leggerissimo piagnucolio.
Aggrottò le sopracciglia e si girò preoccupato, fermandosi da ciò che stava facendo.

«Connie.. Stai bene?» chiese appoggiando tutti i fogli che aveva in grembo sulla scrivania, ma lei non rispose quindi si alzò, fece il giro del tavolo e di piegò sulle ginocchia vicino a lei.
Le mise una mano sulla schiena, accarezzandogliela, cercando in un qualche modo di darle conforto.
«Hey, parlami. Mi sto seriamente preoccupando.»
Lei sospirò. «Va tutto bene, davvero. È solo che non dormo non so più da quanto e questi ultimi due giorni sono stati infernali.. È successo di tutto, senza contare che ieri proprio dietro di noi c’era quell’uomo con quell’arma sulle scale del tribunale.. ho davvero temuto che potesse ucciderci.. Ho cercato di resistere e fare finta che non sia successo nulla ma ora sembra che mi stia crollando tutto addosso.» confessò mettendosi entrambe le mani sul volto per nascondersi da lui.
Non voleva che Mike la vedesse in quello stato ma ormai non si poteva fare nulla.
«Dài.. nessuno si è fatto male, gli agenti l’hanno bloccato appena ha estratto l’arma, no? Va tutto bene, è colpa della stanchezza, devi solo riposare.» disse dolcemente cercando di consolarla.
Il pianto divenne più nervoso e la situazione non piaceva a Mike, perchè non gli riusciva proprio di consolare le persone.
Vide alcune lacrime scivolare giù per il mento e si sentì mortificato.
In quella situazione avrebbe dovuto fare solo una cosa: prenderla tra le sue braccia, stringerla forte, lasciare che si sfogasse e dirle che sarebbe andato tutto bene.
Ma non poteva..
Quel gesto gli avrebbe fatto passare definitivamente quella linea che non avrebbe mai dovuto passare e avrebbe potuto elencare mille altre ragioni per cui fare tutto quello era sbagliato ma gli si spezzò il cuore a vederla così affranta e fragile.
Si alzò in piedi e le accarezzò le spalle, per poi metterle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Connie vai a casa. Hai bisogno di dormire, risposare, staccare il cervello per qualche ora. Qui ci penso io, tranquilla.» alla fine disse semplicemente con voce bassa e dolce.
Cercò di asciugarsi le lacrime e di ricomporsi almeno un pò.
«No, non posso lasciarti qui da solo. Devo solo darmi una sistemata.» disse alzandosi, uscendo dall’ufficio di Mike ed avviandosi verso il bagno delle signore.

Appoggiata al lavello con l’acqua corrente, Connie aveva solo una gran voglia di gridare forte, però sentiva anche come se la crisi di poco prima fosse passata.
Provò un misto di sensazioni che non riusciva proprio a focalizzare.
Dopo tutto era un essere umano con dei sentimenti più o meno forti e lei odiava mostrarli a lavoro, specialmente davanti a lui, il suo capo ma era anche vero che lei stessa era diventata il suo lavoro e quello la stava consumando.
Mangiare, dormire, lavorare, questo era tutto ciò che faceva tutti i santi giorni.
Si guardò allo specchio.
Aveva il mascara colato sulle guance quindi prese un pò di carta e si sistemò.
Fu dannatamente difficile stamparsi un falso sorriso sul volto, non sapeva come affrontarlo, soprattutto perchè l’aveva vista in quello stato.
Non era mai accaduto prima e non sarebbe mai dovuto accadere.
Uscita dal bagno, fece il giro più lungo, visitando tutti gli uffici vuoti prima di tornare in quello del suo capo.
I suoi tacchi ticchettavano sul linoleum del corridoio.
Arrivata sospirò, bussò ed entrò.
Vide Mike camminare avanti ed indietro lanciando in aria la palla da baseball bianca.
«Hey, sono qui.» disse con la mente in preda alla confusione, vedendolo così nervoso.
Prese al volo la palla, si fermò e la guardò.
«Penso che ora possiamo andare a casa.» disse con tono imperscrutabile.
Connie dalla confusione passò alla perplessità. “Avrò provocato io questa sua reazione? Vuole andare a casa perchè mi sono messa a piangere come una bambina? Forse dovevo andarmene la prima volta in cui l'ha proposto.”
«Okay.» sussurrò lei, ma non poteva fare a meno di pensare che era tutta colpa sua.
Assicurandosi di non guardarlo mai negli occhi, Connie andò a radunare le sue cose ed insieme uscirono dall’edificio della Procura Distrettuale di Manhattan.
Camminarono fianco a fianco senza dirsi una parola ma Mike era stufo di quella situazione.
Voleva parlarle, voleva dire qualcosa per farla stare meglio ma niente, non ne fu in grado solo per paura di dire la cosa sbagliata.
L’accompagnò alla macchina cercando di sembrare normale.
«Okay. Grazie Mike, a domani. Fai una bella dormita e lo stesso farò io.» disse lei tagliando corto, cercando di essere la stessa persona di sempre e cercando anche di non guardarlo mai negli occhi.
«Figurati Connie. Mi raccomando, ti voglio vedere riposata e in forma.» rispose sorridendole il più dolcemente possibile ma in realtà Mike avrebbe voluto dirle di più che un semplice “ti voglio vedere riposata”. Avrebbe voluto vederla sorridere, magari un sorriso scaturito da una frase tipo “ti amo Connie Rubirosa e voglio vederti felice, sempre. Voglio vedere il tuo sorriso, così radioso da riuscire a sollevarmi il morale nelle giornate più buie”.
Voleva farla sentire protetta ma a pensarci bene..
Da quando Mike era così protettivo e dolce con Connie?
Bhè, infondo era normale, Mike aveva imparato dopo anni passati insieme a volerle profondamente bene ma questa cosa lo mandava fuori di testa perchè non avrebbe mai potuto averla tutta per sè e non si era mai sentito in quel modo con nessuna donna con cui era stato.
Era quasi impossibile da credere ma non aveva mai pensato che potesse essere amore ciò che stava provando, semplicemente perchè non avrebbe mai potuto esserlo.
Molti fattori erano contro, come ad esempio il semplice fatto di non sapere se avesse qualcuno e comunque anche se fosse stato così, Mike non avrebbe mai avuto la forza necessaria per lasciarla andare via..

  
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