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Autore: Doux_Ange    12/05/2018    1 recensioni
La storia del Capitano e del Pm, dal punto di vista di Marco, ma non solo. Dal primo incontro al Natale d'agosto.
[AnnaxMarco]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Olivieri, Marco Nardi, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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LA VERA RICCHEZZA

 

Quella mi sta sempre più antipatica. Deve dire sempre l'opposto di quello che penso io, e quello che mi fa più rabbia è che poi in genere ha ragione lei. Ma si pone in modo altezzoso, quasi per farla apposta a indispettirmi. Mi fa innervosire un sacco, ha praticamente ribaltato una caserma sotto sopra, fa filare tutti e guai a chi non fa il suo lavoro come esige lei. Manco si può respirare più, a momenti. Peggio dei soldati. Ma prendere le cose con un po' più di calma no, eh? Altro che ordine mentale.

 

Comunque, nel frattempo ho scoperto qualche dettaglio sulla sua ex relazione. A quanto pare il tipo si chiama Giovanni Santucci (ma guarda che cognome azzeccato!) e fa l'avvocato, almeno per il momento. Hanno fatto pure l'università insieme, i due colombi. Forse pure la scuola, non ho capito bene. E non tira una bella aria, l'altro giorno in ufficio la tensione si poteva tagliare col coltello. Ah, e a quanto pare mi ha preso in antipatia pure lui. Certo, gli ho dato dello stupido praticamente in faccia anche se non mi ero accorto fosse lì, ma giuro che non avevo cattive intenzioni. E mi sono anche divertito a prenderli in giro alla prima occasione che ho avuto, non ho saputo resistere. È che mi dà soddisfazione infastidire Miss Rigore, vederla uscire fuori dai gangheri è di uno spasso incredibile. Però ho anche capito che c'è qualcosa di strano nella vita privata del Capitano, il suo ex ha fatto riferimento a qualcosa successa a suo padre, qualcosa di negativo, evidentemente, ma quando ho provato a chiederle, mi ha risposto un secco “Niente,” ed è andata via. Aveva un'espressione strana che non ho saputo interpretare. Non riesco mai a capirla, è come se avesse un velo davanti agli occhi che impedisce agli altri di vedere oltre, che limita la vista a una parte che lei sceglie di mostrare.

 

Non ho voglia di accollarmi i problemi altrui, però, e sinceramente non me ne importa granché. È già tanto se ci tolleriamo, visto che comunque dobbiamo lavorare assieme, e non ho intenzione di approfondire il rapporto. Anzi, meglio se ci evitiamo il più possibile quando si può, il tempo in ufficio basta e avanza.

 

Poi è fissata a fare le cose a modo suo, non segue le vie ufficiali, parla di buon senso ma non mi va che cerchi scuse per fare quello che vuole lei. Deve seguire le procedure, e siccome le linee d'indagine le detto io, non può farci nulla. Dice che valuta la situazione, ma lo fa perché ancora ha assunto il ruolo da poco. La gentilezza le passerà. Passa a tutti, prima o dopo.

 

Certo, le battutine a mie spese potrebbe risparmiarsele. Sì, mi dà fastidio che riesca a rispondermi a tono. Questa cosa non va bene per niente.

 

[…]

 

Non riesco a credere a quello che mi ha appena detto il maresciallo.

 

Ora capisco perché il Capitano ha tutti quegli sbalzi d'umore, perché salta per niente... è incinta! Il mezzo prete, lì, prima fa le cose e poi se ne lava le mani... ci credo, che lei non voglia dirgli nulla vista la situazione, mi fa un po' pena vista così, forse ho esagerato a giudicare.

 

Cecchini dice che dovrei essere più gentile con lei, abbassare i toni... è che lei è esasperante! Posso cercare di sforzarmi un po', ma non so fino a che punto ci riesco. Più affettuoso, starle più vicino... certo, una parola. Mamma mia, che casino. Anche se... io che c'entro?

 

[…]

 

Mi sono sforzato, in questi giorni sono stato gentile. Le ho pure offerto un tè. Certo, non è stato un gran momento, visto che sul più bello è passato di lì l'ex e lei si è rattristata. Devo dire che è carina quando sorride, però. Non ci devi nemmeno pensare. Ti sta antipatica, ricordatelo.

 

Non so come, ma il maresciallo mi ha pure convinto a invitarla a cena. Stando a lui, ha bisogno di conforto, di amicizia... ma io che c'entro? Non capisco come ho fatto a farmi convincere, sul serio. In una situazione così, poi. Immagino che serata, altro che parlare di lavoro. Non parleremo proprio di niente, se lei si comporta come al suo solito. E poi, mi viene spontaneo chiedermi... come si può vestire una così? Quasi quasi mi aspetto che arrivi in divisa. O su quel genere. Non ce la vedo in nessun altro capo d'abbigliamento, rigida com'è. Comunque, a momenti dovrebbe arrivare. Mi viene da farmi il segno della croce. Cecchini mi fa un cenno per ricordarmi della... situazione ingombrante, io gli dico di stare tranquillo. Mi trattengo, giuro che mi trattengo.

 

Alzo lo sguardo e per poco non mi prende un colpo.

 

La mia mascella deve essere finita a terra perché non me la sento più. E che ci faccio in piedi?

 

Hai capito, il capitano.

 

Giuro, ho cercato di trattenermi, ma una radiografia è d'obbligo, la devo fare. Tacchi alti, tubino nero in pelle, capelli sciolti sulle spalle scoperte. Accidenti, chi l'avrebbe detto che sotto la divisa si nascondeva quel ben di dio?

 

Mi devo riprendere, devo dire qualcosa o rischio di fare la figura dello scemo peggio di così. Cerco di far uscire la voce che si rifiuta di collaborare.

 

“Ah...” Lei mi guarda stranita, e per forza. Sveglia, Marco! “La trovo... bene!” Certo, perché non si usa più nemmeno salutare. Cavolo, però. Che ne sapevo io, che me la sarei trovato davanti... così?

 

“...Grazie!” Devo averla mandata in confusione. Eh, sono confuso io, figuriamoci.

 

Cerco di darmi una svegliata e le sposto la sedia per farla accomodare, ancora troppo scioccato per riuscire a pensare coerentemente. Cioè, come si fa? Non me lo aspettavo proprio.

 

Noto che sta salutando qualcuno. Ah. C'è pure il prete? Che coincidenza.

 

Nonostante provi a convincerla a parlargli, dice di no. Mi ritrovo pure a darle del tu, non ho ben capito come. Si alza per andare alla toilette, e giuro che mi fa quasi prendere un infarto, perché mi accarezza una guancia.

 

Eh? Che sta succedendo? E ha sempre avuto gli occhi così verdi?

 

“Un pelucco.”

 

Ah sì?

 

Va via, e io corro dal maresciallo. Mettiamo le cose in chiaro: questa ci sta provando, ma io i figli degli altri non me li accollo! Io ho accettato solo di essere gentile! Più che altro, mi ha costretto lui!

 

Quando torna, si siede più vicina, e io vado in pallone totale. Marco, calmati, non hai quindici anni. E nemmeno venti. Non sei in preda agli ormoni. Vorrei parlare del caso, e invece cerco di giustificare il mio essere cinico nelle indagini, e ammetto di apprezzare il suo approccio più sensibile, e lei mi prende per mano. Non ho capito se sia una consolazione o altro, però poi mi squilla il cellulare e devo chiederle di lasciarmi rispondere. Un po' mi dispiace, mi piaceva quel contatto.

 

Arriva la cameriera, fa per versare da bere ma io la fermo, dicendole che per il Capitano non deve metterne.

 

“No...?” Chiede, girandosi verso di me. “Perché no?”

 

Che domande sono?

 

“Beh, per la gravidanza, no?”

 

“Sei incinta?” Aspe', e Giovanni perché è al nostro tavolo? Quand'è che è venuto?

 

“Incinta...?!” Gli fa eco lei. Non capisco perché sia così sorpresa.

 

“Eh, forse era il caso di dirglielo, no?” Magari in modo più delicato, pure.

 

“Scusa ma... com'è possibile?”

 

Eh no, non glielo devo mica spiegare io al ragazzo com'è che si fanno i bambini, spero.

 

Mi alzo, cercando di evitare che la situazione degeneri. “So che lei è mezzo prete,” esordisco, ma lui mi guarda male. È la verità, eh! “Ma tecnicamente certe cose-”

 

“Scusate,” ci interrompe il Capitano, o Anna, visto che a quanto pare ci diamo del tu, “quale gravidanza? Che state dicendo?”

 

“Ma l'ha appena detto lui!” Si difende Giovanni. Ehi, non mettete in mezzo me, non c'entro niente, io! Io non l'ho toccata di sicuro!

 

“No, veramente a me l'ha detto il maresciallo!”

 

Anna lo nota, seduto qualche tavolo più in là, e gli lancia un'occhiata di fuoco. Mi sa che c'è stato un frainteso enorme, qui... Vedi un po' che si è inventato Cecchini, ha messo in mezzo pure me! E ora capisco perché lei ha accettato l'invito a cena, ma mi sa che è andata in modo leggermente diverso dal previsto...

Dire che siamo tutti e tre in imbarazzo è poco. Io mi siedo, mi sa che è meglio farsi da parte, almeno per qualche secondo. Ma tu guarda Cecchini che ha combinato.

 

Poi Giovanni prende la parola. “Comunque ti trovo... bene.”

 

“Grazie.”

 

Questo scambio di battute l'ho già sentito, mi sa. Gliel'ho già detto io questo, Giò.

 

[…]

 

La mattina dopo non tira una bella aria per Cecchini. L'intera faccenda ha leggermente irritato anche me. Non per lei, ma per il fatto che il maresciallo si è inventato tutte quelle balle e si è messo in mezzo a cose che non lo riguardano, anche se a fin di bene. … Mi auguro.

 

“Signor Capitano... Dottore...” tenta di salutarci lui, uscendo dalla caserma.

 

Anna è furibonda. “Maresciallo, la pregherei di rivolgermi la parola solo se strettamente necessario per ragioni di servizio!”

 

“E lo stesso vale anche per me!” Aggiungo io.

 

“Comandi!” Ci risponde, sparendo. Mi sa che se ne starà buono per un po'.

 

Il Capitano si appoggia all'auto. Decido di tentare di scambiare due chiacchiere.

 

“Comunque il prete è un uomo fortunato.”

 

“Non è ancora un prete.” Ribatte lei, infastidita. “E poi, in che senso fortunato?”

 

“Beh... pur di farlo ingelosire sei uscita persino a cena con me!” E sono sincero, non è cosa da poco, considerando che ci detestiamo.

 

“Ahhh, comunque grazie dell'invito,” Ridacchia Anna. “Non ti facevo un tipo così sensibile alla causa della donna incinta!”

 

Rido anch'io, e iniziamo a chiacchierare. Non pensavo fosse così semplice parlare con lei. Sembra tutto così naturale, e mi rendo conto che forse non è così antipatica come pensavo. E poi quant'è bella quando ride?

 

Eh?

 

   
 
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