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Autore: Laly of the Moonlight    12/05/2018    1 recensioni
Il Portale dell'Eclissi è stato infine aperto, e una moltitudine di draghi è fuoriuscita da esso. I nostri eroi, provati dagli scontri dei giorni precedenti, sono allo stremo delle forze, ma cercano di contrastare al meglio delle loro possibilità quelle enormi bestie che solcano i cieli.
Come si dice, la Speranza è l'ultima a morire... ma in questo caso la Speranza avrà una veste alquanto particolare ed insolita. Che cosa accadrà dunque ai nostri eroi?
Tra missioni, feste, guerre, magia, amori e dolori, ecco come la sottoscritta ha immaginato il seguito della storia!
Ho mantenuto inalterati gli eventi fino alla conclusione del Palio della Magia, il resto è tutto di mia esclusiva invenzione; in caso venga menzionato materiale successivo dell'opera originale, verrà segnalato.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che decideranno di seguirmi in questa mia prima e strampalata avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  • Rya! Fermati! –
La ragazza continuò a correre imperterrita, senza mostrare di aver sentito.
Mavis sospirò, rassegnata.
Non era cambiata.
Anche se erano passati anni dall’ultima volta che l’aveva vista, Rya non era cambiata di una virgola.
  • Gray. –
  • Uh? –
  • Dobbiamo raggiungerla. Riesci ad aumentare il passo? –
Il ragazzo sbuffò appena, cambiando il ritmo della propria corsa, spremendo le ultime energie residue dal suo corpo ormai esausto.
La Prima Master sorrise tra sé e sé, congratulandosi mentalmente col suo successore per aver allevato dei maghi così promettenti.
Mezzo minuto dopo erano alle spalle della ragazza, talmente vicini da sentire il vago odore di selvatico emanato dai suoi capelli scuri. Istintivamente, Gray pensò subito a Natsu, chiedendosi se quella testa calda stesse bene.
Un istante dopo, si sentì tirare all’indietro.
Qualcosa, o qualcuno, lo stava trattenendo per la sua collana d’argento e la catenella, premuta ora contro la gola, gli impediva di fatto di respirare.
La vista si fece annebbiata e il ragazzo si accorse dell’aumento della salivazione.
Doveva lottare, prima di perdere completamente i sensi.
Portò le mani alla gola, strattonando la catena con tutte le sue forze, invano.
I suoni attorno a lui si fecero distanti e ovattati, impedendogli di distinguere chiaramente ciò che succedeva: gli rimaneva poco tempo prima di svenire, forse mezzo minuto, forse meno.
Con uno sforzo disperato tirò ancora quello che ormai assomigliava sempre di più a un cappio e finalmente, ciò che lo tirava cedette.
Gray si ritrovò finalmente libero da quella morsa asfissiante e un istante dopo rotolò a terra a causa del contraccolpo. Rimase disteso supino ansante e sfinito, mentre i sensi pian piano ritornavano operativi e poté capire che cosa era successo in quell’ultimo minuto che gli era sembrato durare un’eternità.
Un’enorme zampa di drago verde occupava la quasi totalità del suo campo visivo, svettando nel bel mezzo della strada che stavano percorrendo.
Il mago seguì la linea della livrea con lo sguardo, risalendo lungo la spalla e il torace giallastro del mostro, passando per la gola screziata di nero e la mandibola grondante di saliva, fino ad incontrarne gli occhi rossi e minacciosi.
La bestia emise un ringhio basso e gutturale, scrollando il capo e la criniera di spine posta lungo il collo, evidentemente stizzito per essersi lasciato sfuggire quei moscerini a cui stava dando la caccia.
In quell’istante, Gray rivisse esattamente il terrore provato nel trovarsi di fronte ad Acnologia, lo stesso sguardo inferocito, la stessa paura che gli attanagliava il cuore e impediva i movimenti.
Immobile, vide il lucertolone allungarsi verso di lui, spalancando le fauci. Era lì, davanti a lui, pronto ad inghiottirlo, poteva contare i canini acuminati ad uno ad uno, poteva sentire il fetore del suo alito attaccato alle narici, vedeva il tunnel nero alla fine della bocca ingrandirsi sempre di più, e tuttavia continuava a non riuscire a muoversi.
Con la coda dell’occhio colse un movimento alla sua destra, un semplice spostamento d’aria sufficiente a riscuoterlo almeno parzialmente dal suo torpore.
I battiti del cuore decelerarono, mentre il mago si voltava lentamente, fino ad inquadrare una figura umanoide in piedi al suo fianco.
Era lei, Rya.
Stava osservando fissamente la bestia, quasi potesse fermarla con la forza dello sguardo.
Il drago sembrò accorgersene, perché si arrestò immediatamente, posando i suoi occhi da rettile sulla ragazza, improvvisamente incerto sul da farsi.
Gray non poteva crederci, quel mostro stava vacillando davanti ad una pulce che avrebbe potuto distruggere in pochi istanti?
La ragazza dovette accorgersene, perché si voltò a guardarlo e sorrise.
  • Non valutare mai il tuo avversario o il tuo alleato in base alle sue dimensioni. Mettilo alla prova, testa la sua forza, solo così potrai avere un giudizio equo. –
Lo stava ancora guardando, quando il mostro ruggì, facendo vibrare i corpi dei tre come casse di risonanza, mentre alcuni calcinacci si staccarono dagli edifici diroccati nelle vicinanze.
La ragazza tornò seria e si girò verso il drago, mormorando poche parole a fior di labbra.
Il Mago del Ghiaccio avvertì immediatamente uno strano formicolio alle dita, mentre la pressione aumentava lentamente intorno a lui.
Il tremolio si comunicò ai muscoli delle braccia, finché il Mago non sentì vibrare ogni centimetro di pelle.
Per un solo istante Gray percepì chiaramente un’aura di magia enorme e implacabile come un uragano sprigionarsi vorticando dal corpo della ragazza accanto a lui, espandendosi a macchia d’olio, fino a raggiungere il Drago verde.
Il risultato fu che la bestia si ritrasse istantaneamente dal flusso di energia che l’aveva investito, quasi temesse di venire risucchiato da quel vortice di magia che si allargava inesorabile.
Fece un passo indietro, poi un altro e un altro ancora.
A ogni movimento ringhiava in direzione della ragazza, senza per questo osare avvicinarsi di nuovo.
Pochi momenti ancora e il Drago si dichiarò sconfitto, urlò al cielo tutta la sua frustrazione e spiccò il volo, sparendo ben presto oltre la coltre di nubi tinte di rosso dalla luce dei roghi che coprivano il cielo.
Rya scrollò fieramente la testa, facendo ondeggiare i pendenti che portava alle orecchie, quasi a voler sancire la propria vittoria sul Drago verde, e l’aura magica iniziò pian piano a dissolversi.
Gray poté riprendere a respirare normalmente e il suo corpo smise di tremare man mano che la pressione diminuiva. Si voltò a guardare la ragazza chiedendosi chi fosse quella sconosciuta la cui energia sembrava persino superiore a quella di un drago.
Mavis, che fino a quel momento era rimasta defilata ad osservare la scena, si fece avanti, l’espressione seria.
  • Rya… -
  • Non dire nulla, Mavis. Adesso non c’è tempo. –
Allungò una mano per aiutare Gray a rimettersi in piedi e riprese a correre in direzione della Piazza di Crocus.
 
Nel frattempo, nella suddetta Piazza, la situazione peggiorava a vista d’occhio.
Shunghiada aveva a lungo ruggito contro Acnologia, finché questi, stanco della piega presa dalla conversazione, aveva preferito lasciare il posto ad un enorme Drago Bianco, facendo infuriare ulteriormente la Dragonessa Nera.
Intanto i maghi si erano defilati dalla prima linea, andando a ripararsi dietro lo schermo offerto dagli enormi corpi dei draghi che accompagnavano Acnologia, mettendosi momentaneamente al riparo dalle ire della dragonessa. Gli occhi del drago rosso guizzavano in ogni direzione, controllando i movimenti dell’esercito avversario, attento a ogni minimo cenno che denotasse l’intenzione di attaccare.
Improvvisamente, tutti i draghi si voltarono in direzione del Mercurios, allertati da qualcosa.
Shunghiada assottigliò gli occhi, guardò furente il drago bianco davanti a lei e fece per spiccare il volo, ma Acnologia fu più veloce.
Con una poderosa spinta delle zampe posteriori si mise davanti alla dragonessa, fermandone la rincorsa e ammonendola con un sordo brontolio.
  • Non un altro passo. – la minacciò.
  • Che diamine sta succedendo? – nessuna risposta – Di chi è questa aura? – mosse una zampa, ma un ruggito di Acnologia la fece fermare. Il drago non sembrava intenzionato a lasciarla andare via.
  • Se resti qui tranquilla ci fai un favore, Shunghiada. –
  • Lasciatemi andare! –
  • No. –
Pochi istanti dopo, l’inquietudine che serpeggiava tra i draghi si placò e le posizioni di difesa vennero momentaneamente abbandonate.
Shunghiada scrollò la testa e si ritrasse, guardando con odio sia Acnologia che il suo interlocutore: se avesse potuto uccidere con lo sguardo di quei due non sarebbe rimasto altro che polvere.
Riprese poi ad inveire contro il drago bianco.
  • Chi stai proteggendo, Kiranai? –
  • Questo non ti riguarda, Shunghiada. –
  • Di chi si tratta? – lo incalzò lei.
  • Ho già risposto alla tua domanda. – rispose lui, pacato. Questo mandò ancora più in bestia la Dragonessa Nera.
  • Non ti conviene metterti contro di me. –
Kiranai si voltò per un momento a guardare la città rasa al suolo e i maghi stremati che osservavano con crescente preoccupazione lo sviluppo degli eventi.
  • Tu non dovresti nemmeno essere qui. –
  • E allora? –
  • Allora rischi di stravolgere le linee spazio-temporali, con la tua permanenza in questa epoca. –
  • Non mi interessa. –
  • Shu, ragiona… -
  • Non voglio sentire altro. Finché ho la possibilità di fare a pezzi quei bipedi disgustosi, non mi importa di nulla. A cominciare da quella piccola strega. –
  • Allora abbiamo un problema. –
  • Nessuno ha chiesto la tua opinione, cucciolo impertinente. –
  • E nessuno ha chiesto a te di tornare dall’Oltretomba. –
  • Adesso basta, Acnologia. Porta rispetto per la tua Regina. –
  • Io ho una sola Regina, Kiranai, e di certo non è lei. –
  • Tu, piccolo insolente… -
  • Mi sono persa qualcosa? –
Shunghiada, Kiranai e Acnologia si voltarono simultaneamente, e guardando verso terra si trovarono di fronte Rya, il cappuccio calato sul viso a nasconderne quasi completamente i lineamenti.
Dietro di lei una bimba con i capelli biondi e un ragazzo seminudo e ansimante, evidentemente esausto. Wendy si avvicinò immediatamente a quest’ultimo, cercando di dare sollievo alle sue membra stanche.
  • Sei stata tu? – la domanda di Shunghiada arrivò a bruciapelo.
  • A fare cosa? –
  • Non fare la finta tonta con me, ragazzina! – Shunghiada, evidentemente stizzita, mosse un passo verso la ragazza, che tuttavia rimase immobile.
  • Dovrei forse sapere di cosa stai parlando anche se sono appena arrivata? Non leggo ancora nella mente, mi spiace. –
  • Piccola presuntuosa, cosa speri di ottenere? Non permetto a un microbo di mancarmi di rispetto! -
  • Chi sarebbe il microbo? -
L’accesa discussione venne interrotta dall’arrivo di quello stesso Drago Verde che aveva sbarrato la strada a Rya e compagnia, ruggendo a pieni polmoni. Fece un paio di giri nel cielo scuro per poi atterrare a pochi passi dalla Regina, evidentemente incattivito da qualcosa. Schiumava dalla bocca e la rabbia era chiaramente visibile nelle iridi giallastre del mostro, mentre ringhiava rivolto alla sua interlocutrice.
Shunghiada lo guardò, volse lo sguardo per un momento verso Rya, tornò al suo scagnozzo e lo colpì con un’artigliata in pieno muso, tale da farlo ruggire di dolore. Il sangue nero e viscoso schizzò dalla ferita, colando lungo il collo e il petto.
Acnologia lanciò un’occhiata alla ragazza, senza dire nulla.
Un sordo brontolio proveniente dalla gola del Drago Bianco pose fine alla punizione del suo simile, riportando l’attenzione di Shunghiada su di sé.
  • Lascia stare Tyrandis. Cosa pretendevi da lui? –
  • Che facesse il suo dovere e spazzasse via quei miseri umani! –
  • Evidentemente così miseri non sono. – si intromise alla fine Rya, guardando la Dragonessa infuriata.
 
Attorno a loro, una spaesata platea di astanti li osservava, lo stupore ben visibile negli occhi di tutti.
Altri Draghi arrivarono, provenienti dai confini della città, ignari della situazione e dei cambiamenti avvenuti nel frattempo. Venivano per ricevere ordini, per sapere che cosa dovevano fare della carneficina che ancora stavano perpetrando ai danni della popolazione.
Lo schieramento della Dragonessa vacillava. Sguardi preoccupati, confusi.
La luna decise di far capolino, segno che ormai l’eclissi era terminata, illuminando con la sua luce lattea i roghi che ancora ardevano ai quattro angoli di Crocus, il sangue reso argenteo dal suo bagliore colava da muri e macerie, impregnando la terra, la poca erba rimasta. Il fumo degli incendi arrivava fino alle narici dei Maghi, portato dalla brezza leggera che aveva iniziato a spirare su quel luogo reso infernale dall’arrivo di quei mostri assetati di sangue.
 
  • Kiranai, perché perdi ancora tempo con questi esseri inferiori? Sei diventato un Re così debole? –
  • Non sono più Re da molto tempo, Shunghiada. –
  • Ma non mi dire… e chi ti ha sostituito? –
  • Acnologia. – replicò il drago bianco, asciutto.
  • Oh… da quando i cuccioli impertinenti diventano Re? –
  • Da quando le psicopatiche diventano Regine. – si intromise di nuovo Rya, infastidita.
  • E da quando le pulci hanno diritto di parola? –
  • Da quando anche le pulci vengono elette Regine dei Draghi. – Shunghiada spostò lo sguardò stupito dalla ragazza al Drago Bianco.
  • Kiranai, che significa tutto questo? –
  • Esattamente quello che hai sentito. Acnologia è il nuovo Re dei Draghi e Rya è la sua Regina. –
  • La razza draconica deve essere diventata davvero debole per permettere una cosa del genere! –
  • O forse è solo diventata tanto intelligente da non voler più dare il potere a qualcuno che non lo merita. –
  • Tu, piccola… -
  • Porta rispetto ad una tua parigrado, Shunghiada. Non tollererò altre insolenze da parte tua. –
 
La Dragonessa Nera scrutò i suoi interlocutori con odio, posando le sue iridi rosse su ognuno di loro, a turno.
Kiranai, quello che era il suo compagno, colui che avrebbe dovuto fiancheggiarla, la stava invece ostacolando.
Acnologia, colui al quale aveva soggiogato la mente, si era ribellato al suo dominio e la stava fronteggiando apertamente.
Infine quell’umana sconosciuta di nome Rya, che aveva usurpato il suo trono di Regina.
 
La voglia di affrontarli era tanta, ma Shunghiada era prima di tutto una stratega. Non sapeva quante chance di vittoria aveva effettivamente, non sapeva quante frecce avessero i suoi avversari al loro arco. Troppe incognite, per poter prevedere chiaramente la conclusione rapida di uno scontro.
I suoi Draghi erano stanchi, lo sapeva lei, come lo sapevano i tre davanti a lei.
Lei era stanca.
Avrebbe subito troppe perdite per poter gioire della vittoria che la battaglia avrebbe portato e dopo molte esitazioni decise di abbandonare il campo.
Ruggì frustrata, arrabbiata, delusa. Ruggì tutta la sua indignazione e il suo risentimento, poi voltò le spalle e se ne andò, abbandonando quel luogo di morte insieme ai suoi guerrieri, lasciando campo libero ad Acnologia e ai suoi.
Avevano vinto, per il momento.
  
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