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Autore: AlexVT    25/04/2005    2 recensioni
Voleva essere seria e un po' angst, tuttavia, non sono riuscita a risparmiare il mio solito sarcasmo e a metterci un sorta di lieto fine... Parla di me.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qua…alla fine sono venuta…ma che diavolo mi è preso

PROTAGONISTI AL FUNERALE DI UNO SCONOSCIUTO

 

 

 

Ed eccomi qua…alla fine sono venuta…ma che diavolo mi è Passato nella testa?!?

Ho rinunciato ad un giro di shopping in centro per andare al funerale di un tizio che alla fine neanche conosco…

Eppure ora sono qui…incastrata…non riuscirei mai a sgusciare via senza dare nell’occhio… che cosa mi inventerei poi?!? Ops ho sbagliato…scusatemi ma credevo che il morto fosse un altro?!?

D’accordo…rimango…

Mi sono rintanata in fondo nell’angolo più buio per cercare di passare inosservata, ma in un paesino come questo… diciamo che il “passare inosservati” è un pretesa un po’ troppo eccessiva per chiunque, figurati poi per me in un’occasione simile….

Eccoli che arrivano…tento di farmi piccola piccola dietro le larghe spalle di quel signore, ma ora come ora preferirei di gran lunga fare un buco per terra e seppellirmici…

Possibile che non si sia fatto vivo nessuno degli altri ragazzi?!?! Santo cielo, con tutti gli amici che ha quel disgraziato, possibile che nessuno abbia trovato un secondo per presenziare al funerale di suo nonno?!?! Nessuno tranne quell’incosciente della sottoscritta, ovviamente!!!!!!!!

E lei?!? Non ci credo…neanche lei…è vero che oggi i negozi sono aperti e deve lavorare, ma in fondo è pur sempre morto il nonno del suo ragazzo…tizio che probabilmente non ha mai visto…tuttavia non mi sembra una buona ragione…

 

Mi sento osservata…possibile che con una bara aperta, un morto dentro e tanta gente che piange debbano tutti fissare me?!?!?

 

Li guardo in faccia ad uno ad uno, li conosco e posso leggergli nel pensiero come se avessero il fumetto.

“Oh, povera cara…guardala…là, sola, soletta, in fondo…guarda quanto lo ama…anche se lui l’ha mollata per la sua migliore amica, è lei quella che è venuta per stargli accanto in un momento così tragico…”

e la signora accanto alla macellaia “Che storia d’amore romantica…e tragica insieme…lei che lo ama in silenzio dall’asilo e lui che non l’ha mai calcolata nemmeno di striscio…che pena … poverina…” Già, che pena…come se il funerale fosse il mio…

Ah, non dimentichiamoci del il signore che lavora dal carrozziere all’angolo “ma le stupid ul fiò dal Rino, una inscì bela tusa gha fa il fil el sa  met cun ca la spitinfia le*”

E per finire l’edicolante “Povera stela…l’è bela, brava, buna, la gha i danè e la gha minga un fidanzato…l’andrebbe propi ben per quel disgrazià dall me neut!**”

No…suo nipote no…non mi piace….è stupido ed appiccicoso…

 

Certo che se ci fossero stati anche gli altri sarebbe stato tutto diverso…

In mezzo al gruppo di amici mi sarei confusa tra la massa e solo un attento osservatore mi avrebbe notato. Ne sarei uscita con relativa eleganza e il commento peggiore sarebbe stato un moderato:“Guarda un po’ chi c’è, nonostante le vecchie storie sono rimasti amici…che bella la gioventù di oggi, non la capisco, ma mi sembra una cosa positiva…almeno qualcosa di buono tra tutto quelle cose brutte che combinano oggi giorno!!!-

Ecco, così si che sarebbe stato perfetto…elegante, moderato e innocuo. Invece, lo so che la situazione che si è creata nella realtà è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro…

D’altronde la vita nei piccoli centri è così, la gente è poca e annoiata e far parte dei rami centrali di alcune tra le famiglie più conosciute del paese non aiuta certo a passare inosservati. In più, la nostra generazione ha avuto la malaugurata idea di crescere educata e rispettosa, bella e divertente: la compagnia perfetta, seconda solo a quella delle Indie,  l’ideale per costruirci sopra negli anni una Beautiful casereccia. Questo essere o meglio questo mostrarsi “perfetti” nel tempo ha aiutato e reso la vita molto più facile in parecchie situazioni, tuttavia ha fatto dei nostri tira e molla adolescenziali gossip di prim’ordine nelle file al banco del supermercato.

Forse, come ha dimostrato anche la decisione di quelli che sono venuti dopo di noi, hanno davvero scelto meglio i nostri predecessori: difetti e peccati alla luce del sole. Dando così tanto da parlare, una volta marchiati come “cattivi ragazzi”, hanno ottenuto la libertà di fare tutto ciò che volevano senza il timore di essere giudicati ad ogni passo.

Non lo so, forse sarà l’erba del vicino che è sempre più verde, ma loro hanno confessato di rimpiangere la nostra vita almeno quanto noi la loro… siamo tutti nella stessa barca, in fondo…tutta questione di scelte…

 

Comunque, tornando alla realtà, in questo maledetto paese, non c’è una singola anima che non sappia della mia mega cotta, chiamiamola così, per quell’idiota…

Belli, bravi e con i soldi, eredi di due delle famiglie più in vista del paese, lei è dolce e intelligente, umile e divertente, studia, fa volontariato e, nonostante non ne abbia bisogno, lavoricchia per guadagnare qualcosa, lui è carismatico e responsabile, sempre allegro e al centro della scena, studia, lavora ed è capitano della squadra di calcio del paese. Si incontrano all’asilo ed è amore a prima vista, crescono, si sposano e hanno tanti bambini. I personaggi perfetti, la storia perfetta, il finale sbagliato. 

Purtroppo per tutti, crescendo le vicende della vita li dividono: lei, forse troppo sicura di sé o forse troppo insicura, rinuncia a combattere, lui, troppo timido o troppo indeciso, fa altrettanto e nel tira e molla generale si allontanano, si fanno del male, si prendono in giro…e tutto finisce così…in questa chiesa dove lui, in prima fila accanto alla madre e al fratello, non sente la gente che parla di lui e pensa alla sua ragazza commessa in un negozio del centro e lei in fondo alla navata che si guarda intorno cercando disperatamente una via di fuga.

 

No, speriamo non si volti, no…non la madre…non il padre,…no, speriamo non mi veda nessuno…altrimenti, che gli racconto…che passavo per caso?!? Tanto so già che glielo diranno: “Indovinate un po’ chi c’era sull’ultima panca?!?!” No…non glielo diranno mai…figurati, avranno altro a cui pensare sono gente adulta, in fondo…

Oh mio Dio, NO, loro NO!!! Sono morta…lo sapevo che non ci dovevo venire…

Sorrido e faccio un gesto con la manina agli amici del fratellino…ecco, si, loro si che glielo diranno…

 

Ma si, oramai tanto che mi importa più?!? Non credo di poter fare più pena di così alla gente del paese: venticinque anni, (ebbene si, sono già venticinque anni che questa maledetta storia si trascina), bella, laureata, ricca e con un buon carattere, non ancora sposata né fidanzata, il miglior partito del paese, oserei dire, ambita da tutti i nipoti e i figli dei negozianti del circondario…

È meglio che continuino a pensare che abbia il cuore spezzato o inizieranno a dire che sono lesbica…

Certo loro non sanno che non ho passato propriamente da sola questo mio primo quarto di secolo, e di sicuro non sarò io ad informarli, tuttavia, il fatto che non abbia mai avuto un fidanzato degno di tale qualifica da portare a passeggiare per la piazza a braccetto e da presentare alle matrone locali, credo non gli vada propriamente giù….

E spesso, a dir il vero, non va tanto giù neanche a me…

 

Volete sapere qual è la verità?

Faccio tanto la dura, ma in realtà credo che abbiano ragione loro…

Perché sono qui altrimenti?!?

Perché non sono mai riuscita a stare insieme ad un ragazzo per più di pochi mesi?!?!

Perché non inizio mai una storia pensando che sia quella giusta?!?!

Perché non incontro mai un ragazzo perfetto?!?!

Perché mi viene da piangere?!?!

 

Sono ad un funerale e non posso nemmeno piangere…

Che ironia, non trovate?!?

Mi faccio pena e mi sento una stupida…

Mi sbatto tanto per cercare di fare sempre la scelta giusta, di non fare del male agli altri, di rispettare la legge e di non cacciarmi nei guai, eppure vivo ogni singolo giorno infrangendo spudoratamente niente popò di meno che uno dei dieci comandamenti.

Il più viscido, il più innocuo, il più incomprensibile, il più terribile e il più temibile, perché, ho imparato a spese mie, totalmente indipendente dalla volontà.

Ma perché diavolo deve essere così?

Perché diavolo non riesco a non pensare a lui?

Perché diavolo non posso innamorarmi anch’io di qualcun altro?

Perché diavolo non posso essere felice anch’io?

 

Le lacrime oramai scorrono libere e senza freno…

Spero tutti concludano che sia una persona estremamente sensibile, così sensibile che  si commuove persino ai funerali di estranei ultranovantenni…

 

La gente se ne va e io torno a nascondermi nell’ombra dell’ultima colonna…non voglio che lui mi veda…

Se ne va, è a braccetto della madre, l’accompagna verso l’uscita. Fortunatamente l’agonia per oggi è finita…

 

Sto per avvicinarmi all’uscita laterale, quando però una strana sensazione mi impone di voltarmi di nuovo verso il portone principale.

E lui è lì, mi guarda, mi sorride, dice qualcosa, è troppo lontano per sentire la sua voce, ma non fatico al leggere il labiale: “Grazie”.

Mi mordo il labbro inferiore, sorrido e scandisco un “Prego”.

Qualcuno dall’esterno lo chiama, mi fa un cenno can la mano e se ne va.

Lo guardo scomparire oltre la luce del portone. Sospiro. Strano…quel  senso di pena si è come volatilizzato, ora sono diversa, non dico felice, ma serena e fiduciosa del futuro.

Mi avvicino alla luce abbagliante della porticina laterale ormai convinta che il mondo che mi aspetta oltre quella soglia sia immenso e pieno di possibilità anche per me.

Sarò felice un giorno, ora lo so, ne sono sicura, incontrerò il grande amore e, come nelle favole, vivremo per sempre, felici e contenti.  

 

 

 

 

*”Guarda un po’ come è stupido il figlio del Rino, una così bella ragazza che gli fa il filo e si mette con quella ragazza” insipida””

**” Povera stella, è bella, brava, buona, benestante e non ha uno straccio di  fidanzato…andrebbe proprio bene per quel disgraziato di mio nipote!”

   
 
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