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Autore: devil_may_cry_wrath_92m    12/05/2018    1 recensioni
La fine di un lavoro l'inizio di qualcosa di molto più pericoloso, un viaggio che segnerà profondamente Revy e Rock
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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4 Haruka Era il mattino del giorno seguente, quando Revy si svegliò. La ragazza, strisciò fuori dal letto e si mise in piedi con una fatica incredibile, la testa gli girava, tutte le giunture gli facevano male e aveva una terribile arsura alla gola; avrebbe dato qualunque cosa per bere un goccio, anche soltanto di acqua, pur di levarsi quella sete. Inciampò, con il piede, in una specie di fagotto, quando i suoi occhi si abituarono al buio della stanza capì che si trattava dei suoi vestiti.” Il monaco me li ha puliti” pensò two hands e cominciò a rivestirsi. Quando finì, fece per uscire dalla stanza ma si sentiva ancora troppo debole per camminare, non voleva chiamare Rock o quel monaco, non voleva sentirsi in debito con quei due, soprattutto con quel sorridente tizio. Forse non si fidava di lui per la sua natura diffidente di mercenaria o forse perché, l’unica esponente della religione che Revy conosceva, era quella falsa suora di Eda, che a parte vederla giocare a carte, bere come una spugna in chiesa e sentirla declamare passi della Bibbia tutti suoi, non l’aveva mai vista fare opere di bene. “Opere di bene? A Roanapur?!” a quel pensiero Revy si mise a ridere e appoggiò una mano al vicino muro di legno, le sue dita trovarono qualcosa che era appoggiato lì; quando guardò in quel punto vi trovò una stampella. “Quello stronzo! Deve aver pensato che mi sarei alzata e mi ha preparato tutto. Cazzo, quanto lo odio!” ma nonostante ciò, la mercenaria della lagoon, si appoggiò alla stampella e cominciò a usarla per arrivare alla vicina uscita. Percorse il lungo corridoio e arrivò danti a una porta scorrevole e quando la aprì venne abbagliata dalla luce del sole; dopo l’attimo di smarrimento riuscì a capire dove si trovava, era in una specie di giardino interno alla casa, c’era un albero di ciliegio sfiorito in mezzo ad esso, sentiva freddo ma si chiese se fosse dovuto alla temperatura oppure alle linee di febbre che ancora si sentiva addosso. Si mise seduta e mormorò un’imprecazione per non avere le sue sigarette e potersi fare un tiro. “Ciao” gli disse una voce alle sue spalle , Revy girò la testa e si trovò davanti alla bambina che aveva indicato a lei e Rock di salire le scale per questo posto. “Come ti chiami? Io sono Haruka” disse la bambina ma Revy si voltò verso il giardino e la ignorò. Non aveva nessuna intenzione di fare conversazione, meno che mai con quella marmocchietta che l’aveva condotta in quel posto assurdo a farsi curare ed essere in debito con quel monaco del cavolo. La bambina, vedendo che la donna non le parlava si sedette accanto a lei e continuò a fissarla con quello sguardo e quel sorriso così innocente “Cosa c’è? Ho qualcosa in faccia?” le disse sgarbatamente Revy, Haruka fece di no con la testa “E allora levati dalle scatole!” ma invece la bambina rimase e continuò a guardarla “Che cazzo! Prima o poi se ne dovrà andare” pensò la mercenaria, quindi rimase lì seduta ad aspettare; passò mezz’ora e Haruka non se ne andò, rimase a guardare Revy come se fosse una sorta di strana creatura; alla fine two hands, stanca di quel ridicolo gioco si alzò e con la stampella tornò dentro. Quando però, attraversò la porta scorrevole, la gamba gli cedette e cadde a terra, Haruka corse verso di lei e cercò di aiutarla ma Revy la allontanò con una mano e le disse: “Che vuoi una pacca sulla spalla? Non ho bisogno del tuo aiuto” “Direi invece di sì” rispose la voce di Rock che era uscito da una stanza laterale in quel momento; “Ti ci metti anche tu?” disse Revy mentre, appoggiandosi al muro, si rimetteva faticosamente in piedi. “Ti ricordo la nostra situazione, siamo ricercati dalla polizia, Yasuke san ci ha ospitati e ti ha rimesso a posto la gamba rischiando così una denuncia per complicità, quindi il minimo che puoi fare è cercare di non essere te!” “Fantastico, non bastava essermi presa una coltellata nella gamba e di zoppicare, devo anche sorbirmi una tua predica” Rock a quelle parole stava replicare ma sapeva fin troppo bene che ne sarebbe sfociata una lunga discussione in cui Revy avrebbe usato il suo linguaggio “colorito” e Rock non voleva fare sentire ad una bambina le oscenità che sarebbero uscite dalla bocca della sua compagna perciò si limitò a sospirare e a dire “Fai come ti pare” “Scusate” disse Haruka mentre sorreggeva un vassoio con due tazze di tè “Vuoi qualcosa da bere sorellona?” Revy vedendo che la bambina si rivolgeva a lei rispose un po’ stizzita: “Sorellona?!” poi però, la sete ebbe la meglio sul suo desiderio di lamentarsi su quell’appellativo che la bambina gli aveva dato; prese, senza tanti complimenti, una delle due tazze e, in men che non si dica trangugiò la bevanda tutta d’un fiato. “Va meglio?” chiese Haruka, Revy la fissò chiedendosi perché quella bambina fosse così interessata a lei, ma prima che potesse dire qualcosa Rock prese l’altra tazza che Haruka gli offriva e dopo averla ringraziata gli chiese: “Tu chi sei?” “Mi chiamo Haruka e sono la figlia del sacerdote di questo tempio” “Davvero?!” “Sì, aiuto il mio papà come posso nel tenere pulito il tempio. Quando vi ho visto stavo togliendo le foglie secche dalle scale” “Che brava. Ti dobbiamo proprio ringraziare” “No, non dovete è stato un piacere” disse la bambina con un sorriso. Revy fece un gesto con la mano e se ne tornò nella sua camera richiudendo la porta; Rock, con un sorriso imbarazzato, disse ad Haruka: “E’ il suo modo per ringraziare qualcuno”
   
 
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