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Autore: Ayumi Zombie    04/07/2009    5 recensioni
E se i nostri amati personaggi di Kingdom Hearts fossero semplicemente... completamente pazzi?
Chapter Three: ~ Xion: Twilight. Riku sbuffò, e prese un’altra tesserina per confrontarla alla prima.
– Cazzo. – ringhiò fra i denti, aggiungendo un po’ di odio verso quei maledetti oggettini. Se non altro, con una generosa dose di psicofarmaci, gli impedivano di pensare a quella che lui chiamava affettuosamente “la mia polvere di stelle”.
Alzò lo sguardo verso Xion. – Gli piacciono i peluches. E i fazzoletti profumati e colorati.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter two:
Axel : Play with Fire


- Ti prego, Axel. Dimmi che c'è un errore.
Il ventunenne si grattò la nuca, ed abbassò lo sguardo. - Uhm... beh...
Kairi chiuse gli occhi e sospirò. - Senti, abbiamo già fatto questi discorsi miliardi di volte. Sembrava che tu mi avessi giurato di aver finalmente capito.
Pronunciò quel finalmente come una persona avrebbe comunemente pensato brutto bastardo.
Axel prese a frugare le piastrelle di linoleum, come se stesse cercando qualcosa in particolare. E invece no, stava semplicemente facendo come sempre. Sarebbe successo di sicuro di nuovo, dopo quell'ennesima sgridata. Ma non poteva farne a meno.
- Sei qui da più di un anno, lo sai. - la dottoressa Mizukai si alzò dal letto. Lui spostò lo sguardo sulle lenzuola, notò che quasi non le aveva spiegazzate. - puoi farcela, Axel. Sei intelligente.
E, con quelle parole ripetute troppe volte, richiuse la porta della camera d'ospedale. Con uno sbuffo nervoso, il ragazzo si sdraiò, mettendo le mani incrociate dietro la testa.

~ x ~

Bevanda al gusto di cioccolata.
Selezionò.
Mentre aspettava pazientemente che il sottile getto riempisse il bicchierino, si chiese perché vi fosse scritto “bevanda al gusto di”. Questo significava che non era cioccolata, ma un'altra bevanda. Quindi, cosa beveva?
- Ciao, Kairi.
La dottoressa sobbalzò e si voltò.
- Xemnas san... - sorrise dolce, abbassando lo sguardo. Prese la “cioccolata” il più velocemente possibile, lasciando spazio a lui.
- Come va con il nostro Flamebreaker?- il sovrintendente della clinica premette “caffè macchiato” ed inserì alcune monetine.
Kairi sospirò. Era ovvio che il capo lo sapesse già, ma voleva sentirselo dire da lei. - ha dato fuoco allo sgabuzzino delle scope per attirare l'attenzione.
Sorso di cioccolata. - Di nuovo... - aggiunse, sconsolata.

~ x ~

Lo sfidava. Era ovvio, non c'era altra spiegazione. Lo stava sfidando. Che cosa cercava di dimostrare, eh? Cosa voleva, da lui?
Axel ridusse gli occhi a due fessure, fissando, attraverso la finestra, quello stupido pino.
Lo immaginò avvolto dalle fiamme, accartocciarsi su sé stesso, esplodere, ridursi in cenere in un boato di calore. Ah! Quello sarebbe stato fantastico! E poi, per quanto avrebbe continuato a bruciare? Bru. Cia. Re. Ah, sì.
Non si accorse nemmeno della porta che si apriva, mentre era preso nei suo vaneggiamenti mentale riguardanti le possibili fini del povero albero.
- Ehm... scusa...?
il ragazzo saltò sulla sedia, e per poco non cadde. Si voltò, verso la voce delicata e sottile che aveva tagliato il cocente silenzio che regnava in quella stanza da qualche ora.
Alzò un sopracciglio. Una ragazzina mora, con un taglio di capelli piuttosto semplice, stava lì, ritta sulla porta, con un vassoio in mano. Gli occhi, grandi, con residui di innocenza infantile, sembravano un po' impauriti.
- Visto che non sei venuto giù in mensa, - mormorò esitante la ragazzina, - la dottoressa Mizukai mi ha chiesto di portarti da mangiare.
Axel continuò a tenere lo sguardo fisso su di lei, cercando di attribuire un nome a quella faccia sconosciuta, ma allo stesso tempo già nota.
Lei appoggiò il vassoio sul comodino. - Sono una apprendista... mi chiamo Xion Mikake. Ma ti prego, chiamami solo con il nome.
Il ragazzo annuì, mostrando di aver capito. Fece un elenco mentale di posti in cui avrebbe potuto averla vista, e li associò in maggioranza anche alla dottoressa Mizukai. - Io sono Axel.
Si spostò, e si andò a stravaccare sul letto. Invitò anche l'ospite, con una gentile richiesta.
- E così ci studi. - disse lui, con un accento americano piuttosto notevole.
L'altra, lo sguardo fisso sulle mattonelle, annuì.
- E che cosa hai imparato, finora? - sorrise. Aveva una voglia matta di fare conversazione con qualcuno che non fosse pronto a saltar via dopo averlo guardato negli occhi.
Xion si chiese perché quell'uomo così bello e gentile fosse chiuso là dentro. Per giunta, al quinto piano, degli psicotici piuttosto gravi. Si sforzò in ogni modo di rispondere: Kairi diceva sempre che il dialogo con il paziente è la cura vera e propria, il confronto. Per questo non davano troppi farmaci, ai casi ancora in qualche modo recuperabili.
- Beh, sono qui da appena tre settimane... - cercò di giustificarsi.
- Un po' di esperienza l'avrai fatta! - esclamò lui, punzecchiandola con un sorrisetto, che lei non vide. Il linoleum sembrava avere catalizzato la sua attenzione.
Xion si morse un labbro.
In effetti, aveva fatto un pochino di esperienza. In cose che, però, i medici sconsigliavano fin da subito: il rapporto degenerato con il paziente. Che poi il paziente non ricambiasse e non sapesse nemmeno che lei esistesse, era un altro paio di maniche.
L'esperienza più shockante, però, era stata il ritrovarsi a sognare cose che non aveva mai osato, prima, che solo a sentirne parlare si sarebbe tappata orecchie e occhi, adottando un colorito molto più rosso della media. Svegliarsi la mattina, e dover decisamente cambiare la biancheria perché il suo cervello aveva prodotto immagini... immagini... immagini... sotto il suo corpo, il suo corpo, il suo corpo. Premuta contro il materasso dal suo corpo, il corpo di un malato fisico e mentale piuttosto avanzato. Sentiva il suo respiro, il suo delicato odore di pioggia che si faceva più forte, diventando una tempesta, e poi un uragano, e poi un turbine in cui 20 chili in meno della norma e complessi terrificanti non contavano nulla, perché da quel corpo le bastava essere semplicemente posseduta.
- Beh... sì... - si ritrovò a mormorare.
- Cotta! - esclamò convinto l'altro, annuendo solenne.
- Che... che co.. no!! - farfugliò lei, arrossendo violentemente.
- Cotta, cotta, cotta-a-a-aaaah! - cantilenò Axel. Dire che era divertito era un eufemismo.

~ x ~

- A me basta che non mi rompi più i coglioni.
Tlack.
Poi, fai come vuoi.
Il leggendario sorriso a trecento denti bianchissimi fece il suo debutto anche quel giorno. - Ti voglio tanto bene, Riku!
L'altro alzò un sopracciglio. Per il resto, era totalmente inespressivo. - Ora, la mia paga.
Axel frugò nella borsa, per qualche istante.
Senti, pezzo di cretino, - ringhiò l'altro, più che impaziente. - c'è solo la mia sprite, in quella fottuta borsa, quindi vedi di muovere il culo.
Con uno sbuffo, il rosso gli porse la bibita. L'altro la prese, strappandogliela quasi di mano, e l'appoggiò di fianco a sé.
Scrutò il puzzle, e prese un pezzo senza nemmeno guardarlo.
Tlack.

~ x ~

Et voilà. Non avete idea di quanto accidenti di tempo ci abbia messo a copiarlo e a finirlo!
Le due recensioni più lunghe della storia le ho avute io... oh, ragazze (siete due femmine, vero? Vero?) non sapete come mi avete reso felice! Ecco qui le risposte, perchè le recensioni vanno sempre risposte, soprattutto se sono fatte bene come le vostre!

Simple girl: tranquilla, per ora Xion si farà solo degli strani viaggi mentali. Credo. Ti sei sbagliata sul tizio misterioso, ma Axel è qui in questo capitolo! Dimmi se ti gusta ù____ù
jessica_hale: ragazza geniale. Per tutto. Sul serio, mi hai stupito! La mia fantastica abilità di scrittrice ( “se, se, come no” ndTutti) ti ha ispirato! In ogni caso, non credo che farò una RoXion, anche perché ammetto che Xion mi sta leggermente... sulle balle (ecco, l'ho detto xD)

Grazie a tutti! Vi voglio bene, fan! Bang! Bang!
Ah, dimenticavo... “play with fire” è il titolo di una canzone di Hilary Duff, che però non c'entra niente con la narrazine xD è semplicemente partita, e io ho trovato il titolo semplicemente adatto!

   
 
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