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Autore: Xephil    15/05/2018    4 recensioni
Concluso il Rating Game con Raiser, la vita di Zayden e del gruppo Gremory sembra essere tornata in una condizione di pace.
Ancora una volta, però, tale calma non è destinata a durare: due misteriose guerriere della Chiesa giungono in città per contrastare un nemico riemerso dal doloroso passato di Kiba e intento a scatenare un nuovo orrore sul mondo. E quando viene rivelata la sua alleanza con un nuovo, potente nemico in grado di minacciare le Tre Grandi Fazioni stesse, Zayden si troverà costretto da una parte a proteggere il suo nuovo gruppo e dall'altra a impedire che l'ormai furente Kiba sprofondi per sempre nello stesso baratro oscuro che lui ha già conosciuto: la vendetta.
Nel frattempo, altri individui riemergono dal passato e il futuro del Sekiryutei sembra divenire ogni giorno più incerto e buio...
Dalla storia:
[“E che altro dovrei dire con quest'improvvisata?!”
“Secondo te, cosa può voler dire che sono venuta qui? Non potrebbe essere semplicemente che un'anziana nonna è venuta a trovare suo nipote per vedere come sta, razza di somaro?”
...
"Sai, Ddraig, ho sempre più l'impressione di essere venuto al mondo proprio per rompere il culo agli esseri sovrannaturali come questo corvaccio!"]
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Un po' tutti, Yuuto Kiba
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD: A Dragon's Fate'
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Life 1: Incubi dal passato
 

Quella notte, quando tutti se ne furono andati dopo aver stabilito i programmi del club per i prossimi giorni, chiesi a Nonna se voleva restare a dormire da me, ma lei mi rispose che preferiva che stessi tranquillo con Asia e di non preoccuparmi: aveva già trovato alloggio in un piccolo motel in città. A suo dire, non voleva sconvolgere o alterare i miei ritmi in qualche modo stando da me, né mettere a disagio Asia con la presenza di una per lei semisconosciuta. Per me si era premunita troppo, ma siccome sapevo che quando si metteva in testa qualcosa era impossibile farle cambiare idea, decisi di non insistere.
Dopo che se ne fu andata anche lei, diedi la buonanotte ad Asia e mi diressi a letto dicendo che volevo recuperare un po' di sonno perduto, visto che la notte prima era stata piuttosto insonne. Oltre a questo, in realtà, avevo un altro motivo per ritirarmi prima del solito: la chiacchierata con Elsha che mi aveva accennato Ddraig.
Così, spogliatomi dei vestiti della giornata appena trascorsa e indossati i pantaloni del pigiama, mi sedetti in seiza sopra il materasso del letto, chiusi gli occhi e m'immersi nel mio mondo interiore con un profondo respiro.
Come al solito, mi ritrovai in uno spazio completamente bianco e vuoto, salvo la presenza di un certo numero di sedie dello stesso colore; numerose persone di entrambi i sessi, sia adolescenti che adulti, sedevano su di esse o stavano in piedi immobili, fissando il vuoto con sguardi vacui e malinconici. Il silenzio che vi regnava era come sempre innaturale.
“Ehilà! Buonasera a tutti, senpai!” urlai agitando una mano... E come sempre non ricevetti alcuna risposta o reazione da loro, a parte forse un paio di fugaci occhiate disinteressate, quasi stessero semplicemente appurando che ero io e non qualcun altro a parlargli. “Loquaci più che mai, vedo, eh? Meno male...”
 
“Beh, forse dovresti portare qualche dolcetto e bibita ogni tanto, quando vieni. È sempre più facile conversare mentre si gusta qualcosa...” mi rispose una gentile voce femminile. Nel contempo, sentii due ampie e morbide pressioni sulla schiena e qualcuno che mi annusava l'incavo del collo, mentre due braccia sottili ma forti mi stringevano in vita. “Hmm.. piacevole come sempre.. nessuno di noi aveva un odore che si accoppiava così bene con quello di un drago...”
 
“Anche per me è bello rivederti, Elsha” commentai con voce leggermente esasperata. “Devi proprio annusarmi ogni volta che ci troviamo? E poi sul serio è così buono? Ho capito che qualcuno che detiene il potere di un drago capace di sfidare gli dei ha il proprio odore praticamente imbottito di feromoni.. ma non dovrebbe non avere effetto su qualcuno che ha già posseduto a sua volta quel potere?”
 
“Te lo ripeto: non so perché, ma su di te quest'odore sembra stare meglio che a chiunque altro di noi. Potrebbe essere sempre per il fatto che, tra tutti noi possessori, tu sei quello con la maggiore affinità per i poteri di un drago, ma non ne sono così sicura. Forse c'è di più...”
 
“Sì, forse c'è di più o forse no. Quello che è... Adesso, mi diresti per favore se mi hai convocato per dirmi qualcosa di importante o solo per cambiare aria alle narici?”
 
La persona dietro di me ridacchiò prima di separarsi e spostarsi di fronte per permettermi di vederla e parlarle a quattrocchi: era una bellissima donna dai capelli biondi ondulati e gli occhi celesti, il cui corpo snello ma nel contempo tonico e formoso era avvolto in un lungo abito viola con una profonda scollatura sul davanti. Mi guardava con un sorriso ampio e gentile, ben diverso dalle espressioni impassibili e vuote degli altri presenti. “Siamo di cattivo umore, forse? Non essere già così pesante e brontolone, dopotutto non ci vediamo da tanto tempo...”
 
Sbuffai nel tentativo di rilassarmi, per poi abbracciarla e darle due baci sulle guance; dopotutto non aveva tutti i torti. “Better, my lady?” dissi con un piccolo ghigno.
 
“Molto meglio, sì!” ridacchiò Elsha. Dopodiché si mise seduta su una sedia comparsa accanto a lei e m'invitò a fare lo stesso su di una apparsa alle mie spalle. Quando obbedii, il suo tono e la sua espressione si fecero più seri: “Sono sinceramente contenta di rivederti, ma devo dire che sono anche irritata.”
 
Annuii in risposta. “Mentirei se dicessi che non me l'aspettavo. È per via di ieri notte, vero?”
 
Gli occhi della più forte tra le passate Sekiryutei femmine s'indurirono. “Ancora mi chiedo come quel giorno ti venne in mente di creare una simile mostruosità. Comprendo che volevi creare una figura che i tuoi nemici potessero temere e che potesse attirare lontano l'attenzione in modo da evitare ripercussioni sui tuoi cari... Ma perché hai dovuto usare quel potere oscuro per farlo?”
 
M'indurii a mia volta. “Domanda superflua. Lo sai benissimo anche tu perché.”
 
“Avresti potuto trovare comunque un altro modo...”
 
“Ne sei davvero convinta? Io avrei potuto?”
 
“Proprio perché sei tu ne sono più che convinta. E puoi ancora trovarla un'altra soluzione.”
 
“Ci sto provando, lo sai!”
 
“Ma non nel modo giusto! Non puoi liberarti dei tuoi demoni se non-”
 
Alzai una mano per fermarla. La conversazione aveva preso la solita piega che non amavo. “Elsha, ne abbiamo già parlato tante volte e sai bene che non cambierà niente a ribadirmelo ogni volta così. Forse una soluzione esiste, ma ora non ce l'ho e nemmeno voglio parlarne. Dunque, volevi parlarmi di qualcos'altro o solo rimproverarmi per essere diventato di nuovo il Death Dragon dopo tanto tempo?”
 
L'espressione di Elsha si fece accusatoria ed offesa. “Credi che le mie siano solo paranoie? Che puoi prendere la questione alla leggera?”
 
“Io non sto prendendo-”
 
“Sai quanto è stato difficile FARMI SENTIRE da te stavolta?! Mi sono spaventata come mai prima d'ora e tu pensi di poter LIQUIDARE la cosa in un paio di secondi?! Perché non ti sforzi per una volta di preoccuparti di più di TE STESSO?!”
 
Non fu il tono tra il rabbioso e il disperato con cui mi parlò a sorprendermi, né il suo scattare in piedi con tanta irruenza da rovesciare la sedia su cui sedeva, ma la vista dei suoi occhi che luccicavano. Dalla prima volta in cui l'avevo incontrata nelle profondità del Boosted Gear non l'avevo mai vista anche solo sull'orlo delle lacrime. Dovevo aver davvero esagerato stavolta...
Istintivamente, mi alzai, feci un passo avanti e le avvolsi le braccia intorno alla vita, stringendola in un tenero abbraccio. “Mi dispiace, non pensavo di allarmarti così tanto... No, mi correggo: non ho proprio pensato a una tua reazione così forte perché non mi aspettavo di faticare tanto per riprendermi. Avevo quasi dimenticato quanto fosse difficile controllare il potere dell'oscurità e così l'ho sottovalutato. Sono stato imprudente, hai ragione. Scusami, ti prego. Scusa.”
 
Elsha rimase ferma per qualche secondo prima di ricambiare l'abbraccio e la sentii affondare il viso nella mia spalla. “A volte, sai essere veramente il più grande degli idioti... Imbecille che non sei altro... Ti odio quando fai così...”
 
“Ne hai tutti i motivi. Lo so bene.”
 
“...ma ti voglio più bene che male. Sempre e in ogni caso.” Detto questo, si separò da me e mi rivolse un sorriso. “Sii più cauto d'ora in poi. Sai esserlo meglio di chiunque altro se lo vuoi.”
 
“Ci proverò, te lo prometto.”
 
Elsha annuì e si asciugò gli occhi, assumendo un istante dopo un'espressione seria. “Suppongo che il tuo prossimo obiettivo sia quella riunione di cui ti ha parlato il diavolo, giusto? Alla residenza di quell'Andras...”
 
Annuii, altrettanto serio. “Stando a ciò che ha detto, tutti i sostenitori di Zamiel rimasti e dei quali sia riconosciuta l'identità saranno lì presenti. Potrei non avere mai più un'occasione migliore per trovare le informazioni che mi servono su di lui. Dunque sì, vi parteciperò... O forse dovrei dire che m'intrometterò quando saprò che ci saranno tutti. Allora avrò le mie risposte. In un modo.. o nell'altro.”
 
“Ho capito. Dunque dovrai usarla di nuovo, giusto? Questo vuoi farmi capire?”
 
“Non intendevi forse riferirmi proprio il suo attuale stato, quando oggi hai detto a Ddraig di volermi parlare?”
 
“Perspicace come sempre.” Il tono di Elsha era curiosamente neutro, ma m'inquietava ben più di uno rabbioso o disperato.
 
“...La situazione è per caso più problematica del previsto?”
 
“Temo di sì. Il fatto che tu abbia faticato più del normale a respingere il potere dell’oscurità era già una prova, ma dopo un attento esame del Boosted Gear ho potuto confermare i miei sospetti.”
 
Questo potrebbe essere un problema… “Che cosa rischio? Quali sarebbero gli effetti collaterali?”
 
Elsha si fece pensierosa un attimo. “Per il momento, nessuno” disse dopo una lieve esitazione. “Tuttavia, se ti trasformerai ancora nel prossimo futuro, potresti rischiare davvero molto. L’accorciamento della tua vita sarebbe il primo problema e probabilmente nemmeno il peggiore.”
 
“C’è di peggio?”
 
“Assolutamente.”
 
“Fantastico a dir poco… Considerando che non dovrebbe servirmi per almeno due mesi, pensi che sarei al sicuro o quasi usandolo solo allora?”
 
“Non posso esserne sicura al 100%, ma credo di sì. Però non dovrai mantenere a lungo quella forma e finire ciò che devi fare il prima possibile. Non puoi permetterti di dilungarti come hai fatto quest’ultima volta, capito? Cerca di essere più rapido stavolta. Inoltre, sarà meglio che assumi quanta più medicina possibile nel frattempo e, se lo farai venire qui in città, chiedi aiuto anche al tuo compagno Tora. Con la medicina e la sua collaborazione, dovresti riuscire a riprendere una perfetta forma per il giorno prescelto e anche avere una buona capacità di recupero per quando la tua missione sarà finita e disattiverai quella forma.” La sua espressione s’indurì. “Certo, se non la usassi, sarebbe-”
 
“Altamente improbabile, lo sai. Dovrò usarla per forza.”
 
“La tua cocciutaggine, a volte, è veramente irritante. In ogni caso, è l’unico modo possibile. Non assumere mai più quella forma, non prima di quella data. Piuttosto cavatela in ogni altro modo anche solo immaginabile, ma evita di usarla in modo ripetuto o potrebbe avere delle conseguenze molto negative. Soprattutto sulla tua anima…”
 
Non era la migliore delle previsioni, ma mi sarei dovuto accontentare e seguire le sue istruzioni. “Va bene, ho capito. Allora farò in modo di agire così.” In quel momento, mi ricordai di un’altra cosa. “A proposito, che mi dici del potere originale? È ancora sigillato o ti sei avvicinata al trovare la chiave per liberarlo?” Mentre parlavo, alzai le mani e un cofanetto di lucido legno scuro con una serratura metallica sul davanti apparve tra di esse.
 
Elsha rivolse al cofanetto un’espressione malinconica, poi tornò a guardarmi scuotendo il capo. “Purtroppo no.”
 
Come temevo. “Capisco. Pazienza.” E lasciai andare il cofanetto, che svanì in un lieve bagliore di luce.
 
[Sarebbe meglio se tu prendessi più seriamente questa faccenda. Se lei non riesce a trovare la chiave, è fondamentalmente per colpa tua. Questo te lo ricordi, vero?]
 
“Certo che sì. Però dubito che stare qua a infuriarmi e imprecare ogni volta che mi dà una risposta negativa sia la soluzione per trovarla, no?”
 
[Quant’è difficile avere a che fare con te... In ogni caso, hai ragione. E per il bene di tutti, è inoltre il caso che raddoppiamo gli sforzi per trovarla.]
 
“Già. C’è altro che volevi dirmi, Elsha?”
 
Lei scosse il capo. “Ti ho detto tutto.”
 
“E Belzard? Come sta? È un po’ che non lo sento…”
 
“Sta bene per il momento. Anche lui è abbastanza scocciato dalle tue ultime azioni, ma considerando gli errori che ha fatto nella sua vita, ritiene sarebbe ipocrita da parte sua rimproverarti. Ti augura buona fortuna per tutto, comunque.”
 
“Ho capito. Allora, se non ti serve altro, io vado, Elsha. Mi sento leggermente stanco dopo oggi.”
 
Elsha annuì. “Ho solo un ultimo consiglio da darti: tieniti stretto non solo il tuo gruppo, ma ora anche Rias Gremory e il suo di gruppo.”
 
Okay, questo consiglio non me l’aspettavo... “E perché, scusa? Pensi davvero che saranno così importanti per me e i miei obiettivi?”
 
Lei sorrise, uno dei suoi sorrisi enigmatici eppure pieni di significato. “Fidati di me. Lo sono già, solo che devi ancora rendertene conto.”
 
“Hm…va bene. Non ne sono così convinto, ma mi fido di te e del tuo giudizio. A presto, Elsha.” E la strinsi in un altro caloroso abbraccio che lei ricambiò subito.
 
“A presto, Zayden. Abbi cura di te.”
 
Pochi secondi dopo, mi sentii come tirare indietro e, nel tempo di un battito di ciglia, mi ritrovai di nuovo sul mio letto, nel mondo reale. Sbadigliai sentendo la stanchezza farsi più forte e mi infilai sotto le coperte, scivolando presto in un sonno profondo.
 
*
 
La luce solare che entrava dalla finestra mi bruciò leggermente le palpebre, risvegliandomi. Fui tentato di girarmi dall’altra parte e continuare a dormire, ma il pensiero della lezione mattutina non me lo permise. Che palle…
Avevo dormito proprio bene stanotte, come non lo facevo da settimane, o forse anche mesi, e per questo non avevo nessuna voglia di alzarmi. Volevo restare lì, sotto le coperte, con quel morbido e liscio calore che mi avvolgeva come un abbraccio.. e quel cuscino così soffice che stringevo tra le mani.. e quel meraviglioso profumo che mi pervadeva le narici, come un grande campo fiorito in piena primavera…
…Wait, what?
Quelle sensazioni non erano normali e di certo non potevano derivare dal mio letto, visto che non le avevo mai percepite finora! Che diavolo era..?! Provai a muovere le mani e sentii le mie dita che affondavano in quell’insolito cuscino così morbido e… Aspetta, ma questa sensazione mi è familiare…
Un lieve mugolio accompagnò i miei movimenti e incrementò a dismisura quel sospetto che ormai mi formicolava nel cervello. Aprii lentamente le palpebre e mi ritrovai davanti agli occhi quello che sembrava un vero e proprio mare cremisi, colore che ultimamente mi era anche troppo familiare. Così, con un altro piccolo movimento, inarcai un po’ la schiena per riuscire a vedere sotto di me.
Come avevo temuto, quel mare cremisi altro non era che la chioma di Rias, acciambellata contro il mio petto con le braccia sui miei fianchi, le gambe intersecate con le mie in un groviglio scomposto…e i suoi enormi seni stretti tra le mie dita…
Ma quando si è infilata nel mio letto? E perché è nel mio letto? E perché mi sta così appiccicata neanche fossi un orsacchiotto di peluche? E perché le mie mani sono sui suoi seni? E perché è nuda?! E per-
 
[Per tutte le scaglie della mia coda, la vuoi piantare?! Non c’è niente di peggio che svegliarsi con un fiume incontrollato di domande che ti scorre nel cervello!]
 
Ma ti sembra una cosa da nulla tutto questo, Ddraig?! Ti sei almeno reso conto di quale sia la situazione in cui mi trovo?! Hai compreso almeno?!
 
[Che stai di nuovo dormendo con una bella diavola senza vestiti? Certo che l’ho compreso. E allora? Non è la prima volta che accade, no?]
 
TI SENTI almeno quanto PARLI?! Come se questa situazione fosse completamente NORMALE! Ti sei rimbambito, per caso?!
 
[Io sto benissimo, sei tu che sei troppo nervoso. E pensare che, per una volta, ti eri svegliato di ottimo umore… Beh, comunque, se hai tutte queste domande, perché non le chiedi a lei direttamente? Si sta svegliando, mi pare…]
 
Wait, what?!
 
Tornai a concentrarmi sul mondo reale in tempo per vedere Rias alzare la testa e schiudere lentamente le palpebre; le sue iridi blu-verdi riflessero le mie nel momento in cui mi mise a fuoco e la vidi sorridere dolcemente. Forse troppo, visto che sentii come un groppo alla gola nel guardarla.
“Buongiorno, Zayden” disse gentile. “Sono contenta che ti piacciano al punto da non riuscire a staccarti e che tu sia così delicato nel massaggiarle, ma non potresti lasciarle ora? Stanno diventando un po’ sensibili…”
 
Sorpreso, guardai in basso solo per rendermi conto che, in effetti, stavo ancora tenendo stretti i suoi seni tra le mie mani e, di tanto in tanto, queste davano qualche altra lieve palpata, quasi d’istinto... Sì, istinto maschile probabilmente! Ma porca..!
“S-scusami, io non…” rimossi rapidamente le mani, cercando nel contempo di ignorare la lieve delusione che mi pervase subito dopo. Che diamine, ormoni del cazzo! Fatela finita! “…non volevo.. è solo che ti ho trovata così, tra le mie braccia, e credo di aver agito d’istinto… Dopotutto sono un maschio, no? È comprensibile e- Aspetta un momento! Ma tu che ci fai qui, nel mio letto, scusa?! E nuda, per giunta!”
 
Rias mi guardò sbattendo una volta le palpebre, come se non capisse perché fossi così nervoso. “Non riesco a dormire bene con i vestiti addosso, per questo sono nuda.” Il suo sorriso si fece malizioso. “Cos’è, il grande Sekiryutei si sente sul serio a disagio coi corpi femminili nudi?”
 
[Uhh… Punto per la rossa, partner! Questa mattina si sta rivelando davvero divertente!]
 
Senti, sottospecie di loricato alato, vuoi tacere o no?! Giuro che ti trasformo il subconscio in una landa di ghiaccio per un mese, se non la pianti!
 
[Tu provaci, scimmietta con l’alopecia! Provaci e io ti invio immagini di yaoi durante il sonno per un mese!]
 
…Non ne avresti il fegato!
 
[Vuoi mettermi alla prova?]
 
Lucertola bastarda.
 
[Umano coglione.]
 
Stronzo d’un rettile.
 
[Demente d’un mammifero.]
 
“Ehi, che ti prende?”
 
“…Cosa?”
 
“Ti sei incantato di colpo a guardarmi e il tuo volto continua a fare delle smorfie strane… Stai bene?”
 
Solo allora mi resi conto che il mio litigio con Ddraig era avvenuto proprio sotto gli occhi di Rias e, anche se era solo nella mia testa, mi ricordai anche che pure i miei compagni mi avevano detto più volte che, quando sono molto nervoso, queste discussioni si ripercuotono sulle mie espressioni esteriori. Magnifico… “Ehm… Sì. Sì, sto bene. Scusami, ma stavo parlando, anzi discutendo con Ddraig. È particolarmente fastidioso di prima mattina.”
 
[Mai quanto te, primate spelacchiato.]
 
Adesso taci, squamato logorroico. Io e te faremo i conti più tardi, parola mia.
 
[O mammina. Tremo di paura.]
 
Vedrai come tremerai dopo. Ora MUTO!
 
Tornai a concentrarmi su Rias, la quale ora pareva perplessa. “Discutendo? E perché? È successo qualcosa tra voi?”
 
“Tra noi succede SEMPRE qualcosa, fidati. Non è dunque così sorprendente che ci diciamo continuamente dietro. Fa parte del nostro legame” risposi io cercando di rassicurarla.
 
“Ah. Ho capito.”
 
“Bene. Adesso potresti rispondere all’altra domanda, per favore?” mi misi a sedere sul letto e la guardai con sguardo serio. “Perché ti sei infilata nel mio letto?”
 
Stavolta Rias assunse un’espressione seria a sua volta e mi imitò, sedendosi. “Ecco, ti sembrerà un po’ strano detto così… Ma mi ero preoccupata per te.”
 
Ora ero davvero confuso. “Preoccupata? Per me? E perché?! Mi sembrava fosse andata bene ieri sera, o sbaglio? Non avevamo avuto alcun problema, album di famiglia e storie imbarazzanti escluse ovviamente…”
 
Lei ridacchiò. “Perché escluse quelle? Non mi sembravano così male, anzi a me sono piaciute molto e credo anche agli altri! Non dovresti vergognartene.”
 
“Dici questo perché non c’eri tu al mio posto. E se invece fossero stati i tuoi genitori a mostrarmi un album della vostra famiglia?”
 
Ghignai compiaciuto quando la vidi sbiancare. “Ehm… Forse è stato un pochino pesante, in effetti. Ti assicuro che non ti prenderò più in giro a riguardo” mi disse con voce quasi tremante.
 
“Oh? E tutta questa paura da dove viene? Che scheletri hai nell’armadio del tuo passato, Rias Gremory?” chiesi con voce maliziosa. “Quasi quasi chiedo ad Akeno se ne avete uno nella sala del club…”
 
Stavolta mi ghignò in faccia lei. “Beh, sprecheresti il tuo tempo in quel caso! Non tengo niente del genere nella mia sala, puoi contarci!”
 
La sua sicurezza era chiara: non cercava di salvare la faccia, diceva il vero. “Che peccato… Oh bé, in futuro chissà. Non si sa mai cosa può saltare fuori…”
 
“A volte, sei proprio uno stronzo, lo sai?”
 
“Grazie, lo prendo come un complimento!” L’istante dopo finimmo per ridere entrambi. Allora mi rifeci serio. “Ma non mi hai risposto ancora. Perché eri preoccupata? Cos’è successo?”
 
La vidi divenire esitante. “Io… Ecco… Preferirei non dirtelo, ti arrabbieresti. O almeno credo lo faresti.”
 
“Cosa? Che stai dicendo? Perché mai dovrei arrabbiarmi? Guarda che mi irrita molto di più non sapere la verità. Su, avanti ora. Parla. Se posso capire le tue motivazioni, allora non mi arrabbierò, te l’assicuro.”
 
“Appunto non so se le capiresti o accetteresti… Ma in effetti è giusto che tu sappia la verità.” La vidi prendere un bel respiro prima di continuare: “Hai presente quando stavamo andando via, vero? Beh, prima di uscire, mi è caduto lo sguardo su una delle foto che hai sul mobile vicino all’ingresso, una dove ci sei tu da bambino e tieni in mano la tua prima chitarra… Hai presente, no?”
 
Annuii in risposta sentendo un groppo al cuore a pensarci: quella era una delle mie foto preferite, il giorno in cui ricevetti il mio primo e preferito strumento musicale, e mi era stata scattata nel momento stesso in cui l’avevo imbracciato per la prima volta. Mamma aveva voluto farla perché diceva che, in quell’istante, avevo il sorriso più bello che avessi mai fatto fino ad allora… “Ebbene?”
 
“Ecco… Guardandola, mi sono resa conto di una cosa, qualcosa che avevo già notato, ma che non avevo mai realizzato appieno finora. Ed è…” I suoi occhi si abbassarono un attimo prima di rincrociare i miei. “…il tuo sorriso.”
 
Sbattei le palpebre, basito. “Il mio…sorriso?”
 
“Sì. Ho sempre pensato che tu abbia un bel sorriso, in particolare quando vuoi aiutare gli altri. L’ho visto davvero quando mi hai sconfitta nel nostro Game. Ma quello che avevi in quella foto.. è qualcosa di completamente diverso. Lì, in quel passato, il tuo sorriso è.. pieno di innocenza.”
 
M’irrigidii di colpo. Innocenza. Una parola piena di significati.. ma che per me ormai non significava più niente, o meglio non aveva più niente in comune con me. L’avevo persa da tanto tempo… Ma ricordavo ancora che era quella a permettermi di sorridere veramente, di fare quei sorrisi che i miei genitori amavano tanto…
Ora era chiaro perché era rimasta tanto sconvolta nel vedere quella foto: ormai io non ero più capace di sorridere con innocenza e mettere a confronto il me di allora con quello di adesso l’aveva chiaramente turbata. “Vuoi forse dire che..?”
 
Mi afferrò per le spalle fermandomi dal continuare. “No, aspetta! Ti assicuro che non è come pensi! Non era pietà quella che ho provato per te in quel momento! Ma non posso negare che ero triste a pensare a quale orrore devi aver vissuto per cambiare così. Allora, dopo essere uscita, mi sono teletrasportata qui perché volevo parlarti un attimo, ma ti eri già addormentato. Non eri tranquillo, avevi un’espressione turbata e contratta, quasi come se fossi stato in preda ad un incubo. A vederti così non ce l’ho fatta a resistere, quindi mi sono distesa accanto a te e ho provato ad abbracciarti per calmarti e, dopo un po’, ti sei finalmente rilassato. Però mi avevi abbracciata a tua volta nel mentre e allora non ho avuto scelta se non dormire qui. Non avrei mai potuto svegliarti dopo che avevi faticato tanto per avere un sonno sereno e volevo permetterti di riposare in pace, per questo sono rimasta.” Lasciò scivolare le mani giù dalle mie spalle e abbassò lo sguardo, che ora pareva lievemente colpevole. “Mi dispiace aver fatto tutto questo senza il tuo permesso, ma ti assicuro che non era per secondi fini o pietà. Volevo solo che dormissi sereno per stanotte.”
 
La sua spiegazione mi lasciò senza parole. Davvero aveva fatto tutto questo solo perché mi aveva visto col sonno agitato? Non avevo esattamente avuto incubi, ma la discussione con Elsha mi aveva tormentato per tutta la notte, o meglio quasi tutta… Ecco perché da un certo momento in poi mi sono sentito meglio e avevo come la sensazione che qualcuno mi stesse abbracciando… E l’ha fatto perché si è preoccupata per me?
Dovevo ammetterlo: più conoscevo quella diavola, più mi sembrava inusuale. Vero che i Gremory erano una famiglia particolarmente gentile e generosa coi suoi parenti e sudditi… Ma addirittura con un semi-estraneo come me? Vero che ormai avevamo stretto un legame e che consideravo lei e i suoi servi quasi come degli amici, ma non riuscivo a credere che si fosse davvero preoccupata tanto per me solo per avermi visto dormire male. Ero più confuso che mai, ma di certo non arrabbiato. Come avrei potuto esserlo? “Rias… Io…”
 
L’improvviso bussare alla porta mi interruppe di colpo. “Zayden-san? Sei sveglio? È ora di colazione!”
 
Asia! Accidenti! Non ho più controllato l’ora! “Ehm… S-sì! Sono sveglio! Vai pure avanti e-e ti raggiungo!”
 
“Zayden-san, va tutto bene? Sembri molto agitato!”
 
“Cosa? Ma no, figurati! Sto benissimo, non preoccuparti!” Sarà meglio che non mi veda con Rias, in queste condizioni per giunta! Giusto, Rias! Come le spiego che cosa ci fa qui e com’è arrivata?
 
“Non preoccuparti, Asia, sta bene sul serio. Puoi darci qualche minuto che ci prepariamo?” intervenne in quel momento Rias, un’espressione totalmente rilassata e sorniona in volto. Maledizione, rossa! Che ti salta in mente ora?!
 
Dall’altra parte della porta calò un silenzio talmente assoluto che mi agitai. Come diamine aveva reagito Asia nel sentire la voce di Rias? La mia domanda trovò presto risposta quando la porta si aprì di scatto circa una decina di secondi dopo. Asia stava in piedi sulla soglia e ci fissava con aria più scocciata e nervosa che sconvolta o sorpresa; tremava addirittura da capo a piedi e la mia preoccupazione non poté che aumentare. “Ehm… Asia?”
 
Per tutta risposta lei entrò quasi correndo in camera, afferrandosi nel contempo la maglietta e sfilandosela. “Mi spoglierò anch’io! Non voglio essere lasciata indietro!”
 
What the fuck?! BUT WHY?!
Era chiaro: non avevo più diritto a mattine tranquille!
 
*
 
“…e visto che lui si è rifiutato di farmi dormire sul divano e che anch’io non volevo che ci dormisse lui per causa mia, abbiamo deciso di condividere il suo letto. Ed ero nuda perché non riesco a dormire bene coi vestiti addosso. Ecco tutto” concluse la sua spiegazione Rias rivolgendo ad Asia un sorriso gentile. “Non è successo nulla di preoccupante, insomma. Puoi stare tranquilla, Asia.”
 
La mia sorellina adottiva sembrò calmarsi quasi del tutto; notai che era ancora un pochino turbata, ma almeno non gridava più assurdità come quella di prima. ‘Non voglio essere lasciata indietro!’? Ma che significava? Boh.
Tornai a concentrarmi sulla colazione che stavo preparando. Era meglio sbrigarsi per non fare tardi a lezione. Vero che la scuola non mi entusiasmava più granché, ma ci tenevo che la mia media e la mia condotta rimanessero stabili, perciò non mi piaceva arrivare in ritardo. Osservai con un sorriso le uova cuocersi fino a che l’albume non divenne solido e il bacon scottarsi al punto giusto da essere croccante senza però risultare bruciacchiato, li feci saltare sulla padella un’ultima volta e infine li versai in tre piatti, due uova e una fetta di bacon per ciascuno. Soddisfatto, ne posai due davanti alle ragazze e l’ultimo lo tenni per me. “Ecco qua. Oggi colazione all’occidentale! Spero vi piaccia” dissi sedendomi davanti a loro.
 
“Grazie, Zayden” mi rispose Rias sorridendo gentile.
 
“Grazie infinite, Zayden-san!” esclamò Asia raggiante.
 
Entrambe batterono poi le mani pronunciando: “Itadakimasu!” prima di iniziare a mangiare. Osservai il volto di Asia allargarsi nella solita espressione estasiata, mentre quello di Rias assunse un buffo incrocio tra il sorpreso e il gioioso.
 
“Oh, è buono davvero!” mi disse la rossa. “Blake-san non mentiva quando hai detto che sei bravo ai fornelli. Da quando vivo qui, mangio raramente cibo occidentale, ma devo ammettere che questo che hai preparato mi piace molto!”
 
“Hai visto, Buchou-san? Te l’avevo detto che Zayden-san era bravissimo a cucinare!” aggiunse Asia con un gran sorriso, assaporando la propria colazione.
 
Sorrisi gentilmente ad entrambe. “Grazie mille. Sono contento che apprezziate!”.
Eheh! Chi ha detto che i liceali maschi non sanno cucinare? Venga da me a dirmelo quel coglione, che gli schiaffo in faccia le loro espressioni prima e gli tiro un calcio in culo poi!, pensai sentendo un certo orgoglio montare dentro di me. Ero sempre contento e fiero quando la mia cucina era apprezzata: mi dimostrava che non ero bravo solo a suonare, combattere e uccidere. Chissà, magari un giorno, se saremo in pace e io sarò ancora vivo e avrò portato a termine i miei obiettivi, potrei aprire un ristorante o una tavola calda… Meglio una tavola calda: si possono servire più tipi di clienti e tutti alla pari! Shokugeki No Soma docet!
 
[Pensavo che volessi diventare una rockstar in quel caso…]
 
Oh, tu ora mi parli di nuovo? Cos’è, ti stai già sentendo di nuovo solo?
 
Ddraig emise un cupo ringhio. [Santo cielo, come ti odio quando fai così…]
 
Hm! Io odio te quando rompi le balle come prima, quindi… Ci zittimmo entrambi per circa una decina di secondi, poi decisi di sputare l’osso. Comunque non mi dispiacerebbe fare entrambi i lavori. Sarebbe bello poter unire le mie diverse passioni e riuscire a perseguirle entrambe…
 
[…Spero davvero che tu ci riesca, partner.]
 
Sinceramente lo spero anch’io. Grazie, compagno.
Ingoiai un boccone di uovo con bacon prima di parlare stavolta nel mondo reale: “Dunque, cosa ci aspetta oggi? Che attività abbiamo in programma? Ieri non ci hai più detto niente, alla fine.”
 
“Hai ragione, perdonatemi” rispose Rias bevendo un sorso della spremuta che avevo messo in tavola prima del cibo. “Oggi e nei prossimi giorni dovremo allenarci tutti quanti molto duramente perché tra circa una settimana ci aspetta una difficile sfida.”
 
La sua serietà sorprese sia me che Asia. “Oh? E sarebbe?” domandai.
 
La rossa mi sorrise in modo strano. “Il Torneo della Palla della Kuoh Academy!”
 
…Il che cosa?!
 
“E tu avrai un ruolo fondamentale in tutto questo: sarai l’allenatore!”
 
…Io sarò chi?!
 
*
 
BANG!
 
La mazza d’acciaio colpì la palla con tanta forza da creare una sorta di tuono.
Vedendola roteare in aria a velocità folle, misi tutta la mia forza nelle gambe e balzai in alto per afferrarla col guantone che avevo infilato sulla mano sinistra. L’impatto con il mio palmo rivestito fu abbastanza forte da creare una piccola onda d’urto che mi fece drizzare i capelli della frangia per un attimo; stretta bene la palla, mi girai ancora a mezz’aria per riatterrare in piedi con un leggero tonfo.
“Niente male, Koneko. Davvero niente male! Hai indubbiamente un futuro come battitrice!” dissi sorridendo alla giovane Torre, la quale stringeva tra le mani la suddetta mazza con cui aveva battuto la palla dopo che gliel’avevo tirata contro. Lei mi rispose con un cenno affermativo, ma non avevo affatto finito: “Tuttavia, la potenza è stata troppa. Per me o per voi diavoli andrebbe più che bene, ma per degli umani sarebbe eccessiva. Anche riuscissero in qualche modo a prenderla, il malcapitato si ritroverebbe un braccio rotto, o peggio, strappato. A occhio e croce, direi che, se riducessi la forza che hai appena usato a un terzo, essa basterebbe per essere imprendibile alla maggior parte degli umani, senza dare l’idea di essere per forza qualcosa di innaturale. Esercitati a tirare con tale livello di forza.”
 
“…Ricevuto.”
 
“Proprio quello che mi aspettavo.” Mi voltai in direzione della nuova voce per vedere Rias avvicinarsi al mio fianco. “Immaginavo che, vista la tua precedente scuola e vita in Occidente, tu fossi un esperto in sport come il baseball e sono felice di vedere che non mi sbagliavo! Con un allenatore come te, sarà più facile vincere!”
 
Scossi la testa, vagamente divertito. “Lusingato di essere visto come uno sportivo tanto abile, ma ricordati che sto usando tutte conoscenze che ho imparato semplicemente da ciò che ho visto o letto. Non credo di poter essere considerato all’altezza dei veri allenatori…”
 
Rias mi sorrise. “Sei troppo modesto. Fidati, ci stai facendo un grosso favore e aiuto. Grazie a te, la vittoria al Torneo della Palla è assicurata!”
 
Il Torneo della Palla, come mi aveva spiegato quella mattina Rias, era uno dei più grandi eventi della Kuoh Academy. Complessivamente, in questo evento, c’erano tornei per tutti gli sport che prevedevano l'uso di una palla, quali calcio, tennis, basket e baseball. Queste gare avvenivano tra le varie classi e, ovviamente, anche tra i club. Tutti erano tenuti a partecipare, anche quei club che non erano sportivi, dunque anche il nostro Club di Ricerca dell’Occulto avrebbe dovuto prendervi parte. L'attività sportiva a cui i club avrebbero dovuto partecipare veniva annunciata giorno per giorno e, quando i numeri dei membri dei club che dovevano affrontarsi differivano, allora, per correttezza, si impostava un numero massimo di giocatori per non agevolare i club con più membri. Secondo l'annuncio del Consiglio studentesco, alcuni sport richiedevano più giocatori, quindi avremmo dovuto fare in modo di avere qualche riserva. Infine, vista la grande quantità di sport previsti, Rias aveva deciso che avremmo dovuto allenarci a praticarli tutti per capire dove potevamo avere più possibilità di successo. E avendo deciso di iniziare col baseball, nel pomeriggio, a lezioni finite, ci eravamo trovati tutti insieme per fare pratica e lei aveva deciso di affidare a me le direttive dell’allenamento poiché il baseball, come anche la maggior parte degli altri sport con la palla, era praticato soprattutto in Occidente, di conseguenza io me ne intendevo di certo più di loro.
L’entusiasmo che loro tutti dimostravano per quell’evento mi divertiva, ma era meglio assicurarsi che non si montassero la testa. “Stiamo andando bene, è vero, ma ricordati che è sempre bene non abbassare mai la guardia. Anche il più debole dei giocatori può ribaltare la partita se gli si presenta la giusta occasione ed è abbastanza sveglio da coglierla. Perciò sarà meglio impegnarsi ancora di più.”
 
Rias mi guardò con sguardo deciso prima di annuire. “La mia intenzione è proprio quella. Non importa chi dovremo affrontare, noi ci impegneremo sempre e comunque. Ora, direi che le battute possono bastare. Koneko, tu sarai il nostro quarto battitore. Sei d’accordo, Zayden?” Al mio cenno affermativo, tornò a rivolgersi a tutti: “Adesso faremo pratica nel prendere la palla. Mettetevi i guantoni e posizionatevi su tutto il campo!”
 
Non avevo mai visto Rias così di buon umore. Dovevano piacerle proprio tanto queste iniziative scolastiche. Mi accostai ad Akeno per sussurrarle: “Ma è il Torneo della Palla a piacerle tanto o è sempre così entusiasta quando ci sono simili eventi?”
 
La Regina del gruppo Gremory ridacchiò divertita. “Sempre stata così, fin da piccola. Adora qualunque tipo di evento scolastico e di competizione sportiva, quasi come se fossero delle prove per il suo futuro nei Rating Game. Inoltre, sembra sempre divertirsi tanto nel parteciparvi.”
 
“Vedo. Cavoli se vedo. Chi l’avrebbe mai detto.”
 
Intanto Rias dava disposizioni una dopo l’altra. “Come ha fatto notare Zayden, noi diavoli abbiamo capacità fisiche superiori a quelle degli esseri umani, dunque questi allenamenti non ci servono solo per imparare a giocare al meglio, ma anche a saperci controllare appieno, altrimenti rischieremmo di far male agli altri giocatori. La teoria l’abbiamo già studiata, ora è tempo di impegnarsi nella pratica!” E fece per lanciare la palla verso Akeno. “Forza, cominciamo!”
 
Accidenti se è fomentata a bestia! Emana più energia di una pila elettrica!
 
“Ora tu, Asia! Prendila!”
 
“Aaau-aaau-aaaauuu! Ahia!”
 
In una dimostrazione di abilità sportiva praticamente sotto zero, Asia mancò la palla tiratale da Rias e questa, chissà come, finì tra le sue gambe e la fece inciampare, mandandola a rovinare col sedere per terra. Come avevo già avuto modo di notare a educazione fisica, Asia non era proprio tagliata per gli sport: la sua scarsa esperienza con i vari tipi di attività fisica e la sua timidezza la rendevano terribilmente goffa e spesso finiva per inciampare persino dove il terreno era piatto e privo di ostacoli. Povera la mia sorellina, sarà dura per lei questa competizione…
 
“Asia, se non riesci a prendere la palla al volo, devi andare a recuperarla!”
 
“S-sì!”
 
Un’altra cosa che avevo notato essere cambiata in Rias era il suo atteggiamento verso le partite: vero che anche prima le prendeva molto sul serio, ma adesso se ne preoccupava ancora di più, elaborando allenamenti più numerosi e duri e cercando di individuare e correggere ogni falla nelle abilità e capacità del gruppo. A quanto pareva, la sconfitta contro di me l’aveva motivata a non subirne un’altra e, per questo, ora s’impegnava più che mai per evitare di perdere di nuovo. Con me era stata fortunata in fin dei conti, ma sapeva che, se avesse perso contro qualcuno più crudele o perfido, le conseguenze sarebbero potute essere irreparabili e tragiche sia per lei che per il suo intero gruppo. Non potei non sorridere: quella ragazza doveva ancora crescere molto, indubbio, ma imparava in fretta e sapeva trarre esperienza molto bene da ogni evento che viveva. Aveva tutte le carte in regola per essere un’ottima leader e combattente in futuro.
 
“Il prossimo sei tu, Yuuto! Prendila, forza!”
 
Seguii la palla scagliata dalla rossa attraversare l’aria diretta verso Kiba, aspettandomi di vedere un tipo rapido come lui prenderla al volo con estrema facilità… Per questo, rimasi allibito per un attimo quando invece la palla colpì in testa il suo supposto ricevitore, il quale se ne stava imbambolato sul posto a guardare il vuoto come un pupazzo. Persino dopo la botta ricevuta, Kiba sembrò non essersi nemmeno accorto di nulla.
 
“Yuuto! Anche tu devi riuscire a prenderla al volo!”
 
Solo allora il Cavaliere si riscosse dal suo torpore e si guardò intorno con aria perplessa prima di parlare: “…Ah, mi dispiace, Buchou. Non stavo prestando attenzione.” Si chinò a raccogliere la palla e la ritirò a Rias.
 
Quest’ultima sospirò e gli si avvicinò. “Yuuto, che cosa c’è che non va? Hai un’aria piuttosto strana e a malapena ci dai retta. Per caso non ti piace il baseball?”
 
“No, non è questo. Ma… Mi dispiace. Scusatemi un momento, ho bisogno di un sorso d’acqua.” E si allontanò verso gli zaini dove tenevamo bibite e tutto l’occorrente per gli allenamenti.
 
Rias non sembrava affatto convinta, ma non insistette e ci disse invece di prenderci una pausa di cinque minuti; dopodiché si mise in disparte a leggere un manuale sul baseball. “Ehi, Zayden, poi vorrei il tuo parere su un punto qui descritto” mi disse.
 
Le diedi il pollice in su per poi rivolgere la mia attenzione a Kiba. Non sapevo perché, ma il suo attuale umore mi preoccupava: sembrava particolarmente turbato da qualcosa ed era chiaramente nervoso, ma non capivo quale fosse la causa. Gli era forse successo qualcosa di brutto ultimamente? Non mi ricordavo di averlo mai visto così fino a…
Di colpo mi tornò in mente che era dal ritrovo a casa mia della sera prima, che Kiba aveva cambiato atteggiamento e, per la precisione, da dopo aver visto la mia foto al tempio della dea Amaterasu a Kyoto. Quella dove tenevo in braccio l’arma che aveva riconosciuto essere una Spada Sacra. È vero: ora che ci penso, nel momento in cui ha visto quella spada, si è incupito subito ed è diventato quasi freddo. Non l’avevo mai visto così… Possibile che c’entri qualcosa la Spada Sacra? Certo, le Spade Sacre sono le peggiori nemiche per un diavolo o qualsiasi altra creatura che usa il potere dell’oscurità, ma non sembrava l’odio o la paura che qualcuno può provare per un qualunque oggetto pericoloso. Sembrava qualcosa di più radicato e forte, molto più forte… Mi grattai il mento pensieroso, cercando di mettere a fuoco l’espressione che avevo visto Kiba assumere la sera prima. Chissà perché mi era incredibilmente familiare e questo non mi piaceva.
 
I miei pensieri vennero interrotti dall’urlo di Rias: “Ok, riprendiamo! Forza!”
 
Santo cielo, quanto entusiasmo! Sentirla così e vedere il suo spirito competitivo mi fecero sorgere un paragone spontaneo: “Come vuoi, Agente Carolina…”
 
Lei mi guardò confusa. “Agente cosa?!”
 
“Non hai mai sentito parlare della serie ‘Red Vs Blue’?”
 
“Ehm… No?”
 
Ahiahiahi! Non ci siamo proprio, no! Occorre rimediare! “Stasera, dopo cena, vieni da me.”
 
Rias assunse un’espressione allibita. “Da te? Mi stai invitando a casa tua solo noi due?!”
 
“Aha. Esatto. Suppongo che un’amante del Giappone come te conosca e ami gli anime, giusto?” Lei annuì. “Beh, sappi che l’Oriente non è l’unico con serie animate di notevole calibro e ritengo sia tempo che te ne mostri un esempio. Vedrai: ti si aprirà un nuovo mondo!”
 
“D-devo prenderlo come u-un... a-appuntamento?”
 
Osservando la sua espressione incredula e udendo il suo balbettio non potei non ghignare. Sapevo che avrebbe reagito così: piccolo payback per l’entrata in club, ahahah! In ogni caso, l’idea in sé della maratona RVB insieme mi allettava parecchio. Non avrei mai previsto uno sviluppo così… Ma qualcosa mi dice che sarà molto interessante…
 
*
 
Una settimana dopo…
 
 
Camminavo attraverso uno dei corridoi della scuola, diretto verso l’aula di Asia per farle compagnia durante il pranzo, osservando i volti dei vari studenti che mi passavano accanto o sorpassavo. Ormai mancavano meno di 48 ore all’inizio del Torneo della Palla e tutti sembravano iniziare ad essere un pochino nervosi, anzi alcuni sembravano parecchio nervosi… Doveva essere un evento davvero apprezzato e ben considerato per essere preso tanto seriamente dall’intero istituto.
Arrivato alla porta della classe, lasciai uscire alcuni studenti per poi sbirciare dentro in cerca della mia sorellina adottiva. La individuai che parlava con un’altra ragazza della sua età che portava lunghi capelli castani avvolti in due trecce che le cadevano sulle spalle e un paio di occhiali da vista sugli occhi. La riconobbi subito e non potei non sbuffare scocciato: Aika Kiryu, studentessa del secondo anno nonché pervertita di prim'ordine. Era colpa sua se ultimamente Asia sembrava comportarsi in maniera più spinta del solito, ci avrei scommesso!

 

Bussai alla porta per attirare la loro attenzione. Era meglio tenere quelle due separate il più possibile! “Asia! È ora di pranzo, vieni!”
 
Kiryu mi rivolse uno sguardo enigmatico, prima di mutarlo in uno malizioso. “Asia, sembra che il tuo fidanzato Paladino ti stia chiamando.”
 
“F-fidanzato?!” fu la balbettante risposta della mia sorellina adottiva.
 
Appunto, lo sapevo! “Ehi, Kiryu! Smettila di metterla in imbarazzo con queste sciocchezze! E basta con quel nomignolo, sai che non lo sopporto!”
 
“Eh? Sciocchezze? Vuoi dire che mi sbaglio? Ma voi due state sempre insieme, così ho pensato che foste fidanzati.”
 
“Q-questo è… AUU…”
 
Era meglio salvare quella poverina prima che il rosso sul suo volto diventasse viola scuro e perdesse i sensi. “Primo, tu ti fai troppi voli pindarici. Secondo, il mio modo di rapportarmi con altre persone non è affar tuo.”
 
“Hmmm. È così dunque? Però voi due sembrate una coppietta. Siete sempre insieme e andate molto d'accordo, proprio come se foste fidanzati. So anche che voi due vivete nella stessa casa, giusto? Un ragazzo e una ragazza che vivono sotto lo stesso tetto… Che vorrà mai significare?” Kiryu s’interruppe per fare una risatina perversa che non mi piacque affatto. “A proposito, io sono quella che le ha suggerito di farvi il bagno insieme! Allora? Vi è piaciuto?”
 
“Che cosa?! Quindi sei tu la colpevole! Avrei dovuto immaginarlo che solo tu potevi darle un consiglio simile in un modo tanto contorto!”
 
“Oh? E cosa ci sarebbe di così contorto?”
 
“Beh, tanto per cominciare, quella cazzata che in Giappone si fa il bagno insieme ad una persona importante per te è appunto una mera cazzata, di certo non una normalità come l’hai presentato a lei! E poi guarda che io non ho di certo accolto Asia in casa mia per approfittarmi di lei! Non aveva un posto dove stare e io ho fatto solo ciò che qualunque vero amico avrebbe fatto! Infine ricorda che lei è la mia importante sorellina acquisita! Mi sembra più che normale passare molto tempo con lei!”
 
“Tu dici questo, eh? Che strano. Eppure Asia mi ha-”
 
Venne interrotta bruscamente quando le mani di Asia le coprirono la bocca. “Aaaah! Ti prego, non dire altro, Kiryu-san!”
 
Ok, ora basta! Le pagliacciate finiscono qui! “Forza, Asia, andiamo! Dobbiamo sbrigarci a pranzare perché poi Rias ci vuole nella sala del Club, ricordi?”
 
“Eh? Oh sì! Giusto!” rispose lei lasciando andare Kiryu e trotterellando verso di me. “Ci vediamo, Kiryu-san!”
 
“A presto, Asia! E mi raccomando: fate i bravi voi due!”
 
“Oh, ma falla finita una buona volta!” sbottai quasi trascinando Asia fuori dalla classe. Certo, i due pervertiti della scuola saranno anche stati quei due pirla di Matsuda e Motohama, ma pure Kiryu non scherzava, anzi! Avevo la netta impressione che la peggiore tra loro fosse proprio lei. Tsk!
Scacciai quei pensieri e, trovato un posto tranquillo, ci mettemmo a pranzare; nel contempo, non potei non chiedermi di cosa ci avrebbe parlato stavolta Rias.
 
*
 
“Oh. Questa poi…”
Dovevo ammetterlo: di tutte le sorprese che mi ero immaginato, questa non l’avevo proprio prevista.
Insieme a noi, nella sala del Club di Ricerca dell’Occulto, c’erano altre tre persone estranee ad esso ma che mi erano familiari. Un giovane ragazzo, probabilmente del secondo anno, con corti capelli biondi, occhi grigi e un fisico tonico e magro, una bellissima ragazza con corti capelli scuri, penetranti e severi occhi viola dietro un paio di occhiali da vista e un fisico snello e atletico e un’altra bellissima ragazza con capelli neri lunghi fino alle ginocchia, occhi eterocromatici nei quali il destro era marrone chiaro e il sinistro viola ed entrambi erano anch’essi nascosti dietro un paio di occhiali da vista e un fisico slanciato e formoso. Quando fissai queste ultime, di colpo mi ricordai chi erano: membri del Consiglio Studentesco! E la ragazza occhialuta coi capelli corti, in particolare, era la Preside di suddetto Consiglio in persona, Sona Shitori!

 

“Che sorpresa, non mi aspettavo tale visita. È un piacere rivederti, Sona-Kaichou” dissi rivolgendomi a quest’ultima. Non era certo la prima volta che la vedevo: da quando Rias mi aveva ‘costretto’ ad unirmi al suo club, diversi lavoretti che avevo dovuto fare per lei mi avevano messo a diretto contatto con i membri del Consiglio, Preside -o Kaichou come la chiamano loro- compresa. In particolare, quando avevo contribuito per la ristrutturazione del piano inferiore dell’istituto e della nuova palestra, ero stato alle sue direttive e a quelle della sua seconda, Tsubaki Shinra -che ora riconoscevo nella ragazza coi capelli lunghi e l’eterocromia-, per poter svolgere quel compito al meglio. Non avevo mai avuto dialoghi particolarmente lunghi o importanti con lei finora, ma ero riuscito lo stesso a capire piuttosto bene il suo profilo: severa e seria nei suoi compiti di Kaichou al punto da sembrare quasi una stakanovista, Sona Shitori era la terza studentessa più popolare della scuola dopo Rias e Akeno, mentre Tsubaki Shinra era la quarta, ma tra le femmine Sona era forse persino più ammirata delle prime due proprio per questa sua personalità laboriosa e responsabile. Personalmente, anche se era una ragazza di poche parole, non mi dispiaceva affatto come tipa: ammiravo il modo in cui prendeva seriamente il suo compito e s’impegnava in ogni suo dovere, poiché era chiaro che le importava molto e desiderava fare del suo meglio per la Kuoh Academy e gli studenti.
 
“Il piacere è tutto mio, Ward-san” mi rispose lei con tono serio ma gentile. “Non sono mai riuscita a ringraziarti abbastanza per la mano che ci hai dato con le ristrutturazioni dell’istituto. Sei stato davvero prezioso, sappilo.”
 
“Ah, non dirlo nemmeno. Era il mio compito ed era dunque mio dovere assolverlo al meglio delle mie possibilità. Comunque, come mai siete qui? Non credo sia solo per ringraziarmi, giusto?”
 
Sona sembrò sorprendersi. “Oh? Dunque non gli hai ancora detto di noi, Rias?”
 
“Mi dispiace, non ne ho più avuto modo.”
 
“Dirmi cosa?”
 
Stavolta fu Akeno a rispondermi: “Vedi, Zayden-kun, il vero nome della Preside del Consiglio Studentesco è Sona Sitri. È una diavola nobile e la prossima erede della casata Sitri.”
 
Cosa, sul serio?! Pure loro?! In quel momento, mi concentrai meglio su Sona e gli altri due membri del Consiglio presente e percepii subito in loro un’aura oscura fin troppo simile a quella di Rias e degli altri. Ora mi spiego perché sentivo di continuo un’aura demoniaca avvolgere praticamente tutta la scuola. Non poteva infatti essere solo il gruppo Gremory a produrre così tanta energia… E mi ci è voluto così tanto per accorgermene? Tsk! O i miei sensi non sono ancora al 100% o ho dato troppo per scontato che gli unici esseri sovrumani qui dentro fossimo io e i membri del Club… In entrambi i casi, vergognati, Zayden Ward! Devi fare più attenzione a coloro che ti circondano!
In ogni caso, i Sitri, eh? Mi ricordavo di loro: una casata nobile dei diavoli appartenente come i Gremory ai 72 Pilastri degli Inferi, le più importanti di tutte. Dunque questa scuola ospitava le ereditiere di due delle famiglie di diavoli più potenti insieme ai loro servi? Cazzo, la concentrazione di poteri qui presente mette a disagio. Ci credo che arrivano sempre guai…
Mi ricomposi in fretta. “Urca, questa sì che è una sorpresa. Di solito non mi sfuggono certi ‘dettagli’, dovrò prestare più attenzione ad ogni singolo angolo di questo posto. Dunque suppongo siate venuti qui per fare le corrette presentazioni, giusto? In tal caso, di nuovo piacere, Sona Sitri. Sono Zayden Ward, attuale Sekiryutei, studente del vostro istituto e membro del Club di Ricerca dell’Occulto.”
 
Sona ricambiò il mio inchino. “Il piacere è tutto mio, Zayden Ward. Sono Sona Sitri, discendente della casata Sitri e Preside del Consiglio Studentesco della Kuoh Academy. E loro sono la mia Regina Tsubaki Shinra e l’ultimo servo unitosi alla mia famiglia, il mio Pedone Genshiro Saji.”
 
“Sono Tsubaki Shinra, del terzo anno, Regina di Sona-Kaichou e Vicepreside del Consiglio Studentesco. Molto piacere” disse la ragazza inchinandosi elegantemente.

 
 
“Sono Genshiro Saji, del secondo anno, Pedone di Sona-Kaichou e membro del Consiglio Studentesco. Per favore, prendetevi cura di me!” si presentò il giovane rivolgendoci a sua volta un cortese inchino.

 
 
Rias fece un passo avanti. “Lieti di conoscerti, Saji-kun. Lei invece è la mia nuova serva carina, Asia Argento. Il mio ultimo Alfiere.”
 
“S-sono Asia Argento! Per favore, abbiate cura di me!” esclamò Asia, nervosa come suo solito. Certo che era proprio una cucciola in questi casi!
 
In quel momento, mentre ci presentavamo, ebbi un pensiero: “Dunque sono ben due le famiglie nobili di diavoli che governano la Kuoh Academy?”
 
“In un certo senso, sì” mi rispose Akeno. “I Gremory controllano questa scuola soprattutto la notte, ma durante il dì, siccome è sotto la direzione del Consiglio, sono invece i Sitri a controllarla. Si dividono in questo modo il suo governo.”
 
“Capisco. Interessante oltre che sorprendente: non sento spesso famiglie nobili che accettano di-” M’interruppi di colpo. Era già da un po’ che mi sembrava di sentire uno strano odore nella sala, ma ora che avevo aumentato la concentrazione sui miei sensi dopo le rivelazioni di Sona, lo sentivo più chiaramente e proveniva da…
I miei occhi si concentrarono su Saji. “Tu!”
 
Lui mi osservò nervoso quando vide l’intensità del mio sguardo. “I-io cosa?!”
 
Senza dargli tempo di rispondere o reagire, azzerai la distanza tra noi e gli presi la testa inclinandola in avanti e annusandolo meglio. Non c’erano dubbi, quest’odore era… Per avere ulteriori conferme, gli rialzai la testa e, ignorando le sue proteste, gli esaminai prima gli occhi e poi l’interno della bocca e i denti, per poi seguire la direzione in cui quell’odore era più forte; così mi fermai sulla sua mano destra e lì la traccia era più intensa che mai. Vuoi vedere che…
 
“E-ehi! Che diamine stai f-facendo?! K-Kaichou, aiuto!” sentii Saji praticamente strillare. Seriamente, gli bastava così poco per andare nel pallone?!
 
“Non fare tanto la checca e stai fermo! Adesso un piccolo stimolo…” Presi la sua mano destra nella mia e feci comparire il Boosted Gear per poi trasferire una piccola quantità di energia nella mano del ragazzo. Un istante dopo, un curioso oggetto a forma di testa di rettile comparve in un bagliore viola sul dorso della sua mano, legato ad essa come una specie di bracciale o guanto. “…e bingo! Proprio come pensavo! Così anche tu hai una Sacred Gear di tipo drago, eh?”
 
Saji mi guardò sconvolto. “M-ma come facevi a..?”
 
Io gli lasciai la mano e mi picchiettai il naso. “I miei sensi sono molto più acuti del normale e conosco molto bene l’odore dei draghi, visto che ne possiedo uno dentro la mia anima. Da quando sei qui, ho sentito quell’odore e, quando mi sono accorto che proveniva da te, ho immaginato che potessi avere una Sacred Gear simile alla mia. Così ho cercato il punto del tuo corpo in cui l’odore era più forte e ho poi immesso in quel punto una piccola quantità di energia draconica per far uscire allo scoperto la sua fonte. Poteri simili si richiamano a vicenda, lo sapevi?”
 
“Oh… C-capisco…”
 
“E per giunta, l’odore di drago di quella Sacred Gear è decisamente intenso. Devi essere in possesso di uno spirito potente, o sbaglio?”
 
“Eh-hem.” Quel colpo di tosse richiamò la nostra attenzione su Sona. “Per quanto ammetta di essere sorpresa nel vederti scoprire le sue capacità così presto, non credi che sia decisamente poco educato annusare in quel modo gli altri come un cane da tartufo?”
 
La guardai inarcando un sopracciglio. “Sempre inflessibile, vedo. Normalmente ti direi di non darmi ordini o farmi prediche perché non sei né il mio capo né mia madre, ma ammetto che stavolta sono in torto io. Quindi, scusami, Saji. Suppongo che l’entusiasmo di aver incontrato un altro possessore del potere dei draghi mi abbia fatto agire senza pensare.”
 
“N-non c’è problema, non preoccuparti” rispose lui prima di fissarmi con uno sguardo tra il curioso e il timoroso. “Dunque sei tu il famigerato Sekiryutei che ha sconfitto Raiser Phoenix per salvare Rias Gremory dal suo matrimonio?”
 
“In carne e ossa, mio giovane compagno. Mentre invece quella tua Sacred Gear contiene..?”
 
“La mia Sacred Gear è l’Absorption Line e ha-”
 
[Oh, capisco. Dunque è Vritra.]
 
L’improvviso intervento di Ddraig ci ammutolì. Io osservai Saji con occhi nuovi. “Vritra? Il Re Drago? Avevo sentito che la sua anima era stata sigillata in quattro diverse Sacred Gear… Quindi quella è una di esse?”
 
“Eh? Oh… Sì… Sì, esattamente.” La mia conoscenza sembrò lasciare Saji un po’ deluso. Voleva così tanto potermi dire lui quelle cose?
 
“Sei molto informato” fece Sona rivolgendo poi un’occhiata a Rias. “Non mi avevi mai detto che sapeva così tante cose.”
 
La rossa si limitò ad alzare le spalle. “In realtà, lo sto scoprendo anch’io. Ogni giorno di più.”
 
Rivolsi ad entrambe un ghigno. “Come credete sia arrivato dove sono oggi? Non cerco solo la forza, ma anche la conoscenza. Il sapere è la chiave per il futuro dal mio punto di vista.”
 
“Oh?” Sona mi rivolse un sorrisetto che mi stupì: raramente l’avevo vista sorridere. “Sei un tipo sempre più interessante, Ward-san.”
 
Le risposi con il gesto della vittoria usando la mano avvolta nel Boosted Gear. In quel momento decisi di presentare anche il mio compagno: “Ah, quasi dimenticavo: lui invece è Ddraig, il Drago Celeste qui sigillato nonché mio compagno. Ddraig, dì ciao, da bravo.”
 
[Non parlarmi così! Non sono il tuo cagnolino!] sbottò lui suscitandomi una risatina. [Che tipo… Comunque, molto piacere, Sona Sitri. E anche a te, possessore di Vritra. A proposito, per caso sei già entrato in contatto con lui?]
 
La domanda fece rabbuiare Saji. “In realtà, no. Non ancora. Ogni tanto ci provo, ma finora non ho ricevuto risposta.” È una impressione o di colpo il suo atteggiamento verso di me si è fatto più freddo di colpo?
 
[Non sono molto sorpreso: a differenza di me, l’anima di Vritra fu appunto divisa in quattro parti sigillate in quattro diverse Sacred Gear, dunque quella che hai lì dentro è solo una parte della sua anima. È ben più difficile da contattare e ascoltare della mia. Tuttavia, non scoraggiarti: se perseveri e continui a diventare più forte, un giorno ce la farai di sicuro a risvegliarlo.]
 
Stavolta il giovane parve ringalluzzirsi. “Davvero?! Se me lo dice un Drago Celeste, il Sekiryutei per giunta, non posso non crederci! M’impegnerò a fondo, parola mia!”
 
Il suo entusiasmo mi divertì. Intravedo un certo potenziale in questo ragazzo. Un giorno chissà…
 
“Conoscere il Sekiryutei e ricevere anche un consiglio da quest’ultimo per il mio servo. Mi sento piuttosto fortunata oggi.” Sona mi fece un inchino. “Un piacere davvero, Ddraig-san.”
 
[Uhuhuh… Essere lodato dall’erede di uno dei più potenti clan dei diavoli. Di certo è una cosa che non mi è successa spesso. Non è così male.] La voce di Ddraig conteneva una certa soddisfazione. Tipico dei draghi essere vanitosi… Tsk!
 
Sona sorrise di nuovo, poi i suoi occhi tornarono a incrociare i miei e ritornò molto seria. “Comunque sono venuta qui anche per un altro motivo. Non voglio entrare in conflitto con te, Ward-san, e Rias mi ha assicurato che non sei una minaccia, ma poiché, al momento, ai miei occhi rimani un’incognita visto che non fai parte di alcuno dei nostri gruppi, devo avvertirti: chiunque metta a repentaglio la vita tranquilla di questo istituto sarà automaticamente dichiarato mio nemico. Io amo questa scuola e, grazie al lavoro del Consiglio, la sua vita è serena e corretta come dovrebbe essere per ogni altra. Per questo, non perdonerò mai chi minaccerà di turbare questa pace, chiunque egli sia, Rias compresa. Te compreso. Mi capisci?”
 
La guardai con sguardo penetrante. “Mi stai forse minacciando, Sona Sitri? Tu credi davvero di poter minacciare me?” Per rafforzare le mie parole, iniziai ad espandere la mia aura e a rilasciare il mio istinto omicida.
Tutti s’irrigidirono istintivamente, Tsubaki e Saji si misero davanti a Sona per proteggerla, ma la prima era visibilmente nervosa e il secondo tremava terrorizzato; anche la loro padrona, per quanto si sforzasse di mantenere un’aria impassibile, notai che si stava agitando non poco. Rivoletti di sudore iniziavano a rigarle la fronte. Eppure non perse mai il contatto visivo con me.
Rias provò a farsi avanti per fermarmi, ma la zittii con un gesto secco della mano, sempre tenendo lo sguardo puntato in quello di Sona. Qualche secondo dopo, decisi che era abbastanza e repressi aura e istinto omicida sorridendole. “Hai avuto paura, ma sei stata comunque in grado di fronteggiarmi per il bene della tua scuola. Sono piacevolmente colpito, Sona Sitri, per questo ti do la mia parola: non ho alcuna intenzione dannosa verso la tua casa e nemmeno intendo turbarla. Finché starò qui, sarò semplicemente lo studente Zayden Ward, quello che vi ha aiutato con le ristrutturazioni. Puoi contarci.”
 
Sona parve rilassarsi e annuì soddisfatta. “Questo mi conforta. Grazie, Ward-san, e scusa se ti ho provocato, ma avevo bisogno di capirti meglio.” Si alzò in piedi e fece cenno a Tsubaki e Saji, ancora scossi, di seguirla. “Ora dobbiamo andare. Rias, ci rincontreremo quando il Torneo della Palla avrà inizio.” Un sorriso si allargò sul suo volto. “Non vedo l’ora.”
 
Rias le sorrise a sua volta. “Anch’io, Sona. Preparati perché intendo vincere io!”
 
“Lo vedremo. Per ora, a presto.” E uscì dalla sala seguita dal suo Pedone.
 
Io spostai la mia attenzione sulla rossa. “Hai lanciato il guanto di sfida, eh, Agente Carolina?”
 
La sua risposta fu un sorrisetto malizioso. “Puoi ben dirlo, Epsilon.”
 
Ma guarda, ha imparato bene! “Preferisco Church, prego.”
 
“Ma di che state parlando?” ci chiese Akeno e, voltandomi, notai che anche gli altri ci guardavano con le stesse facce interrogative.
 
Feci il segno del silenzio portandomi l’indice alle labbra. “Informazione riservata.”
 
*
 
Il giorno dopo…
 
 
BANG! BANG!
 
Gli spari indicarono l’inizio del Torneo della Palla. In un istante, i vari club iniziarono ad accumularsi nella palestra o nel campo all’esterno dell’istituto per le varie sfide, mentre gli altoparlanti facevano nuovi annunci praticamente ogni secondo. Accidenti se era un evento preso seriamente!
Da quello che mi avevano detto, la nostra prima gara sarebbe stata proprio un incontro di baseball. Mentre mi preparavo, vidi Asia fare stretching con Akeno, Koneko seduta a leggere un manuale di regole e Kiba che…guardava il cielo? Quel ragazzo sembrava con la testa tra le nuvole pure oggi. Iniziava a preoccuparmi… Prima che potessi chiamarlo, però, venimmo raggiunti da Rias, la quale sorrideva particolarmente eccitata.
 
“Uhuhuh abbiamo già la vittoria in pugno nello sport finale!” esclamò trionfante.
 
“A quale sport ti riferisci?”
 
“Dodgeball!”
 
“Ah…” Un ghigno mi si formò in faccia. “Interessante davvero…”
 
*
 
Interessante fu pure quello che mi ritrovai a vedere dopo la partita di baseball: un super duello a tennis tra Rias e Sona in persona! Soprattutto perché entrambe non si stavano chiaramente trattenendo nemmeno un po’, anzi! Ogni volta che una delle loro racchette colpiva la palla, un tuono risuonava per il campo da gioco e la palla veniva letteralmente sparata nella zona avversaria a velocità assurda! Eppure gli studenti che assistevano erano così entusiasti che ci prestavano a malapena attenzione! Avevano addirittura formato due masse umane ai due lati del campo, una per ciascuna duellante, e incitavano con cori degni della curva ultras di uno stadio di calcio! Saji, dalla parte di Sona, portava persino un’enorme bandiera su cui c’era scritto: ‘Consiglio Studentesco’. Roba da matti… O forse no, considerando che stavano combattendo con delle magliette corte ultra-aderenti e delle minigonne più svolazzanti degli striscioni pubblicitari portati dagli aerei… Non è così sorprendente che i maschi siano attratti come api sul miele da questa sfida, ma pure le femmine non scherzano. Che sia per quel continuo confronto tra fazioni studentesche opposte su chi è la ragazza migliore dell’istituto? Santo cielo, sono tutti partiti qui!
Osservando inoltre l’atteggiamento delle due diavole mi fu chiara un’altra cosa: per quanto fossero amiche, tra quelle due c’era anche un’accesa rivalità. Rivalità che ora era scoppiata senza più alcun freno. Ci avevo visto giusto ieri, alla fine della fiera. È proprio come Carolina quella rossa…
 
“Prendi questo! Shitori-style spin-ball!” Con quell’urlo, Sona colpì la palla con forza inaudita e questa si avvolse in un’aura azzurra per poi dirigersi verso Rias.
 
“Sei troppo ingenua! Prendi questo, Gremory stile counter!” Rias cercò di respingere la palla con la sua racchetta, ma questa cambiò direzione di colpo e toccò il suolo.
 
“15-30!”
 
Quel tiro ad effetto era fin troppo buono per essere naturale… Aspetta, stanno seriamente usando la magia ora?! Ragazze, siamo in pieno pubblico tra umani, cazzo! E tu, Sona, meno male che non volevi dare nell’occhio!
 
“Stai giocando proprio bene, Sona. Non potevo aspettarmi di meno dalla mia rivale.” Nonostante il punto subito, Rias era più carica che mai.
 
Sona ridacchiò in risposta. “Rias, non ti sei dimenticata della promessa che, se perdi, devi pagare l'udon con tutti i condimenti a Kobashiya, vero?”
 
“Certo che non l'ho dimenticato. Sarà la mia vergogna se tu riuscirai a gustarti quell'udon prima di me. Ecco perché vincerò sicuramente! Lo sapevi che ho 108 stili di palle magiche?”
 
“Accetto la tua sfida. Respingerò tutte le tue palle che entreranno nella mia zona.”
 
Fatemi capire. Stanno facendo tanto casino per una scommessa su chi dovrà pagare il cibo all’altra?! Addirittura usando la magia davanti agli umani in modo tanto esplicito?! Bella maturità…
 
[Non fare tanto il polemico, partner. È anche giusto svagarsi un po’ e prendere di tanto in tanto le cose alla leggera. E poi non vedi che tutti sono così presi da non accorgersene nemmeno? Sono sicuro che non lo farebbero se ci fosse un rischio serio di farsi scoprire.]
 
Oh? Hai molta fiducia in loro, Ddraig.
 
[Sono solo convinto che siano molto più coscienziose di quanto non sembrino. Dopotutto, se finora sono riuscite a mantenere l’equilibrio della scuola senza mai farsi scoprire, ci sarà un motivo, no?]
 
Hmm… Suppongo tu abbia ragione.
 
[Su, allora adesso non preoccuparti troppo e goditi lo spettacolo. So che in fondo anche a te sta piacendo molto…] E concluse con una gorgogliante risatina.
 
Avrei voluto replicare, ma in effetti aveva ragione lui stavolta. Bella vista dei loro splendidi corpi a parte, mi piaceva lo spirito competitivo che ci stavano mettendo. Sarebbe stata una bella partita da vedere ed ero proprio curioso di vedere chi avrebbe vinto alla fine…
Le mie aspettative non vennero deluse quando, dopo un incontro perfettamente bilanciato durato quasi mezz’ora, le racchette di Rias e Sona andarono in pezzi per la troppa forza e la magia usata e la sfida si concluse così in un pareggio. Un risultato prevedibile considerando che, a differenza di loro, quelle racchette erano oggetti normali… Però non potevo fare a meno di chiedermi come sarebbe andata a finire in uno scontro vero tra quelle due. Magari in un Rating Game… Sarebbe stato molto interessante da vedere…
Dopo quella partita emozionante, iniziò la seconda e ultima parte del Torneo della Palla, con la grande sfida finale tra club…
 
*
 
“Ruoto a sinistra! Ruoto a destra! Avanzo, balzo eeeeee… CANESTRO!”
Con quell’ultimo grido, schiacciai la palla da basket che avevo in mano dritta nel canestro avversario. Rimasi appeso un attimo ad esso per poi lasciarmi andare e tornare a terra proprio nel momento in cui una sirena segnò la fine della partita; diedi un’occhiata al tabellone: 80 a 0 per il mio club! Yay!
 
“Uao! Fantastico, Zayden-Kun! Sei fortissimo!”
 
“Vai, Paladino! Sei bellissimo! Il migliore!”
 
“Ti amiamo, Paladino!”
 
Tutti quei cori in mio onore, per la maggior parte provenienti dai membri del sesso opposto del pubblico, mi misero un po’ a disagio, più per quel maledetto nomignolo e per il fervore che ci stavano mettendo che per i cori in sé. Dopotutto anche al Lincoln ero stato più volte acclamato allo stesso modo durante le partite di pallacanestro, perciò ci ero abituato… Anche se non lo ero ancora del tutto agli sguardi delle ragazze, che parevano sul punto di stuprarmi sul posto… Donne…
In ogni caso, ero stato ben contento di sapere che la penultima sfida sportiva sarebbe stata proprio sulla pallacanestro, uno dei miei sport preferiti, e di conseguenza mi ero lasciato talmente trasportare che mi ero trattenuto ben poco, anzi per niente, visto che circa tre quarti di quei punti li avevo segnati solo io. Ma che ci potevo fare? Mi divertivo troppo a basket! Osservando però le facce abbattute dei nostri avversari mi dissi che forse avevo esagerato un pochino…
 
[Un pochino?! Partner, sembrava il primo tempo della partita Monstars - Tune Squad in Space Jam. Ci mancava solo che sul tabellone dei punti comparisse la frase “Kinda one-sided isn’t it?” al posto del punteggio. E meno male che eri stato tu il primo a dire che bisognava trattenersi perché avreste affrontato avversari umani.]
 
Ehi, Ddraig, sbaglio o oggi sei più polemico del solito? Non volevo esagerare così, ma sai che la pallacanestro mi rende un tantino.. euforico.
 
[Giusto un tantino… Vabbè, ormai quello che è fatto è fatto. Cerca almeno di controllarti per l’ultimo sport, o finirai per fare davvero molto male a un sacco di persone… E il dodgeball è già di suo un’attività rischiosa.]
 
Va bene, compagno. Messaggio ricevuto.
 
“Uao, ci sei andato davvero pesante!” Quella voce provocatoria mi fece capire che Rias mi si era avvicinata e mi voltai per incontrare il suo sguardo. “Credevo che volessi che ci andassimo piano con gli altri studenti…”
 
“Non mettertici anche tu, rossa. Mi sono già beccato la stessa ramanzina da Ddraig appena due secondi fa. E comunque non voglio sentirlo da quella che si è messa a usare la magia nel proprio incontro davanti a praticamente tutta la scuola.”
 
“Vero… Ma almeno io giocavo contro una mia pari, non dei semplici umani. Inoltre, non sono stata io la prima ad usare la magia in quell’incontro, no?”
 
Aprii la bocca per replicare, salvo poi accorgermi che aveva ragione lei. Sospirai. “Touché, rossa. Vedo che migliori a vista d’occhio negli scontri verbali, sei quasi un’avversaria alla mia altezza.”
 
Rias inarcò un sopracciglio. “Quasi? Posso affrontarti alla pari o superarti quando voglio!”
 
“Allora neghi di aver comunque usato la magia davanti agli umani?” Stavolta fu lei ad aprire la bocca senza però riuscire a dire nulla in replica. Ghignai. “Appunto. Quando riuscirai a battermi su tutta la linea, saremo alla pari. Ricordatelo!”
 
“Sei veramente stronzo a volte… Beh, lasciamo stare. Andiamo, la sfida finale ci attende e voglio una vittoria schiacciante anche lì!”
 
Feci scherzosamente il saluto militare. “Agli ordini, boss!”
Pochi minuti dopo, il nostro ‘campo di battaglia’ si era trasformato da uno di basket a uno di dodgeball e mi ritrovai a scattare da una parte all’altra della nostra metà di campo per evitare le palle che mi venivano scagliate addosso. Per la precisione, tutti i nostri primi avversari, facenti parte del club di baseball, mi stavano bersagliando con una violenza inaudita, visto che ai loro occhi ero l’unico che potevano attaccare.
Rias era una delle ‘Due Grandi Oneesama’ e l'idolo della scuola, dunque non potevano colpirla.
Akeno era l’altra delle ‘Due Grandi Oneesama’ ed era anche lei un’altra degli idoli della scuola, quindi non potevano colpire nemmeno lei.
Asia era conosciuta come 'l’Angelo' del secondo anno, bella, gentile e innocente, perciò non potevano colpirla.
Koneko era la ragazza lolita e anche la mascotte della scuola; si sarebbero sicuramente sentiti in colpa se l’avessero colpita.
Kiba era il nemico di ogni studente di sesso maschile della scuola per il suo successo con le ragazze, ma visto che queste avrebbero odiato a morte chiunque avesse osato sfiorarlo, i ragazzi non osavano nemmeno provare ad attaccarlo.
E infine c’ero io. Zayden Ward, il nuovo studente trasferito dall’Occidente, ammirato dalla scuola, femmine in particolare, per le sue prodezze fisiche e il suo carattere forte e deciso; agli occhi dei maschi, l’unico modo in cui potevano sembrare migliori di me era appunto sconfiggermi in una sfida.
Morale: tutti mi attaccavano per battermi lasciando completamente intoccati gli altri membri! E questa sarebbe la giustizia?! Tsk! L’unica nota positiva di quell’aggressione in massa era che così quei cretini si rendevano vulnerabili agli attacchi dei miei compagni, i quali, infatti, stavano facendo strage degli avversari, mentre io mi limitavo a muovermi con piccoli scatti per evitare le palle col minimo sforzo. Alla fine della fiera, non valeva neanche la pena reagire, dato che dopotutto era come se si stessero eliminando da soli, quindi il mio entusiasmo per la partita era stato smorzato istantaneamente… Che noia.
 
Fu solo quando i giocatori nemici rimasero in due che uno di questi decise di cambiare bersaglio e scagliò la palla contro Kiba urlando: “Merda! Non mi interessa se le ragazze mi odieranno! Muori, maledetto belloccio!”
 
Accidenti, quel tipo doveva odiare davvero Kiba per attaccarlo così… Tuttavia, quando rivolsi lo sguardo verso il mio compagno di squadra aspettandomi di vederlo schivare la palla con estrema facilità, notai che invece non si era nemmeno accorto della palla che andava verso di lui. Se ne stava lì, a fissare il vuoto come un pirla! Ma che cazzo gli piglia?! D’istinto scattai in avanti e mi misi davanti a lui per afferrare al volo la palla in arrivo. “Bel tentativo” dissi mentre ruotavo su me stesso e spedivo la palla contro l’ultimo avversario, prendendolo in pieno al ventre e inchiodandolo al suolo per la forza che ci avevo messo. A quel punto mi voltai verso Kiba e solo allora lui sembrò accorgersi di me.
 
“Zayden-senpai? Che succede?” mi chiese, apparentemente confuso.
 
“Che succede un paio di cefali! Si può sapere che hai?! Sei continuamente con la testa tra le nuvole, non presti minimamente attenzione a ciò che ti circonda e a malapena mantieni il contatto con la realtà! Allora, vuoi dirmi qual è il problema?”
 
La sua espressione si rabbuiò. “Non ti riguarda. Ora abbiamo finito, giusto? In tal caso, lasciami riposare un attimo prima della prossima partita.” E se ne andò verso la panchina senza troppi complimenti.
 
Ma che tipo! E io mi preoccupo pure per lui! Bah!
Decisi di lasciar perdere e mi avvicinai a Rias, la quale mi chiese se c’era qualcosa che non andava; lo strano comportamento di Kiba non era sfuggito neanche a lei ovviamente. “Non saprei proprio” risposi io. “Ho provato a chiedergli, ma si rifiuta di parlare. È come se-”
Un’inquietante sensazione alla bocca dello stomaco mi fermò di colpo, mentre percepivo qualcosa nelle vicinanze. Aspetta, ma questa è.. un’aura demoniaca?!
 
Davanti a me, Rias era diventata altrettanto seria. Probabilmente l’aveva sentita anche lei. “Allora la percepisci anche tu, eh? Viene da qui fuori e si avvicina rapidamente… E sembra non avere buone intenzioni.”
 
“Hai proprio ragione. E temo anche che non ci permetterà di spostare l’imminente discussione altrove…” replicai mentre Akeno, Koneko, Asia e Kiba si accostavano frettolosamente al nostro fianco. Almeno quest’ultimo aveva ancora un contatto con la realtà sufficiente a sentire i veri pericoli in arrivo. “Riuscite a mettere a nanna tutti i presenti prima che arrivi? È meglio che rifargli la memoria.”
 
“Sì, io e Akeno insieme possiamo farcela, ma siamo comunque in un luogo pieno di persone. Se combatteremo qui, saranno in pericolo.”
 
“Non preoccuparti, Rias.” Le rivolsi il pollice alzato sorridendo. “Ho promesso che non avrei mai permesso che la pace scolastica venisse turbata da esterni, tantomeno quella di umani innocenti. Sistemerò io il nostro imbucato. Voi procedete con l’incanto soporifero e occupatevi poi di tenere i ragazzi al sicuro. Presto!”
 
“Vi aiuteremo anche noi.” Ci voltammo per vedere Sona e il resto del Consiglio Studentesco avvicinarsi. “Come vi dissi stamattina, nessuno minaccia la pace nel mio istituto. Forza, Rias, procediamo.”
 
La rossa annuì. “Va bene. Akeno, aiutami con l’incantesimo. Asia, tu resta dietro di noi. Koneko, Yuuto, occupatevi di dare supporto a Zayden. Tutto chiaro?”
 
Rispondemmo tutti affermativamente e, a quel punto, Rias, Akeno, Sona e alcuni membri del Consiglio, senza essere notate, crearono dei piccoli cerchi magici che si allargarono istantaneamente in tutte le direzioni; non appena questi svanirono, tutti i presenti umani crollarono a terra con borbottii o mugolii vari, addormentati come ghiri in pieno letargo.
Fecero giusto in tempo: un istante dopo che tutti erano finiti nel mondo dei sogni, il terreno al centro della palestra si spaccò verso l’esterno e ne emerse una creatura orripilante, simile al Diavolo Randagio che avevo eliminato qualche tempo fa ma ancora più brutta se possibile! La metà inferiore del suo corpo era quella di un ragno con spesse zampe nere e pelose, mentre quella superiore assomigliava più a un grillotalpa con il primo paio di zampe modificato per resemblare delle vanghe dai bordi seghettati; infine la testa ricordava vagamente quella di una donna con lunghi capelli neri, ma era orribilmente deforme e con una bocca esageratamente ampia e piena di denti aguzzi. Un altro Diavolo Randagio, non c’è dubbio! Ma che cazzo ci fa qui? E soprattutto com’è entrato?!
La bestia si guardò un attimo intorno, come a decidere quale preda aggredire per prima, così ne approfittai per attirarne l’attenzione: “Ehi, schifosa e grottesca amalgama di artropodi! Vuoi sgranocchiare qualcosa? Prova con me allora!”
Il mostro mi fissò ringhiando furioso. Era chiaro che l’insulto non gli era piaciuto… -O non le era piaciuto? Non sapevo mai che sesso dare a simili obbrobri…- E difatti si scagliò su di me a gran velocità. Perfetto! Vieni che ti schiaccio come i moscerini sul parabrezza!, pensai preparandomi a contrattaccare. Tuttavia, per mia somma sorpresa, cambiò direzione proprio all’ultimo istante, dirigendosi invece verso alcuni studenti accasciati ai margini del campo da gioco. Merda, no!
 
Fortunatamente Koneko si frappose tra il mostro e gli studenti, tenendo i piccoli pugni alzati in guardia. “Non penso proprio” disse intercettando l’artigliata del nemico con un gancio tanto forte da sbalzare indietro il suo intero arto e sbilanciarlo. “Yuuto-senpai! Colpiscilo ora!”
 
In quell’istante, però, mi accorsi che Kiba non l’aveva affatto seguita come ordinatogli da Rias, anzi, era ancora fermo impalato a guardare chissà cosa come una fottuta statua! Digrignai i denti per la sua inutilità. Prima la partita e ora questo! E che cazzo! “Ehi, principe dei miei stivali draconici! Datti una maledetta svegliata!” gli urlai dietro con tutta la forza prima di voltarmi verso il Diavolo Randagio e scagliarmi su di lui al posto di Kiba. Purtroppo l’avversario aveva avuto sufficiente tempo per riprendersi e, non appena mi vide avvicinarmi, spiccò un balzo verso l’alto aggrappandosi al soffitto a testa in giù con le zampe da aracnide. C’è qualcosa che non va. È palese che mi sta evitando, come se sapesse che io sono il pericolo maggiore, ma come può essere?! I Diavoli Randagi, a quanto ne so, sono solo bestie brutali, incapaci di elaborare strategie o capire la forza del nemico! Quella cosa non è un Randagio comune! Maledizione! Con una simile anomalia, non posso essere imprudente e devo pure muovermi con cautela per non ferire nessuno qui dentro!
In quel momento, il mostro puntò il suo addome verso di noi e, dall’estremità posteriore, sparò uno strano liquido grigiastro ad alta velocità. Io lo evitai con uno spostamento laterale, ma Koneko non fu altrettanto fortunata: essendo meno rapida di me o di un Cavaliere, venne colpita a un braccio e si accasciò a terra per il dolore.
“Koneko!” esclamai inginocchiandomi accanto a lei. La manica e parte del busto della sua uniforme si erano liquefatti e sul suo braccio era comparsa una brutta ferita simile ad un’ustione. Anche i punti colpiti sul terreno si erano sciolti. Quel liquido dev’essere una specie di acido! Alzai lo sguardo in tempo per vedere altri getti di quello schifo piombarci addosso. Io avrei potuto spostarmi, ma Koneko sarebbe stata presa in pieno. In tal caso…
Scattai in piedi e mossi il braccio in modo da intercettare l’acido e farlo disperdere intorno a noi. Come avevo immaginato, il mio arto non riportò alcun danno e l’acido sembrò scivolarci addosso come melassa. Anche se rapido, non era un diavolo molto potente, quindi una sostanza corrosiva di quel livello non poteva certo ledere la mia corazza epidermica di aura.
In quel momento, affianco al mostro, apparve Kiba che gli tagliò via alcune zampe facendolo cadere verso il suolo. Oh! Finalmente si è svegliato quell’imbecille! Colsi l’occasione al volo e balzai in alto incontrando il Randagio a mezz’aria; questi se ne avvide e provò a colpirmi con le zampe anteriori, ma le intercettai e afferrai entrambe per poi puntare i piedi sul suo petto. “Scusa, ma mi prendo queste!” esclamai prima di spingere con tutta la mia forza e strappargliele dal corpo. La belva si dimenò e urlò di dolore precipitando verso terra, tuttavia non intendevo darle tregua: estesi le mie ali di drago e, con un potente battito, raggiunsi di nuovo il Randagio e lo afferrai per il collo con una mano, mentre con l’altra lo colpii ripetutamente al volto. Continuai finché la sua faccia non divenne una maschera di sangue con la mandibola rotta e penzolante, a quel punto feci roteare il mostro in aria e lo scagliai verso terra per poi farmi cadere sopra di lui, sfruttando la gravità per schiantare entrambi i miei piedi al centro della sua schiena e farlo sprofondare di quasi un metro nel terreno.
Mi allontanai non appena ebbi constatato che il Randagio era ormai inerme e agonizzante per i colpi subiti e la forte perdita di sangue. “Rias” dissi guardandola. “Vuoi avere tu l’onore?”
 
“Mi piacerebbe molto, visto quello che ha fatto alla mia adorata serva” rispose la rossa lanciando un’occhiata sprezzante al mostro rantolante. Poi spostò il suo sguardo su Sona. “Però forse c’è anche qualcun’altra che vorrebbe farlo…”
 
Sona fissò un’ultima volta il Randagio prima di scuotere la testa. “Sarebbe per me un vero piacere punirlo per aver portato scompiglio nella mia scuola e per aver minacciato i miei studenti… Tuttavia questa scuola è anche tua, Rias, dunque anche tu hai diritto di punirla come me. Inoltre, come hai giustamente detto, ha fatto male a una membra della tua famiglia e quindi stavolta è tuo diritto finire questa feccia. D’altra parte, riconosco anche che il tuo Potere della Distruzione è migliore del mio per non lasciare tracce di questi disgustosi ribelli.”
 
Rias ghignò. “Grazie davvero, Sona. Sarà un vero piacere.” Si voltò verso il nemico sconfitto e il suo volto divenne di pietra. “Tu, feccia insubordinata scappata dal tuo padrone e in corsa per soddisfare i tuoi desideri. I tuoi imperdonabili peccati riceveranno una punizione adeguata. Nel nome della casata dei Gremory, ti eliminerò!” Le sue mani risplendettero di un’incredibile quantità di Potere della Distruzione e, con un unico gesto, lo scagliarono contro il Diavolo Randagio, che ne venne disintegrato in pochissimi istanti senza lasciare nessuna traccia di sé.
 
“E con questo la spazzatura è stata buttata” dissi pulendomi le mani. Tuttavia, anche se avevamo vinto, la situazione m’inquietava non poco. Quel Randagio era riuscito a penetrare nella scuola protetta da ben due famiglie nobili di diavoli appartenenti ai 72 Pilastri e aveva pure dimostrato un certo livello di intelligenza e astuzia, totalmente fuori luogo su creature della sua specie. La spiegazione era una sola: qualcuno l’aveva aiutato a entrare e l’aveva pure potenziato o reso in qualche modo più scaltro. Qualcuno che chiaramente non ci era amico…
Ma chi potrebbe mai essere? E perché? Proprio un bell’interrogativo. Dovremo meditarci sopra appena possibile.
Mi avvicinai a Koneko, la quale stava venendo curata da Asia grazie al Twilight Healing di quest’ultima. “Ehi, Koneko, stai bene?”
 
Lei annuì. “Sì, sto bene. Per fortuna non è una ferita grave. E questo soprattutto grazie a te, senpai, che mi hai protetta. Grazie davvero.”
 
Le sorrisi prima di accarezzarle la testa. Di nuovo ebbi l’impressione che facesse le fusa. “Beh, dopotutto è il dovere di ogni senpai proteggere i propri kouhai, no?”
 
“Anch’io ti devo dire grazie.” Stavolta era stata Sona a parlarmi. Intorno a noi, intanto, i membri del Consiglio Studentesco stavano riparando con la magia i danni causati durante lo scontro. “Ci hai aiutato a proteggere l’istituto e gli studenti. Te ne sono davvero grata, Ward-san.” E concluse con un inchino cortese. Sia quel gesto che il suo tono mi fecero sentire stranamente bene. Non era poi così male stare intorno a quei diavoli in fin dei conti… Di sicuro non ci si annoiava mai!
 
Prima che potessi replicare, però, un forte rumore di schiaffo risuonò per la palestra e, voltandomi, vidi che era stata Rias a darne uno a Kiba. “Ti sei svegliato almeno un po’ ora?” gli disse con voce severa. “Un passo falso e avremmo potuto essere tutti in pericolo, anche con Zayden qui presente.”
 
“Mi dispiace” fu l’unica risposta di Kiba. Nemmeno quel colpo sembrava averlo minimamente turbato, la sua espressione rimaneva seria e fredda.
 
In risposta, l’espressione di Rias si addolcì e lo prese per le spalle. “Cosa c’è che non va? Non è da te questo comportamento.”
 
“Semplicemente non mi sento bene. Ora, se per oggi è tutto, io preferirei andare. Scusatemi ancora.” Detto questo, il Cavaliere fece un rapido inchino e si allontanò da Rias, la quale però manteneva uno sguardo molto preoccupato.
 
C’era qualcosa che non mi convinceva proprio nel comportamento di Kiba, qualcosa che mi era pure tremendamente familiare e che, per questo, non mi piaceva affatto. Deciso a saperne di più, lo seguii fuori dalla palestra. “Kiba, aspetta un attimo” dissi fermandolo. “Potresti dirmi il motivo di questo tuo atteggiamento?”
 
“E perché mai dovrei? Non ha niente a che vedere con te” replicò lui sempre dandomi le spalle.
 
“Invece credo di averne il diritto, visto che ho rischiato di essere ferito anch’io come Koneko per colpa della tua passività. Inoltre, ricorda che, come lei, anche tu sei un mio kouhai e dunque un minimo mi preoccupo anche per te.”
 
“Ti preoccupi? Per chi e perché sei preoccupato? Davvero per me? E da quando t’importa tanto del mio benessere?” Per quanto calme, le sue parole erano piene di amaro sarcasmo e questo non mi piacque affatto. Erano le parole di qualcuno che voleva tenere tutti lontano da sé per chissà quale motivo. Parole che avevo già sentito in passato… Ora forse iniziavo a capire perché il suo comportamento mi era tanto familiare... “Non ricordi? I diavoli in fondo sono esseri egoisti, perciò non è così strano che agisca così… Comunque, dato che in effetti prima ti ho arrecato dei problemi col mio comportamento, sono sinceramente dispiaciuto. Allora-”
 
“Aspetta. Sul serio, non m’interessa ricevere delle scuse. Ora per me è molto più importante capire cosa ti affligge, in modo da poter evitare che un caso come quello di poco fa si ripeta. Vero che finora non abbiamo avuto nessuna interazione particolarmente amichevole, ma ormai sei comunque un mio compagno e dunque voglio davvero sapere che cosa ti turba.”
 
“Compagni, eh…” Finalmente Kiba si girò a guardarmi: il suo volto sembrava imperturbato, ma avevo chiaramente avvertito la sua voce spezzarsi per una frazione di secondo. “Sei una persona forte e gentile, Zayden-senpai. Ti ammiro per questo. Però sai, una settimana fa ho ricordato una cosa basilare. Ovvero la mia ragione di vita. In altre parole, la ragione per cui continuo a combattere.”
 
Quella frase mi confuse ancora di più. “Dunque non è per Rias e gli altri membri della vostra famiglia che combatti?”
 
“No, ti sbagli. Io vivo per soddisfare la mia vendetta.”
 
“…Che hai detto?”
 
“La Spada Sacra Excalibur. La mia sola ragione di vita è distruggerla.”
 
Io e Kiba mantenemmo il contatto visivo per qualche secondo, poi lui si voltò e fece per andarsene. A quel punto decisi di parlare ancora: “Forse non sono il tipo più giusto per dirti una cosa del genere… Ma non dovresti permettere alla vendetta di controllarti o finirai in un baratro peggiore di quanto tu possa immaginare. Non è la soluzione che cerchi, credimi.”
 
Kiba si fermò. “Hai ragione, Zayden-senpai. Non sei proprio il tipo giusto per dirmelo.” Si voltò a fissarmi di nuovo. “Forse io non conosco ancora la tua esatta storia come Buchou e Asia-san, visto che non me l’hai raccontata… Ma sappi che riconosco benissimo un uomo che vive di vendetta quando lo vedo. Tu sei proprio come me, Zayden-senpai, perciò con quale diritto pensi di potermi giudicare?”
 
“E qui sei tu che ti sbagli. Io ho già passato la fase in cui ora sei tu e l’ho fatto nel modo peggiore possibile, quello che non auguro a nessuno. Credi davvero di sapere quanto la vendetta sia terribile? Fidati: tu non sai ancora nulla dell’incubo in cui può intrappolarti. Io invece sì ed è per questo che non intendo far finire nessun altro in quell’abisso sotto i miei occhi. Nemmeno te.”
 
Kiba mi fissò per qualche altro istante, poi ruppe il contatto visivo e si allontanò, stavolta senza più voltarsi o parlare.
 
[Quel ragazzo è proprio com’eri tu, partner. E com’era lui.]
 
Lo so, Ddraig. Però per Kiba c’è ancora speranza di non finire come noi e intendo fare di tutto perché tale speranza si concretizzi. Non lascerò più nessuno in quel baratro, soprattutto non i miei compagni. Sarà meglio iniziare parlando con una certa persona stasera…
 
*
 
“Tu sai che le Spade Sacre sono il peggior nemico per noi diavoli, vero, Zayden?”
 
“Certo. Se siete anche solo toccati da una di esse, una parte di voi viene irrimediabilmente distrutta. E se ne siete feriti, anche se non mortalmente, la vostra stessa esistenza viene cancellata. In parole povere, sono le armi perfette per uccidervi.”
 
“Esattamente. È proprio come dici tu.” Seduta sulla sedia davanti alla mia scrivania, Rias aveva uno sguardo piuttosto cupo. Io stavo in piedi accanto alla libreria, mentre sul letto sedeva Asia, la cui espressione evidenziava una certa preoccupazione. “Imparalo bene anche tu, Asia” continuò la rossa rivolgendosi proprio a quest’ultima. “Ora che sei una diavola, è essenziale che tu sappia quali sono le armi e gli oggetti più pericolosi per noi. In ogni caso, tornando alle Spade Sacre, la loro principale debolezza è che solo un numero limitato di persone può impugnarle. Ogni Spada Sacra ha un'origine e una storia differente, ma credo che la più famosa sia Excalibur. Anche in Giappone viene trattata in molti libri. Si tratta di un'arma sacra che venne realizzata tramite la magia e l'alchimia di coloro che hanno raggiunto le terre di Dio, ma è essa stessa a scegliere il proprio spadaccino, come per ogni altra Spada Sacra. Dalle voci che ho sentito, pare che solo 1 persona ogni 100 anni venga scelta come portatore della spada Excalibur. Per questo la chiesa aveva pianificato di sviluppare un vessillo artificiale che potesse impugnarla. Il piano fu chiamato ‘Progetto Spada Sacra’.”
 
“Ma non ho mai sentito parlare di una cosa del genere quando sono entrata in chiesa!” esclamò Asia incredula.
 
“È comprensibile. Il progetto fu portato avanti molto tempo fa. Purtroppo si rivelò essere un completo fallimento. Yuuto…è un sopravvissuto di quel progetto.”
 
Nemmeno io, malgrado la mia conoscenza, sapevo di questo fantomatico progetto; la chiesa aveva fatto proprio un bel lavoro nel coprirsi il culo. E meno male che dovrebbero essere i cosiddetti buoni… Sì, come no. “Più sento, meno mi piace questa storia. Fammi indovinare: Kiba è stato usato come cavia per un qualche trattamento artificiale mirato a farlo diventare capace di usare Excalibur, ma sfortunatamente non è stato così. Lui è, detta in modo molto crudo, un esperimento fallito.”
 
Rias annuì mesta. “La tua perspicacia è sorprendente. Sì, proprio così. Non solo Yuuto, ma anche tutti gli altri che avevano ricevuto un trattamento analogo insieme a lui non risultarono compatibili con Excalibur e dunque non poterono utilizzarla. Allora la gente della chiesa che aveva preso parte al progetto decise di etichettare tutti coloro che non erano in grado di adattarsi alle spade come ‘prodotti difettosi’ e li smaltirono.”
 
“Li uccisero tutti” conclusi io non appena pronunciò il verbo ‘smaltire’.
 
“Esatto. Li eliminarono tutti perché non erano in grado di usare le Spade Sacre.”
 
“…Non può essere. Non è un atto accettabile da coloro che servono Dio” mormorò Asia sconvolta e con gli suoi occhi luccicanti di lacrime. Non potei biasimarla: è normale disperarsi quando scopri che tutto ciò in cui credevi ciecamente celava in realtà verità agghiaccianti. Povera piccola, il suo intero mondo è stato stravolto un’altra volta…
 
“Mi dispiace, Asia, ma purtroppo è così. Il popolo della Chiesa ci chiama diavoli, l'essenza del male… Ma alla fine sono le cattive intenzioni degli uomini ad essere il più grande male di questo mondo” disse Rias con tono addolorato e non potei non sentire una certa solidarietà per lei: sapevo bene che voleva dire essere odiati semplicemente per la propria natura anomala, indipendentemente se questa fosse buona o cattiva. “Quando ho reincarnato Yuuto in un diavolo, quel ragazzo non faceva altro che pensare alla sua vendetta, nonostante fosse in una situazione critica. Visto che era stato allenato sin da bambino nell'utilizzo della spada, decisi di farlo entrare nella mia famiglia, per permettergli di utilizzare il suo talento come diavolo. Purtroppo quel ragazzo non è mai riuscito a rinunciare alla sua vendetta. Le Spade Sacre, coloro che sono stati coinvolti in questa faccenda e il popolo della Chiesa… Questo è ciò che gli importa davvero.”
 
Proprio come avevo immaginato. Kiba non è altro che un’altra vittima dell’oscurità dell’umanità, sfruttato per le assurde brame di coloro che vogliono sconfinare nel territorio di Dio ritenendosi degni di poter gestire un simile potere. Come sempre, l’uomo si illude di essere lui a controllare la natura e non il contrario. Non mi sorprende che quel ragazzo odi tanto la chiesa e chi ne fa parte. Ecco perché la notte del salvataggio di Asia affermò di odiare i preti con una tale passione. Che brutta faccenda. Il suo desiderio di vendetta è ormai radicato e profondo, per quanto Rias possa provarci, non riuscirà mai a dissuaderlo. Se dopo tanto tempo non è riuscito a dimenticare, allora è probabile che non si fermerà finché non otterrà ciò che desidera, ma se lo perseguirà in questo modo, potrebbe perdere se stesso nel processo…
 
“Comunque mi limiterò a controllarlo, per il momento” continuò Rias dopo una breve pausa. “Non so perché, ma di colpo la sua testa si è riempita di nuovo di sensazioni che riguardano le Spade Sacre. Spero che, con il tempo, riesca a superarle ancora una volta e tornare così alla normalità.”
 
“In questo, mi spiace dirlo, ma credo che una parte di responsabilità sia mia e di Nonna” intervenni e, quando sia Rias che Asia mi guardarono perplesse, andai a prendere l’album di foto e lo aprii alla fotografia ‘incriminata’. “Kiba è scattato dopo aver visto questa. Ha identificato la spada con la quale me l’hanno scattata come una Spada Sacra e da lì ha iniziato a comportarsi freddamente. Ora capisco perché.”
 
Rias osservò con attenzione la foto. “Incredibile. Una Spada Sacra a Kyoto… Eppure quando sono andata lì l’anno scorso in gita scolastica, nessuno mi aveva informato della presenza di una Spada Sacra in quel tempio.”
 
“A quanto ne so, quella spada non è più esposta da anni, quindi probabilmente è per questo che non ne sapevi nulla. Forse i possessori si sono resi conto che era troppo pericoloso tenerla così esposta e hanno deciso di spostarla.”
 
“Oh, capisco. In ogni caso, imbattersi così in una Spada Sacra, anche se solo in foto… Terrificante. Da quello che vedo, questa non sembra potente come la leggendaria Excalibur, ma è comunque una vera Spada Sacra. Che cosa ci fa però in un tempio della dea Amaterasu? Non sarà forse la leggendaria spada Ama No Murakumo?! No, non può essere… Un’arma come quella avrebbe di sicuro un’aura ben più potente… Eppure non so perché, ma mi è familiare… Com’è possibile? Che sta succedendo..?” Rias sembrò perdersi in un mondo tutto suo, mentre fissava la foto quasi senza battere ciglio e mormorando a voce sempre più bassa frase sempre meno chiare. Riuscivo quasi a vedere gli ingranaggi del suo cervello girare frenetici. Heh. Forse non avrei dovuto mostrargliela… Meglio fermarla. “Ehm, Rias, capisco che questa storia ti dia di che pensare, ma forse ora stai un po’ esagerando. Cominci a sembrare in trance e parli da sola ormai.”
 
Lei sembrò riscuotersi dalla sua riflessione interiore e ci guardò con un timido sorriso. “Oh, hai ragione. Scusatemi. Mi sono lasciata trasportare. Credo sia meglio andare a dormire. È stata una giornata lunga e, anche se continuiamo a pensarci, al momento non riusciremo a far rinsavire Yuuto. La cosa migliore ora è dargli del tempo per cercare di riprendersi, mentre nel frattempo noi penseremo a un modo per aiutarlo.”
 
“Sono d’accordo. Su, Asia, anche tu. È ora di fare la nanna.”
 
“V-va bene” rispose Asia alzandosi dal letto e, tutti e tre insieme, uscimmo dalla mia stanza per accompagnare Rias in ingresso e salutarla.
 
Quando se ne fu andata, io riaccompagnai Asia di sopra, alla sua camera. “Bene, sorellina. Vedi di riposare ora, va bene? Buonanotte.” E le lasciai un piccolo bacio sulla fronte.
 
Lei ridacchiò con le guance arrossate e me ne diede uno sulla guancia. “Buonanotte a te, Zayden-san. Ci vediamo domani.”
 
“Certo. A domani.” Le accarezzai la testa come ultimo gesto di affetto e mi diressi in camera mia. Qui mi levai i vestiti e rimasi solo coi pantaloni di tuta del pigiama, andai poi alla libreria e presi un libro dal titolo: ‘Orlando Furioso’.
 
[Sul serio, partner? Leggi quello prima di dormire?]
 
“Beh, qualche problema? Tutto questo parlare di spade mi ha fatto venire voglia di qualcosa con spade, cavalieri e magari una certa dose di fantastico. Inizialmente pensavo a ‘A Journey To The West’, ma poi mi sono detto che preferivo qualcosa di un po’ diverso. Così mi è venuto in mente questo. È un pezzo che non lo leggo.”
 
[Sei davvero un bel tipo. In ogni caso, buona lettura. Forse…]
 
Prima che potessi chiedergli che intendeva, un cerchio magico apparve sul pavimento vicino al mio letto, uno fin troppo familiare… Ma che scherziamo?! Ogni cazzo di volta che voglio leggermi qualcosa deve arrivare?! E come prevedevo, dal cerchio apparve Rias, vestita con una vestaglia semitrasparente simile a quella che aveva la sera prima del mio Rating Game contro Raiser. Poteva anche mettersi qualcosa di più coprente, maledizione! “No, sul serio?! Ancora?! Ma non puoi lasciarmi almeno una sera da solo con me stesso?!”
 
Rias mi guardò lievemente imbarazzata. “Ecco, so che non dovrei disturbarti di continuo… Ma sono troppo curiosa di vedere cosa deve succedere nella stagione 13! Per favore!”
 
“Uffa… E dimmi, non me l’hai detto prima di andartene perché…?”
 
“Ehm… Volevo lasciarti riposare tranquillo e stare da solo, come hai detto tu… Ma arrivata a casa, non ho retto… Scusa.”
 
Era incredibile. Agli inizi non ne sapeva niente, poi, dopo che una settimana fa avevo iniziato a mostrarle la saga di Red Vs Blue, se ne era fatta letteralmente rapire e ci eravamo sparati 12 stagioni in 7 giorni! E ora ovviamente voleva sapere come finiva la storia dei protagonisti sul pianeta Chorus… Eh, poca scelta. “Uffa, ho capito. Va bene! Vieni che metto su lo spettacolo.” Mentre Rias in tutta risposta si gettava letteralmente sul letto con gli occhioni luminosi per l’imminente visione, io appoggiai il libro sul comodino, andai verso l’armadio dove tenevo tutta la mia scorta di videogiochi, CD e DVD e ne trassi quello della stagione 13 di Red Vs Blue, per poi infilarlo nella PS4. Mi sedetti sul letto accanto a lei e iniziai ad accendere consolle e TV per avviarlo.
 
“Ehi, Zayden?”
 
“Sì, Rias?”
 
“Quando avremo finito questa saga, ti andrebbe di proseguire questi nostri ritrovi serali e vedere qualche altra serie animata insieme? Magari anime stavolta? Non pretendo tutte le sere e non farò ogni volta come stasera, te lo prometto… Però mi piacerebbe continuare…”
 
“Intendi dire crearci letteralmente una sorta di serata anime e affini?” L’idea non mi dispiacque affatto ad essere sincero. Ero sorpreso: davvero il nostro rapporto era cresciuto tanto dopo essere iniziato con tanta difficoltà? Certo, ci stuzzicavamo di continuo e litigavamo quasi tutti i giorni, eppure ormai mi sembrava di considerarla sul serio un’amica… Trovare passioni in comune faceva davvero miracoli per i rapporti tra le persone. Con quella consapevolezza, la mia replica fu automatica: “E perché no?” dissi sorridendole.
Il suo viso s’illuminò di gioia e annuì con forza prima di rivolgere l’attenzione allo schermo, dove il primo episodio stava per cominciare.
In fondo, non mi dispiace davvero stare con lei.





Note:
Spada Sacra = arma sacra creata dai fedeli del cielo tramite un misto di magia e alchimia; ve ne sono molte, ma le più potenti sono 4: Excalibur, Durandal, Ascalon e Caliburn; estremamente potenti e letali contro qualunque creatura oscura come i diavoli, queste spade hanno il "difetto" di scegliere loro il proprio utilizzatore e dunque solo pochi prescelti possono usarle.
Kaichou = presidente del Consiglio
Absorption Line = Sacred Gear contenente un pezzo dell'anima di Vritra, uno dei sei Re Drago, una delle categorie più potenti dei draghi.
Excalibur = una delle 4 Spade Sacre più potenti nonché la più famosa tra di esse; in passato venne spezzata in 7 parti e ora ognuna di esse è una spada a parte, meno potenti dell'originale, ma ben più delle altre Spade Sacre normali.
Progetto Spada Sacra = progetto segreto e illegale portato avanti da alcuni individui della chiesa, mirato a creare artificialmente individui capaci di usare le Spade Sacre più potenti, Excalibur in particolare.
Ama No Murakumo = Spada Sacra legata alla leggenda del dio scintoista Susanoo e del drago Yamata No Orochi; trovata dal primo nel cadavere del secondo dopo averlo ucciso, fu donata alla dea Amaterasu come dono di perdono da parte di Susanoo; si dice che sia paragonabile come potere alle 4 Spade Sacre principali.


EEE CIAO A TUTTI MINNA!!!
FINALLY I'M BACK HERE TOO!!!
E la prima cosa che faccio per annunciarvi il mio ritorno è come al solitooooo.... chiedervi umilmente scusa. Ho appena visto che è da settembre che non aggiorno e mi sono reso conto che, anche con tutti gli impegni in real life, se mi fossi messo più d'impegno ce l'avrei fatta prima. Purtroppo un po' per pigrizia e un po' per voglia di iniziare a vedere nuove serie, ho riempito il mio tempo libero di robe e così ho finito per arenarmi praticamente su tutto. Mi auguro che non siate spariti tutti per sempre e che vogliate ancora seguirmi. Io, come vi ho sempre promesso, vi posso assicurare che non vi mollerò mai fino alla fine delle mie storie e dunque, presto o tardi, andrò sempre avanti. Voi direte che con una velocità così vi stuferete prima e io vi dico che avreste anche ragione ed è per questo che ora m'impegnerò veramente sul serio per ridurre i miei tempi su tutte le mie storie. Vi prometto che ce la farò. Vi chiedo solo di avere fiducia in me, perché fidatevi che non vi mollo! ;)
Spero che questa Life compensi almeno in minima parte la vostra attesa. E' venuta più lunga di quanto mi aspettassi e ci ho messo dentro più cose del previsto, eppure non sono arrivato al punto dove volevo. Era mia intenzione concluderlo con l'incontro con Xenovia e Irina, ma dovrò invece implementarlo tutto nella prossima Life perché altrimenti si sarebbe davvero allungato tutto troppo e ci sarebbe stato uno stacco eccessivo. Alla fine questo capitolo potrebbe essere visto come uno di transizione, ma nel contempo non lo è perché al suo interno avvengono un paio di cose parecchio importanti. Andando per ordine, la prima è ovviamente l'incontro e il dialogo tra Zayden e Elsha, la più potente dei passati Sekiryutei femmina: come avrete notato, i due si frequentano da un bel po' e Elsha è diventata come una sorta di sorella maggiore per Zayden, sempre pronta ad aiutarlo e sostenerlo. Se ve lo state chiedendo, ebbene sì: era sua la voce che nella Life precedente aiuta Zayden a sottrarsi al potere del Death Dragon. A riguardo, come avrete capito dal loro dialogo, tale potere è qualcosa di estremamente rischioso, simile ma diverso dal Juggernaut Drive e per certi versi persino più pericoloso, dunque ovviamente a Elsha non piace, soprattutto perché si è legata a lui e lo ritiene l'unico davvero in grado di rompere la maledizione del Boosted Gear, ma vederlo agire inconsciamente la fa chiaramente infuriare. Inoltre, come avrete notato, ha difatti già dato a Zayden la scatola contenente il vero potere di Ddraig, ma lui non ha ancora trovato un modo per aprirla per il semplice motivo che non si è ancora liberato della sua brama di vendetta e dell'oscurità nel suo cuore, armi per la maledizione stessa. Su tale oscurità e la vera natura del potere del Death Dragon non posso ancora dirvi molto, ma sappiate che Elsha è seriamente preoccupata perché Zayden rischia molto a causa di essi; fidatevi, è qualcosa di terribile davvero.
Ah, tenete sempre conto del fatto che viene continuamente sottolineato che Zayden sembra stranamente compatibile con i draghi e i loro poteri e caratteristiche: tornerà importante in futuro.
La seconda cosa importante è l'incontro tra Zayden e Sona e i suoi servi. Finalmente il nostro Sekiryutei ha conosciuto anche l'altra parte dei diavoli della scuola! XD Riguardo l'apparente ignoranza di Zayden sulla loro vera identità malgrado i suoi sensi acuti, tenete conto che tutti abbassano la guardia quando finiscono in quel baratro chiamato quotidianità e lui sta ancora riabituandosi alla piena potenzialità dei suoi sensi fuori dalla battaglia, dunque non pensate che sia perché manca di capacità. Per quanto riguarda il suo rapporto con i Sitri, vi dico subito che parte e si evolverà più facilmente di quello con i Gremory per il semplice motivo che si è già abituato alla presenza di diavoli accanto a sé e perché Sona è più matura di Rias (insomma perché si è già sfogato coi secondi XD); con la nostra fidata Kaichou, Zayden avrà un rapporto di notevole rispetto prima per la sua intelligenza e capacità strategica e poi di amicizia, ma il rapporto più importante vi anticipo che lo avrà con Saji, il quale diventerà come una specie di amico/allievo per lui in virtù dei loro poteri draconici e questo influenzerà notevolmente non solo lui, ma anche tutto il resto dei Sitri visto che Saji imparerà davvero molte cose da lui su come combattere e supportare i propri cari.
Il terzo punto è invece la scoperta del passato di Kiba. Vi ricordate il Progetto Spada Sacra e la sua voglia di vendetta nell'originale, vero? Qui sarà tutto affrontato in modo diverso perché Zayden si prende a cuore il caso di Kiba, in quanto, come hanno detto, lui sa anche meglio di lui cosa possa causare la vendetta, quali orrori possa scatenare, e dunque non intende permettere che accada ciò che è accaduto a lui. Vi posso assicurare che il passato di Zayden contiene molte più ombre di quanto pensiate e stanno solo iniziando a diradarsi, anzi non hanno praticamente nemmeno iniziato, quindi fidatevi se vi dico che farà davvero di tutto per impedire che un altro finisca come lui. Non preoccupatevi: queste ombre inizieranno presto a diradarsi, lentamente ma lo faranno.
Infine, l'ultimo punto che voglio sottolineare, nonché fondamentale evoluzione, è il rapporto che Zayden ha coi Gremory, Rias in particolare: bel miglioramento dall'inizio, no? XD Come avrete notato, per ora, esclusa Asia, Zayden sta legando soprattutto con Koneko e Rias. Vi dico da subito che Koneko diventerà una kouhai e un'amica molto importante per lui, un'altra sorellina per certi versi, e la prenderà sotto la sua ala per aiutarla coi suoi futuri problemi, come sta facendo ora con Kiba. Rias invece è forse quella che sta progredendo meglio: anche se pure qui ha un po' di competizione con Asia, la mia Rias, anche se non ha ancora baciato Zayden, si è avvicinata a lui molto di più di quanto non abbia fatto quella originale con Issei per via del fatto che si sono già aperti molto l'uno con l'altra, non hanno veri impedimenti tra loro se non la loro rivalità e hanno trovato un forte punto in comune nella passione per le serie. Se avete sperimentato qualcosa del genere e sono sicuro che l'avete fatto XD, sapete che qualcosa del genere ti permette di avvicinarti davvero tanto agli altri e per questo l'ho scelto XD e voi che dite? Vi piace? Inoltre, Rias ha visto il dolore nel cuore di Zayden per la perdita di ciò che era in passato e adesso desidera poterlo aiutare sia perché lui l'ha fatto con lei che perché ormai si sta già innamorando di lui. Vi posso assicurare che da ora in poi il loro rapporto è solo in crescita.
Piccola chicca della serie che avvicina per prima Zayden e Rias: Red Vs Blue! Per chi segue le serie sul web e conosce in particolare quelle americane, penso sia difficile non averne mai sentito il nome, ma per quanto riguarda chi non la conosce, si tratta di una serie prodotta dallo studio texano Rooster Teeth, lo stesso che ha prodotto altre serie come RWBY. RVB è invece una serie ispirata ai videogiochi di Halo e si tratta di una parodia di questi ultimi in stile machimina, ovvero una grafica che riprende quella dei giochi così come le posizioni e i movimenti dei personaggi nel gameplay di suddetti giochi con in sottofondo il doppiaggio creato apposta per la storia. I personaggi sono due gruppi di soldati di due colori diversi (rossi e blu appunto XD) che si fanno continuamente un'inutile quanto demenziale guerra tra loro, ognuno con una personalità particolare e principalmente stupida. Iniziata palesemente come una semplice parodia comica di Halo, RVB si è evoluto stagione dopo stagione (arrivando attualmente fino a 15 stagioni) in una delle trame più intricate e coinvolgenti che io abbia mai visto, completamente estranea a quella di Halo ma contenente sempre elementi di esso, e ha aggiunto nel processo forti elementi seri e di pura epicità ma senza mai perdere il lato comico che l'ha contraddistinto fin dall'inizio. Tra i vari personaggi, due dei pochissimi personaggi "sani ovvero non stupidi" sono Carolina, un agente Freelancer incredibilmente abile e seria, e il suo compagno Epsilon detto Church, la sua IA (= Intelligenza Artificiale) furba, simile a Cortana di Halo ma decisamente più sarcastico e stronzo. In questo caso, l'indole competitiva e battagliera di Carolina ricorda quella di Rias, mentre il carattere intelligente e ribelle ma nel contempo pungente e bastardo di Church ricorda per certi versi quello di Zayden, per questo li ho scelti come corrispettivi dei miei due protagonisti XD .
Ultima cosa che ho voglia di sottolineare è il Diavolo Randagio: avete notato la sua misteriosa irruzione e il carattere insolito, vero? Beh, sappiate che c'entra coi reali antagonisti di questo volume e fidatevi quando vi dico che non sono solo quelli che potete aspettarvi...
Con questo credo di avervi detto tutto. A tutti quelli che lo leggeranno o l'hanno letto, io vi ringrazio per essere rimasti con me e mi auguro di cuore che vi sia piaciuto! Vi assicuro che da ora farò di tutto per velocizzarmi, anche perché ci tengo a mostrarvi le parti migliori della mia storia, visto che, ricordiamoci, questo è solo l'inizio! Ho più di 20 volumi da fare dopotutto! XD Ragazzi che lavorone mi aspetta!! XD Ma lo farò con piacere sia per me che per voi!! ;) Se questo intanto vi è piaciuto e avete voglia, lasciate un commento anche piccolo sotto o tiratemi un messaggio personale tramite qualunque piattaforma disponibile se volete chiarimenti o avete domande!! Mi va bene tutto!! XD Con questo vi saluto e vi do appuntamento al mio prossimo aggiornamento che arriverà subito appena pronto nell'immediato futuro!! Non mancate!! ;)
Ja naa minna!!
   
 
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