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Autore: RominaFortunato    17/05/2018    0 recensioni
Kathleen Lucky ha tutto ciò che una ragazza di sedici anni possa desiderare: è ricca, viziata, con delle amiche fidate, una servitù ai suoi piedi in un'immensa villa con ogni comfort e un autista personale che la porta ovunque voglia. L'unica cosa che non può avere è amare in libertà Samuel. Sua madre Elizabeth lo ha fatto sparire con la forza perché povero e inadatto. E quando Alexander, un rampollo di una famiglia importante, si trasferirà di fronte casa sua ed Elizabeth vorrà che si mettano insieme, Kathleen si opporrà determinata.
Tanti misteri si nascondono nell'identità stessa di Kathleen. E quando scoprirà che Samuel è solo la punta dell'iceberg, non potrà più fidarsi di nessuno e si renderà conto che ormai non si può più tornare indietro. (completa su Wattpad)
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 3 ida
Capitolo 3 "Nuovo segreto"

Il giorno più bello dopo la domenica? Sicuramente il sabato! È l'unico momento in cui posso pensare che il giorno dopo non devo andare a scuola.
Al mio risveglio, la cena del venerdì sera rimane come un ricordo lontano e quasi irreale. E poi, sinceramente, non ho la benché minima voglia di rovinarmi il sabato ripensando all'arroganza di Alexander, che ha superato ogni limite, e alla cattiveria di mia madre, che diventa ogni giorno sempre più cronica.
Questa mattina voglio rilassarmi e godermi gli ultimi minuti rimasti da quando Alicia entrerà strepitante in camera. Fino a quel momento rimarrò sdraiata comodamente sotto le soffici coperte di seta a coccolarmi con il cuscino morbido e soffice.
《Kat, ancora a dormire? La sveglia è suonata da un pezzo!》 esclama Daniel interrompendo il mio sognante riposo.
Ma come fa ad essere già pronto per andare a scuola? Sicuri che siamo fratelli?
《Lasciami in pace. Ho ancora altri cinque minuti》 ribatto crogiolandomi sotto le coperte.
《Sai, credo che la mamma non sarà della stessa opinione se non ti alzi subito》 mi informa risuonando alle mie orecchie non come una semplice constatazione, bensì come una vera e propria minaccia.
A questo punto non posso far altro che scendere dal letto, anche se contraria in tutto e per tutto.
La mattinata non può iniziare nel peggiore dei modi. Ci manca solo mia madre. Sto così bene quando lei è chissà dove a girare chissà quale film. Ora viene a ribaltare tutto e a rovinarmi pure l'umore.
《Coraggio. Almeno arriverai in orario》.
Come se sia la meta che ambisco da una vita!
Ma io non me lo sogno per nulla di arrivare come tutti gli altri studenti. Ci ho messo tanto per farmi rispettare e sono sicura che una sola volta che mi presentassi disgraziatamente in orario, la mia reputazione crollerebbe e si convincerebbero tutti irrecuperabilmente che sia guarita dalla mia malattia e che da quel giorno in poi piomberei miracolosamente a scuola in perfetto orario. Ma si sbagliano, perché se sfortunatamente succedesse, sarebbe solo per puro caso o, per meglio dire, per forza maggiore, mia madre.
Un po' di ritardo almeno dovrò sempre farlo, ormai è diventata la mia firma. Non sarei la stessa sennò!
Una volta rassegnata a scendere nel reparto giorno per la colazione, anche se ancora in vestaglia, noto che la porta dello studio è un po' aperta e che mio padre è già dietro la sua scrivania a lavorare. Come può già essere tanto lucido da svolgere simili compiti, così di prima mattina? Io non mi sento capace nemmeno di mangiare, e io amo il cibo!
《No, Gabriel. Non va bene per niente. Il copione è scadente. Io ho bisogno di recitare una parte migliore di questa. Se ci tengono come dicono ad avermi in questo film, saranno costretti a modificarne la stesura, altrimenti dovrò rifiutare. Che decidano a loro rischio e pericolo》.
Mia madre è già in salotto in preda ai suoi isterismi a parlare con il suo manager del suo prossimo film. Dove trova la forza di discutere a certi orari mattinieri? Possibile che in questa famiglia nessuno mi somigli almeno un pochino?
Mi dirigo in sala da pranzo sbadigliando a ripetizione sperando di fare una colazione tranquilla e con la mia calma, ma ben presto qualcosa richiama la mia attenzione e non è per niente un bel risveglio.
《Alicia, qui c'è qualcosa che non quadra. Dov'è la mia colazione?》 domando allarmata e spaesata.
Capisco che di prima mattina il risveglio mi sia estremamente complicato, ma addirittura vedere ridotta improvvisamente la mia colazione è fin troppo degenerativo.
《Ce l'hai davanti agli occhi》.
Non può essere vero.
《È uno scherzo, vero?》.
Come posso affrontare una giornata impegnativa come il sabato soltanto con uno yogurt per di più bianco e senza zucchero?
《Rivoglio il mio cappuccino e le mie brioches》strepito disperata.
《Niente capricci》 obietta la mamma, facendo il suo ingresso in sala da pranzo.
Con il suo battibecco con Gabriel di certo non posso aspettarmi sia di buon umore per poter arrivare ad un compromesso. Ormai la mia adorata colazione è andata in fumo.
《Domani c'è la festa di beneficenza. Ti ho fatto comprare un vestito. Pretendo che rientri in una quarantadue, nolente o piacente》.
《Ma in due giorni è impossibile!》
《Tu vedi di renderlo possibile》.
Mai che mi lasci scelta. Ogni cosa che dice deva essere legge e non posso mai permettermi di infrangerla o di fare a modo mio. È una vera e propria ingiustizia.
Il vestito in realtà l'ho già visto sul letto. E sinceramente sono molto perplessa nel pensare che potrei entrare in quella taglia senza affrontare grossi problemi. È un incubo.
《Ah, questo è il manoscritto che ho preparato per le risposte che dovrai dare nell'intervista di oggi. Non ammetto variazioni o censure, intesi?》.
Mi sbagliavo, adesso è un incubo.
Nel pomeriggio mia madre sarà intervistata a casa per mostrare al pubblico suo fan come vive un'attrice internazionale del suo calibro insieme alla sua famiglia. Già non sopporto di dover essere intervistata, perché richiede una certa dose di impegno e concentrazione che per queste cose sono proprio negata, per di più adesso devo seguire un copione. Ma dico io, siamo impazziti?
《Christopher verrà a firmare la vostra uscita alla quarta ora. Non tollero ritardi》.
Forse non si rende conto che con Christopher non si va sul sicuro!
《E ora, coraggio, sali a vestirti》.
Agli ordini, capitano!
Più che l'attrice, mia madre è portata per comandare e far stare in riga le persone. Avrebbe dovuto intraprendere la carriera militare, almeno sfogherebbe la sua intemperanza con i poveri soldati, e non a casa con me.
Una volta pronta e per giunta in orario, - per la gioia di mia madre -, mi presento nell'atrio attendendo che mi raggiunga mio fratello.
Guardo in continuazione l'orologio sperando che quelle lancette velocizzassero il loro cammino così da non farmi arrivare in anticipo a scuola. Non potrei sopportare una tale umiliazione soprattutto il secondo giorno.
《Non sono d'accordo, Beth》ribatte mio padre dal suo studio, tanto da essere sentito in salotto, nonostante la porta accostata.
Presa dalla mia consueta curiosità, mi avvicino un po' di più per spiare cosa stia succedendo. Non è raro che i miei litighino. Anzi oramai ci ho fatto l'abitudine, ma ogni volta la voglia irrefrenabile di sapere come finirà ha la meglio.
《Non durerà molto》 contrattacca mia madre. 《Se pensi che il tuo lavoro ne risentirà...》.
《Non è per questo》 la interrompe mio padre. 《Lo sai benissimo, Beth. Io non metto il lavoro al primo posto come te. Lo faccio solo per distrarmi e per non pensare》.
《Cosa credi, che per me sia diverso?》
Mio padre non replica, ma si vede lontano un miglio che non è d'accordo.
《Dimmi che ci sarai all'intervista》 insiste mia madre, ma con un tono più moderato.
《Mi sono stancato di andar dietro ai tuoi capricci. Non mi va di recitare alla famigliola felice. Sappiamo benissimo entrambi che non è così》.
《E allora? Anche se non è così? I giornali si aspettano questo. Non posso deluderli》.
《Per te conta solo l'apparenza. Non te ne importa niente se in questa casa nulla va come dovrebbe andare》.
《Questo non è vero, Jeremy》.
《Non mentire, Beth. A te non è mai interessato nulla di noi. Hai sempre pensato solo a te stessa e alla tua carriera. Questa famiglia non sarebbe mai diventata così con Sue. E neppure lontanamente lei avrebbe parlato come te》 la accusa con durezza.
《Non permetterti più di paragonarmi a lei, capito? Non puoi farlo. Io non sono lei, Jeremy! Io non sono lei!》 urla arrabbiata e risentita come non l'ho mai vista prima di allora.
《Appunto》risponde tagliente mio padre. 《E non lo sarai mai》.
Il silenzio è inevitabile. Mia madre non sa più cosa dire e mio padre ha espresso tutto il suo parere. Come loro, anche io rimango senza parole vicino alla porta che ci separa.
La mamma dopo un po' esce dalla stanza offesa ed umiliata. Non mi dice nulla quando le faccio spazio per farla passare e lei sale direttamente nella sua camera con lo sguardo basso a passo veloce.
In questa discussione c'è qualcosa che non quadra. Chi è Sue?
《Ecco dov'eri. Tuo fratello ti aspetta già in macchina. Siete in ritardo》 mi ha riferisce Alicia scovandomi.
《Arrivo subito》 rispondo voltandomi d'istinto verso mio padre per vedere in che stato sia.
Lo vedo alzarsi dalla sua poltrona e, con un impeto di rabbia, getta tutte le sue carte per terra. È affranto e sconvolto. Si sono detti delle cose molto brutte, ma a differenza delle altre volte in cui litigano, questa volta ne sono usciti entrambi sconfitti e sofferenti.
Qualcosa logora il loro animo ma non capisco che cosa.

Dopo le continue insistenze di Alicia, riesco a scrollarmi da quello stato di inattività fisica e confusione mentale che mi sta affogando e corro verso la macchina di Daniel portando con me il copione che mi ha imposto la mamma.
《Siamo in ritardo. Ne sarai contenta!》 esclama Daniel conoscendomi fin troppo bene.
Ma subito nota che qualcosa è cambiato nel mio umore. Ripenso ancora alla discussione di mamma e papà.
《Cosa c'è? Sei preoccupata per il copione?》.
Ma certo, il copione! Lo avevo dimenticato.
A quel punto il mio cervello si sommerge automaticamente dal dilemma di dover imparare a memoria la parte per il pomeriggio, dimenticando completamente il resto.
Come posso far funzionare le mie sinapsi dopo aver avuto una colazione così misera? Le mie energie sono troppo limitate per potersi sprecare per un compito così faticoso.
Questa giornata non ha ancora nulla di positivo, a parte che non mi sono giocata la reputazione da ritardataria e che non dovrò frequentare tutte le cinque ore di lezione. Ma non so se preferisco stare a scuola tutto il tempo ad assorbirmi le spiegazioni pesanti dei professori o dover sopportare mia madre con le sue esagerazioni assieme alla giornalista sfacciata con le sue domande a tranello.
《Almeno nel tragitto ti conviene dargli uno sguardo》 mi esorta Daniel riferendosi al copione.
《Appena lo apro, mi viene l'orticaria. Sono allergica alla lettura》.
《Hai paura di poter diventare intelligente?》
《Non meriti risposta》 dico fingendomi offesa.
So che prima o poi dovrò aprirlo per vedere cosa ci ha scritto e impegnarmi almeno un pochino a farlo entrare nel mio cervello.
Arriviamo a scuola con dieci minuti di ritardo. Posso ritenermi fortunata. Ma mai cantar vittoria troppo presto.
Ad aspettarmi al cancello c'è il preside in persona con i pugni sui fianchi ed un'aria un po' minacciosa. Questa volta non riuscirò a fuggire dalle sue grinfie.
Mi volto verso mio fratello chiedendo aiuto e una soluzione per fuggire, ma ormai è troppo tardi. Il preside mi ha già chiesto di seguirlo nel suo ufficio.
Ma perché non se l'è presa anche con Daniel? Non è giusto. Anche lui è in ritardo come me, anche se per lui è la prima volta.
《Signorina Lucky, mi dica, che cosa devo fare con lei affinché finalmente arrivi in orario a scuola?》mi chiede sedendosi dietro la sua scrivania.
《Vede, signor preside, io ho una vita intensa. Mi è proprio impossibile arrivare in orario》.
《Ma davvero?》 chiede fingendosi interessato.
E adesso che mi invento? Ho così poche energie che il mio cervello si rifiuta di funzionare a dovere.
《Poi ho una reputazione da far valere. Sono anni che arrivo in ritardo. Ormai lo sanno tutti. Sarebbe strano se cambiassi, no?》
Ma che cosa sto dicendo? Sono impazzita o cosa? Adesso mi caccerò proprio in un bel guaio.
《Lei dice?》chiede il preside alzando un sopracciglio, tramando sicuramente qualcosa alle mie spalle. 《D'accordo》 esordisce con un tono di sconfitta. 《Vorrà dire che le permetterò di arrivare in ritardo la mattina》.
《Dice davvero?》
Non posso credere alle mie orecchie. Finalmente la buona sorte gira dalla mia parte! Trascorrerò le mattinate stando più a lungo sotto le coperte e la mia reputazione non rischierà più di crollare da un momento all'altro. È incredibile! Da oggi la mia vita cambierà.
《Ma ad una condizione》precisa inaspettatamente.
A quel punto i miei sogni svaniscono e il mio respiro si ferma per qualche secondo, dopo il colpo al cuore che mi è venuto. Dovevo pensarci che ci sarebbe stato un "ma". Il preside non è sciocco da far rimanere impunita una fuorilegge come me.
Addio mattinate sotto le soffici e calde coperte!
《Tutti i pomeriggi per un'ora alla volta rimetterà in ordine alfabetico tutti i libri della biblioteca scolastica. Ultimamente non ci pensa più nessuno e servirebbe proprio un aiuto》.
《Tutti i giorni?》domando scioccata.
《Sì, a meno che lei non si presenti in orario. A quel punto quel pomeriggio non dovrà recuperare nulla e avrà il tempo libero. Inizierà lunedì》.
Questa giornata più la trascorro più diventa un incubo.
Il preside mi accompagna in classe e lì comunica in disparte alla professoressa della prima ora, nonché coordinatrice di classe, la sua risoluzione nei miei confronti. Nel frattempo, vado a sedermi al posto circondata dallo sconcerto dei miei compagni.
Le prime due ore finalmente terminano grazie al suono della campanella della ricreazione. Adesso manca solo di sopportare la terza ora e poi Christopher verrà a firmare il permesso di uscita per dover andare a vivere un altro incubo con mia madre.
《Questo cos'è?》 chiede Jennifer, come al solito curiosa, indicando il copione.
《Un'altra delle solite pazzie di mia madre》rispondo non volendo aggiungere altro.
《Che cosa ti ha detto il preside questa mattina?》 domanda preoccupata Nicole. 《Ti ha messa in punizione?》.
Racconto cos'è successo in presidenza e della condizionale che sono stata costretta ad accettare. Le ragazze ne restano allibite e non sanno cosa dire per tirarmi su. Ma ci pensa ben presto Jennifer con le sue consolazioni molto gratificanti!
《Ti sarà difficile ordinare in biblioteca per un'ora, se dovrai fare anche i corsi pomeridiani per i debiti dello scorso anno》.
Non so cosa mi impedisca di massacrarla di botte, ma devo ammettere che Jennifer ha ragione. Sono davvero nei pasticci.
Ho completamente dimenticato i debiti dello scorso anno, che per di più non sono nemmeno pochi. Ho insufficienze in matematica, scienze e inglese. Quegli insegnanti ce l'hanno a morte con me quanto io ce l'ho a morte con le loro materie. È più forte di me. Non riesco proprio a studiarle. Ma ora che mi invento?

Christopher si presenta come al solito in ritardo. Compila il permesso della mia uscita anticipata e torno a casa, insieme a mio fratello, con ben venti minuti di ritardo. Nonostante questo, però, mia madre non si arrabbia affatto.
Devo preoccuparmi?
《Allora, cominciamo!》esordisce mettendomi subito in agitazione.
Sono nel panico.
Appena inizierà l'intervista, una pioggia di domande mi sommerferà e, per non cadere nei tranelli, dovrò prestare più della mia massima attenzione e utilizzare tutta la mia astuzia. Senza dimenticare che devo recitare la parte di un copione, di cui non ho letto proprio nulla.
Speravo di avere del tempo per dargli un'occhiata prima di iniziare, ma se la mamma vuole iniziare subito, che mi invento?
《Non è che potrei andare un attimo di sopra a sistemarmi un po'?》 domando prendendo la scusa per poter sbirciare nel copione in fretta e in furia.
《Ma Kat, tu sei già bella e perfetta così》 mi risponde dolcemente usando persino il mio diminutivo, quando non lo ha mai fatto prima d'ora.
Non posso credere alle mie orecchie. Che cosa è successo? Gli alieni si sono impossessati di mia madre? Sarebbe un miracolo!
Ma la dura verità è che si sta comportando così solamente perché ci sono i giornalisti. Dovevo aspettarmelo.
Così mi costringe a sedermi vicino a lei e a recitare la parte della figlia premurosa e orgogliosa della propria madre, senza nemmeno poter obiettare.
Papà non si è presentato veramente, ma dovevo aspettarmelo dopo tutta quella discussione.
《Possiamo cominciare anche senza suo marito?》
《Purtroppo sì. Ha avuto un imprevisto e non ha potuto proprio disdirlo. Ad ogni modo si scusa molto e vi manda i suoi saluti》.
Ma ho sbagliato casa?
Inizio a sentirmi profondamente a disagio e a desiderare di scappare. E forse mia madre se ne accorge perché subito mi circonda le spalle con il braccio non permettendomi vie d'uscita. Sono in trappola.
《Bene. Possiamo cominciare》.
'Che la tortura abbia inizio', mi dico preparandomi psicologicamente a tutto.
Dopo aver posto molte domande a mia madre sulla sua vita quotidiana, sui suoi successi ed altro, mi devo sorbire risposte false, sdolcinate e che ci inquadrano come una famiglia modello. Ma come può fingere in una così perfetta maniera? Già lei è un'attrice e ha scritto pure il copione. A quanto pare, non ci ha dormito la notte per un risultato del genere.
《Qual è il momento che preferisce trascorrere con sua figlia?》
《Sicuramente quello dello shopping. Ci piace molto girare per i negozi insieme. Anche perché in questo modo ha l'occasione di parlarmi un po' dei suoi problemi e confidarsi》.
《Deve essere un rapporto splendido》.
《Sì, decisamente. Quando parto poi ci telefoniamo tutti i giorni, perché sentiamo la mancanza l'una dell'altra》.
Ma che cosa mi tocca sentire! È incredibile come nulla di quello che sta dicendo sia vero.
Non siamo mai andate a fare shopping, e l'unica cosa che le confido è il mio disappunto sul suo comportamento ingiusto e freddo nei miei confronti. Per di più ogni volta che è partita non mi ha mai chiamata, figuriamoci se ha sentito la mia mancanza!
《E tu, Kathleen, cosa ci dici di tua madre?》
《Beh, penso che mia madre sia del tutto portata per recitare, tanto da poter fingere anche nelle piccole cose. Si cala così perfettamente nel personaggio che riesce ad ingannare qualunque persona, anche i giornalisti》.
Una gomitata improvvisa perfora il mio fianco e rimango senza respiro per non so quanti minuti.
Questa è la vera Elizabeth, non quella tutte smancerie e fiorellini rosa. È capace di tutto pur di arrivare al suo obiettivo. È cinica ed egoista.
《Kat scherza sempre!》interviene con tono amorevole. È davvero brava ad abbindolare le persone. 《Si potrebbe censurare questa parte?》 domanda stringendomi la mano fino al suo stritolamento, e non posso nemmeno urlare per il dolore, perché devo continuare a ridere e a fare la figlia di buone maniere.
Così il supplizio termina con una mia decisiva sconfitta. Questa è la prima e l'ultima interazione che mia madre mi permette di avere con la giornalista. Daniel a differenza se l'è cavata molto bene.
Possibile che lui non abbia voglia di ribellarsi a tale ingiustizia proprio come me? È così strano da credere.
《Sono molto arrabbiata con te. Ma cosa dico? Sono furiosa》.
E quando mai non lo è con me, mi chiedo.
《Quando la finirai di rendermi la vita impossibile e di svergognarmi davanti a tutti? Devi portarmi rispetto. E poi ti avevo dato il copione. Che cosa ti costava seguire ciò che vi era scritto e comportarti come Daniel? Possibile che devi sempre fare il contrario di ciò che ti dico? Pensi che la sincerità in questo mondo valga qualcosa? Beh, ti sbagli. Loro vogliono solo sentire quello che il lettore si aspetta di leggere. Nulla di più》.
《Io vivo la mia vita per me stessa e non per gli altri e per ciò che vogliono. Non sarò la marionetta di nessuno, tanto meno quella di chi non gli importa nulla di me》ribatto ostinata.
《Quegli occhi!》esclama immobilizzata, come se venisse catapultata indietro nel tempo, come se i miei occhi rispecchiassero la stessa determinazione di qualcuno che conosce molto bene.
Forse gli ricordo papà quando l'ha contrattaccata questa mattina.
《Sei in punizione, ragazzina. Nel pomeriggio correrai per due ore di fila per il quartiere. Almeno così avrai la possibilità di entrare nel vestito di domani sera. E non pensare di fare la furba, manderò Christopher a controllarti》.
A questo punto, un "sissignore" è dovuto. Non riuscirò mai a liberarmi dalla sua ligia autorità, ma non posso rassegnarmi, non è da me. Prima o poi le cose cambieranno. È solo questione di tempo.
Mio padre non si presenta a casa nemmeno per pranzo. Non capisco se è perché è arrabbiato ancora con la mamma o perché è davvero impegnato con il lavoro.
Comunque è un pranzo molto silenzioso. Si sente solo il rumore dei piatti, delle posate e di Mary che viene a portare le nostre porzioni. Per di più, è anche angosciante perché l'unica cosa che posso mangiare è davvero da donne obese a dieta rigida.
Il mio menù consiste in un piatto di insalata con pomodori, senza alcun condimento a parte il limone e poco sale. È un supplizio vedere come la mamma e Daniel possano mangiare tutto quello che vogliono, mentre io no. A parte che pure mamma si contiene nel mangiare, ma a differenza mia lei vuole così. Io invece vorre tanto un piatto sostanzioso e completo. E il peggio è che devo mangiare e anche in silenzio. Se contrattaccassi, mia madre mi infliggerebbe un'altra pessima punizione. E già il dover correre per due ore è per me una sofferenza estrema che non sopporterei di più.
L'agonia del pranzo finisce presto come purtroppo anche l'insalata di pomodori. Ho ancora una gran fame ma non so come fare per non far brontolare il mio stomaco. Alicia non mi permetterebbe mai di mettere piede in cucina e, conoscendola, temo abbia messo davvero il lucchetto al frigorifero e alla dispensa. Che vita crudele!
《Hai visto come stava mamma?》 mi ha chiede Daniel entrando nella mia camera, mentre mi allaccio le scarpe da running.
《Sì, e allora? Lo è solo perché papà non si è presentato e lei era nervosa che non tutto sia andato secondo i suoi piani》.
《Pensi davvero che sia così calcolatrice?》
《Danny, ma l'hai visto anche tu come ci ha dato un copione. Secondo te è normale questo? Solo una donna egoista e calcolatrice sarebbe capace di tanto》.
Mio fratello rimane in silenzio riflettendo sulla situazione controversa. Io intanto rifornisco di acqua il marsupio che mi porterò per andare a correre.
《Sono pronta》dico a Daniel per niente entusiasta.
Non sono portata per lo sport, e cosa che odio di più in assoluto è dover correre. Nemmeno dopo cento metri mi stanco e i miei polmoni rischiano di scoppiare assieme al mio cuore troppo sottosforzo.
Comincio a fare riscaldamento fuori casa. Christopher arriverà alle quattro per accompagnarmi nella maratona che decreterà la mia giovane e ingiusta morte.
Sono sempre più convinta che, se sopravvivrò, a casa mi riporteranno con la barella.
Che incubo!
《Sola?》chiede qualcuno avvicinandosi.
《Oh no, ma allora veramente è un incubo!》
Tutto quello che non desideravo si sta verificando. Alexander è proprio di fronte a me, con quell'aria da ragazzino viziato e con la sua faccia da schiaffi.
《Ciao!》 mi saluta sorridendo divertito.
Quel suo faccino sarcastico un giorno di questi ci rimetterà sicuramente un dente!
《Addio!》gli dico cominciando a correre il più veloce possibile.
Pur di non passare altro tempo con lui, preferisco sacrificarmi e cominciare a correre senza finire il dovuto riscaldamento e soprattutto senza aspettare l'arrivo di Christopher. Non sopporterei la presenza di quel damerino un minuto di più.


Note al lettore:

Che ne pensate della storia? Vi va di farmi sapere cosa ne pensate? Lasciate una recensione, anche breve, se vi fa piacere. Sarei felicissima di sapere se vale la pena continuarla o se smettere di pubblicarla o smettere di scrivere del tutto. So di non essere bravissima, ma la scrittura mi fa stare bene e spero che anche in una piccola misura, vi stia piacendo questa storia. 

   
 
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