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Autore: yasiacrazyland    17/05/2018    0 recensioni
Taye, a soli diciotto anni, è costretta a lavorare per mandare avanti la sua vita complicata. Di fatto, con una madre poco presente e due sorelle impegnate nello studio, si ritrova sola ad affrontare la scomparsa di suo fratello Miles. Lui era la persona che ammirava più al mondo.
Genere: Fantasy, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Taye bussò sulla porta trattenendo il respiro. Dall’altra parte si sentiva solo il ventilatore che andava. Lei si guardò attorno nella stanza buia e bussò con più urgenza. Nessuna risposta.

Allora tirò fuori il telefono e prima ancora di sbloccarlo accese la torcia. Selezionò velocemente il numero di Holly e cercò di stare calma. Il telefono nell’altra stanza suonò e a ogni squillo il cuore di Taye diventava più rumoroso. Nel frattempo cercava di illuminare tutti gli angoli bui della stanza. Era stata un’idea stupida, ma molte lo erano se uscivano dalla testa di sua sorella. L’unica cosa che Taye in genere poteva fare era decidere se partecipare o meno all’idiozia. Gli squilli finalmente smisero e lei portò il cellulare all’orecchio, lasciando una gran parte della stanza molto al buio. Grazie al cielo dall’altra parte venne una voce roca e familiare.

“Già finito?”

“Perché ci hai messo tanto e perché diavolo non hai risposto quando ho bussato?” Sussurrò, anche se non aveva motivo di farlo.

L’altra ridacchiò. “Rilassati, ero solo... assorta.”

Sospirò. “Okay, ma adesso esci da lì. Subito.” La sua voce stava diventando isterica mentre si guardava le pareti di buio che la circondavano.

La linea cadde ma subito dopo la porta davanti a lei si aprì. La folta chioma riccia e il sorriso diabolico di Holly erano illuminati dalla candela che teneva in mano. Taye si sentì rabbrividire e, spegnendo con un soffio la candela, trascinò la sorella fuori dalla porta. Illuminando con la torcia le scale uscì velocemente dal condominio, ma non lasciò mai andare l’avambraccio reticente dietro di lei.

Lanció un ultimo sguardo all’appartamento per poi allontanarsi. Si trovarono su una via principale, anche se non particolarmente popolata. Dopotutto erano le tre del mattino e pochi erano svegli. Taye si diresse verso la fermata degli autobus, nella vana speranza che qualcosa ancora andasse, ma Holly oppose resistenza.

Quando le lanciò un'occhiata accusatoria, simile a quella che aveva riservato all’appartamento, la sorella quasi sorrise. Si trattenne però, parendo capire, o prendere in considerazione per una volta, lo stato d’animo di Taye.

Si riavvió la chioma e con una smorfia chiese. “Che ne dici se mangiassimo qualcosa?”

Taye immaginó per un momento di colpirla e trascinarla per i capelli in un ospedale. Magari lí avrebbero saputo cosa farsene di lei.

“Coraggio, non passa niente adesso.” Holly la tiró un poco nella direzione opposta. “Andiamo, ci rimpinziamo di zuccheri e grassi, aspettiamo la mattina e torniamo a casa.”

La logica era comprensibile, e l’idea di un posto con altri esseri umani e luce era invitante, ma non voleva comunque cedere. La cosa doveva leggerlesi in volto.

“ Poi, quando siamo a casa, dormiamo per tutto il giorno.”

Taye cercó di vedere meglio il suo viso nel buio, e realizzò che l'altra sapeva già di aver vinto.

Alzó un’ultima protesta. “Non sarebbe giorno di studio per te?”

“Le eccezioni sono la parte interessante della vita.”



 

Scelsero uno dei piccoli tavoli di plastica davanti alla cassa. Il posto non era grande e la luce gialla faceva male agli occhi. I menù attaccati alle pareti piastrellate davano l’impressione di locandine d’ospedali.

Holly si sedette dopo aver urlato l’ordine direttamente in cucina. Appoggió gli avambracci sulla superficie probabilmente appiccicosa e vi lasció cadere la testa sopra. Il suo sguardo si concentrò sulla minore da sotto le folte ciglia.

Taye non passava spesso del tempo con la sorella e il suo scrutinio la metteva a disagio. Ogni volta che andava a visitarla era a qualche festa o evento, circondata da amici e compagni di università. Si rese conto di non sapere come o di cosa parlare e si sentì condannata alla banalità.

“Vieni qui spesso?” Domandó schiarendosi la gola.

In risposta lei scoppiò a ridere. “Non devi conquistarmi sai?” Inclinò ulteriormente la testa appoggiata sulle braccia, come un cervo curioso. “Difficilmente ti mollerei qui da sola, anche se tu facessi battute molto squallide.”

Taye non ne era sicura. Istintivamente avrebbe voluto sorriderle ma cercó di ricordarsi che era maggiormente irritata con lei. Il silenzio si protrasse, dai rumori metallici che venivano dalla cucina. Voleva togliersi di mezzo il pensiero.

“Perché lo hai fatto?”

“Mi pare un po’ troppo tardi chiedere. Ormai hai partecipato.” Holly sistemó nuovamente le ciocche scure. “Credevo sapessi di cosa si trattasse.”

“Lo sapevo, lo so. Non capisco Perché, però, chiunque vorrebbe farlo.”

“Per provare.” Uno sbuffo esasperato. “Vedere se c’è un dopo o se qualcuno volesse contattarmi. Inoltre il rituale dei tre re è fra quelli più sicuri.” Concluse con una voce gentile.

Lei si sentí impotente, dopotutto aveva poche possibilità di fermare le trovate di Holly. “Sono giochi pericolosi quelli.”

“Sono stata attenta, e poi avevo te.” Sussurrò poggiando una mano fredda sulla sua. Taye finalmente lasció andare un sorriso.

“Quindi… hai visto qualcosa nei riflessi. Non mi hai risposto subito.”

Una voce maschile le informó che il cibo era pronto ma Holly non vi badó. I suoi occhi avevano assunto un nuovo grado di intensità. Taye non era brava nelle gare di sguardi ma quella volta non credeva di voler perdere.

Poi Holly sbatté velocemente le palpebre, si alzò e disse ridendo. “Niente.”

Taye perplessa la guardò allontanarsi.

Tornó con un vassoio pieno di patatine, tre hamburger, due sacchetti chiusi, una Sprite e una bottiglietta d’acqua. Non aspettó prima di disporre tutto sul tavolo e iniziare a ingurgitare cibo come se fosse il suo ultimo pasto.

 
   
 
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