CAPITOLO
VENTISETTESIMO
TOC, TOC… C’E’
NESSUUUUNO?
(copyright per la
particella di Sodio dell’Acqua Lete… e non disturbiamo l’acqua)
(13 gennaio 3019. Moria, porta
Occidentale.)
- I Nani
sono stupidi.-
Dopo ore
di ragionamenti complessi, Vanamir era più convinto che mai.
- Ma
dimmi te, come si fa a perdere le chiavi di casa?-
- Tieni
chiusa quella bocca, cugino, che tu le tue le perdi ogni tre giorni.-
- Senti
chi parla, quello che è scomparso per ore, mentre noi ci occupavamo dei lupi.-
- Ho
detto che io e Konstantin non vi trovavamo e non credo che parlarne ancora
potrà aiutarci ad aprire queste maledette porte.-
Vanamir
guardò suo cugino con aria scettica, mentre Konstantin, poco lontana, non
sapeva se ridere o piangere, anche perché aveva notato il livido bluastro che
andava formandosi sul viso di Andael (e Legolas le aveva spiegato come se l’era
procurato).
Gandalf
intanto si affaccendava attorno alle Porte di Moria, cercando una qualunque
formula magica, parola d’ordine, volgare oscenità o simpatica affermazione, per
dire “amici” ed entrare.
Andael
intanto, il cui spirito allegro non era stato minimamente smorzato dal pugno
del capitolo precedente, stava cercando di far cantare gli Hobbit
-
Coraggio – stava dicendo in quel momento – ripetete assieme a me
“Nella
valle c’è un fiorellino”
-
Dobbiamo proprio?- chiese Sam, dubbioso
-
Ovviamente!!-
“Nella
valle c’è un fiorellino”
“Che è
tanto, tanto, carino”
- Andael,
che fine ha fatto la tua illusoria dignità?- s’intromise Ikar, che stava per
impazzire
Alla
fine, rassegnato, Gandalf si sedette su una pietra
- Mi
arrendo.- borbottò. Ma guardando Andael, un barlume di sorriso riapparve sul
suo viso.
Flash-back: il
piccolo
(Isengard, autunno 2997)
Gandalf e
Saruman passeggiavano per i giardini di Isengard, discutendo sui rischi
dell’utilizzo del Palantìr. Fra gli alberi, un ragazzino dai capelli neri
correva, ridendo.
- Allora,
parlando d’altro, come va con il piccolo?- chiese Gandalf, con un sorriso
- E’
snervante.- ammise Saruman – ma, in fondo, credo di aver visto di peggio.-
Un
piccolo botto annunciò che Andael aveva provato uno dei suoi incantesimi
- Sì,
beh, non molto di peggio.- si
corresse il mago
- Ha un
bel caratterino, bisogna ammetterlo.-
- E ha
anche delle potenzialità notevoli ma… ma è talmente imbranato!-
-
Dobbiamo capirlo. Non dev’essere facile essere figlio di… beh, lo sappiamo di
chi.-
- Hai
altre notizie di… beh, dell’altro figlio?- chiese Saruman. Gandalf annuì
- Sì, sì.
Sta con gli Elfi, adesso. E credo sia meglio che restino separati.-
Il
piccolo Andael scelse proprio quel momento per correre incontro ai due “anziani
signori”, com’era solito chiamarli. Era tutto sporco di cenere, coi capelli
scompigliati e con una macchia verde fluo sulla guancia.
- Che è
successo, Andael?- gli domandò Saruman, con un sospiro rassegnato
- C’è
stato un piccolo botto, Maestro!- rispose il ragazzino, con voce squillante
- L’avevo
immaginato.-
- E’
stato un po’ più difficile del previsto, ma ci sono riuscito!!- esultò poi
Andael, infilando le mani nelle tasche della veste ed estraendo qualcosa che a
prima vista sembrava una polpetta di fango radioattiva e che invece, con uno
studio più accurato, diventava un cuore dove, ad intermittenza, lampeggiavano
le parole “Grazie, Maestro”
Gandalf
sorrise mentre Saruman accettava con aria perplessa il regalo del piccolo
discepolo ed accettava anche l’abbraccio che lo seguì.
Nonostante
le abilità magiche del bambino non facessero ben sperare l’Ordine, il Grigio
Pellegrino non riusciva a non pensare che, un giorno, l’animo gentile ed
innocente di Andael avrebbe salvato il mondo.
Fine flash-back
Gandalf
trattenne una risata: Andael aveva ricominciato con la canzone.
- Tutti
in coro!! Siamo tutti qui, felici, perché siamo tutti…-
Silenzio
di tomba. Nessuno sapeva la fine della filastrocca, nonostante le speranze
dell’Apprendista stregone nonché aspirante Maestro del coro.
- perché
siamo tutti…?- esortò gli Hobbit
- AMICI!-
esclamò Frodo, e poi – aspetta un attimo… ho detto “amici”?- il Portatore si
voltò verso il cancello di Moria – Gandalf, come si dice “amici” in Elfico?-
-
Mellon.- rispose lo stregone. E le porte, trionfalmente, si aprirono
- Certo
che voi Elfi avete un senso dell’umorismo terribile.- fece notare Ikar – la
prossima volta accordatevi su una parola d’ordine e non ripiegate su questi
patetici enigmi!-
-
Evidentemente – controbatté Legolas – non tanto patetici, visto che siamo stati
una vita per aprire questa porta.-
- Ma alla
fine ci siamo riusciti, e così come l’abbiamo fatto noi, potrebbero riuscirci
dei nemici con un minimo di intelligenza. Non mi sorprende che gli Orchetti
abbiano invaso Moria!-
- Tacete,
voi due!- li rimproverò Gandalf – adesso entriamo e… Pipino, smettila di tirare
sassi in quel benedetto stagno! E’ un miracolo se non si è ribellato e non ha
ancora cercato di ucciderti… Vanamir, no, non ti è concesso scrivere
stupidaggini sulla porta di Moria…
qualcuno fermi Andael prima che cerchi di operare un incantesimo per
cancellare le nostre tracce (e ne abbiamo lasciate, di tracce)… e, per l’amore
dei Valar, qualcuno mi sa dire perché Konstantin è scomparsa un’altra volta?-
(Lato ovest dello stagno di Moria,
dietro ad una roccia gigante)
- Adesso
mi spieghi perché ci imboschiamo ogni momento?- chiese Konstantin, che ormai si
era tolta giustacuore, camicia, reggiseno e aveva appoggiato il tutto su una
roccia poco distante, assieme alla sua sacca da viaggio e alla cintura con le
armi.
- Perché
noi non stiamo insieme.- le rispose
Boromir
- Perché
se stessimo insieme dovremmo farlo davanti a tutti?- domandò la ragazza,
perplessa
- Credo
di sì. Ma il problema non ci riguarda, perché noi non stiamo insieme adesso e non staremo insieme mai.-
- E
allora perché ci siamo imboscati?-
- Perché
stiamo andando a salvare il mondo e dobbiamo trovare un modo per conservare
l’ottimismo.-
- Parli
come me.- disse Konstantin, ridendo – mi piace.-
- A me
neanche un po’.- precisò Boromir, baciando la ragazza sulle labbra
- Fammi
capire. Noi non stiamo insieme, quindi, quando finirà la guerra, se saremo
ancora vivi, dovremo smettere di fare s…-
-
Esattamente. Quando torneremo a casa, beh, allora non garantisco che ti
chiamerò “mamma”, ma l’idea sarà quella.-
-
Mitico.- borbottò Konstantin – adesso mi stai facendo sperare che la guerra non
finisca mai.-
E fu
proprio in quel momento, che un grosso tentacolo uscì dall’acqua, afferrando la
ragazza per una gamba
- Questo
è incredibile.- protestò lei.
Dall’altra
parte del lago, un altro tentacolo aveva afferrato Frodo
- Mi sa
che è il momento adatto per chiamare aiuto.-
disse Konstantin, e poi:- AIUTO!!-
FINE CAPITOLO
VENTISETTESIMO
L’autrice adesso non
sta pensando.
Ringraziamenti!!
Evening_star: sì, insomma, Konstantin e Boromir
hanno fatto sesso ma, come avrai capito, non stanno mica insieme… per quello ce
ne vorrà! Per quanto riguarda la cosa orribile che capita un po’ dopo Moria…
oh, che diavolo, non dovrei dirlo ma non resisto! Tranquilla. La mia storia si
dissocerà dell’originale (altrimenti Connie ha detto che mi uccide!!) un
bacione!
Calliope: ciao! Grazie per la recensione… e
mi dispiace per l’html… non ci capisco molto, ma vedrò di rimediare… comunque,
i lupi hanno sopportato l’etichettatura e i compagni hanno sopportato Andael…
fin qui tutto bene. Per quanto riguarda Glorfindel e lo specchio… beh, spero
per il bene di Konstantin (e Boromir) che Galadriel non acconsenta!! Baci!
CHARY