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Autore: Shireith    18/05/2018    2 recensioni
{Marichat // raccolta mista di trentuno storie che partecipa alla challenge Marichat di maggio 2018 indetta dai fan su Tumblr}
#01 — Mentre fuori piove » Vestito d’una tuta nera che ricopre ogni centimetro del suo corpo, i capelli biondi e sbarazzini ora intrisi d’acqua piovana, la figura che vede distesa a terra sul balcone di casa sua non può essere altri che lui.
#13 — Il mio faro nella notte » Lo scenario che si presenta ora ai suoi occhi, tuttavia, gli sbatte in faccia la triste e crudele e realtà: che un individuo qualsiasi può, se quello è il suo volere, porre fine alla vita di tanti altri come lui.
#17 — Sul filo del rasoio » La pioggia, intanto, è fitta, malinconica: lo scenario ideale per una tragedia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#18. Guardia del corpo


Uno strano fastidio


 La prima volta che li aveva visti era successo a scuola.
 Come tutte le mattine stava risalendo su per le scale dell’istituto, quando a un certo punto, tra gli studenti lì radunati, aveva adocchiato Marinette intenta a parlare con un ragazzo. Era più alto di lei, forse anche un po’ di più di quanto non lo fosse diventato lui negli ultimi mesi, e, benché non lo conoscesse, Adrien aveva dato per scontato che frequentasse la loro stessa scuola. Nessuna di queste due cose, tuttavia, gli aveva dato fastidio. No, ad avergli dato fastidio era semplicemente il fatto che parlassero: non si era mai ritenuto una persona gelosa o possessiva, e infatti non lo era, ma c’era un certo qualcosa nel modo in cui quel ragazzo parlava a Marinette che non gli andava a genio.
 Erano i suoi occhi a tirargli un tiro mancino o ci stava definitivamente provando?
 Era un pensiero che non era riuscito a togliersi dalla testa per tutta la durata della mattinata scolastica. Aveva provato a concentrarsi sulla lezione, o ad ascoltare le parole del suo compagno di banco, ma sembrava che la sua mente amasse focalizzarsi sull’idea di Marinette intenta a scambiare due chiacchiere con un ragazzo in quel modo. Perché sì, c’era qualcosa di diverso nel modo in cui quei due parlavano rispetto a come Marinette parlava con lui o con altri compagni di classe. Quasi come se fosse interessata a lui. E, senza capirne il perché, era questo a dargli fastidio.
 
***
 
 Chat Noir atterrò sul balcone con un equilibrio perfetto, Marinette che ancora era stretta tra le sue braccia e teneva le proprie allacciate attorno al suo collo. Il giovane la lasciò andare e chiese: «Idee sul perché l’akumizzato ce l’abbia con te?»
Marinette sospirò. «Temo che abbia a che fare con un ragazzo della mia scuola.»
 Quella rivelazione attirò ancora di più l’attenzione di Chat Noir, e fu fortunato che l’altra fosse talmente persa nei suoi pensieri da non rendersene conto. «Perché lo pensi?»
 «Stamattina mi ha chiesto di uscire, ma io ho rifiutato.»
 Adrien sapeva bene che quello non era il momento adatto, ma una parte di lui non poté fare a meno di provarne sollievo. Di nuovo, il ragazzo si trovò confuso sulla natura di quei sentimenti: non sapeva cosa fossero o da dove provenissero, solo che l’idea di Marinette romanticamente interessata a un altro ragazzo gli dava un po’ fastidio. 
 «E come mai hai rifiutato? È… per via di quel ragazzo che ti piace?» domandò con discrezione, ricordando una sua precedente confidenza.
 Marinette arrossì un po’ e annuì senza aggiungere altro.
Adrien si ritrovò a pensare che sì, era pur vero che sapeva da un po’ che già un ragazzo aveva rubato il cuore dell’amica, ma finora era stato diverso, perché quella persona per lui non aveva mai avuto né un volto né un nome, era come se non esistesse. E sapeva anche che Marinette non era ricambiata – il che, chiaramente, non era qualcosa di cui gioirsi, ma probabilmente l’aveva aiutato a non dar peso alla cosa.
 «Michel» questo il suo nome, immaginò Adrien «è carino, e simpatico, e gentile… ma non è A—»   
 Qualsiasi nome la ragazza stesse per pronunciare le morì in gola, perché in quello stesso istante Chat Noir vide avvicinarsi a loro una figura dalle dimensioni considerevoli che subito riconobbe come l’akumizzato da cui l’aveva tratta in salvo poco prima. Realizzando di essersi un attimo dimenticato della sua esistenza, il giovane sollevò Marinette da terra e la trasse in salvo.
Vagò nei dintorni finché non fu sicuro che l’akumizzato non fosse abbastanza lontano dall’abitazione della ragazza, poi la ricondusse lì per assicurarsi che si trovasse in un ambiente sicuro. «Resta qui» le disse. «Ci penso io a proteggerti da quello lì, va bene?»
 Marinette gli sorrise e annuì, rimanendo lì a guardarlo dirigersi in direzione del nemico con movimenti ampi e fluidi.
Prima di trasformarsi in Ladybug, la ragazza si concesse un istante di tempo per pensare alla sua immensa sfortuna in questioni di cuore: Chat Noir era un giovane tanto gentile e premuroso e l’amava, ma lei non ricambiava. Aveva una buona opinione anche di Nathanaël e Michel, che entrambi si erano interessati a lei, ma anche in questo caso li aveva rifiutati – e, piccoli effetti collaterali, Papillon li aveva akumizzati.
 La verità era che per lei esisteva solo Adrien, ma lui probabilmente non avrebbe mai smesso di vederla come una semplice amica.
   
 
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