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Autore: LatersBaby_Mery    20/05/2018    10 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 70

Una settimana dopo...

POV ANASTASIA

“Questo è uno dei motivi per i quali adoro le ferie” mormoro estasiata, allungando le gambe su quelle di Christian e rubando una fragola dal piattino che ha tra le mani. La intingo nella panna e poi la conduco verso le sue labbra.
Lui ne addenta un pezzetto, ridacchiando. “Perché puoi avermi tutto il giorno alla tua mercè?” ironizza.
Annuisco, mangiando la metà che rimane della fragola.
Siamo seduti sull’altalena in giardino, all’ombra, circondati dal silenzio e dal profumo delle azalee che mi sono regalata per arricchire il nostro prato. I bambini stanno dormendo: ieri sera siamo tornati da Savannah e sono ancora intontiti dal fuso orario. Io, con l’aiuto di Gail, ho trascorso la mattinata a disfare i bagagli e a mettere a posto l’uragano che si è creato in cabina armadio, il tutto con in sottofondo i brontolii di Christian sul fatto che dovessi andare con calma e non stancarmi.
Adesso finalmente posso godermi le attenzioni e le coccole di mio marito e la pace dei pomeriggi d’estate.
“Sei stanca?” domanda ad un tratto Christian, accarezzandomi le gambe.
Sorrido e gli prendo la mano, intrecciando le dita con le sue. “No. Anzi, non potrei stare meglio”
Mio marito sorride a sua volta e porta la mia mano alle labbra, baciandone il dorso. Sfilo la mano dalla sua e la intrufolo tra i suoi capelli, li accarezzo dolcemente e lui chiude li occhi, lasciandosi andare ad un’espressione rilassata e tenerissima. Mi sposto in modo che la mia schiena aderisca al suo fianco, e subito il suo braccio mi cinge il busto e le sue labbra sfiorano la mia tempia.
“Vorrei stare così tutto il giorno” mormora Christian, stringendomi più forte a sé.
Ruoto la testa per sfiorare le sue labbra con le mie. “Anche io” sussurro.
“E la stellina di papà come sta?” fa vagare dolcemente la mano sulla mia pancia.
“Lei è bravissima. Questa mattina, mentre cercavo di ridare alla nostra camera un aspetto meno da giungla, è stata davvero un angioletto. Ogni tanto si faceva sentire, come se volesse farmi compagnia..”
Lo sento ridere, con la bocca a contatto con i miei capelli.
“La prossima ecografia è fissata per dopodomani, giusto?”
Annuisco.
“Vogliamo portare anche Teddy e Phoebe?”
Ci rifletto qualche istante. “Ma sì, secondo me saranno contenti!”
Christian ride e mi bacia una guancia. “Quanto sei bella” mormora poi, abbracciandomi più forte.
Giro il viso per far incontrare le nostre labbra in un bacio dolce e appassionato.
A distrarci, pochi secondi dopo, è il rumore della porta-finestra della cucina che si apre e poi si richiude. Christian ed io ci voltiamo contemporaneamente verso la stessa direzione e vediamo Roxy venire verso di noi.
“Roxy?” domando tra me e me, stupita, chiedendomi cosa possa averla portata qui all’improvviso.
Mi alzo dall’altalena e scruto mia cognata mentre cammina per raggiungerci: sembra nervosa, tesa.
“Hei, come mai qui?” chiedo, abbracciandola per salutarla.
“Ragazzi perdonatemi se piombo qui all’improvviso, so che siete tornati ieri e magari vorreste riposare un po’, stare da soli..” si scusa, alternando lo sguardo tra me e Christian, e il suo tono incerto e nervoso conferma l’impressione che ho avuto non appena l’ho vista.
“Non ti preoccupare” la rassicuro, cingendole le spalle con un braccio “Che cosa succede?”
“Avevo bisogno di parlare con te” mormora.
“Okei, io vi lascio alle vostre chiacchiere tra donne” afferma Christian, alzandosi.
Saluta Roxy con due baci sulle guance. “Vado a leggere alcune mail di Ros”
Annuisco con un sorriso, lui mi lascia una tenera carezza sul viso e poi si allontana, facendomi beare del panorama del suo sedere fasciato nei bermuda di jeans. Mi riprendo dal mio momento di ormonale venerazione e torno a rivolgere la mia attenzione a Roxy.
“Hey, allora? Cos’è successo?”
“Ehm.. possiamo sederci?”
“Certo!” ci spostiamo sotto al gazebo e ci accomodiamo sulle poltroncine “Ti va qualcosa da bere o da mangiare?”
“Nono, grazie” risponde con voce quasi tremante.
“Roxy, mi stai facendo preoccupare. Mi dici cosa è successo? Hai litigato con Thomas?”
Lei scuote la testa e si tortura le mani.
“Ho.. un ritardo di una settimana” dice in un sibilo.
Spalanco gli occhi e mi porto una mano davanti alla bocca, non mascherando la mia immensa sorpresa.
“Oh” sussurro “Sei..”
“Non lo so” risponde alla mia domanda non pronunciata.
La fisso, cercando di captare qualche emozione dal suo sguardo basso. Non riesco a capire se l’eventualità di una gravidanza la renderebbe felice o meno.
“Roxy, perdonami se te lo dico, ma apparentemente non sembri.. ehm.. molto entusiasta..”
Lei sospira e solleva lo sguardo: i suoi occhi sono colmi di lacrime non versate.
“Se fossi incinta sarei la ragazza più felice di questo mondo” mormora, con un bellissimo sorriso che fa sorridere anche me. “Ho solo paura..”
Mi acciglio, perplessa. “Paura di cosa?”
“Sei mesi fa ho avuto un ritardo, e considerato che di solito sono sempre molto puntuale, ho cominciato ad illudermi. Thomas ed io non avevamo mai parlato di un figlio nostro, ma ero sicura che ne sarebbe stato felice. Feci il test e risultò positivo, ma volli fare le analisi del sangue prima di dirlo a Thomas. Dalle analisi risultò tutto negativo, e pochi giorni dopo tornò regolarmente il ciclo. Il test era stato solo un falso positivo. Mi sentii così delusa, triste, vuota. Anche se per un solo giorno ci avevo creduto. Non ne ho parlato con nessuno e ho accantonato la cosa dicendomi che forse non era il momento giusto..”
Poso una mano sulla sua. Posso immaginare come debba essersi sentita, e avverto un macigno all’altezza dello stomaco.
“Il giorno in cui Thomas mi mostrò la nostra casa e mi chiede di sposarlo, ad un tratto mi propose di.. ehm.. metterci d’impegno dopo il matrimonio per dare un fratellino o una sorellina a Lucas..” continua, ridendo e arrossendo.
“E tu hai paura di restare delusa di nuovo” affermo.
Roxy annuisce. “Anche se mancano ancora due mesi al matrimonio, io non desidero altro che avere un bambino da lui, e so che lui prova la stessa cosa..”
Sorrido davanti alla sua espressione tenera e innamorata, tipica di quando pensa a Thomas e Lucas.
“Non hai ancora fatto il test?” le chiedo.
“No! E non ho intenzione di farlo!” apre la borsa ed estrae una busta di carta bianca “Ho fatto direttamente le analisi del sangue. Sono passata a ritirarle poco fa ma non ho il coraggio di aprirle”
“Tesoro” mormoro, accarezzandole i capelli.
“Sai quanto bene voglia a mia madre, lei è una persona fantastica e abbiamo sempre avuto un rapporto stupendo, solo che.. in momenti come questo vorresti accanto un’amica, una sorella. Io una sorella non la ho e per quanto riguarda le amiche, non ho legami così forti da voler condividere tutto ciò. Per questo.. la prima persona a cui ho pensato sei tu. Sei l’unica con la quale mi senta di condividere una gioia come questa.. o.. una delusione..”
Le sue parole mi riempiono il cuore di gioia. Roxy mi è stata simpatica dal giorno in cui l’ho conosciuta, sentivo una sorta di affinità con lei. E quando è entrata nella vita e nel cuore di mio fratello è diventata per me una persona speciale. Di slancio la abbraccio, stringendola forte.
“Non sai quanto ti voglio bene” mugugno, con la voce carica di emozione.
“Anche io” risponde, ricambiando la mia stretta.
Prima di scoppiare a piangere mi stacco da lei e le prendo le mani.
“La apriresti tu?” mi porge la busta “Io non ce la faccio”
“Certo” prendo la busta e lentamente stacco il lembo superiore per aprirla.
Estraggo il foglio all’interno e lo dispiego, affrettandomi a leggere. Faccio scorrere lo sguardo sul referto e mi soffermo in basso alla voce BETA-HCG.
Il valore che leggo accanto mi mozza il fiato: 12240.
Richiudo il foglio e guardo Roxy, che scruta ogni singolo millimetro del mio viso, in trepidante attesa.
“Il dosaggio è a cinque cifre!” esclamo.
Roxy sgrana gli occhi e spalanca la bocca, senza dire nulla. Le lacrime che fino ad ora è riuscita a controllare iniziano a scorrere lentamente sulle sue guance. Le sue labbra pian piano si allargano in un meraviglioso sorriso.
“Oddio, non.. non ci posso credere..” farfuglia, in un misto tra risate e singhiozzi.
Mi alzo e mi sporgo per abbracciarla forte, lasciandomi andare alle lacrime. “È tutto vero, è tutto vero” le ripeto, tirando su con il naso. Sono immensamente felice per lei e per mio fratello.
Roxy si stacca da me e si asciuga gli occhi. “Oddio..” sussurra, prendendo il foglio dalle mie mani e riguardando ancora una volta quel risultato.
“Sei felice?” le chiedo, spostandole i capelli dalle guance umide.
Le lacrime ricominciano a scendere sul suo viso. “Tantissimo” dice, con la voce incrinata “Non vedo l’ora di dirlo a Thomas” il suo sorriso lascia improvvisamente spazio ad un’espressione seria “Secondo te sarà felice?”
Sorrido, accarezzandole i capelli; la sua insicurezza la rende dolcissima. “Hei, che domande sono? Certo che sarà felice! Ti ama da morire, lo sai, e basta guardarlo con Lucas per capire che ama il suo ruolo di padre..”
Roxy sorride e prova nuovamente ad asciugarsi gli occhi. “È vero, con Lucas è un papà straordinario”
Mi siedo sul bracciolo della sua poltroncina e la abbraccio ancora una volta. “Sono così felice per voi! È una gioia immensa!”
“Io ancora non me ne rendo conto.. Certo, il sospetto lo avevo, altrimenti non avrei fatto le analisi, però una cosa è sospettarlo, e un’altra è sapere che sta accadendo davvero. Proprio a me!”
“Tu, Thomas e Lucas non meritate nulla di meno. Siete una famiglia bellissima e questo bambino, o bambina, la renderà perfetta!”  
“Il nostro bambino” sussurra, quasi in trance “Dio.. fa così strano dirlo..”
Rido, divertita. “È normale, adesso ti sembra tutto surreale, come se non stesse accadendo a te..”
“Sì.. E poi, anche se per me è la seconda gravidanza, sento che sarà tutto nuovo.. perché avrò l’uomo che amo accanto a me..”
“Sarà bellissimo, ne sono sicura”
“Adesso mi andrebbe qualcosa da bere” dice poi mia cognata.
Ci alziamo e rientriamo in casa. I bambini dormono ancora, mentre Gail è impegnata in lavanderia. Roxy si accomoda su uno degli sgabelli al bancone della cucina, ed io apro il frigorifero.
“Succo d’arancia, di pompelmo, frappè alla fragola, o coca-cola?”
“Succo di pompelmo!”
Afferro la bottiglia e verso un bicchiere per me ed uno per lei, e mi siedo anche io al bancone.
“Con tutte queste emozioni non ti ho neanche chiesto tu come stai”
“Oh, io benissimo! Il caldo mi toglie un po’ di energie, ma per il resto sto davvero bene. Adesso riesco a sentirla muovere in maniera abbastanza netta, ogni giorno un po’ di più, ed è stupendo!”
“Basta guardarti negli occhi per vedere che sei felice. Sei luminosa, raggiante. E anche Christian lo è. Ti guarda come se fossi la sua stella cometa..”
Sorrido, inclinando il viso, emozionata dalle sue parole.
“Sono una donna molto fortunata” affermo.
“E perché saresti una donna fortunata?” la voce di Christian ci fa sobbalzare.
Ci voltiamo verso l’entrata ad arco attraverso la quale mio marito entra in cucina.
“Perché ho te!” rispondo semplicemente.
Lui sorride e mi raggiunge, cingendomi la vita con le braccia e attirando la mia schiena contro il suo petto. Roxy ci guarda e sorride, con il viso inclinato e la guancia appoggiata alla mano.
“Ragazzi, io tolgo il disturbo e vi lascio soli” dice, alzandosi.
“Ma non disturbi affatto!”
“Ti ringrazio Christian, ma.. ho una certa fretta!” mi rivolge uno sguardo d’intesa, ed io mi stacco da mio marito per abbracciarla.
“Andrà tutto benissimo” la rassicuro.
“Grazie Ana” mormora.
Sciolgo l’abbraccio e le prendo le mani. “Non devi ringraziarmi. Io voglio solo la tua felicità, quella di mio fratello e di Lucas” le sorrido.
Roxy ricambia il mio sorriso e mi abbraccia di nuovo. Mi lascia due baci sulle guance e fa altrettanto con Christian prima di sgattaiolare via. Sono sicura che non veda l’ora di dare la meravigliosa notizia a Thomas, e farei di tutto per trasformarmi in una piccola farfalla ed essere lì stasera, per assistere alla reazione di mio fratello. Se lo conosco bene e conosco l’amore che prova per la sua futura moglie, so che sarà felicissimo. È un uomo dolce, forte e con un grande senso della famiglia; l’arrivo di un figlio è il regalo più bello che possa ricevere dalla vita.
Mi siedo sullo sgabello dove prima c’era Roxy e sospiro sognante.
Christian mi fissa perplesso. “Che succede?” chiede, appoggiandosi con gli avambracci al lato opposto del bancone.
“Grandi novità” rispondo evasiva.
“Cioè?”  
Rifletto per qualche istante, indecisa se svelargli o meno la notizia. Ma in fondo perché dovrei tacere una cosa così bella?
“Diciamo che, qualche mese dopo la sua nascita, nostra figlia avrà un nuovo cuginetto, o cuginetta” affermo con un sorriso.
Christian sgrana gli occhi. “Dici sul serio?”
Annuisco.
“Wow! È.. bellissimo” mormora, mostrando un sorriso sincero. “Thomas lo sa?”
“Non ancora. Glielo dirà questa sera. L’abbiamo appena scoperto insieme”
Mio marito fa il giro del bancone e si posiziona alle mie spalle, cingendomi il busto e appoggiando il mento sulla mia spalla.
“Conoscendo tuo fratello, sarà al settimo cielo”
“Ne sono sicura”
“Sono davvero felice per loro” afferma. Poi, dopo una breve pausa, prosegue “Sai.. fino a prima che nascesse Teddy probabilmente non avrei potuto dire una cosa simile, ma da quando sono diventato padre ho la certezza che non ci sia niente di più bello al mondo” dice con dolcezza, accarezzandomi la pancia e facendomi sciogliere.
Ogni volta in cui Christian palesa il suo orgoglio e la sua felicità di essere papà, rende me felice e fiera di lui. Mi lascio andare contro il suo petto e poso le mani sulle sue, mentre due labbra morbidissime sfiorano la mia tempia.
“È vero. Non c’è niente di più bello al mondo”


POV ROXY

Stiro l’ultima ciocca di capelli e fisso il mio riflesso allo specchio. Con un abitino semplice color pesca, la pelle abbronzata, i capelli lisci e un tocco di rossetto e mascara, mi sento piuttosto soddisfatta dell’immagine che vedo. Mi volto di profilo e, senza che neanche me ne renda conto, una mano finisce sul mio ventre piatto, che custodisce il nostro piccolo grande tesoro, mio e dell’uomo straordinario che tra due mesi diventerà mio marito.
Sorrido, ancora incredula al pensiero di essere di nuovo incinta. Quando ho letto il referto delle analisi del sangue, insieme ad Anastasia, avrei voluto ridere, piangere, saltare e urlare, tutto allo stesso tempo. Invece sono rimasta per diversi secondi praticamente pietrificata, incapace di mostrare reazioni e sentendomi quasi estromessa dal mio corpo, come se tutto quello non stesse accadendo a me. Quando ho cominciato a toccare con mano la realtà, mi sono sentita pervasa da una sensazione di euforia e felicità mai provata prima, e da quando sono tornata a casa ogni cinque minuti vado a rileggere il referto, quasi per timore che quelle cinque cifre possano sparire da un momento all’altro.
Dopo gli ultimi ritocchi e uno spruzzo di profumo, esco dal bagno e vado a controllare l’orata al cartoccio in forno, uno dei piatti preferiti di Thomas. Ho voluto preparare una cenetta solo per noi, in modo da creare l’atmosfera migliore per svelargli la bellissima notizia; il fatto che mia madre abiti ad un solo piano da noi aiuta moltissimo, perché può tenere Lucas a dormire da lei e permettere a me e Thomas di restare da soli, e mio figlio è sempre molto felice di trascorrere del tempo con la sua nonna.
Spengo il forno e sistemo l’orata in un piatto adatto, ornandola tutt’intorno con fettine di limone, e sono felice di constatare che, per ora, gli odori forti come il pesce o le spezie non mi provocano alcun fastidio. Dopo controllo il condimento per il risotto e poi mi occupo del dolce, ricoprendo di cioccolato fuso i bignè che ho precedentemente riempito di panna. Terminate le varie pietanze, lancio un’occhiata all’orologio: le 20:15. Il turno di Thomas finiva alle 20, quindi considerando il tempo che impiega a cambiarsi e a tornare dall’ospedale, tra poco più di un quarto d’ora dovrebbe essere qui.
Di solito non amo quando ha il doppio turno dalle otto del mattino alle otto di sera, ma oggi tutto sommato mi fa comodo, perché mi ha permesso di organizzare questa cena nei minimi particolari e di prepararmi con calma.
L’ultima cosa che mi resta da fare è apparecchiare la tavola in salone: tovaglia di lino, piatti con il bordo color argento, bicchieri di cristallo e candele. Voglio che sia tutto perfetto.
Ho appena acceso le candele quando sento una chiave infilarsi nella serratura, facendola scattare. Mi posiziono davanti al tavolo e aspetto che la porta si apra, mostrandomi il mio meraviglioso fidanzato. Ha la borsa in mano e la giacca appoggiata al braccio, e questo mi consente di ammirare la sua camicia azzurra che si tende sui pettorali scolpiti e fa risaltare la sua pelle abbronzata.
“Buonasera!” esclama, sorridendomi.
Sorrido a mia volta e gli vado incontro, camminando lentamente. “Buonasera”
Aspetto che appoggi la borsa sul mobiletto e la giacca all’attaccapanni e poi gli cingo il collo con le braccia e mi sporgo a baciarlo.
“Sei bellissima” mormora, scrutandomi da capo a piedi, dopodichè il suo sguardo si allarga alla stanza intorno a noi, posandosi sul tavolo. “Wow! Che meraviglia!”
“Ho pensato di organizzare una cenetta tutta per noi. Sei contento?”
“Ma certo!” mi bacia e mi stringe a sé “Lucas?” chiede poi.
“Ha insistito per restare a mangiare e dormire da mia madre. Dai, vai a lavarti le mani che io porto i piatti in tavola”
Thomas mi dà un tenero bacio sulla fronte e poi si dirige verso il bagno. Io torno in cucina e impiatto il risotto ai frutti di mare che ho preparato questa sera per la prima volta; ho seguito passo passo la ricetta di Gail e spero sia buono.
Thomas ed io torniamo in salone praticamente nello stesso momento, lui si accomoda ed io sistemo i piatti, sedendomi poi di fronte a lui.
“Oddio, che profumo paradisiaco!” mormora, quasi in estasi.
Ridacchio e poi lo invito all’assaggio.
“Amore, è ottimo!” esclama, dopo la prima forchettata di riso, e dalla velocità con cui continua a mangiare deduco che gli piaccia davvero tanto.
Io, invece, pur complimentandomi con me stessa per la riuscita del piatto, non riesco a mandare giù granchè. Ho un nodo alla bocca dello stomaco e so che non si scioglierà finché non svelerò a Thomas la notizia della gravidanza, ma non so come dirglielo; vorrei aspettare il momento perfetto, preparare un discorso.
“Piccola?” al suono della sua voce alzo di scatto lo sguardo dal mio piatto al suo viso “Tutto a posto?”
“Sì, certo” gli sorrido “Piuttosto a te com’è andata la giornata? Sembri stanco”
Lo è sempre quando fa il doppio turno o il turno di notte, ma stasera lo vedo un po’ più distrutto del solito.
“Un po’. La mattinata è stata abbastanza tranquilla, ma dopo pranzo si è scatenato l’inferno”
“Cos’è successo?” domando, gustando un altro po’ di risotto.
Adoro quando la sera Thomas ed io ci raccontiamo com’è andata la nostra giornata, e soprattutto mi affascina moltissimo sentirlo parlare del suo lavoro; dalle sue parole traspare sempre tutta la passione e la vocazione che ha verso la strada che ha scelto.
Thomas si tampona gli angoli della bocca con il fazzoletto e beve un sorso d’acqua prima di iniziare a raccontare.
“C’è stato un incidente sulla I-5. In una delle due auto che si sono scontrate c’era una giovane coppia di sposi. Non erano in grave pericolo di vita: l’uomo ha riportato qualche frattura e un leggero trauma cranico, ma la ragazza era incinta e l’incidente ha provocato un’emorragia. Era a 33 settimane, in pratica in anticipo di due mesi, ovviamente il bambino era parecchio prematuro e rischiava, ma farlo nascere era l’unica possibilità che avevamo di salvare lui e la mamma. Quindi abbiamo praticato subito un cesareo d’urgenza. Durante l’intervento abbiamo temuto più volte sia per la mamma che per il bambino, ma per fortuna è andato tutto bene: un bel maschietto di 1,700 chili, che superando qualunque nostra aspettativa ha pianto dopo meno di dieci secondi. È in terapia intensiva neonatale ma è sanissimo e i suoi parametri sono ottimi” afferma con un sorriso emozionato “Sono state ore così intense che abbiamo perso la cognizione del tempo, ma.. non ti so descrivere quanto sia stato bello il momento in cui la ragazza si è risvegliata dall’anestesia e le abbiamo detto che il suo bambino ce l’aveva fatta e stava bene. Il papà, invece, quando i neurologi si sono resi conto che le funzioni erano buone e non c’erano danni gravi, ha avuto il permesso di poter vedere il bambino, accompagnato in sedia a rotelle da un infermiere. Io ero in terapia intensiva con i pediatri per compilare la cartella e ho assistito ad una delle scene più belle che abbia mai visto da quando faccio questo lavoro. Il ragazzo si è avvicinato all’incubatrice e attraverso l’oblò ha sfiorato la manina di suo figlio. Ha iniziato a piangere come un bambino e a ruota l’hanno seguito tutte le infermiere. Prima di andare via è passato accanto a noi e ci ha ringraziato. ‘Avete salvato la vita di mia moglie e del nostro bambino, e si conseguenza anche la mia’ così ha detto. Quelle parole mi hanno riempito il cuore: quell’uomo ha avuto un incidente non da poco, la sua auto è distrutta, lui era alquanto ammaccato, sua moglie ha avuto un cesareo d’urgenza e ha rischiato grosso, ma nonostante tutto lui era felice e grato alla vita. Non è meraviglioso?”
Lo fisso incantata, incapace di dire alcunché. È a questo che mi riferivo prima: quando Thomas parla del suo lavoro trasmette una passione così forte da ammaliare il suo interlocutore.
“Cosa c’è?” domanda Thomas, notando il mio silenzio e il mio sguardo completamente rapito da lui.
Allungo la mano sul tavolo per intrecciare le dita con le sue. “Sei tu ad essere meraviglioso” mormoro, perdendomi nei suoi occhi azzurri, illuminati dalla luce delle candele.
E mi rendo conto che, se mai esistesse un momento perfetto per svelargli la notizia che mi sta facendo scoppiare il cuore, quel momento è senza dubbio adesso.
Mi alzo e vado a sedermi sulle gambe di Thomas, che mi scosta i capelli dal viso e mi cinge i fianchi con le braccia.
“Amore, sei sicura che vada tutto bene? C’è qualcosa che devi dirmi?”
Annuisco. “Diciamo che.. c’è un motivo per il quale ho organizzato questa cena..”
“E qual è?”
Sospiro e prendo a giocare con il colletto della sua camicia. Ho la gola secca e non riesco a parlare.
“Hei, piccola” sussurra Thomas posandomi due dita sotto al mento e costringendomi a guardarlo negli occhi. “Cosa c’è?”
“È che.. avrei voluto preparare un discorso.. dirtelo nel modo migliore..”
Lui mi posa due dita sotto al mento e mi costringe a guardarlo “Roxy, sono io. Cosa devi dirmi? Mi stai facendo preoccupare” la sua espressione è seria e corrucciata.
Lo guardo negli occhi per un lunghissimo istante e poi pronuncio le due parole che premono per uscire da quando l’ho visto varcare la porta di casa.
“Sono incinta”
Gliele dico così, nel modo più semplice e naturale del mondo, con la voce ferma ma carica di emozione.
Thomas resta per qualche secondo in silenzio, e i suoi occhi lentamente si sgranano.
“Cosa?” sussurra.
Accarezzo delicatamente i capelli dietro la sua nuca. “Aspettiamo un bambino” questa volta il mio tono è più basso e più incerto, specchio dell’ansia che mi attanaglia in attesa di una sua reazione.
Reazione che non tarda ad arrivare, non appena Thomas mi prende il viso tra le mani e mi rivolge il sorriso più bello che abbia mai visto sul suo volto.
“Un bambino? Un figlio nostro?” domanda, incredulo ed emozionato.
Annuisco con un enorme sorriso e gli occhi appannati dalle lacrime.
“Oddio” geme, prima di prendermi tra le braccia e alzarsi con un unico fluido movimento. Gira vorticosamente per il salone tenendomi stretta a sé, con la testa immersa tra i miei capelli.
“Amore, amore, amore!!” esclama ridendo, e quel peso che avevo sul cuore vola definitivamente via, lasciando il posto ad una meravigliosa sensazione di leggerezza e felicità.
Thomas mi mette giù e mi prende nuovamente il viso tra le mani, guardandomi negli occhi, e il mio cuore batte forsennatamente davanti all’emozione e alla felicità che leggo nell’oceano delle sue iridi.
“Ma come l’hai saputo? Quando?”
Rido per la sua impazienza. “Ieri mattina sono andata a fare le analisi del sangue, e questo pomeriggio le ho aperte insieme ad Anastasia”
“Quindi avevi già un sospetto. Perché non me lo hai detto?”
“Perché volevo esserne sicura, non volevo illuderti..” scruto il suo viso in cerca di un qualche barlume di rancore “Sei arrabbiato?”
Lui spalanca gli occhi. “Arrabbiato? E come potrei essere arrabbiato dopo che mi hai dato la notizia più bella di tutta la mia vita?”
Mi lascio andare ad una risata liberatoria e mi tuffo tra le sue braccia. Thomas mi stringe forte e mi riempie il viso di baci.
“Ti amo, ti amo da morire” dice con dolcezza.
Dopodiché insiste per leggere le mie analisi del sangue. Estraggo la busta dl cassetto dove l’avevo riposta e lo accontento.
“Penso che sappia decifrarle, dottor Johnson” lo prendo in giro, con un sorrisetto.
Lui mi fa la linguaccia e poi si affretta a leggere il referto.
“Dodicimila” afferma, quasi scioccato.
“Che precisamente cosa starebbe a significare?”
“Che siamo intorno alla sesta settimana”
“Oddio”
Thomas scuote la testa, ridendo. “È.. è bellissimo” dice, prima di attirarmi di nuovo tra le sue braccia, e potrei giurare di sentirlo tirare su con il naso.
Mi stacco da lui e lo guardo negli occhi, scoprendoli lucidi.
“Heei” sussurro, passandogli delicatamente le dita sotto gli occhi “Che succede?”
“Succede che mi hai reso l’uomo più felice di questo mondo” la sua voce si rompe sulle ultime parole, e calde lacrime scendono a bagnare le sue guance, scatenando automaticamente anche le mie.
“Ancora non riesco a crederci” singhiozzo, posando la testa sul suo petto.
Per alcuni minuti restiamo semplicemente così, stretti l’uno nelle braccia dell’altro, con in sottofondo solo il sibilo dei nostri respiri.
“Dobbiamo brindare!” esclama ad un tratto Thomas.
“Ma non abbiamo ancora finito di mangiare!” gli faccio notare, non riuscendo però a trattenere una risata.
“C’è bisogno di un momento preciso per festeggiare? Aspetta qui!” mi bacia e poi sparisce in cucina.
Torna un minuto più tardi, con in mano una bottiglia di champagne e due flute. Stacca rapidamente la carta che avvolge il tappo e poi fa volare il sughero. Versa lo champagne nei bicchieri e uno lo porge a me.
“Un goccio lo puoi bere, te lo dice il ginecologo più figo e in gamba di Seattle” afferma, facendomi scoppiare a ridere “Sicuramente il più felice!” prosegue, chinando il viso per baciarmi.
“A noi?” propongo, alzando il bicchiere.
“Alla nostra famiglia” replica, e quell’ultima parola è così intensa e potente da farmi tremare le gambe.

“Domani ho di nuovo il turno di mattina. Non appena arrivo in ospedale chiedo alla dottoressa Greene un appuntamento il prima possibile” afferma Thomas, mentre, dopo cena, siamo accoccolati sul divano a gustare i bignè che ho preparato.
Ridacchio. “Direi che sei quasi più impaziente di me”
“Ma è ovvio! Non vedo l’ora di sentire il cuoricino di nostro figlio” è talmente su di giri da sembrare brillo.
“Ma a sei settimane non è un po’ presto per sentire il cuore?” puntualizzo, smorzando un po’ il suo entusiasmo.
“Vuoi rubarmi il mestiere?” ride e mette in bocca un altro mezzo bignè “Comunque sì, forse per il cuore è un po’ presto, ma attraverso un’ecografia possiamo vedere se va tutto bene”
Sorrido e mi allungo per baciargli il mento. Thomas prende un altro pezzetto di bignè con la forchettina e lo conduce verso la mia bocca.
“Sono buonissimi” mugugno, in estasi.
“Era tutto buonissimo! Davvero amore, una cena perfetta”
“Beh, l’occasione non meritava nulla di meno, giusto?”
Lui sorride, scostandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio e guardandomi intensamente negli occhi. “Non c’è nulla di più importante” mi bacia una guancia e poi si rifugia con il viso nell’incavo del mio collo.
“Risposta a caldo: preferiresti un maschietto o una femminuccia?” domando, accarezzandogli i capelli.
Thomas ride e solleva il viso per guardarmi. “Sarei felicissimo in ogni caso, quindi davvero non lo so. Maschio o femmina che sia, sarà tutto magico, tutto nuovo..”
Mi adombro per un attimo. “Beh, anche se ho già un figlio, anche per me in parte sarà tutto nuovo..”
Il mio uomo mi rivolge un’occhiata interrogativa, così mi affretto ad illuminarlo.
“Vivere questo momento meraviglioso e condividere la felicità con l’uomo che amo. Quando aspettavo Lucas ero.. da sola” affermo, con un pizzico di amarezza.
Thomas si accorge del mio cambiamento d’umore e mi prende le mani tra le sue, incrociando il mio sguardo.
“Amore mio, ascoltami, a dispetto di quello che possa dire un esame del DNA, per me Lucas è mio figlio. Io amo te e amo lui, da morire. Il bambino o la bambina che arriverà non sarà diverso da Lucas, non sarà più importante di lui, perché i figli si amano tutti allo stesso modo”
L’intensità e l’amore con cui pronuncia quelle parole mi fanno vibrare l’anima, e l’unica cosa che riesco a fare è saltargli al collo e scoppiare a piangere, perché con un solo sguardo quest’uomo meraviglioso è riuscito a captare quella che è stata la mia più grande paura all’idea di una nuova gravidanza: il fatto che per Thomas il nostro bambino potesse essere di più rispetto a Lucas; e con poche parole è riuscito anche a dissiparla, facendomi innamorare ancora una volta di lui.
“Ohii” sussurra il mio uomo, stringendomi forte e accarezzandomi i capelli.
“Ti amo, ti amo, ti amo!!”
Thomas ride e mi prende il viso tra le mani, incastrando gli occhi nei miei, e giuro che quell’azzurro non è mai stato così luminoso e limpido.
“Anche io ti amo, da morire” attira il mio viso verso il suo e mi bacia con infinita dolcezza.
Ad un tratto il suono del campanello richiama la nostra attenzione.
“Chi sarà a quest’ora?” domanda Thomas perplesso.
“Boh” mi alzo e mi asciugo gli occhi prima di andare ad aprire la porta, trovando mia madre con in braccio Lucas.
“Ohi, è successo qualcosa?”
“No no, solo che ad un certo punto ha cominciato a reclamare mamma e papà..”
“Oh, amore mio” mugugno, prendendo in braccio il mio piccolo “Vuoi dormire qui??”
Lucas annuisce e appoggia il viso sulla mia spalla. Non posso negare che la cosa mi lasci un po’ perplessa: solitamente mio figlio adora stare con la nonna, anzi ci sono giorni in cui quasi mi caccia di casa. Forse questa sera il mio bambino ha avvertito che non è una sera come le altre, che stiamo vivendo un momento speciale, e ammetto che sentivo fortemente la sua mancanza.
Dopo averci augurato la buonanotte, mia madre torna a casa sua; Thomas si alza dal divano per venirmi incontro.
“Cucciolo, cosa c’è?”
Lucas allunga le braccia verso di lui e Thomas lo prende in braccio, stringendolo forte a sé, ed io mi incanto a guardarli: il mio bambino ha riacquistato il sorriso, e l’espressione di Thomas è ancora più dolce e felice di prima. Ogni volta in cui mi fermo ad osservare il modo in cui si guardano, mi convinco sempre di più che il DNA non conta nulla: Lucas guarda il suo papà quasi con venerazione, come se fosse il suo supereroe, e Thomas guarda suo figlio come se fosse il fulcro del mondo.
“Piccola” mormora poi il mio fidanzato, allungando la mano verso di me.
Afferro la sua mano e lui mi attira tra le sue braccia.
“Adesso sì che siamo al completo” dice fiero, stringendo me da un lato e Lucas dall’altro “La nostra famiglia”


POV ANASTASIA

“Quando tocca a noi?” domanda scocciato Teddy, per la quinta o sesta volta.
Sollevo una mano e gli accarezzo i capelli. “Tra poco cucciolo” gli do la stessa risposta di dieci minuti fa.
Lui sbuffa e appoggia la testa sul mio braccio. Guardo Christian, seduto di fronte a me con Phoebe accoccolata sul suo petto, e lui mi rivolge un tenero sorriso.
Faccio vagare lo sguardo tra i vari cartelloni sulla gravidanza e sulla nascita affissi nella sala d’attesa e l’orologio che ho al polso, il quale mi comunica che sono oltre trenta minuti che aspettiamo il nostro turno. Teddy e Phoebe erano felicissimi di partecipare all’ecografia della sorellina, ma credo non avessero messo in conto l’opzione di dover attendere così tanto, e stanno cominciando ad annoiarsi.
“Mamma” Teddy attira di nuovo la mia attenzione.
“Dimmi, amore”
“Ma adesso vediamo le foto della sorellina?”
Trattengo una risata: temo che i miei figli resteranno un po’ delusi quando scopriranno quali sono le famigerate “foto” della sorellina.
“In un certo senso sì. Cioè, le foto nella pancia non sono come quelle che scattiamo noi, che sono luminose e colorate. Sono più.. scure, però se siamo fortunati possiamo vedere per esempio il viso della sorellina, le braccia, le gambe. Poi ce lo spiegherà la dottoressa..”
Teddy annuisce, seppur un po’ incerto. Christian, che ha ascoltato con attenzione la mia spiegazione altamente professionale, scuote la testa e ride. Phoebe, a differenza di suo fratello, inganna l’attesa facendosi coccolare dal suo papà, che la tiene stretta a sé e le accarezza i morbidi capelli scuri.
“Grey!!” esclama ad un tratto la segretaria della Greene.
Teddy salta giù dalla sedia. “Siamo noi!” urla, facendo ridere me e Christian.
Ci dirigiamo tutti e quattro verso la stanza della dottoressa Greene, che ci accoglie cordiale come sempre, riservando particolari attenzioni ai bambini.
“Per un ginecologo non c’è un segno più palese di quanto il tempo scorra veloce che vedere così cresciuti i bambini che ha fatto nascere” afferma, con un pizzico di malinconia, dopodichè ci fa accomodare ed esamina le analisi del sangue che faccio di routine ogni mese.
“Le analisi sono perfettamente in ordine. Procediamo con la visita?”
Annuisco, alzandomi.
“Anche noi dobbiamo vedere la sorellina!” puntualizza Teddy, deciso.
La dottoressa ride. “Ma certo! Allora facciamo così: la mamma ed io andiamo ad accendere il macchinario per fare le foto alla sorellina e quando è pronto vi chiamiamo. Okei?”
Teddy e Phoebe annuiscono, sotto lo sguardo divertito di Christian.
La dottoressa ed io ci spostiamo nella stanza adiacente; dopo aver controllato il mio peso, procediamo con la visita e poi, terminata questa, la Greene accende l’ecografo per il 3D e chiama Christian e i bambini. Mio marito si siede sulla sedia accanto al lettino, con i nostri figli seduti sulle sue gambe; istintivamente cerco la sua mano, come ad ogni visita. Christian prontamente intreccia le sue dita con le mie, ma contemporaneamente avverto il delicato tocco di quattro manine sul mio braccio, e questo mi scatena dentro un’emozione indescrivibile: siamo tutti e quattro insieme, uniti e impazienti di vedere la nostra piccola principessa.
La dottoressa Greene spruzza un po’ di gel sulla mia pancia e poi inizia a passarci sopra l’ecografo. In pochi secondi qualcosa sullo schermo comincia a muoversi, la dottoressa lo gira verso di noi per consentirci di vedere bene.
“Adesso la vediamo” sussurra Christian ai nostri bambini, che osservano lo schermo con il fiato sospeso.
Pochi istanti dopo l’immagine diviene pian piano più nitida e da nera/grigiastra diventa giallognola.
“Eccola qua!” dice la dottoressa, indicando sul monitor un faccino non ancora perfettamente definito ma per me già bellissimo.
Si distinguono bene anche le braccia, le manine, le gambe e il busto. La dottoressa preme un pulsante sulla tastiera e il dolcissimo suono del cuoricino della nostra piccolina si diffonde nella stanza. Giro il viso verso Christian, che mi rivolge uno sguardo felice e innamorato, e stringe più forte la mia mano. Teddy e Phoebe, invece, hanno entrambi un’espressione alquanto perplessa; forse si aspettavano di vedere una bambina fatta e finita, come in televisione.
“Allora bimbi, non dite niente?” domando, guardando i miei figli.
“È un po’ brutta” risponde spontaneamente Teddy.
Christian ed io scoppiamo a ridere, e la dottoressa si accoda a noi; un po’ avevo messo in conto che la loro aspettativa di foto non corrispondeva esattamente alla realtà, ma non vorrei che da qui alla fine della gravidanza immaginassero la bambina come una specie di mostriciattolo.
“Ma no bimbi, la vostra sorellina non è brutta. È solo che quando i bimbi sono nella pancia si devono formare piano piano e ci mettono un po’ di tempo a diventare grandi” spiega la dottoressa, poi continua a strofinare l’ecografo sulla mia pancia “Però ci sono alcune cose che si vedono bene. Questo per esempio cos’è?” indica un punto sul monitor.
“Il naso!” esclamano in coro i bambini.
“Bravissimi! E questo?”
“Il braccio” risponde Teddy.
“Perfetto! E invece.. qua cosa c’è?”
“Un piede!” questa volta è Phoebe ad anticipare il fratello.
“Ma questi bimbi sono davvero straordinari!” osserva la dottoressa.
Teddy e Phoebe sorridono orgogliosi, ed io le sono davvero grata: è riuscita con poche parole a coinvolgerli e anche a farli divertire.
“Si sta muovendo, vedete?”
“Dove??” domanda ansioso il mio cucciolo.
La dottoressa indica con il cursore un punto preciso, dove si vede molto chiaramente la nostra piccolina che agita gambe e braccia.
“Riesce a sentirla, Mrs Grey??”
Annuisco, con un gran sorriso. Non riesco a proferire parola, perché tutta la mia attenzione è incentrata sul sorriso incantato dei miei figli mentre fissano lo schermo, sullo sguardo innamorato ed emozionato di Christian, e sui calcetti della mia piccola principessa che mi mozzano il fiato.
“Va tutto bene, Mrs Grey?”
Voltandomi nuovamente verso la dottoressa, la vedo un po’ sfocata e solo adesso mi accorgo di avere gli occhi appannati dalle lacrime.
“Non potrebbe andare meglio” rispondo, sorridendo e tirando su con il naso.
“Abbiamo finito” afferma lei con un sorriso, rimettendo a posto la sonda e spegnendo l’ecografo.
Mi porge qualche foglio di carta assorbente e poi ci lascia soli. Christian si alza e mi asciuga delicatamente la pancia, per poi lasciarvi un tenero bacio. Mi metto a sedere, con le gambe penzoloni dal lettino, e sistemo gonna e top.
“Mamma, secondo me la sorellina non è tanto brutta. È bella” dice Teddy, con quel tono così dolce da farmi ridurre le gambe in gelatina.
Christian mi guarda e mi sorride, e poi rivolge la sua attenzione a Phoebe. “E tu cucciola? Che ne pensi?”
“Mi piace!”
Accarezzo i loro teneri visi e poi quello di mio marito, che mi posa le mani sui fianchi e mi attira a sé, dandomi ripetuti e dolci baci sulla fronte.
Scendo dal lettino e tutti e quattro torniamo nello studio principale, ci accomodiamo, mentre la dottoressa Greene spilla in cartella le foto dell’ecografia.
“Allora, signori Grey, la gravidanza procede benissimo. Le misure della bambina sono perfettamente nella norma per le ventiquattro settimane di gestazione: 30 centimetri per circa 650 grammi di peso”
“Wow” commento, estasiata.
“Il suo peso è aumentato solo di quattro chili dall’inizio della gravidanza. Per cui non posso che raccomandarmi di continuare così” ci porge la cartella e, dopo aver fissato l’appuntamento per il prossimo mese, ci congeda.
“Allora bimbi, siete contenti di essere venuti anche voi a vedere la sorellina?” domanda Christian ai nostri figli, una volta fuori dal palazzo.
“Sìììì!” esclamano in coro, saltellando.
Anche io sono davvero felice di averli avuti con noi, mi dispiace solo non aver potuto immortalare il momento: mi sarebbe piaciuto mostrare un giorno a mia figlia i loro sguardi meravigliati ed emozionati, per dimostrarle quanto i suoi fratelli la amassero ancor prima che nascesse.

“Gelato per tutti!” esclamo, uscendo in giardino con il vassoio tra le mani.
Raggiungo Christian e i bambini, seduti sulla coperta sul prato, e appoggio accanto a loro il vassoio con le coppette di gelato.
“Fragola per Phoebe, stracciatella e cioccolato per Teddy, nocciola per papà e cioccolato per me” consegno ad ognuno la sua coppetta e poi mi siedo accanto a mio marito, appoggiando la schiena al suo fianco.
“Sei comoda?” domanda Christian.
Annuisco, assaggiando un po’ del mio gelato. Lui sorride e mi lascia un bacio tra i capelli.
Mi rilasso, alzando lo sguardo e inspirando a fondo: è una serata bellissima, l’aria è fresca e il cielo è pieno di stelle. Questa sera abbiamo festeggiato l’ecografia preparando la cena tutti insieme, poi i bambini hanno insistito per giocare un po’ in giardino, e poi.. beh, poi la mia piccolina reclamava il dolce, potevo non accontentarla?
“Che buono!” esclama Phoebe, riponendo sul vassoio la sua coppetta praticamente vuota.
“La principessa numero uno ha apprezzato” osserva Christian “E la principessa numero due?” domanda, accarezzandomi la pancia.
“Direi che ha apprezzato molto!”
“A proposito, per quanto adori chiamarla ‘Principessa’, secondo me dovremmo cominciare a pensare al nome..”
Scatto a sedere. “Giusto!”
“Tu hai qualche idea?”
“Veramente no.. Cioè.. non mi ci sono mai soffermata più di tanto..”
“Mmm” mugugna Christian “Nemmeno io. Però..”
“Però?”
Tentenna per qualche istante. “Ecco.. se a te va bene, io vorrei che come secondo nome avesse quello di mia sorella..” il suo tono è incerto, come se temesse di farmi questa proposta.
Sorrido, posandogli una mano sulla guancia. “Tesoro mio, ma certo che a me va bene. Qualunque cosa renda felice te, rende felice anche me”
Il suo sguardo si addolcisce e Christian si sporge verso di me per baciarmi teneramente sulle labbra.
“E uffa con questi baci!” protesta Teddy “Dobbiamo scegliere il nome della sorellina!”
Mio marito ed io ci guardiamo e ci sforziamo di non scoppiare a ridere.
“Giovanotto!” Christian tenta di mantenere un tono autoritario “Non è che per caso sei geloso?”
Teddy gli mostra la linguaccia e poi si siede tra me e il suo papà, mentre Phoebe si accoccola a me dal lato opposto.
“Ha ragione Teddy, dobbiamo pensare al nome della sorellina” li riporto tutti all’attenzione.
“Idee??” chiede mio marito.
Rifletto per diversi secondi. “No.. Cioè, ci sono tanti nomi femminili carini, però tutti si perdono nella banalità. Non ce n’è nessuno che mi piaccia particolarmente..”
“Bimbi, voi avete qualche idea? Qualche nome che vi piace?”
“A me piace Allie! Come la Principessa Allie!” risponde Phoebe dopo qualche secondo di silenzio.
Christian mi guarda perplesso. “Chi?”
“Il nostro cartone preferito, papà!” gli spiega Teddy, con tono di rimprovero.
Lui alza le mani in segno di difesa “Scusate eh, non lo sapevo..”
“In verità lo seguono da poco, però gli piace da morire. Persino Teddy lo adora, e lui non è uno che apprezza molto le principesse..”
“Il principe è fortissimo! Sa andare a cavallo, combattere con la spada e vince sempre contro i cattivi!”
Oh, amore mio, ha proprio un animo da eroe.
Ci penso un attimo e devo ammettere che il nome che ha proposto Phoebe mi ha colpita.
Anche Christian ci riflette un attimo su “Allie dovrebbe essere il diminutivo di...”
“Allison” lo anticipo.
“Allison” ripete lui lentamente, accarezzando ogni lettera “È un bel nome!”
Annuisco, con un sorriso “Sì, anche a me piace”
“Così la sorellina si chiamerà come una principessa!” osserva Teddy, facendo sorridere me e suo padre.
“Cucciolo” sussurro, accarezzandogli teneramente i capelli.
“Phoebe, a te piace Allison?” domanda Christian a nostra figlia.
Lei annuisce vigorosamente, con gli occhi che luccicano.
Mio marito mi guarda sorridendo e mi prende la mano. “Che ne dici, piccola?”
“Io dico che è un nome stupendo. E poi lo hanno scelto loro..” indico i nostri bambini, che sorridono fieri.
“Allison Mia Grey” afferma Christian in tono solenne “Suona bene!”
Sentirlo pronunciare per intero è davvero un’emozione bellissima.
“Sì, suona proprio...” non riesco a finire la frase a causa di un calcio della mia piccolina che mi mozza letteralmente il fiato. “Oddio” mi tocco la parte destra della pancia.
“Ana che succede?” chiede allarmato mio marito.
“Mi ha dato un calcio assurdo” dico ridendo.
L’espressione di Christian si rilassa e le sue labbra si allargano in un sorriso. “Vuole farci capire che le piace il nome che abbiamo scelto per lei”
Rido, scuotendo la testa “Christian, quasi sicuramente è un caso” osservo, conservando un briciolo di razionalità.
Lui sbuffa. “Sarà pure un caso, ma a me piace pensare che ci stia ascoltando e apprezzi, okei?”
Non c’è niente da fare: Christian Grey per i suoi figli perde anche il lume della ragione. Gli prendo il viso con una mano, stringendogli le guance. “Ma quanto sei dolce!” attiro il suo viso verso il mio e lo bacio.
Christian sorride, con le labbra contro le mie e poi scende con la bocca all’altezza della mia pancia.
“Allora, principessa, il tuo nome sarà Allison Mia” mormora “L’hanno scelto i tuoi fratellini eh..” rivolge lo sguardo a Teddy e Phoebe, e loro ridono, felici ed orgogliosi.
“Papi posso dire qualcosa anche io alla sorellina?”
“Ma certo tesoro”
Teddy si china sulla mia pancia ed esclama un “Ciao! Ti piace il nome che abbiamo scelto?” e poi vi appoggia l’orecchio sopra; Phoebe imita suo fratello e Christian si inginocchia alle mie spalle, accostando la guancia alla mia.
Giro il viso e gli bacio la guancia più volte, riempiendomi le narici del suo profumo.
“Ti amo.. anzi, vi amo” sussurra al mio orecchio.
“Vi amo anch’io. Da impazzire”
 

Due giorni dopo...

Phoebe continua a saltellare da un lato all’altro della stanza, euforica.
“Mamma, ma anche noi facciamo le foto??”
Alzo gli occhi al cielo, ridendo. “Sì cucciola, anche voi!”
“Evvivaa!!” urla, sotto lo sguardo divertito della make-up artist che si sta occupando del mio trucco.
Oggi abbiamo la seconda sessione del servizio fotografico, e visto che Mrs Brixen nei giorni scorsi ci ha proposto una location immersa nel verde, abbiamo subito pensato al nostro giardino. La fotografa e i suoi assistenti stanno sistemando l’allestimento esterno, mentre noi ci prepariamo in una delle stanze libere del piano terra.
Per l’abbigliamento Mrs Brixen ha scelto lo stile ‘mini me’: Phoebe sarà vestita uguale a me, con un abitino bianco con i fiorellini, e Teddy come suo padre, con un bermuda bianco e una t-shirt blu.
Il trucco è ancora più naturale dell’altra volta, con un ombretto chiaro per illuminare il viso e un rossetto rosa che colora appena le labbra. I capelli sono raccolti all’indietro con due treccine, e Phoebe ha la mia stessa acconciatura.
“Che bello mamma siamo uguali!” osserva mia figlia, muovendosi vanitosa davanti allo specchio.
Sorrido e mi chino dietro di lei per stringerla forte a me. “Sei bellissima, cucciola”
Siete bellissime” Christian sopraggiunge alle nostre spalle, meraviglioso nella sua mise semplice e sportiva.
Dietro di lui sbuca anche Teddy. “Hai visto mamma? Io e papà siamo vestiti uguali!”
Annuisco, intrufolando le dita nei suoi capelli “Siete meravigliosi!”
“Quando facciamo le foto?” domanda impaziente mio figlio.
“Andiamo a vedere se fuori hanno finito” propone Christian.
Usciamo tutti e quattro in giardino, dove Mrs Brixen, insieme a tre ragazzi, sta controllando gli ultimi dettagli.
“Greg, quel faro possiamo anche toglierlo, sfruttiamo il più possibile questa bella luce naturale che c’è”
“Va bene, Ariana”
“È lei la signora che fa le foto?” chiede curioso Teddy.
Mrs Brixen, sentendosi chiamare in causa, si volta e viene verso di noi “Sì, sono io. Voi siete pronti per fare tante foto??”
“Sìììì!!” urlano i bambini.
“Allora io inizio prima con mamma e papà, voi aspettate qui vicino a me?”
Loro annuiscono, e Mrs Brixen si rivolge poi a noi “Ricordate l’unica regola fondamentale: naturalezza”
Christian mi prende per mano e ci spostiamo verso il centro del nostro prato, che oggi mi sembra più bello che mai.
Mio marito, come da indicazioni della fotografa, mi abbraccia da dietro e posa le mani sulla mia pancia. Com’è capitato anche il mese scorso, inizialmente mi sento un po’ rigida, ma basta davvero poco per sciogliermi e dimenticare l’obiettivo e il click della macchina fotografica di fronte a noi. Le braccia di Christian che mi avvolgono e il tocco leggero delle sue labbra che viaggiano tra la mia tempia e la mia guancia sono sufficienti a farmi rilassare completamente.
“Ricordi quando facemmo il servizio fotografico con Josè?” dice ad un tratto Christian.
Non posso fare a meno di scoppiare a ridere, ricordando la sua posa rigida e impersonale.
“Oddio, eri insopportabile..”
Christian sgrana gli occhi, fingendosi scioccato. “Insopportabile? È perché ero insopportabile che non hai esitato un attimo ad accettare il mio invito a colazione?”
“Avevo fame” dico con indifferenza.
Mio marito sposta le mani dalla mia pancia ai miei fianchi e inizia a farmi il solletico.
“No dai Christian..” mi dimeno, ridendo e quasi dimenticando tutte le persone che ci sono intorno.
“Ammetti che eri già pazza di me”
“Mi intrigavi”
“Salvata in corner” afferma Christian ponendo fine alla sua tortura. “Posso baciarla??” domanda poi, rivolgendosi a Mrs Brixen.
“DEVE, Mr Grey!”
Lui ride e mi prende le mani; intreccia le dita con le mie e si sporge a baciarmi.
“Ti ho già detto che sei bellissima?” mi rivolge uno sguardo carico di dolcezza e mi accarezza i capelli.
“Anche tu lo sei” dico, posandogli le mani sul petto e facendole salire poi fin dietro la sua nuca.
“Perfetto!!” esclama dopo un po’ Mrs Brixen, venendo verso di noi.
“Ma.. abbiamo fatto solo qualche scatto..” obietto, perplessa.
Lei sorride. “Mrs Grey, questa è la vostra impressione, e ciò significa che il mio obiettivo è stato centrato: far sì che voi siate a vostro agio e rilassati al punto da dimenticare la fotocamera e tutto il resto che vi circonda..”
Christian ed io ci guardiamo negli occhi e sorridiamo; dopodichè la fotografa chiama anche Phoebe e Teddy, che si precipitano, impazienti ed euforici.
“Allora bimbi, io devo chiedervi una cosa: avete scelto il nome per la vostra sorellina?”
“Sììì! Allison!!” risponde prontamente Teddy.
“Ma è un nome bellissimo! Adesso vi va di fare una cosa insieme a mamma e papà?”
I nostri figli annuiscono e Mrs Brixen fa segno ad uno dei suoi assistenti, il quale ci raggiunge con una lavagnetta magnetica sottobraccio e una scatola di plastica nell’altra.
“Qui dentro ci sono delle lettere magnetiche rosa” spiega la donna, indicando la scatola ai bambini “Voi non dovete fare altro che attaccarle sulla lavagnetta e comporre la scritta WAITING FOR ALLISON. Vi va?”
“Io però non so ancora leggere! So scrivere solo il mio nome, e poi mamma e papà, perché vado ancora all’asilo” puntualizza Teddy.
Mrs Brixen si lascia andare ad una risata divertita “Non vi preoccupate, la mamma e il papà vi aiuteranno” li rassicura.
Così ci sediamo tutti e quattro sul prato, Teddy e Phoebe tra me e Christian, con la lavagnetta sulle gambe, e iniziamo a comporre la scritta; mio marito ed io peschiamo le varie lettere e i nostri figli le attaccano.
“Wow!” esclama Christian quando la scritta è completa, e devo ammettere che vedere quel nome a caratteri cubitali sulla lavagnetta mi suscita una grande emozione.
È come se ogni passo avanti, ogni novità rendesse sempre più vicina e più concreta l’idea che tra meno di quattro mesi nascerà la nostra bambina.
Completata la scritta, Mrs Brixen ci dà indicazioni per nuovi scatti: Christian si posiziona dietro di me, con il mento sulla mia spalla e le mani sulla mia pancia, mentre Teddy e Phoebe sono davanti a noi e reggono fieri la lavagnetta, tenendola poco più in basso del mio ventre.
“Sono davvero bellissimi!” si complimenta la fotografa, indicando i nostri bambini, che sorridono gongolanti.
Per gli scatti successivi Mrs Brixen ci lascia ampia scelta, ed è bellissimo perché ci sentiamo liberi di dire e fare tutto ciò che vogliamo. Christian si diverte a prendere in braccio Teddy e Phoebe contemporaneamente come se fossero piume, mettendo in risalto i bicipiti d’acciaio in un modo che mi fa decisamente venire l’acquolina in bocca.
I bambini gridano euforici, ed io mi soffermo per qualche istante ad osservarli; temevo si annoiassero a fare le foto, invece si stanno divertendo tantissimo, ed è stupendo poter immortalare tutti insieme le tappe di questo periodo meraviglioso che stiamo vivendo.
“Mamma vieniiii!!” urla Phoebe, allungando il braccio verso di me.
Mi avvicino a loro, e Christian, con in braccio Teddy da un lato e Phoebe dall’altro, china il viso verso il mio e mi schiocca un tenero bacio sulle labbra.
“Questa è fantastica!!” esclama soddisfatta Mrs Brixen, riguardando le ultime immagini scattate.
“Possiamo fare qualche foto solo uomini?” chiede ad un tratto Christian, lanciando un’occhiata complice a nostro figlio.
“Assolutamente sì! Quando mi ricapita un modello così?!” la donna fa cenno a Teddy, che sorride orgoglioso.
Christian si china e fa salire Teddy sulle sue spalle.
“Che bellooo!!” urla nostro figlio, alzando le braccia al cielo.
Mrs Brixen scatta alcune foto, poi Christian mette giù Teddy e lo prende per mano. Loro si guardano ed io mi incanto a guardare loro. Si somigliano così tanto, nei capelli, nei modi di muoversi, nei tratti del viso, e oggi sono identici anche nell’abbigliamento. Ma a lasciarmi sempre senza parole non è solo la loro somiglianza, quanto il loro modo di guardarsi: negli occhi di Christian si legge tutto l’amore, il senso di protezione, di orgoglio, di responsabilità che ha verso suo figlio; negli occhi di Teddy, invece, si legge non semplicemente l’affetto di un bambino verso il suo papà, ma quasi un senso di venerazione. Christian è per suo figlio un esempio da seguire, un supereroe.    
Dopo Teddy e Christian anche Phoebe ed io vogliamo scattare qualche foto da sole. Mrs Brixen mi fa sedere sul prato e la mia piccola si mette in piedi alle mie spalle, cingendomi il collo con le braccia e baciandomi una guancia; poi giro il viso e sono io a baciare la guancia a lei.
“Ti stai divertendo?” le domando, una volta che si è spostata davanti a me.
Lei annuisce. “Sìì! Mi piace fare le foto!”
Sorrido e la attiro tra le mie braccia, accostando il viso al suo; guardiamo entrambe verso l’obiettivo e Phoebe ride. Sono sicura che questa sarà una delle foto più belle.
Poco dopo decidiamo di fare una pausa per bere qualcosa di fresco e sgranocchiare qualche stuzzichino preparato da Gail.
“Avete davvero una casa stupenda. Complimenti!” afferma Mrs Brixen, mentre siamo seduti sulle poltroncine del gazebo.
Sorrido orgogliosa: amo la mia casa e mi piace che chi vi entri la apprezzi. “Grazie” bevo un altro sorso di limonata.
“E poi sono rimasta davvero estasiata dai vostri bambini. Sono così dolci, educati, tranquilli ma svegli. Di solito i bambini di quell’età dopo appena due scatti sono già stufi, invece loro si divertono tanto. Poche volte mi è capitato di riuscire a scattare foto così belle”
Christian ed io ci guardiamo negli occhi e sorridiamo, fieri dei nostri figli. Chiunque li conosca si innamora di loro.
Dopo la pausa mi cambio e indosso una gonna lunga di velo rosa, che crea un effetto vedo-non vedo, con sopra un top bianco di pizzo che lascia scoperta la pancia.
Facciamo qualche altro scatto di famiglia, qualcuno che ritrae solo me e Christian, e infine per le ultime foto Mrs Brixen si dedica esclusivamente a me. Devo ammettere che il caldo un po’ stanca, ma a parte questo mi sento proprio bene: sono davvero a mio agio davanti alla macchina fotografica, mentre seguo le indicazioni della fotografa per le varie pose.
Christian, Teddy e Phoebe mi guardano da lontano e mi fanno cenni di approvazione.
Mentre sono seduta sul dondolo, con i capelli tutti raccolti da un lato e la mano teneramente appoggiata sulla pancia, sento la mia piccola principessa tirarmi un calcio, e questo fa nascere automaticamente un sorriso sul mio volto.
“Questo è uno dei suoi sorrisi più belli, Mrs Grey”


Inizio settembre

“Grazie per avermi accompagnata, il tuo consiglio è stato fondamentale!” dice euforica Roxy, stringendosi al mio braccio, mentre usciamo dal negozio di bomboniere.
Lei e Thomas le hanno scelte diversi giorni fa, e oggi bisognava confermare il numero e i dettagli come il tipo di confetti e il colore del fiocco esterno, azzurro cielo, che sarà il colore-tema del matrimonio.
“Non c’è nulla di cui ringraziare. Io adoro questo genere di cose..”
“È bello poter contare su di te. Sai, Thomas non è molto propenso a questi piccoli dettagli”
“Come tutta la sfera di sesso maschile”
Roxy scoppia a ridere, abbracciandomi. “Mi sa che tra qualche settimana non potremo abbracciarci più così”
Rido a mia volta. “Oddio, mi sa che hai ragione!”
“Mamma!” Teddy richiama la mia attenzione “Andiamo al parco? Ho portato anche la palla!”
Fingo ci rifletterci su e mi rivolgo a Roxy “Venite anche voi?”
“Certo! Un po’ di tempo all’aria aperta è proprio quello che mi ci vuole. In questi giorni quando non sono a casa vostra a badare ai bambini sono risucchiata in una spirale fatta di bomboniere, partecipazioni, decorazioni, riviste di matrimoni..”
“Nulla che non si possa risolvere con un bel gelato!” esclamo, e poi ci dirigiamo verso le macchine.
Teddy, Phoebe ed io saliamo sul Suv, guidato da Sawyer, mentre lei e Lucas salgono sulla sua Ford dal singolare color prugna, che l’anno scorso ha sostituito la sua fedelissima macchina rossa.
Siamo in due auto diverse perché io sono arrivata direttamente dalla GIP, mentre Roxy è arrivata da casa mia con i bambini. Anche se tre anni fa l’abbiamo assunta perché potesse aiutare Gail che era incinta e nel suo periodo di maternità, si è rivelata fondamentale anche dopo, perché con due arrivi in più, Phoebe prima e John poi, in due era più semplice gestire sia la casa che i bambini.
Poco più di un quarto d’ora più tardi entriamo tutti e cinque nel parco e camminiamo sul vialetto principale alla ricerca di una panchina all’ombra.
“Mamma andiamo lì?” Phoebe indica l’area giochi con gli scivoli e le altalene.
Guardo Roxy, che annuisce, e ci avviciniamo all’area giochi: io aiuto Phoebe a salire sull’altalena e la spingo, mentre Teddy e Lucas giocano a palla a pochi metri da noi, e in pochi minuti altri bambini si uniscono a loro. È per questo che amo portare i miei figli al parco, perché hanno la possibilità di incontrare altri bambini, fare amicizia e giocare insieme, ed è uno di quei valori che al giorno d’oggi forse stiamo un po’ perdendo.
Ad un tratto squilla il cellulare di Roxy, lei lo estrae dalla borsa e sorride leggendo il nome sul display.
“Amore?.. Sì, Anastasia ed io siamo state poco fa al negozio di bomboniere, abbiamo rifinito tutti i dettagli.. Hanno confermato che consegneranno tutto due giorni prima del matrimonio..” fa una pausa un po’ più lunga e alza gli occhi al cielo, non mascherando un sorriso divertito “Thomas, devi stare tranquillo, io sto benissimo.. No, non ho la nausea, anzi, ho anche una certa fame.. Va bene amore, a stasera. Ciao!” attacca e ripone il cellulare in borsa, sospirando.
“Ne so qualcosa” affermo, prima ancora che lei possa dire qualcosa “Sai com’è fatto Christian..”
Roxy ridacchia. “In tutto questo c’è un che di comico! Thomas fa il ginecologo, ha a che fare ogni singolo giorno con donne incinte, ma con me si comporta come se non ne avesse mai vista una”
Rido a mia volta, scuotendo la testa. “Beh, una cosa è il lavoro, e tutt’altro discorso è quando si tratta della donna che ama e di suo figlio..”
“Questo è vero, e poi non posso negare che amo le sue attenzioni. È così dolce, così premuroso, così presente..”
Inclino il viso, sorridendole. “È un ragazzo speciale”
“Sì, ed io non vedo l’ora di diventare sua moglie” sospira sognante, e ha una luce negli occhi stupenda “Sai, a volte ho paura che tutto questo non sia vero, che possa svegliarmi e scoprire che sia stato solo un sogno..”
“Ti capisco, quando mi sono sposata con Christian e quando aspettavo Teddy capitava spesso anche a me. A volte mi capita ancora adesso..”
“Sai.. quando sono rimasta incinta di Lucas e la mia storia con Carl è finita, non pensavo che un giorno sarei stata così felice. E invece da quando Thomas è entrato nella mia vita io sono la donna più felice del mondo. Pensavo che con il matrimonio non avrei potuto desiderare nulla di più, ma non immaginavo quanta gioia mi avrebbe regalato sapere di aspettare un figlio da lui..”
Le sue parole sono così dolci, così sincere, così innamorate, che mi fanno venire gli occhi lucidi. Di slancio la abbraccio “Non meriti nulla di meno, sei una ragazza meravigliosa” mormoro, e dopo qualche secondo la sento tirare su con il naso. Mi stacco un po’ per guardarla negli occhi “Heei, cosa sono questi occhi lucidi?” Lei ridacchia “Adesso ho anche io la scusa degli ormoni!” alza le braccia in segno di vittoria, facendomi ridere.
“Mi sono scocciata” dice all’improvviso Phoebe.
“Andiamo a sederci un po’?” propone Roxy.
Mia figlia annuisce ed io la prendo in braccio per farla scendere dall’altalena. Andiamo tutt’e tre a sederci su una panchina all’ombra, dalla quale riusciamo a vedere bene i bambini che giocano a pallone.
“Zia, mi dai la mia Barbie?” chiede Phoebe a Roxy.
“Uh, tesoro, hai ragione” estrae la bambola dalla borsa e la porge a mia figlia, insieme ai suoi vestitini, e Phoebe si diverte a spogliarla e rivestirla più volte.
Roxy ed io, nel frattempo, sfogliamo una delle riviste che mia cognata porta sempre con sé, alternando lo sguardo tra le pagine e i nostri figli.  
“È un mese che sfoglio riviste e siti internet, avrò visto almeno mille diversi abiti da sposa, ma davvero non saprei scegliere quale modello mi affascina di più, sono tutti bellissimi!” afferma la futura sposa, sbuffando.
“Roxy, è normale. Finchè non andrai in atelier e ne indosserai qualcuno, non saprai mai immaginarti con un determinato vestito addosso. Io pensavo che fosse solo una leggenda il fatto che quando indossi quello che sarà il tuo abito avverti qualcosa dentro, invece è così. Ti guardi allo specchio e lo vedi perfetto, lo senti tuo
Lei sorride, con gli occhi già luccicanti d’emozione. “Spero tanto che sarà così anche per me”
A distrarci sono Teddy e Lucas che corrono verso di noi, sudati e rossi in viso.
“Quando compriamo il gelato?” domanda Lucas.
“In effetti anche io avrei fame” osservo “Tu?” chiedo a Roxy.
“Anche io. Chi mi accompagna al chioschetto??”
“Io!” esclamano in coro Phoebe e Lucas.
“Io posso andare un po’ sullo scivolo mamma??” domanda Teddy.
“Va bene, basta che non corri altrimenti sudi ancora di più”
“Okei!” corre verso gli scivoli, mentre Roxy con gli altri due bambini si avvia verso il chioschetto.
Io resto seduta a sfogliare la rivista e tengo d’occhio Teddy, anche se lui ormai è abilissimo sullo scivolo, anzi addirittura aiuta i bambini più piccoli a salire le scalette.
Ammiro i vari abiti sulla rivista e ripenso al giorno del mio matrimonio, a quanto mi sentissi una principessa con quel vestito che ho sentito parte di me, dal primo momento che l’ho indossato, come fosse una seconda pelle. Ripenso allo sguardo affascinato e innamorato di Christian non appena mi ha vista, e ai suoi occhi colmi di lussuria e desiderio mentre si preparava a sfilarmelo. Ripenso all’emozione che provavo mentre pronunciavamo le nostre promesse, mentre ci preparavamo a vivere tutti i giorni della nostra vita insieme, ad affrontare ogni ostacolo e ad amarci per sempre.
Sposto lo sguardo dalla rivista alla mia pancia, ogni giorno più generosa, e sorrido all’idea di quanto la nostra vita sia stata meravigliosamente stravolta in questi sei anni, nonostante i momenti difficili. Poso la mano nei pressi del mio ombelico, avvertendo i calcetti di Allison, che diventano sempre più chiari e forti ogni giorno che passa.
“Amore della mamma” sussurro, incredula all’idea che manchino solo tre mesi e mezzo alla sua nascita. L’estate è quasi finita, e sono sicura che non appena sopraggiungerà l’autunno non riuscirò nemmeno a rendermi conto del tempo che passa e da un momento all’altro ci ritroveremo a dicembre.
Mi soffermo, come mi capita spesso, ad immaginare come sarà lei e come sarà la nostra vita con lei.
Fino a quando, all’improvviso, un pianto mi fa gelare il sangue.
 

Angolo me.
Buonasera/notte mie splendide ragazze!!!
Questa volta sono riuscita ad aggiornare dopo appena un mese e qualche giorno, ho fatto progressi!!
Scherzi a parte, sapete bene che l’università, lo studio e il tirocinio mi portano via moltissimo tempo, so che mi capite e vi ringrazio sempre infinitamente per questo.
Il nuovo capitolo si apre con una bella notizia che non riguarda Christian ed Ana, bensì Thomas e Roxy. Molte di voi l’avevano intuito, ma si aspettavano il matrimonio; quello ci sarà, ma tra qualche capitolo, questa volta ho voluto far arrivare la cicogna anche per loro. Si sarà capito che ho un debole per gravidanze e neonati??
Per questo il POV di Roxy è stato inevitabile, e spero che vi abbia fatto piacere leggerlo.
Per il resto del capitolo l’attenzione torna completamente ai nostri protagonisti e ai loro momenti zuccherosi, tra cui quello fondamentale della scelta del nome, e a questo proposito voglio ringraziare tutte voi che nelle recensioni al capitolo precedente avete espresso la vostra preferenza. Ha stravinto il nome Allison, per cui la futura principessina di casa Grey si chiamerà Allison Mia Grey, il secondo nome mi sembrava quasi obbligato, considerando quanto Christian sia legato a sua sorella.
Sull’ultima parte non faccio commenti, li lascio tutti a voi.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e, come sempre, sono impaziente di leggere i vostri pareri.
Vi ringrazio ancora una volta per il vostro affetto che ad ogni capitolo ha il potere di sorprendermi e scaldarmi il cuore. Grazie, grazie, grazie.
Vi adoro.
Un forte abbraccio e a presto.
Mery.
 
 
 

 
   
 
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