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Autore: sara criso    20/05/2018    2 recensioni
Wiglaf conosce Tom da molto tempo e sa bene com'è quel ragazzo, come si comporta e soprattutto, come gioca con le persone, ma non riesce a stargli lontano.
Mentre Riddle, quel ragazzo che si sarebbe trasformato in Voldemort, provava qualcosa di forte e cercava con insistenza un gesto.
Un gesto semplice, ma importante.
(Personaggi presenti nel film italiano Voldemort: Origin of the heir. Se non l'avete visto, vi consiglio di farlo)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Wiglaf Sigurdsson è un ragazzo come tanti, un adolescente, ma a differenza dei suoi compagni, è un tipo che preferisce rimanere cauto in quegli anni. Sa bene che i suoi ormoni stanno perdendo il controllo e che lo perdono alla vista di un corpo umano che reputa attraente.
Questo distoglie sempre la sua attenzione e la sua mente dalle cose importanti.
Era per quel motivo che aveva deciso di andare a studiare nel suo dormitorio, da solo, quell’anno. In biblioteca c’erano troppi studenti ed il suo cervello non riusciva a ragionare per colpa del suo corpo.
Qualunque persona entrasse, andava in panico, come se temesse di diventare una specie di animale che non riusciva a fermare le proprie pulsazioni ed i propri istinti.
La cosa un poco lo irritava, non era per niente interessato, mentalmente, a rapportarsi con qualcuno in quel modo.
Non era asessuato o asessuale, semplicemente il sesso era l’ultimo dei suoi pensieri.
Inizialmente credeva di aver risolto il problema, studiando da solo, ma presto si accorse che non era cosi. Presto si accorse che si sbagliava, per la prima volta nella sua vita, si era sbagliato.
Sul sesso, precisamente si era sbagliato sul suo orientamento sessuale. Credeva di essere etero, comune come tutti, ma a causa di determinati avvenimenti, aveva compreso che non era così.
Più volte gli era capitato, con un determinato ragazzo, di iniziare ad osservarlo troppo. Lo guardava e sapeva dire tutto, come fosse la sua corporatura ricoperta dai vestiti, quante pieghe ci fossero nascoste e soprattutto, quale fosse il suo profumo.
E non si riferiva al profumo artificiale, ma a quello naturale, quel profumo che ogni persona ha.
Quel profumo perfetto, quel profumo che faceva impazzire Wiglaf e per lui impazzire era immobilizzarsi e imbarazzarsi senza riuscire a dire una parola.
Era attratto sia dal genere femminile, sia da quello maschile.
Ma soprattutto su un individuo in particolare. Non voleva ammetterlo però inizialmente, che fosse attratto da quell’unica persona.
Più cercava di nasconderlo, più diventava palese nella sua mente razionale e calcolatrice.
A quella non interessava se il cuore di Sigurdsson lo trovava insensato o no, lei ragionava e diceva semplicemente la verità.
Il corvonero era bisessuale, ma fissato con una persona da tempo. Un “conoscente”, il suo nome era Tom Riddle ed i due parlavano e litigavano spesso insieme, cose naturali per loro visto i loro caratteri spesso in competizione per dimostrare la loro intelligenza.
Il suo cuore voleva pensare davvero che la mente stesse sbagliando, ma era successo qualcosa di innaturale nella sua testa; l’aveva immaginato nudo.
E questo, beh, non poteva essere sicuramente frainteso. Provava attrazione per Tom e pensava di poterlo tenere nascosto, ma ancora ricordava bene quando il serpeverde iniziò a cambiare da indifferente a stranamente, troppo appiccicoso con lui.
Quel giorno erano nei corridoi; Lazarus e Grisha, stavano parlando dei voti presi, per noia, mentre aspettavano Tom e quando egli li raggiunse, si comportò in modo strano.
Gli occhi scuri di Tom guardavano Wiglaf, lo analizzavano e lo osservavano attentamente, come se volessero studiarlo. I suoi occhi scuri cercavano sempre un contatto con quelli dell’altro, insistenti.
Ed il corvino mentre parlava con la ragazza, con fare serpentino, girava sempre intorno al corvonero, lo stuzzicava.
Riddle si era accorto che Wiglaf era bisessuale e Sigurdsson si era reso conto del giochetto di Tom.
Un gioco maligno, dato solo dallo scherno, mirato a prenderlo in giro e a farlo sentire stupido.
Faceva di tutto, si faceva vedere in determinate pose, si mostrava senza vesti davanti a lui, come se fosse normale; anche in posti dove Riddle non sarebbe dovuto essere nudo.
In particolare, il ragazzo passava la sua mano sempre su sue parti del corpo in modo discreto, ma dannatamente lento, sensuale.
Muoveva la mano delicatamente facendo in modo di non sembrare malizioso inizialmente, per poi passare a essere sensuale. Le carezze diventavano presto erotiche, facendolo imbarazzare velocemente.
Lo faceva in varie situazioni e cambiava il modo di fare ogni volta. Se erano seduti, passava la mano sulla sua coscia, arrivando all’interno di questa molto vicino al suo cavallo dei pantaloni, ma senza mai arrivarci facendolo sentire frustrato; voleva che lo facesse.
Ed in fine, se erano in piedi e gli era di fianco, lo accarezzava sempre sul suo fianco, senza mai andare oltre, dandogli l’illusione di arrivare al suo sedere, ma lasciandolo con l’amaro in bocca.
Lo stuzzicava ogni volta che poteva e l’unica cosa che riusciva a fare Wiglaf in quei momenti, era trattenere il fiato e sperare che la smettesse presto.
Lo faceva appena poteva; in classe, nel cortile, nei corridoi, ovunque. Se erano loro quattro e non erano in bella vista, coperti almeno da un tavolo o da un banco, lo faceva.
Di nascosto, ma lo faceva e la cosa faceva impazzire la mente logica di Sigurdsson che si lasciava trasportare da pensieri poco adatti.
Pensieri dove Tom lo toccava, lo baciava e lo faceva sentire suo, unicamente suo e non solo un gioco.
Ma non arrivava mai quel giorno e la cosa non lo rendeva felice anzi, lo faceva incazzare perché voleva dire che stava facendo il gioco di Tom, non reagendo e lui non avrebbe mai permesso una cosa simile quindi, un giorno, decise di affrontarlo.
Era l’ora di pranzo e la sera precedente gli aveva chiesto di vederlo per parlare; stranamente aveva accettato senza chiedere il motivo della sua richiesta.
Si incontrarono fuori dalla scuola, vicino il lago nero e lì si sedettero sull’erba.
“Devi smetterla di fare così” Arrivò Sigurdsson dritto al punto, facendo sorridere Tom che si sdraiò accanto a lui. “Di fare cosa?”
“Lo sai”
Il serpeverde si leccò le labbra. Amava stuzzicare Wiglaf, era l’unico che non gli sarebbe mai saltato addosso alla prima attenzione e che soprattutto, diceva di non volerla nonostante il suo corpo reagisse diversamente.
E la cosa a lui piaceva, era come una sfida e lo eccitava. Non voleva necessariamente portarselo a letto, non gli interessavano i rapporti carnali, ma voleva almeno vedere il corvonero completamente perso per lui e per il momento, non c’era riuscito.
Certo, Wiglaf fremeva ai suoi tocchi e si immobilizzava, come se avesse ricevuto un incanto che l’aveva costretto a farlo, ma a lui non bastava.
Voleva qualcosa di speciale, unico, qualcosa che non fosse necessariamente legato alla sfera sessuale, ma che fosse importante. Semplice, ma importante.
Confidava, nonostante i vani tentativi precedenti, che presto ce l’avrebbe fatta, era molto ambizioso nel riuscirci. “Non faccio nulla che non vuoi, capo” Wiglaf gli lanciò un’occhiataccia e l’altro scoppia a ridere.
Sigurdsson rimase in silenzio, cercava di mantenere la calma e di non reagire. Non si faceva prendere dall’istinto, doveva essere calmo e razionale, come sempre. In fondo non era un grifondoro, ma un corvonero.
“Io non voglio, la prossima volta che lo rifai, ne paghi le conseguenze” Probabilmente non gli avrebbe messo le mani addosso, ma sicuramente avrebbe fatto in modo di non doverlo più incontrare per nessun motivo.
Nemmeno in classe e sapeva che Tom aveva bisogno di lui. Aveva bisogno di qualcuno con cui avere un rapporto che non andasse oltre la semplice conoscenza.
Ma era stanco di essere trattato in quella maniera. Non capiva se Tom lo vedesse come un gioco o come una persona.
E se era una persona, perché lo faceva?
Sospirò, Tom non vedeva nessuno come una persona e quindi nemmeno lui era importante, era come tutti, solo un gioco.
Era pronto ad andarsene, ma appena Riddle sentì quella minaccia e lo vide alzarsi, fece lo stesso, all’istante, prendendolo per il colletto della divisa blu nera.
Quella era seriamente una minaccia per lui. Wiglaf non doveva osare allontanarsi, era Tom che allontanava le persone, non il contrario.
“Non esagerare, sai bene che qui quello che pagherà le conseguenze dei suoi gesti, sei solo tu”
Era veramente furioso e le sue mani tremavano mentre stringeva la stoffa della sua divisa.
“Non lo fare” Gli occhi azzurri di Wiglaf si incastrarono in quelli neri di Tom ed i due si avvicinarono maggiormente. Era come se Riddle stesse incatenando il giovane in una morsa, in un legame contorto e Wiglaf glielo lasciava fare senza accorgersene.
Il corvonero era rigido, in attesa di una qualunque mossa di Tom, mentre il corvino era rilassato; voleva arrivare a quello scontro diretto.
Fra loro nasceva sempre quella tensione e solitamente era Tom a romperla, con una presa in giro, visto che Wiglaf non reagiva mai, ma quella volta decise di fare diversamente.
Lo prese e malamente lo tirò per la divisa, buttandolo a terra. Voleva riconfermare il suo dominio. Ma Sigurdsson non si fece atterrare facilmente ed i due si scambiarono diverse volte di posizione, rotolando su se stessi, fino a che non caddero nel lago.
Wiglaf, completamente fradicio come Tom, sbuffò e si alzò in piedi, ma egli lo buttò in acqua nuovamente riuscendo finalmente a bloccarlo sotto di sé, saltandogli addosso.
Si mise fra le sue gambe e trattenne i pugni del corvonero, che in vano cercava di toglierselo di dosso, avvicinandolo fino a far incontrare le loro labbra in un bacio.
E per Tom quel gesto fu magico.
Quel bacio, che era una semplice unione delle loro labbra, sembrava quello che effettivamente stava cercando.
Non lo morse, non approfondì il gesto, gli andava bene così; semplice e importante.
Il gesto fece completamente ammutolire invece il corvonero che, quando osservò il sorriso beffardo di Tom, grugnì, sentendosi preso in giro.
Prese la bacchetta e lo schiantò malamente per poi tornare nella scuola a passo svelto e deciso.
Riddle sapeva che ora non sarebbe stato più divertente stuzzicarlo quindi decise che non lo avrebbe fatto più.
Doveva irritarlo, non farlo allontanare definitivamente.

E mentre Wiglaf credeva che quel bacio era solo una presa in giro, Tom sapeva che invece era l’unica cosa che cercava da anni in quel ragazzo.
Un gesto cosi semplice e naturale che non doveva sembrare vero, ma una presa in giro, cosi che Riddle potesse continuare a essere se stesso, a comportarsi come al solito con il corvonero e allo stesso tempo essere soddisfatto per aver realizzato un suo profondo e nascosto desiderio.
   
 
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