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Autore: marea_lunare    20/05/2018    2 recensioni
La razza umana è ormai estinta da migliaia di anni, la Terra è stata conquistata da angeli e demoni, i quali ne sono entrati in possesso combattendo tra di loro una feroce battaglia, conclusa con un armistizio.
Tra le popolazioni vige l'obbligo di non fare del male a nessuno della razza opposta o di intrattenere un qualsiasi tipo di rapporto, per il timore di poter compromettere la pace.
John Watson però non è come tutti gli angeli: lui crede in un possibile legame tra i popoli. Sarà proprio lui, infatti, a conoscere un demone particolarmente acido ma geniale, che lo affascinerà fin da subito. Sa bene però, che la loro amicizia potrebbe compromettere gravemente la situazione di stallo che permane tra le loro razze.
I dubbi sono tanti, le speranze diminuiscono giorno dopo giorno.
Tra una divinità potente e sconosciuta e due mondi opposti ma al contempo simili, si sviluppa la storia di John Watson e Sherlock Holmes, coloro che potrebbero cambiare o distruggere il loro mondo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Quasi tutti, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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VIII – Verità nascoste                                                                                                                                                                     Arrow - Rag ‘n Bone Man

 

“Non mi aspettavo avresti passato così tanto tempo qui” sorrido, dirigendomi verso Sherlock in piedi di fronte alla ringhiera di pietra.

All your love keeps me in chains
Just like the river I come back again
All your fear keeps me right here
You'll be the arrow, the arrow

Lui non risponde, continuando a fissare un punto imprecisato di fronte a sé. Ha gli occhi socchiusi dalla concentrazione.

“Hai avuto qualche intuizione riguardo al nostro caso?” domando.

“Non ancora, ma sto per arrivare a una conclusione. Ho fatto ulteriori ricerche sugli umani e la loro estinzione, qualsiasi cosa che possa riguardarli. Sono vicinissimo alla soluzione, lo so, ma c’è sempre qualcosa che manca, un tassello che non va al suo posto e che continuo a cercare inutilmente” risponde irritato.

“Io ho provato ad avere qualche informazione tramite Greg, ma non ho ottenuto granché. Ha iniziato ad insospettirsi, non potevo rischiare più del dovuto” dico affiancandomi a lui.

“Come puoi farti scoprire anche dall’Angelo Maggiore? Non mi sembra un tipo molto sveglio” commenta sarcasticamente.

Io lo ammonisco lanciandogli un’occhiataccia.

Lui sorride con scherno.

Seguo il suo sguardo, perdendomi tra le fronde degli alberi, ricordandole illuminate dalla luna come quella sera.

“A volte non riesco a credere che tutto questo sarebbe potuto essere distrutto durante la Guerra dei Due Secoli”

“Non siamo poi così diversi dagli umani, John” dice Sherlock con tono calmo “Ci siamo sempre considerati esseri più evoluti rispetto a loro, soprattutto per intelligenza, eppure commettiamo i loro stessi identici errori. Ci facciamo la guerra l’un l’altro, crediamo in una divinità che non siamo nemmeno certi esista. L’egoismo è il fulcro della nostra vita millenaria, mentre fingiamo che tutto vada alla perfezione. Quando sento mio fratello parlare della nostra superiorità provo un senso di disgusto per le sue parole”

“Abbiamo combattuto duecento anni per dividerci un mondo, finendo segregati uno nei limiti dell’altro. Non abbiamo molto più spazio rispetto a quando eravamo nel Limbo, ma continuiamo ad illuderci che ne sia valsa la pena, come se tutte le vite perse in battaglia non siano state sprecate” affermo con rabbia, stringendomi convulsamente la spalla.

“E una di quelle poteva essere la tua”

“Già” rido amaramente.

“Come è successo?”

Mi volto verso di lui, incrociando il suo sguardo penetrante. Vuole davvero sapere cosa mi è accaduto.

Esito qualche momento prima di iniziare a parlare.

Times up, I'm roll run
The fire's out, the stars are burning
Don't speak, say something my love
The walls are cracked, our hearts are falling
God knows how I didn't see this coming
Can you hear the sound of skies crying?
My love, my love

 

“È stato durante una delle ultime battaglie, poco prima che venisse firmata la pace. Eravamo nel pieno del combattimento. c’erano già stati diversi feriti, di morti non parliamone neanche. Vedevo quei cadaveri riversi a terra come bambole di pezza, immersi nel sangue. Vortici su vortici di linfa vitale fluttuavano in cielo e scomparivano oltre le nuvole. Ho ucciso molte persone, non ne vado affatto fiero” continuo, timoroso di guardalo in viso e trovare un’espressione di disprezzo.

Ma lui non dice nulla, lasciandomi parlare.

“Forse sono state le mie mani sporche di sangue a fare in modo che venissi punito con questa ferita” mormoro “Mi ero distratto solo per un secondo. Ho visto un mio compagno venir trafitto da una spada. La lama gli ha trapassato l’addome, spuntando oltre la schiena. Il demone aveva l’elsa appoggiata contro il suo stomaco, tanto era andato a fondo. Infuriato, mi sono voltato per riprendere ad uccidere, lanciando fendenti e sfere d’energia a destra e a manca. Poi, ho sentito una forte fitta alla spalla”

Mi allontano un poco da Sherlock per mimargli la scena.

Mi metto di fianco, la gamba destra in avanti e le ginocchia leggermente piegate. Materializzo una spada molto leggera nella mano destra e nella sinistra un palla d’energia poco più piccola del mio pugno, alzando il braccio.

“Ero in questa posizione, pronto a colpire. Non sono neanche riuscito a scagliarla” continuo “e ho visto un dardo nero passarmi velocissimo a pochi centimetri dal viso, prendendomi in pieno”

“Le frecce avvelenate sono le armi più mortali. Fanno effetto molto velocemente. Se non vieni curato in tempo, ti aspetta una delle morti più lunghe e dolorose che possano esistere” dice Sherlock “Il veleno ti divora direttamente da dentro. Distrugge ogni cellula del tuo corpo. È come se venissi sciolto nell’acido, ma è una sensazione che parte dall’interno”

Mi vengono i brividi a pensarci, ringraziando di essere sopravvissuto.

“Io ho scagliato fin troppe di quelle frecce” confessa improvvisamente il demone.

“Ricordo che mi avevi detto di aver combattuto” confermo “ma non me ne hai mai parlato”

Lui mi fissa e si mette di fronte a me, voltandosi sul fianco opposto al mio.

All your love keeps me in chains
Just like the river I come back again
All your fear keeps me right here
You'll be the arrow, the arrow

Materializza tra le mani un arco nero come la pece e un sottile dardo nero compare subito dopo.

Lo inserisce nell’arco e tira il braccio all’indietro, tendendo la corda.

“La posizione è sempre la stessa. Dopo poco tempo non avevo più bisogno di calcolare ogni volta il raggio d’azione. Materializzavo la freccia, la incoccavo, individuavo il bersaglio e la scoccavo. Un circolo vizioso che si ripeteva volta dopo volta, andando sempre a segno. Materializza, incocca, mira, scocca. Semplice, meccanico, efficace. Non sbagliavo mai un colpo” spiega “Non guardavo più neanche in faccia i miei avversari. Ancor prima che la freccia arrivasse a destinazione, mi voltavo dall’altra parte per sparare di nuovo. Ogni corpo cadeva a terra come foglie secche, con un tonfo sordo che si perdeva in mezzo alle grida degli altri”

A quel punto mira direttamente verso di me, puntando sulla mia spalla. Digrigna i denti, come se fosse di nuovo sul campo. Quell’espressione mi inquieta.

Poi ho un flash brevissimo, un’immagine mi ritorna alla mente, facendomi sbiancare.

“Tutto ciò che ricordo del mio aggressore” dico con un filo di voce “Sono le sue mani pallide che reggevano l’arco. Mentre cadevo a terra ho alzato lo sguardo, incrociando i suoi occhi”

Mentre parlo, Sherlock inizia a capire.

Socchiude la bocca, mormorando un sommesso “Non può essere”.

Le gambe mi tremano.

Tutto delle nostre posizioni ricorda quel fatidico giorno.

Una scossa mi sconquassa il petto con violenza. Mi allontano di colpo, col fiato corto.

“John” mormora il demone, abbassando l’arma.

“No… Ti prego...”

La freccia scagliata, quegli occhi spietati come mi guardano come fossi un misero sacco di carne; quelle stesse mani che nel corso dei mesi ho imparato ad amare, nonostante non mi abbiano mai ancora sfiorato.

All your love keeps me in chains
Just like the river I come back again
All your fear keeps me right here
You'll be the arrow, the arrow

Indietreggio lentamente senza distogliere lo sguardo da lui.

“John, calmati. N-non ci eravamo ancora incontrati. Come potevo sapere?” cerca di convincermi.

È la prima volta che lo sento balbettare. Lui, sempre sicuro e pieno di sé, sta vacillando.

Tende piano una mano nella mia direzione.

“John” mi chiama ancora.

Tenta di raggiungermi, di farmi capire che posso fidarmi.

Ora però, anche questa mia sola certezza si è frantumata.

Mi volto di scatto e inizio a correre.

Lo sento gridare il mio nome, ma non mi fermo.

I piedi divorano il terreno, raggiungendo ben presto la foresta.

Mi getto in mezzo agli alberi, la voce di Sherlock ancora alle mie spalle.

Continuo imperterrito la mia fuga, sapendo però che non riuscirò a scappargli.

Sbuca all’improvviso di fronte a me, senza che io riesca ad evitarlo. Gli finisco rovinosamente addosso, ma mi impedisce di cadere.

“John, fermati! Che diavolo stai facendo?”

“Lasciami andare, Sherlock. Lasciami!” dico, tentando di divincolarmi.

“Smettila, John. Non è da te”

“Sherlock, tu non capisci”

“Invece capisco meglio di quanto immagini. Ma non pensi che se non fossi stato io a colpire te, c’è un buon 70% di possibilità che saresti stato tu a colpire me? Le parti potrebbero essere invertite. Eravamo sullo stesso campo di battaglia, sarebbe stato impossibile non scontrarci”

“Ti ho detto di lasciarmi andare” sibilo, digrignando i denti.

La delusione gli spegne il luccichio negli occhi, facendomi sentire subito in colpa.

Le sue mani scivolano lungo le mie braccia più lentamente del necessario, causandomi un brivido che mi percorre tutta la schiena.

The winds change
This love was begging
To feel the same
But you gave me nothing
I'm here again
The sky is crying above, above
If you told me then
What I know now
I'd be long gone, but I'm here somehow
Can you hear the sound?
The sky fell down on us, on us

Mi guarda ancora negli occhi, costringendomi ad andarmene prima di cedere.

Non posso.

Mi volto e ritorno sui miei passi, guardando dritto davanti a me.

Devo andarmene in fretta.

“John?”

All your love keeps me in chains
Just like the river I come back again
All your fear keeps me right here
You'll be the arrow, the arrow

Mi congelo sul posto, pregando che non sia la voce di chi credo.

“John, cosa sta succedendo?” domanda Mary, comparendo alle spalle di Sherlock.

Non è possibile.

“Ciao Mary” la saluto freddamente.

“Stai bene? Che ci fa lui qui?” mi chiede con apprensione, osservando il demone in un mix tra disgusto e paura.

“Niente, se ne stava andando. C’è stato solo un piccolo disguido, nulla di preoccupante”

“Non mi sembra disposto ad ascoltarti” ribatte lei, incerta.

“Eppure gli ho già detto di togliersi di torno. Si vede che è molto duro d’orecchi” rispondo, stringendo i pugni.

Sherlock ricambia il mio sguardo, non nascondendo la rabbia.

“Ha ragione. Si è trattato di un semplice fraintendimento” dice infine, senza risparmiarmi un’occhiata di disapprovazione.

Mi volta le spalle e si allontana lentamente, in silenzio.

Rimaniamo solo io e Mary, immersi nel silenzio.

So the story goes
We weren't high enough, high enough
Don't you need this no more?
Are you strong enough, strong enough
To lose it, to fool yourself?
So hard to understand
Guess I didn't wanna change
This hold on me, this hold on me

Faccio per allontanarmi anche io, quando lei mi prende per un polso, chiamandomi dolcemente.

Io alzo lo sguardo su di lei.

“Dobbiamo parlare” sussurra.

“Che ci fai qui?” le domando.

“Ero solo di passaggio, ma poi ho sentito delle voci e sono venuta a controllare”

“Non mentirmi, Mary”

Lei mi fissa, il labbro inferiore le trema.

“Torna a casa, John”

La guardo stralunato, credendo di aver capito male.

“Come scusa?”

“Torna a casa, John. Torna da me, a casa nostra”

Non posso fare a meno di chiedermi se stia dicendo veramente la verità, se voglia farmi tornare solo per la solita immagine di facciata.

Ripenso al giorno in cui me ne sono andato di casa, chiudendomi la porta alle spalle pieno di dubbi e, forse, rimpianti. Non sapevo se sarei riuscito a combattere quel senso di vuoto.

Eppure ce l’avevo fatta.

Avevo ricostruito una mia nuova normalità, soprattutto dopo l’arrivo di Sherlock.

Sherlock.

Al posto di Mary vedo materializzarsi l’immagine del demone, quel suo sguardo deluso.

Probabilmente è confuso.

Non posso desiderare proprio lui, eppure…

“John?” mi chiama Mary, scuotendomi per un braccio.

“Mary, non posso tornare a casa”

“Perché?” domanda sconcertata.

“Perché non ho bisogno di tornarci” rispondo con fermezza.

All your love keeps me in chains
Just like the river I come back again
All your fear keeps me right here
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“John...”

“Non tornerò a casa, Mary. Quel luogo non mi appartiene più” concludo, togliendole la mano dal mio polso e ritornando verso il monastero.

“È per quel demone, vero?” domanda.

“No” mento “Lui non c’entra nulla”

“Bugiardo” mi accusa.

“Va’ a casa, Mary”

“Stai commettendo un grosso errore, John”

“È ciò che pensavo anche io poco dopo essermene sono andato”

“Tu e quel demone farete una brutta fine. Avrete ciò che vi meritate” commenta lei con freddezza, immobile.

“È ciò che temo anche io” sussurro.

 

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