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Autore: vaniglia_lovefantasy    20/05/2018    1 recensioni
“Tu cosa pensi dei gay e delle lesbiche?”
***
Ho perso la mia migliore amica nel giro di due ore, e questo perché sono un coglione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Tu cosa pensi dei gay e delle lesbiche?”

Mi si illumina lo schermo del cellulare, e già basterebbe l’orario per sapere chi è, teoria confermata dalla notifica personalizzata, così quando guardo lo schermo questa è la strana domanda per cui mi sveglia la mia migliore amica. Dopo essermi stropicciato gli occhi per la luce improvvisa prendo lentamente il cellulare, e le rispondo.

“Sai che ore sono, vero?”

“Le 3:56, ora rispondimi”

“Capisco che tu soffra di insonnia, ma non vale per tutto il mondo. Dai che domani abbiamo pure la versione di greco in prima ora”

“Rispondimi”

Non demorderà, sebbene desideri dormire, quindi mi conviene risponderle.

“In che senso cosa ne penso?”

“Forse mi sono spiegata male, riformulo. Ti sembra accettabile che nel 2018 ci siano persone convinte che essere gay o lesbica sia una scelta da punire con violenza fisica o psicologica?”

La sua durezza mi lascia spiazzato, anche perché abbiamo già discusso di questo tema, e sa come la penso su certi argomenti.

“Violenza no, sai che sono assolutamente contrario, ma non puoi ritenerla una cosa normale, so che sei un’attivista, e capisco la tua lotta per i diritti degli animali, delle donne e tutto, ma onestamente mi sembra contro natura, e non mi sento di condividere questo genere di scelte”

“Contro natura?”

“Sì. Contro natura”

“Lo sai che ci sono animali che hanno regolarmente rapporti con un altro animale dello stesso sesso?”

“Non dire cazzate”

Dopo questa mia affermazione esce dalla chat, così rimetto il cellulare sul comodino pensando che questo suo assurdo discorso sia chiuso. Dopo un minuto neanche però si illumina nuovamente lo schermo. È sempre lei, mi ha mandato un link che apro confuso, e leggo sempre più scioccato un articolo su un sito abbastanza famoso che parla di quello che mi stava dicendo lei.

“Okay, ci sono alcune specie animali che hanno rapporti gay, ma ciò non cambia il mio punto di vista”

“Sei tu a parlare o la tua religione?”

“Ancora con questa storia? Sono credente, okay, non vedo cosa ci sia di male”

“Una mia amica mi ha raccontato poco fa che suo fratello minore è vittima di cyberbulismo perché è gay. La trovo una cosa inaccettabile, specie perché va in una scuola di preti, e i suoi compagni si attaccano alla fede per insultarlo”

“Non dico siano giusti gli insulti, ma potrebbe cercare di farsi piacere le ragazze come le persone normali. D’altronde nella Bibbia è scritto chiaramente: Non accoppiarti con un uomo come si suole fare con una donna, poiché è un abominio.

“Visto che ami citare la Bibbia ti ricordo un passo: Diletti, amiamoci gli uni gli altri; perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio. Chi non ama non ha conosciuto Iddio; perché Dio è amore. - 1 Giovanni 4:7,8

“E cosa c’entra?”

“Un gay o una lesbica non sceglie di essere tale, e non è una questione di sesso, ma di amore. Dicendo che potrebbero cercare di farsi piacere le ragazze o i ragazzi a seconda neghi loro l’amore, e quindi gli neghi di conoscere Dio. Questo perché?”

“Perché se sei in quel modo là non meriti l’amore di Dio, se ti ha creato in quel modo devi aver fatto qualcosa di veramente sbagliato per essere stato punito in un modo così atroce.”

“E se ti dicessi che io sono lesbica? Solo per questo mi considereresti una persona orribile punita in maniera atroce?”

Non so cosa dire. Non so come rispondere. Perché diavolo, ha ragione.

“Questo non c’entra nulla”

“Sono lesbica. Ti sembro una persona cattiva che merita una punizione divina?”

“Non dire cazzate, su”

“Sono seria, sono lesbica, te lo sto dicendo proprio adesso”

“Senti, è tardi, siamo stanchi e fra tre ore abbiamo la versione. Va a dormire”

Non mi risponde, ma mi manda una foto poco dopo. È lei, in intimo, ma non è quella la cosa che mi sconvolge.

Mi alzo immediatamente e infilo le prime cose che trovo, corro in salotto e recupero le chiavi della macchina fiondandomi fuori, senza preoccuparmi di aver svegliato i miei.

Guido più veloce che posso verso casa sua, ed entro dal portone sgangherato del suo palazzo. Salgo facendo i gradini di corsa, e mi appendo al suo campanello; fortunatamente sua madre è via per un paio di giorni. Dopo pochi secondi mi apre, ancora in intimo. Entro come un razzo e la squadro bene da capo a piedi.

«Tu adesso mi dici chi cazzo è stato a farti questo» non riesco a staccare gli occhi dal suo corpo quasi completamente ricoperto da lividi e graffi, inorridito, sfiorandole la pelle incredulo.

«Dei ragazzi fuori dalla chiesa in fondo alla strada. Ci fanno degli incontri per adolescenti che cercano il modo migliore di fare coming out, e mi hanno pestata appena uscita…» non alza mai lo sguardo mentre parla, troppo orgogliosa per piangere ma con gli occhi lucidi per la voglia disperata di farlo.

«Sof… Mi dovevi chiamare, ti sarei venuto ad aiutare»

«Io… Non ce la facevo, mi vergognavo, mi hanno detto cose orribili, e volevo sapere se le pensi anche tu. Evidentemente è così, quindi ora vattene» alza lo sguardo, fissandomi con una durezza che non credevo avrebbe mai rivolto a me.

«Neanche per sogno, io non ti lascio da sola, specialmente in questo stato»

«Vattene Ale, vattene!» inizia a urlare indicandomi la porta ancora socchiusa.

«Sof» la guardo nuovamente, cercando di farla sciogliere «sai che io non ti avrei mai fatto niente del genere, lascia che ti aiuti» vedo gli occhi lucidi tornare, ma resta irremovibile.

«Vattene, siete tutti uguali»

«Sai che non è così, ti voglio bene, sei la mia migliore amica e sono qui per aiutarti» vedo un’altra crepa nella sua corazza, e sull’orlo del pianto si fionda fra le mie braccia, singhiozzando piano. Le accarezzo piano la schiena stando attento ai numerosi lividi, poggiando la guancia sulla sua testa.

«Brava così, sono qui per te, ne verrai fuori, ti aiuterò io. Magari è solo una fase, poi tornerai normale» mi pento immediatamente di quelle parole, perché la sento irrigidirsi e allontanarsi lentamente da me.

«Non farti vedere mai più» mi fissa negli occhi indicano nuovamente la porta con una mano, asciugandosi le guance con l’altra.

«No, aspetta, mi è uscita male, non volevo…»

«Se ti azzardi a rivolgermi di nuovo la parola ti farò più male di quanto ne stia sentendo io adesso. E ora vattene» con queste parole mi butta fuori da casa sua, e io resto immobile fuori dalla porta per alcuni minuti prima di realizzare cosa è effettivamente successo.

Ho perso la mia migliore amica nel giro di due ore, e questo perché sono un coglione.

  
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