Anime & Manga > Mermaid Melody Pichi Pichi Pitch
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Autore: Sonrisa_    21/05/2018    1 recensioni
[Capitoli dal primo al sesto: revisionati]
[Dal 7 maggio 2018 ripresa aggiornamenti]
La pace, nel regno sottomarino, non è mai destinata a durare a lungo... Dopo un anno dalla vittoria delle sette Principesse su Mikeru, infatti, compare un nuovo e potente nemico dalle intenzioni oscure. Le nostre amate Principesse si riuniscono, pronte e decise a riportare la pace nei loro regni, ma una rivelazione da parte della Regina dei Mari le condurrà verso il Mar Mediterraneo. Così, tra nuove amicizie, baci al chiaro di luna, nuovi amori, potenti nemici, antiche leggende e feste sulla spiaggia, riusciranno le nostre amate Principesse a ripristinare la pace nel loro mondo?
~*~
«Li ho abbandonati. Tutti loro. Oh Sara, come ho potuto?»
In risposta ebbe solo lo stridio di qualche gabbiano che sorvolava l'Oceano, infastidito dalle urla della sirenetta che avevano spaventato i pesci lì intorno.
In quel momento si sentì più sola che mai, lontana da tutti, priva di energie e provata anche emotivamente.
«Aiuto...» sussurrò al vento e alle onde.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovi personaggi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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​Salvataggio con invito



«Buongiorno!» esclamò Noelle, varcando la soglia della stanza con Coco.
«Buongiorno a voi ragazze.»
«Ma lei non si riposa mai, Perla? Ogni volta che la vedo è sempre intenta ad armeggiare con quel forno!» commentò stupita Coco, alludendo alla crostata ancora fumante che stava riposando sul ripiano della cucina.
«Mi piace cucinare e se posso farlo per tutte le otto Principesse la mia gioia aumenta! E, ti prego Coco, non darmi del "lei", ma del "tu", dopottutto siete voi le custodi delle perle, io sono una semplice sirena con un po' di anni alle spalle...»
«Semplice non direi proprio! Fa...i parte del Gran Consiglio!»
«Facevo.» le corresse, senza alcuna inflessione particolare nella voce, inziando a sciacquare i vari utensili utilizzati per la preparazione del dolce.
«Le...» iniziò Noelle, per poi correggersi «Ti manca?» chiese offrendosi ad aiutare la donna, sperando di non essere risultata troppo indiscreta con quella domanda.
«La vita di ciascuno è formata di fasi.» iniziò Perla, facendole posto davanti al lavello «La fase che mi vedeva membro del Gran Consiglio è finita più di sedici anni fa, permettendomi di viverne un'altra. Impegnativa certo, ma bella. Sono onorata di aver avuto il priviliegio di essere stata designata come tutrice della Principessa del Mar Mediterraneo.»
«Hai fatto un ottimo lavoro con Serena...» osservò Coco, prendendo uno strofinaccio per iniziare ad asciugare le stoviglie «Sarà... anzi, è una brava Principessa.»
«Di questo ne sono sicura, anche se lei continua a nutrire dei dubbi a proposito...»
«E chi di noi non lo fa?» ridacchiò leggera Noelle.
Coco sorrise di rimando, annuendo piano, ma decidendo di non dar voce ai suoi pensieri. Lei non si sentiva ancora adatta a quel ruolo, nonostante lo rivestisse da quasi vent'anni, per una serie di motivi riconducibili alla sua migliore amica. Il pensiero di Sara era un tarlo pieno di "se" per lei. Se lei fosse stata più attenta... se lei fosse stata più presente... se lei fosse stata più forte... se lei avesse capito prima... Due letterina che la logoravano dentro, inesorabilmente. Noelle era l'unica alla quale aveva espresso apertamente il suo disagio e manifestarlo ancora una volta, anche dinanzi a lei, non le andava proprio. Non quando l'amica era convinta che lei si fosse ripresa completamente.
«Guarda che quello è asciutto ormai...»
Impiegò svariati secondi nell'attribuire un senso compiuto alle parole dell'amica, arrossendo nel constatare che, persa nei suoi pensieri, aveva continuato ad asciugare la stessa ciotola per un bel po' di tempo.
«Hai una faccia... tutto bene?»
«Oh, sì, certo che sì! Sarà la stanchezza, no? Il fuso orario...» mormorò, affrettandosi a recuperare gli altri utensili per asciugarli.
«Forse avresti preferito dormire ancora? Mi dispiace averti proposto di scendere a fare colazione con me. Non ho pensato che avresti potuto avere piacere a rimanere ancora nel letto.»
«Tranquilla Noelle, lo sai, rigirarmi nel letto non è un qualcosa che fa per me.» cercò di rassicurarla, andando a sedersi attorno al tavolo imbadito a festa «Yum! Perla, quante delizie! Siamo qui da meno di ventiquattro ore e tu ci stai già viziando troppo..!»
«Coco ha ragione: io mi prenderei tutto!» ridacchiò Noelle, osservando con attenzione la grande varietà di dolci e biscotti messi a disposizione per la loro colazione.
Perla sorrise, accomodandosi proprio difronte Coco e scrutandola con i suoi piccoli occhietti scuri. La Principessa dalla perla gialla ebbe la netta impressione che la donna avesse colto il filo dei suoi pensieri riguardo Sara e si sentì estremamente vulnerabile. Abbassò lo sguardo, puntandolo verso il suo bicchiere vuoto, per poi rialzarlo poco dopo quando Perla si avvicinò per versarle del succo di frutta.
«Vuoi parlarne?» sussurrò con voce impercettibile, porgendole un pezzo di crostata.
Coco scosse lieve la testa, chiedendosi come avesse fatto la donna ad intuire i suoi pensieri. Perla le sorrise materna, posandole una mano sulla spalla:
«Che programmi avete per la mattinata?»
«L'intenzione era quella di girare per la città come perfette turiste con le altre, ma Lucia, Hanon, Rina e Karen stanno ancora dormendo e Seira e Serena non sono in stanza.»
«La piccola Seira si è svegliata all'alba per lo stesso motivo, buttando giù da letto Serena ed implorandola di farle fare un giro sul lungomare. Sarà un'oretta e mezza che sono in giro ormai...»
«Davvero? E a che ora sono uscite?»
«Poco prima delle otto. Probabilmente le troverete se uscite anche voi, la cittadina non è molto grande.»


«"La cittadina non è molto grande" diceva Perla... io non mi oriento più, Noelle. Secondo me ci siamo perse.»
«Almeno abbiamo fatto dello shopping!» trillò la ragazza, agitando le buste piene di vestiti ed accessori.
«Hai perfettamente ragione!» rise Coco, annuendo divertita «Ora però dobbiamo decidere da che parte andare.» disse, alludendo all'incrocio al quale erano appena arrivate.
«Ehm.. di là?»


«Ma guarda che di là non c'è niente di particolare.»
«Questo lo dici tu: qui è tutto così particolare!» esclamò Seira, prendendo per mano Serena e accelerando il passo, entrando in una viuzza secondaria.
«Particolare? Un bar, un negozio di fiori, uno studio fotografico e una parrucchieria?»
«Tu qui ci sei cresciuta, io guardo tutto con occhi pieni di meraviglia perché è la prima volta che vedo tutto questo! Qui è così diverso rispetto alla città in cui stavamo in Giappone.» replicò la Principessina, fermandosi davanti al bar.
«Vuoi qualcosa?» chiese Serena, notando come poi lo sguardo dell'amica alternasse dalla vetrina del bar a quella del negozio di fiori.
«Possiamo prendere qualcosa da bere e poi comprare una piantina?»


«Dovevamo farci dare da Perla una piantina della città. Non so proprio dove siamo finite...» mormorò Coco, guardandosi attorno.
«Sicuramente non in una bella zona...» disse Noelle, posando gli occhi chiari sulle strutture abitative in via di costruzione e sulla sporcizia della strada. Nonostante fosse metà mattinata poi, la via era deserta e la luce del sole non filtrava per niente lì.
«Okay, torniamo indietro.»
Facendo dietro front, le due ragazze accelerarono il passo, così da uscire da quella via abbandonata e cercare di raggiungerne una migliore.
«Vi siete perse, bamboline?»
Una roca voce maschile le fece trasalire e voltare di scatto: dinnanzi a loro si stagliava un uomo -da dove era sbucato poi?!- che sfiorava i due metri, visibilmente poco lucido e con la pelle estremamente pallida ricoperta di tatuaggi.
«Non si preoccupi, abbiamo semplicemente sbagliato strada!» esclamò nervosamente Noelle, stringendo spasmodicamente le buste nel sentire la puzza di alcol provenire da lui.
«Arrivederci.» disse sbrigativa Coco, trascinando via l'amica.
«Quanta fretta, volete già andare via?» mormorò lui, bloccando per un braccio la bionda con una forza inaudita e facendola gemere di dolore.
«Abbiamo un impegno, sa com'è... Sarà per un'altra volta, ma grazie lo stesso!» rispose Noelle, cercando di sottrarre l'amica dalla presa dell'uomo. Quello rise sguagliato e, avvicinatosi a lei, la spinse violentemente; Noelle gridò spaventata, ma nel cadere all'indietro mise il piede in fallo, lanciando un urlo carico di dolore. Si sforzò di non piangere, tenendosi la caviglia dolorante, credendo che la situazione non potesse peggiorare. Si sbagliava: il peggio fu rendersi conto di due braccia che la presero con forza, alzandola di peso.
Un altro uomo, stesso odore nauseabondo di alcol.
Noelle ebbe davvero paura.

 
«Ma sei stupida?! Mi hai fatto morire di paura!»
Hanon la ignorò completamente, continuando a ridere a crepapelle sul letto.
«Rina, dille qualcosa!» sbottò Lucia indispettita, incrociando le braccia al petto.
La ragazza dai capelli verdi fissò inespressiva le due amiche, poi pronunciò seria: «Qualcosa
Hanon e Lucia si scambiarono uno sguardo perplesso, rimanendo zitte per una manciata di secondi.
«...Doveva far ridere?»
«No, doveva spiazzarvi, così da farvi rimanere in silenzio.» replicò seria Rina, beandosi della pace nella stanza. Stava proprio per rimettersi sdraiata sul letto, quando le arrivò un cuscino in faccia.
«Ma che hai stamattina, Hanon? Prima mi svegli urlando, poi ridi per dieci minuti buoni ininterrottamente e ora questo.» borbottò Lucia, mettendosi in piedi « Ma sei sicura di stare bene? Non è che hai bevuto qualcosa mentre noi dormivamo?»

 
"Ma quanto hanno bevuto questi tizi?!" si chiese Coco, in evidente difficoltà e ancora imprigionata tra le braccia del primo tipo; accanto a lei, Noelle si dimenava come un'ossessa nel tentativo di sgusciare via da quella stretta ferrea del secondo uomo comparso.
«Lasciateci stare, bifolchi!» urlò la Principessa del Mar Glaciale Artico, colpendo ripetutamente, ma senza risultato, il suo assalitore che nel frattempo la stava trascinando via.
A quella vista, Coco ribollì di rabbia: poteva sopportare di tutto, ma non che le sue amiche fossero in pericolo. Animata da una nuova forza, si divincolò dalla presa dell'uomo tatuato e gli rifilò un pugno sul naso -trattenendo un grido perché, ehi!, nei film che vedeva spesso Rina sembrava così semplice!-, per poi lanciarsi verso quell'altro e tirargli un calcio in pieno stomaco. Noelle ne approffittò per allontanarsi, ma non riuscì a fare altro che pochissimi passi che cadde, sentendo la caviglia pulsarle dolorosamente. Ansante, terrorizzata e con la voglia di piangere, si voltò per cercare di capire cosa fosse successo alla sua amica. Il primo uomo che le aveva fermate -con il naso sanguinante ora- stava tirando Coco per un braccio, così da spingerla per terra. Noelle si impietrì quando vide l'amica capitolare sul marciapiede: entrambe erano a terra, quindi in una posizione di netto svantaggio.
Era la fine.
Coco era stata raramente così disperata in vita sua. Un'altra volta ancora si era dimostrata troppo debole, incapace di farsi valere. Avrebbe voluto chiedere scusa a Noelle, ma era così intontita da non riuscire ad aprire la bocca per articolare delle parole di senso compiuto. Levò lo sguardo, giusto per vedere quell'uomo imponente troneggiare su di lei con tutta la sua altezza.
«Divertiamoci un po', che ne dici bambolina?»
Coco ebbe voglia di vomitare.


«Ma se uscissimo?» propose Lucia «Potremmo chiamare i ragazzi...»
«Sì, sono d'accordo. Fammi chiamare Shirai, vediamo se ne hanno voglia.» disse Hanon, abbottonandosi gli shorts di jeans per poi dirigersi con il telefono tra le mani sul balcone della stanza condivisa.
«Secondo te Karen si è svegliata? Magari le fa piacere unirsi a noi...» ragionò la Principessa dalla perla rosa, cercando un'acconciatura che la soddisfacesse davanti lo specchio.
«Vado a vedere.» mormorò Rina, l'unica effettivamente pronta tra le tre, uscendo dalla stanza.
Rimasta sola Lucia fissò la sua immagine riflessa, arricciando le sopracciglia sottili. Il prendisole bianco comprato poco prima della partenza le stava proprio bene e scivolava delicato sulle sue forme morbide. Si stupì di come si fosse abituata a quella forma a due gambe, che sentiva completamente sua ora. Era una Principessa, ne era consapevole, ma in certi occasioni avrebbe preferito essere una comune ragazza, così come si sentiva in quel momento.
Normale, umana.
La vita al suo castello le sembrava un qualcosa di lontano e completamente estraneo: come poteva, alla fine di quella missione, tornare lì, abbandonando quella vita sulla terra ferma?


Si aspettò di sentire quelle luride mani sul suo corpo ancora una volta, ma non successe nulla. Lei era inerme, cosa attendeva ormai? Tentando di ignorare il dolore che sentiva un po' in tutto il corpo, si puntellò sulle mani per alzarsi e cercò di levare lo sguardo verso l'uomo, trovandolo inarcato verso dietro e con il braccio piegato in una posizione innaturale.
«Lasciate stare le signorine. Ora.»
Coco fu convinta di essersi immaginata quella voce: insomma, non era mica in una di quelle storie che piacevano tanto a Noelle dove la donzella in difficoltà veniva salvata al momento giusto dal giovane principe dai capelli color dell'oro e gli occhi cerulei, no?
Spostando lo sguardo, però, lei vide proprio un bellissimo ragazzo, pressapoco della sua stessa età, con i capelli biondissimi e gli occhi di azzurri bloccare quel bifolco che le aveva importunate negli ultimi interminabili minuti.
"Okay Coco, Noelle ti ha contagiato con le sue fisse per il principe azzurro e tu ti stai ritrovando ad immaginare tutto."
Ma quella era proprio la realtà.
Il ragazzo sconosciuto strattonò l'uomo così da portarlo lontano da lei, spingendolo verso il compare che, forse un po' più lucido, comprese che sarebbe stato meglio tagliare la corda. Il primo però, furioso, si voltò e caricò un pugno che il biondo evitò con eleganza, sgusciandogli dietro le spalle e colpendolo alla base del collo.
«Almeno per un po' non darà fastidio a nessuno...»
Fu il suo commento, mentre guardava con disprezzo il corpo inerme dell'uomo lungo il marciapiede.
«Wow, Rì, mi sa che allora avrei dovuto seguire anch'io quel corso in palestra come mi avevi consigliato!»
Coco non si era resa conto dell'altro ragazzo finché non aveva parlato e lo fissò intontita chinarsi accanto a Noelle, che lo guardava con aria trasognata.
«Riesci ad alzarti?»
Coco sbattè più volte le palpebre prima di mettere a fuoco  la mano che il giovane biondo misterioso le stava porgendo, accettando di buon grado l'aiuto. Messasi in piedi barcollò, tanto che lui dovette tenerla per i fianchi, affinché non perdesse l'equilibrio.
«Tutto bene?»
«Sì, grazie... Credo di essere un po' scossa...» sussurrò Coco, sottraendosi dalla presa del biondo -così diversa rispetto a quella dell'uomo ubriaco, ma ugualmente fastidiosa in quel particolare momento- e si avvicinò all'amica, per sincerarsi delle sue condizioni.
«Questa zona è troppo isolata e per niente adatta a delle turiste.» disse l'altro ragazzo, un bel moretto dagli occhi scuri che le ricordava Marco, tirando su Noelle e sostenendola per la vita «Perché eravate qui?»
«Ci siamo perse. Siamo arrivate ieri sull'isola e non siamo ancora capaci di orientarci.» ammise la Principessa dalla perla indaco, stringendo la mano di Coco «Grazie per averci aiutato, se non fosse stato per voi...»
«Siete state fortunate che le vostre urla si siano sentite da lontano, altrimenti non vi avremmo trovato...» mormorò il biondo, avvicinandosi.
«Io sono Tommaso, mentre questo è il mio amico Riccardo. Voi come vi chiamate?»
«Io sono Noelle, piacere di conoscervi.»
«Coco.» mormorò la bionda, per poi chinarsi lentamente per recuperare le borse e le buste cadute per terra; sentendosi lo sguardo di Riccardo addosso arrossì lievemente e lo guardò, trovandolo intento a fissarla con attenzione.
«...tutto bene?» chiese perplessa: solitamente le piaceva essere notata da ragazzi così attraenti, ma in quel momento desiderava solamente prendere le sue cose e tornare a casa.
«Ti chiami davvero Coco?»
La domanda la stupì e non poco, così, cercando di non perdersi in quelle splendide iridi color del mare, annuì continuando a recuperare tutte le buste .
«Perché? Ti sembra strano?»
«Sai, mi sa molto di nome per un chihuahua... hai presente, no, quei cani piccoli piccoli da borsetta?»
L'immagine di Riccardo come possibile candidato a suo principe azzurro si sgretolò difronte a quel commento.
«Ehi! Ma sai che sei proprio un gran maleducato?!» sbottò lei, arraffando le ultime buste -ma quant'erano?!- e levandosi in piedi di scatto.
«Calma biondina, stavo scherzando per alleggerire la tensione!»
«Alleggerire la tensione un corno!» esclamò, prendendo dalle sue mani le buste che lui aveva raccolto e guardandolo furente «E non chiamarmi biondina!» aggiunse, voltandosi dall'altra parte per raggiungere la compagna «Noelle, vieni, dobbiamo tornare a casa.» sibilò.
«Ci sarebbe un piccolo problemino...» mormorò l'amica, ancora stretta a Tommaso.
«... non riesce a camminare.» completò la frase lui «Ha bisogno di un sostegno, dovremmo accompagnarvi noi.»
«Ma anche...»
«Sì, con piacere!» trillò Noelle, interrompendo quello che sarebbe stato un secco e deciso "no" di Coco.
Tommaso le sorrise e, passatale un braccio dietro la schiena e un altro dietro le ginocchia, la prese in braccio, sollevandola con delicatezza.
Noelle divenne rossa, colta completamente alla sprovvista.


«Sei sicura di non voler uscire?»
Karen annuì stanca, sbadigliando sonoramente e sperando che Rina se ne andasse il prima possibile affinché lei potesse rimanere sola.
La ragazza dai capelli verdi osservò l'amica in silenzio, non sapendo bene come comportarsi con lei: insistere o no?
«Se cambi idea, chiamaci.»
«Certo, tranquilla. Grazie per l'invito.» mormorò piatta Karen, evitando di guardare l'altra negli occhi e preferendo soffermare lo sguardo sul paesaggio che si intravedeva dalla finestra della stanza.
Rina le fece un cenno con la testa e si congedò, chiudendosi la porta alle spalle.
Karen sospirò, prendendosi il volto fra le mani e cercando di svuotare la mente da ogni pensiero: primo fra tutti Subaru.
«Smettila. Smettila. Smettila.» si ripeté all'infinito: non voleva soffrire più così tanto.

 
«Islanda? Wow, deve essere un posto bellissimo!»
«Sì, forse un po' freddino, ma accogliente.»
Chiacchieravano con naturalezza Tommaso e Noelle, sotto lo sguardo di Coco che, a breve distanza, cercava di ignorare Riccardo pochi passi dietro di sé.
«Non mi hai degnato di una parola.» esordì il biondo all'improvviso, affiancandola «Non di dirai che te la sei presa per il mio commento di poco fa.»
Coco non parlò, lanciandogli solo una breve occhiata in tralice senza smettere di camminare.
«Guarda che non volevo offenderti...!»
«Ah, vorresti dirmi che era un complimento, quindi? Oh, scusami se non ne sono rimasta lusingata!» disse sarcastica, voltandosi verso di lui, senza smettere di camminare.
Riccardo rise, ma all'improvviso la prese per un braccio attirandola a sé.
«Ma che...?»
«Biondina, capisco che io sia proprio bello da vedere, ma non rischiare di sbattere contro i pali. Potresti rovinarti quel tuo bel faccino, sai?»
«La biondina dal bel faccino ha un nome: Coco. Eh no, sei pregato di astenerti da commenti di alcun genere, che ti piaccia o no pretendo di essere chiamata con il mio nome e non con altri nomignoli.» sbottò, sottraendosi dalla sua presa e puntandogli un dito contro il petto.
Riccardo inclinò leggermente la testa, osservandola divertito, mentre lei tentava di mantenere sul suo volto quell'espressione furiosa, cercando di non perdersi in quegli specchi d'acqua che il ragazzo si trovava al posto degli occhi.
«Scusa.» mormorò, per poi portarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio e approfittarne per fare una lenta carezza alla guancia della giovane.
Le gote le si imporporarono all'istante e Coco capì che la sua espressione arrabbiata aveva perso quel minimo di credibilità a quel semplice tocco. Dal canto suo, Riccardo non poté far altro che gioire interiormente: ci sapeva fare, bisognava ammetterlo.
«B-bene. Scuse ac-accettate.» balbettò lei, voltandosi per cercare con lo sguardo Noelle e trovandola poco più in là, proprio difronte il cancello di casa. Wow, erano già arrivati?
«Uhm, no.» disse Riccardo, prendendole per pochi istanti la mano, così da impedirle di allontanarsi troppo da lui «Mi dispiace davvero e voglio scusarmi per bene: domani mattina ti offro la colazione, ci stai?»
«Eh? Oh... no, guarda non disturb-»
«Nessun disturbo! Facciamo alle nove e mezza al bar La conchiglia? È sul lungomare, non puoi sbagliarti.» la interruppe lui, sorridendo accattivante «Tommaso, dobbiamo andare, dai, lascia stare la tua bella o faremo tardi!»
A quel richiamo, fatto più che altro per impedire che Coco ribattesse ancora, Tommaso sospirò alzando gli occhi al cielo e Noelle sussultò, ancora stretta tra le sue braccia.
«Ti prego, lascialo stare. Ho un migliore amico stupido, che posso farci?» ridacchiò un po' imbarazzato «Che stavo dicendo? Ah sì, mettitici del ghiaccio il prima possibile.» disse, facendo un cenno alla caviglia della ragazza, che annuì, storcendo poi le labbra al secondo richiamo di Riccardo.
«Sarà meglio andare...» mormorò Tommaso «Controlla che non sforzi la caviglia, ha bisogno di riposo.» disse poi a Coco, affidandole Noelle «A presto!» sorrise il moro, congedandosi.
«Cara biondina, hai fatto colpo.» si complimentò l'amica, quando fu certa che i ragazzi non potesso sentirla.
«Non so di cosa tu stia parlando.» mormorò Coco, armeggiando con le chiavi «E non ti ci mettere anche tu con quel "biondina".»
«E tu non fare la finta tonta: Riccardo non ti toglieva gli occhi di dosso e tu non mi sembravi indifferente...» continuò Noelle, appoggiandosi all'amica dopo che ella ebbe fatto scattare la serratura del cancello.
Coco roteò gli occhi al cielo, esasperata, spingendo le inferriate: «Mi chiedo come tu abbia potuto far caso a certe cose... Mi sembravi piuttosto presa da Tommaso.» commentò piccata, osservando le gote dell'amica tingersi di un delicato rosa acceso.
«Almeno tu hai ricevuto un invito...»
«Mi sembra il minimo: mi conosceva da nemmeno due minuti e si era già permesso di dire che il mio nome sembra quello di un cane!»
«Quindi ci andrai.»
«No. Noelle, non mettermi in bocca parole che non ho detto.»
«Ti conosco, so che ci andrai.»
«No.»
«Sì.»
«No.»
«Sì.»
«Ti dico di no.»
«E io di sì.»
«Noelle?»
«Sì?»
«Ma secondo te il mio nome sembra davvero quello di un cane?»
Noelle rise di gusto, staccandosi dalla prese dell'amica ed iniziando a saltellare verso la porta di casa.
«Ehi! Aspettami, Noelle, potresti farti male!»






Eccomi qui, super puntuale! :)
​Inizialmente questo capitolo ne formava uno unico col precedente (se avete letto la prima stesura sapete di cosa parlo) ma poi, aggiungendo delle nuove scene, mi sono resa conto che sarebbe stata "troppa carne al fuoco", quindi ho preferito dividerlo in due parti.
​Il prossimo aggiornamento dovrebbe essere l'undici giugno, stress da sessione estiva permettendo.
​Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Attendo i vostri pareri! ;)

​Marty

 
  
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