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Autore: flum    22/05/2018    0 recensioni
[Originali]
Si può averli mai visti dal vero, li si può non averli mai ascoltati, ma vivere e dormire a meno di un chilometro da loro ti trascina nel loro mondo. Sta a te decidere come scappare o come a provare a nutrirti di ogni incontro.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IO STO CON I FENICOTTERI
 
Vabbè. D’ accordo. Il titolo è rubato da un film di Bud Spencer che negli anni ottanta era abbastanza famoso in Italia. Il titolo originale era “io sto con gli ippopotami” e non lasciava ombra di dubbio su come la trama si sviluppava. Si procedeva a forza di risse, con sane sberle e cazzotti e un incondizionato schieramento con i più deboli e indifesi.
Anch’io voglio schierarmi chiaramente come Bud Spencer. Voglio schierarmi dalla parte dei fenicotteri. Non ne posso proprio farne a meno. Lo faccio per diversi motivi.
Il primo è che è difficile non schierarmi con loro, visto che da questo mese di maggio hanno voluto venire a trovarci nella nostra oasi di Marano Lagunare. Lo hanno fatto con un gruppo di una novantina di esemplari: tutti eleganti, con la loro livrea bianca e rosa. Pensare che hanno dormito per qualche giornata a qualche centinaio di metri da casa mi ha messo un po’ in soggezione. Pensare che nelle prime luci dell’alba, avrei potuto sentire il loro gracchiare; Il loro richiamo a prepararsi per andare a raggiungere le zone dove il cibo è le condizioni della laguna sono più adatte al loro banchetto giornaliero, mi ha sempre trasmesso la sensazione di vivere un regalo pazzesco. Un regalo del quale, solo durante la loro assenza, ne percepisco la reale consistenza.
Il secondo motivo per il quale mi schiero con loro è legato alla visita di leva delle nostre generazioni maschili italiane. Infatti mi sembra proprio strano, riflettere che nei primi anni ottanta (durante i quali ho svolto i famosi tre giorni obbligatori della visita di leva) l’altezza minima abilitante del giovane maschio doveva essere pari a un metro cinquantaquattro quindi pari a quasi l’altezza degli esemplari adulti di questa specie di gru, che comunemente chiamiamo fenicottero.
Come può, questo volatile essere più alto di alcuni graduati italiani mi è incomprensibile. Mi altrettanto incomprensibile immaginare che riesca tranquillamente a volare ogni primavera dall’Africa, alla laguna di Marano e ad altri luoghi ancora più distanti. Ogni volta che devo volare io è un casino. Devo controllare gli orari di volo disponibili. Devo prima acquistare on-line un biglietto. Devo parcheggiare l’auto in apposite e costose aree di sosta. Devo avere un documento di identità valido. Devo presentarmi prima della partenza all’aeroporto. Devo superare diversi controlli e verifiche. Devo attendere che qualcuno mi dica presso quale uscita troverò il mio aereo agognato e alla fine, dopo diverse spiegazioni su cosa dovrò fare se cadrò in acqua (mah ?) … dopo aver ben stretto le cinture inizierò a volare. Trascuro anche la fase di atterraggio, in cui mi controllano se ho ben allacciato le cinture ed ho sollevato la tenda dell’oblò. Poi se faccio molti voli, mi danno strane tessere che chiamano “ frequent flyer” che dovrebbero dimostrare la mia attitudine-abitudine al volo. Chissà se loro hanno un sistema simile di tessere e di inquadramento.
Ditemi voi se questa è democrazia. Questo essere, può tranquillamente decidere dove andare in un secondo. Prendere qualche passo di rincorsa, sulle nostre basse acque e iniziare a volare fregandosene di tutte le mie incombenze. Se poi parliamo anche di eleganza le cose si mettono anche peggio. Gli aerei con cui volo sono goffi e portano scritte dai colori più improbabili. Con i carrelli aperti poi sembrano proprio gli aerei giocattolo, comandati a filo (lungo circa un metro) oggetto della stragrande lettere di babbo natale dei nostri anni. Questi aggeggi non volavano per nulla ed erano lenti e non manovrabili come pochi altri maldestri oggetti.
Questi volatili invece volano in gruppo con una continua ricerca della sincronia che a me da non poco fastidio. Il loro colore poi mi sembra fatto apposto per farci rendere perfetta cognizione della nostra inadeguatezza.
Per ultimo io sto con i fenicotteri, perché loro fregandosi di torti che subiscono per nostra causa continuano imperterriti a mostrare quanto sia bello l’ambiente che ci è stato donato, senza per questo dover mettere continuamente un “mi piace” su ogni scorcio della Laguna che attraversano in volo.
Gracc. Gracc. Gracc. !
   
 
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