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Autore: Leila 95    22/05/2018    4 recensioni
Nella vita di Han Solo, Leia Organa è come una meteora che gli sconvolge per sempre l'esistenza.
[Raccolta di flashfic indipendenti l'una dall'altra, ambientate durante e fra gli episodi della prima trilogia]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chewbacca, Han Solo, Lando Calrissian, Principessa Leia Organa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dal diario di bordo del Capitano Solo'
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Sullust – Data stellare ABY 4:05:17
Finalmente il mio ruolo qui nell’Alleanza Ribelle è istituzionale, ufficiale. Sono un generale e ho il compito di condurre una missione di vitale importanze per la sopravvivenza della galassia.
Ancora mi rimbomba nelle orecchie la grassa risata di Chewie quando gli ho detto che avevo ottenuto questo incarico: il problema è che quella palla di pelo non ha mai creduto fino in fondo in me, non ha mai seriamente pensato che potessi mettere la testa a posto e sistemarmi qui in pianta stabile.

Ovviamente, l’ho fatto per Leia – e questo lui lo sa bene. Un altro buon motivo per ridere di me. La cosa che mi diverte di più in tutta questa faccenda è che, per una volta, sono io a guidare la missione: la principessina dipende direttamente dalla mia autorità – non credevo che un giorno sarei riuscito ad avere questo potere su di lei.
 
Mi ritrovo inconsciamente a guardarla attraverso la porta aperta del piccolo bagno, mentre con pazienza infinita si acconcia i lunghissimi capelli, in un momento di rassicurante routine che mi scalda il cuore e che per un attimo mi fa dimenticare che stiamo per andare in guerra.
“Vuoi smetterla di guardarmi?” ridacchia, tenendo una forcina stretta fra i denti. “Mi distrai.”
“E così il mio sguardo sarebbe una distrazione, Altezza?” la schernisco, alzandomi e avvicinandomi a lei. “Non hai ancora visto nulla…”
La forcina che aveva in bocca cade a terra insieme al piccolo pettine d’osso quando l’attiro a me e la bacio languidamente, contento che lei non mostri nessun tipo di reticenza ma che si lasci andare completamente. Certo, ci sono mille modi per comunicare con lei in ogni momento – il suo profumo è ovunque sul Falcon e lei è indiscussa protagonista di ogni mio pensiero e di ogni mio sogno – ma il contatto fisico è tutta un’altra cosa: sentirla qui, premuta contro il mio corpo, sentire le sue mani fra i miei capelli, poterla stringere e accarezzare, assaporare il calore dei suoi baci…è una sensazione meravigliosa.
“Vedi di non lasciarmi segni” dice non appena inizio a mordicchiarle il collo.
“Che c’è? Hai paura che Mon Mothma ricominci con la sua predica sul fatto che sbagli a frequentare una canaglia?”
“In realtà me lo ricorda in continuazione.”
“Secondo me è solo invidiosa” propongo.
“Ah, sì? E di cosa?”
“Del fatto che tu stia con me, ovviamente. Un uomo con la mia prestanza ed il mio fascino, un Corelliano…”
“Ma piantala!” Si svincola bruscamente dal mio abbraccio e mi dà le spalle, rimettendosi a lavoro con i capelli. Vorrebbe fingere il broncio, ma ci sta riuscendo malissimo. “Ascoltami bene, capitano…”
Generale” la rimprovero. “Ricordati che ora sono un generale, dolcezza.”
L’espressione dipinta sul suo volto, riflesso nello specchio, è carica di frustrazione. “Tu sei solo un pallone gonfiato! Vorrei proprio sapere chi è che ti ha dato questa carica.”
“Diciamo che ho convinto Carlist Rieekan che ero l’uomo giusto.”
“Per cosa? Per questa missione?”
Le sorrido impudente, come ai bei vecchi tempi in cui prenderla in giro era il mio passatempo preferito. “No. Giusto per te.”
   
 
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