Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: elelunare    22/05/2018    0 recensioni
Noi siamo così. Amiamo l'avventura ..amiamo la libertá..amiamo l'idea di raggiungere i nostri sogni..ma a che prezzo? Cosa accade se realmente rischiamo la vita? E se fosse la vita di un nostro amico o della persona che segretamente amiamo? In situazioni estreme anche i veri sentimenti saranno rivelati..anche quelli che non vorremo mai ammettere a noi stessi. Un'avventura unicamente Zorobin.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Robin

 

Mi svegliai per prima.

La luce debole del sole filtrava dalle foglie di palma. Ero distesa in mezzo al giaciglio e Zoro dormiva a ridosso della parete, avevo preso anche il suo posto. Strano, forse era stato lui a tirarmi a sé così tanto?

Mi stiracchiai e mi alzai a sedere piano, non volevo svegliarlo.

Me ne accorsi subito, immediatamente.

I miei capelli, tutti, erano lunghi fino a terra, erano cresciuti così tanto in una notte?! Perchè mai?

A pensarci bene mi sentivo alla grande, rigenerata. Le altre mattine, a confronto, mi ero sempre svegliata spossata, frastornata.

Incrociai le braccia e.. PUFF! Una mano apparse sulla pietra posta all'entrata. Sembrava dirmi “Batti cinque! Sono tornata!”.

Ero talmente FELICE che volevo urlare, ma non potevo! Avrei fatto fare un infarto a Zoro..ed ecco che mi venne in mente qualcosa.

Lo guardai, stava proprio dormendo beatamente a pancia in su, poverino..

Rimasi lì seduta ferma e feci apparire una mano, che prima toccò la guancia di Zoro e poi gli coprì l'occhio buono. Lui aggrottò leggermente le sopracciglia.

Sbocciarono altre due mani, una accarezzava la sua spalla sinistra e l'altra il suo petto. Fece un respiro più profondo e basta.

Ne feci apparire altre due, una su una gamba, gliela teneva stretta, e l'altra sulla sua mano destra.

“Mm..” Mugugnò e fece per muoversi.

Le mani lo trattenerono così iniziò debolmente a divincolarsi.

“Ehh?..mm!” Protestò. Cercavo di trattenermi, soffocando una risata.

Riuscì a girarsi. Continuava a dormire?!

Feci apparire ancora altre due mani.

E poi le fermai tutte momentaneamente.

All'inizio se ne mossero solo due e lui sorrise dicendo il mio nome. Poi altre tre strinsero e accarezzarono la sua pelle e lui disse un debole “Cos..?!”

“E' solo un dolce incubo Zoro, dormi..” gli sussurrai a bassa voce facendo muovere su di lui tutte e sette le mani. Fece un sussulto e con un “Ehi!!” cercò di togliersi la mano che gli oscurava l'occhio e contemporaneamente con l'altro braccio tentò di capire cosa succedeva intorno a lui.

Lo assecondai e mollai la presa sulla sua faccia. Guardò divertito e frastornato le mani che l'avevano svegliato le quali scomparvero poi in petali rosa.

“TU..sei tornata, eh?!” Mi guardò sorridendo ma quel sorriso durò poco aprendosi in una bocca spalancata. “Cosa è successo a..”

Ma mi buttai letteralmente su di lui e lo baciai. Mi guardava ancora da vicino con l'occhio spalancato.

“Non lo so!” gli dissi “Ma sono molto felice! Ora è tutto PERFETTO! Tranne ovviamente quest'isola dimenticata da tutti..”.

Mi sorrise annuendo assorto.

Tremate...la strega è tornata!” commentò ancora assonnato.

Poi dormimmo ancora un po', ero molto sollevata e mi piaceva troppo sentire quel contatto rassicurante e caldo, ripresi subito sonno.

 

 

Quando riaprii gli occhi ero sola, mi alzai e misi piede fuori. Quasi lo calpestai!

C'era un messaggio di Zoro sulla sabbia, appena fuori il piccolo rifugio. Diceva “Sono alla scogliera. Allenamento.”.

Com'era ligio al suo dovere quell'uomo!

Ora che ero in forma e avevo riacquisito la mia abilità sentivo che dovevo rendermi utile. Quindi pensai di preparare un grande fuoco che sarebbe servito anche per cucinare qualcosa. E poi dovevo pensare a quei capelli! Erano lunghi fino quasi alla cosce! Almeno dovevo provare a legarli in qualche modo.

Presi ad esplorare la zona verde lì vicino senza addentrarmi più di tanto, raccogliendo rami secchi, foglie ed arbusti flessibili con i quali potevo tentare di acconciarmi la lunga chioma.

Chissà poi perchè era cresciuta così! Magari era solo un effetto collaterale della mia abilità che si era riattivata. Però i miei capelli così lunghi non erano malvagi, mi piacevano! Oh, quanto avrei voluto fare un bagno! Con un bel bagnoschiuma profumato..

Nel frattempo le venti braccia che avevo fatto sbocciare un po' qua e un po' là avevano raccolto un bel mucchione di arbusti, non restava che portarli in spiaggia e accendere il fuoco.

In pochi minuti la fiammella prese vigore, con la mia abilità fu uno scherzo da ragazzi e poi mi sentivo sul serio più forte di prima, facevo meno fatica a controllare e muovere tutti quegli arti.

Quando il fuoco fu bello vivo dedicai del tempo a me facendomi una lunga treccia e cercando pian pianino di legarla con quello che avevo trovato.

Il sole era già alto e scottava come al solito, c'erano poche nuvole anche quel giorno.

“Ooh! Waaooh!” Sentì ad un certo punto dietro di me.

Mi girai. Zoro era tornato. “Caspita! Per il fuoco sei meglio tu, eh?”

Si fermò di fianco a me, mi osservava e sapevo a cosa era interessato. La treccia..gli piaceva?

“Senti, io ho una fame pazzesca” mi disse con sguardo provocante mordendosi il labbro, infatti pensai male.. “Hai mai mangiato..squalo?”

“Non credo” gli risposi.

“Perfetto! Perchè qui ne è pieno e voglio saziarmi a dovere oggi!”. Detto questo fece una cosa folle con una tranquillità sconvolgente.

Con la katana si tagliò un avambraccio. Una ferita che pareva profonda. Il sangue colava già sulla sabbia.

Non riuscii a dire nulla, lo guardavo a bocca aperta dirigersi verso l'acqua armato di spade.

Spesso dimenticavo che quello spadaccino era anche un po' squilibrato. Voleva forse farsi vedere? Beh, non era necessario! E comunque anche in quel caso mi fidavo ciecamente di quell'uomo. Non ero minimamente preoccupata per la sua incolumità. L'unico che avrebbe dovuto preoccuparsi era lo sfortunato animale che fosse incappato in lui.

Però ero stranita dal suo gesto sconsiderato..

“Ehi! Robin!” mi urlò senza girarsi. L'acqua gli arrivava già alla pancia. “Tieniti pronta ad afferrarlo!”.

Risposi con un “Va bene” e incrociai già le braccia, in piedi a distanza di sicurezza comunque.

Dopo una decina di minuti vidi in lontananza una pinna verde, enorme. E un minuto dopo quel pescione stava volando in mia direzione trafitto e scaraventato via dalle katane di Zoro.

Feci apparire una grande rete di braccia che attutirono la caduta.

La bestia era verde, stecchita e grande come un carro, sarà stata lunga una decina di metri.

“Meglio tagliarlo a fette sottili, si cucinerà prima” disse il matto, cioè Zoro, risalendo dall'acqua con quella ferita ancora gocciolante.

“Meglio curare quella! Vado a prendere l'unguento..” Ribattei indicando il taglio e guardandolo con disappunto.

“Mi piace quando ti preoccupi per me, archeologa, devo dirlo..” mi rispose ghignando.

Dissentendo con la testa mi avviai al rifugio.

Presi l'unguento ma anche il sakè, volevo disinfettare la ferita in qualche modo.

Nel frattempo Zoro affettò quell'animale in strisce fini in poche mosse e mise le carni a rosolare sul fuoco. Si sedette su un tronco poi a controllare la cottura.

Quando mi avvicinai a lui notò il sakè e mi guardò strano.

“Vuoi bere quella roba di nuovo? Magari sta bene con lo squalo maa.. non garantisco sugli effetti collaterali, a meno che tu non me lo stia dando apposta..”. Non risposi e glielo versai sopra la ferita. Trattenne a denti a denti stretti un urlo e gli passò subito la voglia di fare lo spiritoso.

Poi passai all'unguento curativo..che odore allucinante! Con quel caldo era ancora peggio!

Lui nel frattempo mi osservava sbuffando per l'odore, feci finta di nulla, ero contrariata nel vedere il taglio profondo che si era fatto. E per cosa poi? Mangiare del pesce?! Io non ero un medico..e se si fosse infettato?

“Sono curioso..” mi disse “Cosa c'era scritto su quel Ponriff?”.

Gli scoccai un occhiata acida.

“Poneglyph.” Lo corressi. “Non avevi detto che non ti interessava? Quindi lo dirò a Rufy”.

Ritornai al mio lavoro. Lì ci sarebbero voluti dei punti di sutura! Il sangue non si fermava.

Feci apparire due mani che strinsero il braccio fungendo da laccio emostatico, intanto comprimevo la ferita con l'unguento. In ogni caso il pesce ci avrebbe messo un bel po' a cucinarsi, speravo che quel tempo bastasse almeno per fermare l'emorragia!.

“Non serve preoccuparsi” sottolineò lui “Ok, magari potevo tagliarmi di meno ma è una cavolata!” aggiunse noncurante.

Guardai altrove come se non avessi sentito.

Si avvicinò di più. A qualche centimetro dal mio viso.

“Me lo dici o no quello che c'era scritto su quel pietrone?” Lo sussurrò e mi sfiorò l'orecchio con le labbra.

I brividi che non provai! Ma rimasi ferma a guardare la carne che arrostiva. Avrebbe dovuto sudarsela quella risposta. Era la giusta punizione all'idiozia che aveva fatto.

Stette in attesa invano di un mio responso, poi sbuffò.

“Non dirò che ho sbagliato, donna. Quindi non provarci nemmeno a tenermi il muso!” Era frustrato? Meglio.

Beh, rimasi in silenzio. Alzai solo leggermente le sopracciglia, come dire “Vedremo” e rimasi immobile con le mani sempre premute sulla sua ferita.

Aspettai un po'..e poi agii.

“Oouuch!” Fece lui.

“OPS..” Pronunciai. Avevo fatto troppa pressione apposta, ovvio.

“Che vuoi, torturarmi adesso?!” Stava perdendo la pazienza. Perfetto.

Tornai a guardare la ferita e solo quella. Sanguinava ancora un po', tornai a pressarla piano con l'unguento.

Era evidente che continuavo ad ignorarlo.

“La smetti?!” mi disse. Non era stato educato.

Schiacciai ancora.

“Aahh! Sei matta?!!” urlò.

Non chiesi scusa. “Non avevi detto che non era niente? Che ti lamenti allora?” lo provocai.

“SCUSA??!!” Era incavolato adesso.

Feci apparire altre due mani che slegarono la fascia di pelle nera che aveva legata al braccio e la usai per fasciare la ferita più saldamente possibile.

Finito mi alzai e sistemai il recipiente, mi lavai le mani nell'acqua e controllai la cottura del pesce senza calcolarlo minimamente sentendomi assurdamente osservata.

Un pezzettone si poteva già mangiare.

Zoro si alzò e venne a vedere anche lui. Tolse il pezzo dal fuoco e lo tagliò a metà porgendomi una parte. La afferrai e andai a sedermi lontano dal tronco dove eravamo seduti prima, sulla sabbia rovente. Non fu una bella scelta ma rimasi impassibile.

Era buono quello squalo, accipicchia!

Certo che però avremo mangiato LO STESSO anche senza avere un FERITO! Ero proprio arrabbiata.

Zoro si sedette a mangiare sul tronco e ogni tanto mi lanciava un occhiata indecifrabile. Lo beccai di sfuggita.

Poco dopo sentenziò alterato un “E' ottimo quest'animale! MERITO MIO, eh?”.

Ne era orgoglioso, PURE?! Non resistei.

“Merito di uno sciocco, sì!” gli risposi.

Beh, mollò tutto sulla sabbia e venne da me.

Si piegò sulle gambe cercando la mia faccia.

“Va bene donna! Sono pazzo e allora?! LO SAI!” Sbottò gesticolando.

Mi fermai a guardarlo solo perchè stava cedendo. Che occhio sbarrato!

Non lo rifarò ok?? Vuoi sentire questo?!”. E che faccia stralunata! Era realmente frustrato dal mio atteggiamento. Era un po' allucinante da vedere.

Spezzai un pezzo del mio pesce e glielo misi in bocca non riuscendo a trattenere un debole sorriso di pietà.

Masticava. E mi guardava in attesa, con un punto di domanda in faccia.

“Mangia!” gli dissi e gli riempii la bocca di nuovo. La aprì in automatico.

Vabbè, era buffo!! Gli risi in faccia, era più forte di me. E fu lì che sbagliai perchè cedetti pure io, non riuscivo a rimanere seria con quell'uomo e neppure arrabbiata.

Lui mi spinse giù sulla sabbia, ero sotto di lui. Mi guardò con aria colpevole, come dire “Perdonami” e poi senza aspettare risposta iniziò a baciarmi dolcemente..e al diavolo anche il mio di pesce. Finì anch'esso sulla sabbia.

Non so come riuscimmo a.. perdere il controllo così, su quella sabbia ustionante e con quaranta gradi al sole.

 

Quando ci ripigliammo Zoro sanguinava di nuovo dalla ferita e dovetti togliere tutto. Ci rinfrescammo in acqua velocemente e riuscimmo a togliere il pesce dal fuoco appena in tempo, un altro po' e sarebbe bruciato tutto.

Gli rimisi a posto la fasciatura e mangiammo davvero tanto, seduti vicini sul tronco.

“Quel monumento..” dissi tra un boccone e l'altro, “fornisce un informazione importante non su dove si trova lo One Piece..ma quando”.

Mi voltai verso di lui. Mangiava guardandomi dubbioso.

“Che vuoi dire?” mi chiese.

“Che non serve sapere solo dove si trova l'isola che ci interessa, ma dobbiamo anche andarci in un determinato tempo, altrimenti non ci sarà dato di vedere nulla. Così dice la piramide”.

“Oh..” fece annuendo.”E c'è scritto QUANDO?” E addentò un altro pezzettone.

“Sì, ma è una specie di enigma..voglio discuterne con Nami. Non ne ho la certezza. Sei soddisfatto ora?”.

“Come non esserlo?” mi rispose lanciandomi un occhiata allusiva. Gli piacevano i doppi sensi..

“Mfu! Fuh! Smettila!” gli dissi dandogli una leggera spinta e mi sorrise, un bellissimo sorriso.

E fu oltre quel sorriso, nel mare, vicino all'orizzonte, che vidi qualcosa.

Sbiancai.

Zoro vide il mio cambio di espressione e si girò nella direzione in cui guardavo.

Era una nave. E sembrava proprio la Thousand Sunny, la nostra Sunny!.

  
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