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Autore: CriminalFrancois    23/05/2018    0 recensioni
Questa storia da una parte è vera, ma il resto è tutto frutto della mia fantasia e quindi l'ho pubblicata qui. Spero di aver fatto bene, comunque la storia parla di un'amicizia tra due persone che poi continuerà anche dopo la morte. Buona lettura!
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno di pioggia davvero spaventoso, Pasquale era andato a scuola e tornò tutto bagnato fradicio. Salvatore stava vicino al piano, suonava la sua melodia preferita: Per Elisa di Beethoven, perché gli regalava tanti ricordi di quando era in vita. L’amico lo osservò con attenzione, con quelle mani ondeggiava la note come se fossero di sua proprietà; essi erano soli in casa, perché la sorella di Pasquale era dal ragazzo, la mamma stava al lavoro e il padre sbrigava alcune faccende all’Estero. Le mani di Salvatore potevano a malapena toccare un oggetto, ma non poteva fare altro. -Totò, ma come fai a suonare così bene? Incanti qualsiasi persona con il tuo modo di suonare, mi stupisci!-. Disse il ragazzo bagnato fradicio dall’acqua che gli scorreva dal suo viso. -Beh, la musica era tutto per me! Ora invece, posso solo considerarmi un’anima che parla.-. Rispose triste Salvatore. -Oggi c’è il tuo funerale, non vorrei andarci perché tu sei qui!-. Aggiunse Pasquale con un sorriso, ma allo stesso tempo era triste. Il ragazzo non riusciva ad accettare la morte dell’amico, era un dolore troppo forte che gli rompeva il petto. Salvatore lo aveva salvato, perché non voleva che morisse e questo fu un gesto che Pasquale rimase come un sasso; non sapendo cosa fare, né come ringraziarlo perché non c’erano parole. Si passò un mano fra i suoi capelli bagnati, non sapendo come reagire e come parlare col suo amico. -So a cosa stai pensando, ma non farti una colpa. Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre!-. Gli sorrise Salvatore. -Non dirmi questo, per favore! E’ tutta colpa mia, non dovevi salvarmi ed ora mi sento un perfetto idiota!-. Si urlò contro. -Ma non dire questo, non sei affatto idiota. Anzi, tu sei forte in queste circostanze e lo devi essere anche per me e poi, non mi hai perso per sempre e lo hai detto anche tu. Io sono qui!-. Gli disse per consolarlo. Pasquale si mise a piangere di nuovo, perché doveva stare lui al posto di suo e non accettava questa situazione. -Bravo, sfoga tutti i tuoi dolori e vedrai che dopo starai meglio.-. Gli propose. Dopo che smise di piangere. Salvatore cercò di tranquillizzarlo, perché non doveva fare questo e la sua missione era di renderlo una persona felice, e non triste come già stava facendo. Pasquale gli fece un sorriso, cominciando a capire un po’ la situazione; non aveva motivo di essere triste, perché Salvatore l’ha voluto salvare per sua volontà ed era anche contento di aver perso la vita per lui: gli voleva bene ed anche molto. In passato, Salvatore gli promise che lo proteggeva anche a costo della sua stessa vita; Pasquale non credeva a quelle parole, perché era impossibile ed invece era successo. Il ragazzo era davvero stupito a quelle parole, perché Salvatore lo aveva dimostrato per davvero: mentre lui non aveva fatto altro che fargli del male ed abbandonarlo come fanno i padroni cattivi con i loro cani. Si rese conto di aver sbagliato, capì che la loro amicizia era importante e non bisognava farla finita, anche perché Salvatore non voleva mettere la parola “FINE”. Pasquale era felice che lui era lì a consolarlo, lui voleva abbracciarlo ma non poteva, essendo un fantasma. Entrambi guardarono fuori la finestra, pioveva a dirotto; era una tempesta senza fine e tra acqua e vento: sembrava la bufera descritta nella Divina Commedia di Dante. Tra Paolo e Francesca, due anime innamorate; ma il loro amore finì presto per via del marito Gianciotto, che li uccise entrambi. L’amore era un sentimento molto importante per Pasquale, aveva un ragazza ma non c’era mai perché in inverno, la scuola li teneva separati, mentre in estate, era il suo lavoro. In casa, non era arrivato ancora nessuno; così, Pasquale decise di fare una doccia e mangiare qualcosa prima di iniziare a studiare. Salvatore decise di ammazzare il tempo volando in continuazione di stanza in stanza; Pasquale guardava divertito per come volava il suo amico, ma tutto d’un tratto, ci fu un grande fascio di luce: era Dio. -Ciao Pasquale, a quanto vedo ha funzionato. Riesci a vedere il tuo caro amico Salvatore..-. Accennò con una voce solida e seria. -T-tu sei Dio?-. Gridò Pasquale terrorizzato. -Stai calmo, non voglio farti del male. Anzi, sono qui per dirti che Salvatore ha un compito importante nei tuoi confronti: deve renderti felice al cento per cento, per toglierti definitivamente il peso dal cuore. Lui ti vuole un mondo di bene, e ho deciso di farvi godere un altro po’ quest’amicizia che è un legame che mi sta molto a cuore.-. Disse serio il nostro Dio. -Ah, ora capisco! Vuol dire che prima o poi Salvatore dovrà andarsene?-. Chiese il ragazzo rattristito. -Eh si Pasquale, dovrò andarmene perché in realtà, il mio posto non è questo ma nell’aldilà. Andare oltre ai confini delle stelle, per vivere sereno e felice, purché tu stia meglio. Ma non possiamo stare per sempre così, primo o poi dovrò andare via e tu dovrai accettarlo..-. Intervenne Salvatore abbassando lo sguardo. Pasquale sapeva benissimo che prima o poi doveva accettarlo; non doveva essere triste, anzi, egli doveva essere contento per quella opportunità perché capì che Salvatore non lo abbandonava anche se nonostante ciò, non ci fosse più stato e doveva farsi una ragione. -Pasquale, io ti voglio bene. Ma non puoi combattere su ciò che non potrai mai avere, non puoi farmi tornare in vita perché è scientificamente dimostrato: che un uomo non può tornare in vita dopo la morte!-. Continuò Salvatore. -Totò, non parlare difficile! Lo so, ho capito ma io voglio pensare ad adesso e non a quel giorno: sennò mi verrà già da soffrire!-. Rise divertito l’amico. -Va bene, penso che sia arrivato il momento che io me ne vada. Salvatore, mi raccomando: LA TUA MISSIONE E’ RENDERLO FELICE!-. Disse Dio prima di andarsene. Dopo di che, la luce scomparì subito. Pasquale rimase perplesso, perché non ci credeva che avesse parlato con Dio in persona: era una luce, una forte luce che illuminava tutta la stanza del ragazzo. -Certo che Dio che viene in certi momenti!-. Rise divertito Salvatore. -Eh già!-. Aggiunse Pasquale. Il ragazzo stava in accappatoio, perché si era appena fatto una doccia e invece Salvatore gironzolava per la casa come se niente fosse; era davvero una situazione bizzarra ed entrambi si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere. Subito dopo, Pasquale attaccò con la matematica: materia tanto detestata dal ragazzo, perché non riusciva mai a combinare nulla di buono. -La professoressa di matematica non fa altro che assegnare, ma io non ho capito nulla! Secondo me queste dannate funzioni, mi manderanno dritto al debito!-. Si lamentò Pasquale come sempre. -Al terzo giorno di scuola, già ha spiegato una cosa nuova?-. Domandò Salvatore al quanto sorpreso. -Eh si.-. Concluse Pasquale. -Va bene, fammi vedere ciò che hai copiato durante la lezione. Vediamo se riesco a capire qualcosa..-. Disse Salvatore con la speranza di aiutarlo. A Salvatore piaceva aiutare Pasquale, perché quando stava in difficoltà; non faceva altro che spiegargli le cose che non riuscivano ad entrare nella testa del suo amico: soprattutto la matematica che non ne voleva sapere niente, era una battaglia senza fine. Invece per Salvatore, la matematica era un gioco da ragazzi; infatti, capì subito come risolvere gli esercizi assegnati dalla loro professoressa. Così, stettero per ben due ore perché Pasquale per farlo capire, ci volevano ore ed ore di ripetizione. -Totò, possiamo fare una pausa? Sono stufo di capire!-. Gli chiese perché non ce la faceva più. -E va bene, su questo punto di vista. Tu non cambierai mai! Sempre sfaticato sei!-. Gli urlò divertito Salvatore. -Mi conosci fin troppo bene, anzi, forse anche troppo! Sei il fratellino che volevo tanto!-. Concluse Pasquale. -E tu il fratellone che avevo sempre desiderato da tempo!-. Ripetè Salvatore. Salvatore e Pasquale non avevano la stessa età, perché il primo aveva sedici anni, mentre il secondo quasi diciotto; il quale è stato bocciato una sola volta, mentre Salvatore fece la primina a soli cinque anni. Quando fu il suo compleanno: Pasquale gli disse che non veniva, ma in realtà, gli fece uno scherzo e gli fece la sorpresa più bella della sua vita, un semplice abbraccio e un normalissimo regalo. A Salvatore piacevano le cose semplici e Pasquale lo sapeva benissimo, quindi se fosse stato per lui; poteva anche esagerare ma molto meglio così. Dopo aver finito di studiare, decisero di stendersi un po’ sul letto per riposare: perché il troppo studio stancava, era bello il sapere, ma fino a un certo punto perché la mente non riusciva a lavorare sempre. In effetti dopo quella stressante giornata di studio, spuntò un arcobaleno pieno di colori che si vedeva benissimo dalla finestra di Pasquale; dopo di che, si godettero un bel tramonto. La mattina seguente, Pasquale ringraziò felice l’amico perché andò a scuola fiero di se stesso una volta tanto. Infatti quando tornò, portò a casa un bel sette in matematica, anche la madre rimase fiera di suo figlio e ringraziò subito Salvatore: che nella stanza non c’era e Pasquale credeva che già se ne fosse andato, ma spuntò nel nulla. -Ciao Pasquale, com’è andata stamattina?-. Disse spaventando l’amico. -Totò, ma dove eri finito? Credevo già te ne fossi andato via!-. Gli strillò Pasquale a bassa voce per non farsi sentire dalla madre. -Ah no, ma non ti preoccupare! Ci vorrà tempo..-. Gli sorrise. -Lo spero, comunque è andata bene. Ho preso sette a matematica!-. Gli urlò di gioia il ragazzo. Entrambi rimasero felici della notizia, ma quando si trattava di dirsi addio: non ne avevano voglia di parlare. Salvatore era un fantasma al momento, poteva vederlo e parlargli solo Pasquale, ma entrambi erano consapevoli che primo o poi, tutto era destinato a finire…
   
 
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