A Journey
Beyond Redemption.
A Journey Towards Hope
Chapter 2
–
Deep
Darkness.
Deeper
Reflections.
Deepest
Bonds.
Sasuke,
prima di inoltrarsi in essa, continuò a fissare quella selva
fosca che si
ergeva monumentalmente davanti a lui, provando un senso disagio e
smarrimento
difficilmente esplicabile a parole. D’altronde percepiva
chiaramente che per
raggiungere il suo obiettivo avrebbe dovuto attraversala quindi,
sebbene il suo
istinto gli suggerisse di allontanarsi, doveva avanzare.
“È così quindi…”
disse il ragazzo con
tono fermo e senza cambiare espressione mentre cercava con lo sguardo
uno
spiraglio da cui entrare. A una cinquantina di metri sulla destra
scorse un’apertura
che raggiunse istantaneamente. Quello che gli si parava davanti
sembrava un
vecchio sentiero, ormai quasi interamente ricoperto dalla vegetazione,
i cui
limiti non meglio definibili si miscelavano con i rampicanti e le
pietre che
ricoprivano buona parte del terreno. Tuttavia era ancora percorribile
senza
troppe difficoltà per cui Sasuke ci si incamminò,
inoltrandosi in quel che
assomigliava ad un oscuro antro.
La
foresta appariva tanto silenziosa quanto rumorosa. All’Uchiha
infatti,
nonostante fosse avvolto da un inquietante silenzio tombale, sembrava
di
sentire costanti e sistematici sospiri o bisbigli angoscianti. Nemmeno
lui però
riusciva a comprendere se fossero reali o frutto della sua fantasia. A
differenza della pianura in cui aveva passato la notte questa foresta
sembrava
viva, abitata se non posseduta da fantomatiche presenze maligne
invisibili
all’occhio.
Sasuke
continuò la sua avanzata attivando nuovamente la
“Raiton Chakra Mode” mentre le
ramificazioni degli alberi sembravano animarsi improvvisamente, per poi
allungarsi
verso di lui così da poterlo agguantare con quelle che
sembrano dita
scheletriche. Il giovane non si lasciò impressionare da
quanto sentiva o
sembrava vedere; era abituato a ben altro e sicuramente non sarebbe
stata una
foresta sinistra a distoglierlo dal raggiungere il suo obiettivo.
Nonostante
l'assenza di punti di riferimento Sasuke percepiva
di aver imboccato la direzione giusta e continuò a seguire
ciò che rimaneva
dell’antico sentiero senza incappare in ostacoli o
contrattempi.
Il
percorso improvvisamente sembrò svoltare verso destra,
allontanandosi quindi
dalle montagne: il ragazzo si fermò per verificare se
dovesse optare per la
deviazione o meno. Percepì che
la via
era quella giusta quindi, senza indugi, riprese la marcia per poi
fermarsi
nuovamente dopo pochi passi a causa di un rumore sospetto. Questa volta
era
sicuro che fosse reale quindi, impugnando l’elsa della
propria katana, scrutò
ciò che si celava attorno a lui.
Sorrise
chiudendo gli occhi per poi rilassarsi.
“Tsk!” esclamò con
fare sorpreso. Quanto
si trovò davanti infatti non erano presenze oscure o spettri
famelici bensì una
volpe con due cuccioli che lo stavano osservando da lontano.
Inevitabile che i suoi
pensieri si indirizzassero istintivamente verso casa. Malinconicamente,
con
un’espressione pensierosa, alzò lo sguardo verso
quel groviglio di rami che
oscurava il cielo, facendo trapelare solo fiochi raggi solari che
permettevano
alla foresta di non piombare nella più totale
oscurità.
“Cosa stai facendo Naruto?”
– si domandò
Sasuke – “Penso che non
potrò mai
ringraziarti abbastanza. Se non fosse per te non sarei qui ora,
probabilmente
starei ancora vagando in quell’oscurità in cui il
mio clan era caduto;
un’oscurità più fitta e tetra di quanto
non potrà mai essere questa foresta”.
Si fermò e sospirò mentre chiudeva gli occhi
abbassando lo sguardo.
“Sono stato senza dubbio un pessimo
amico…probabilmente
non mi meriterò mai la tua fiducia…ecco
perché devo assolutamente raggiungere
il mio scopo. Sarà la mia risposta a tutti gli anni che hai
dedicato a cercare
di riportarmi indietro”. Lo sguardo di Sasuke si
fece più determinato e
fiero nell’elaborare tale pensieri, guardò quindi
un ultima volta la famiglia
di volpi che lo aveva allarmato e riprese il cammino.
Pochi
passi e il giovane si fermò nuovamente. Non per via di altre
impressioni
sinistre generate dalla foresta ma a causa di un’altra
persona.
“Naruto non è l’unico che
dovrei ringraziare
se ho potuto partire alla ricerca di risposte”
– rifletté silenziosamente -
“Kakashi, in quanto nuovo Hokage, ha
messo una buona parola per me e mi ha pure permesso di far visita agli
altri
Kage prima di partire, così da potermi scusare personalmente
con loro” pensò
Sasuke sentendosi in colpa come mai gli era capitato prima
d’ora.
“Kakashi…già…non lo
ho mai nemmeno chiamato
“maestro” nonostante mi abbia seguito personalmente
fino ad insegnarmi una
delle tecniche per cui è divenuto famoso”. Si
fermò nuovamente rimanendo
immobile, quasi si fosse dimenticato della lugubre foresta che stava
esplorando.
“Oltre ad essere un pessimo amico sono stato
pure un pessimo allievo…” - pensò
mentre sul suo volto comparve un malinconico sorriso colmò
di tristezza.
Riprese
quindi la marcia, gettandosi nuovamente
nell’oscurità della foresta ma di
nuovo, dopo pochi passi, dovette fermarsi.
“DANNAZIONE!” urlò
mentre chinava il capo
chiudendo nuovamente gli occhi.
“Un pessimo amico, un pessimo allievo…ma
forse non sono Naruto e il maestro Kakashi quelli che ho fatto soffrire
di più…”
pensò l’Uchiha col tono di chi era conscio di
essersi comportato in modo
totalmente inadeguato.
“…Sakura.
Nonostante mi sia stata
sempre affianco non la ho mai trattata come avrei dovuto. Ho pure
cercato di
ucciderla mentre ero accecato dal mio desiderio di vendetta…”
pensò mentre il suo sguardo si faceva cupo e intriso di
vergogna.
“Faccio proprio schifo…”
continuò a
pensare l’Uchiha mentre non riusciva ad alzare il capo da
terra, come se la
ragazza gli fosse davanti, pronta per rinfacciargli tutto quello che le
aveva
fatto mente lui non aveva minimamente il coraggio di guardarla in
faccia.
“…eppure
tu non hai smesso di
inseguirmi e di starmi vicino…sei venuta anche a salutarmi,
offrendomi il tuo
supporto per mio viaggio di redenzione”
– continuò ad elaborare
Sasuke – “Questo
però è un viaggio nel
quale non posso coinvolgere altre persone, rischiando di metterle
nuovamente in
pericolo a causa delle mie scelte!” concluse
rialzando lo sguardo e
scrollandosi di dosso rimpianto e vergona.
Sapeva
che il passato non poteva essere cancellato quindi era inutile
soffermarsi e
rimuginare su di esso. Aveva un nuovo obiettivo ed era intenzionato a
concretizzarlo a tutti i costi. Ecco perché entro sera
doveva raggiungere la tappa
che si era prefissato.
Nonostante
la rinnovata determinazione la riflessione su Sakura lo fece titubare
nuovamente. Il pensiero della ragazza si era fatto sempre
più intenso e
radicato da quanto era partito e Sasuke se ne era perfettamente reso
conto.
Dopo lo scontro finale con Naruto qualcosa in lui era cambiato,
ciò che aveva
sempre tenuto dentro soffocandolo aveva lentamente iniziato ad uscire.
In modo
graduale il ragazzo stava recuperando emozioni e sentimenti mai
espressi,
subordinati per anni alla sua sanguinosa sete di vendetta.
“Mi domando se sarai ancora lì ad
aspettarmi
quando tornerò. Se dovessi metterci anni per dare un senso
al mio viaggio sarai
davvero lì quando varcherò la soglia del
Villaggio?” si domandò col tono di
chi si stava facendo domande assurde ed insensate.
“…mi
sto lasciando trasportare troppo
dalla fantasia…”
– disse riprendendo la marcia - “…eppure
ammetto che l’idea di mettere su
famiglia non mi dispiacerebbe. Nonostante non lo abbia mai dimostrato
ho sempre
trovato Sakura diversa dalle altre ragazze. Forse con lei potrei
davvero
ripristinare il mio clan riportandolo in auge…”
concluse il ragazzo mentre
una strana luce sembrava permeargli il volto, come se stesse
illuminando quella
foresta in cui il buio la faceva da padrone.
“…diventare
padre…avere dei figli…non
mi dispiacerebbe avere una bambina…Sasuke, Sakura...dovremmo
trovare anche per
lei un nome che inizia per “S”!”.
L’Uchiha, mentre
sfrecciava lungo quel sentiero oscuro, sembrava essere stato totalmente
rapito
dall’argomento ma tornò immediatamente coi piedi
per terra.
“Sto continuando a fantasticare…”
affermò
consapevole che difficilmente quanto stava ipotizzando avrebbe potuto
davvero
realizzarsi.
“…mi
sto rammollendo…tutta colpa
dell’influenza di Naruto!”
– continuò a pensare con un sorriso
nostalgico stampato in volto – “Probabilmente
poi mi rileverei un pessimo padre…uno di quelli che
è costantemente assente per
lavoro…” concluse tornando serio e
continuando a sfrecciare lungo quel
sentiero che sembrare non avere fine.
Mentre
continuava la sua avanzata sembrava che le ramificazioni che lo
circondavano
fossero tornate ad animarsi, allungandosi verso di lui per cercare di
imprigionarlo nuovamente. Tuttavia, nello stesso tempo, sembrava che si
alternassero momenti in cui i rami degli albero, invece di allungarsi,
si
ritirassero come se, sapendo chi fosse e cosa rappresentasse, avessero
paura di
Sasuke.
Un
bivio interruppe la sua marcia. L’Uchiha si
soffermò per un istante ad
osservare le due vie percependo che
per
raggiungere la sua meta avrebbe dovuto imboccare la deviazione a destra. Proseguì quindi
senza pensarci,
allontanandosi definitivamente dalle montagne diretto verso
ciò che si trovava
al di là del loro versante orientale.
Il
giovane proseguì la sua corsa all’interno di
quella foresta labirintica che non
sembrava avere un uscita. Guardandosi attorno, mentre illuminava quei
meandri
oscuri tramite la sua aura di elettricità, sembrava scorgere
ombre dalla forma
non meglio definita che, come lui, si muovevano fra gli alberi
bisbigliando in
moda fugace. Ormai però non ci faceva nemmeno più
caso e si lasciò alle spalle
quanto stava percependo senza dargli peso.
Un
suono improvviso catturò la sua attenzione facendogli alzare
lo sguardo al
cielo. Uno stormo di corvi, probabilmente spaventati dal passaggio
dello stesso
Sasuke, iniziò ad allontanarsi dalla foresta.
“Corvi…”
pensò il ragazzo, senza cambiare
espressione o diminuire la velocità. Fissò per un
altro istante quello stormo
che si stava allontanando dalla foresta sempre più
velocemente, per poi tornare
a concentrarsi sul percorso.
“Non ho tempo per soffermarmi ulteriormente
sui ricordi…il passato mi ha già condizionato per
troppi anni…ora devo
concentrarmi sul futuro…” –
pensò continuando la sua avanzata –
“…ho già perso troppo tempo qui
dentro…devo
sbrigarmi…e poi…se tutto andrà
bene…” aggiunse senza concludere la
frase.
Il
giovane iniziava a perdere la cognizione del tempo non rendendosi
più conto di
quanto ne avesse davvero passato all’interno di quella
foresta. In mancanza di
punti di riferimento e incapace di vedere il sole, oscurato dalla fitta
rete di
ramificazioni che lo sovrastava, Sasuke non poté che
continuare la sua corsa,
sperando di scorgere l’uscita.
Improvvisamente
però dovette arrestarsi, trovandosi davanti a un vero e
proprio muro. La
vegetazione infatti in quel determinato punto aveva preso il
sopravvento; i
rami degli alberi si erano mescolati con le protuberanze degli arbusti,
a loro volta
invasi da rampicanti che, come parassiti, ricoprivano buona parte delle
piante
del luogo. L’interazione fra i vegetali aveva dato vita a una
vera e propria
barriera che non presentava spiragli abbastanza ampi attraverso i quali
poter
passare.
“Doton: Doryūkatsu!!!”
esclamò con vigore
Sasuke, ormai stanco di quel luogo funesto. La porzione di foresta
davanti a
lui si divise letteralmente in due, come un folla che, conscia di chi
si stava
avvicinando, improvvisamente si prodiga per lasciare completamente
libero il
passaggio, posizionandosi ai lati della strada in equa misura. Senza
pensarci
ulteriormente scattò verso la nuova apertura, percorrendo
ciò che rimaneva del
sentiero in un paio di minuti.
La
luce del sole lo abbagliò momentaneamente costringendolo a
chiudere gli occhi
per qualche secondo. Era finalmente uscito da quell’oscuro
antro ritrovandosi
in un ampio spazio aperto caratterizzato da violente folate di vento
caldo.
Osservando meglio l’ambiente attorno a se notò che
la zona immediatamente oltre
la foresta, per 5 o 6 metri, era composta da alberi e arbusti
totalmente spogli,
come se questi si trovassero in inverno mentre la selva in piena estate.
Sasuke
quindi alzò lo sguardo verso il cielo felice di poterlo
rivedere. Le nuvole,
che prima sembravano dominarlo, si erano fatte più rarefatte
ma continuavano a
imperversare, quasi come se non volessero che i raggi del sole
dovessero
raggiungessero il pianeta. Il sole, dal canto suo, era riuscito a
trovare ben
più ampi spiragli per far passare i propri fasci luminosi,
ma la sua influenza
sulla giornata continuava a rimanere tenue.
La
temperatura non sembrava essersi alzata particolarmente; tuttavia ora
le zone
abbracciate dalla luce solare erano aumentate e, in congiunzione, con
quel
bizzarro e inusuale vento caldo bilanciavano il freddo fastidioso che
la
giornata sembrava aver indossato come fosse un vestito attillato.
Sasuke,
mentre riposava brevemente, si voltò un’ultima
volta verso la foresta appena
lasciata alle spalle scrutandola attentamente. Sebbene non gli fosse
successo
niente, né fosse incappato in qualche reale pericolo, quel
luogo lo aveva messo
a disagio quindi si sentì sollevato ora che ne era uscito.
Quell’aura sinistra
e ansiogena che permeava la foresta infatti non era scomparsa
né tantomeno
affievolita.
L’Uchiha
non poté che soffermarsi
sull’eterogeneità dei luoghi visitati e sulla loro
misteriosa natura, riflettendo quindi sulla vastità del
mondo e dei territori
inesplorati.
Si
voltò nuovamente lasciandosi definitivamente alle spalle la
selva per dirigersi
verso la sua attuale meta sempre più vicina.
***
Note
dell’Autore
Ciao^^
Questo secondo capitolo vede un repentino cambio di location che
costringe Sasuke a soffermarsi sul modo attraverso cui si era
relazionato coi membri del Team 7.
Nella mia idea la foresta qui protagonista dovrebbe rappresentare una
qualche sorta di metafora, raffigurante quei classici momenti che ogni
individuo si ritrova a dover affrontare nella propria
esistenza…esami, maturità, laurea, trasferimenti,
cambi di lavoro, matrimonio, nascita di figli…giusto per
citarne alcuni.
Eventi talvolta inevitabili, generanti ansia e timore, che devono
comunque essere affrontati per permetterci di progredire nelle nostre
vite. Eventi che nel loro diramarsi permettono di riflettere e di
tirare le somme, facendosi compiere quindi un passo in avanti
necessario e propedeutico per maturare e migliorare.
Ora vediamo cosa dovrà affrontare Sasuke nel proseguimento
del suo viaggio.
See You Space Shinobi^^