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Autore: Maximus Belmont    23/05/2018    0 recensioni
Racconto incentrato sul viaggio che Sasuke Uchiha decide di intraprendere dopo gli avvenimenti della Quarta Guerra Ninja. Quella qui narrata è un tappa, particolarmente importante, fra le tante che Sasuke si era messo in testa di raggiungere, consapevole che nonostante le proprie capacità come ninja doveva ancora migliorare e progredire come essere umano.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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A Journey Beyond Redemption.
A Journey Towards Hope



Chapter 2
 
Deep Darkness. 
Deeper Reflections. 
Deepest Bonds.



 

Sasuke, prima di inoltrarsi in essa, continuò a fissare quella selva fosca che si ergeva monumentalmente davanti a lui, provando un senso disagio e smarrimento difficilmente esplicabile a parole. D’altronde percepiva chiaramente che per raggiungere il suo obiettivo avrebbe dovuto attraversala quindi, sebbene il suo istinto gli suggerisse di allontanarsi, doveva avanzare.

È così quindi…” disse il ragazzo con tono fermo e senza cambiare espressione mentre cercava con lo sguardo uno spiraglio da cui entrare. A una cinquantina di metri sulla destra scorse un’apertura che raggiunse istantaneamente. Quello che gli si parava davanti sembrava un vecchio sentiero, ormai quasi interamente ricoperto dalla vegetazione, i cui limiti non meglio definibili si miscelavano con i rampicanti e le pietre che ricoprivano buona parte del terreno. Tuttavia era ancora percorribile senza troppe difficoltà per cui Sasuke ci si incamminò, inoltrandosi in quel che assomigliava ad un oscuro antro.

La foresta appariva tanto silenziosa quanto rumorosa. All’Uchiha infatti, nonostante fosse avvolto da un inquietante silenzio tombale, sembrava di sentire costanti e sistematici sospiri o bisbigli angoscianti. Nemmeno lui però riusciva a comprendere se fossero reali o frutto della sua fantasia. A differenza della pianura in cui aveva passato la notte questa foresta sembrava viva, abitata se non posseduta da fantomatiche presenze maligne invisibili all’occhio.

Sasuke continuò la sua avanzata attivando nuovamente la “Raiton Chakra Mode” mentre le ramificazioni degli alberi sembravano animarsi improvvisamente, per poi allungarsi verso di lui così da poterlo agguantare con quelle che sembrano dita scheletriche. Il giovane non si lasciò impressionare da quanto sentiva o sembrava vedere; era abituato a ben altro e sicuramente non sarebbe stata una foresta sinistra a distoglierlo dal raggiungere il suo obiettivo. Nonostante l'assenza di punti di riferimento Sasuke percepiva di aver imboccato la direzione giusta e continuò a seguire ciò che rimaneva dell’antico sentiero senza incappare in ostacoli o contrattempi.

Il percorso improvvisamente sembrò svoltare verso destra, allontanandosi quindi dalle montagne: il ragazzo si fermò per verificare se dovesse optare per la deviazione o meno. Percepì che la via era quella giusta quindi, senza indugi, riprese la marcia per poi fermarsi nuovamente dopo pochi passi a causa di un rumore sospetto. Questa volta era sicuro che fosse reale quindi, impugnando l’elsa della propria katana, scrutò ciò che si celava attorno a lui.

 Sorrise chiudendo gli occhi per poi rilassarsi.

Tsk!” esclamò con fare sorpreso. Quanto si trovò davanti infatti non erano presenze oscure o spettri famelici bensì una volpe con due cuccioli che lo stavano osservando da lontano. Inevitabile che i suoi pensieri si indirizzassero istintivamente verso casa. Malinconicamente, con un’espressione pensierosa, alzò lo sguardo verso quel groviglio di rami che oscurava il cielo, facendo trapelare solo fiochi raggi solari che permettevano alla foresta di non piombare nella più totale oscurità.

Cosa stai facendo Naruto?” – si domandò Sasuke – “Penso che non potrò mai ringraziarti abbastanza. Se non fosse per te non sarei qui ora, probabilmente starei ancora vagando in quell’oscurità in cui il mio clan era caduto; un’oscurità più fitta e tetra di quanto non potrà mai essere questa foresta”. Si fermò e sospirò mentre chiudeva gli occhi abbassando lo sguardo.

Sono stato senza dubbio un pessimo amico…probabilmente non mi meriterò mai la tua fiducia…ecco perché devo assolutamente raggiungere il mio scopo. Sarà la mia risposta a tutti gli anni che hai dedicato a cercare di riportarmi indietro”. Lo sguardo di Sasuke si fece più determinato e fiero nell’elaborare tale pensieri, guardò quindi un ultima volta la famiglia di volpi che lo aveva allarmato e riprese il cammino.

 Pochi passi e il giovane si fermò nuovamente. Non per via di altre impressioni sinistre generate dalla foresta ma a causa di un’altra persona.

Naruto non è l’unico che dovrei ringraziare se ho potuto partire alla ricerca di risposte” – rifletté silenziosamente - “Kakashi, in quanto nuovo Hokage, ha messo una buona parola per me e mi ha pure permesso di far visita agli altri Kage prima di partire, così da potermi scusare personalmente con loro” pensò Sasuke sentendosi in colpa come mai gli era capitato prima d’ora.

Kakashi…già…non lo ho mai nemmeno chiamato “maestro” nonostante mi abbia seguito personalmente fino ad insegnarmi una delle tecniche per cui è divenuto famoso”. Si fermò nuovamente rimanendo immobile, quasi si fosse dimenticato della lugubre foresta che stava esplorando.

Oltre ad essere un pessimo amico sono stato pure un pessimo allievo…  - pensò mentre sul suo volto comparve un malinconico sorriso colmò di tristezza.

 Riprese quindi la marcia, gettandosi nuovamente nell’oscurità della foresta ma di nuovo, dopo pochi passi, dovette fermarsi.

DANNAZIONE! urlò mentre chinava il capo chiudendo nuovamente gli occhi.

Un pessimo amico, un pessimo allievo…ma forse non sono Naruto e il maestro Kakashi quelli che ho fatto soffrire di più…” pensò l’Uchiha col tono di chi era conscio di essersi comportato in modo totalmente inadeguato.

“…Sakura. Nonostante mi sia stata sempre affianco non la ho mai trattata come avrei dovuto. Ho pure cercato di ucciderla mentre ero accecato dal mio desiderio di vendetta…” pensò mentre il suo sguardo si faceva cupo e intriso di vergogna.

 Faccio proprio schifo…” continuò a pensare l’Uchiha mentre non riusciva ad alzare il capo da terra, come se la ragazza gli fosse davanti, pronta per rinfacciargli tutto quello che le aveva fatto mente lui non aveva minimamente il coraggio di guardarla in faccia.

“…eppure tu non hai smesso di inseguirmi e di starmi vicino…sei venuta anche a salutarmi, offrendomi il tuo supporto per mio viaggio di redenzione” – continuò ad elaborare Sasuke – “Questo però è un viaggio nel quale non posso coinvolgere altre persone, rischiando di metterle nuovamente in pericolo a causa delle mie scelte!” concluse rialzando lo sguardo e scrollandosi di dosso rimpianto e vergona.

Sapeva che il passato non poteva essere cancellato quindi era inutile soffermarsi e rimuginare su di esso. Aveva un nuovo obiettivo ed era intenzionato a concretizzarlo a tutti i costi. Ecco perché entro sera doveva raggiungere la tappa che si era prefissato.

Nonostante la rinnovata determinazione la riflessione su Sakura lo fece titubare nuovamente. Il pensiero della ragazza si era fatto sempre più intenso e radicato da quanto era partito e Sasuke se ne era perfettamente reso conto. Dopo lo scontro finale con Naruto qualcosa in lui era cambiato, ciò che aveva sempre tenuto dentro soffocandolo aveva lentamente iniziato ad uscire. In modo graduale il ragazzo stava recuperando emozioni e sentimenti mai espressi, subordinati per anni alla sua sanguinosa sete di vendetta.

Mi domando se sarai ancora lì ad aspettarmi quando tornerò. Se dovessi metterci anni per dare un senso al mio viaggio sarai davvero lì quando varcherò la soglia del Villaggio?” si domandò col tono di chi si stava facendo domande assurde ed insensate.

“…mi sto lasciando trasportare troppo dalla fantasia…” – disse riprendendo la marcia - “…eppure ammetto che l’idea di mettere su famiglia non mi dispiacerebbe. Nonostante non lo abbia mai dimostrato ho sempre trovato Sakura diversa dalle altre ragazze. Forse con lei potrei davvero ripristinare il mio clan riportandolo in auge…” concluse il ragazzo mentre una strana luce sembrava permeargli il volto, come se stesse illuminando quella foresta in cui il buio la faceva da padrone.

“…diventare padre…avere dei figli…non mi dispiacerebbe avere una bambina…Sasuke, Sakura...dovremmo trovare anche per lei un nome che inizia per “S”!”. L’Uchiha, mentre sfrecciava lungo quel sentiero oscuro, sembrava essere stato totalmente rapito dall’argomento ma tornò immediatamente coi piedi per terra.

Sto continuando a fantasticare…” affermò consapevole che difficilmente quanto stava ipotizzando avrebbe potuto davvero realizzarsi.

“…mi sto rammollendo…tutta colpa dell’influenza di Naruto!” – continuò a pensare con un sorriso nostalgico stampato in volto – “Probabilmente poi mi rileverei un pessimo padre…uno di quelli che è costantemente assente per lavoro…” concluse tornando serio e continuando a sfrecciare lungo quel sentiero che sembrare non avere fine.

Mentre continuava la sua avanzata sembrava che le ramificazioni che lo circondavano fossero tornate ad animarsi, allungandosi verso di lui per cercare di imprigionarlo nuovamente. Tuttavia, nello stesso tempo, sembrava che si alternassero momenti in cui i rami degli albero, invece di allungarsi, si ritirassero come se, sapendo chi fosse e cosa rappresentasse, avessero paura di Sasuke.

Un bivio interruppe la sua marcia. L’Uchiha si soffermò per un istante ad osservare le due vie percependo che per raggiungere la sua meta avrebbe dovuto imboccare la deviazione a destra.  Proseguì quindi senza pensarci, allontanandosi definitivamente dalle montagne diretto verso ciò che si trovava al di là del loro versante orientale.

Il giovane proseguì la sua corsa all’interno di quella foresta labirintica che non sembrava avere un uscita. Guardandosi attorno, mentre illuminava quei meandri oscuri tramite la sua aura di elettricità, sembrava scorgere ombre dalla forma non meglio definita che, come lui, si muovevano fra gli alberi bisbigliando in moda fugace. Ormai però non ci faceva nemmeno più caso e si lasciò alle spalle quanto stava percependo senza dargli peso.

Un suono improvviso catturò la sua attenzione facendogli alzare lo sguardo al cielo. Uno stormo di corvi, probabilmente spaventati dal passaggio dello stesso Sasuke, iniziò ad allontanarsi dalla foresta.

Corvi…” pensò il ragazzo, senza cambiare espressione o diminuire la velocità. Fissò per un altro istante quello stormo che si stava allontanando dalla foresta sempre più velocemente, per poi tornare a concentrarsi sul percorso.

Non ho tempo per soffermarmi ulteriormente sui ricordi…il passato mi ha già condizionato per troppi anni…ora devo concentrarmi sul futuro…” – pensò continuando la sua avanzata – “…ho già perso troppo tempo qui dentro…devo sbrigarmi…e poi…se tutto andrà bene…” aggiunse senza concludere la frase.

Il giovane iniziava a perdere la cognizione del tempo non rendendosi più conto di quanto ne avesse davvero passato all’interno di quella foresta. In mancanza di punti di riferimento e incapace di vedere il sole, oscurato dalla fitta rete di ramificazioni che lo sovrastava, Sasuke non poté che continuare la sua corsa, sperando di scorgere l’uscita.

Improvvisamente però dovette arrestarsi, trovandosi davanti a un vero e proprio muro. La vegetazione infatti in quel determinato punto aveva preso il sopravvento; i rami degli alberi si erano mescolati con le protuberanze degli arbusti, a loro volta invasi da rampicanti che, come parassiti, ricoprivano buona parte delle piante del luogo. L’interazione fra i vegetali aveva dato vita a una vera e propria barriera che non presentava spiragli abbastanza ampi attraverso i quali poter passare.

Doton: Doryūkatsu!!!” esclamò con vigore Sasuke, ormai stanco di quel luogo funesto. La porzione di foresta davanti a lui si divise letteralmente in due, come un folla che, conscia di chi si stava avvicinando, improvvisamente si prodiga per lasciare completamente libero il passaggio, posizionandosi ai lati della strada in equa misura. Senza pensarci ulteriormente scattò verso la nuova apertura, percorrendo ciò che rimaneva del sentiero in un paio di minuti.

La luce del sole lo abbagliò momentaneamente costringendolo a chiudere gli occhi per qualche secondo. Era finalmente uscito da quell’oscuro antro ritrovandosi in un ampio spazio aperto caratterizzato da violente folate di vento caldo. Osservando meglio l’ambiente attorno a se notò che la zona immediatamente oltre la foresta, per 5 o 6 metri, era composta da alberi e arbusti totalmente spogli, come se questi si trovassero in inverno mentre la selva in piena estate.

Sasuke quindi alzò lo sguardo verso il cielo felice di poterlo rivedere. Le nuvole, che prima sembravano dominarlo, si erano fatte più rarefatte ma continuavano a imperversare, quasi come se non volessero che i raggi del sole dovessero raggiungessero il pianeta. Il sole, dal canto suo, era riuscito a trovare ben più ampi spiragli per far passare i propri fasci luminosi, ma la sua influenza sulla giornata continuava a rimanere tenue.

La temperatura non sembrava essersi alzata particolarmente; tuttavia ora le zone abbracciate dalla luce solare erano aumentate e, in congiunzione, con quel bizzarro e inusuale vento caldo bilanciavano il freddo fastidioso che la giornata sembrava aver indossato come fosse un vestito attillato. 

Sasuke, mentre riposava brevemente, si voltò un’ultima volta verso la foresta appena lasciata alle spalle scrutandola attentamente. Sebbene non gli fosse successo niente, né fosse incappato in qualche reale pericolo, quel luogo lo aveva messo a disagio quindi si sentì sollevato ora che ne era uscito. Quell’aura sinistra e ansiogena che permeava la foresta infatti non era scomparsa né tantomeno affievolita.

L’Uchiha non poté che soffermarsi sull’eterogeneità dei luoghi visitati e sulla loro misteriosa natura, riflettendo quindi sulla vastità del mondo e dei territori inesplorati. 

Si voltò nuovamente lasciandosi definitivamente alle spalle la selva per dirigersi verso la sua attuale meta sempre più vicina.

 



***
 
Note dell’Autore
 
Ciao^^
Questo secondo capitolo vede un repentino cambio di location che costringe Sasuke a soffermarsi sul modo attraverso cui si era relazionato coi membri del Team 7.
Nella mia idea la foresta qui protagonista dovrebbe rappresentare una qualche sorta di metafora, raffigurante quei classici momenti che ogni individuo si ritrova a dover affrontare nella propria esistenza…esami, maturità, laurea, trasferimenti, cambi di lavoro, matrimonio, nascita di figli…giusto per citarne alcuni.
Eventi talvolta inevitabili, generanti ansia e timore, che devono comunque essere affrontati per permetterci di progredire nelle nostre vite. Eventi che nel loro diramarsi permettono di riflettere e di tirare le somme, facendosi compiere quindi un passo in avanti necessario e propedeutico per maturare e migliorare.
Ora vediamo cosa dovrà affrontare Sasuke nel proseguimento del suo viaggio.

See You Space Shinobi^^
   
 
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