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Autore: Agatho    23/05/2018    2 recensioni
"Sono stato preso dal tesoro più pregiato più inestimabile, dall’unico che io stesso invece non sono riuscito a prendere"
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lupin III
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un mozzicone di sigaretta immerso nella cenere, lasciato languire sull’angolo di una scrivania, senza posacenere.
Non fumava che quando ne aveva assoluto bisogno, in quei momenti in cui cadeva nell’oscurità della sua mente, nei quali persino il suo medico gliene avrebbe passata una.
Delle serrande abbassate, una tenda completamente distesa, per filtrare maggiormente la luce proveniente da fuori, per bloccare l’esterno, per mantenere isolato l’interno.
Non si sentiva mai veramente sé stesso, riparandosi dietro alle sue istrioniche facciate e innumerevoli risate, alle sue infinite maschere, se non, nella penombra più scura, solo allora: unicamente e fatalmente, anche quando non avrebbe voluto incontrarsi, confrontarsi; nei momenti in cui si intravedevano appena i contorni degli oggetti circostanti, i suoi pensieri più profondi, più intimi e contrastanti si facevano più chiari e distinguibili, quasi come figure davanti a sé.
Un letto sgualcito, un libro illetto su un comodino, una sedia troppo appesantita, una libreria e quella scrivania, adornate dal disordine.
Chissà per quanto tempo era stato fermo lì; ma non importava: in quelle situazioni, in assoluto di null'altro importa.
Un’aria chiusa, abusata, grigia, stantia.
Nessuna intenzione di lasciarla andare via, nessuna intenzione di far scivolare sottoterra quei pensieri nuovamente sbucati fuori.
Un'attorniante quiete esteriore, un tumultuoso temporale interiore.
Rigirandosi l’ultima pregiata preda nel palmo destro, ordinandosi le parole nella mente:
“È tutto qui? Ciò che posso ottenere
Non ho mai desiderato altro che questo  razziare in giro ciò che trovavo di più prezioso e piacente ai miei occhi e ai miei gusti   ma è questo ciò che più desidero davvero? È questo ciò che mi può dare la felicità   la serenità?
Sì mi piace impossessarmi degli oggetti più belli e meravigliosi e unici che esistano al mondo   ma appunto  sono oggetti
Il furto in sé è ragione della mia vita  mi fa sentire vivo  mi fa provare sensazioni ed emozioni che nient’altro può provocarmi  un senso adrenalinico di sfida e di libertà e di onnipotenza che nessun’altro può raggiungere e che nient’altro può darmi
Ma poi?
Quando sono qui a casa  tra me e me  a furto finito  perché mi sento quasi vuoto? Che il vero piacere ed il senso della vita siano soltanto nell’attimo e nell’attesa del piacere?
 
Non credo   NO non può essere così  ho sentito a volte cose che non svaniscono mai  che non sono mai scomparse dentro di me  che hanno lasciato un segno indelebile e perennemente vivissimo   i veri sentimenti suppongo
   quando ho scherzato quella volta con Daisuke   quando ho discorso quella volta con Goemon   quando       ”
Non voleva ricordare, perché sapeva che gli avrebbe fatto male, troppo male.
Avrebbe voluto rimanere in quei ricordi, manifestazioni e creatori della sempre più profonda e intima amicizia che lo legava ai suoi due compagni di innumerevoli avventure, pensando e vivendo unicamente di quel sentimento di amicizia che provava per loro in ogni momento ed in ogni caso.
Ma ciò che più di tutto ci interessa, ciò che davvero desideriamo al di là di ogni altra cosa perfino solamente immaginabile, è lì, è irrimediabilmente, indissolubilmente, perennemente sempre lì, alla base del nostro animo, anche quando ce ne scordiamo, anche se crediamo di non averlo, anche quando non vorremmo averlo...
“quando          ho baciato Fujiko”
Con sé, dentro di sé, non osava chiamarla Margot o con gli altri soliti appellativi, profondamente, non gli veniva naturale, poiché aveva coscienza del fatto, che in realtà, lei non era sua; non era la “sua cara”, non era la “sua Margot”, non era minimamente sua.
Un’esplosione di emozioni e di immagini, mentali o lasciate da una realtà ormai terminata, andanti a creare con le loro centinaia di colori differenti quell'unico, perfetto e luminoso cerchio, dall’area, eterna, grande quanto la nostra anima, che è il sentimento di Amore, invasero interamente, propagandosi in tutte le sue membra, Arsenio.
“quella donna    sarà la dolce causa della mia morte  lo so
Se ma quale DOLCE  quella non mi ricambia  non mi fila neanche  diciamocelo  e non mi ha mai filato per davvero probabilmente
Eppure  lo so  l’ho sempre saputo  e continuo ugualmente ad andarle dietro ed a provare a conquistarla  ineluttabilmente attratto da lei  senza volerlo  senza deciderlo     nolente perseverante
cosa dovrei fare  non riesco a non pensarci  non riesco a non incornarmici sopra  non riesco a non perderci totalmente la mia anima dietro
eppure  contando tutto questo  lei non mi ricambia minimamente non riconosce quanto io faccia e desideri e farei per lei  non se ne accorge   o meglio  non le importa
di me
non sono fatto per lei probabilmente  non sono il tipo che lei considera piacente  o giusto o degno   alla sua altezza
non sono destinato ad averla ”
In quel momento, avrebbe voluto avere un’altra sigaretta tra le sue labbra, per aspirarla interamente con un solo tiro, ma aveva finito quell’unica di riserva che teneva; ad occhi chiusi, immaginò di compiere il gesto.
Espirò buttando via la propria anima, come aria di troppo, da dover espellere, di cui non doveva essercene bisogno.
“Non so più che carte giocare  non so che cosa dovrei fare con lei forse  semplicemente  niente
Lasciar scorrere via tutto  finché  non ne rimanga nulla in me”
Era davvero possibile? Realmente poteva smettere di punto in bianco, smettere di agire come fino a ieri aveva agito?
“Io provo un’incomparabile piacere nello stare con lei la voglia di possederla tutta è immensa   e ciò supera bene il mio interesse per i furti
Se dovessi scegliere  non avrei dubbi”
Ciò lo avvilì maggiormente. Veramente era così tanto alla mercé di quella donna? 
“ malgrado provi enorme felicità a corteggiarla  a viziarla   ad amarla
ogni volta  alla fine  rimango deluso
ogni volta   finisce puntualmente allo stesso modo
Come posso continuare a giocare e rigiocare una partita che so già come andrà a finire  come posso rimanere continuamente intrappolato in questo cerchio mentre l’unica cosa che faccio è mordermi la coda  farmi del male da solo
Per quanto possa divertire e piacere lanciare i dadi ad un uomo  per quanto egli desideri unicamente lanciarli e rilanciarli  con l’idea di vedere prima o poi quel certo risultato  perennemente con la contentezza e col sorriso stampati in faccia
Per quanto istintivamente voglia continuare a lanciarli all’infinito
Non può quell'uomo essere veramente felice qualora quei dadi gli mostrino sempre  sulle loro maledettissime facce   " ripensò con adirata mestizia ai suoi infiniti tentativi, dimenticati e persisi nel passato, per sempre " quello stesso  identico  risultato   visto e rivisto centinaia di migliaia di volte da quello stesso uomo  e questo non può che logorarlo  fino alla pazzia  
O lo porta al convincimento  che c’è qualcosa che non va
Il piacere che provo prima si annulla ogni volta  come il divertimento  lasciando il posto ad una bieca sensazione di autolesionismo  senza aver portato assolutamente a nient'altro
La quale sensazione mi abbandona presto inconsapevolmente pronto e inevitabilmente mosso a ripetere tutto di nuovo  ancora e ancora
 
Ma questa volta NO  non intendo uscirne sconfitto per l’ennesima volta  per rivivere ancora il mio fallimento più cocente  per ripetere ancora il mio errore più grande al quale al contempo tengo più di ogni altra cosa   ed è per questo che continuo a ritentare  perché spero che il suo risultato cambi in futuro
Ma la verità" pensò afflitto in tutto sé stesso, con le lacrime agli occhi "è che non cambierà MAI Devo smetterla di nutrirmi della mia illusione di accecarmi da me violentemente mentre continuo a ridere di uccidermi e perire per MANO MIA”
A quel punto, lanciò con ferocia ira disumana e ributtante ripugnanza l’ultimo prezioso che aveva rubato, gettandolo con tutto lo sfogo di cui fremeva, scagliandolo sulla parte bassa della libreria. Non lo rivide mai più.
“Andrò da lei e le dirò che non ci sono più mezze misure  o tutto o niente
O me completamente o mai più al suo fianco”
Un terrore smisurato lo dilaniò. Il pensiero di poterla non rivedere mai più, di doverla, nel caso probabile in cui dicesse “No”, abbandonare per sempre, senza più possibilità di rimediare a ciò che in quelle particolari occasioni passate aveva fatto" i rimorsi lo attanagliavano "e di recuperare ciò che invece ancora non aveva mai fatto, gli trafisse il petto.
“Perché io non sono abbastanza per lei? Perché non riesco ad essere chi lei vorrebbe accanto a sé?
Quanto vorrei essere la persona adatta per quella donna fantastica quanto vorrei poterla conquistare per davvero Vorrei semplicemente essere poco più capace adeguato niente di più   mentre invece non le faccio nessun minimo effetto  in realtà non ho la minima speranza
Le ho provate tutte  ma non sono alla sua altezza  o semplicemente  non siamo fatti l’uno per l’altro
E allora perché la voglio così tanto? Beh tutti la vogliono  perfino Jigen e Goemon
Semplicemente sono caduto nella sua rete anch’io  persino io  Lupin III l’inafferabile  l’incatturabile
Sono stato preso dal tesoro più pregiato  più inestimabile, dall’unico che io invece non sia riuscito a prendere”
Sorrise amaramente, guardando dall’alto con riprovazione, pietà ed ironia sé stesso, cercando di ridicolizzare, buttare a terra e calpestare quella parte obnubilata di sé, per estirparla da cima a fondo.
“Basta  basta  BASTA Non ne posso più! È finita   non intendo andare oltre con questa storia  domani stesso la finirò!”

L’intima e innata, istintiva speranza che lei possa cambiare idea, o che semplicemente lui riesca a fare breccia nel suo cuore con un tentativo futuro e non ancora provato, lo afferrò, gli avvolse l’animo come un telo nero, che ricopre tutto il proprio mondo, facendovi calare le tenebre più oscure: incertezze, insicurezze, paure.
“Ma  se la chiudessi con lei  non solo continuerei ugualmente a volerla  ma chiunque altra conoscessi   non mi piacerebbe mai al suo pari non sarebbe mai lei
Qualsiasi strada prenda  vedo una disfatta per me”
Si sentiva come intrappolato da sé stesso ora, come succube della sua stessa debolezza, la quale lo incatenava.
Una bestia stupida e ingabbiata dal suo stesso insensato e abietto istinto primordiale, formante le sbarre di ferro che la circondano, la quale lotta, all’ultimo sangue, contro un domatore, la parte di egli più presente a sé, dilaniato e ingabbiato anch’esso, inchiodato dagli stessi impulsi emotivi, senza via di fuga o forza sufficiente per uscire da quella gabbia.
 
Ma è proprio nella notte più buia che immaginiamo le speranze più luminose, quando immersi nella disperazione, per l'appunto, proprio per disperazione, si accende il nostro desiderio più grande, irrompendo e urlando a squarciagola, fuoco salvifico ardente pura vita, incessante voglia di alta sopravvivenza, razionalmente fallace, illusorio, ingannevole, ma portatore della nostra verità: una luce perennemente accesa, così vera e brillante da percepirla immediatamente come afferrabile, da trasportarci con essa fino ad orizzonti sconosciuti, e se anche alla fine dei nostri giorni ci porterà alla sconfitta, non ci interesserà minimamente, perché avremo seguito, invero e solamente, la nostra unica e fondante verità.
Vale la pena inseguire un perfetto ma falso diamante, facilmente ottenibile, che però si sgretola al tocco, od un vero tesoro inestimabile, eterno, per certo esistente ma il cui ritrovamento è incerto?
A voi la scelta.
Arsenio fece la sua.
“Voglio trovare la mia vera Margot. Voglio essere sinceramente amato tanto amato quanto io so amare   voglio essere affiancato da chi sarà degna di me e da chi sarà perfetta per me.”
Generate queste parole, si alzò di scatto alimentato da una nuova energia, che sentiva fosse sempre stata lì, in fondo a sé, ma che solo adesso si era liberata; lo sguardo si posò su quel mozzicone di sigaretta, ormai cenere nella cenere, in quell’esatto istante: vide il suo tormentato passato ineluttabilmente morto, privo di alcun effetto su di lui.
Per il resto della sua vita, non fumò neanche una sigaretta.
   
 
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