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Autore: passamilagranatabischero    24/05/2018    1 recensioni
Peter Parker è un ragazzo di 17 anni; vive a New York insieme a sua zia May, conosce il più famoso playboy miliardario degli interi Stati Uniti che lo considera una sorta di figlioccio, oh, ed è Spiderman.
La sua routine di studente/amichevole super eroe di quartiere viene completamente stravolta dalla presenza di un folle mercenario che non tiene mai la bocca chiusa.
E come se non bastasse ha perso il suo amato iPod e a sostituirlo ha soltanto un vecchissimo mp3 che contiene solo un album di Madonna.
(Songfic. One sided Spiderman/Deadpool.
Ambientata nel 2017 dopo Homecoming e Deadpool 2. Se non l'avete ancora visto forse è meglio non leggerla lmao)
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Deadpool, Peter Parker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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1. JUMP

 

 

Peter dondolava con noncuranza dal soffitto del laboratorio personale di Tony Stark.

Questo nonostante Tony gli avesse ripetuto più e più volte quanto la cosa gli facesse venire la nausea e gli mettesse ansia perché “Così ti viene il sangue alla testa, ragazzo, non hai bisogno di fare il figo con me.”, ma a Peter non veniva il sangue alla testa.

Non aveva idea se la cosa avesse a che fare con i poteri da ragno o meno, ma penzolare a testa in giù da sette metri non aveva ripercussioni di alcun genere sul suo fisico.

Era passato a trovare il miliardario perché la sua tuta aveva bisogno di una piccola riparazione, e per quanto Peter fosse uno smanettone non aveva gli strumenti per ripararla da solo, quindi mentre aspettava nei suoi vestiti da civile aveva deciso di scalare qualche muro per riscaldare i muscoli.

Le cuffie nelle sue orecchie producevano “Jump” di Madonna a tutto volume: non era un grande fan della sua musica, o almeno non lo era più da quando aveva dieci anni, ma purtroppo aveva perso il suo iPod che conteneva più di 50GB di canzoni durante una delle sue pattuglie, e tutto quello che gli era rimasto era questo vecchio mp3.

Che conteneva un solo album. Di Madonna.

Meglio di niente.

Aveva cominciato a canticchiare la canzone, dondolando distrattamente, e non si accorse che Tony era sotto di lui che lo stava chiamando da un pezzo.

-ter.”

Get ready to jump, don’t ever look back, oh ba-

PETER!”

Il ragazzo sussultò violentemente, allungando, senza volerlo, la ragnatela di diversi metri, ma riuscendo comunque a non spiattellarsi a terra.

Tony lo guardava con un’espressione decisamente poco impressionata. Ma oh, aveva la sua tuta stretta tra le mani!

Grazie, signor S!” Sfoggiò un sorriso smagliante, sempre penzolando come un idiota in maniera del tutto scomposta mentre si toglieva le cuffie dalle orecchie con la mano libera; Tony sorrise divertito, poi sospirò e gli fece cenno di scendere.

Coraggio, Itsy Bitsy Spider.”

Peter obbedì, atterrando in posizione accovacciata sul pavimento.

Era eccitato come un bambino di fronte ad un negozio di caramelle mentre raggiungeva Tony Stark.

La ringrazio davvero tantissimo, io-”

Shh.” Lo zittì Tony, alzando una mano come per placarlo. “Ascoltami attentamente.”

Peter annuì con tanta energia che i suoi riccioli gli rimbalzarono sulla testa.

Non mi disturba riparare la tua tuta quando serve.” Continuò Tony, guardandolo negli occhi come per assicurarsi che stesse effettivamente facendo attenzione. “Quello che mi disturba è che ultimamente stia succedendo un po’ troppo spesso. Cerca di essere più attento, okay?”

Peter si morse il labbro, cominciando a sentirsi in colpa; effettivamente Tony era stato così gentile da fargli una tuta super costosa che lui riusciva sempre a rovinare, rompere e sgualcire… avrebbe dovuto imparare a dimostrare meglio la sua gratitudine.

Ragazzo, riesco quasi a sentire i tuoi pensieri che viaggiano alla velocità della luce.” Sospirò Tony, e il suo sguardo si fece più… premuroso, e leggermente apprensivo.

Non è della tuta che mi preoccupo. E’ di te.”

A quel punto, Peter non poté fare a meno di sorridere.

Il fatto che una persona importante come Tony Stark, come Iron man, tenesse tanto alla sua incolumità riusciva ancora a stupirlo.

Ho capito, signor S.” Lo rassicurò, prendendo finalmente la tuta tra le mani. “Starò più attento. Stia tranquillo.”

Tony annuì, ma la preoccupazione non lasciò il suo sguardo ancora per qualche momento.

Peter si rigirò l’uniforme tra le mani, sapendo che avrebbe trovato tutto al posto giusto e beandosi della sensazione di ogni sua rifinitura sotto le dita.

Tua zia lo sa che sei qui?” Gli chiese Tony, che intanto aveva tirato fuori un pad da chissà dove per trafficarci distrattamente.

Peter non riusciva a leggere bene la sua espressione, ma da un po’ di tempo aveva cominciato a capire che se Tony si interessava tanto alla sua situazione familiare era perché molto probabilmente temeva un confronto con zia May più di quanto temesse una invasione aliena.

Il che era assolutamente comprensibile.

Anche se doveva ammettere che sua zia aveva reagito meglio di quanto si sarebbe mai aspettato riguardo all'intera faccenda "Spiderman": certo, si era arrabbiata moltissimo, aveva urlato, e anche pianto per un po’, ma poi aveva capito quanto Spiderman fosse importante per lui.

Quanto fosse importante per la città.

E anche se ogni volta che Peter usciva di casa finiva per essere consumata dall’ansia, non glielo impediva.

Peter si sentiva malissimo per questo; ma lui voleva davvero aiutare le persone. E non poteva rinunciare.

Ma non le aveva riferito quanto Tony Stark fosse coinvolto. Non voleva che la sua figura paterna si beccasse una delle classiche sfuriate della zia.

Prima che Peter potesse rispondere che no, in effetti non le aveva detto assolutamente niente, si sentì percorso da un brivido; sentì i peli del collo e delle braccia rizzarsi, avvertendolo.

I sensi di ragno.

Si voltò in direzione del pericolo, facendosi guidare dall’istinto, ed effettivamente, attraverso l’ampio muro a vetri, poteva vedere del fumo provenire da un edificio non molto lontano.

Peter?” Il signor Stark attirò la sua attenzione, e Peter sperava davvero tantissimo che lui il fumo non l’avesse notato.

A giudicare dalla sua espressione, l’aveva visto eccome.

Il ragazzo sfoggiò un sorriso smagliante.

Tony, in tutta risposta, mise via il pad; sospirò profondamente e si massaggiò le tempie con le dita.

Fai attenzione. Se le cose si mettono male, interverrò.”

Certo signor S! Grazie signor S!” Esclamò Peter, e allungò le braccia verso Tony come per abbracciarlo.

Non appena si rese conto di quello che stava per fare, le tirò subito giù, stringendo la tuta tra le mani e abbassando subito lo sguardo su di essa, fingendo nonchalance. Anche se forse il rossore che sentiva sulle guance l’avrebbe tradito.

Tony decise di non commentare.

Cambiati qui. Ho delle cose da sbrigare, ma ti terrò sotto controllo okay?”

Peter annuì, sempre tenendo lo sguardo basso, ma sorrise quando Tony gli arruffò teneramente i capelli.

Appena il signor Stark lasciò la stanza, Peter si spogliò velocemente e cacciò alla rinfusa i suoi vestiti nello zaino, per poi indossare la tuta e la maschera.

Si caricò lo zaino sulle spalle, pronto a dondolare da palazzo a palazzo, sentendo quell’euforia che soltanto essere Spiderman gli faceva provare.

Era pronto a tutto.

 

 

Quando raggiunse l’edificio, si accorse che era molto più malconcio di quanto aveva previsto.

L’ultimo piano era completamente esploso, ma per fortuna l’edifico non era collassato su sé stesso.

Dando una veloce occhiata al suolo decorato con graziose macerie, notò con gran sollievo che tra le casualità non vi erano civili, ma solo uomini armati.

Molto armati.

E a giudicare dal tipo di armi che avevano dovevano essere dei cattivoni; che si stessero sparando tra di loro?

Poteva sentire le sirene della polizia provenire da qualche isolato più in là, e decise di agire in fretta.

Controllò che gli uomini schiacciati dai resti del palazzo non fossero morti: fortunatamente erano solo privi di sensi, così spostò le macerie con facilità per permettergli di respirare meglio.

Il gran trambusto sembrava provenire da poco più avanti, ai piedi del palazzo.

Altri uomini armati stavano sparando alla rinfusa tutti nella stessa direzione: erano nel panico più totale.

Dio Santo, se bastasse così poco per uccidermi pensate che non ci avrei già pensato da solo?” Esclamò una voce maschile, anche se alquanto stridula.

Peter, dalla sua posizione dietro ad un grosso pezzo di calcestruzzo, non riusciva a capire di chi fosse, dato che gli uomini armati erano tutti ammassati tra di loro e creavano una sorta di barriera che gli impediva di vedere oltre alle loro schiene.

Comunque, chiunque fosse quell’uomo, era decisamente in svantaggio. Erano una ventina contro uno!

Balzò verso i criminali, sparando abilmente le sue ragnatele verso le loro armi per strappargliele via dalle mani.

Scusate il ritardo! Che mi sono perso?” Commentò, mentre i cattivoni lo guardavano stupiti.

Così da vicino, Spiderman poté finalmente vedere chi fosse la vittima che stava soccorrendo: un uomo alto, in una tuta nera e rossa, e armato fino ai denti.

Okay. Forse non era tanto indifeso, come gli stavano dicendo i suoi sensi di ragno completamente impazziti.

Ma tu sei Spiderman!” Esclamò l’uomo mascherato agitando una katana in modo insolitamente gioviale. “Ommioddio, sono un tuo grandissimo fan!”

Peter cominciava a pensare di aver compiuto un grande sbaglio. I suoi sensi di ragno l’avrebbero preso a botte, se avessero potuto.

Ah… Ah sì?” Commentò Peter, cercando di dare alla sua voce un tono più profondo ed autoritario mentre continuava a disarmare criminali sempre più atterriti.

E da chi credi che abbia preso ispirazione per il costume?” Rispose l’uomo mascherato, osservando ogni sua mossa. “Ma che figata! Fallo di nuovo! Oh sì, Spidey, così!”

Alcuni criminali stavano cercando di darsela a gambe levate, ma Peter li bloccò tempestivamente, facendo di loro un burrito di ragnatele.

Intanto l’uomo misterioso ed armato prendeva a botte tutti gli altri, brandendo abilmente la katana lasciando tagli ovunque, e mettendoli ko senza grande sforzo.

Non aveva mai visto questo tizio, e il fatto che fosse vestito in quel modo lo confondeva: era un vigilante? Un super eroe? Era talmente sforacchiato di palottole da sembrare un pezzo di groviera, come faceva a reggersi in piedi?

Mentre pensava a tutto questo, i suoi sensi di ragno lo avvertirono di un grosso pericolo, e quando balzò istintivamente sul muro dell’edificio si accorse che aveva appena scampato la morte da una raffica di pallottole scaricata da uno dei criminali.

E prima che potesse bloccare suddetto delinquente con una ragnatela, la testa gli esplose.

L’uomo mascherato, una volta assestato il suo letale colpo, soffiò sulla canna fumante della sua pistola.

Ah… Il dolce suono di cervella che si spiattellano per terra.” Sospirò, sognante.

Peter stava seriamente per vomitare.

Che cos’hai fatto?!” Esclamò, sconvolto.

L’uomo mascherato anche col viso coperto riusciva a sembrare confuso.

Ti ho appena salvato la vita, forse?” Rispose, rinfoderando la pistola e subito dopo la katana. I criminali erano tutti ai loro piedi, legati o privi di sensi, ed il suo lavoro era finito.

Peter atterrò davanti all’uomo, provando una profonda rabbia per quello che era appena successo. Sentiva di star tremando.

Non avresti dovuto ucciderlo! Stavo per bloccarlo!”

L’uomo sembrava non ascoltarlo nemmeno mentre lo squadrava dalla testa ai piedi.

Sai che ti facevo molto più alto di così? E anche la tua voce, è meno profonda di quanto pensassi.” Mormorò pensieroso, per poi raddrizzarsi sulla schiena e porgere la mano verso Peter. “Ah comunque io sono Wade Wilson. O Deadpool, per i nemici.”

Peter ignorò completamente la sua mano e gettò uno sguardo dentro all’edificio, notando molto sangue. E molti arti mutilati.

Stava facendo del suo meglio per non vomitare dentro alla maschera.

Okay, senti, so che esiste questo codice da eroe per cui non si deve uccidere. Lo so a memoria. Colosso non mi da pace.” Borbottò Deadpool, spostandosi davanti a Spiderman per bloccargli la visuale da quel macabrissimo spettacolo. “Ma senti, io sono un mercenario. E lavoro diversamente.”

Peter lo guardò in faccia, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.

Altro che vigilante, o super eroe! Un MERCENARIO! Aveva appena aiutato un mercenario a fare il proprio lavoro!

Tony l’avrebbe ucciso.

Prima che potesse dire qualcosa al caro mercenario (principalmente insulti) sentì le sirene della polizia proprio alle sue spalle.

Accidenti, doveva andarsene in fretta!

Ma da solo. Avrebbe lasciato questo Deadpool nelle loro mani.

Sparò una ragnatela verso l’edificio alla sua sinistra e balzò via, senza guardarsi indietro.

Deadpool non trovò nulla di strano nel suo comportamento, perché lo salutò allegramente.

Ciao Spidey, è stato un piacer- Hey, che volete?”

Mani in alto, Deadpool!”

Come sarebbe mani in alto? Vi sto consegnando i narcotrafficanti più pericolosi della zona! E’ così che ringraziate un X-man?”

Stagista.”

Ah, vi ci mettete anche voi adesso?”

Subito dopo, sentì una raffica di spari, e si bloccò su un tetto; i sensi di ragno gli martellavano il cervello tanto da fargli girare la testa.

Era stato Deadpool? Erano stati i poliziotti? Doveva tornare a vede-

Peter, torna subito qui.” Sentì la voce di Tony urlare nelle sue orecchie.

Peter distorse il naso.

 

Adesso sì che era nei guai.

   
 
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