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Autore: passamilagranatabischero    09/06/2018    0 recensioni
Peter Parker è un ragazzo di 17 anni; vive a New York insieme a sua zia May, conosce il più famoso playboy miliardario degli interi Stati Uniti che lo considera una sorta di figlioccio, oh, ed è Spiderman.
La sua routine di studente/amichevole super eroe di quartiere viene completamente stravolta dalla presenza di un folle mercenario che non tiene mai la bocca chiusa.
E come se non bastasse ha perso il suo amato iPod e a sostituirlo ha soltanto un vecchissimo mp3 che contiene solo un album di Madonna.
(Songfic. One sided Spiderman/Deadpool.
Ambientata nel 2017 dopo Homecoming e Deadpool 2. Se non l'avete ancora visto forse è meglio non leggerla lmao)
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Deadpool, Peter Parker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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2. How High

 

Tony era terrificante quando era infuriato.

Non perché si mettesse a strillare; non perché avesse gli occhi iniettati di sangue, o la bava alla bocca.

No. Il problema era proprio l’opposto.

In quel momento, il signor Stark era il ritratto della calma.

Braccia incrociate, espressione seria ma rilassata, e ovviamente capelli perfetti. Era accomodato su una sedia girevole così imbottita da sembrare più una poltrona, rilegata in pelle lucida.

Dietro alla scrivania e così accomodato, chiunque avrebbe pensato che fosse assolutamente tranquillo.

Peter, che ormai lo conosceva da più di un anno, pensava diversamente.

Era quella linea spessa, severa: quella ruga sulla fronte di Tony che indicava sempre quanto fosse furente.

Peter riusciva a malapena a guardarlo in faccia.

Stringeva la maschera tra le mani, così forte che se non fosse stata di un materiale super resistente probabilmente sarebbe riuscito a bucarla con le dita.

La poltrona su cui era seduto era comodissima ma non riusciva a farlo sentire un po’ più a suo agio.

Peter.” Cominciò il signor Stark e ommioddio, che gelo.

S… Sì signor S?” Mormorò il ragazzo.

Hai la minima idea,” Continuò Tony, estremamente calmo. “di chi fosse quel tizio che hai deciso di aiutare?”

Peter scosse la testa: “No, in realtà io-”

Perché quello è un mercenario. Un ricercato, capisci?” Ed ecco che il tono del signor Stark cominciava a far trapelare quanto fosse arrabbiato.

Si passò una mano sul viso e Peter approfittò di quella pausa per cercare di spiegarsi.

E’ che l’ho visto circondato di criminali e io-”

No, no, shhhh! Tu adesso mi ascolti!” Lo intercettò Tony, alzandosi dalla sedia e aggirando la scrivania per avanzare verso di lui di qualche passo. “Hai visto un uomo vestito come un idiota, armato con delle cristo di katane-”

E’ katana. Il plurale è sempre katana.”

Tony lo guardò con gli occhi sbarrati, come se gli fosse cresciuta una seconda testa; Peter in tutta risposta si fece piccolo piccolo nella poltrona.

Non me ne frega niente di quale sia il plurale di katana!” Esclamò, esterrefatto. “Mi importa di più che tu abbia deciso di aiutare un uomo pericoloso come- come Deadpool!”

Non sapevo che fosse un criminale!” Rispose Peter, sporgendosi in avanti. “Credevo che fosse un vigilante, o- o un eroe!”

Tony scosse la testa, cercando visibilmente di calmarsi. “Gli eroi non uccidono, Peter. Tu dovresti saperlo bene.”

Il ragazzo sospirò; abbassò lo sguardo sulla maschera, che ancora stringeva tra le mani, e trovò un paio di lenti bianche a fissarlo.

Gli eroi non uccidono.

Certo che lo so.” Sussurrò.

Il signor Stark sembrò rendersi veramente conto di quello che aveva appena detto e tutta la rabbia sembrò abbandonarlo in un secondo.

Del rimorso balenò sul suo viso, per un istante,

Si avvicinò a Peter e, con cautela, gli posò una mano sulla spalla.

So che le tue intenzioni erano buone.” Disse. “Ma la prossima volta che vedi un individuo del genere magari, che ne so, immobilizzalo.”

Il ragazzo annuì, tenendo sempre lo sguardo fisso sulla maschera; pensare a zio Ben… A tutto quello che era successo, in realtà, era ancora dura.

Volevo solo aiutare.” Mormorò, sentendo gli occhi pizzicare.

Tony gli strinse gentilmente la spalla, poi gli arruffò i capelli. Una cosa che aveva cominciato a fare piuttosto spesso.

Lo so, Bimbo Ragno.”

 

 

Tony Stark lo lasciò andare qualche momento dopo: ovviamente non prima di averlo avvertito di stare lontano da quel Deadpool, ma senza dirgli di più riguardo a chi fosse esattamente.

L’umore di Peter era decisamente peggiorato: era confuso, aveva mille domande, e inoltre era arrabbiato perché ancora una volta si era beccato una ramanzina da parte della sua nuova figura paterna per aver cercato di fare la cosa giusta.

Was it all worth it? And how did I earn it?

Nobody’s perfect, I guess I deserve it. Gli ricordò Madonna, che da una settimana a questa parte continuava ad urlargli le sue canzoni nelle orecchie.

Peter scosse la testa, e poi sparò un’altra ragnatela verso un lampione; no, aveva ragione Tony. Era stato un incosciente, e uno stupido.

Perché non aveva mai sentito parlare di Deadpool? Da dove era sbucato fuori?

Non gli era sembrato un male intenzionato; certo, nemmeno una persona normale ed equilibrata ma...

Oddio, oddio, no Peter, non pensare alla testa esplosa di quel tizio.

Si sentì un po’ meglio appena vide il suo palazzo spuntare da dietro ad un altro; aveva bisogno di riflettere.

E di una doccia.

 

 

Quando si intrufolò nella sua stanza, quasi gli venne un colpo quando vide che il suo amico Ned Leeds lo stava aspettando comodamente seduto sul suo letto a castello.

Cristo, Ned!” Esclamò, togliendosi la maschera e gettandola sulla scrivania. “Che ci fai qui?”

Il suo migliore amico si alzò di scatto, quasi battendo la testa contro il letto di sopra, e gli venne in contro: “Peter! Ho visto il notiziario! Stai bene?”

Con aria piuttosto allarmata cominciò a girargli intorno per controllare che tutto fosse al posto giusto.

Il ragazzo aggrottò la fronte, confuso, e cominciò a togliersi la tuta di dosso. “Sssì, perché?”

Ned si lasciò andare in un sospirone di sollievo e tornò a sedersi sul letto. “Meno male.”

Peter non riuscì a fare a meno di sorridere per la preoccupazione dell’amico; era sempre bello sapere che c’era qualcuno a cui importava di lui, in mezzo a chi lo voleva morto ogni giorno.

Non che gli facesse piacere sapere che il suo migliore amico era stato tanto in ansia da decidere di fargli un agguato in casa sua.

Dov’è zia May?” Gli chiese mentre si infilava addosso una felpa leggera.

E’ andata a fare la spesa poco fa.” Alzò lo sguardo su Peter. “Ovviamente non le ho detto nulla del notiziario.”

Grazie.” Rispose Peter, sincero; si accomodò al suo fianco sul materasso, sospirando.

Letto dolce letto.

Ma che hai visto al notiziario che ti ha turbato tanto?”

Il ragazzo moro si girò di scatto verso di lui, ad occhi sbarrati. “E me lo chiedi pure?!”

Peter si morse l’interno della guancia. “Per caso riguarda… Deadpool?”

Ned scosse la testa, esasperato. “No, mia nonna. Certo che riguarda lui!”

Peter scoppiò a ridere, sentendosi però un po’ stanco e quindi stendendosi sulla schiena. “Ti devo confessare che non ho idea di chi sia.”

Non lo sapevo neanche io prima di qualche settimana fa, ma io sono un comune mortale.” Commentò l’amico mentre si sistemava sulle gambe il suo amato laptop. “Pensavo che voi supereroi foste più informati riguardo a queste cose.”

Evidentemente no.” Ribatté Peter con amarezza, chiudendo gli occhi. “Come sai chi è?”

Un paio di settimane fa ho letto che degli X-Men hanno butatto giù un orfanotrofio che in realtà era una sorta di carcere minorile per mutanti. Una vera schifezza.” Disse, scuotendo la testa con fare solenne. “E c’era anche lui, solo che nel video che è diventato virale non si comporta granché da… X-Man.”

E’ così che ringraziate un X-Man? La voce di Deadpool gli rimbombò nella testa.

Stagista.” Mormorò.

Che cosa?” Chiese Ned, girandosi a guardarlo.

No, niente.”

Peter si tirò su a sedere, a differenza di Ned battendo la testa contro il letto di sopra ma cercando di fare finta di nulla; quando l’amico smise di sghignazzare, girò il portatile verso di lui.

E in effetti quello sullo schermo sembrava proprio Deadpool.

Con una maglietta gialla degli X-Man decisamente troppo corta.

Quello è un crop-top? Vanno ancora di moda?”

Ned gli gettò un’occhiata. “E’ la cosa più gay che tu abbia mai detto.”

Peter sentì le guance andare a fuoco mentre rideva. “Già, non hai torto.”

Il suo migliore amico scosse la testa, sorridendo.

Il video era di ottima qualità, dato che era il servizio di un notiziario, e Peter riuscì facilmente a riconoscere Colosso. Era davvero enorme, accidenti! Fortuna che era uno dei buoni.

In mezzo a diversi uomini armati, c’era un ragazzino visibilmente in collera.

Wow.” Mormorò Peter quando suddetto ragazzino si liberò con facilità di Colosso e di una ragazza dall’aria cazzuta, come se fossero mosche.

E subito dopo vide Deadpool avvicinarsi a lui, con quella maglietta ridicola e la tuta in pelle che scintillava al sole; gli parlava faccia a faccia e senza paura, nonostante il ragazzo avesse dimostrato di essere molto potente e pericoloso.

Ci fu un momento di quiete; Peter avrebbe tanto voluto sapere che cosa si stessero dicendo.

E poco dopo, rompendo quella calma che stava solo facendo montare la confusione nella testa di Peter, Deadpool cominciò a sparare.

Erano entrambi talmente immersi nella scena che Ned e Peter sussultarono per la sorpresa.

Il mercenario prese in pieno uno dei tutori dell’orfanotrofio.

La giornalista e gli swat andarono nel panico; Deadpool e il ragazzo furono catturati e portati via in un camion enorme, diretto alla prigione di ghiaccio. E il mercenario non faceva neanche storie, nemmeno con quel grosso collare al collo.

Peter, se possibile, aveva ancora più domande di prima.

In un qualche modo sono evasi tutti e due insieme ad un tizio enorme.” Disse Ned mentre chiudeva il laptop. “E poi è venuto fuori che Firefist… Ah, il ragazzino si chiama Firefist, insomma veniva abusato in quella scuola.”

Peter annuì, ascoltando attentamente l’amico. “E Deadpool l’ha aiutato?”

Beh… Sì.” Concesse Ned, stringendosi nelle spalle. “Sparando a destra e a manca ma… Sì. Sembra completamente di fuori, e quando ho saputo che vi eravate incontrati...” Fece un gesto vago, ma non disse altro.

Il castano fece una smorfia, ripensando ancora una volta all’uomo che era morto davanti a lui appena un’ora prima.

Cristo. Gli veniva da vomitare.

Per distrarsi, prese il portatile di Ned e lo riaprì per googlare più informazioni riguardo al mercenario mascherato.

Trovarono una grossa quantità di articoli che spiegavano in maniera più o meno approfondita la faccenda Firefist e l'orfanotrofio di mutanti; altri articoli che invece parlavano di alcuni tizi in costume morti nel giro di qualche ora in situazioni assurde, e molto violente; trovò anche degli articoli su quello che era successo qualche ora prima, ed asserivano che la polizia non era riuscita ad arrestare Deadpool, solo a ferirlo. Ma a parte questo, non aveva trovato assolutamente niente sull’uomo vestito di pelle.

In fondo c’era da aspettarselo: se faceva davvero l’assassino di mestiere, avrebbe dovuto scavare nel deep web per trovare informazioni su di lui.

Mentre discutevano se cimentarsi in quel tipo di ricerca fosse una buona idea o meno, zia May annunciò la sua presenza in casa e che avrebbe preparato la cena.

Peter propose a Ned di restare, ma il ragazzo rifiutò perché aveva dei compiti da fare.

Non ossessionarti.” Gli disse, prima di caricare lo zaino sulla spalla e andarsene. “Devi solo stargli alla larga.”

Una volta solo, Peter ignorò completamente il consiglio dell’amico e si mise a ragionare su quello che sapeva.

Deadpool poteva essere un pericolo, certo che doveva saperne di più!

Tra scuola, compiti e Spiderman avrebbe dovuto trovare anche il tempo di informarsi su quello che succedeva nel resto del mondo. O comunque fuori dal Queens.

Dunque, intanto che cosa sapeva?

Allora.

Deadpool era un mercenario, ma anche un X-Men. Il motivo per cui un criminale fosse negli X-Men rimaneva un enorme mistero.

Non era una pessima persona. Aveva fatto di tutto per aiutare un ragazzo, a quanto pareva, e in effetti gli aveva anche salvato la vita.

Sparando. In tutti e due i casi.

Peter sospirò profondamente e si schiacciò il cuscino sulla faccia. Non aveva senso farsi tante domande.

Non aveva neanche fatto la doccia.

La cosa migliore sarebbe stata evitarlo il più possibile. Di certo non cercare di conoscerlo meglio e magari finire per chiedersi se uccidere fosse tanto sbagliato, se lo si fa per proteggere qualcuno.

E se poi Deadpool fosse diventato un problema, l’avrebbe sistemato.

Ma intanto, sì. L’avrebbe evitato.

E poi New York è grande; se non l’aveva mai incontrato prima, quante probabilità c’erano che l’avrebbe rivisto?

   
 
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