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Autore: gigliofucsia    24/05/2018    1 recensioni
Io mi chiamo Eco Rondòn, è la prima volta che ti scrivo in tutti i vent'anni della mia vita e sono molto nervoso. Qualche mese fa non avrei potuto nemmeno provandoci. Vedi; è proprio di questo che vorrei scriverti. Vorrei confidarti cosa è cambiato in un mese. So che forse non mi crederai visto quanto è incredibile; ma so che non mi negherai la tua attenzione. Sono felice di parlare con te, o meglio, di scriverti in questo caso.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cominciai a sentire odore di concime, versi di animali e un certo chiacchierio. Persone che passeggiavano e bimbi che giocavano. Andando a memoria, dovevo essere nel cuore del villaggio, lo capii quando sentì odore di stufato. Era della taverna di Marianne, l'unica a Nib.

Da lì, mi diressi verso la casa di un altro vecchio amico, molto più vecchio. Presi una strada sulla sinistra, se avessi spalancato le braccia sarei riuscito a toccare i muri prima che esse se estendessero. Con il bastone sfiorai il muro a destra, ero sicuro che alla terza incavatura avrei trovato la porta di Pio La Zappa.

Bussai. Sentì un familiare cigolare dei cardini e un profumo di patate, terra e legna bruciata. Chiesi umile:

– Scusate, Pio la zappa?

Dall'altro capo venne una voce catarrosa che rispose:

– Eco, sei tu? –

Io sorrisi, anche se lui non avrebbe potuto vedermi, e risposi:

– si, sono io. Sono appena tornato e... ho pensato di farti una visita –

– Lo immaginavo! – esclamo quasi ridendo – tu sei l'unico conoscente che ha una voce così bassa, entra e dimmi tutto! –

Lui era molto più anziano di me. Era un amico di mio padre, ma nonostante l'età è sempre stato come un amico per me. Era solo in casa. Sempre stato solo da quando lo conobbi. Mi portò in una stanza calda che dall'odore di patate, sospettavo fosse la cucina.

– Cosa mi racconti? Come è andata dallo zio? –

Io cominciai a raccontare.

– Ho imparato un sacco di cose, e più andavo avanti e più volevo vedere di più. Mi sono fatto accompagnare lungo i paesini vicini, è stato davvero divertente, certe volte mi piacerebbe vedere con i miei occhi tutto.

Lo sentì assentire con un mormorio indistinto:

– Io ormai ci ho fatto l'abitudine, non so se mi sentirei a mio agio. Hai detto che sei tornato da solo, per conto tuo, come hai fatto?! –

Io mi grattai i capelli ispidi, imbarazzato, e risposi:

– Ehm... Non è stato molto difficile, mi è bastato seguire le indicazioni e stare attento a dove mettevo i piedi. Lo zio è stato molto specifico. Dalla casa in campagna a destra verso le montagne, poi al bivio sul sentiero a sinistra, se ero sulla strada giusta l'avrei capito subito dal fiume, Sentivo il suo... comunque hai capito. Basta fare attenzione all'odore dell'aria, ai rumori, seguire le indicazioni ed è fatta.

Lo sentì mugolare:

– In effetti hai sempre avuto un buon senso dell'orientamento, non ti sei perso giusto? Hai incontrato qualche bandito? –

– No, no, niente del genere... sono stato molto cauto, so riconoscere i passi di un bandito, quando mi vedono fanno di tutto per essere silenziosi ma io li sento comunque –

– Cieco ma non stupido! Meno male, sei un tipo fortunato! – esclamò – Ogni giorno viene gente che tenta di fregarmi a me, lo sai cosa è successo di recente? Un anziano è trovato morto in casa sua. Una brutta faccenda e se il prossimo fossi io? Sono pure cieco!– io ridacchiai.

Passò i restanti minuti a farmi un reso conto di tutte le notizie di cui era venuto a sapere. Quando gli chiesi delle sue patate, mi disse che gli affari andavano molto bene, come al solito. Non sapevo se la gente comprava le sue patate perché erano buone o per aiutare un vecchio cieco, ma lui era convinto di avere le patate migliori del paese.

Quando me ne andai mi raccomandò di non stare fuori di notte, perché “ci sono i ruba-grana” come diceva lui. Io lo ringraziai e mi avviai verso casa. Dalla pressione del vento e la temperatura, doveva essere tardo pomeriggio.

  
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