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Autore: RoriStark    25/05/2018    1 recensioni
Come tutti sanno del classico di Stoker , Dracula ha amato.....un tempo...vediamo cosa succede se accade lo stesso nel mondo del nostro Alucard
Genere: Horror, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Era passata una settimana da quando avevamo avuto quella discussione, non ne parlammo più sebbene lui trascorresse da me tutte le notti, a volte quando non avevamo sonno giocavamo a qualche videogioco in camera, ma di quello non se ne era piu’ parlato, ogni volta che io lo respingevo lui se ne stava li’ aspettando che mi addormentassi prima di andare via come un fantasma inquieto.  Una sera stavo passeggiando lungo i corridoi e lo vidi spuntare dal muro, da dentro ad un quadro abbracciandomi da dietro.
 
“ti ho spaventata?”
“a morte”

 
Disse sarcastica ridacchiando mentre mi voltai per baciarlo, lui sembrava tranquillo, nonostante tutto non sembrava arrabbiato, ma forse passivamente stava solo cercando di farmi cambiare idea, ma non potevo giocarmi il tutto solo per una notte, io non sapevo se volermi trasformare, ma era l’unico motivo per cui ancora non avevamo fatto nulla al di fuori dello stringerci fino a tarda notte, in piu’ non ero mai stata con un uomo, nemmeno nei miei ricordi riuscivo a ricordare certe cose.

“eih, dove stai volando?”
 
Mi chiese alzandomi il mento con un dito costringendomi a guardarlo negli occhi nascosti dalle lenti degli occhiali da sole, io sospirai appena scuotendo il capo
 
“sei…sei arrabbiato con me?”
“per cosa?”
“beh, per…quella cosa, sai”


Non riuscivo a parlare, mi indicai il collo senza nessun segno cercando di fargli capire. Lui rimase in silenzio per un attimo, poi mi sentii’ prendere per le spalle mentre il braccio di lui  mi faceva da appoggio come un trespolo, ora ero alla sua altezza, si era alzato gli occhiali ed io lo stavo fissando in quegli occhi rossi come due rubini

“perche’ non vuoi capire?”

“io non voglio lasciarti da solo….quando moriro’ tu starai di nuovo da solo e in mano alla Hellsing che ti tratta come se fossi…un loro cane da caccia”

“e’ cio’ che sono”

“non per me, Alucard..e tu lo sai che forse sono la sola a pensarlo”


Dissi innervosendomi per il fatto che sembrava non voler capire che lui era un immortale e non era giusto voler vivere da solo in quel modo. Molti vampiri cercavano una loro compagna da trasformare, ne avevamo perfino dovuti uccidere un paio in quei giorni , ok, loro erano folli assassini ma Alucard si limita a bere sangue preso da ospedali convenzionati, perché’ non potrei fare lo stesso anche io? Volevo dirgli tutto questo ragionamento ma avevo paura di sbattere contro ad un muro invalicabile. Ad un tratti mi sentii afferrare per la vita, scesi dal suo braccio mentre mi parve di cadere da un grattacielo per un attimo. Quando posai i piedi per terra mi voltai ma lui mi fermo’ prendendomi piano il polso
 
“ascolta, ci pensero’ su, ok? Ma nel frattempo voglio che tu sia mia…”

Mi prese con una mano avvicinandomi a se’ per stringermi tra le sue braccia, sentivo i suoi senti affilati punzecchiarmi il collo mentre mi leccava la pelle, sentii un brivido lungo la schiena e d’istinto mi aggrappai a lui come se le gambe mi dovessero cedere da un momento all’altro.  Lui non aveva problemi a sostenermi, lo guardai mentre ghignava pensando a chissà cosa, io al contrario di lui non potevo leggere la mente. Mi sentii il viso bruciare, le guance erano rosse , me le sentivo bruciare

“e come?...”
 
Chiesi a stento mentre vidi brillare i suoi denti affilati come lame davanti al mio viso, sembrava quasi che volesse sbranarmi se non fosse per la sua presa gentile che mi sorreggeva, eppure nei suoi occhi vidi cosi’ tanta malizia, cosi’ tanto desiderio e poi, si addolcirono quando evidentemente io andai nel panico a giudicare dal suo sguardo che torno’ come mansueto
 
“oh giusto, ora sei una santarellina…dovresti ricordare quando cantavi in quel bar, sopra al palco, con quei bei vestitini e quelle labbra che sussurravano canzoni d’amore….ed ogni sera eri mia, solo mia e le tue canzoni diventavano gemiti di puro piacere, che mi facevano quasi battere di nuovo il cuore”

“Alucard…noi abbiamo mai…”

“si’, si’ tante volte, ma non mi avevi mai fatto questa domanda….”

 
“beh era ora…”


Sussurrai cercando di prendere coraggio, allungai le mani verso il suo viso per baciarlo piano, lui mi strinse prendendomi e sollevandomi di nuovo come prima come se nulla fosse

“ti fidi di me?”
 
“si’….temo di si’”
 
Sussurrai ridendo appena mentre lui mi portava di sopra adagiandomi sul letto. In un attimo mi era sopra con quel sorriso da lupo famelico, eppure non avevo paura, ero solo molto impacciata. Non riuscivo a fare nulla, tanto ero in imbarazzo, ma lui sembro’ essere esperto, ci credo con tutta l’esperienza che aveva avuto, invece io non rivordavo nulla e nel frattempo non avevo fatto nulla per imparare. Dovevo ringraziare la mia buona stella se sapevo baciare. Sentivo le mani fredde di lui che mi toglievano i vestiti, mani fredde ma esperte che smisero di essere fredde dopo un po’, io mi sentivo andare a fuoco, eravamo sotto alle coperte, lui aveva fatto sparire i suoi abiti e perfino gli occhiali da sole.  Io speravo solo non mi fregasse la verginita’ in qualche modo, ma mi aveva detto di fidarmi, cosi’ mi abbandonai alle sue carezze.

“che splendida Luna che c’e’ stasera…”
 
Mi sussurro’ lui guardandomi con dolcezza mentre io mi aggrappavo a lui

“cosi’ bianca e pura”

Disse mentre con la punta delle dita mi sfiorava il corpo come se volesse disegnarne i contorni. Quella notte scoprii che non serviva perdere la verginita’ per avere qualche momento di “coppia” presi nota. Era ancora notte fonda e come al solito Alucard non dormiva, io ero nuda sotto alle coperte ancora accaldata nonostante avessi fatto cose con un non morto per un attimo parve che il mio corpo andasse a fuoco. Mi voltai a guardarlo, era semi seduto, a guardare la luna fuori dalla finestra. Io scivolai di nuovo accanto a lui, dopo aver indossato la biancheria intima, lui era gia’ vestito, almeno con pantaloni e camicia. Mi appoggiai a lui mentre chiusi gli occhi stanca

“te ne andrai via appena mi addormentero’?”

“a cosa serve restare se tu dormirai?”


Feci spallucce

“mi addormenterei sapendo di averti qui”

Alucard mi strinse piano baciandomi i capelli mentre si lascio’ scivolare sul letto

“prova a dormire con me”

“me lo hai gia’ chiesto tempo fa, non riuscivo mai a dormire”

“beh provaci…”


Lui mi guardo’ con gli occhi rossi che si riflettevano al buio, sembrava quasi un fantasma , storse il naso e le labbra, ma poi annui’ piano e si sistemo’ come per dormire
 
“chiudi gli occhi e pensa a qualcosa di bello, mentre ti rilassi.."



Sussurrai accarezzandogli i capelli. Presi poi a cantare una canzone, mentre lui continuava a sfiorarmi la schiena nuda con la punta delle dita, lo vidi sorridere in modo diverso, rilassato
 
“eccolo il mio usignolo..”
 
Sussurro’ chiudendo gli occhi, non respirava, ma faceva finta di muovere il petto, non so, forse era per abitudine quando andava in giro per non destare sospetti, ma era bello vederlo muovere sotto di me. Cantai una canzone in gaelico, una canzone del mare

“Idir ann is idir as
Idir thuaidh is idir theas
Idir thiar is idir thoir
Idir am is idir áit

Casann sí dhom
Amhrán na farraige
Suaimhneach nó ciúin
Ag cuardú go damanta
Mo ghrá…”

 
 
 
 
Mi svegliai in un grande giardino dorato, inondato di luce e pace. C’erano fiori di tutti i tipi sovrastati da un cielo color zaffiro. Mi guardai attorno meravigliata mentre mi accorsi di avere un abito bianco e delle scarpe che sembravano d’edera intrecciata. Sentii una strana sensazione sulla schiena, come un peso e mi accorsi di avere un paio d’ali, rimasi di stucco nel vedere quelle cose attaccate a me, potevo muoverle, governarle. Ero…morta? No… Alucard non l’avrebbe permesso.

“Luna..”
 
Davanti a me,  petali di fiori sis postarono mostrandomi la figura inginocchiata di Alucard, ansimante, sanguinante. Corsi da lui gridando il suo nome ed inginocchiandomi davanti a lui

“non….ci riusciremo mai, ti prego resta qui, nella luce, lasciami andare”
“cosa stai dicendo? Eih…”


Gli sfiorai il viso ma ad un tratto lui fece una smorfia di dolore mentre la pelle prese a sanguinargli e a fumare a causa del mio tocco. Io tirai indietro la mano terrorizzata

“no…no, Alucard…no!! Cosa mi hanno fatto??”

lui mi guardava con lacrime di sangue che gli colavano dagli occhi alla gola ed un sorriso pieno di sofferenza che mi strazio' il cuore e lacero' l'anima 

“Dio mi ha donato un angelo, perche’ io possa ammirarlo e mai possederlo….dalla mia bara, dal mio inferno,io non porto’ mai averti”

 
“NO!!!”

Senza rendermene conto ero di nuovo sul mio letto, Alucard era seduto al mio fianco, mi osservava pensieroso, avevo le lacrime agli occhi e le mani mi tremavano, mi voltai di scatto verso di lui, stava per prendermi la mano ma io la ritrassi

“no!”

“Luna, che succede?”

“ti ho fatto male…ti ho ferito toccandoti”

 
non dire sciocchezze, ok che sono allergico alle tue benedizioni, ma per fortuna non sei una santa”

Disse prendendomi la mano, sobbalzai spaventata ma per fortuna non accadde nulla. Si porto’ la mano al volto e sorrise

“era solo un incubo, vedi?”

“si’…hai ragione…”

 
Sussurrai coricandomi di nuovo. Pochi istanti dopo entro; nella stanza Walter insieme a Seras e Integra . Alucard sembro’ infastidito dal fatto che mi stessero osservando, ma lui mi stava coprendo con la sua giacca oltre alle coperte

“Alucard, devi prendere un jet e dirigerti alle coordinate che ti daremo, una nave con delle armi e’ stata presa dal nemico, e c’e’ una certa cacciatrice a bordo, devi eliminarla e fermare quella nave”
 
“si’ mia signora…”

“aspettate, vengo anche io”

 
“no, e’una missione suicida, solo Alucard potrebbe sopravvivere”

“po..potrebbe?”


Non fini’ di parlare che loro gia’ erano andati via. Alucard si era gia’ alzato e vestito, io saltai fuori dal letto avvolta dalla coperta per fermarlo dall’uscire dalla porta

“eih!!aspetta!”

Lui si volto’ verso di me sospirando mentre mi prese per le spalle baciandomi la fronte e stringendomi a se’
 
“devo andare piccola…non puoi seguirmi, e’ pericoloso”

“ma…siamo una squadra”

“si’, siamo una squadra, ma prima di tutto, sei la mia donna ed io devo proteggerti”
 

Sussurro’ baciandomi poi sulle labbra. Sentii le gambe tremare, quell;incubo ed ora questa terribile notizia. Averlo lontano per giorni, settimane forse era terribile
 
“come faccio a sapere che starai bene?”

“sei l’unica a volerlo sapere”


Sussurro’ ridacchiando, io mi sentii infastidita da quella sua rassegnazione nell’essere odiato, ma forse a lui piaceva, essere odiato, temuto.

“fammi...solo sapere che stai bene, ok?”

“va bene”


Si volto’ di nuovo aprendo la porta
 
“Alucard!”

“ che c’e’?”

“quando tornerai, ricordami che devo dirti una cosa importante”

“puoi dirmela ora”

“no, voglio che torni…”


Sussurrai mentre sentivo le lacrime salirmi sul viso, a quel punto mi gettai di nuovo tra le sue braccia piangendo e stringendolo forte come per non lasciarlo piu’ andare via al macello come un arma, come un oggetto. Lui mi strinse accarezzandomi i capelli con un sorriso comprensivo come un padre colf iglio che si era sbucciato un ginocchio.

“allora tornero’ mia signora, non piangere nel frattempo ok?”

Io mi asciugai le lacrime tirando su col naso annuendo
 
“ok…mio signore”

“non vedo l’ora di sentire questa cosa, so gia’ che mi piacera’”


Sussurro’ scomparendo poi dalla porta. Io tirai su col naso

“ti prego torna da me….”
 
Sussurrai stringendo le lenzuola al petto,pregando di rivederlo al piu' presto. Ad un tratto, la stanza si fece di nuovo fredda, gelida. mi addormentai di nuovo a fatica, da sola.
 

 
  
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