Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: JAPAN_LOVER    25/05/2018    2 recensioni
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era affianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò, con tono di sfida – baciami!”



Sospettata di essere il secondo Kira, Misa era tenuta sotto stretta sorveglianza al Quartier generale. Questo, in fondo, le stava bene perché avere accanto un Light che sembrava non volerne sapere niente di lei, era più facile da riconquistare.
Se è vero che le migliori armi di seduzioni per una donna sono la bellezza e la gelosia, lei su queste cose era sicurissima di poter contare.

L era il più grande detective del mondo impegnato sul caso Kira. Lucido, freddo, razionale, era disposto a ricorre a ogni mezzo pur di catturare il suo nemico. Figuriamoci se si fosse fatto scrupoli ad approfittare di un’ingenua e innamoratissima modella, per raggiungere i suoi scopi.

Uniti da un tacito accordo, chi per primo tra i due verrá meno al patto?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IL DEATH NOTE


Misa era una bellissima ragazza di appena 19 anni, arrivata a Tokyo da poco per inseguire il sogno di diventare una modella. A dire la verità, in questo era già riuscita: per la sua eterea bellezza e la sua sensualità, nel giro di pochissimo tempo era diventata una delle idol più richieste della capitale giapponese. Tuttavia, questo non è il solo motivo che l’aveva spinta a trasferirsi a Tokyo, dove ad attenderla c’era il suo destino: la ragione principale risiedeva nel suo profondo desiderio di incontrare Kira, il misterioso giustiziere che aveva ucciso il ladro responsabile della morte dei suoi genitori.
La sua vita tranquilla prese una piega del tutto inaspettata una sera quando, di ritorno dal lavoro, si ritrovò a fare uno spiacevole incontro.

“Che stanchezza! Certo che fare la modella è un mestiere molto duro! – sospirò Misa, stiracchiandosi – non vedo l’ora di tornare a casa e rilassarmi con un lungo bagno caldo!”
Uscendo dallo studio fotografico, la modella bionda imboccò la solita stradina, una via tutto sommato tranquilla, ma poco frequentata specialmente di notte. Dal momento che era pieno inverno, alle 6 PM era già tutto buio, quindi aumentò il passo facendo oscillare ancora di più i suoi piccoli codini biondi che le incorniciavano il viso, rendendolo ancora più angelico.
Misa deglutì quando avvertì alle sue spalle il rumore di passi pesanti farsi sempre più vicini. D’istinto affrettò ulteriormente il passo e, di conseguenza, anche quei passi si fecero sempre più rapidi e pesanti.
“Misa-Misa! – disse una voce maschile roca e malferma, proprio come quella di un ubriacone – dove stia andando?”
La ragazza fu attraversata da un brivido di puro terrore, ormai l’aveva quasi raggiunta.
Con le lacrime agli occhi Misa, si strinse la tracolla al petto e cominciò a gridare  e a correre a perdifiato. Era pienamente consapevole che in quella zona non l’avrebbe sentita nessuno e , anzi, se ci fosse stato in giro qualche altro malvivente non avrebbe fatto altro che attirarne l’attenzione. Tuttavia il suo forte istinto di sopravvivenza non le permetteva altro che correre, riempire i polmoni e urlare a squarciagola.
“Aiuto – gridava disperata – aiutatimi, vi prego!”
“Non fare così, aspettami!” disse lui, afferrandola per le spalle.
“Nooo!” cacciò un urlo straziante.
Misa si divincolò e, con tutte le sue forze, spinse via quell’uomo che per sua fortuna non era affatto muscoloso.
La luce fioca del lampione mostrò distintamente un uomo smilzo, alto a malapena 1,70 m, dalla carnagione olivastra e i capelli tutti rasati. Agilmente, l’uomo si tirò su in un baleno e afferrò la giovane modella per un braccio, ancor prima che lei riuscisse di nuovo a scappare via.
“Non capisci? Sono qui per te! – le disse lui, in preda ai deliri dell’alcool e di chissà cos’altro  – io ti amo più di ogni altra cosa al mondo. Ti guardo sempre, sai? Voglio proteggerti!”
L’aspra puzza di alcool che emanava quell’uomo ferì le narici di Misa, facendole salire la nausea. La modella bionda, paralizzata dalla paura, non riusciva a far nulla se non continuare a piangere e urlare, disperata.
“Aiutatemi! – continuò lei, con il viso tutto arrossato dalle lacrime – lasciami andare!”
L’uomo, esaltato e perso completamente nei suoi deliri,  estrasse un coltello dalla tasca all’ennesimo rifiuto della ragazza che le aveva rubato il cuore.
“Allora ti ucciderò! – sbraitò lui, brandendo l’arma con la mano sempre più malferma – e poi mi ucciderò anche io!”
“Ucciditi da solo allora – gridò lei, ormai la sua era più una supplica – ma lasciami andare!"
Misa pensò che ormai per lei fosse finita. I suoi ultimi pensieri andarono a sua sorella Akane, rimasta nel Kansai, e naturalmente a Kira. Il suo eroe sarebbe sicuramente intervenuto e l’avrebbe salvata, se solo avesse saputo che lei si trovava in quella terribile situazione.
Il malvivente non fece in tempo a sferrarle il colpo mortale, che cadde steso a terra. L’uomo, col l’espressione stravolta dal dolore, si portò una mano al petto e spirò  nel giro di pochissimi secondi, senza neanche chiudere quegli orribili occhi scuri e sbarrati.
Misa aveva perso qualche battito, ma piano piano ricominciò a respirare. Deglutì quando comprese che quell’uomo era morto. Impaurita si guardò attorno: non c’era letteralmente un’anima viva.
Senza soffermarsi a riflettere, tornò dritta nel suo appartamento senza fermarsi un momento.
Si chiuse la porta alle spalle, cadde a terra e pianse. Ancora tremava di rabbia e paura, ma quando l’ultima lacrima le solcò il viso niveo, fu assalita da una miriade di domande e di scrupoli. Aveva fatto bene a scappare in quel modo, lasciando un cadavere a terra? E se quell’uomo non fosse ancora morto? Era intervenuto Kira a salvarla oppure il malvivente aveva avuto semplicemente un malore?
Si gettò nel suo grande letto a una piazza e mezza e affondò la testa nel cuscino. Non era la prima volta che un ammiratore invadente la importunava, ma era la prima volta che veniva assalita in quel modo. No, quello non era un semplice ammiratore: era un pazzo criminale che Kira avrebbe fatto bene a spazzare via dalla faccia della terra.
 Decise che da quel momento in poi, per la sua sicurezza , si sarebbe spostata solo in auto con Yoshi, la sua manager, o in sua assenza con il taxi. Non voleva ritrovarsi  mai più in una situazione di quel genere, era sfuggita miracolosamente alla morte troppe volte per non apprezzare la vita con tutta sé stessa e a quel dono prezioso si sarebbe aggrappata con le unghie e con i denti, se necessario.
Poi, avvertì un tonfo. Probabilmente era caduto qualcosa da una delle mensole che costellavano i muri del suo piccolissimo appartamento – stracolmo di oggetti mistici e gotici, nonché di iconoclastie cristiane – che d’altronde rispecchiava appieno il suo stile di gothic lolita.
Fece un lungo sospiro e decise che era il momento di andare a immergere le membra spossate  nell’acqua calda, in un lungo bagno rigenerante. Quando, però si alzò dal letto, vide per terra un oggetto che non aveva mai visto prima e che, quindi, non aveva introdotto certo lei nel suo appartamento. Raccolse da terra quello che sembrava un comunissimo quaderno nero con rilegatura in pelle.
“DEATH NOTE – lesse ad alta voce ciò che vi era scritto in copertina in alfabeto latino – cioè il quaderno della morte…”
L’inglese di Misa non era dei migliori, ma a quello ci arrivava persino lei. Iniziò a sfogliare quelle pagine bianche e poi si soffermò sulle prime tre che erano completamente nere. In questa piccola sezione, sulle pagine nere erano riportate delle ‘ISTRUZIONI’ a caratteri bianchi e sempre in inglese.
 “L’umano… il cui nome sarà scritto su questo su… questo quaderno…morirà…” cominciò a tradurre, con un pò di incertezza – a…affinché questo quaderno abbia effetto…occorre avere in mente il volto della persona si cui si scrive il nome…in tal modo di evita di colpire eventuali…?”
“…eventuali omonimi!” una lugubre voce concluse la frase che non riusciva a tradurre.
“Aaaahhhh” urlò Misa, quando alzando gli occhi vide davanti sé un mostro terrificante.
“Ciao, Misa!” la salutò quell’essere.
Quella strana creatura che le si era materializzata davanti la sovrastava. Non aveva nulla di umano, seppur poteva ricordarne vagamente le sembianze: aveva un enorme corpo dal colorito cadaverico, delle  enormi spalle smorte e ossute, due occhi grandi gialli e acquosi (anche se uno era coperto da una garza proprio come se fosse una mummia) e, per finire, capelli violacei disordinati, che ricordavano vagamente quelli di Medusa.
“E tu chi sei?” domandò Misa, per lei non c’era pace quella sera.
“Non devi avere paura di me Misa – le disse mite quella creatura, cercando di rassicurarla – io sono Rem e vengo dal mondo degli shinigami per portarti questo quaderno, che credo ti appartenga!”
“S…shinigami? – cercò di scandire la modella, con la voce ancora tremante – mi stai dicendo che tu sei un dio della morte?”
“Esatto – le rispose Rem – e se vorrai, quel quaderno sarà tuo!”
Quella voce lugubre, ma  calma e conciliante dovette aver tranquillizzato molto Misa. Lei era una ragazza molto ingenua e impulsiva, agiva di pancia e non poche volte aveva passato dei guai per questa sua natura. Tuttavia, sentiva di poteva fidarsi di quell’essere ultraterreno che le si era presentato come lo shinigami Rem.
“Questo quaderno ha il potere di uccidere – disse piano la modella bionda, scorrendo quelle pagine bianche – è con un quaderno come questo che Kira giustizia i criminali, dico bene Rem?”
“Sì! – confermò lo shinigami – in questo momento, sulla Terra, un altro umano sta usando il Death note portato da un altro Shinigami dal nostro mondo”
Misa si morse le labbra e, grata, strinse al petto quel quaderno. Adesso anche lei sarebbe stata in grado di giustiziare i criminali e, quindi, essere di aiuto a Kira nella sua opera.
“Rem, voglio tenere questo quaderno! – disse con la bionda con la voce rotta dalle lacrime per la felicità – voglio anch’io costruire un mondo migliore, insieme a Kira!”
Lo shinigami annuì, soddisfatto.
“Allora è tuo, Misa – le disse – d’ora in poi quel quaderno sarà il nostro vincolo, ciò che lega l’umana Misa al dio della morte Rem. Solo tuo potrai vedermi e solo tu potrai sentire la mia voce. Sarò sempre con te e ti proteggerò, nei limiti delle mie possibilità!”
La bionda si promise che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutare Kira. Giurò solennemente che avrebbe fatto di tutto per realizzare il suo sogno e – in cuor suo – sapeva che grazie a quel quaderno incontrare Kira non sarebbe più stato impossibile.
Misa era un’instancabile sostenitrice di Kira. Lui era l’unico che aveva reso giustizia ai suoi genitori, l’unico che incarnava il suo ideale della giustizia.

***

***

***

  CIAO A TUTTI,

RIECCOMI, SONO TORNATA CON UNA NUOVA IMPROBABILE STORIA :’D

MOLTI DI VOI SARANNO SUPER MEGA PERPLESSI DELLA STRANA COPPIA L X MISA E VI CAPISCO, SAPETE? ANCHE A ME SUONA ANCORA MALE…MA MI E’ VENUTA IN MENTE QUESTA STORIA E CERCHERO’ DI SVILUPPARLA IN MODO DA FARVI RICREDERE (E DI NON PENTIRMI DI QUESTA SCELTA XD)

CREDO CHE I CAPITOLI SARANNO PIU’ O MENO TUTTI DI QUESTA LUNGHEZZA, NON COME I MIEI SOLITI INTERMINABILI PAPIRI. LA STORIA SARA’ MOLTO PIU’ BREVE E, SPERO, NON MENO INTENSA DELLE ALTRE.

PER ALCUNI MOTIVI CHE VIA VIA VI ESPORRO’, NON HO MESSO NELLE NOTE ‘OOC’, MA SE LE COSE DOVESSERO SFUGGIRE DI MANO E LA STORIA (COME ALCUNE VOLTE PUO’ CAPITARE) SE NE ANDRA’ PER CONTO PROPRIO,  MODIFICHERO’ SENZ’ALTRO LA NOTA.

PER IL MOMENTO CREDO CHE SIA TUTTO, SPERO SOLO DI AVERVI INCURIOSITO ALMENO UN PO’…

A PRESTO,

JAPAN_LOVER < 3
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: JAPAN_LOVER