Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: cristal_93    27/05/2018    2 recensioni
[Alcuni di questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di di Cassandra Clare. La storia è ambientata tra il terzo e il quarto libro di The Mortal Instruments. *Spoiler * da Cronache di Magnus Bane e Le Origini. La protagonista e, più avanti, anche altri personaggi, appartengono a me in qualità di Original Characters; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro]
A Brooklyn, dimora di una delle più grandi concentrazioni di Nascosti del mondo, presto farà la sua comparsa una ragazza proveniente dal lontano Oriente. Il suo nome è Yumi, ed è una strega, figlia di un demone e di un umana, ma è diversa da tutti i suoi simili, e nasconde un grande segreto. Ha viaggiato in lungo e in largo per molto tempo prima di raggiungere la Grande Mela, dove vive l'unica persona in grado di aiutarla. Ma la meta, pur essendo così vicina, in realtà è ancora molto lontana. E Yumi si ritroverà a combattere una dura battaglia, sia contro sè stessa, in cui dovrà scegliere se rivelare il proprio segreto o andare contro i propri principi morali e contro il proprio passato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Catarina Loss, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’aveva percepito. Aveva intuito che quella conversazione avrebbe portato a risvolti tutt’altro che piacevoli e imboccato una strada rovinosa, la più temibile in cui Yumi odiava immettersi ma che puntualmente si ritrovava a percorrere. Aveva avvertito la minaccia eppure non aveva fatto niente per impedirla, troppo presa dalle sue patetiche preoccupazioni per ricordarsi che avrebbe dovuto stare più attenta e guardare ai possibili pericoli a cui sarebbe potuta incorrere proseguendo su quel terreno sconnesso che era la chiacchierata con Layla e a cui era ormai troppo tardi per sfuggire. Qualcuno aveva detto che era da grandi poteri che derivavano grandi responsabilità(1*)…. Ma forse quel qualcuno ad un certo punto doveva essersi addormentato mentre lo diceva omettendo così la verità, e cioè che non erano tanto i poteri quanto le azioni che si intraprendeva a caricare le spalle di qualcuno di un peso considerevole, e poco c’entrava avere dei poteri quando a “parlare” erano stati perlopiù il coraggio, il cervello e soprattutto il cuore di una persona, poteri che erano alla portata di chiunque ma che non tutti sapevano usare davvero.

Per anni la vita di Yumi era stata un costellarsi di copioni più o meno simili: lei arrivava in un posto, finiva per diventare l’Angelo Custode ( o forse era meglio dire il Demone? ) dei Nascosti senza accorgersene, questi che iniziavano a fare pressioni perché lei li aiutasse di più e a rivendicare il diritto di avanzare pretese, lei che gli esprimeva il proprio punto di vista che non coincideva con quello che loro presupponevano e li piantava su due piedi quando arrivavano a braccarla al punto che quasi non le arrivava nemmeno un filo d’aria, lasciandoli sconvolti dalla sua reazione almeno finché non si dimenticavano di lei… fino alla volta successiva, quando tutto ricominciava da capo. Era un rito che andava avanti da secoli, un serpente che si morde la coda, un circolo vizioso che lei ancora non era riuscita a spezzare e che aveva solo aumentato il peso che si portava appresso. Nutriva continuamente la speranza che le cose sarebbero cambiate la volta successiva, ma in due secoli di vita non aveva visto l’ombra di un miglioramento, nemmeno un piccolo cambiamento.

Guardava alla sua vita come se stesse percorrendo la stessa strada giorno dopo giorno, una strada circolare che la rimandava sempre al punto di partenza ed era circondata da ambo i lati da sbarramenti altissimi e inespugnabili, impossibili da superare o abbattere. Qualche volta delle crepe erano apparse, talvolta anche buchi abbastanza grandi da permettere di guardare al di là, ma erano stati chiusi prima ancora che si riuscisse ad allargarli veramente. Non aveva davvero chiesto aiuto a qualcuno e neanche voleva farlo, ma un minimo di collaborazione involontaria se la sarebbe aspettata, era forse l’unica a volere che le cose cambiassero senza ritenere prendere d’assalto gli Istituti di Shadowhunters, decapitarne i residenti e piantare le loro teste su delle picche da esporre lungo il perimetro dell’edificio la maniera migliore per far sì che nel cervello di quei tiranni rimanesse qualcosa invece che entrargli da una parte e uscirgli dall’altra quando la gente parlava? Evidentemente sì. Ed era evidente anche che quello che tutti si aspettavano da lei era proprio il contrario di ciò che voleva, l’immagine che aveva finito per dare di sé, quella che ognuno aveva adattato ai propri desideri e alle proprie aspirazioni, in cui ognuno vedeva quello che voleva… non quello che lei era davvero, perché nessuno la vedeva veramente o riteneva valesse la pena fermarsi per farlo, perché fermarsi avrebbe significato scoprire che lei non era affatto come veniva dipinta collettivamente e rimanerne delusi.

Era più facile essere convinti che Yumi Shin fosse una strega rivoluzionaria votata a compiere un genocidio piuttosto che provare ad ascoltarla e capire davvero che tipo di persona fosse, in molti avevano paura già solo a fermarsi alla superficie, figuriamoci a pensare di andare oltre. Yumi vi ci si era talmente abituata che respingere le persone e impedirgli di valicare la parte esterna era diventato naturale così come mascherare la delusione che in realtà provava quando faceva crollare le loro certezze come castelli di carta.

Scosse la testa e sospirando relegò i propri pensieri in un angolo a parte del cervello apprestandosi a portare avanti meccanicamente quello che era il copione della recita della sua vita, come un operatore che si alza ogni mattina per andare a passare la giornata davanti ad una cinepresa per proiettare un film , in una sequenza infinita di giorni uguali l’uno all’altro come se fosse diventato egli stesso un prolungamento di quella macchina e non riuscisse a staccarsene perché la sua vita era scandita dal movimento circolare della pellicola che scorreva, sempre la stessa pellicola con trama identica anche se con personaggi diversi.

« Layla, io vorrei solo che i Nascosti smettessero di essere trattati come attrezzi da pescare dalla cassetta del bricolage, ma non mi sembra di aver mai detto di voler attuare una rivoluzione e sterminare gli Shadowhunters ».

La sua risposta lasciò interdetta la mannara, che evidentemente si era aspettata di sentire tutt’altre parole.

« Tu hai combattuto apertamente contro di loro, ti temono, sanno che non possono controllarti in nessuna maniera e che non avrebbero speranze con te. E poi… basterebbe un tuo cenno e i Nascosti accorrerebbero a frotte per sostenerti ».

Benché non fosse affatto una novità sentirselo dire, il cervello di Yumi non era forte abbastanza da impedire al suo cuore di provare ogni volta la stessa smisurata rabbia, e non ci riuscì nemmeno questa volta:

« E secondo te visto che non mi faccio controllare dagli Shadowhunters sarei più consenziente a farlo fare ai Nascosti visto che lo sono anche io e quindi è più plausibile supporre che sarei più “morbida” nei vostri confronti che non nei loro? Che dovrei abbassarmi al loro stesso livello magari comportandomi come Morgestern e trovandoci così daccapo ma a parti invertite? Diventare quello che hanno sempre pensato che noi fossimo e che era questione di tempo prima che ci decidessimo a mostrarlo apertamente? Questo è quello che hai in mente tu, Layla, non io ».

« Yumi, io… »

« TU  vuoi solo un pretesto per vendicarti, TU cerchi qualcuno da sfruttare per raggiungere i tuoi scopi. E quale figura migliore della strega che ti ha salvato la vita quand’eri bambina? Cos’è, per tutti questi anni hai tenuto la mia foto sotto il cuscino venerandola come la Vergine Maria e costruendoci sopra mille fantasie che pensavi non avrebbero avuto motivo di non realizzarsi? Bè, ultime della notte: io sono una persona fatta di carne e ossa che ragiona, non un pezzo di carta inanimato, pensi che direbbero di me così tanto se fossi remissiva e obbediente? »

« No, ma… »

« E pensi forse che uccidendo i Cacciatori i morti torneranno dalla tomba e Gabriel ti verrà restituito? Rimarrà cenere e ossa com’è ora, la tua sete di sangue ti porterà solo a renderti uguale ai Nephilim e nient’altro ».

Yumi inspirò furiosamente sentendo il proprio demone pericolosamente vicino, pronto a sganciare l’ultimo lucchetto per ottenere la libertà. Era diventato molto più forte rispetto a quella mattina e la sua forza continuava ad aumentare anche ora mentre lei invece si sentiva sempre più debole come se lui si stesse nutrendo delle emozioni negative di Yumi e le usasse per vincere sulle ormai fioche resistenze di lei. Era sempre stato così, sin dal giorno in cui Yumi si era trasformata la prima volta e la sua parte demoniaca aveva “visto la luce”: pur mantenendo costantemente un atteggiamento aggressivo, sarcastico e talvolta anche sadico, Yumi non era affatto crudele, e mai anzi era stata davvero in grado di provare odio verso qualcuno. Poteva portare rancore, o disgusto, ma mai era arrivata a essere logorata dall’odio vero; non aveva odiato nessuno per davvero, non quell’elfo, non gli Shadowhunters e nemmeno Valentine, non nel vero senso della parola.

Aveva però sempre pensato che fosse la sua parte demoniaca a nutrirsene, insieme a tutte le emozioni spiacevoli che si sforzava di reprimere, per questo lo sentiva così forte ogni volta che succedeva qualcosa di sgradevole. Col diminuire delle sue resistenze, oltre alla forza del demone stava crescendo anche la paura che potesse esplodere sotto forma del peggior incubo di ogni essere vivente. Non era un essere con una propria personalità, era una condizione che aveva accettato ormai da tempo, eppure alle volte guardava a lui come ad un’identità scissa dalla sua invece che ad una delle metà del sangue misto che le scorreva nelle vene, che era parte del suo essere ma che alle volte ancora percepiva come un’entità a sé stante intrappolato dentro di lei il cui unico scopo era distruggerla e prendere definitivamente il controllo.

In battaglia cercava di trasformarsi il meno possibile a meno che non ci fosse costretta (cosa che purtroppo accadeva comunque il più delle volte) per non diventare dipendente dalla sua parte demoniaca e favorire la sua “crescita”, ma anche non usandola la sua energia veniva alimentata in ogni momento, e troppo spesso l’avvertiva paurosamente così forte da farle temere che potesse prevalere sulla sua parte umana da un secondo all’altro. Era la sua metà non antropica la vera armatura dietro cui nascondeva tutto…inclusa sé stessa.

Solo in pochi erano riusciti ad avvicinarsi davvero, ad andare oltre la Nascosta, oltre il demone; Catarina era tra questi, e ci era riuscita senza che il demone riuscisse a respingerla. La sospensione entro cui le era sembrato di essere finita nel tempo in cui era stata insieme a Catarina aveva avuto effetti analgesici più forti di quanto avesse pensato in cui persino il suo demone ne aveva risentito, e ora che era uscita da quello “stallo” era tornato a lottare, come se Catarina fosse riuscita davvero a mettergli la tanto minacciata museruola senza accorgersene, solo grazie alla sua presenza e alle sue parole. Adesso che ci pensava, la strega era l’unica dei Nascosti incontrati negli ultimi cinquant’anni a non essersi approcciata a lei tirando immediatamente in ballo la sua reputazione da difensore della giustizia o tempestandola di domande inopportune.

Quando si erano presentate era stata molto chiara nell’esplicare la sua indifferenza a chi lei fosse o cosa aveva fatto… ma non le aveva detto cosa pensasse davvero di quello che faceva o se lo condivideva o meno. Forse anche lei riteneva che non ne valesse la pena oppure al contrario lo credeva e voleva darle una vera risposta quando avrebbe imparato abbastanza su di lei? Yumi le era grata di non essersi comportata come invece stava facendo Layla e come avevano fatto in centinaia prima di lei, anche se non era sufficiente a non farla preoccupare: finora Catarina non aveva dimostrato alcuna paura nei suoi confronti, ma chissà se avrebbe continuato così anche quando avrebbe visto la sua forma alternativa.

Guardò la lupa stringendo i denti per combattere il malessere che la tormentava: forse per lei avrebbe fatto volentieri un’eccezione se non fosse stata preoccupata di perdere il controllo e causare danni ben più gravi di spaventare a morte una lupacchiotta insolente. Aveva cercato una conferma ai suoi sospetti e l’aveva ottenuta, Layla era cresciuta solo fisicamente, niente di quello che Yumi avrebbe detto le avrebbe fatto cambiare idea o l’avrebbe anche solamente indotta a sfiorare l’ipotesi di fermarsi un attimo e riflettere con calma invece di andare allo sbaraglio e commettere qualcosa di cui magari si sarebbe potuta pentire.

L’altra assottigliò lo sguardo: Yumi ci aveva preso in pieno. L’aveva idealizzata per anni, sognando che, una volta cresciuta, l’avrebbe ritrovata e si sarebbe unita a lei nella lotta contro gli Shadowhunters. Per anni aveva continuato a sentire parlare di lei, era certa, come chiunque altro, di aver capito a cosa mirasse Yumi, ma a quanto pareva non era per niente così. Invece di sentirsi arrabbiata però era sbalordita: ma Yumi era stupida o cosa? Si rendeva conto di quello che diceva e degli effetti che le sue azioni avevano avuto e continuavano ad avere sui Nascosti o lo ignorava e faceva quel faceva solo perché lo considerava un gioco per ammazzare il tempo, una distrazione della monotonia che era la vita di un immortale? Oltre che sbalordita era anche delusa: aveva passato anni a idolatrarla per il suo coraggio e la sua forza pensando che fosse diversa da tutti i suoi simili… e ora si trovava a scoprire che non lo era affatto, che stava solo fingendo di tenere ai Nascosti e che aveva intessuto quella commedia per noia? Si sentiva ferita e disgustata oltremisura come una bambina a cui è stato appena rivelato che Babbo Natale non esiste. E proprio come una bambina non riusciva ad accettarlo:

« Ne devo intuire che ci hai salvati solo perché per caso eravamo con te? » disse con voce dura.

« Vi ho salvato perché eravate innocenti, non come forma di protesta! » ribatté altrettanto duramente Yumi.

Layla sentì rinascere la speranza e sospirò sollevata, forse non si era del tutto sbagliata su di lei… ma c’era sempre quell’altra parte che a quanto pareva era alquanto fondata e posata su solide basi di cemento che troncò il suo sospiro a metà.

« Tu… tu stai sprecando le tue risorse » l’accusò Layla, e sarebbe scoppiata a piangere se non avesse avuto il suo orgoglio di mannara e se non avesse voluto apparire forte davanti a Yumi. « Tu nemmeno ti rendi conto di cosa rappresenti per molti di noi, vero? Tu te ne stai lì a fingere di non sapere niente mentre là fuori è pieno di Nascosti che non esiterebbero a venirti dietro, ma tu… »

«… io non ho mai voluto questo, non ho mai voluto essere un esempio da seguire, se così fosse avrei accettato di diventare un Sommo Stregone già da tempo. E poi, scusami tanto… chi sei tu? Che diritto hai di venirmi a dire cosa dovrei o non dovrei fare, tu che non sai NIENTE?! Non sono stata messa al mondo per esaudire i desideri altrui, non me lo fa fare nessuno di aiutare i Nascosti, se lo faccio è perché l’ho deciso io, non perché mi è stato imposto da qualcun’altro ».

Nascosti di ogni genere e grado erano venuti a chiedere, anzi no, a pretendere che lei istituisse una Resistenza radunando la tal fazione sotto un unico fronte compatto per liberarsi del problema Shadowhunters: mannari, Seeliee, vampiri, persino alcuni stregoni nel corso dei secoli avevano provato a corromperla tirando fuori la motivazione che la loro era la razza meno prolifera del Mondo Invisibile, che subivano maggiori vessazioni anche se in teoria sarebbero dovuti essere i più  potenti di tutti e che quindi era loro dovere istituire una rivalsa.

A ciascuno, Yumi aveva dato un secco rifiuto, oltre ad avergli ribattuto di non essere affatto una stupida che si faceva manipolare per profitto, cosa che invece loro facevano di continuo, e che sapeva bene che se avesse aderito alle loro richieste sarebbe andata a beneficio solo di una singola razza, che sterminare gli Shadowhunters avrebbe solo causato ulteriori guerre e conflitti tra i Nascosti e soprattutto che se si rivolgevano a lei era solo perché avevano troppa paura e ritenevano più comodo mandare avanti uno strumento, un’arma di cui però si sarebbero sbarazzati una volta raggiunto il proprio obiettivo e non avessero più avuto bisogno di lei perché preoccupati che potesse trasformarsi in un pericolo anche per loro. Layla non era la prima e purtroppo non sarebbe stata nemmeno l’ultima che avrebbe cercato di convincerla ad assumersi quella che tutti definivano la responsabilità di cui avrebbe dovuto prendere le redini invece di far finta che non esistesse, ma Yumi era davvero stanca di dover ribadire il concetto.

« E cosa dovremmo fare, secondo te? » .

Tante, tante cose avrebbe voluto dire Yumi, ma invece disse:

« Di sicuro non assalire l’Istituto con torce e forconi e abbassarci al loro livello  » .

« Questo lo hai già detto » ribatté Layla. « Io invece ti sto chiedendo, visto che a quanto pare sembri sapere tutto, COSA dovremmo fare di CONCRETO! ».

« Fargli vedere che conosciamo come funziona il mondo molto meglio di loro, dimostrargli che si potrebbe davvero creare un’Alleanza degna di questo nome se si decidessero una buona volta a smettere di impuntarsi e provare ad ascoltare sul serio quello che gli altri hanno da dire , già questo sarebbe un buon inizio » .

Layla alzò le braccia al cielo e si afflosciò sul divano scuotendo la testa.

« Sei…disarmante, Yumi ».

« Da secoli e me ne vanto ».

« Non c’è proprio niente di cui pavoneggiarsi! E’ mai possibile che non provi nemmeno un briciolo di rabbia nei loro confronti? Desiderio di rivalsa? Non mi sembra che tu ti sia fatta scrupoli in tutti questi anni a dimostrare che non ti piace lasciar correre un torto subito, no?! ».

Yumi alzò gli occhi al cielo e si massaggiò la radice del naso.

« Metti da parte le Barbie ed esci dal tuo mondo incantato: credi forse che non ci pensi affatto? Che me ne stia davanti alla tv a mangiare schifezze e a guardare sitcom scadenti e film ridicoli rimbecillendomi a tal punto da costruirmi un mondo di fantasia dove le cose brutte non accadono e dove se un gatto finisse sotto la schiacciassi si appiattirebbe ma continuerebbe a vivere, lasciando il mondo reale fuori dalla mia porta come se non avesse alcuna importanza o non esistesse affatto? Io ci penso ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni singolo secondo in cui cammino su questa terra! ».

« E allora perché non stai FACENDO niente ?! »

« Io STO facendo qualcosa, invece: a differenza di te, non penso che rendere pan per focaccia sia la soluzione a tutti i problemi. Non è andando all’Istituto e facendo una carneficina che le cose si risolveranno, non è lasciandoli bollire nel loro brodo casomai sorgessero dei problemi, non se quei problemi potrebbero riversarsi poi su di noi, non è cercando di nuovo di rubare gli Strumenti Mortali. Ci sono molti altri modi per risolvere le cose, basterebbe solo fermarsi un attimo e pensarci su…. Ma tu non ti sforzi nemmeno di PROVARE a vederle ».

Layla si morse le labbra con rabbia. Yumi vide riaffiorare il lupo e temette che di lì a poco sarebbe iniziata una battaglia che però non avrebbe colto, a costo di rischiare di sopprimere il proprio demone per sempre pur di non lasciare che accadesse.

« Mi stai dicendo che dovrei perdonare quel bastardo? Quello sporco doppiogiochista che si è accollato il nostro branco solo per i propri interessi? » disse Layla digrignando i canini.

« Non ho detto che devi prostrarti ai suoi piedi e osannarlo, solo sforzarti di accettare la cosa; anche imputandoti, pestando i piedi, maledicendo tutte le divinità possibili e immaginabili del mondo, le cose non cambieranno ».

« Uno sforzo per cosa ?! Per abbassarmi anche io a essere il cagnolino di uno Shadowhunter? Piuttosto preferirei buttarmi in una vasca di argento liquido! Loro sono stati degli…abomini  nei nostri confronti, perché invece noi dovremmo avere pietà di loro?! » Perché non tutti sono come Valentine… non del tutto, almeno pensò Yumi.

Dopo qualche anno di scontri col Circolo, dopo che molti Nascosti ebbero iniziato a seguire l’esempio di Yumi e dopo che più e più volte i piani di quei ragazzini erano falliti, erano iniziate a circolare voci secondo cui alcuni membri del gruppo avevano iniziato a non essere più tanto sicuri di quello stavano facendo, anche se non erano abbastanza convinti  da smettere e farsi da parte, era come fossero vincolati da qualcosa di più di un semplice giuramento. Lucian era stato tra questi, ma essendo il parabatai di Valentine non era risultata strana la sua reticenza ad abbandonarlo. Yumi non aveva davvero creduto a ciò che si diceva in giro, anche se si era chiesta se anche Valentine le avesse sentite e se vi avesse dato credito.

Per un po' di tempo dopo che queste voci erano iniziate a circolare non successe nulla che confermasse le sue supposizioni; accadde però che un giorno il Circolo si trovasse dentro una casa abbandonata dove gli era arrivato alle orecchie che fosse un rifugio di vampiri che avevano rapito delle giovani fanciulle di un paese vicino, voce che però Yumi sapeva essere stata messa in giro dai Nascosti per attirare i Nephilim in una trappola ed eliminarli una volta per tutte e che il genere di creature che aveva nidificato in quella costruzione non erano affatto vampiri ma una colonia di demoni Kuri, che prima avevano intrappolato gli Shadowhunters nel loro covo fatto di enormi ragnatele vischiose e poi li avevano attaccati.

Qualcuno con buona prontezza di spirito era rimasto indietro e aveva liberato gli altri, e da lì era sfociata una cruenta carneficina in cui quei demoni erano stati tranciati, squartati, calpestati, dilaniati e traforati come puntaspilli dalle frecce delle balestre e dai pugnali lanciati con precisione pur se se la casa era avvolta nella penombra. Lei era rimasta a guardarli nascosta in un anfratto e nessuno si era accorto della sua presenza né lei aveva voluto dare alcun modo per accorgersene: era accorsa laggiù appena saputo del pericolo a cui stavano andando incontro, ma non aveva avuto intenzione di intervenire a meno che non fosse stato strettamente necessario, e da come se l’erano cavata con quei demoni era sicura che non ce ne sarebbe stato bisogno… ma l’imprevisto è sempre in agguato, non importa quanto a tuo favore sembra volgersi la situazione.

Ad un certo punto uno dei Nephilim aveva tirato fuori una lama angelica e l’aveva accesa, ma il fuoco celeste della spada aveva subito bruciato le ragnatele e in breve tutta la casa era finita avvolta dalle fiamme. I demoni erano rimasti uccisi mentre gli Shadowhunters erano riusciti a scappare appena in tempo…tranne Lucian, che era rimasto invischiato in una tela piuttosto spessa che gli aveva bloccato ogni possibilità di movimento. C’era stata possibilità di salvarlo, gli altri membri avevano persino supplicato Valentine di tornare indietro, ma lui aveva sentenziato che era troppo tardi, che era difficile anche per lui ma non c’era alternativa, che non poteva rischiare che morissero tutti per salvare Lucian, che lui ormai era condannato e che dovevano accettare il suo sacrificio… come se fosse stata cosa da niente, come se non fosse stato il suo parabatai quello che rischiava di morire. Yumi aveva visto una strana luce nei suoi occhi, del tutto privi di tristezza ma pieno di esultanza per essersi liberato di un peso inutile, confermando così quello che lei aveva temuto.

Aveva ringhiato tra i denti e si era buttata lei stessa nell’edificio: se quel moccioso pensava di cavarsela così a buon mercato, anche stavolta avrebbe avuto una bella delusione. Aveva estinto parte delle fiamme e trovato Lucian, e ignorando la sua sorpresa era riuscito a liberarlo, lo aveva curato e gli aveva intimato di uscire immediatamente da lì. Lui aveva esitato incerto, difficile a dirsi se per lo stupore di essere ancora vivo o per l’ essere stato salvato da lei invece che dai suoi compagni, ma quando lo aveva minacciato di buttarlo di prepotenza in un Portale se non portava immediatamente il suo deretano mezzoangelico fuori da quel posto, lui se n’era andato, voltandosi però a guardarla un’ultima volta prima di sparire. Yumi non si era affatto pentita di averlo salvato, ma si era chiesta spesso la ragione di quel gesto, non si esitava rischiando la vita per guardare qualcuno che odi e che per anni hai cercato di uccidere.

Non aveva più visto Lucian da quel giorno, ma tempo dopo aveva sentito che era diventato un mannaro;  solo più avanti era venuta a conoscenza dell’intera storia, scoprendo così che non era stato un incidente ma un altro tentativo andato a male di Valentine di farlo fuori e che anche un altro membro, Stephen Herondale, era stato fatto cadere in un simile tranello, anche se lui non era stato così fortunato. A nulla erano valse le rassicurazioni della sua vecchia compagna di studi che, quando le aveva raccontato mortificata cos’era successo, dopo un attimo di tentennamento l’aveva rassicurata dicendo che non doveva sentirsi responsabile.

Yumi però non aveva mai smesso davvero di pensarci: avevano sbagliato, era vero, ma non c’era proprio alcuna ragione per gioire della loro sorte, ancor meno dopo aver sentito cos’era successo alle loro famiglie dopo il fattaccio. Quando aveva saputo cos’era successo a quei giovani, le era crollato il mondo addosso: era quello che aveva sempre desiderato, che qualcuno di loro si accorgesse di stare facendo la cosa sbagliata e tentasse di rimediare… ma non così, non in questa maniera. Non si poteva però raggiungere un obiettivo senza sacrifici, non importa quanto nobile o buon intenzionato fosse, e anche lei, che voleva solo la pace tra i loro popoli, aveva sempre saputo che non sarebbe stata una strada pura e immacolata, che come ogni altra avrebbe comportato perdite, sacrifici, rinunce… ma non era bastato a renderla pronta a quella notizia, men che meno a restarne indifferente .

Per la prima volta dopo anni aveva vacillato: era davvero questo a cui aspirava? Aveva davvero senso continuare per quel percorso? Poi però le era bastato guardare ciò che era sopravvissuto al passaggio del Circolo per ristabilizzarsi e smettere di avere dubbi: arrendersi avrebbe solo decretato la fine di tutto e reso vana la morte di coloro che non ce l’avevano fatta. Non c’era stato tempo per piangere sul latte versato, ma farsi forza e ricominciare, salvare il salvabile e prepararsi per quando sarebbe arrivata la prossima volta. Aveva preso le distanze dagli Shadowhunters e non si era più lasciata coinvolgere da loro pur continuando a tenerli d’occhio da lontano, un’ombra che si muoveva nei bassifondi osservando i propri Cacciatori, l’unica che mai erano riusciti a catturare e che sempre avrebbe continuato ad affrontarli senza smettere però di cercare una soluzione pacifica che portasse alla definitiva terminazione dei conflitti e li rendesse una sola e unica popolazione del Mondo Invisibile.

Era stata quasi sollevata nel sentire che Lucian era tutto sommato riuscito a ricostruirsi una vita, anche se questo non significava che desiderasse instaurare un qualche tipo di rapporto con lui. Avrebbero continuato a vivere ognuno la propria vita facendo finta ( o quasi) che l’altro non esistesse, anche se, ora che Maryse sapeva che lei era lì, questo anonimato non sarebbe durato ancora a lungo. Strano comunque che non avessero ancora mandato nessuno ad arrestarla, conoscendo le direttive del Clave pensava sarebbe stata quasi una cosa immediata. In ogni caso era guardinga e pronta a filare via non appena avesse visto uno di loro all’orizzonte: non voleva coinvolgere i Nascosti che si trovavano nel locale, non c’entravano niente col problema che lei aveva causato, e ancor meno voleva coinvolgere Catarina, sempre però che davvero non si fosse trasformata in acqua e fosse stata risucchiata dallo scarico del gabinetto…

« Ma che argomentazioni interessanti, vi dispiace se mi unisco a voi, signorine?  ».

Le due si voltarono e videro un vampiro con una cascata di dreadlocks sottili appoggiato al divanetto dietro di loro che sorrideva in modo molto beffardo.

« E tu saresti ? » disse Yumi temendo che fosse un altro adepto di Camille mandato a riproporle l’affare di cui avevano discusso al Pandemonium anche se ora più che mai aveva ragione di rifiutare e non solo perché ormai non sarebbe servito a niente ma anche perché era certa ( o almeno, sperava vivamente) che la vampira non avesse nient’altro con cui ricattarla, salvo forse smascherarla e rivelare a tutta la popolazione dei Nascosti quale genere di strega lei fosse davvero. Non la preoccupava tanto questo quanto non sapere se la vampira fosse a conoscenza anche dell’altro particolare della sua identità. Fu Layla però a rispondere mostrando i canini al nuovo arrivato:

« Vattene via, Elliott ».

Il vampiro sogghignò.

« Felice anche io di vederti, Layla, come sta tuo fratello? ».

Lei si alzò dal tavolo e fronteggiò il vampiro.

« Dì cosa vuoi così la facciamo finita, succhiasangue ».

« Solo prendere parte a questo interessante conversazione e presentarmi alla più famosa strega del Mondo Invisibile » disse il ragazzo indicando Yumi.

« Raccontala a qualcun’altro, ti ha mandato Raphael, vero? »

« Può darsi, o forse no » ribattè lui. « Non puoi volermene però, in fondo non sto facendo niente di diverso da quello che stai cercando di fare tu, no? ».

Layla ringhiò e il suo viso cominciò a sfigurarsi .

« Io non sono qui per conto di qualcun’altro, a differenza di una certa sanguisuga leccaculo che sarebbe pronta a seguire il proprio capo nella tomba. Oh già, dimenticavo: voi siete già morti! »

« E tu potresti andare incontro alla stessa fine, cagna » disse lui mostrando le zanne. « Credi forse che questa strega accetterebbe di diventare il vostro araldo solo perché sareste pronti a scodinzolare e sbavare ai suoi piedi pur di averla dalla vostra parte? Non avete un briciolo di orgoglio, voi cani rognosi ».

« Certo, perché infatti accetterebbe di esserlo per delle sanguisughe che sopravvivono solo succhiando la linfa vitale altrui. Parliamo di orgoglio? Voi parassiti non sapete nemmeno cosa sia! »

« SCUSATE!! » urlò Yumi alzandosi di scatto.

I due la guardarono.

« Vorrei ricordarvi che sono ancora qui, che ci sento bene e ho  un cervello perfettamente funzionante e che potrei ridurvi in cenere seduta stante se non sparite immediatamente dalla mia vista! ».

« Ma Yumi… » tentò di dire Layla, ma venne nuovamente interrotta.

« Detesto ripetermi, quindi aprite per bene le orecchie tutti e due perché questa sarà l’ultima volta che lo dirò:  io non sono e non voglio essere la paladina di qualcuno, men che meno ho intenzione di essere coinvolta in una stupida vendetta » disse, poi si rivolse a Layla:
« Vuoi davvero causare ulteriori problemi al branco solo per ripicca, vuoi davvero che ci vada di mezzo anche tuo fratello?  Non aspettarti allora che io accorra a darti man forte, se vuoi rovinarti è un problema tuo, non mio ».

Layla abbassò la testa.

« E tu, Bob Marley vampirizzato » disse poi voltandosi verso Elliott. « Riferisci pure al tuo capo che non diventerò la sua pedina, non importa cosa possa offrirmi in cambio, anche perché dubito che ci sia anche una sola cosa che io voglia e che lui sia in grado di offrirmi, ma al di là di questo, e ti ripeto di ascoltare attentamente…io non mi vendo a NESSUNO!  E ora andate a proseguire la vostra secolare rivalità da un’altra parte e lasciatemi finire la mia cena in pace ».

Essere motivo di contrasto tra quelle razze di lunatici e nottambuli che si odiavano di loro da secoli immemori per la seconda volta in una settimana era snervante, ancor più perché a essere coinvolta stavolta era la sorella minore del licantropo della volta precedente. Poco importava che il vampiro in questione adesso fosse un Figlio della Notte qualsiasi, visto che anche questo era stato mandato da un capoclan per irretirla e convincerla a diventare la loro mascotte. Il clan dei vampiri di New York temeva il ritorno di Camille perché aveva messo a repentaglio la sicurezza di tutto il clan, ma non si vedevano molte differenze con Santiago, entrambi erano disposti a qualunque mezzo pur di ottenere la collaborazione di Yumi e per entrambi una risposta negativa non era contemplata; anche Layla voleva la stessa cosa, d’accordo, ma lei aveva rinnegato la propria famiglia e abbandonato il branco, era lì per sé stessa invece che per altri e aveva ancor meno diritto di veder accolta la propria richiesta.

Se il padre di Yumi avesse potuto vederla… chissà cos’avrebbe detto, chissà se sarebbe stato orgoglioso di lei o si sarebbe infuriato per le ulteriori attenzioni che la ragazza attirava su di sé come se non fosse sufficiente essere la figlia di un Reietto ( nel caso Yumi gli avrebbe risposto con fierezza che non rimpiangeva niente, che era qualcosa di cui lei era stata diretta fautrice e che aveva molto più valore di una reputazione per cui non aveva avuto alcuna voce in capitolo come quella da cui era stata segnata il giorno stesso del suo concepimento). L’immagine di suo padre le apparve molto sfocata, così come il dialogo che immaginò di poter sostenere con lui, e ben presto subentrò quella molto più vivida di qualcuno che aveva occupato molto più tempo nella sua vita di quanto avesse fatto lui: il suo maestro non aveva mai mancato di farle notare che avrebbe potuto raggiungere la fama di cui era in possesso per altre e più sicure vie che non portassero agli Shadowhunters e alle prigioni sotterranee della Città di Ossa.

Lei era stata solita rispondere che quella era una strada ancora peggiore da imboccare a meno che non si volesse diventare come uno dei tanti pezzi d’antiquariato che ornavano la casa dello stregone lasciati a prendere polvere, e che non avrebbe buttato via la propria vita nascondendosi come una codarda senza fare niente. Lui allora alzava gli occhi al cielo e le chiedeva si salutare il fantasma di un tal stregone casomai avesse avuto maniera di incontrarlo una volta finita a marcire nelle celle della Città Silente. Yumi l’aveva sempre ignorato ed evitato di degnarlo di una risposta, ma era stata consapevole che in realtà il suo maestro approvava ciò che faceva, anche se era troppo orgoglioso e noioso per ammetterlo, e saperlo l’aveva resa in qualche modo soddisfatta, pur senza essersi mai fatta prendere la mano o intraprendere azioni avventate per la propria gratificazione personale o per sfidare il maestro a pronunciare quelle parole ad alta voce.

Era già tanto, per una persona, avere una figura paterna di riferimento ; lei ne aveva avute due. Che entrambe le fossero state strappate era un altro discorso… che però faceva fatica a ignorare specie quando ripensava alla seconda dato che era anche colpa sua, di quello di cui lui l’aveva sempre rimproverata, se ora non c’era più, e questo non se lo sarebbe mai perdonata, anche se, ancor meno, l’avrebbe perdonata lui se lei avesse continuato a incolparsi e autocommiserarsi in quella maniera e se si fosse arresa abbandonando la strada che da anni percorreva, lui che era diventato la ragione più importante per cui avrebbe continuato a camminare ancora e ancora, senza cadere, come lui le aveva severamente proibito. Avrebbe voluto chiedergli perché fosse sempre stato così remissivo, ma in tutti quegli anni non era mai riuscita a trovare il coraggio per farlo.

Erano molte le cose che lui le aveva taciuto sul proprio conto a dire il vero, mentre di lei aveva saputo quasi tutto, ma non gli aveva mai chiesto niente perché non aveva ritenuto di averne il diritto e anche perché aveva preferito lasciare che fosse lui a scegliere di darle fiducia e raccontarglielo, cosa che però non era mai avvenuta. Non si era fidato davvero di lei, quindi? O forse erano stati entrambi troppo orgogliosi per fare il primo passo o solo troppo impegnati per perderci tempo dietro? Non c’era niente di male però a voler conoscere di più qualcuno a cui si voleva bene e di cui ci si fidava, no? E lui era stato uno dei pochi preziosi individui di cui Yumi si fosse mai fidata in vita sua ma che ora che non c’era più si rendeva conto che avrebbe voluto chiedergli più cose, fidarsi di più, conoscerlo per davvero… sapere cosa pensasse davvero di lei, senza il suo maledetto orgoglio a impedirgli di dire quello che avrebbe voluto davvero ma che ostentava perché evidentemente nemmeno lui aveva ritenuto valesse la pena metterlo da parte per Yumi.

Come lei, non era mai stato molto bendisposto nei confronti degli Shadowhunters, ma alla fine, anche se brontolando, aveva sempre ceduto. Era perché era quello che ci si sarebbe aspettati da uno del suo rango e una mancanza da parte sua sarebbe stato molto più malvista che una da parte di Yumi che invece non era nessuno? Forse allora… forse era questo a “bloccare” anche Magnus. Interesse amoroso per uno Shadowhunter a parte, agire come aveva fatto con lei rientrava forse nelle sue mansioni, era ciò che ci si aspettava da un Sommo Stregone, che adempisse ai servizi richiesti e contribuisse a far sì che le cose rigassero dritto e non ci fossero problemi? Essere di altri invece che di sé stesso, come era successo al maestro?

Da una che era, le ragioni per Yumi per non accettare la carica di Sommo Stregone si erano moltiplicate a dismisura nel corso degli anni. Se avesse assunto quel titolo, sarebbe diventata di altri, quel nominativo sarebbe stato una catena per tenerla a portata di mano e impossibilitarla ad agire come avrebbe voluto davvero. I Nascosti veramente pensavano già di averla, ma era quello che credevano, ed erano in molti a reagire come Layla quando lo scoprivano. Yumi capiva il suo dolore e lo condivideva così come faceva con molti dei Nascosti con cui le capitava di intrattenersi, ma non lasciava che questo s’impossessasse di lei e prevalesse sulla sua razionalità impedendole di vivere la sua vita a discapito di quelle di altri, non era per questo che sua madre era morta per lei… non era questo che le aveva ribadito il suo maestro.

Erano stati i suoi insegnamenti, più di qualunque altra cosa, a non distruggerla il giorno in cui aveva saputo della sua morte: anche se non aveva visto il suo fantasma, la sua voce era risuonata comunque dentro di lei e le aveva ripetuto quelle parole già pronunciate decenni or sono come se fosse stato concretamente lì con lei, e cioè che solo chi era morto aveva il diritto di arrendersi. Lei era forse morta? No, era ancora viva, e il dolore che provava ne era la maggiore riprova. Non poteva arrendersi, aveva molto per cui lottare e rimanere in vita, doveva fare come aveva sempre fatto e cioè imparare a convivere con quel dolore e trarne una nuova forza per andare avanti, oltre a continuare a vivere per mantenere il ricordo di chi non c’era più.

Yumi aveva preso le sue parole e se le era tenute strette, si era rialzata e si era data da fare. Il maestro non l’avrebbe mai perdonata se si fosse data per vinta, ancor meno se l’avesse vista soccombere a qualcosa che mai avrebbe concepito di fare a mente lucida; cedere ad una ragazzina che provava il suo stesso dolore ma voleva imboccare la strada sbagliata per combatterlo era quanto di più basso lei avrebbe potuto fare. Non era lei però il pericolo maggiore, in quel momento . A differenza di Layla, infatti, Elliot non accusò il colpo ma incrociò le braccia e assunse un’aria altezzosa.

« Proprio tu dovresti capirlo meglio di chiunque altro, Yumi Shin » disse. « Gli Shadowhunters ci causano solo problemi; se non facciamo qualcosa ne andrà della sicurezza di tutti i Nascosti ».

« Per Lilith… Tra tutti quanti avete bisogno del mio permesso prima di fare qualcosa? Chi sono io, il Presidente dei Nascosti? »

« Sei quella che meno di tutti ha il diritto di rimproverare qualcuno di non tenere conto dell’effetto delle proprie azioni sugli altri, credi di avere la fedina penale pulita? »

« Conosco bene le conseguenze delle mie azioni » disse Yumi. « Mi assumo la piena responsabilità di quello che ho scatenato e dei miei errori, non faccio finta che non sia successo niente come sembra che tutti quanti ne siate convinti » e scoccò un’occhiata truce a Layla, che però tenne la testa voltata dall’altra parte.

« Quello che però NON faccio e che NON voglio fare, è lasciare che altri mi manipolino e cerchino di impadronirsi delle conseguenze del mio operato…che cerchino di impadronirsi di me! Quindi potete anche tornarvene entrambi da dove siete venuti con la coda tra le gambe, tu al tuo lavoro e tu dal tuo capoclan: da me, nessuno di voi, otterrà NIENTE! ».

Layla non ebbe nemmeno il coraggio di alzare gli occhi e guardarla, stringendosi le braccia con forza; Elliot, al contrario, invece di sembrare colpito, sembrava più che altro annoiato.

« Noi abbiamo l’eternità a disposizione » sospirò alzando le spalle. « Possiamo aspettare quanto vogliamo ».

« E’ il tuo modo per dire che è solo questione di tempo prima che capisca da che parte stare? Perché ti assicuro che aspetterai invano, e spero vivamente che prima poi TUTTI voi ve ne rendiate conto ».

« Io speravo che almeno tu saresti stata ragionevole, non come quel festaiolo ingioiellato che se la fa col maggiore dei Lightwood ed è diventato il loro cagnolino ».

« Magnus Bane ha fatto le sue scelte, ma IO non sono come lui! »

« Lo dimostri molto chiaramente infatti, ora magari mi verrai a dire che hai a cuore la vita di quei Cacciatori mezzosangue? »

« Sì, quanto potrei averne di una cucciolata di Cani Infernali » sputò furiosa Yumi. « Io vorrei solo che si arrivasse a relazionarci in modo civile senza dover per forza far scorrere sangue ».

« Non basterebbe un’eternità per questo, noi dobbiamo fare qualcosa ORA, adesso, o niente accadrà mai ! »

« Intendi come avete cercato di fare aggredendo la figlia di Valentine per rubare la Coppa Mortale? Avevate in mente di ricattare gli Shadowhunters per caso? »

« Avremmo tenuto al sicuro la Coppa, avremmo impedito a Valentine di metterci le mani sopra e gli avremmo intimato di sparire e lasciare in pace la nostra gente se l’avesse rivoluta indietro. Se quella mocciosa avesse deciso di collaborare a quest’ora ci sarebbero stati molti meno problemi ».

« Del senno di poi sono piene le fosse, stai pur certo che avreste solo posticipato la cosa, o peggio, qualcuno avrebbe pensato di sfruttare la Coppa a proprio vantaggio magari alleandosi col nemico ».

« Non ardire- »

« Puoi affermare senza tentennamenti che solo perché siete più snob dei licantropi allora siete dei santarellini ligi alle regole che non si sognerebbero mai e poi mai di tradire qualcuno?! ».

Elliot ammutolì ma serrò gli occhi a due fessure e guardò Yumi con sguardo di ghiaccio.

« Stai facendo un grosso sbaglio, strega; ti pentirai di quello che hai detto ».

« Se c’è qualcuno che deve pentirsi immediatamente quello sei tu, vampiro ».

Elliot si girò e si ritrovò faccia a faccia con Alec, spuntato da chissà dove senza che nessuno se ne accorgesse, con una freccia stretta in pugno e la stessa espressione furiosa che aveva avuto quella mattina quando aveva difeso sua madre. A Yumi si gelò il sangue nelle vene: non aveva affatto percepito la sua presenza. Era sempre all’erta, e con tutto quello che aveva passato nei secoli con gli Shadowhunter, il suo sesto senso per il pericolo era maturato fino a pizzicare anche solo se ce n’era qualcuno nei paraggi, ma con lui… non aveva sentito niente. E non lo sentiva neanche adesso che era davanti a lei come se il demone fosse di colpo arretrato anche se non del tutto quietato.

Si guardò immediatamente intorno annusando avidamente l’aria e tendendo le orecchie, senza però sentire o avvertire altra presenze all’infuori di quelle presenti nel locale, il ragazzo sembrava essere completamente solo. Davvero Maryse aveva mandato suo figlio in un locale di Nascosti e tra le fauci della più pericolosa strega del Mondo Invisibile senza nemmeno dei rinforzi? Forse sperava che, essendo il ragazzo di uno stregone, lei avrebbe chiuso un occhio  per non recare dolore ad un suo simile? Non che avrebbe volutamente fatto male a quel giovane, ma quale parte di quanto era accaduto al Santuario non era stata sufficiente a far capire che lei e Magnus non erano in buoni rapporti?

« Guarda guarda, il concubino del Sommo Stregone » disse Elliot per nulla intimorito dal giovane Cacciatore. « Strano vederti senza il tuo ragazzo, ti sei finalmente reso conto di essere solo un divertimento per lui e lo hai lasciato ? ».

Alec arrossì di brutto e strinse la freccia.

« La mia vita privata non è affar tuo, vampiro » disse seccato.

« Anche questa! » sbottò Layla alzando la mani aperte al cielo. « Prima questa zecca con la bocca e ora pure il bamboccio che sculetta intorno a Magnus doveva capitarmi, questa sera » .

« Hai qualcosa da ridire, mannara? » .

« Ho molto da ridire, Shadowhunter » disse Layla assumendo la stessa aria schifata di poco prima quando aveva visto Elliott e incrociando le braccia.

Anche coi tacchi rimaneva più bassa di Alec, ma non bastò a impedirle di guardarlo in cagnesco.

« Dicono tutti che tu sia innamorato di quello stregone e che lui ti ricambi… ma pensi davvero che ci creda? Non farmi ridere , come fosse davvero possibile » .

« Che cosa vorresti dire? »

« Che Magnus Bane è famoso per le sue avventure da una botta e via e per i suoi party non esattamente all’insegna della castità, sai quanti di noi sono finiti nel suo letto prima che arrivassi tu? A quello interessa solo la carne e il brivido dell’avventura, non se ne fa niente dell’amore, e come potrebbe interessarsene uno come lui? Dubito che si priverebbe la possibilità di perdere un simile divertimento, come se ne valesse la pena per un misero Nephilim a cui sono appena spuntati i peli pubici, se prova interesse per te è solo perché rappresenti una novità rispetto al suo solito tram tram, non perché sei speciale o diverso da chissà chi, a dirla tutta non sei nemmeno un granché, conosco almeno dieci Nascosti di gran lunga più affascinanti e dotati di te, là fuori ».

Alec arrossì e fece per ribattere ma Layla continuò implacabile:

 « Al di là di Bane, è impossibile per voi Nephilim affezionarvi davvero a qualcuno che non è come voi . Tu parli di essere innamorato di quel mezzodemone, ma  in realtà ti torna solo comodo poter disporre di lui gratuitamente senza dover versare cifre mastodontiche , vero? O invece lo fai eccome e la moneta di scambio che usi sono proprio questi tuoi presunti sentimenti? Non sei poi così diverso da una qualunque puttanella che vende il proprio corpo in cambio di che vivere, ragazzino ». 

Yumi si estraniò completamente dalla conversazione e si ritrovò a vivere un deja vù che la portò lontano, non più in un bar, non più con un ragazzo Nephilim, una mannara e un vampiro ma in una casa vittoriana e tre Shadowhunters, una ragazza più o meno dell’età di Alec e due uomini di mezza età… uomini con le toghe nere e le rune argentate proprie dei membri del Consiglio dell’Enclave. Anche allora lei era rimasta a guardare ma senza farsi vedere, nascosta sotto una finestra chiusa che però non era stata sufficiente a vincere sul suo udito sviluppato e non le aveva impedito di sentire la ragazza pronunciare quelle imperdonabili parole:

“ Ci mancherebbe altro. Converrete con me però che è una comodità avere quella strega a disposizione”. Erano passati decenni da allora ma ancora quelle parole bruciavano nelle orecchie di Yumi come se fossero appena state pronunciate. Quel giorno solo il cielo sapeva cosa le avesse impedito di trasformarsi, piombare in casa distruggendo la finestra e farla pagare a quella maledetta, ma non era successo. Passata la delusione, e soprattutto grazie alle parole del suo maestro, si era rialzata e come sempre si era fatta valere, molto a modo suo, preferendo usare parole letali come la lama di un rasoio che avevano lasciato un segno indelebile su quella smorfiosa e anche su quei palloni gonfiati che avevano osato avanzare osservazioni inopportune sul suo conto, molto più di quanto avrebbero fatto i suoi artigli, ed era stata molto soddisfatta del risultato ottenuto, come ogni volta che riusciva a risolvere una situazione senza dover incorrere alla sua parte demoniaca per portarla a termine.

In seguito era andata via dalla città, ma anche se razionalmente aveva accettato la cosa, il suo cuore non era mai guarito e si era chiuso all’amore… o almeno, così aveva creduto, come aveva avuto modo di scoprire, anni più tardi, incontrando il raggio di sole che aveva di nuovo scaldato il suo cuore arido di quel calore che non pensava avrebbe mai più provato per nessuno e che le aveva regalato una nuova ragione di vita. Non sempre erano stati anni facili, ma Yumi li decretava ancora come i migliori e più felici della sua vita. La parentesi con quella smorfiosa però si era conclusa solo trent’anni dopo i fatidici eventi e lei ancora ne indossava il ricordo, per non dimenticare mai e perché aveva fatto una promessa. Ora lo guardava e sentiva anche il rammarico per non aver ringraziato come si deve il suo maestro per quello che aveva fatto per lei, reputando che il modo migliore per farlo fosse continuare a vivere la sua vita, oltre al peso delle parole che avrebbe voluto dirgli.

Erano ancora lì, nel suo cuore, in attesa di essere pronunciate, anche se ormai era troppo tardi e non ci sarebbe stato più modo di farle arrivare al destinatario. Non si era più innamorata da allora, aveva giurato a sé stessa di non intrattenere mai più rapporti personali con gli Shadowhunters se non per fini lavorativi e di non farsi coinvolgere emotivamente da loro. Per cento anni c’era riuscita… adesso invece, malgrado tutte le precauzioni e i suoi buoni propositi, si ritrovava con quel giovane uomo, uno Shadowhunter che aveva a che fare col suo passato in linea diretta e ne aveva persino particolarità simili, una persona innocente la cui colpa era solo di aver rispolverato involontariamente il suo passato. Anche se avrebbe voluto andarsene, la parte meno razionale di lei la teneva inchiodata al suo posto, curiosa di sapere come si sarebbe comportato . Si aspettava come minimo che Alec negasse, ribattesse che non era così… invece sembrava vergognarsi come l’avessero colto sul fatto e stesse continuando a farlo. E confermare a Yumi che lei e Ryuu non erano gli unici a essere usciti malconci dallo scontro all’Istituto.

« Come ho già detto, mannara » disse Alec con inaspettata fermezza malgrado l’evidente ansia dipinta sul suo viso. « La mia vita privata non è affare vostro. E sarebbe meglio se faceste in modo che io non senta più questo genere di discorsi » .

« Uuh, il pargoletto ha i denti » commentò Elliot. « Cosa fai, vai a piangere da mammina e pararino perché dei prepotenti ti hanno preso in giro? »

« Vi denuncerò al Clave ». Elliot sogghignò come se la prospettiva lo elettrizzasse.

« E come al solito metterete a ferro e fuoco tutta una fazione solo per una diceria? »

« Non è una diceria, visto che l’ho appena sentito con le mie orecchie ».

« E’ la tua parola contro la mia, Shadowhunter. Non hai niente di concreto con cui farla valere ».

Alec fu costretto a capacitarsene e si morse le labbra per la rabbia.

« Pensi forse comunque che questo sia un caso isolato? » lo provocò Elliott. « Credi che là fuori non sia pieno di Nascosti che la pensino così? Vale anche il tuo presunto ragazzo, non c’è nessuno che la pensi diversamente… anche se alcuni di noi, a quanto pare, ostentano indifferenza… » e scoccò un’occhiata obliqua a Yumi.

« Non ti permettere di dire questo di lei! » esclamò Alec alterandosi di colpo.

Elliott sgranò gli occhi e guardò prima l’espressione furiosa di lui e poi quella confusa di lei e sogghignò.

« Cos’è, essendo fidanzato con uno stregone allora ti senti in dovere di doverli proteggere tutti? Ma che animo nobile, davvero ammirevole questa tua variante della busta paga che sei solito dare in camera da letto. Solo perché te la fai con uno stregone però non dovresti presupporre che anche gli altri suoi simili siano caritatevoli e indulgenti con te come lo è lui ».

Alec diventò viola e si morse le labbra così forte che cominciarono a sanguinare, ma sorprese tutti indicando Yumi e dicendo:

« Yumi non ha alcun bisogno di essere protetta, men che meno le serve l’aiuto di uno come me. Però non merita affatto di essere denigrata in questa maniera: lei sa prendersi pienamente le sue responsabilità, siete voi quelli che non lo fanno e riescono a sparlare solo alle spalle degli altri invece di farlo in faccia alle persone! E non pretendo che sia gentile e disponibile con me, anzi … non voglio proprio che lo sia ».

I tre Nascosti guardarono perplessi il giovane Shadowhunter, soprattutto Yumi.

« Lei almeno è sincera » continuò lui. « Non … non è affatto come Magnus, non ha paura di dire quello che pensa e non lascia che altri le impongano il proprio volere; Magnus invece non…dice niente. Non per davvero, almeno. Forse Yumi in realtà approva quello che dite o forse no…ma questo non cambia che non avete diritto di schierarvi in massa contro di lei solo perché non vuole sentirsi costretta a scegliere! ».

Yumi si strinse la mano sinistra con la destra guardando allibita Alec, che però non guardò nessuno . Elliott lasciò cadere le braccia lungo i fianchi ma sorrise sprezzante.

« Credi davvero di poter fare qualcosa, solo come sei? » disse passando la lingua sui denti superiori.

« Non sottovalutarmi » disse Alec tenendo la testa alta e fulminando Elliott con lo sguardo.

L’altro lo sostenne per qualche secondo finché non si stufò.

« Non vale la pena perdere tempo con un neonato come te che gioca a fare l’adulto ma in realtà dovrebbe ancora portare il pannolone » e si rivolse a Yumi:

« Per ora me ne vado, ma non credere che sia finita qui, Yumi Shin » .

« E’ proprio finita qui invece, Elliott. E dì a Santiago di non provare a mandarmi di nuovo un suo emissario, o gli ritornerà indietro in un’urna funeraria ».

Il vampiro sibilò ma girò i tacchi e sparì. Layla scoccò un’occhiataccia in direzione del vampiro e poi si rivolse a Yumi come se Alec non fosse presente:

« Lo vedi, Yumi? Non ha nemmeno il coraggio di ammettere che quello che conta per lui sono i favori magici di quello stregone, non i suoi sentimenti. Agli Shadowhunters non importa niente di noi, non ha senso sprecare energie con loro, ci abbiamo provato per troppo tempo. Per favore, cerca di essere ragionevole! ».

« Risparmia il fiato, Layla » ribatté gelida Yumi. « Ci hanno provato per secoli frotte di Nascosti più grandi e maturi di te e ci ha provato anche tuo fratello, la mia risposta rimarrà immutata ».

La mannara si morse la labbra e girò la testa a destra e sinistra a scatti come se stesse cercando qualcosa da dire, ma sfiorando appena Alec con lo sguardo spalancò gli occhi e si voltò verso Yumi come le si fosse appena accesa una lampadina in testa.

« Lo stai facendo per qualcuno, vero? »

« Prego? »

« C’è qualcuno nella tua vita che ti limita e non avrebbe affatto piacere se ti vedesse a capo di una rivolta, è così? ».

Yumi serrò le labbra.

« Mi devo correggere: sei ancora più immatura di quanto mi ricordassi. E non voglio sprecare ancora fiato con te, quindi per favore vattene, e non costringermi a farmelo ripetere ».

Nel dirlo giocherellò con la medaglietta d’argento che aveva al polso. Layla le lanciò un’occhiata preoccupata, e anche se si era professata disposta a fare un bagno nell’argento, non voleva davvero arrivare alle maniere forti con Yumi. Recuperò le sue cose e guardò Yumi in tralice prima di scappare via, lasciandola sola con Alec.


 
 
*Angolo autrice
 
Se siete arrivati fin qui pensando a Yumi come al Dottor Jeckyll tranquilli, non è messa COSI’ male XDXD. Non è finita qui, comunque, con Alec, e nemmeno con Magnus, anzi…continueremo a vederle delle belle.


Riferimenti:

(1*)"Da grandi poteri derivano grandi responsabilità" è una celebre frase di Spiderman.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: cristal_93